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Autore: Nike90Wyatt    23/10/2019    1 recensioni
Un misterioso serial killer si aggira per Gotham, a ridosso del 31 ottobre, la notte di Halloween. I suoi bersagli sembrano vittime di un’esecuzione da inquisitore. La polizia brancola nel buio e Jim Gordon decide di affidarsi al paladino di Gotham nella speranza che possa fermare questa follia omicida. Toccherà, dunque, all’acuto intelletto di Bruce Wayne risolvere il mistero che lega le vittime e smascherare il killer, per poterlo assicurare alla giustizia.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman, Bruce Wayne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Bruce Wayne osservò con attenzione l’uomo seduto alla sua sinistra: maschio caucasico, dal volto tondo, capelli rasati neri e barba incolta. Il suo nome era Peter Axel, fondatore e capo dell’azienda privata, la Pirrx Global, specializzata nella fabbricazione di componenti miniaturizzati.
Si trovavano nella sala riunioni posta all’ultimo piano del grattacielo della Wayne Enterprises: una stanza spoglia, in cui vi era solo un lunghissimo tavolo in vetro circondato da poltrone in pelle nera. Solitamente, quella sala veniva utilizzata esclusivamente per le assemblee del consiglio di amministrazione, ma, data l’importanza dell’affare, Lucius Fox aveva proposto che, alla firma dell’accordo, partecipasse anche Bruce.
Terminata la presentazione dell’offerta, Axel esortò i suoi avvocati ad esibire il contratto per suggellare l’accordo. «Fornitura mensile per il prossimo biennio con opzione per il terzo anno. La cifra è di 40 milioni di dollari lordi annuali.»
Fox lesse attentamente ogni parola del documento, che constava di tre pagine fronte retro. Si rivolse, dunque, a Wayne: «La proposta mi sembra vantaggiosa, signor Wayne.»
Bruce ostentò negligenza, come se, fino a quel momento, la sua mente avesse vagato ovunque tranne che sull’oggetto di quell’incontro. «Come dice, Lucius?»
Fox dovette reprimere un sorriso, ben consapevole della recita messa in atto da Bruce. «L’accordo con la Pirrx Global, signor Wayne. I nuovi fornitori per il reparto di scienze applicate.»
«Oh, giusto.» replicò Bruce come se cadesse dalle nuvole. Lesse velocemente il contratto e firmò in calce senza alcuna esitazione. Dunque, sorrise in direzione di Axel. «Ritengo che questo accordo possa portare enormi vantaggi per entrambi, Mr. Axel.»
Fox appose la sua firma accanto a quella di Bruce. «Concordo. Grazie alla sua fornitura, i nostri prototipi otterranno maggiore efficienza nelle prestazioni.»
Axel non si sforzò di nascondere la sua soddisfazione: un contratto con la Wayne Enterprises era la massima ambizione per la sua società nata da pochi anni. Prima di lasciare la sala, salutò Fox e Bruce con una calorosa stretta di mano, ignorando che ogni suo gesto ed espressione erano state attentamente analizzate dal rampollo di casa Wayne.
Una volta soli, Fox condusse Bruce nel suo ufficio, con l’intento di mostrargli i progetti futuri realizzabili per merito della collaborazione appena stretta con Axel. «Ho anche un nuovo prototipo da mostrarle.» disse a Bruce. «Questo riguarda le sue avventure notturne.»
Bruce rivolse piena attenzione. «Me lo mostri, Lucius.»
Fox digitò un codice sulla sua tastiera e sul monitor del computer apparve l’esoscheletro del costume di Batman. L’intera figura era colorata di grigio, eccezion fatta per i guanti, all’altezza delle nocche, evidenziate da un intenso arancione.
«Sono piccoli taser montati sul dorso dei guanti.» spiegò Fox. «Le consentiranno di stordire gli avversari con scariche elettriche ad alto voltaggio o potrebbero fungere da defibrillatore, qualora fosse necessario.»
Bruce annuì. «Quando saranno pronti?»
Fox chiuse il documento sul pc e sorrise. «Li ho già spediti ad Alfred.»
 
