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Autore: Doux_Ange    12/11/2019    0 recensioni
Partendo dal titolo con una citazione del nostro Capitano in 'Scegli me!', una serie di one-shot per raccontare come, in molte puntate, la storia tra Anna e Marco sarebbe potuta andare diversamente.
I capitoli saranno in parte presi dall'altra fanfiction che ho scritto, 'Life-changing frenzy' relativamente alle parti immutate.
*Grazie alle mie brainstormers, Federica, Clarissa e Martina!*
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Olivieri, Marco Nardi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'AMORE SBAGLIATO

 

Fantastico.

 

Pensavo di essermi tolto dai piedi la mia ex, e invece no. Mi ha chiamato per informarmi che sta tornando a Spoleto a riprendersi Patatino, con il solo scopo di farlo castrare.

 

Ma si può? Poveretto, che destino tremendo. Non solo per l'intervento, ma pure perché per padrona si è ritrovato una psicopatica che ha ben pensato di agghindarlo con cappottini e simili come un peluche per anni, e a fargli fare quello che diceva lei. Non aveva più autonomia, povera bestia. Almeno ora che sta con me ha avuto modo di fare il cane, come dovrebbe essere normale.

 

Non può vivere tranquillo nemmeno lui, ma io non gliela do vinta, no. Il cane lo tengo io, non glielo farò prendere. Quindi ho deciso di nasconderlo, e ho chiesto il favore di tenerlo per un po' al Maresciallo Cecchini, che dopo qualche esitazione ha accettato. Gli ho dato una mano a sistemare la cuccia e le crocchette, prima di uscire dal suo appartamento per andarmene. Mi volto per dirigermi verso le scale, e...

 

Il Capitano è appena uscita dal suo, e decisamente non in divisa. Ha addosso un corto abito rosa che la fascia alla perfezione.

Quando ha la divisa, mica si nota, tutto questo. Se dovesse decidere di venire in ufficio così, io non mi oppongo.

Non riesco a trattenermi, e faccio scorrere lo sguardo sulla sua figura. Ehi, è una collega, certo, ma è anche una splendida donna, su questo non ci sono dubbi. E, ammetto, non solo fisicamente. Non è così insopportabile come credevo all'inizio, anzi. Non che intenda sbilanciarmi, la conosco poco, ma quel poco mi intriga parecchio.

 

“Capitano!” la saluto quindi, con un tono che lascia intendere che l'ho evidentemente squadrata dalla testa ai piedi. “Bel vestitino!”

 

“Grazie...” mi risponde lei con un filo di voce, chiaramente in imbarazzo e senza incrociare il mio sguardo. Ora che ci penso, perché è vestita così a quest'ora del mattino? Non che non apprezzi, come ho già detto, tutt'altro.

 

Faccio un sorrisetto. “Vai a una festa?”

 

“No,” nega lei, “pensavo di... rimanere in casa, stasera.” Che spreco. Ehm, voglio dire, peccato, ma non sono affari miei.

 

“Arrivederci.” La saluto, porgendole la mano, che si affretta a stringere la ragazza accanto a lei. Sinceramente l'avevo a mala pena notata. “Chiara Olivieri... la sorella maggiore.” si presenta con sguardo ammiccante. Caspita, che differenza con il Capitano.

 

“Sì, ci siamo incrociati in caserma, vero?”

 

“Sì.” Risponde lei con sicurezza.

 

“Marco Nardi, piacere mio.” Faccio anch'io le presentazioni, ma nonostante abbia davanti una donna molto bella che si è mostrata palesemente interessata, la mia attenzione torna su Anna.

 

“Ciao.” Torno a salutarla, stavolta in modo molto più informale. Mentre scendo le scale del palazzo, mi rendo conto che quel tono un po' più confidenziale l'ho usato quasi inconsapevolmente quasi a voler evidenziare una differenza tra le due. La sorella sarà anche bella e disinvolta, ma io conosco Anna, e devo ammettere che quel suo modo di fare un po' più restio mi attrae non poco.

 

Sì che lei sta accora appresso al mezzo prete. Che, detto tra noi, sta facendo uno sbaglio enorme a lasciarsi scappare una donna come lei.

 

***

 

Oggi abbiamo avuto a che fare con un caso di violenza ai danni di una ragazzina da parte di un coetaneo, e devo ammettere che Anna è stata davvero brava. Ha agito con molta delicatezza, ha fatto un bel lavoro con quella ragazzina. Sono rimasto davvero colpito, non so perché ma non mi aspettavo che riuscisse ad essere così capace in una situazione dove non molti nel suo ruolo avrebbero ottenuto molto poco. Bisogna avere molto tatto in questi casi, e lei si è rivelata estremamente sensibile e accorta.

 

Le ho appena fatto i miei complimenti, quando il mio cellulare squilla. E ti pareva.

 

“Federica?”

 

Dobbiamo vederci adesso.” Ciao anche a te. Sempre con quel tono delicato e la gentilezza distintiva. Proprio mi ci voleva questa ventata di cortesia dopo la scena che si è appena svolta.

 

“No, non posso.”

 

Ah no?

 

“No, sono a lavoro.”

 

E Patatino è con te, vero?” Perché io ovviamente mi porto il cane in caserma.

 

“No, lui non è con me, no.”

 

Lo voglio vedere.

 

“No, non lo puoi vedere, neanche dopo.” Col cavolo che te lo faccio castrare.

