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Autore: Thilwen    08/05/2005    13 recensioni
“Mio padre è chiuso ad Azkaban”. Questo è ciò che sussurra Draco Malfoy fra le ombre, consapevole che nulla potrà mai essere come prima, che il suo status sociale è stato rovesciato, che tutto ciò in cui ha sempre creduto non è più esule dai dubbi. Vale la pena rischiare la vita, finire in un inferno come Azkaban, per inseguire ideali che, tutto sommato, non sente propri? Tocca quindi a Draco occuparsi di se stesso e della madre, di tentare di riportare a galla la nave naufragata dall’ambizione paterna, solo e, soprattutto, consumato da una passione impossibile, fuori dalla sue mire, nata dal bisogno di amare e di essere amato.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Parte Quarta: Primavera

 

Capitolo XVI- Faccia a faccia

***

Puperus veluti cum flos succisus aratro

Languescit moriens lassove papavera collo

Demisere caput pluvia cum forte gravantur

 

Come un fiore color porpora che reciso dall’aratro

languisce morendo o come i papaveri che piegano il capo

sul collo debole quando la pioggia li spossa.

(Virgilio, Eneide, IX vv. 625-629)

***

 

Mi sento bagnato, appiccicoso in maniera estremamente fastidiosa.

Poggio la schiena contro qualcosa di duro, nodoso, un albero quasi sicuramente.

Le mie braccia sono pesanti, quasi bloccate lungo i miei fianchi. Le gambe indolenzite ed immobili, come fossero state legate da funi invisibili.

Apro lentamente gli occhi.

La vista m’appare all’inizio sfocata. Chiazze verdi e nere, luci argentee.

Poi tutti si fa via, via più nitido.

Mi ritrovo a guardare gli alti e fitti fusti della Foresta Proibita.

Il volto di mio padre è più affilato del solito, mentre sosta davanti a me con le spalle poggiate ad un alto tronco sottile, i capelli biondi, intessuti da fili argentati, lunghi e liberi sulle spalle, gli occhi grigi colore del gelo.

La sua espressione è assente, incalcolabile, le sue lunghe dita affusolate giocano con la bacchetta in mano.

-Draco.-

Il mio nome esce spifferato dalle sue labbra  come un sussurro nella notte.

Tento di muovermi, ma un forte  bruciore non mi permette di compiere alcun gesto. Mi mordo le labbra per non gemere.

-Gli effetti dell’incantesimo passeranno fra non molto- biascica fissandomi con quello sguardo spento –non ti preoccupare, Draco- un ghigno perfido deforma la perfezione dei suoi lineamenti –Passerà tutto.-

La sua voce è ghiaccio gelido, stridente. Le sue parole sussurrano veleno.

Io mi sento solo, perso, spaventato.

Atterrito dall’uomo che ho più amato.

Atterrito dall’uomo che ho più odiato.

Tutto ciò non ha logica. Davanti a me c’è mio padre. Comunque vadano le cose mi vuole bene. Non devo temere.

-Non sei felice di rivedere tuo padre?- mormora la domanda con sufficienza, come se avesse letto i miei pensieri –Dovrei pensare che non mi vuoi più bene?- si stacca dall’albero, si avvicina di qualche passo – Nei tuoi occhi non vedo affetto. Vedo solo paura. Cosa sei diventato, Draco? Che cosa ti è successo durante il tuo ultimo anno di vita?-

Sibila nel vento il suo veleno che veloce s’insinua sotto la mia pelle. Le mie tempie pulsano quasi fino a spaccarsi.

S’inginocchia davanti a me. Avvicina una mano al mio viso. Mi accarezza ruvidamente una guancia –Povero il mio bambino- non c’è dolcezza nel suo tono –Povero il mio Draco. Questi filobbabani ti hanno fatto il lavaggio del cervello? Adesso pensi che tuo padre abbia torto e che sia soltanto un lurido assassino? Ti hanno fatto odiare colui che ti ha dato la vita? Nelle tue vene scorre il mio sangue- accarezza il mio collo con le dita fredde, facendomi rabbrividire –Rispondimi, Draco, non vuoi più bene a tuo padre?-

Un nodo stringe ferreo la mia gola. A poco a poco il dolore agli arti s’allontana. Mi accorgo di poter parlare.

