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Autore: Miharu_phos    06/11/2019    0 recensioni
Gabi ha un segreto, un segreto di cui molto probabilmente neanche lui è a conoscenza.
Riccardo crede che Gabi sia un bugiardo, o forse è solo una fata che compare ogni volta in cui Riccardo lo cerca.
Dove Gabi ha paura di non conoscere se stesso perché non ricorda niente di sé.
E dove Riccardo lo aiuterà a ricostruire lentamente la triste verità sulla sua esistenza.
Dal testo:
“La sua bellezza era disarmante e quel labbro spaccato rendeva la sua figura così fragile e tenera.
In quel momento realizzò che non gli importava in fondo sapere se Gabi fosse maschio o femmina.
Era la sua fata, e questo poteva benissimo adattarsi ad entrambi i casi. Una piccola e luminosa fata comparsa per caso in un triste pomeriggio di ottobre. Un regalo che Riccardo non avrebbe dimenticato e che avrebbe custodito nel cuore preziosamente.”
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Riccardo aveva finito velocemente i compiti, controllando di continuo l'orologio che teneva al polso così da tenere sotto controllo l'orario.

 

Quando scattarono le cinque lui era già pronto con il guinzaglio in una mano ed il pallone sotto il braccio.

 

-Ciao Betty porto Misty al parco!- aveva detto alla governante fiondandosi fuori casa come un fulmine, senza neanche darle il tempo di rispondere.

 

Era impaziente, erano passati due giorni senza che potesse uscire di casa a causa dei suoi impegni pomeridiani e finalmente era riuscito a ritagliarsi un po' di tempo prima di andare agli allenamenti.

 

Per fortuna la sua grande casa distava poco dalla villetta cittadina nella quale aveva conosciuto Gabi, quindi impiegò poco tempo nel giungere alla sua meta, ed una volta lì cominciò subito a passeggiare cercando fra gli alberi la figura della ragazza -o ragazzo- alla quale non aveva mai smesso di pensare.

 

Dopo qualche minuto il suo cucciolo prese a correre talmente forte da far perdere a Riccardo la presa sul guinzagliò, così il ragazzo inseguì il suo cagnolino per poi trovarlo fra le braccia della persona che stava cercando.

 

-Gabi! Che bello ritrovarti qui, temevo che non fossi più venuto!- disse Riccardo correndogli incontro entusiasta, e Gabi gli sorrise in preda allo stupore.

 

-Riccardo! Che bello hai portato il pallone!- mormorò il rosa, per poi vedere la palla arrivargli addosso da parte di Riccardo.

 

Il castano non poté fare a meno di notare il labbro spaccato di Gabi, quasi sul punto di sanguinare: non sembrava affatto essere guarito dalla volta prima. 

 

-Ti prego gioca con me, l'ho portato apposta!- piagnucolò il castano e Gabi sembrò intristirsi.

 

-Io non ho più la certezza di sapere come si gioca- mormorò accarezzando il pallone, così Riccardo lo incitò saltellandogli attorno.

 

-Dai tira! Vedrai come te la rubo!- ridacchiò, facendo sorridere Gabi che con insicurezza posò il pallone per terra per poi dargli un leggero calcio.

 

Riccardo rubò subito la palla e Gabi partì al suo inseguimento, stupendosi lui stesso -o lei- di come, man mano che continuasse a giocare, si riscoprisse sempre più bravo.

 

Per qualche motivo aveva dimenticato il suo amore per il calcio e la sua capacità di giocare, ma grazie a Riccardo stava ricordando, e si stava divertendo tantissimo.

 

Passarono così diversi minuti, poi Riccardo si fermò per bere dalla fontana e si legò in vita la felpa che indossava, rimanendo a maniche corte.

 

-Tu non hai caldo? Togliti il giacchino o ti scioglierai- lo incitò Riccardo, e Gabi fece spallucce, lui non aveva sudato affatto, ma seguì l'esempio dell'amico e si legò il giacchino in vita.

 

Si piegò per bere ma stranamente, una volta a contatto con l'acqua, si rese conto di non avere affatto sete.

 

Riccardo rimase pietrificato quando notò diversi lividi e taglietti sulle sue braccia, rimaste scoperte, e nell'osservare come qui colori spaventosi ricomparissero poi sulla gola, fino ad allora rimasta coperta.

 

Riccardo notò anche che Gabi indossava esattamente gli stessi abiti di due giorni prima, e che avevano le stesse e identiche macchie di terra ed erba, come se fino al ritorno di Riccardo, Gabi fosse sparito per poi ricomparire tale e quale a quando si erano separati.

 

"E se fosse davvero una fata?" Si domandò pensieroso.

 

-Senti Gabi, che cosa hai fatto alle braccia? Sei caduto?- domandò, sperando di ottenere una risposta dalla quale avrebbe potuto capire il genere della persona che tanto gli piaceva.

 

Era ancora tormentato da quel dubbio e sperava di farlo parlare il più possibile per toglierselo.

 

Gabi si guardò le braccia con orrore, come se non gli appartenessero, come se non avesse mai notato quei brutti lividi e graffi che le ricoprivano.

 

-Io non lo so- disse semplicemente, continuando a fissarsi la pelle tumefatta.

 

I graffi sembravano freschi, doveva essere caduto da poco, pensò Riccardo.

 

-Non importa, guariranno! Io qualche mese fa mi sono infortunato giocando a calcio e sono dovuto rimanere diverse settimane a riposo, ma adesso sono completamente guarito!- raccontò Riccardo, facendo annuire Gabi.

 

-Per fortuna non mi fanno neanche male- spiegò il rosa.

 

Riccardo si sdraiò nell'erba, seguito subito dal suo cucciolo che gli si accoccolò di fianco.

 

Gabi seguì il suo esempio e rimasero per qualche secondo in silenzio a fissare le nuvole.

 

-Dove vai a scuola?- domandò Riccardo ad un tratto, e dopo diversi secondi, durante i quali sembrava quasi che Gabi non riuscisse a ricordare, finalmente arrivò una risposta.

 

-Frequento la Raimon Junior High, sono al secondo anno, nella sezione G!- disse con convinzione.

 

-Sul serio?! Ma anche io frequento quella scuola! Sono al secondo anno come te ma nella A, alla scala opposta. Potremmo incontrarci a scuola domani, durante la ricreazione, che ne dici?- domandò Riccardo entusiasta.

 

Finalmente avrebbe potuto togliersi tutti i suoi dubbi, la divisa che Gabi indossava a scuola li avrebbe chiariti.

 

-Non lo so, io...non credo di poterlo fare- disse tremante il rosa dopo essersi rimesso in piedi, facendo accigliare Riccardo.

 

-Perché no?- domandò mettendosi a sedere.

 

-Non lo so, sento che non posso. Adesso voglio andare via, scusami- disse poi velocemente. 

 

Riccardo non ebbe il tempo di rimettersi in piedi e corrergli dietro perché la sua fata era già sparita.

 

Si era come dissolta, fra gli alberi, senza lasciare traccia.

 

-Gabi?- chiamò il ragazzo guardandosi attorno, ma nulla, non c'era più nessuno lì.

 

Riccardo sospirò, era un gran peccato che Gabi se ne fosse andato via, adorava parlarci.

 

E non aveva ancora capito se fosse un ragazzo o una ragazza.

 

Sospirò, controllando l'orario.

 

Era già ora di andare.

 

Prese Misty in braccio e si incamminò verso casa, non voleva rischiare di fare tardi agli allenamenti.

 

 

 

 

   
 
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