 

Il cane è m-

 

Non la faccio finire, le stacco il telefono in faccia e mi affretto ad uscire dall'ufficio, troppo indispettito per preoccuparmi di salutare. Devo assicurarmi che non provi di nuovo a entrare a casa mia.

 

Anna's pov

 

Marco va via dall'ufficio senza nemmeno salutare e senza finire il discorso che stavamo facendo prima che il suo cellulare squillasse.

“Un vero gentiluomo, il nostro pm,” borbotto, stizzita. Che modi sono?

“Era la sua ex fidanzata,” mi informa Cecchini.

Avevo intuito. “Peggio mi sento...”

Non è proprio argomento da affrontare, penso aprendo un fascicolo, quando anche il cellulare del Maresciallo suona. Lui si affretta a rispondere.

“Caterina! … Non gridare, che non sto capendo niente! … Cate-Caterin-Che... Dai, Caterina!”

In men che non si dica, sparisce anche lui senza degnarmi di una sillaba.

Abbasso le mani, sconfitta.

“Va bene, va bene...” mormoro tra me. Calma, Anna. Calma. Sono uomini, c'è poco da fare.

Cerco di concentrarmi sul lavoro, cosa che purtroppo mi riesce con meno attenzione di quanta ne vorrei.

La mia mente torna alla strana chiamata che Marco ha ricevuto poco fa.

Federica, è così che si chiama la sua ex, quindi. Riflettendoci, Marco non è il tipo da parlare dei suoi affari privati davanti ai colleghi, per cui è ancora più assurdo che abbia risposto qui, per di più con quei toni. Si è innervosito solo a leggere il nome sul display.

Pensandoci, da quello che mi risulta lei non si faceva viva da un po', con lui. Credo si siano visti una volta, stando alle chiacchiere del maresciallo, dopo il matrimonio saltato, ma poi lei era sparita dalla circolazione. Evidentemente ha pensato di tornare qui a Spoleto.

Non ho nemmeno capito quale fosse l'oggetto della discussione. Chi accidenti è 'lui', che Marco non le vuole far vedere? Non sarà mica il cane?

Ma si può avere un contenzioso per un cane?!

Corrugo le sopracciglia, interdetta.

Sinceramente, a me, delle loro conversazioni, cosa importa? Non mi spiego il motivo per cui questa storia mi interessi tanto. Io e Marco non siamo nemmeno amici, siamo semplici colleghi di lavoro, e le sue questioni private non mi riguardano affatto.

Scuoto la testa. Ho già perso troppo tempo, così torno a concentrarmi sui documenti. Quella ragazzina ha bisogno di essere tirata fuori dai guai prima che sia tardi.

 

 

Marco's pov

 

Stiamo discutendo delle nuove scoperte sul caso, quando sentiamo la voce di Pippo, il sacrestano di Don Matteo, chiamare il Maresciallo, e ha Patatino al guinzaglio. Siamo nei guai. Usciamo dall'ufficio del Capitano per vedere che succede.

 

“Marescia', non lo posso più tene'! È tanto caruccio ma non riesco a dominarlo... Ha sbriciolato un mobile del Settecento come 'n pacchetto de' grissini! Natalina ha detto che, o sparisce Patatino o se ne va via lei!”

 

Io lo guardo con tanto d'occhi. In effetti, sa essere un tantino distruttivo.

 

“Non lo potete tenere?” Prova ancora Cecchini, e Pippo nega, dispiaciuto.

 

Io, più che dispiaciuto, sono fregato. Dove lo nascondo ora?

 

“Senta, signor Capitano...” tenta il Maresciallo rivolgendosi ad Anna. Ops. Mi ero dimenticato di lei. “Noi... avremmo lo sgabuzzino... potremmo sistemarlo... là...” fa esitante, indicando lo stanzino della caserma. C'è qualcosa che non mi torna, perché lei sembra poco felice della proposta, come se ne sapesse qualcosa.

Mi tornano in mente le parole di Cecchini ieri mattina: “Vabbè, una soluzione la trovo, dai!”, dopo avermi spiegato che sua moglie è allergica al pelo del cane. Vuoi vedere che... Aiuto. Devo vederci chiaro.

 

“Va bene,” acconsente Anna senza entusiasmo, “però le do due ore, dopo chiamo il canile.” Il suo tono è perentorio.

 

Io e il Maresciallo sospiriamo di sollievo, poi Cecchini nota un foglio incastrato al collare di Patatino.

 

“Ma che ha... che c'ha, un messaggio? Che c'è scritto?”

 

Mi accorgo che tutta la caserma si è fermata ad osservare la scenetta, incuriosita.

 

Cecchini si affretta a leggere. “La donna geisha in casa indosserà sempre abiti sexy in modo da risvegliare di continuo gli appetiti del suo uomo.

 

Mi trattengo dal ridere. Ma che è sta roba?

 

“Patatino, che cosa leggi?” scherza il maresciallo. “Questi sono tuoi, no?” chiede a Pippo, che nega immediatamente. “Questi sono i libri che gli piacciono a Zappavigna!” Povero ragazzo, lo mette sempre in mezzo, guarda com'è imbarazzato!

 

Decido di intervenire. “No, quelle sono letture da donne!”

 

Mentre commento, noto lo sguardo del maresciallo. Perché Cecchini sta guardando il Capitano? Mi volto anche io, sorpreso. Non ci credo nemmeno se lo vedo. Allora avevo capito bene... Cecchini ha tentato di nascondere Patatino a casa di Anna senza avvisarla, e scommetto che le avrà messo tutto sottosopra. Ma... questo libro?

