Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Harley Sparrow    15/11/2019    2 recensioni
Sequel di This is Us – Youth e di This is Us – Bond
Anno 1995/1996
Per Edmund, Frannie e Margaret inizia l’ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. L’ombra del ritorno di Voldemort si allunga silenziosa, e i ragazzi ne subiranno le conseguenze. Scopriranno presto che il mondo magico non è più quello di una volta.
Con la professoressa Umbridge più odiosa che mai, segreti da tenere nascosti, i rapporti fra le Case che si fanno più freddi, la fine di qualche amicizia e un’alleanza inaspettata, riusciranno i nostri eroi a superare i MAGO e a prepararsi alla vita fuori da Hogwarts?
*
[Dal capitolo IV]
«Usare incantesimi di Difesa?! Non riesco a immaginare una situazione nella mia classe che richieda di ricorrere a un incantesimo di Difesa. Lei si aspetta forse di essere aggredita durante la mia lezione, signorina…?»
«Oaks» rispose Laetitia.
Frannie fissò l’insegnante incredula. Non aveva mai sentito una castroneria simile, nemmeno dal professor Allock, e comunque a quei tempi sarebbe stato divertente. Ora non lo era, non lo era per niente.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolores Umbridge, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XII 
 
OLTRE OGNI PREVISIONE

Le ragazze si svegliarono abbastanza di malumore. Entrambe avrebbero avuto una giornata intensissima di lezioni, e nelle ore buche avrebbero dovuto studiare per i MAGO. Praticamente non avrebbero potuto parlare sino alle quattro del pomeriggio. La prima ora era un’ora buca destinata allo studio, poi il tutto sarebbe iniziato con una lezione di rune antiche alla seconda ora, decisamente non il massimo dell'allegria. Il resto della giornata avrebbero avuto lezione sino a tardi, con due ore finali della Umbridge nel pomeriggio.
Si erano trascinate al bagno a turno, si erano rese presentabili, e solo circa venti minuti dopo aver carburato in silenzio Frannie si era avvicinata, le aveva stampato un bacio sulla guancia e aveva mormorato “auguri Margaret”.
Sino alle nove optarono per stare in dormitorio e fecero i compiti di incantesimi, ne avrebbero avute due ore più tardi, e quando si avvicinò l’ora di andare a lezione si alzarono controvoglia dal letto per mangiare qualcosa prima di mettersi sotto.
In Sala Grande trovarono Edmund seduto al tavolo, fresco come una rosa, che come le vide si illuminò e indicò loro di sedersi.
-Buongiorno, ragazze!
Esclamò, poi attirò Mag a sé e le diede un bacio sulle labbra.
-Tanti auguri.
-Grazie, Ed.
Rispose, sorridendo ma non troppo. La Umbridge in quei giorni stava diventando peggio di un cane da guardia, ed era già tanto essersi dati un breve bacio. Non avrebbe nemmeno potuto sfiorargli la mano nei corridoi. Fred e George non avrebbero potuto farle gli auguri pubblicamente per motivi che purtroppo erano ben chiari alla ragazza e, quel che era peggio, le feste a Hogwarts non erano più tollerate. Sarebbe stato un compleanno decisamente peggiore degli altri. Non poter essere affettuosa con Edmund nei corridoi, i suoi amici che dovevano ignorarla e la totale assenza di festeggiamenti per il suo compleanno rendevano l’umore di Mag decisamente miserabile.
-Ho fatto portare i pasticcini alla crema per la festeggiata!
Esclamò il ragazzo facendo l'occhiolino, tenendo la Gazzetta piegata sulle gambe.
-Ne ho preso anche uno al cioccolato, Fran.
Aggiunse, alzando gli occhi al cielo.
-Uh, sei un amico Ed!
Esclamò Frannie, acchiappandolo svelta e buttandoselo in bocca.
Margaret guardò i suoi più da vicino.
-Crema chantilly e fragoline? Non si erano mai viste a Hogwarts!
Edmund alzò le spalle.
-Dall'anno scorso pare ci sia una nuova elfa che sa fare un sacco di cose, quella dei Crouch. Non ha mai voglia di fare nulla, piange sempre, ma mi ha preso in simpatia e quando vado a fare merenda mi prepara sempre qualcosa. È stata lei a propormelo.
La ragazza guardò il vassoio per un istante. Forse era il piatto preferito di Barty Crouch Jr. e per questo l’elfa lo conosceva così bene. Il pensiero la faceva sentire un po' strana, ma ne prese uno e lo portò comunque alla bocca. Tutti i dubbi sparirono.
-È la cosa più buona che abbia mai assaggiato!
Bofonchiò, coprendosi la bocca con la mano, con ancora mezzo pasticcino da mandare giù.
-Lo sapevo! Winky è molto brava.
Rispose Edmund, fiero della sua scelta.
-Concordo! Anche io la voglio per il mio compleanno! La pago, se vuole!
Esclamò Frannie, rubando un pasticcino dal vassoio di Mag, che la guardò con odio.
-Non penso che sia una buona idea, Frannie. È già abbastanza disperata perché Silente glielo ha proposto qualche volta. È molto legata al ruolo tradizionale degli elfi.
Rispose Edmund, soffocando una risata.
-Oh, a Laetitia non farà piacere sentirlo.
Mormorò Margaret, prendendo un altro pasticcino.
-Parli del diavolo...
Mormorò il ragazzo, guardando verso il tavolo Corvonero. La ragazza era appena arrivata.
-Oh no, se Laets é qui vuol dire che la lezione sta per cominciare!
Sospirò Margaret. Anche lei guardò verso di loro. Aggrottò le sopracciglia alla visione di Frannie, prese una fetta di torta alla zucca e si alzò per dirigersi verso la lezione. Margaret sospirò di nuovo.
-Forse è meglio che andiamo, Frannie. Se si sta avviando Laetitia deve essere parecchio tardi...
-Ti raggiungo tra un attimo, Mag. Non mi va di essere trattata male, e comunque Tony mi tiene il posto.
-Sicura? Guarda che se arrivi in ritardo un'altra volta...
-Vai pure, ti dico! Ci vediamo lì!
-Buona lezione!
Disse Edmund, e dopo essersi guardato con attenzione intorno le diede un altro bacio sulle labbra. La ragazza si alzò.
-A tra poco, Mag.
