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Autore: camillavaamare    04/11/2019    1 recensioni
Chi è Lorenzo Il Magnifico? Un politico ipocrita? L'artista distrutto dall'amore che non viene corrisposto? O non lo sa neanche lui?
La Firenze Rinascimentale è ambigua e stupenda. Lorenzo De' Medici nasce proprio qui. Sarà lui a fondare la Repubblica basandosi sull'idea dell'Umanesimo. In un mondo ideale potrebbe farcela, ma nella realtà no... Lorenzo dovrà vivere tra intrighi, lotte e delitti per il potere; sarà costretto a prendere delle decisioni immorali e ogni volta che lo farà la sua anima si spezzerà. Vuole una Repubblica unita, ma oltre alle lotte esterne ci sono anche quelle dentro di lui. E fanno molto male. Per sfuggire al dolore si rifugia nell'arte. Perché la bellezza proviene da Dio.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Medioevo, Rinascimento
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3.QUANTO QUELLO AVEA PUR QUALCHE SPERANZA

Clarice nasce a Monterotondo (un paese in provincia di Roma) il 23 novembre 1453. E' figlia di Jacopo e Maddalena. Gli Orsini sono un'antica famiglia nata durante il Medioevo.

La madre di Lorenzo sceglierà Clarice per farla sposare con suo figlio: in questo modo i Meici sono legata agli Orsini.

Clarice è nipot dei Cardinali Latino e Giovanni Battista. Sogna di diventare suora, ma presto srà costretta a sposare un uomo che non ama.

Clarice dopo pranzo presa la Bibbia va al Vaticano dal suo amico Fausto. Si incontrano nel parco vicino l'entrata della Curia. Siedono sulla pnca, intangto i Cardinali entrano, escono, parlano o girano.

"Come state? Vi vedo riposata. Avete deciso di diventare suora, quindi?"

"Sì. In questi giorni sono contenta. Lo dirò alla mia famiglia appena potrò. È la mia vita."

"Sicura? Non è una vita facile. So che siete capace, ma dovete pensarci bene. Rinuncierete all'amore figliale e ad un marito."spiega penserioso Fausto fissando un Cardinale che legge soto al portico.

"Lo sono. Per me è un piacere aiutare gli altri. Sono stata fortunata a nascere in una famiglia nobile. E se posso, perché nn dovrei aiutare?"

"Avete ragione. Vogli solo che ne siete sicura. È una vita in solitudine... senza legami affettivi. Abbiamo Dio... ma alcuni non riescono..."dice dubbioso Fausto uscendo dal Vaticano insieme a lei, raggiungono un vecchio edificio. Clarice lo osserva curiosa, non capisce perché sono lì; ma senza fare domande segue Fausto dentro.

"Avete qualche moneta? Vi prego, madonna. Ho fame. È tanto tempo che non mangio."dice disperato lo sconosciuto avvicinandosi, dopoché Clarice gli dà delle monete se ne va meravigliato dalla sua gentilezza.

"Aiutate gli sfortunati? Quanta sofferenza. Date un edificio a queste persone per farle stare al caldo. È bello quello che fate."

"Cerchiamo di aiutarli. Ma c'è sempre tanta gente e noi siamo pochi. Se volete fare qualcosa ne saremo felii, anche una cosa minima."

"Certo! Ditemi cosa fare! Non c'è nessun problema, anche altri posti vicino Roma!"esclama entusiasta Clarice imitando Fausto che serve il cibo.

"Ci sarebbero delle case a Frascati, Viterbo, Monterotondo e Bracciano."risponde senza nessuna speranza che accetti di andarci. Resto sempre incantata dal tuo amore... tu sai comprendere. Questo silenzio che determina il confine fra i miei dubbi e la realtà. Da qui all'eternità non mi arrendo. Portami via dai momenti tristi. Da questi anni violenti, in cui ho visto tanta mrte. Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia cerco conforto in te. Si Dio e so che mi ascolterai. Pensa confusa e triste dalla loro sofferenza.

Clarice resta con lui tutto il giorno: si dimentica perfino di pranzare.

"E domani posso andare negli altri? Preferisco un posto piu' piccolo."

"Se volete... certo. C'è sempre tanto da fare... e un' altra persona che aiuta fa piacere averla. Ma ora è meglio andare. Non vi siete fermata."risponde contento a Claice lavandosi le mani. Pur avendo lavorato tutto il giorno non sente la stanchezza, è felice di avere aiutato quelle persone. Clarice continua a pensare alla sua ortuna. La convinzione nel volere diventare suora si fa sempr più forte.

Clarice saluta l'amico baciandolo sula guancia, lo fa perché in strada non sta passando nessuno; poi va a cenare.

Aurante è la sorella,oinve Orso e Rinaldo sono i fratelli di Clarice.

Orso fa l'addestramento militare. Rinaldo diventerà Arcivescovo di Firenze.

"Sorella, i nostri genitori non ci sono; quindi siete una mia responsabilità."dice preoccuparto Orso sedendosi, intanto lei lo guarda senza capire.

"Sono la sorella maggiore. E so quello che faccio. Pensa al tuo addestramento."

"E' vero, ma sono l'unico che sa combattere. Volevo solo dire questo."

"Ho capto, ma non dovete preoccuparvi. Sto sempre attenta. Quanto vi fermate?"

"Qulche giorno. Poi torno a casa. Va bene. Ci credo che state sempre attenta."

"Cosa avete fatto tutto il giorno? Immagino che vi siate divertita se siete sparita fino adesso."domanda curiosa sua sorella. Aurante e Clarice hanno lo stesso carattere timido, per questo semba che si stiano antipatiche.