 

Lei sembra decisamente imbarazzata, a conferma dei miei sospetti. “Bene, del libro non ci interessa, credo! Possiamo occuparci d'altro?”

 

In effetti l'argomento non è lusinghiero in generale, figuriamoci per lei. Lasciamo cadere il discorso, direi che è meglio per tutti.

 

 

Mentre mi accingo a portare Patatino nello sgabuzzino, ripenso a questa storia, gettando un'occhiata di traverso ad Anna, tornata alla sua scrivania in ufficio.

Mi sembra una cosa veramente strana. Cosa ci fa, Anna, con un libro del genere? È completamente fuori dal suo essere.

È vero, ci conosciamo ancora poco, ma ho imparato abbastanza su di lei da poter affermare con sicurezza che non è il tipo da quelle letture. Per carità, fuori dal lavoro ognuno è libero di fare quello che preferisce, ma davvero, non ce la vedo affatto, una come lei, a leggere quella roba. Di sicuro, lo stile 'geisha' non le si addice affatto.

Dai, Anna che si lascia sottomettere? Che agisce al solo scopo di compiacere qualcuno?

Impossibile. Da quel poco che so della sua storia con Giovanni, mi ha sempre dato l'impressione di essere una testa dura, ferma sulle sue idee e di certo poco disposta a cedere senza una ragione valida.

L'opposto di una geisha, insomma.

 

I miei pensieri sono interrotti dall'arrivo del padre del ragazzo ferito.

Più tardi, dopo il suo interrogatorio, cerco di trovare una soluzione per Patatino col maresciallo. Propongo alcuni dei carabinieri che conosco meglio, ma niente da fare: uno vive con la madre, l'altro ha due gatti e Zappavigna, secondo Cecchini, è inaffidabile. Il nostro discorso è interrotto però dall'ingresso di Federica in caserma.

 

“Troppo tardi!” Sussurro, nascondendomi dietro una colonna. Non ho voglia di vederla, ma proprio per niente.

 

“Che è successo?”

 

“Vede quella donna?” Bisbiglio al maresciallo. “È Federica, la mia ex...”

 

“La castratrice, lei è!” Ha afferrato al volo.

 

“Faccia qualcosa, Maresciallo, le dica che sono occupato.” Qualsiasi cosa, non voglio parlare con lei.

 

Lui accetta, e io mi fiondo nell'ufficio di Anna, che mi guarda sbigottita. So di avere un'espressione terrorizzata, probabilmente, ma ho problemi più gravi a cui pensare. Mi affretto a sedermi.

 

“Hai bisogno di qualcosa?” Mi chiede, ancora perplessa.

 

“No... sì... volevo degli aggiornamenti sul caso.” Gran bella trovata, Marco, stavate parlando di questo fino a dieci minuti fa, che aggiornamenti vuoi che ci siano?!

 

Ovviamente non l'ho convinta, ma mi dà corda. Mi devo ricordare di ringraziarla.

 

Poco dopo però si blocca. “Ma chi è quella donna?” chiede, guardando oltre le vetrate. “Sembra voglia venire qui.”

 

Io cerco di fare l'indifferente anche alla sua occhiata sospettosa, quando Cecchini apre la porta, costernato. “Chiedo scusa... c'è una signora che chiede di Lei...” fa, rivolgendosi a me. “Purtroppo non sono riuscito a fermarla.”

 

No, no, no. Mi rifiuto. “Gliel'ha detto, che sono occupato?”

 

“Non mi sembri molto occupato.” Mi contraddice il Capitano. No, per favore. “Tu ti stai nascondendo da quella donna!” Mi accusa con un'espressione incredula.

 

“È la sua ex fidanzata.” Grazie, Cecchini.

 

Anna fa un sorrisetto che non promette niente di buono. “Prego, Dottor Nardi. Io posso aspettare.”

L'avevo detto, che non mi piaceva.

 

Ricambio il sorriso, ma con un'espressione che dice tutt'altro che apprezzamento, e lei mi fa segno di uscire, sorniona.

 

Altro che ringraziare. Questa me la paghi.

 

Esco malvolentieri dall'ufficio e Federica si avvicina, inviperita. “Ti avrò fatto almeno mille telefonate e non mi hai mai risposto al telefono!”

 

“Ero occupato col lavoro...” Che poi, non è che debba giustificarmi.

 

“Mh... Dammi le chiavi di casa, vado a prendere il mio cane.”

 

“Non è il tuo cane.” Le dico, serio. Non glielo darò mai. “E poi non puoi, perché lui non c'è.”

 

“Come non c'è? Dov'è?” Con perfetto tempismo, Patatino, nella stanza accanto, si mette a guaire. “Che cos'è questo rumore?”

 

“Sono io, scusate, scusate...” Interviene Cecchini. “Purtroppo soffro... di reflusso, e siccome ho mangiato la peperonata calda...” Non so se devo essergli grato per il salvataggio, o schifato, o preoccupato per la velocità con cui si è inventato questa scusa.

 

Colgo comunque l'occasione. “Ecco, forse è meglio se andiamo da un'altra parte-”

 

“No no no no, io non mi muovo da qui se prima non mi dici dov'è il mio Patatino!” Si oppone lei.

 

“Patatino è... Patatino...” Che le dico, che le dico?

 

“È morto.” Di nuovo il Maresciallo. Forse sta esagerando. “Purtroppo non le volevamo dare questa brutta notizia. È morto, un camion col rimorchio...” Ci vada piano!