Disse Frannie, salutandola con la mano e sorridendole. Quando si fu allontanata abbastanza, Edmund si voltò verso di lei, serio.
-Quindi è tutto a posto? Siamo sicuri? Le ragazze? A loro va bene?
-Sì Ed, solo tu eri in forse. Lo hai detto a Montague?
Lui si morse il labbro con frustrazione.
-No.
-Edmund!
Esclamò Frannie a bassa voce.
-Non posso chiedere un favore a Montague, Fran. Se non vorrà, starete da sole.
-Ma Margaret vorrà anche te!
-Una notte tra amiche le farà bene, vedrai...
-Se ti vergogni a chiederglielo posso farlo io!
-Assolutamente no!
Rispose, alzando la voce. Qualche testa dagli altri tavoli, ancora quasi vuoti, si voltò verso di loro.
-Si può sapere che ti prende?
Chiese Frannie, scuotendo la testa. Il ragazzo abbassò il tono nuovamente.
-Niente. Lo metterò davanti al fatto compiuto, ok? E se non gli andrà bene lo farò pietrificare da Adrian, tanto da quando lo ha escluso dalla squadra lo odia anche lui.
Frannie alzò un sopracciglio, scettica.
-Mh. Voglio fidarmi di te.
-Tu sei riuscita a recuperare tutto, invece?
-Sì. Fred e George mi hanno aiutata di nascosto.
-Fred e George?
-Sì, ci lasciamo i bigliettini nelle borse quando nessuno ci guarda, ogni tanto.
-Sai che è pericoloso, Fran.
Sibilò lui, guardandosi sospettoso intorno.
-Non ci firmiamo Ed, è impossibile scoprirci, anche se qualcuno trovasse i biglietti e capisse a che si riferiscono.
Lui sorrise a mezza bocca.
-Mh. Voglio fidarmi di te.
Disse, ricordando le parole di poco prima dell’amica. Lei sbuffò.
-Adesso devo proprio correre, Ed. Altrimenti la Babbling mi ammazza veramente, questa volta.
-Vai! Non ti dimenticare di stasera!
-Ma secondo te?
 
Quando Margaret raggiunse Laetitia, lei le si rivolse con cordialità. Ultimamente cercava sempre di evitarla quando era con Frannie, ma quando si trovavano da sole era amichevole come al solito.
-Mag, eccoti! Tanti auguri!
Esclamò la ragazza, abbracciandola forte.
-Grazie Laets.
Rispose Margaret sorridendo.
-Ho un regalo per te! Lo vuoi subito o dopo la lezione?
-Oh Laets, non dovevi!
Squittì Margaret, imbarazzata.
-Scemenze! È il tuo compleanno, dopotutto! Allora, quando lo vuoi?
La ragazza alzò le spalle.
-Forse è meglio dopo, siamo già in ritardo...
L'altra allargò il sorriso.
-Come preferisci! Andiamo!
La prese sottobraccio e andarono in classe. La professoressa era appena arrivata, tirava fuori le pergamene da una grossa borsa di pelle.
-Ma ci pensi che un giorno saremo al suo posto?
Sussurrò Laetitia, sedendosi in prima fila, seguita da Mag. Il corso dell'ultimo anno era seguito da sole otto persone, tutte nei quattro banchi centrali. Tony, da quello sulla destra, le salutò con la mano. La qualità dell'insegnamento però era molto migliorata, e anche l'umore della professoressa, che aveva a che fare solo con persone seriamente interessate.
-Buongiorno a tutti. Mi sembra che non manchi nessuno, giusto?
La Babbling, da brava donna di lettere, era una frana a contare e aveva sempre bisogno di rassicurazioni sull'appello, per quanti pochi studenti frequentassero il suo corso. Per Margaret aveva troppe conoscenze stipate nel cervello e quindi i numeri non potevano entrarci. Improvvisamente Frannie spalancò la porta, affannata. La donna prese un cipiglio severo.
-Ora ci siamo tutti, professoressa.
Rispose Tony diligente. La ragazza si affrettò a sedersi accanto al Tassorosso, stringendogli brevemente la gamba e borbottando un veloce “grazie”. Laetitia non la degnò di uno sguardo.
-Bene, benissimo!
Esclamò la donna, tornata subito di buon umore, sollevando la bacchetta e facendo volare un fascicolo nuovo su ciascuno dei banchi.
-Oggi parleremo degli errori di trascrizione dal cuneiforme sumerico alle rune antiche e delle anomalie magiche che il fenomeno ha portato nell'Europa del secondo secolo. Come sapete i maghi non hanno mai perso, al contrario dei babbani, l'uso del cuneiforme sino all'anno zero. Questo ha portato...
 
Un'ora dopo Margaret e Laetitia uscirono stanche e piene di appunti e di informazioni, ma molto affascinate.
-Dopo questa lezione starò sempre tremila volte più attenta a ricopiare attentamente tutti i testi che vedrò!
Borbottò Margaret, con la borsa a tracolla gonfia di fogli.
-Beh, non penso ci voglia un genio per capire che copiando simboli magici antichissimi su pietre cadute dal cielo bisogna stare attenti. Non dovevano essere dei grandi furbi quei maghi lì.
-Un errore può sempre capitare però!
-Ed è per questo che è un lavoro che non farò mai. Poi finirei a cambiare il corso della storia perché ho copiato “logal” invece di “lugal” su una colonna rituale...
-Sì, hai ragione.
Rispose Margaret ridacchiando.
Apparve Frannie accanto a lei, con Tony per mano.
-Noi passiamo dalle cucine per andare a incantesimi! Vuoi venire anche tu? Andiamo anche a prendere Edmund in Sala Grande!
Mag si morse il labbro e guardò Laetitia, che era diventata seria di colpo. L'idea di andare a lezione con più calma insieme al fidanzato e agli amici la attirava, ma non aveva ancora aperto il regalo di Laetitia, e non avrebbe voluto farla restare male.
-No grazie Fran, io sto un po' qui.
Rispose lei, sorridendo conciliante. L'altra alzò le spalle, con finto ma convincente menefreghismo.
-Come preferisci! Ci vediamo lì allora!
Quando si allontanò, Tony le diede un bacio sulla testa e le strinse la mano forte.
-Passerà anche questa, vedrai.
Le sussurrò all'orecchio.
Laetitia invece borbottò “che gente” tra i denti.