"Ero con padre Marinacci negli edifici che ospitano le persone malate o senza casa. Lo stavo aiutando. E oggi ho capito una cosa: voglio diventare suora."

"Per voi i mondo è tutto buono. E merita di venire aiutato, ma vi dico una cosa: sbagliate. Se non lo imparate presto soffrirete."aggiunge tenero Rinaldo dall'ingnuità della sorella.

"Non sono stupida. So che c'è gente cattiva, ma esistono anche tanti buoni."

"I buoni sono molto pochi. Guardatevi intorno. Dove vedete tutta questo altruismo?"chiede dubbioso Rinaldo e Clarice gli fa un mezzo sorriso.

Finita la cena Clarice va nella camera della sorella a chiacchierare.

"Cosa leggi di bello? Hai finito quel libro che ti avevo suggerito?"domanda allegra Clarice ad Aurante; dopo essersi messe il lenzuolo sulla testa iniziano a parlare.

"Sì. Ma che brutta fine. Non pensavo che venisse ucciso. Speravo..."

"No! Non ti credo! Si capiva dai primi capitoli che potesse solo finire in questo modo!"esclama scandalizzata Clarice, ma Aurante ride e anche lei fa lo stesso. È solo quando sono sotto al lenzuolo che diventano meno impostate nel comportamento. Clarice pena che sia sorella a dover controllare gli interessi della famiglia, in quanto lei diventrà suora... invece non sarà esattamente cos.

"Non so come fai a volere diventare suora. E rinchiuderti in qualche monastero con altre 20 o 25 donne. Solo l'idea del restare senza figli mi deprime."

"A me non è mai interessato avere una famiglia. Amo solo Cristo. Questo lo so."

"Chissà... spero che sarai felice... ma penso di sì. Sei sempre stata gentile con chi soffre. Ha ragione Rinaldo..."

"Non sono stupida. Voglio solo aiutare altra gente. Credo che chiunque stia male debba venire aiutato. Se io posso farlo, perché no?"

"Non sei stupida, ma troppo buona. Ai tuoi occhi sono tutti bravi. Ed è una brutta cosa, rischi che ti usino come vogliono."

"Hai ragione... meglio che vada. Domani devo andare a Monterotondo con Marinacci... buonanotte."dice stanca Clarice e la bacia sulla guancia.

Clarice svelta si sveglia e senza mangiare esce nella mattina nebbiosa; raggiunto l'appartamento dove vive Fausto lo saluta baciandogli l'anello ed entrambi salgono sulla carrozza diretti verso Monterotondo. Ci mettono sei ore, quindi devono fermarsi anche a dormire. È pericoloso girare per le stradine che collegano i villaggi alle città. Di notte tutti quelli con cattive intenzioni escono per rubare ai nobili.

"Dobbiamo restare anche un notte. Non possiamo viaggiare con il buio. Va bene?"

"Sì. D'accordo. Non ci sono problemi. Volevo venire a trovare mio zio."risponde incantata ammirando le colline intorno al paesino. Monterotondo è degli Orsini. Clarice l'ultima volta che c'è stata aveva quattro anni.

La carrozza si ferma davanti al monastero, Clarice viene aiutata da Fausto a scendere; poilui bussa alla porta del grosso edificio. Clarice osserva il paesaggio: ono sulla punta della collina, c'è tanta natura e i raggi del sole illuminano tutto. L'azzurro del cielo sembra blu. Sulla collina non c'è la nebbia come a Roma.

Clarice siede su un masso ad aspettare. Come può Nostro Signore avere creato tanta bellezza? È stupendo qusto paesaggio... sembra finto. O un dipinto. Pensa stupita Clarice prima di alzarsi. Dal portone esce un gruppo di suore.

"Vale, padre. Come possiamo aiutarvi? Spero che non abbiate dovuto aspettare troppo."

"No, tranquilla. Vorrei sapere se avete delle stanze libere. È possibile?"

"Certo. Madonna Orsini, può venire accompagnata da Giacometti."risponde educata la suora, mntre Laura accompagna Clarice nella ua stanza.

"E' bello vedervi! Sono passati quanto?! Cinque anni?! Sei?! Cosa fate in questo posto dimenticato da Dio?! Dovete dirmi tutto!"eclama allegra Laura aprendo la porta della stanza.

"La mia famiglia vive ancora a Roma e ho deciso di prendere i voti."spiega contenta di vedere l'amica. Nella carrozza aveva insistito che si fermassro proprio in quel convento, sperva di vedere Laura; le aveva scritto una volta quando Clarice era bambina. E poi basta... quindi, non sapeva se abitasse ancora nello stesso convento!

"Quanto resterete? Come potete vedere non viviamo nel lusso. Preferiamo la comodità allo sfarzo, ma spero che vi troverete benelo stesso."

"Solo un giorno. Sicuramente sì. Non sopporto lo sfarzo, mi vesto in questo modo per farmi riconoscere. L'unca cosa lussuosa sono i gioielli."spiega rassicurando Laura, mentre sfila i braccialetti. Una volta sola si inginocchia sul pavimento ed iizia a dire il Rosario, anche se la pietra le fa male alle ginocchia ignora queèl dolore insopportabile per continuare a pregare.

Clarice si è sempre maladattata al lusso esagerato della sua famiglia, preferisce una vita più semplice; cosa che per i nobili sembra impossibile.

Clarice spera di diventare suora, ma la sua speranza rimarrà solo un desiderio infantile.


   
 
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