 

“Addirittura! … Ma scusami, ma è morto e tu non mi dici niente!”

 

No, questo non lo accetto. Ora basta scherzare. “E tu?” Deglutisco a forza. “Tu mi hai sempre detto tutto?” Le rinfaccio. Quante cose mi ha nascosto, quante volte mi ha mentito... Mi chiedo se mi abbia mai amato davvero.

 

Almeno ha il buonsenso di non contraddirmi. “Sicuramente adesso non abbiamo più niente da dirci.”

 

“Sì, son d'accordo.” La osservo per un attimo, e non provo altro se non rabbia e dolore. Per quello che mi ha fatto. Perché mi sono lasciato prendere in giro. Perché è colpa sua se adesso non mi fido più. Se ho paura perfino dell'idea di innamorarmi di nuovo.

Se ne va via di fretta, finalmente. Ho già sopportato abbastanza la sua presenza. “Appena se ne va da Spoleto, poi passo a prenderlo.” Informo il Maresciallo. “Grazie.”

 

“Io... ho detto che il cane è morto... ma morto a fin di bene!” Mi dice, cercando di scusarsi.

 

“Non c'è problema, anzi... Grazie. Apprezzo molto l'aiuto che mi sta dando. Non si immagina quanto.” Gli dico sinceramente. Almeno so di avere qualcuno su cui contare.

 

 

Anna's pov

 

So che dovrei farmi gli affari miei, ma la conversazione che ho appena sentito dal mio ufficio mi ha fatto salir su un nervosismo che non provavo da tempo.

Che scusa orribile. Oltre al danno, la beffa.

Decido che ne ho abbastanza. Quel cane ha già fatto troppi danni in giro, oltretutto – il mio appartamento è ancora semi-disastrato – ed è ora che torni dalla sua legittima proprietaria.

 

Basta una rapidissima ricerca per rintracciare Federica, e mi accordo con lei di incontrarci giù al bar di Spartaco per poterle restituire Patatino.

 

Quando arriva, ammetto di sentirmi un tantino in soggezione.

È una donna molto bella e carismatica, non mi stupisce che Marco se ne sia innamorato.

Dopo una breve presentazione, lei mi offre un caffè per sdebitarsi. Io accetto con un pizzico di titubanza. Ho una strana sensazione che non riesco a distinguere, ma non mi piace.

 

Federica's pov

 

Mi sarei aspettata di tutto, stamattina, meno la chiamata del Capitano dei carabinieri, nonché collega di Marco.

Per fortuna Patatino è ancora vivo, lui mi ha mentito e di sicuro non la passerà liscia nemmeno per questa.

Decido che è meglio ingraziarmi la sua collega perché non si sa mai nella vita, così le offro un caffè per sdebitarmi dell'aiuto. Ne approfitto per osservarla di sottecchi.

Non sapevo che il nuovo Capitano di Spoleto fosse una donna, Marco non ha detto nulla, quella volta in cui ci siamo visti. Di certo non mi aspettavo fosse così bella, anche con la divisa.

Mi sembra un tipetto tosto, e per fare il lavoro che fa, di sicuro non è stupida, tutt'altro, quindi dovrò fare attenzione.

Iniziamo a parlare del più e del meno, e non mi ci vuole molto ad arrivare a credere che a Marco possa piacere, una ragazza così. Se non altro perché è sincera, e dopo la mia bugia, immagino si guarderà bene da questo aspetto. Comunque sia, non è il caso che lei lo sappia, quindi continuo con la mia intenzione.

 

Anna's pov

 

La conversazione con Federica mi mette a disagio, e non capisco perché.

Le cose che lei mi sta raccontando di Marco sembrano cozzare completamente con quello che so di lui dalla mia esperienza personale. Sto cercando di capire qualcosa in più sul mio collega, sì, non perché mi interessi, ovviamente, ma perché ci sono cose che non mi quadrano molto.

Davvero, non riesco a capire come l'uomo che sto imparando a conoscere pian piano possa addirittura aver lasciato la sua fidanzata sull'altare in quel modo. Era da un po' che me lo chiedevo, in realtà, e quello che lei sta svelando su di lui non collima quasi per niente con l'idea che nel frattempo ho avuto modo di farmi su Marco.

Federica ovviamente non mi spiega i motivi in dettaglio, ma a detta sua è stato lui l'artefice di tutto il trambusto, che fino al giorno prima era stato tutto tranquillo, e la mattina delle nozze invece non si era fatto trovare, lasciandola impalata all'ingresso della chiesa ad attenderlo invano. I tentativi di rintracciarlo erano tutti andati a vuoto, e lui era sparito per giorni. Era riuscita a parlargli solo qualche giorno dopo il suo rientro a lavoro, qui in caserma. E anche in quel caso la conversazione era degenerata in fretta perché Marco si era rifiutato di parlare.

Ma, come mi spiega prima di andare via, con l'episodio di Patatino, hanno davvero chiuso, non intende più sopportare un atteggiamento simile da parte sua.

Questa storia mi dà un sacco da pensare.

Non riesco a immaginarmi Marco che si comporta così. Certo, è un maschilista e sa essere parecchio irritante, però... Non lo so.

Forse una persona non la si conosce mai fino in fondo, e io non conosco lui abbastanza da poterlo difendere dalle accuse della sua ex. Per quanto ne so, è tutto vero, quello che mi ha detto lei.

Me ne torno in caserma. Direi che mi sono distratta anche troppo, per oggi.

