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Autore: Booksoverlife    29/10/2019    1 recensioni
Draco❤Harry
Dopo la guerra magica, Harry frequenta il settimo anno a Hogwarts da Serpeverde... con una bella sorpresa, naturalmente!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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2. Pozioni

 

 

L'indomani mattina Harry si alzò di buon ora, ma nonostante questo constatò che gli altri Serpeverde erano già scesi ad aspettare la colazione.

Lui, tuttavia, si diresse prima davanti alla sala comune di Grifondoro e passò un buon quarto d'ora prima che le teste di Ron e Hermione facessero capolino fuori dal buco del ritratto.

“Buongiorno” gli sorrise vedendoli ancora intontiti dal sonno.

“Oh, Harry... già non ti riconoscevo più con quella divisa...”
“Ti ci dovrai abituare, Ron” disse Hermione un po' spazientita, mettendosi le mani sui fianchi.

Non appena lei si girò facendo ondeggiare i capelli Harry vide che Ron le stava facendo la linguaccia. Poi notò che un sorriso mesto gli aveva increspato le labbra; anche se litigavano spesso, era pazzo di lei. Harry fu felice di lasciarli finalmente un po' da soli: si erano messi insieme subito dopo l'ultima guerra magica e in estate ognuno aveva trascorso le vacanze a casa propria, sicché non si erano potuti ancora frequentare come fidanzati.

Mentre si dirigevano alla Sala Grande Hermione si volse per prima a lui. “Com'è andata la nottata? Ti hanno fatto qualche strano scherzo?”

Harry ripensò alla notte passata e gli si colorarono un pochino le guance. “No, a dire la verità... sono stati abbastanza gentili con me.” Abbastanza? Malfoy era stato anche troppo gentile, per essere Malfoy. Ma non poteva dirgli cosa era successo, non di prima mattina appena alzati, a stomaco vuoto.

“Davvero, come inizio è andato bene.”

Hermione e Ron si guardarono negli occhi, alzando le sopracciglia, meravigliati.

Li seguì alla loro tavolata per fare ancora due chiacchiere prima di raggiungere i Serpeverde, dove si accorse con sorpresa che a Malfoy era tornato un po' l'appetito - e menomale, col fisico che si ritrovava, Harry ne era felice.

Stavano parlando animatamente di Quidditch insieme ad un allenatore più giovane di loro di un paio d'anni. Draco però non sembrava partecipare alla conversazione, annuiva solo di tanto in tanto. Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorto della presenza di Harry.

 

 

La prima lezione del settimo anno fu Pozioni II insieme ai Tassorosso. Il professore, di cui Harry si era già dimenticato il nome a causa della pronuncia molto complicata, si vantava di essere un noto pozionista diventato in seguito insegnate dell'accademia bulgara di Durmstrang. Il manuale che era stato loro chiesto di comprare al Ghirigoro lo aveva scritto interamente lui, con sorpresa di tutta la classe.

L'insegnante chiese agli studenti di preparare una pozione abbastanza complicata, i cui rispettivi ingredienti e spiegazione si trovavano a pagina 8 del libro.

Tutti si alzarono andando a cercare qua e là per la stanza tutto quello che serviva. Nella totale confusione, Harry rimase invece seduto, leggendo più volte i passaggi per poterli assimilare al meglio.

Alla quinta lettura si disse che non ci aveva capito davvero niente. Ciononostante, non voleva andare nel panico così, senza averci provato, quindi si alzò e andò a cercare alcuni degli ingredienti che sapeva in quale cassetto si trovassero.

Uno era nascosto in una credenza accanto al tavolo in cui stava lavorando, fra tutti, Draco Malfoy. Gli passò accanto senza neppure guardarlo, concentrato sul suo obiettivo. Si protese quel tanto per aprire il cassetto e rovistare pazientemente al suo interno.