-Allora, questo regalo?
Chiese Mag, cercando di smorzare la tensione. La compagna si illuminò di nuovo.
-Ah, sì!
Tirò fuori un pacchetto dalla borsa, incartato con carta argentata. Margaret la scartò, facendo attenzione a non strapparla. Ne tirò fuori un quadernino rilegato con la copertina a squame verdi e blu, scintillante. Era bellissimo.
-È simil pelle di Occamy. È finta, ovviamente. Ma è bella come quella vera, e non hanno ammazzato nessuna creatura magica per farla!
-È... davvero bellissimo, Laets.
-Su, su, aprilo!
Incitò la ragazza. Lei lo fece. All'interno non c'era un semplice quaderno, ma un'agenda. E non era divisa per mesi e settimane, ma per semestri. Aveva anche uno spazio per le valutazioni.
-Pensavo che ti servirà un'agenda come questa quando saremo colleghe! Credo che ne prenderò anche una per me. Vedi? Qui puoi mettere le liste degli alunni in ordine alfabetico. C'è spazio per cinque classi, per il primo anno dovrebbe andare bene.
Margaret non sapeva cosa dire. La abbracciò forte, sospirando.
-È davvero fantastica. Grazie, veramente. La adoro.
-Figurati, Mag. Sono così contenta che lavoreremo insieme!
-Sì, anche io. Tantissimo.
 
La mattinata scorse pigramente. La lezione di Vitious era una barba, e Margaret non pensava di aver mai passato un compleanno più deprimente di quello. Certo, c'erano stati i dolcetti a colazione, Laetitia le aveva dato un regalo, era persino arrivato un gufo dai suoi genitori con un vestito nuovo, di colore blu, piuttosto carino. Però si sentiva che l'aria era tesa, che Hogwarts stava diventando pian piano un posto sempre più ostile. Non avrebbe fatto una festa, i gemelli le avevano fatto gli auguri in modo piuttosto distaccato (confidava che a Natale si sarebbero rifatti, e questo la consolava un po') e tra le lezioni diverse e lo studio non era stata con Edmund nemmeno un pochino. A spezzare la routine, subito dopo l'ultima lezione arrivò Aurora, la sua salvatrice, come sempre dal giorno che si erano incontrate sul treno. Approcciò Margaret all’uscita di Difesa, e la ragazza ne fu così felice che non notò Edmund liquidarsi in fretta subito dopo.
-Ti va di prendere un tè, Mag? È così tanto che non ci facciamo una bella chiacchierata!
La Serpeverde rispose con entusiasmo e le due camminarono svelte verso la Sala Grande.
-Ti vedo così stressata ultimamente, cara. Forse è meglio una camomilla, cosa dici? Con il limone e tanto, tanto miele.
Si raccomandò Aurora, decidendo di passare prima dalle cucine. Mag annuì riconoscente con un sorriso.
-Su, dimmi, come sta andando questo compleanno?
La ragazza sospirò.
-Normale. Insomma, sono i diciotto anni, non è così importante... dopo i diciassette chi festeggia più? Non so nemmeno se Edmund mi ha fatto un regalo.
-Beh, se entro stanotte non ti desse niente sarebbe molto maleducato.
Le disse lei con gentilezza.
-Ma sì, qualcosa me l'ha comprata, credo... non che mi importi molto...
Sospirò la ragazza.
Le due entrarono in cucina e si fecero dare due tazze di camomilla fumante, corrette abbondantemente con il miele e il limone, proprio come aveva detto Aurora. Gli elfi, dato che stava arrivando il Natale, diedero loro anche una bustina di biscotti a forma di omini di pan di zenzero.
-E così sei maggiorenne anche nel mondo degli umani, eh?
-Sì, e mi sembra così strano! Ormai mi sentivo già maggiorenne da un anno! E pensare che potrei guidare una vera automobile...
Parlarono un po' della maggiore età nel mondo babbano e di come questa differenza le confondeva. Margaret non poteva parlare di queste cose con Frannie e Edmund, e almeno Aurora era stata cresciuta su modello babbano, anche se le zie erano streghe.
-Chissà se andremo mai a votare. Tu ci pensi, ogni tanto? A cosa potremmo fare se tornassimo nel mondo babbano per un po'?
Chiese Margaret quando ormai erano sedute al tavolo a sgranocchiare un biscotto. La camomilla la aveva un po' tranquillizzata.
-Sinceramente,
Rispose Aurora, sorseggiando la bevanda zuccherina.
-Non mi sono mai trovata tanto a mio agio nel mondo babbano. Ho sempre pensato di essere una fuori posto. Sarà che le mie zie erano delle tali frane, ma mi è sempre sembrato un po' finto in realtà. Perché, tu che vorresti fare?
Margaret restò in silenzio per qualche secondo, pensando a una risposta.
-Non lo so. Mi sento come se mi mancasse qualcosa, credo. Una mia amica questa estate mi ha detto di cose che stanno succedendo che sono fuori dal mondo. O meglio, sono io che sono fuori dal mondo. Mi sento così. E poi Hogwarts...
La ragazza sospirò.
-Non so, un tempo stare qui mi faceva sentire a casa. Ma ora con tutto quello che sta succedendo...
Aurora le prese la mano e gliela strinse leggermente.
-Ti capisco, cara. Vedrai che la situazione migliorerà. È soltanto un brutto periodo, tutto qui.
"Voldemort, la Umbridge, Montague capitano della squadra, parlare di brutto periodo è un po' un eufemismo..."
Pensò Mag, ma non lo disse. Non voleva coinvolgere anche Aurora nel suo malumore, e quest'anno non sarebbe stato facile nemmeno per lei. Si accorse che non aveva parlato di Philip nemmeno una volta. Sicuramente aveva davvero intenzione di concentrarsi su di lei e tirarla su di morale. La guardò con affetto, e lei sembrò percepirlo, perché sorrise calorosamente ed esclamò
-Ho una cosa per te!
Margaret non se lo aspettava.
-Grazie Aurora ma, veramente, non dovevi...
-Beh, volevo però!
Rispose lei alzando le spalle. Tirò fuori dalla tasca un pacchettino dorato. Margaret lo aprì con curiosità. Al suo interno, due orecchini di un blu scintillante. Neanche a farlo apposta sarebbero stati benissimo col suo vestito nuovo.