Ma so di non riuscire a rispondere.

Gli occhi di mio padre sono senza vita, senz’amore, senz’affetto, schiusi in uno sguardo che trasuda cattiveria.

Ed io non so cosa rispondergli.

-È più di un anno che non ci vediamo, Draco e tu non dici nulla a tuo padre? Hai perso la lingua?- il suo è un ringhio basso fra i denti.

-Sono felice di vederti, papà- sussurro talmente piano queste parole da essere appena udibili.

Repentina la mano destra di mio padre scatta sul mio mento, afferrandolo in una morsa ferrea e tirando la testa indietro.

-Non si direbbe tu sia felice di vedermi- stringe forte il pollice e l’indice fino a farmi male –L’unica cosa che ho visto in te da quando sono comparso è stata paura. Terrore. Sdegno. Non mentirmi, Draco!-

Caccio indietro le lacrime, sento il soffio delle sue parole sulle mie labbra.

Non mi molla il viso, continua a guardarmi con distacco, anche se dentro freme d’ira.

-Io non ho cresciuto mio figlio perché venisse su un raffinato buonista rammollito. Perché diventasse una pedina di Albus Silente. Io volevo che mio figlio fosse degno di me e del nome che porta- la sua voce è sempre più sprezzante, sempre più alta –Tu sei un Malfoy!-

Mi lascia andare il volto con uno scatto, rialzandosi nervosamente.  Io muovo appena la mandibola dolorante.

-Non credere che io non sappia cos’è accaduto negli ultimi mesi.-

La voce di mio padre saetta come una minaccia fra i rami degli alberi.

-Non sono una pedina di Albus Silente- la mia voce risuona rauca –e non sono un buonista rammollito.-

Il suo volto viene contorto da un sorriso sprezzante –Allora perché non mi sei corso incontro con l’avambraccio scoperto per ricevere il Marchio Nero? Perché negl’ultimi mesi hai deciso di ritirarti dalle tue promesse? Perché sei finito a farti una Weasley, la figlia di un rinnegato straccione? Quanto sei caduto in basso figlio mio.-

Chino il capo, accogliendo colpe non mie e non riuscendo a rispondere.

-Mi avevi promesso di essere un figlio ubbidiente. Da bambino non desideravi altro che somigliarmi. Avevi detto che una volta cresciuto saresti diventato anche tu un Mangiamorte. Che ti è successo? Silente ti ha stregato? Piton ti ha inebetito? La tua puttanella rossa ti ha comprato con qualche orgasmo?- mi mordo le labbra con ira per non rispondere –o magari tua madre ti ha irretito con le sue parole di pazza?- la sua ultima frase è una frecciata al buio.

Mi colpisce come il rinculo di una pistola, con mezzo secondo di ritardo. Alzo i miei occhi sbarrati su di lui –Come puoi parlare così di mia madre? È morta, si è uccisa, per te, per colpa tua- gli urlo a mezza voce, tremante di rabbia. Provo ad alzarmi, ma scivolo lungo il tronco dell’albero, i muscoli ancora doloranti.

La risata di Lucius Malfoy risuona fra le selve come il grido di una iena.

-Tua madre. Avesse avuto un po’ di cervello insieme a tutto quel bel corpo, magari  le cose sarebbero andate a finire diversamente- scuote la testa di fronte al mio totale sbigottimento.- Credevo che sposare una Black sarebbe stata una mossa sicura. Ottima famiglia non c’è che dire, tutti degni di essere chiamati maghi. Ma forse fra i Black, nonostante l’illustre discendenza, sta iniziando a serpeggiare il marciume. Pensa a Sirius Black o Andromeda Black, la sorella di tua madre. Rinnegati, maledetti rinnegati. Mele marce, sudici esseri indegni.- un ghigno profondo stravolge i suoi lineamenti puliti – Tua madre non era male. Sane idee, sani principi, sano corpo. Non avrei mai pensato che avrebbe potuto rovinare mio figlio.- La sua risata si rifrange nel buio della notte.- Tua madre però aveva un unico peccato con il quale fare i conti. Tua madre era una debole.-

-Taci- gli urlo mentre il mio stomaco si comprime in una morsa di dolore.