Draco, che aveva appena terminato di preparare il suo distillato, in maniera più che ottima, fece scivolare indietro la sedia e incrociò le braccia dietro la testa, con un sorriso soddisfatto sulle labbra. La sua testa si girò lentamente verso destra e i suoi occhi non poterono fare a meno di posarsi sul sedere di Potter, che stava ancora chino sul cassetto, in cerca di... fortuna. Sì, la fortuna l'aveva proprio lì accanto, quel rintronato. E che bel fondoschiena che aveva, Merlino?

“Serve una mano, Potter?”

Harry si irrigidì e si voltò per guardarlo. “No, grazie Malfoy, ce la faccio da solo.”

Il biondo spostò subito lo sguardo sui suoi graziosi occhi verdi un pochino rimpiccioliti dagli occhiali, per non farsi beccare. Dopodiché si alzò e gli si avvicinò ad un orecchio per non farsi udire troppo dagli altri. “Ti faccio notare che hanno quasi tutti finito. Avanti, impedito, ti prendo io l'occorrente.” Fece una piccola smorfia, constatando il fatto che in Pozioni Potter era davvero ancora una frana, nonostante tutto l'apprendistato che aveva alle spalle.

Harry retrocedette zitto, tornandosene a sedere al suo posto, di controvoglia. Veramente Malfoy lo vedeva così impedito?

Il ragazzo giunse da lui rovesciando tutti gli ingredienti sul tavolo, spiegandogli cosa doveva aggiungere in primis nel calderone pieno d'acqua, già pronto sul fuoco acceso. “Per prima cosa, appena bolle, devi metterci tre peli di coda di scoiattolo.” Puntualizzò aspramente.

Harry sospirò e selezionò accuratamente i tre peli dell'animale. Appena vide che sulla superficie dell'acqua comparivano le bollicine, si preparò a buttarci il primo ingrediente.

Ma l'altro gli fermò in tempo la mano, stringendogli forte il polso.

Draco poté sentire il battito del suo cuore accelerare sotto la presa ferrea. I casi erano due; o aveva paura o si vergognava. Che Potter avesse timore? Impossibile, non era da lui. Dunque si vergognava.

Fu allora che i loro occhi si incontrarono; il moro degutì, sperando di non arrossire. La mano di Draco era calda e forte, gli piaceva da morire.

“Ovviamente...” esordì il biondo, facendosi scappare un sorrisetto leggermente malizioso, senza lasciargli il polso - Merlino, gli piaceva anche così vergognoso! - “...ci vuole prima un goccio di acqua fredda perché non faccia poi grumi, Potter.” Il sorriso si fece più ampio e gli occhi grigi scintillarono quasi minacciosi.

Harry abbassò i suoi e fece come gli aveva consigliato. Più che un consiglio, era una minaccia. Una dolce minaccia. Il fatto che lo stesse aiutando stava forse incominciando a piacergli?

Lavorò per circa 5 minuti sotto la sua sorveglianza e sotto i suoi avvertimenti, finché non ottenne la famosa pozione antivelenifera.

“Allora, avete finito tutti? Chi vuole provare per primo a bere... questo?” Il professore fece agitare una boccetta contenente una piccola parte di...

“Veleno di lucertola tricorna, si vede dal colore verdastro.” bisbigliò Draco vicino al volto di Harry, una volta preso posto a sedere accanto a lui.

“Perché non ti offri di berla tu, visto che fai tanto l'esperto?” Gli sussurrò di rimando.

Malfoy rimase un momento basito. Si limitò a fissarlo, interdetto. Dopo alcuni secondi gli tornarono le parole alla bocca. “Ti ci vorrei vedere te, impedito.”

Il professore continuò la frase lasciata a metà. “Questo è veleno di lucertola-”

“Tricorna” finì Harry, a voce molto alta, alzandosi e dirigendosi verso il docente. Forse questo era il momento propizio per capire se c'era qualcosa che distingueva lui da quello che un tempo era stato Tom Riddle; era un codardo, non avrebbe mai rischiato così tanto per la sua preziosa vita. E poi Harry non voleva che qualcuno degli alunni finisse nei guai per la pozione, dopo tutto quello che per causa sua – e soltanto sua e di Voldemort – avevano passato. Se c'era qualcuno che doveva mettersi in pericolo, quello meritava di essere solo lui. Non voleva perdere altri compagni di classe.