-Sono stupendi!
Esclamò la ragazza, con gli occhi che brillavano.
 
Meno male che Aurora è sempre così disponibile.
Mormorò Frannie, tirando fuori dal baule una  bottiglia di whisky incendiario, una di acquaviola e una di assenzio.
-Per quanto ha detto che la tratterrà?
Chiese Jasmine per la trecentesima volta.
-Sino alle cinque e mezza, Jas. Spero che Miles e Adrian si sbrighino a fare le loro cose.
Rispose l'altra, posando la bottiglia di assenzio sul letto.
-Andiamo, Edmund ci aspetta fuori.
Le ragazze uscirono guardinghe  nella Sala Comune. Frannie teneva le bottiglie dietro la schiena. La situazione era peggiorata molto da Settembre, ora non si poteva fare nulla neanche nelle Sale Comuni, la Umbridge aveva occhi ovunque. Ripetere l'esperimento di Halloween era troppo rischioso, ci erano andati così vicini allora... L'unico posto in cui la megera non aveva potere erano i dormitori. E così, avevano agito di conseguenza.
-Venite.
Sussurrò Edmund vedendole uscire dalla stanza, e si infilarono nel corridoio che dava sui dormitori maschili. Entrarono in quello di Edmund in silenzio. Non c'era ancora nessuno, si chiusero la porta alle spalle.
-Sei sicuro che Montague approverà?
Chiese Jasmine preoccupata.
-Sono il caposcuola dopotutto, non penso andrà dalla Umbridge a spifferare tutto. E se anche lo facesse, è la mia parola e quella di Adrian contro la sua. Non gli crederanno.
Frannie annuì e gli mostrò le due bottiglie che aveva in mano.
-Sono un'acquaviola e un whisky incendiario. Noi in camera abbiamo anche una di assenzio, perché noi siamo quattro e voi soltanto due. Però puoi scegliere quella che preferisci.
-Whisky incendiario, grazie.
Rispose il ragazzo senza nemmeno pensarci. Frannie alzò gli occhi al cielo.
-Era ovvio. Stupida io che ho chiesto...
-Beh è giusto, voi ne avete due!
Rispose Edmund alzando le spalle.
-E poi a me piace l'acquaviola. E anche a Miles.
Si inserì Jasmine.
-Bene, allora perfetto. Lei e Aurora dovrebbero finire tra poco.
Concluse Frannie annuendo.
-E poi verrà in Sala Comune e le darò il mio regalo. Poi possiamo iniziare quando volete.
Aggiunse Edmund.
-Ok, allora tu aspettala lì, noi iniziamo a cambiarci!
I tre uscirono nuovamente, sempre guardinghi. Non sapevano di chi potevano fidarsi. Frannie tenne nascosta la bottiglia di acquaviola rimasta sinché non rimise piede in camera.
Si sfregò le mani soddisfatta.
-Bene. Ora manca solo lei.
 
Quando Aurora e Margaret esaurirono gli argomenti, si separarono cordialmente. Mag si sentiva rigenerata. Parlare con Aurora le faceva sempre questo effetto.
Andò verso la Sala Comune per cercare Edmund, Frannie o entrambi. Alla fine aveva studiato tanto durante l'ora buca, aveva finito le lezioni, ricevuto tre regali e ora sarebbe potuta stare con il suo ragazzo e i suoi amici. Non era andata così male, dopotutto. Quando sussurrò amortentia ed entrò nella Sala Comune, vide che Edmund era ancora in divisa che la aspettava.
-Finalmente!
Esclamò il ragazzo, e le si avvicinò per abbracciarla.
-Mi sei mancato oggi.
Sospirò Margaret, dandogli un bacio a stampo sul collo. Quel giorno avevano avuto solo una lezione in comune e le ore buche le avevano passate a studiare.
Prese un pacco di media grandezza che aveva posato sul divano e glielo porse.
-Buon compleanno Mag.
La ragazza lo prese con entrambe le mani e lo guardò. Si chiese come avesse fatto a dubitare che le avrebbe dato un regalo. Lo guardò rendendosi conto di quanto lo amava.
-Beh, non apri?
Chiese Edmund ridendo. Lei si riscosse. In Sala c'era un po' più di gente, ma non era stracolma. Mary Sue non si vedeva da nessuna parte e, cosa più strana, neanche Frannie o Jasmine. Margaret scacciò il pensiero e scartò fremente l'ennesimo regalo della giornata. Quando vide il suo contenuto, soffocò un urlo. Tirò fuori un peluche di snaso dalla scatola, a grandezza naturale e si gettò al collo di Edmund.
-Grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie!
Lui scoppiò a ridere.
-Ehi, ehi, prego! Neanche ti avessi regalato una crociera di due settimane ai Caraibi!
-Lo adoro!
Esclamò, staccandosi dall'abbraccio e stringendo il pupazzo al cuore.
-Vedo! Mi fa piacere che ti piaccia.
Il ragazzo sorrise. Sapeva che gli snasi erano tra le creature magiche preferite di Margaret. Ogni tanto diceva che quando avesse avuto abbastanza soldi ne avrebbe comprato uno. Per motivi facilmente comprensibili, erano creature molto costose.
-Dove lo hai trovato?
Il ragazzo alzò le spalle con aria innocente.
-Non si dice mai l'origine dei regali!
-E chi l'ha detto, questo?
-Lo dico io! E ora fila in camera, Frannie deve farti vedere una cosa.
Lei inclinò la testa da un lato.
-Mi chiedevo dove fosse finita... ma... poi ceniamo insieme, vero?
-Se avrai le forze per andare a cena, volentieri!
La ragazza aggrottò le sopracciglia perplessa a quelle parole e si avviò titubante verso la camera.
Quando aprì la porta, restò un attimo ferma a cercare di dare un senso a quello che stava vedendo. I quattro letti erano stati spostati, due schiacciati da un lato della stanza e due dall'altro, coi bauli sotto. Al centro, sedute in cerchio, Frannie, Jasmine e Miles la guardavano sorridenti e in pigiama, come se fossero pronte per dormire. Frannie aveva in mano il suo specchio magico.
-Benvenuta!
Cinguettò Frannie, seduta a gambe incrociate e con il suo pigiama natalizio con le renne.
-Abbiamo deciso, dato che la Sala Comune è sotto controllo, di dare un pigiama party!