 

Marco's pov

 

Quando torno in commissariato, mi accorgo che Patatino è sparito. Chiamo Cecchini per chiedere.

 

“Ma dove può essere andato?”

 

“Come le ho detto... non lo so, non lo so, ho guardato dappertutto, non c'è... forse è scomparso, non lo so.” Rispondo, sconsolato.

 

“Che è stato, un rapimento, proprio qui, in caserma? Dai!” Nega il maresciallo, in effetti è improbabile.

 

“Nessun rapimento.” Ci informa una voce: il Capitano. Questa cosa mi fa preoccupare. Lei che c'entra con Patatino? “Anzi... il cane è stato restituito al suo legittimo proprietario.”

 

CHE COSA?!

 

Mi avvicino, con un nervosismo alle stelle. Non ci posso credere. “Tu... hai portato il cane a Federica?”

 

“Ma non ti vergogni? Farle credere che il suo cane fosse morto pur di tenertelo! E l'hai anche lasciata sull'altare...”

 

Eh no, eh. Se prima avevo deciso di tollerarla, adesso abbiamo proprio chiuso. Tu non sai proprio niente di me.

 

“Povera donna...”

 

“Ma che povera donna?” Interviene Cecchini. Oggi è come una specie di angelo custode, mi sta pure evitando scenate e cose che potrebbero seriamente mettermi nei guai. “Quella, lo sa che cosa vuole fare? Lo vuole...” Fa un gesto per indicare le forbici.

 

“Cosa... tosarlo?”

 

“Castrare.” La correggo io. La sua espressione cambia, sembra mortificata, e direi che è il minimo.

 

“Vuole castrare Patatino...?”

 

“Per questo lo tenevamo nascosto.” Le spiega il maresciallo.

 

“Mi dispiace, io non lo sapevo...”

 

Non basta, non me ne faccio niente delle scuse.

 

“No, ma non ti preoccupare.” Taglio corto io, non mi va di sentire altro. “Tanto voi donne siete tutte uguali.” Le dico, sprezzante, prima di voltarle le spalle.

 

“Adesso noi dobbiamo cercare il veterinario prima che sia troppo tardi.” Spiega Cecchini, in tono preoccupato.

 

“Sì, ma come facciamo a sapere a chi l'ha portato?” Sbotto io.

 

“Quanti veterinari ci saranno, a Spoleto?” Interviene Anna, ancora con quell'espressione dispiaciuta in volto. Non mi incanti, non ci provare. Tanto è tutta una farsa. “Maresciallo, siamo Carabinieri! Riusciamo a trovarlo, un cane scomparso, no?”

 

“Lo troviamo! Dai, dai che lo troviamo!” La incoraggia lui, e io acconsento.

 

“E va bene!” Mi arrendo, tanto mal che vada arriviamo tardi.

 

Iniziamo a cercare attraverso il codice del microchip e facendo un giro veloce di telefonate per fare prima. Il maresciallo va via, il suo turno è finito, ma mi dice di tenerlo aggiornato, perché vuole accompagnarmi. Dopo un po' di lavoro, è Anna a beccare quello giusto. Questa cosa mi indispettisce non poco.

 

“Trovato! È qui che lo deve portare, l'appuntamento lo ha fissato per domani mattina. Tieni, ho scritto l'indirizzo. È sulla via principale.”

 

Io prendo il bigliettino che mi sta porgendo, rivolgendole comunque un'occhiataccia. Sono ancora furioso con lei. Se non si fosse impicciata, tutto questo non sarebbe stato necessario.

Anna abbassa lo sguardo, un'espressione ferita si fa spazio per un attimo sul suo viso, prima che torni impassibile.

 

Se voleva farmi sentire in colpa, ha funzionato ben poco. Lo so, forse sto esagerando però lei non avrebbe dovuto intromettersi comunque.

 

“Posso... venire anch'io con te e il maresciallo, domattina?” Mi chiede, esitante.

 

“Fa' come preferisci. Io me ne torno a casa.” Mormoro con freddezza, lasciandola da sola nel suo ufficio.

 

Una volta in strada, un po' mi pento di come l'ho trattata. Dopotutto, lei non ne sapeva niente, e Cecchini mi ha confermato che Patatino lo aveva nascosto per qualche ora a casa sua, e che gliel'aveva praticamente distrutta. Se le avessi detto la verità, non sarebbe successo niente di quanto accaduto oggi.

E se non fosse stato per lei, non avremmo trovato il veterinario.

Domani mattina le chiederò scusa.

 

 

Il mattino seguente, Anna, come mi aveva già detto, attende me e il maresciallo davanti allo studio del veterinario. Quando la vedo, in un abbigliamento informale che mi provoca uno strano senso di familiarità, le rivolgo un breve sorriso di scuse che per il momento dovrà bastare: abbiamo una questione più urgente da risolvere.

Ci precipitiamo dentro per scoprire che siamo arrivati appena in tempo, stavano per fare già l'anestesia a Patatino. Meno male.

 

Anna's pov

 

Il fatto che Marco, stamattina, mi abbia sorriso invece di guardarmi male come ieri, un po' mi ha tranquillizzata. So di aver sbagliato, però se lui non avesse fatto tutte quelle storie, prima, io non avrei consegnato il cane alla sua ex.

Proprio mentre sto riflettendo su questo fatto, noto che Federica si sta avvicinando a passo spedito.

“Che ci fai tu qui?” Mi chiede, altezzosa. Nemmeno un saluto.

E dire che ieri sembrava un tipo tanto a modo.