 Egli stringe le labbra freddamente mentre il suo sguardo crudele m’inchioda all’albero.- Sì Draco, tua madre era debole. Si è innamorata di me come una ragazzina, da subito, mi ha amato come una sciocca. Si è fatta sottomettere come una meretrice, si è sempre fatta fare la qualunque, mi ha accontentato in ogni cosa. Per lei l’importante era che ci fossi io al suo fianco, che lei venisse servita e riverita come la Signora Malfoy, che suo figlio crescesse forte e bello, come il padre. Perché mi amava e voleva che tu fossi lo specchio del suo amore. Non si è mai contrapposta fra me e te. Ha sempre chinato il capo con quella sua accondiscendenza da puttana- sorride vedendomi sempre più tremare di rabbia. –Poi è accaduto l’imprevedibile. La sua principale ragione di vita è stata rinchiusa ad Azkaban. Si è ritrovata da sola a dover fare i conti con una società che ha smesso di farle gl’inchini e con un figlio che troppo le somigliava a colui che troppo e per troppo tempo aveva amato. Non è stata capace di prendere il mio posto e fare di te un uomo. Perché lei era una debole, faceva parte di quella categoria di persone chiamate perdenti. Così è diventata pazza. È stata incapace di reagire, incapace di occuparsi di se stessa. E  soprattutto terrorizzata che tu, l’unica cosa che le era rimasta, la tradissi come avevo fatto io, che tu te ne andassi seguendo la via traversa dell’Oscuro Signore. È scivolata fra le ombre della sua mente, è diventata pericolosa. Per te, per me, per tutti. Non avrei mai dovuto permetterle di rovinarti.-

La sua voce si spegne nella notte come un fiammifero nel vento, rilasciando un freddo dolore.

Io sono fermo, sbigottito, accecato dalla rabbia e dalla sofferenza. -È colpa tua se mia madre è morta. Si è uccisa a causa tua.-

Mio padre resta indifferente a quest’affermazione, quasi sorride –No, non sono stato io ad uccidere tua madre, anche se la sua morte per me è stato un sollievo. Mi aveva messo i bastoni fra le ruote. Fortunatamente qualcuno se ne accorto in tempo.-

Mozzo un respiro con un gemito incredulo. Per un secondo riecheggia nella mia mente il racconto di Silente, a lungo custodito nel cofanetto dei miei ricordi. L’elfo la sentiva spesso litigare la sera. Parlare con …

-Bellatrix – la smorfia sul volto di mio padre è la conferma delle mie supposizioni –Mia madre stava sempre peggio, le sue crisi peggioravano. Lei lo sapeva. Una volta scoperti i suoi discorsi, i suoi tentativi di deviarmi dalla strada che voi avevate fissato per me, ha deciso di sbarazzarsi di mia madre. Non sarebbe stato difficile farlo credere un suicidio. È venuta a casa nostra più volte nell’ultimo periodo confondendole i pensieri e facendosi dire tutto ciò che era necessario per regolarsi su di me. Poi, dopo averla torturata e spremuta come un limone, l’ha avvelenata, inscenando un suicidio-   improvvisamente la verità si disegna davanti a me, nuda, cruda, orripilante. –Ecco perché tu sapevi tutto sul mio conto. Ecco perché mia madre è morta. Lei non si sarebbe mai uccisa. Non mi avrebbe mai lasciato da solo…-

La vista mi si annebbia. Lacrime di rabbia e di dolore si stringono al mio petto.

-Era una debole Draco. Le persone deboli sono inutili. Era diventata pericolosa per noi, lo sai.-

Le sue parole gelide, ironiche. Insopportabili.

-Era mia madre- urlo, ma la mia voce è un rombo assordante fra i miei singhiozzi –E voi l’avete uccisa!-

Mio padre mi colpisce in pieno volto con un calcio. Sento il sapore del sangue impastarmi la bocca, mischiarsi col sale delle mie lacrime.