Margaret alzò un sopracciglio scettica, ma sorrideva.
-È da tanto che non faccio pigiama party, ma non mi ricordo ci fosse dell'assenzio!
Esclamò, ammiccando verso due bottiglie che scintillavano per terra tra le amiche.
-Beh, hai diciotto anni mica otto! No?
Esclamò Jasmine, battendo la mano nel posto vuoto accanto a lei.
-Dai su, muoviti. Ma prima mettiti in pigiama!
Le intimò, lisciandosi la camicia da notte di raso azzurro. Mag obbedì. Quando tornò dal bagno, cambiata e struccata, Edmund e Miles erano in linea allo specchio in mano a Frannie.
-Abbiamo invitato anche i ragazzi, abbiamo pensato avresti voluto anche loro! Gli ho dato una bottiglia, così festeggiano con noi!
Disse Frannie, orientandole lo specchio. Edmund aveva il suo sobrio pigiama grigio, Adrian quella che sembrava una vecchia maglia di Quiddictch invernale sbiadita, che probabilmente un tempo era stata delle Holyhead Arpies.
La salutarono con la mano.
-Ciao ragazzi!
Rispose la ragazza sedendosi tra Jasmine e Frannie, che si spostò leggermente verso Miles. Jasmine stappò una bottiglia con la bacchetta.
-Beh, apri i regali?
Chiese eccitata.
-R… regali?
Balbettò Margaret.
-Beh, è il tuo compleanno, no?
Chiese Miles aggrottando le sopracciglia.
-Beh, pensavo che la festa fosse il regalo.
-Non dire scemenze, Mag!
Abbaiò Frannie, e appellò un pacchetto che apparentemente era stato sotto il letto tutto quel tempo. Glielo porse.
-Ho pensato che siccome l'anno prossimo, tra sei mesi, non ci vedremo più come ora... magari avresti gradito qualcosa del genere.
Mormorò, mentre l'amica lo apriva. Non andava forte con l'esprimere quel genere di sentimenti quindi non si sprecò a dire altro. Non che ce ne fosse bisogno, Margaret sapeva bene quanto si sarebbero mancate dopo quell’anno.
Dentro il pacchetto c'era un piccolo fascicolo di foto magiche, degli anni passati. Ce n'era una che aveva fatto Jasmine al loro primo anno con la sua prima macchina fotografica rudimentale, di loro due nella camera, uno dei primi giorni di scuola. Una con Jasmine al Lago Nero, qualcuna con Laetitia, quasi tutte in biblioteca, una in cui prendeva il tè con Aurora in giardino, due della vacanza in Sardegna, e persino quella che Frannie aveva scattato a lei e Edmund a tradimento a Hogsmeade qualche mese prima.
Mag sorrise sinceramente.
-Oh, Fran! Ma allora sei un pochino sentimentale!
-Io? Ma no! Volevo solo accertarmi che non dimenticassi la mia bellezza!
Borbottò, con le guance che arrossivano leggermente.
-Come no... grazie.
L'altra le sorrise e si sporse per darle un bacio sulla guancia.
-Anche io voglio vederle!
Sbraitò Edmund dallo specchio.
Jasmine lo prese e gliele mostrò da vicino.
-Quella la voglio io, tanto della Sardegna ne ha due!
Lo sentirono dire a Adrian.
-Solo perché Mag è in costume in quella!
Lo accusò Jasmine ridendo.
-Ma cosa dici?! È perché sono due e quindi può farne a meno!
Replicò lui, offeso. Adrian gli diede una gomitata. Margaret arrossì.
-Brindiamo al regalo!
Esclamò invece Miles, sorseggiando l'acquaviola aperta da Jasmine e poi passandogliela. Frannie aprì quella di assenzio e la diede a Margaret.
-Forza, birthday girl! Salute!
Lei sospirò, ma prese un lungo sorso.
-A Margaret!
Esclamarono i ragazzi in coro, bevendo un sorso a testa del whisky incendiario.
-A Mag!
Concluse Frannie, bevendo a sua volta.
-Questo è da parte mia e di Al. Ti saluta tanto, oggi aveva un orario pieno!
Disse, e le porse un pacchettino.
-Oh, ringrazialo moltissimo!
Rispose, prendendolo con entrambe le mani.
-Vedere!
Ruggì Edmund, e fu il turno di Frannie avvicinare il suo punto di vista. Mag scartò, e tirò fuori un bellissimo foulard verde bottiglia, con ricami floreali in argento.
-Ma è bellissimo! Grazie Jas!
Esclamò, e la ragazza le mandò un bacio con le dita, facendole l'occhiolino.
-Brindisi al regalo!
Esclamò stavolta Jasmine.
-Sì!!
Replicò Frannie entusiasta, e prese un bel sorso dalla sua bottiglia, passandola poi a Margaret, che alzò gli occhi al cielo ma la afferrò. Intanto anche Miles, Jasmine e Edmund avevano bevuto.
-Il nostro, il nostro!
Disse infine Adrian, e Miles annuì. Porse a Margaret un pacco della forma di quel che sembrava un libro piuttosto spesso.
La predizione si rivelò esatta.
Come gli Sport Magici e quelli Babbani si sono influenzati nella Storia, Guida Completa.
-Molto interessante, grazie ragazzi!
Disse Margaret, dando a Miles un buffetto sulla spalla. Frannie e Edmund si guardarono ghignando attraverso lo specchio magico.
-Pensi anche tu quello che penso io, amico?
Chiese Frannie, facendogli l'occhiolino.
-Diavolo, sì!
Rispose lui, annuendo fiero.
-Fatemi indovinare... un brindisi?
Chiese Margaret, arresa.
-A Margaret!
Gridò Jas ridendo, poi tappandosi la bocca con la mano. Frannie fece un muffliato verso la porta. Sentirono una voce borbottare astiosa dallo specchio. Adrian si voltò infastidito, ma il rumore era fuori dall'inquadratura.
-È Montague, non badate a lui.
Commentò Edmund, asciutto.
-A proposito, come avete fatto a convincerlo?
Chiese Margaret, mentre Frannie le passava la loro bottiglia. Le altre alzarono le spalle. Frannie scosse la testa.
-Non so, Ed mi ha detto di fidarmi di lui e io così ho fatto!
Disse a bassa voce.