“Ho accompagnato Marco a riprendersi Patatino. Se avessi saputo cosa avevi in mente, non te lo avrei mai riportato.” le dico, seria.

Lei sembra alterarsi subito.

“Non sono affari tuoi, tu non lo sai cosa significhi sentirsi traditi dalla persona che ami!”

Sentirla pronunciare questa frase ha in me l'effetto di una bomba. E non solo perché io per prima so benissimo cosa voglia dire essere lasciati per un motivo assurdo, ma perché mentire e rinfacciare cose di questo tipo è spregevole. E mi rendo conto di che razza di persona ho davanti. Una che per ripicca farebbe qualsiasi cosa.

Decido quindi di ribattere, rendendomi conto che ieri mi sono sbagliata: non conosco benissimo Marco, è vero, ma ne so abbastanza su di lui da poterlo difendere eccome.

“Sai che ti dico? Forse ha fatto bene, Marco, a lasciarti, perché sei una persona davvero meschina. Sembra davvero tu sia disposta a tutto per vendicarti, perfino montare su un castello di bugie. Non so quanto ci sia di vero in quello che mi hai detto ieri, a questo punto ho seri dubbi in proposito, ma una cosa la so: Marco può apparire cinico e misogino alle volte, l'ho imparato a mie spese, ma ho anche capito che non lo è davvero. Che sa essere generoso e sensibile, quando deve. E che forse è colpa tua, se ha bisogno di difendersi in quel modo dagli altri. Tu, un uomo come Marco, non lo meriti affatto.”

 

Marco's pov

 

Quello che vedo e sento uscendo dallo studio del veterinario mi lascia senza parole.

Dopo le accuse assurde mosse da Federica, mai mi sarei aspettato che proprio Anna potesse difendermi a spada tratta così. Proprio me, che l'ho sempre trattata male a prescindere, perfino ieri sera. E invece eccola lì, a dire delle parole meravigliose sul mio conto, tanto che sembra davvero conoscermi più a fondo di quanto io non sospettassi.

“Dottore, non è meglio che interviene?” mormora Cecchini, preoccupato dalla situazione. È evidente che entrambe le donne siano sul piede di guerra.

Qualsiasi mio proposito però viene bloccato quando sento la risposta di Federica, che mi gela più di quanto non abbia già detto.

“Come no,” schernisce Anna con una risata sprezzante. “Senza di me, Marco non vale nulla. Se non fosse stato per me, non sarebbe nemmeno quello che conosci tu oggi. E poi, figuriamoci, dopo aver saputo che mi ha lasciata sull'altare, nessuna donna con un minimo di buonsenso potrebbe anche solo pensare di mettersi con uno come lui.”

 

Sentirle dire tutte queste cose, queste bugie assurde, mi fa montare una rabbia come non ne avevo forse mai provata.

 

Non so nemmeno io cosa faccio, non riesco a controllare le mie azioni come dovrei.

So solo che, nella foga del momento, corro da Anna, baciandola così, in mezzo alla strada.

 

Anna's pov

 

Senza nemmeno sapere come, sento all'improvviso le mani di Marco stringermi il viso, prima di ritrovarmi le sue labbra sulle mie.

Non capisco nemmeno cosa sta succedendo, sono assolutamente sconvolta.

Capisco dai suoi modi che è principalmente un gesto fatto per rabbia, ma dopo i primi istanti di incertezza avverto qualcosa in lui mutare, e il suo bacio si fa disperato.

Per qualche assurda ragione che non riesco a spiegarmi, smetto di pensare, e mi abbandono a lui.

Basta pochissimo per far sì che quel bacio rabbioso diventi estremamente passionale.

In tutto questo il mio cervello sembra essersi scollegato, perché io non farei mai una cosa del genere... non qui, in mezzo alla strada, davanti a tutta questa gente, con un uomo che conosco da così poco... Ed è un bacio che non significa niente, eppure le farfalle allo stomaco le sento eccome.

 

Quando ci separiamo, non riesco nemmeno a parlare, ritrovandomi a osservare Marco ad occhi spalancati.

 

Che... che cosa è successo?

 

Ho appena il tempo di lanciare un'occhiata di sbieco a Federica, che sembra perfino più sconvolta di noi – ed è tutto dire – rimasta lì ad osservare immobile la scena. È letteralmente a bocca aperta.

Marco si allontana di un passo, e fa per dirmi qualcosa quando il cellulare del maresciallo squilla, riportandoci tutti alla realtà.

 

Lui risponde alla chiamata, informandoci poi che si trattava di Zappavigna, che ci avvisava di aver trovato l'arma del delitto.

Cerco di ridestarmi il più possibile, biascicando un “Devo andare,” per poi seguire in fretta Cecchini.

Devo concentrarmi sul lavoro. A questa cosa – qualsiasi cosa sia successa – ci penserò dopo.

 

Marco's pov

 

Cecchini e Anna vanno via, lasciando me e Federica da soli.

 

Io mi volto lentamente verso di lei. Stavolta la chiudiamo, una volta per tutte.

 

“Nel caso non ti fosse chiaro, Patatino me lo riporto a casa. Tutto intero.”

 

Lei sembra sbloccarsi. “No, è il mio cane e me ne occupo io.”

 

“Sì, so come fai,” le dico con scherno, “prima lo castri, poi lo tosi, gli compri il cappottino... poi dopo gli vendi la moto e quando ti stufi ti compri un altro cane, no?”

 

Federica si mette a ridere. “Dai, Patatino non ha la moto, su!”