E non c'era assolutamente da fidarsi di quelli di Durmstrang, questo lo sapeva bene, che fossero professori o che altro.

“Bene, signor Potter, 10 punti a Serpeverde per aver indovinato di che si tratta!

La pozione che vi ho fatto preparare basterà per ridurre già i primi effetti del veleno: offuscamento della vista, tachicardia, senso di nausea...” si schiarì la gola. “Non temete, sono sicuro che, dopo tutti gli anni di Pozioni col signor Piton, siate riusciti a preparare una pozione antivelenifera perfetta!”

Fece una pausa, guardando Harry.

“Allora ragazzo, ti offri?”

“Sì.” Harry si umettò le labbra con la punta della lingua.

“Benissimo.”

Il professore gli passò la boccetta. Harry, mentre l'apriva, guardò Malfoy: aveva spalancato la bocca e aggrottato la fronte; era spiazzato. Semplicemente, non si era aspettato un gesto simile.

Ma non c'erano pericoli no? La pozione che lo aveva aiutato a preparare era perfetta. Perché Malfoy era un asso in Pozioni, non era quello che tutti dicevano, fin dai tempi delle lezioni con Piton?

Harry infatti si fidava di lui, sapeva bene quanto era bravo e voleva dimostrarglielo.

 

Improvvisamente, però, accadde l'inaspettato. Il Professore si diresse verso il tavolo di Pansy e Theodore, scegliendo una pozione antivelenifera che non era né quella di Harry né quella di Malfoy. “Vediamo un po'...Nott! Dia la sua pozione al signor Potter, vediamo com'è stato bravo a prepararla.” Ovviamente, aveva visto il fumo rosso che usciva dal calderone del signor Nott e aveva capito subito che aveva sbagliato la dose di bava di criceto. Era un buon esercizio per tutta la classe fargli capire dove aveva commesso un errore e come dover porre rimedio, perciò stava già calcolando la quantità di siero di sangue di drago cinese che occorreva somministrare a Potter per annullarne l'effetto, e fargli poi bere una pozione ben ottenuta. Non voleva mettere a repentaglio la vita dei suoi alunni.

Harry aveva già mandato giù il veleno quando si accorse della situazione: il calderone di Nott emanava uno strano fumo rossastro che non prometteva nulla di buono. Il vapore della pozione sua e di Draco aveva un colore aranciato.

Rimase come paralizzato dall'orrore mentre gli effetti cominciarono a farsi sentire; la vista gli si appannò e si sentiva cadere a terra, iniziando a tremare tutto...

“No! Bevi questa!”

Con quel poco di vista che gli rimaneva, notò fugacemente che Malfoy si era alzato di scatto, con gli occhi spalancati, e lo stava venendo a sorreggere, versandogli rapidamente il contenuto del proprio calderone in bocca.

Harry bevve, quasi del tutto privo di coscienza ormai, tossendo più volte.

Draco non lo lasciava andare, gli teneva il mento alzato e gli colava le ultime gocce giù per la gola, a forza.

“Ma è pazzo?! Poteva morire!” gridò al professore con tutta la furia che aveva in corpo, fissandolo sgomento.

Senza un attimo da perdere lo sollevò di peso con entrambe le braccia e partì, sotto gli sguardi stupiti dei compagni di classe, dritto verso l'infermeria.

Il professore giustificò il proprio gesto spiegando l'errore di Nott, portando avanti la lezione come se non gli importasse un granché di premiare Malfoy per il suo gesto eroico o di punirlo per come lo aveva verbalmente aggredito.

Appena giunto da Madama Chips lo adagiò su un letto libero, tenendogli un pochino la testa alzata. Sperò che si svegliasse al più presto; l'antiveleno avrebbe dovuto far effetto in un attimo.

Passarono alcuni minuti colmi di ansia e di tensione. L'infermiera gli fece le congratulazioni per essere intervenuto tempestivamente.

