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Autore: Khailea    12/11/2019    0 recensioni
Dal testo:
"-E un'altra cosa...mi scusi molto per non averla avvertita subito...c'è qualcun'altro a cui ho chiesto aiuto...-
Questo sicuramente era un tasto molto più dolente. Preoccuparsi solo per sé era molto più facile, non conosceva le capacità del collega in questione e nemmeno la sua affidabilità, quindi la cosa iniziava ad esser più rischiosa del previsto.
-Posso sapere chi sia?-
-In verità non ne sono certo, ma ha la mia parola della sua assoluta forza. Non mi ha dato modo di sapere chi fosse, penso un mercenario.-"
(I personaggi usati appartengono al gruppo di role Werewolf's Shadow, si muovono all'interno del continente di Fiore, ambientazione di Fairy Tail, ma in un ambiente rivisitato ed inventato dal gruppo)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole l’accecò momentaneamente, mentre trovando del solito terreno sotto i piedi fece svanire le proprie ali.
Guardò poi il buco che, lentamente, veniva sommerso dalla sabbia che continuava a cadere, assieme ad altri numerosi punti che lasciavano intuire la grandezza del tempio, che a vista d’occhio in poco tempo si sarebbe riempito.
Il Boss, ricreando le proprie ali, sarebbe uscito a sua volta a breve da lì, proprio come aveva fatto lei.
In pochi attimi l’avrebbe fatto.
Mentre la sabbia scendeva come fosse parte d’una clessidra usata per segnare il tempo, la donna era certa che tra poco l’avrebbe visto raggiungerla.
Ma perfino quando la sabbia rallentò il suo movimento, fino a cessare del tutto una volta ricoperto il tempio, ancora lei stava aspettando.
Non era assolutamente preoccupata per lui, sapeva perfettamente che nulla di simile poteva ucciderlo. Una persona capace di controllare le ombre, divenendo parte d’esse, non poteva morire per così poco.
Stava solo cercando di prenderla in giro, come aveva sempre fatto quando se n’era presentata l’occasione.
-Andiamo, non ho voglia di questi giochetti.-
Disse quindi irritata incrociando le braccia, ma non arrivò nessuna risposta.
Trascorsero vari minuti prima che lei si mosse nuovamente, guardandosi attorno.
Non vide altro che sabbia, ma questo non bastò a ridurre la sua certezza.
Eppure altri minuti passarono ed ancora l’unica cosa che sentiva era il fischio del vento tra i suoi capelli.
Sospirando la donna si arrese, voltandosi ed incamminandosi verso la moto parcheggiata in un punto più distante e sicuro da lì.
Credeva veramente fosse così ingenua?
Senza nemmeno aspettare Ailea fece partire la moto, sfrecciando poi a tutta velocità verso il deserto.
Non appena si fosse deciso a farsi vedere avrebbe usato il gioiello del committente per tornare a Rookbow; aveva scelto di usarlo solo dopo la festa appunto per esser certa di poterlo fare dopo tutto.
Le cose però non andarono esattamente come aveva previsto. Era certa infatti che ad un certo punto l’uomo le avrebbe confermato stava solo tentando d’ingannarla, prendendo a punzecchiarla in altri modi, ma il tragitto percorso aumentava e così anche il tempo, che lasciò trascorrere varie ore di silenzio per la donna.
Anche se non voleva nemmeno pensarci, un nodo si era creato alla bocca dello stomaco di lei, che iniziava a chiedersi perché non rispondeva.
Voleva così tanto portare avanti un gioco così?
Quando lungo l’orizzonte iniziò a stagliarsi il profilo del tramonto, la donna frenò bruscamente, scendendo dalla moto ed utilizzando l’anello per tornare all’inizio del suo viaggio, notevolmente irritata.
-Quanto tempo vuoi perdere! Abbiamo recuperato lo scettro, dobbiamo tornare a Rookbow!-
Il suo rimprovero si perse nella sabbia, che non le diede alcuna risposta.
-Non vorrai farmi credere che non potevi creare delle altre ali sul momento? Sabbiamo entrambi che non correvi assolutamente il rischio di precipitare!-
Ancora nessuno le rispose, ed a ogni minuto in più di silenzio lei perdeva la propria pazienza.
-Vorresti dirmi che ti sei offeso perché ho afferrato lo scettro? Sei perfettamente in grado di salvarti da situazioni simili, non sono nulla per te! Ed anche se fosse stato non avrei alcun motivo per non approfittare di una tua debolezza!-
Il tono di voce aumentava, come se così facendo avesse la certezza d’esser udita, ma allora perché iniziava a sentirsi una nota d’incertezza?
-Credi non tornerò indietro senza di te? So benissimo che ti rifaresti vivo in poco tempo.-
Eppure ancora non arrivava, avrebbe dovuto farlo già da tempo, ma lei era ancora sola.
Questa sensazione iniziava a diventar fastidiosa, quasi opprimente.
Un brivido gelido che non lasciava spazio nemmeno al calore del deserto, ed un senso d’inquietudine disgustosamente invasivo.
Si sentiva come se fosse spogliata di tutto.
-Smettila di nasconderti!-
All’improvviso, sempre stringendo lo scettro tra le mani, la donna s’inginocchiò a terra iniziando a spostare la sabbia, come se questo semplice gesto potesse farlo comparire.