 

“Ah, brava, capisci l'ironia al volo!” Infatti non stavo parlando del cane. Parlavo di quello che hai fatto a me. “Comunque Patatino sta con me... lui almeno mi è stato fedele.” Non come te.

 

Lei mi rivolge un'occhiata gelida. “Vedo che ti sei ripreso in fretta.”

 

Ignoro l'allusione a quanto successo poco fa e mi volto, portandomi dietro il cane che mi segue docilmente, poi ci ripenso e torno a guardarla per un attimo. “Tutto merito di Anna,” ribatto, ed è la verità. “Ah, e se non ti va bene fammi causa.” Le dico, prima di tornare in caserma, per una volta soddisfatto di essere riuscito a farmi giustizia.

 

Federica's pov

 

Osservo Marco allontanarsi con Patatino, e decido che è meglio che me ne torni in albergo.

Sono ancora sconvolta dalla scena che ho visto svolgersi davanti ai miei occhi.

Avevo intuito che a Marco lei potesse piacere, ma non mi sarei mai aspettata niente del genere. Di certo non che lui superasse il trauma del tradimento così presto, men che meno che permettesse a un'altra donna di conoscerlo così bene in così poco tempo.

Anche lei, ieri, ha approfittato del nostro incontro al bar per indagare, come ho fatto io, e ammetto di averla sottovalutata. Non si è mai sbilanciata su quello che le ho raccontato, non ha commentato, non ha lasciato trasparire nessuna emozione. Avrei dovuto rendermi conto che stava già andando al di là delle mie semplici parole.

Mi ero detta io stessa che non fosse una stupida, dopotutto.

Mi ha portato Patatino perché riteneva fosse la cosa giusta, forse per una incomprensione tra lei e Marco, ma non appena ha intuito cosa avessi realmente fatto io, non ha esitato un attimo ad aiutarlo.

Non ha esitato nemmeno a difenderlo dalle mie false accuse.

Sono io che l'ho tradito, col suo migliore amico, il giorno prima delle nozze. Sono stata sciocca a pensare che si sarebbe quantomeno presentato in chiesa, è vero, ma pensavo che avrei vinto io la partita comunque.

Pensavo di averlo in pugno.

Invece è arrivata lei e ha ribaltato le carte in tavola.

Da quello che mi ha detto poco fa, conosce Marco davvero bene. Anche troppo, forse perfino più di me. Non mi spiego come sia possibile, eppure tutto quello che lei ha detto è vero.

Marco ci ha ovviamente sentite, ed è corso fuori.

Ma mai mi sarei aspettata che avrebbe potuto baciarla. Senza preavviso, davanti a tutti.

Con quella passione.

Anche lei è rimasta sorpresa all'inizio, probabilmente per l'impeto di lui, ma lo ha ricambiato senza nemmeno pensarci.

Marco si è probabilmente reso conto che, malgrado il matrimonio che avrebbe dovuto legarci, non c'era più niente di reale che ci univa già da tempo. Troppo tempo. Io non gli avrei mai lasciato fare una cosa del genere nemmeno all'inizio della nostra storia. E dire che lui è sempre stato un tipo molto romantico... Gli ho legato le mani, gli ho sempre precluso tutto, e per finire gli ho spezzato il cuore.

Forse lei ha ragione, un uomo come Marco non me lo sono mai meritata.

 

 

Marco's pov

 

Nel pomeriggio vado sotto casa del Maresciallo per riprendermi la cuccia e le crocchette che gli avevo lasciato quando gli ho portato il cane, qualche giorno fa.

 

“... Per Attila, bello!”

 

“Attila?” Chiedo, curioso. Così Patatino sarebbe Attila, adesso?

 

“Ah, gliel'ho cambiato il nome! Io ci so fare, con i cani! Attila, dammi la zampa, fagli vedere!” Cerca di mostrarmi, ma il cane ovviamente lo ignora alla grande. “Non me la dare! ...Seduto!” Tenta ancora, ma nulla. Io me la rido. “Non... non stare seduto!”

 

“C'è un bel feeling, vedo!”

 

“Vabbé, n-” Non può continuare perché Patatino scappa improvvisamente, tirandosi dietro Cecchini che lo teneva per il guinzaglio. Rido alla scena, avvertendo il Maresciallo di fare attenzione.

 

Sono ancora intento ad osservarli quando sento il portone del palazzo chiudersi, e vedo Anna uscire.

 

“Ciao...” Mi saluta, chiaramente in imbarazzo.

 

“Ciao,” ricambio io, con lo stesso tono. Dopo quanto successo stamattina, è decisamente strano adesso, parlare. Prima che possa aggiungere altro, però, lei continua.

 

“Mi dispiace ancora per Patatino, io non immaginavo...” si scusa, dispiaciuta. Adesso so che non aveva finto, in caserma.

 

La blocco, non ce n'è davvero bisogno. “No, anzi, voglio ringraziarti... per quello che hai fatto per ritrovarlo.” Le sorrido, ha davvero fatto di tutto per rimediare. È stata carina.

 

Vedo che è pensierosa. “Ti posso chiedere una cosa?” Io le faccio cenno di sì, curioso. “Ieri hai detto 'siete tutte uguali'... a che cosa ti riferisci?”

 

Io evito per un attimo il suo sguardo, poi torno ad osservarla. Sembra sinceramente confusa. “Alle donne, che... cercano di cambiarti, poi ce la fanno, e... si stufano.” Le rispondo amaramente con un'alzata di spalle. Lei non risponde, ma abbassa lo sguardo con fare riflessivo.