-Io non ho cresciuto un figlio perché questo mi voltasse le spalle! Tu sei come tua madre! Sei diventato debole!- lo sento afferrarmi con uno strattone alla divisa e mi alza un poco da terra. Lo guardo in volto con gli occhi offuscati, le iridi tremanti. La sua voce mi scuote l’anima –Io non permetterò mai che tu diventi un verme, un essere senza orgoglio. Non permetterò mai che tu non diventi degno del nome Malfoy! Se tua madre  nel suo grembo ti ha allattato di debolezza, io farò in modo di cambiarti. Tu sarai come me, seguirai le mie orme, sul tuo avambraccio spiccherà il simbolo del Signore Oscuro, ucciderai, violenterai, torturerai e ne proverai una forma d’insano e perverso piacere. Tu sei nato per essere un Mangiamorte, sei nato per essere come me. Se ciò non dovesse accadere…- tace qualche secondo, il tono falsamente dolce della sua voce è una nota stridula nella notte.- …preferirei ucciderti che vivere nella vergogna di avere un figlio debole- Mi lascia andare, scivolo lungo l’albero. Resta qualche secondando ansimante, in piedi su di me. Poi si china lentamente e con una mano mi accarezza il volto sporco di sangue.

D’un tratto sento tutto l’orrore delle sua frasi. Trattengo un conato di vomito violento. Io non sarò mai un Mangiamorte. Non lotterò mai al fianco degli assassini di mia madre. Non l’avranno vinta loro. Mi vendicherò, a sangue freddo, a discapito della mia vita. Mi vendicherò.

Non ho mai odiato mio padre come in questo momento. Stringo forte gli occhi tenendoli chiusi per non vedere il suo volto, la sua fredda espressione, il ritratto della crudeltà,  vorrei che tutto ciò non ci fosse, che nulla di tutto questo esistesse.

Ma non ho scelta, non ho scampo. Qui nessuno mi può aiutare. Sono solo con l’uomo che mi ha donato e rubato la vita.

Sono solo con la belva che cibandosi dell’anima di mia madre l’ha lentamente uccisa.

Ormai posso muovere i miei arti. Mi rimetto in piedi, la testa mi gira appena, le gambe mi si piegano sole.

-Non ti riconosco più bambino mio- la voce di mio padre è lontana e crudele –Io devo potermi specchiare in te. Invece in questo momento  vedo solo tua madre.-

Poggio le spalle ad un albero per sostenermi.- L’hai mai amata?-

-No- non pensa neanche un secondo prima di rispondermi. Io sorrido sprezzante.

-È buffo- commento acido –che in una coppia ci sia una persona che ama troppo ed una che non ama per nulla.-

- L’amore è una debolezza- la sua voce è un soffio gelido nel fuoco.

Lo guardo in quegli occhi colore del ghiaccio, per la prima volta mi rendo conto di essere alto quanto lui –Tu non hai mai amato?-

Un sorriso sadico si disegna lentamente sul suo volto, fresco, pulito, sbarbato, vagamente più giovane di quanto realmente non sia –Non ho mai provato cose inutili.-

Resto in silenzio, non sapendo cosa ribadire. Chino lo sguardo indispettito.

-Io amavo mia madre- sussurro piano.

-Anche lei ti amava- risponde mio padre con sincerità –meno di quanto amasse me, però.-

-Lo so- ammetto a voce bassissima –Ma so anche che si è accorta che è stato uno sbaglio. Un terribile sbaglio…-

I suoi occhi acuminati perforano il buio della notte –Tu non hai altra scelta Draco, renditene conto. O diventi un Mangiamorte o ti uccido.-

Il silenzio per qualche secondo ci scivola addosso come un manto d’angoscia -Come puoi pensare che io mi schieri dalla parte degl’assassini di mia madre?- domando con voce tremante.

Ormai per me nulla conta più. Ho perso tutto ciò che aveva importanza. Mia madre è morta e Ginny è solo un ricordo, un sogno confuso nella dimensione di un incubo.

Non vale la pena continuare a violentarsi. Voglio staccare la spina, fuggire da quest’universo ingiusto. Quell’inafferrabile barlume di serenità che mi ero creato si è disperso in questa nuova marea d’odio.

Sono stanco, adesso, voglio solo dormire

Ho l’impressione d’aver intaccato la sua glaciale imperturbabilità con le mie ultime parole.

-Sei sciocco come tua madre- c’è qualcosa di confusamente triste nella sua voce –Sei il mio unico figlio, la mia più grande delusione.-

Si avvicina a me, mi passa una mano dietro la nuca accarezzandomi i capelli. Mi porta presso il suo viso, poggia dolcemente le sue labbra alla mia fronte.