-Pevensie ha promesso che se non avesse detto nulla gli avrebbe fatto i compiti di pozioni sino alle vacanze di Natale.
Spiegò Adrian, sussurrando per non farsi sentire. Frannie, Jasmine e Miles spalancarono la bocca. Sapevano che tra i due non correva buon sangue.
-Ed! Non c'era bisogno!
Sospirò Margaret, guardandolo con senso di colpa. Lui alzò le spalle.
-Volevo solo passare con la mia ragazza il suo compleanno, non mi pare sia un crimine!
Borbottò lui, guardandosi astioso alle spalle. Mag guardò lo specchio con aria sognante.
“Che ho fatto di bello per meritarmelo?” pensò la ragazza, e lui le sorrise attraverso il vetro.
-Beh, ragazzi.
Esclamò Frannie, alzando la bottiglia.
-Propongo un brindisi a Edmund per aver permesso il Pigiama Party!
Stavolta neanche Margaret ebbe da ridire.
I ragazzi passarono la serata a ridere e a bere, ma decisero di ritirarsi non più tardi del solito. Non si presentarono a cena. Miles e Jasmine finirono l'acquaviola, più leggera, mentre rimase un fondo di assenzio, che Frannie si ripromise di usare per stemperare una giornata particolarmente stressante. Margaret andò in bagno prima di dormire per salutare Edmund in privato, con lo specchio.
-Beh, hai passato un bel compleanno?
Lei aveva le gote rosse per l'alcool. Alzò le spalle.
-L'ho passato con te,
Lui aspettò la fine della frase in silenzio.
-Quindi sì.
Concluse lei.
-Peccato non possa venire qui a dormire qualche volta.
Sospirò lui, grattandosi la testa.
-Dai, per le vacanze stiamo qualche giorno insieme!
-Già, non vedo l'ora! Peter vuole rivederti! E la mamma mi chiede di te continuamente, vuole assolutamente che ti porti a cena.
Lei sorrise.
-Sì, mi piacerebbe.
-Buona notte, Mag. Spero che dormirai bene.
-Penso che succederà.
Rispose lei, era felice.
-Anche io penso di dormire bene. È stato bello oggi. Peccato che abbiamo Piton alla prima ora, domani.
Lei alzò le spalle.
-Già. E tu dovrai fare anche i compiti di Montague sino a Natale... non avresti dovuto Ed, lo so che ti dà fastidio.
Lui alzò gli occhi al cielo.
-L'ho fatto per te. Ho scelto io di farlo.
-Significa tanto per me. Grazie.
Lui le regalò un sorriso bellissimo.
-Buona notte, Edmund. A domani.
-Buona notte Mag.
-Finite.
Sussurrò lei, e posò temporaneamente lo specchio sul lavandino, sospirando. Si sentiva molto fortunata. Si lavò il viso, e quando uscì le ragazze avevano già messo a posto i letti e ci si erano infilate dentro. Mise infine lo specchietto sul comodino dell'amica, dato che avevano usato il suo. Guardò il peluche dello snaso e valutò se portarselo a letto. Dopo un lungo istante lo afferrò. Era nuovo, dopotutto. Se poi si fosse stancata lo avrebbe posato sul comodino nei giorni seguenti. Si mise a letto, e mormorò la buona notte alle ragazze. Rispose solo Frannie, le altre dovevano essersi addormentate.
Oltre ogni previsione, era stata proprio una bella giornata.
 
***
 
Il giorno dopo non soffrirono il post sbornia, sia perché avevano bevuto relativamente poco sia perché avevano smesso presto ed erano andati a letto in fretta. Nonostante questo, Margaret e Frannie furono felici del fatto di avere solo due ore a testa da seguire a lezione, quel giorno. La mattinata passò lenta ma inesorabile, la lezione di Antiche Rune non fu particolarmente appassionante, e le ragazze passarono le ore buche in cui Edmund e Tony erano a Cura delle Creature Magiche a chiacchierare con Jasmine e Adrian senza particolare impegno. Mag si portò un po’ avanti con i compiti di Pozioni, dato che quel pomeriggio avrebbe avuto da fare.
L’ora di Divinazione arrivò in fretta, e Frannie si alzò seccata dai divanetti della Sala Comune con Edmund pronto a darle il cambio.
-Ci vediamo a pranzo.
Sospirò, pronta ad attraversare il castello dai sotterranei alla torre.
Negli ultimi mesi, dopo che c’era stato l’incidente della Umbridge, Laetitia si era spostata definitivamente  in banco con Belle nell’ora della Cooman, e Frannie aveva vagato di banco in banco ogni qual volta che qualcuno era assente, ogni tanto facendo pena a Jasmine e sedendosi in banco con lei, che mandava a malincuore Aladdin a sedersi con qualche Grifondoro. Quel giorno, stanca di quella situazione, aveva piena intenzione di trovare un posto fisso e un compagno decente con cui fare le esercitazioni in pace.
Aprendo la tenda e venendo immersa nel  familiare profumo d'incenso, non si stupì del fatto che Laetitia era già arrivata e aveva scelto di sedersi da un’altra parte. Lo faceva ogni volta che avevano Divinazione, per mandarle un messaggio non molto sottile. Il fatto che ancora una volta lei, solitamente ritardataria, fosse venuta presto solo per farle vedere che aveva cambiato posto irritò la ragazza. Si avvicinò a uno dei tavolini per metà liberi, occupato da una ragazza con i capelli biondi che ricordava fosse una dei caposcuola. Anche la ragazza era spesso in banco da sola, probabilmente nessuno dei suoi amici aveva scelto di continuare la materia, così a Frannie sembrò una buona idea provare lì.
-È occupato? A questo punto che la mia compagna mi abbia definitivamente abbandonato, mi serve un nuovo partner.
Chiese, guardando seccata verso Laetitia che al contrario faceva di tutto per fissare qualunque cosa che non fosse Frannie stessa.
-Siediti pure.
Rispose la ragazza sorridendo, e lei non se lo fece ripetere due volte.
-Frannie Firwood!
Esclamò, porgendole la mano.
-Arianne Irons.
-Beh Arianne, cosa ti porta a Divinazione? Ti serve il MAGO per qualcosa?
Chiese Frannie, sistemandosi sulla sedia, decisa a fare amicizia e volgere al meglio la sua situazione. Arianne sembrava abbastanza amichevole, dopotutto.