Decido di approfittarne per chiarire la situazione di stamattina.

“A proposito, per quello che è successo... Mi dispiace tantissimo di averti messa in mezzo. Non era mia intenzione tirarti in ballo a questa storia, non so nemmeno cosa mi sia preso. Ero arrabbiato con Federica, per quelle cose assurde che continuava a dire, e non mi aspettavo che tu mi difendessi in quel modo. Non avrei dovuto baciarti così, con quella irruenza. Ti ho costretta a una cosa che non volevi, mettendoti a disagio. Ti chiedo scusa.” Spiego, a testa bassa.

Mi sono comportato da stronzo, ho approfittato di lei anche perché sapevo che una scena come quella avrebbe fatto effetto su Federica, e ho coinvolto Anna in una cosa in cui lei non c'entrava affatto.

Mi aspetto che me ne dica di tutti i colori, adesso che ho aperto l'argomento. Avrebbe tutto il diritto di farlo.

Quello che invece fa mi spiazza.

“Non preoccuparti, davvero,” dice semplicemente con un sorriso comprensivo di fronte alla mia espressione sorpresa. “Anzi, sono felice di esserti stata d'aiuto in qualche modo, dopo il casino che ho contribuito a creare. Almeno sei riuscito a riprenderti il cane... E poi, anche io devo chiederti scusa per altro: mi sono resa conto che il matrimonio saltato non è colpa tua, o perlomeno non solo, visto che tipo è la tua ex...” Commenta, e io ridacchio. Lei continua, dopo una mezza risata. “Sul serio, sono contenta che finalmente stiamo riuscendo a conoscerci meglio, noi due, e devo ammettere che non sei tanto male, in fondo.”

A sentire queste parole, le rivolto uno sguardo divertito. “Ah, no?”

“Mh-mh. Mi sa che aveva ragione il maresciallo, a dire che mi saresti piaciuto. Certo, mi fai innervosire, ma almeno le tue battute rendono tutto più leggero. E per quanto riguarda il bacio, sta' tranquillo, so che non vuol dire niente e che è stato solo dettato dalla confusione del momento, però... almeno adesso possiamo considerarci amici, no?” Termina, incerta. Noto un leggero rossore farsi strada sulle sue guance, e avverto una strana sensazione allo stomaco che non saprei descrivere.

“Assolutamente. Avrò anche chiuso malissimo la mia vecchia relazione, ma sono felice di aver trovato un'amica vera.”

Lei sorride e io abbasso lo sguardo, cercando di decifrare cos'è quel garbuglio che avverto dentro, prima di notare qualcosa per terra, vicino a una pianta. Mi abbasso per prendere un libro sgualcito. “I segreti della geisha'.”

 

“Mh?” Anna sembra perplessa.

 

Io guardo in su, dev'essere caduto dalla finestra del palazzo. “Ecco dove l'ha preso Patatino! Di chi è?” Le chiedo, avvicinandomi. Decido di far finta di non sapere che probabilmente è suo, anche se in effetti non posso averne la certezza assoluta. Paradossalmente potrebbe anche appartenere alla figlia di Cecchini.

 

“Non lo so...” fa spallucce lei, “Però, ecco, questo dimostra che ci sono alcune donne che... cambiamo per gli uomini!” Dice, prendendomi il libro dalle mani.

 

“Sì, ma le geishe si sono estinte... adesso ci sono le mantidi!” Apprezzo l'osservazione, però. Noto che il Maresciallo è ancora alle prese col cane. “Io vado a riprendere Patatino!” La saluto, andando via. “Grazie!”

 

Lei abbassa il capo, sorridendo e salutandomi con un cenno della mano.

 

Dopo qualche passo, però, mi volto, optando comunque per giocare le mie carte. Dopotutto, ho avuto la conferma di quanto già pensavo: è una donna splendida, e non merita di soffrire.

“Ah, Anna,” richiamo la sua attenzione, e lei mi pianta addosso i suoi occhi verdi, in attesa. “Comunque sia, non hai bisogno di quel libro. Se Giovanni ti ama veramente, non dovrebbe chiederti di cambiare, e se non l'ha capito, non sa la pazzia che sta facendo a lasciarti andare.”

 

 

Ciao a tutti, eccomi di nuovo!

Stavolta un episodio alternativo tutto nuovo, dalla settima puntata. Io e Martina abbiamo deciso che un confronto tra Anna e Federica ci sarebbe stato benissimo, quindi ecco qui!

Speriamo vi sia piaciuto!

Ci sono altri capitoli in preparazione, tra cui uno relativo alla 'Pillola' su Val Tiberina (quella andata in onda prima dell'ultimo episodio, per intenderci... Non fa niente se non l'avete vista: sia la favola che la trama generale resteranno intatte, e se qualcuno volesse il video – sia di questa che di Acquasparta, chiedete pure! Anzi, sappiamo che ne esiste un'altra con protagonisti Anna e Marco, ambientata a Vallo di Nera: se qualcuno ce l'ha o dovesse trovarla, potrebbe condividerla con me? Grazie!!) Piccolo spoiler: sulla base dei brevi video relativi al videoclip di Max Pezzali con gli attori di Don Matteo, che dovrebbe presumibilmente uscire prima di Natale, io e Martina abbiamo in serbo per voi qualcosa di speciale... Tenetevi pronti!

A presto,

 

Doux_Ange

 

 
   
 
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