-Forse tu sei la persona per la quale ho provato la cosa più vicina all’amore- sono le parole che fanno più male in questa notte terribile. Per la prima volta in queste ore vedo davanti a me mio padre, quell’uomo sulle quali ginocchia da bambino ho sentito mille racconti, quell’uomo che ho adorato al di sopra di tutto.

Quant’è forte l’odio che provo adesso nei suoi confronti?

-Non sarà difficile uccidermi- la mia voce balbetta mentre il mio cuore trema.

Egli resta immobile di fronte a me, la bacchetta in mano.

Mi guarda fisso negli occhi.

-Ho sbagliato tutto con te. Adesso non mi potrai mai perdonare. Adesso non mi potrai più seguire, vero?-

Annuisco, stringendo le labbra in una morsa di dolore.

Mio padre stringe l’impugnatura della bacchetta. I suoi occhi grigi sfiorano i miei.

Un sorriso mesto gli accarezza il viso.

-Ho perso tutto quello che avevo. Hai ragione, non sarà difficile.-

I suoi lineamenti sono pietrificati nella loro decisione.

Nei suoi occhi balugina una luce sinistra.

Io sento dentro un terrore a lungo covato, una voglia incredibile di sciogliermi in lacrime mentre non riesco a staccare i miei occhi dai suoi.

Lucius Mafoy alza la bacchetta. Mi sorride.

Mi sorride dolcemente.

-Avada Kedrava. –

Fine Quarta Parte

 

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OK, OK, OK. Abbassate le asce, i tizzoni, le canne (canne? n.d. Blaise) dei fucili. Calmatevi. Respirate profondamente. Ecco, adesso ascoltatemi.

Prima che ideate una morta lenta in una dolorosa agonia per me, prima di ritrovarmi la casella e-mail traboccante di lettere minatorie, prima che le vostre maledizioni distruggano il mio paese natale, aspettate che  posti l’epilogo. Così, io avrò il tempo di farmi il passaporto ed espatriare in un altro continente, voi, forse, riuscirete a perdonarmi. Perchè, insomma, non può finire così, giusto? Uno straccio di spiegazione sensata deve pur esserci, no? La mia crudeltà avrà, in fondo, un limite? Aspettate l’Epilogo, posso dirvi semplicemente questo.

 

Credo di dover fare un piccola nota per questo capitolo. La scelta di Draco, quella di essere ucciso piuttosto che unirsi al padre, può sembrare piuttosto inverosimile, ed eccessivamente eroica per il personaggio di Draco. Lo stoico coraggio che egli presenta è, in realtà, semplicemente debolezza. Draco ha subito di tutto, è stanco, non vuole più reagire, non ci riesce. Piuttosto che schierarsi dalla parte di chi ha ucciso la madre, piuttosto che continuare a vivere perdendo l’unica cosa bella della sua vita, preferisce morire, dare un taglio netto alla sofferenza. La vita, il vivere in sé, lo disgusta.

 

L’epilogo chiarirà molte cose, promesso, e non tarderà troppo ad arrivare.

 

Prima di rispondere alle recensioni voglio fare un saluto al mio amico Salvo che sta leggendo questa ff. Aspetto una tua critica dure e ferrata, d’accordo?

 

Adesso le risposte ai recensori!

Yeran: Sì, temo proprio che il povero Severus non si smentisce mai: il suo ottimismo innato porta il sole anche in una giornata di pioggia!  Ovviamente Lucius poteva restarsene con le mani in mano e guardare tutto da lontano? Lieto fine? È vero, nella vita reale il lieto fine non esiste,  però ci può sempre essere una conclusione che, se non è lieta dà almeno qualche speranza…. Grazie per la recensione!

 

Sissichi: tutto deve finire prima o poi, anche io sono giunta ad una conclusione. La mia non è una fanfiction lunga, ma per il genere non avrebbe potuto esserlo, avrei rimescolato troppo la minestra e finito per annoiare. Bisogna dare un taglio e concludere arrivati ad un certo punto. Tra la mia ff e quella di nisi c’erano solo delle analogie del tutto casuali, nulla di serio, tutto qui. Grazie mille!