“Era di vitale importanza che sia intervenuto al più presto, sarebbero bastati solo-”

“Solo trenta secondi, mezzo minuto, lo so. Conosco la tempistica esatta dell'effetto di quel veleno.”

“E' da non crederci, questi nuovi insegnanti! Spero che diventi presto illegale somministrare veleni agli studenti, così, per studio!”

Harry sentì a un certo punto tutto un vociare. Aprì piano piano gli occhi ma ci mise molto per mettere a fuoco quel bel mento a punta e quei bei capelli platinati. Si sentiva come intontito. “Che è successo...”

“Potter! E' sveglio.” disse Malfoy, facendo scivolare via la mano da dietro la sua nuca.

“Grazie al cielo!” Madama Chips gli portò un bicchiere colmo di un liquido ambrato. “Bevi questa, non parlare, devi riposare.” Gli porse il bicchiere e gli diede un colpetto su una spalla. “Se non ci fosse stato il signor Malfoy...!”

“Grazie, Draco.” Bisbigliò Harry con voce rauca prima di prendere la medicina.

Malfoy si alzò e lo guardò per un po'.

Non appena l'infermiera se ne fu andata, lasciandoli soli, si rimise a sedere, facendosi più vicino al ragazzo.

“Sei proprio uno stupido, Potter. Ma che ti è saltato in mente? Pensi di cavartela tutte le volte? Smettila di fare l'eroe.”

“Malfoy... sei te... che hai fatto l'eroe.”

“Non parlare! Sentito che ti ha detto la vecchia?”

“Pensavo...che mi desse la tua pozione. La tua...era corretta.” Andò avanti imperterrito, aggrottando la fronte.

“Riesci a stare zitto, per una volta?” Spalancò le braccia, seccato.

Harry si voltò a fissarlo.

“Quel tuo coraggio è qualcosa di ridicolo, Potter.” Scosse la testa, passandosi una mano fra i capelli, ripensando a tutta la scena svoltasi in classe.

“Smettila di chiamarmi Potter.”

Malfoy si alzò, apparentemente nervoso. La verità è che si era tanto preoccupato per lui, un'azione così stupida poteva costargli la vita intera, non c'era da scherzarci.”

Cadde il silenzio. Draco si avviò verso la porta; meglio se ora lo lasciava riposare.

“Hai avuto paura... per me?” domandò Harry all'improvviso.

“Ma che-”

Si sentì spalancare una porta.

Entrò Madama Chips, vestita ora in camicia da notte.

“Signor Malfoy, è meglio se rimane con il signor Potter. Ci sono degli effetti collaterali su quel veleno, vorrei essere sicura che la medicina faccia correttamente il suo effetto. Se avete bisogno bussatemi forte.” E se ne tornò a letto, con aria seria.

“Beh...” il biondo si portò le mani sui fianchi, parecchio interdetto.

“Sembra che tu debba dormire qui.” Lo apostrofò Harry, rigirandosi su un fianco.

Draco si tolse il pullover e poi la camicia, adagiandoli su una sedia.

Harry lo osservava incuriosito, assottigliando lo sguardo. Pensò che il suo corpo fosse il più bello che avesse mai visto. Era contento che lui non avesse opposto resistenza a quanto aveva detto Madama Chips. Strano, da parte sua, conoscendolo.

Lo guardò togliersi anche i pantaloni. A quel punto si sentì avvampare e voltò la testa dall'altra parte. Non poteva farsi vedere tutto rosso in viso, avrebbe capito ogni cosa!

Eppure, era così curioso... non poteva nemmeno farsi sfuggire un momento così prezioso, no? Il fatto che dovessero dormire vicini di letto in una stanza tutta per loro...

Quando si girò nuovamente ebbe una sorpresa: Draco, che nel frattempo aveva accorciato la distanza che li separava, aveva colto il momento propizio attirandolo a sé per baciarlo senza troppi complimenti.

Due paia di labbra calde, due lingue che iniziarono a conoscersi.

Una stanza silenziosa e buia, una vita passata ad odiarsi.

Ora Harry era sicuro che le cose stessero veramente cambiando.

   
 
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