-Mi piace tutta la magia antica, sono un'appassionata! La Divinazione è stata una delle prime forme di magia a nascere. Tu invece?
Frannie alzò le spalle.
-Il Ministero mi ha chiesto i MAGO per la cooperazione internazionale. I maghi africani sono un po’ fissati con la Divinazione a quanto pare. E poi le lezioni mi divertono.
Disse Frannie, guardando di sottecchi verso i gemelli Weasley che entravano a lezione e prendevano posto; quella era sempre stata una delle sue lezioni preferite anche perché Fred e George davano il meglio di loro, come a Babbanologia.
Sperò che la Umbridge non li avrebbe disturbati stavolta, non aveva proprio voglia di vedere quella faccia da rospo anche fuori orario.
-Sì, ammetto che talvolta è abbastanza esilarante!
Disse Arianne, mentre gli studenti iniziavano ad arrivare.
-Ti avviso già che qualunque cosa ci chieda di fare la Cooman la proverai prima tu!
Frannie guardò alle spalle alzando un sopracciglio poi tornò a rivolgersi verso la ragazza.
-Io e Laetitia facevamo sempre così. Lei ascolta la Cooman e io ascolto lei.
-Mi dispiace che abbiate litigato.
Commentò Arianne, pensierosa. Fu in quel momento che Frannie ricordò che erano entrambe caposcuola, e non si sarebbe potuta sbilanciare troppo, così alzò le spalle.
-Cose che capitano. Allora compagna, vediamo se il tuo occhio interiore funziona. Di cosa parleremo oggi?
Chiese divertita. Arianne parve pensarci su.
-Io dico… il volo degli uccelli!
-Il volo degli uccelli? Figo, mi piace! Spero che porti un pollo a lezione per farci provare!
Prima che potessero commentare in altro modo, la professoressa entrò in aula, i capelli ricci sparati in tutte le direzioni, e gli occhi enormi dietro gli occhiali più attenti che mai.
-Sembra che oggi non avremo visite. Speriamo che non salti fuori qualcuno all'ultimo minuto.
Sibilò nervosamente, procedendo a gran passi verso la cattedra.
-Ma non dovrebbe prevedere se arriverà o no? Non è il suo lavoro?
Chiese Fred, e George iniziò a ridacchiare istericamente. Laetitia e Belle lanciarono loro un'occhiataccia. Se la Cooman sentì, non diede segno di averlo fatto.
La donna si portò dietro la cattedra e fissò gli alunni per lunghi istanti.
-Questa sarà una lezione teorica.
Un gemito di disappunto si diffuse per tutta l'aula, Jasmine abbandonò la testa sulla spalla di Aladdin in preda allo sconforto e Fred e George sbatterono la testa sul banco con frustrazione.
Anche Frannie imprecò tra le labbra, le parti più divertenti delle lezioni di Divinazione erano senza dubbio quelle in cui lei tirava a indovinare il futuro della sua partner senza aver ascoltato una parola della spiegazione.
Tutti sapevano che le responsabilità di quella decisione erano tutte della Umbridge, che non approvava i metodi di insegnamento di Sibilla e che sicuramente avrebbe approvato più facilmente un tipo di lezione come quello.
-Oggi parleremo dell'interpretazione del volo degli uccelli.
Disse in tono annoiato, e Frannie e Arianne si rizzarono sulla sedia, trattenendosi a fatica dalle risate.
-Sei un genio!
Frannie sibilò, e l’altra sfoggiò un sorriso fiero.
-Il termine “auspicio[1], che utilizziamo in inglese ancora oggi, viene dalla locuzione latina aves spicere, che significa “osservare gli uccelli”. Questa pratica, nota dai tempi di Romolo e Remo e quindi in uso probabilmente da prima della nascita di Roma…
 
Quando uscirono dalla lezione, Frannie aveva la testa piena di informazioni.
-Questa lezione è stata stranamente interessante.
Commentò Frannie, uscendo dall'aula con i libri in mano mentre si dirigevano a Divinazione.
-Sì, non era male. Sempre meglio di quando dovremo studiare la lettura delle interiora degli agnelli!
Commentò Arianne, trotterellando giù dalle scale.
-Certo, che idea assurda!
Rispose Frannie, dandole una gomitata.
-I Romani facevano anche questo!
Continuò Arianne, seria.
-Sì, come no. Guarda che non ci casco!
-Ma non ti sto prendendo in giro! C’è anche nel nostro libro di Divinazione avanzata, non l’hai letto?
Frannie sospirò di sollievo a quelle parole.
-Meno male, ci avevo quasi creduto! Ma non puoi fregarmi su questo, so benissimo che non c’è nessun libro per Divinazione!
-Ora sei tu che mi prendi in giro, vero? Tu non hai mai letto nessun libro di Divinazione? Come hai fatto a passare i GUFO?
-Guarda che te l’ho già detto Arianne, con me non attacca!
La ragazza sospirò e frugò nella cartella. Le porse un libro rilegato in pelle rossa, con delle stelle dorate sulla copertina e la scritta La via per l'Occhio Interiore.
-Come credi che abbia indovinato l’argomento di oggi? Non ho mica tirato a caso! Era uno degli argomenti mancanti!
Frannie guardò il libro con gli occhi spalancati e lo prese in mano. Aprì a una pagina a caso e riconobbe i tarocchi. Tornò un po’ indietro e vide la palla di vetro.
-C'è davvero un libro di Divinazione?
Chiese incredula, restituendolo alla compagna.
-Eccome! E dovremo davvero studiare le interiora degli agnelli tra un pochino!
-Ma che schifo! Spero non ce le porterà in classe!
-Beh gli uccelli non li ha portati, quindi magari no…
-Odio tutto questo.
Sibilò Fran, schifata.
-Se vuoi posso prestarti il libro qualche volta, per studiare! O potremmo studiare insieme in biblioteca!
Disse Arianne, con un sorriso. Frannie si lasciò sfuggire una risata.
-Sei davvero la persona più esilarante che conosco! Mi piaci!
Quando le due arrivarono in Sala Grande, la bocca di Arianne era leggermente piegata in una smorfia di disappunto.
Frannie adocchiò subito Margaret e Edmund che ridacchiavano al tavolo Serpeverde, così si avvicinò.
-Di che ridete voi due piccioncini?