Alfred bussò cortesemente alla porta della stanza di Bruce. Dato l’orario, ben oltre la mezzanotte, sperò di non disturbare. Oltretutto, lo aveva visto rientrare nella villa accompagnato da un’avvenente modella bionda.
La porta si aprì e Bruce la richiuse alle sue spalle una volta uscito. Indossava solo i pantaloni del suo completo scuro. Sull’addome scolpito spiccava una cicatrice provocatagli da una ferita da proiettile. Circa due mesi prima, durante l’inaugurazione dell’avveniristico osservatorio astronomico donato dalla Wayne Enterprises alla città di Gotham, un folle aveva iniziato a sparare all’impazzata sulla folla, uccidendo e ferendo diverse persone prima di essere fermato dalla polizia. Era l’ennesima vittima del Venom, il super-steroide introdotto a Gotham da Bane: l’utilizzo costante della sostanza obnubilava la mente, conducendo il soggetto ad attimi di totale incoscienza, schizofrenia compulsiva e, nei casi più gravi, al collasso del cervello. Bane stesso aveva deciso di non far più utilizzo del Venom, ma la minaccia dello steroide era ancora un problema grave in città.
Bruce si trovava nel salone del ricevimento quando una serie di spari echeggiò nell’ambiente. La sua fibra morale gli impedì di restare indifferente e si gettò tra la folla nel tentativo di aiutare le povere vittime sulla linea di tiro. Le sue gesta, però, erano frenate dall’impossibilità di mostrare a tutti le sue straordinarie abilità, costandogli un foro di proiettile nell’addome e più di un mese di assoluto riposo.
«Serata noiosa, Sir?» domandò Alfred, riferendosi alla donna che giaceva addormentata nel letto di Wayne.
Bruce alzò le spalle ed infilò un dolcevita nero. «Non ha voluto toccare cibo a cena, per la sua “dieta da modella”. In compenso, ha svuotato due bottiglie di vino rosso. Stava iniziando a dare i numeri, così l’ho portata via dal ristorante. Si è addormentata in auto e, in fondo, è meglio così.»
«Almeno non dovrà tirare fuori una delle sue assurde scuse per congedarsi.»
«Da quando sono stato sparato in pubblico, trovare scuse non è più un problema, Alfred. Posso inventarmi problemi al fegato, alla milza...»
«L’importante è che non metta in mezzo il cuore, Sir. Sarebbe troppo anche per lei.»
Bruce accennò un lieve sorriso.
«Credo che qualcun altro, reclami la sua presenza.» proseguì Alfred, indicando con lo sguardo la finestra dalla quale si scorgeva la città.
Bruce vide nel cielo il fascio luminoso con il simbolo del Cavaliere Oscuro: il Bat-segnale. «È Gordon.»
I due raggiunsero la biblioteca della villa. Alfred premette una combinazione di tasti sul pianoforte. Il pendolo, posto sul lato est della stanza, scorse di lato. Un lungo corridoio buio si rivelò.
«Occupati di lei, Alfred.» disse Bruce.
Alfred non sembrò turbato da quel comando. Ormai era abituato. «Cosa potrei inventarmi stavolta?»
Bruce si voltò e, mentre il pendolo tornava al suo posto, richiudendo il tunnel, dichiarò: «Mi affido alla tua fantasia.»
 
Sul tetto della stazione di polizia dell’East End, il commissario Jim Gordon attendeva l’arrivo di Batman. Teneva le spalle appoggiate ad un muro, un piede piantato a terra e l’altro premuto contro la parete. Fumava una sigaretta; un vizio di cui sua figlia Barbara lo aveva sempre rimproverato. Tempo prima, aveva preso la decisione di smettere, ma la terribile avventura vissuta un anno prima in quel Luna Park e la drammatica sorte toccata a Barbara lo avevano spinto a riprendere. La geniale follia del Joker aveva devastato lui e la sua famiglia. La sua unica consolazione era di vederlo rinchiuso ad Arkham, sebbene la minaccia del clown incombeva sempre su Gotham.
Gettò il mozzicone a terra e lo calpestò col piede. Quindi, si avvicinò lentamente al grande riflettore che proiettava nel cielo il simbolo del Cavaliere Oscuro.
Sollevò lo sguardo e piegò leggermente le labbra verso l’alto. «Dopo tanti anni, riesci ancora a prendermi alle spalle.»
Si voltò e salutò il suo amico con un cenno del capo.
«Cos’hai per me, Jim?» domandò Batman, la voce grave, modificata artificialmente.
Gordon spense il riflettore e raccolse una busta gialla sigillata. Conteneva diversi dossier della polizia. La porse a Batman. «Tre omicidi in tre giorni. Stesso modus operandi: numerose coltellate e corpi carbonizzati. Siamo riusciti ad identificarle solo grazie agli effetti personali che avevano addosso.»
«Collegamenti tra le vittime?»
Gordon scosse il capo. «Nessuno. Questo killer sembra agire senza una logica precisa.»
«Tutti i criminali agiscono secondo una loro logica, anche quando sembra il contrario. Noi, più di tutti, dovremmo saperlo.»
Gordon annuì mestamente, abbassando lo sguardo, ben consapevole di quello a cui si riferiva il suo amico. Batman gli strinse una mano sulla spalla, nel tentativo di dargli coraggio.
La radiotrasmittente del commissario gracchiò. La voce di un agente dichiarò: «Commissario Gordon! Abbiamo una nuova vittima carbonizzata. Al porto di Gotham.»
«Non toccate niente fino al mio arrivo.» disse Gordon. Si rivolse, poi, a Batman: «Ho bisogno che tu esamini la scena del crimine con i tuoi strumenti.»
Batman assentì. «Ci vediamo lì.»
 
 
Angolo Autore:
Salve gente!
Finalmente sono riuscito a scrivere una storia che abbia come protagonista il mio eroe preferito e la festività di Halloween mi ha dato la giusta ispirazione. Viste le varie interpretazioni che vengono date al personaggio di Batman, sia nei fumetti, sia nei film, ho voluto prendere spunti da diverse fonti per costruire il personaggio di questa storia. Sarà comunque molto breve essendo la prima volta che mi addentro in una fan fiction ispirata ad un eroe dei fumetti.
In questo capitolo ho citato il celeberrimo fumetto “The Killing Joke”, ambientando gli avvenimenti circa un anno dopo le vicende di quella storia. Alcuni dettagli, invece, come il meccanismo che conduce alla caverna e l’osservatorio astronomico sono presi dai numerosi film improntati su Batman. Sia gli effetti del Venom sulle persone, sia la ferita di Bruce sono mie invenzioni personali, utili allo svolgimento della trama.
Nella speranza di aver attirato la vostra curiosità, vi ringrazio per aver letto questa prima parte e vi invito a restare sintonizzati per la pubblicazione della seconda.
Alla prossima.
Nike90Wyatt
   
 
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