Voleva vederla umiliata, privata della sua calma, ne era certa, e per quest’ultima parte c’era assolutamente riuscito.
Non capiva perché quel silenzio le stesse distruggendo le orecchie, ma voleva che cessasse.
Continuava a smuovere la sabbia, abbandonando perfino l’oggetto tra le mani e cambiando punto, ma questo non servì a renderla meno sola.
Poteva veramente esser rimasto lì sotto?
No, non poteva essere, era certa che non era così.
Ma allora perché sentiva un leggero tremolio nel corpo?
Stringendosi tra le braccia cercò di calmarsi, ma non portò a grandi risultati.
-Adesso basta!-
Improvvisamente provò un’immensa rabbia dentro di sé, come se non le fosse possibile controllare più le emozioni.
Il suo corpo venne avvolto da numerose rune nere dai margini viola, che le volteggiarono attorno mentre gli occhi divennero completamente gialli.
Tramite quella potentissima magia, che quasi involontariamente stava usando, il suo intero corpo venne avvolto da un’aura dalla figura simile ad un gigantesco lupo, e come un’animale iniziò a scavare nella sabbia quasi in maniera disperata.
Sembrava un’impresa senza senso, ma la sua velocità aumentava sempre di più, e le permise di scavare un’ampia fossa che raggiunse un punto solido.
A quanto pare le rocce del tempio si erano ammassate le une sulle altre, creando una zona che aveva impedito la completa sepoltura.
La donna era certa che l’uomo fosse lì, e tramite la sua magia passò attraverso quella parte, ritrovandosi in uno spazio più angusto rispetto al precedente, ma comunque di ampie dimensioni, seppur pieno di sabbia.
-Dove sei?!-
Tramite la magia poteva facilmente creare della luce attorno a sé, e nell’oscurità ciò che vide la lasciò per qualche secondo senza fiato.
In ciò che rimaneva di quella stanza c’era sì un corpo, ma era a terra, immobile e con una chiazza di sangue che partiva dalla testa.
Le rune attorno alla donna tremolarono, mentre la concentrazione venne meno e la magia svanì.
Rimase ferma per qualche minuto, prima di riuscire finalmente a muoversi, raggiungendo il corpo del Boss.
Anche in quella tenue luce il suo aspetto era meraviglioso come sempre, seppur con un rivolo di sangue che scendeva dalle labbra, e gli occhi chiusi.
-Smettila di fare l’idiota. Abbiamo già perso tempo.-
Sussurrò Ailea guardandolo,  ma lui non rispose.
-Credi di esser professionale? O divertente? Ti ho trovato, ora torniamo a Rookbow.-
Ancora una volta non ci fu altro che silenzio, e tentò perfino di infastidirlo spingendogli il fianco con una mano.
-Sono stanca hai capito?! Apri gli occhi!-
Quando ancora non ottenne risposte, e nemmeno l’ombra di un respiro, Ailea perse nuovamente la calma, ed iniziò a scuoterlo per le spalle ed a prenderlo a schiaffi.
-Ho detto aprili! Aprili! Aprili! Aprili! Aprili!!-
Ad ogni schiaffo non otteneva nessun risultato, e mano a mano la forza diminuiva, mentre agli occhi iniziavano a palesarsi delle lacrime.
Un fatto nasceva nella sua mente, ma lei non ci credeva, e non poteva nemmeno accettarlo a quanto pare.
-Che stai facendo? Che razza di godimento è questo? Ti diverti a vedermi soffrire? Bene! Guardami ed andiamo!-
Tentò perfino di sollevarlo, ma il corpo cadde a terra privo di forze, e con lui anche quello della donna, che appoggiò la fronte al petto fermo, singhiozzando.
-Non lasciarmi sola…-
L’ultima frase era paragonabile ad un respiro, ma non sembrava che ci potesse esser qualcuno per ascoltarla.
Passarono diversi minuti, e la donna non riuscì a muoversi dalla posizione in cui stava.
Si sentiva fredda e vuota, ed era una sensazione talmente spiacevole da distruggerle quasi la mente.
Il cuore provava un dolore percepito in passato solo poche volte, e che non voleva darle tregua.
Forse era meglio così.
Lì immobili entrambi non avrebbero potuto far male a nessuno, e smettere di far parte di un mondo tanto corrotto.
Forse, quella tomba comune, poteva essere una soluzione più felice delle loro vite.
Ad interrompere il silenzio, tuttavia, qualcosa finalmente arrivò.
Una risata, cristallina e gioiosa, sempre più divertita, unita all’alzarsi ed abbassarsi dello stesso petto sul quale Ailea era appoggiata.
La donna era ancora paralizzata, sì, ma stavolta non c’era alcuna emozione in lei, come se fosse solo un guscio vuoto.
La risata intanto continuava, ed Ailea sentì una mano accarezzarle i capelli, mentre l’uomo si alzava leggermente continuando a coccolarla.
L’aveva ingannata ed umiliata per l’ennesima volta.
-Oh, amore mio, anche io sarei disperato se non ci fossi più.-
L’umiliazione era sempre più cocente, ma ancora Ailea non la percepiva nel suo stato catatonico.
Il Boss, intanto, le aveva preso l’anello consegnato dal loro committente, dandole un dolce bacio sulla testa.
-Andiamo pure a casa.-
   
 
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