 

Patty: sì, la placida calma nella quale è immerso il capitolo, inusuale rispetto al mio solito, direi, è un po’ la quiete che precede la tempesta, ed i riferimenti a quest’inquietudine rendono l’intero capitolo angosciante. E poi alla fine spunta lui, il principe delle tenebre. Perché non poteva restarsene in disparte, aveva qualcosa da fare, da finire. Ginny Weasley è un personaggio ancora da scoprire, credo che dentro abbia più di quello che mostra. Grazie per il commento!

 

Lollo: beh, Lucius non era affatto armato di buone intenzioni, a quanto pare. Draco e Ginny non si nascondono dal trio perché non ne vedono il motivo: Ginny non crede di stare commettendo un errore e non si sente in dovere di assecondare i desideri degli “amici”, quanto a aDrtaco…. Insomma, lui che cos’ha da perderci? E poi, le facce del trio nel vederlo abbracciato a Ginny sono impagabili! È come un bambino che mostra un bel giocattolo nuovo urlando “Na na nana na na, guarda che ti ho fregato! Io c’è l’ho e tu no!”. Grazie tante.

 

Byakko: Il futuro  non è sempre rose e fiori, no? E poi, si sa, se non rendo la vita difficile a Draco non mi diverto! Insomma, Lucius doveva pur fare la sua apparizione e fare qualche casino, che piacere c’era se no? Dai, sta tranquilla, so che quest’ultimo capitolo è stata una botta dura, ma la ff non è proprio finita finita….Grazie mille

 

Tink : Ehi, sono offesa pure io, perché manca un pezzo della tua recensione?! Uffa che rabbia, non è giusto! Lasciamo perdere le contestazioni e torniamo a noi. Il capitolo precedente era un pochino più lungo degli altri, forse, ehm, mezza pagina…OK, adesso sono sicura che sei infuriata con me, dopo quest’ultimo capitolo, che vorresti staccarmi la testa metterla su di un paletto e portarla in trionfo fra le fan del biondino più affascinate della saga… o beh, secondo me hai anche ragione! Ma io sono o non sono la più crudele e sadica fanwriter della storia? Insomma ci sarà pure un motivo se merito questo titolo! Dai, non essere troppo arrabbiata, prima di pianificare il mio omicidio potresti aspettare che invio l’epilogo? Te ne sarei grata…Il mistero di Narcissa è stato svelato! Non si è proprio suicidata l’ha tolta dai piedi la sua cara sorellina, Silente infatti aveva detto che spesso la si sentiva urlare contro Bellatrix. Beh,   Lucius si fa vivo proprio nel momento meno opportuno? Una scrittrice, in un modo o nell’altro, deve pur schierasi il Fato da una parte per poter scrivere qualcosa, no? Grazie per i complimenti a Blaise, credo che ancora comparirà… Grazie per la recensione!

 

Gioia: Forse pubblicherò ancora qualcosina. Ci sarebbe una one-shot ed avevo pensato ad un piccolo spin-off delle “Stagioni del Dubbio” per spiegare alcune cose utilizzando un personaggio che non sia Draco… non riesco quasi ad abbandonare questa ff! Uffa! Tu, genio mio, quando torni a scrivere qualcosa? Mi mancano i tuoi superbi lavori! In questo periodo ci sono diversi problemi, scolastici e non, ma te ne parlerò non appena prendo fiato! Un bacio grandissimi! Grazie, Ti voglio bene.

 

Iago:  No, Ron se la caverà, forse resterà un tantino traumatizzato a vita, ma, visto che dovrà anche sopportarsi Hermione per il resto dei suoi giorni, non è questo il male peggiore nel quale incorrerà (caspita, parlo come Draco! Ohi Ohi!).Harry- mezzasega -Potter  se ne farà una ragione, prima o poi, ma lui perché non ci pensava prima, dico? Deve sempre essere la Sfigato Sfregiato? Non si può piangere sopra il latte versato, no, no! Beh, a Draco la cosa stava andando troppo bene, la mia anima maligna non poteva sopportarlo. Quanto male gli ha fatto il suo paparino? Oh, beh, non lo so, ma credo che lo quantizzerai nell’epilogo! Grazie mille!

 

Kyomi89: Draco ha resistito, come hai visto, è stato molto coraggioso. Forse un tantino troppo. Quanto a Lucius… Grazie per il commento!

 

 

  
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