Chiese, saltando a sedere di fronte a entrambi.
-Sai che odio quando ci chiami così!
Sbuffò Edmund, alzando gli occhi al cielo.
-Andiamo, sembrava interessante! Sputate il rospo!
Mag scosse la testa con disapprovazione.
-Mary Sue è stata cacciata fuori a urla dall'ufficio della Umbridge.
-Cosa??? E perché???
Chiese Frannie, posando i gomiti sul tavolo e il mento sui pugni, sporgendosi in avanti per ascoltare attentamente.
-Pare che abbia chiesto di partire per le vacanze di Natale con una settimana di anticipo. Vuole andare a farsi una vacanza al di là dell’Atlantico con la sua famiglia. Ha detto che ci sarebbe stato anche Potter.
-Cosa? Ma che scemenza!
Ridacchiò Frannie, coprendosi la bocca con le mani.
-Sì infatti! Darei tutti i miei averi per poter vedere la scena!
Esclamò Mag divertita.
-Vi immaginate Mary che va dalla Umbridge e le chiede un permesso per farsi una settimana di vacanza con Potter?
Chiese Edmund, che le lanciava occhiate di scherno dall'altra parte della tavolata. La ragazza era seduta con la testa bassa verso il piatto e un'espressione sconsolata.
Cercava di mettere il braccio intorno alle spalle di Draco, che le era seduto accanto, ma lui la stava prendendo a gomitate sulle costole senza tante cerimonie.
-È una delle cose più belle che abbia mai sentito!
Sibilò Frannie, guardandola a sua volta nascondendosi dietro le spalle di Miles per non farsi notare. L’ultima cosa che voleva era che la ragazza vedesse che la stavano guardando e venisse a rompere.
In quel momento arrivò Jasmine, che aveva appena salutato Aladdin al suo tavolo, che si sedette accanto a Frannie con un sospiro.
-Com'è andata con la Cooman, ragazze?
Chiese Margaret, vedendo che l’umore non era dei più felici.
-Uno schifo. Dopo l'ultima visita della Umbridge non è più neanche lontanamente divertente!
Si lamentò Jasmine.
-Giá, e io ho cambiato di posto e ho scoperto che dovremo studiare le viscere degli agnelli!
Fece eco Frannie.
-Cosa? Come? Chi te l'ha detto?
Chiese Jasmine, irrigidendosi sulla panca.
-Arianne Irons, la mia nuova compagna. A quanto pare c’è scritto sul libro. Ma tu lo sapevi che esiste un libro?
Sentendo la conversazione, Margaret si portò le mani al volto, arresa. Edmund le passò una mano sulla gamba per trasmetterle la sua solidarietà.
-Sicura non ti stia prendendo in giro? Magari ama gli scherzi!
-No no, il libro l’ho visto coi miei occhi!
Margaret sbuffò rumorosamente.
-Ma certo che c’è il libro di Divinazione! Lo so persino io che non la devo seguire!
Edmund ridacchiò sotto i baffi.
-Non credo che Arianne vi stia prendendo in giro, la conosco un po’, non mi sembra il tipo.
Rispose Edmund, che era caposcuola come lei.
-Che super schifo! Quel giorno mi farò passare una pasticca vomitosa e me ne andrò in infermeria. Vuoi che ne prenda una anche per te, Frannie?
Chiese Jasmine. Il chiaro sotto testo della domanda era il fatto che Frannie non parlasse più con i gemelli da un po’, ma lei lo ignorò.
-No, grazie. Penserò ad altro come sempre, mi basterà.
Sbuffò la ragazza. Appena finite di pronunciare queste parole, il banchetto di giornata apparve sul tavolo e tutte le preoccupazioni svanirono, almeno per un po’.
-Non so come farò una volta uscito di qui, l’anno prossimo. Qua c’è da ingozzarsi tutti i giorni, ed è tutto così buono!
Esclamò Edmund, mandando giù del pollo arrosto come se la sua vita ne dipendesse.
-A casa mia i cuochi sono molto bravi.
Rispose Jasmine, alzando le spalle.
-Principessa!
Esclamò Frannie, alzando gli occhi al cielo.
-Ti toccherà imparare a cucinare, Ed! Soprattutto se Susan resterà in America!
Gli disse Margaret con un sorriso, mentre si serviva delle patate. Susan era la cuoca designata della famiglia Pevensie, nessuno degli altri membri brillava particolarmente in cucina.
-Giá, mi chiedo come mamma e Peter stiano riuscendo a sopravvivere!
Scherzò Edmund. Si rispose che probabilmente stavano mangiando solo schifezze da un po’. Pensò di regalare a loro un libro di cucina magica per Natale.
Mangiarono chiacchierando cordialmente del più e del meno, ma man mano che la fine del pranzo si avvicinava, Margaret Frannie e Edmund diventavano sempre più nervosi.
Quel pomeriggio avrebbero avuto lezione clandestina con Piton, che forse sarebbe stata la loro ultima prima di Natale, e come ogni volta la prospettiva di stare da soli col professore li intimoriva.
Quando finirono la torta di mele sino all'ultima briciola, Jasmine si alzò per andare da Aladdin, e anche Frannie si diresse verso il tavolo di Tassorosso.
Edmund si sporse verso Mag e le sussurrò all’orecchio
-Sala Comune?
Lei annuì con un sospiro. Lì in Sala Grande, con la Umbridge appollaiata al tavolo dei professori come un avvoltoio grasso e spelacchiato, non avrebbero potuto neanche stringersi la mano in libertà.
-Sì, Merlino, grazie!
I due si alzarono in fretta e lui le prese il polso, camminando svelto verso i sotterranei.
-Quanta fretta!
Mag rise, cercando di andargli dietro il più velocemente possibile.
-Abbiamo solo  un’ora, voglio rilassarmi almeno un pochino!
Disse, mentre scendevano le scale. Margaret borbottò la parola d’ordine ed entrarono finalmente. Dato che la maggior parte delle persone era ancora a pranzo e gli altri probabilmente stavano facendo un giro con i loro amici, la Sala Comune era deserta. La luce verde era particolarmente intensa quel giorno, perché fuori non era nuvoloso come era stato il resto del mese e il sole filtrava dalle acque del Lago. Edmund si sedette sul gradino in pietra del camino, per assorbire più caldo possibile, e fece segno a Margaret di mettersi accanto a lui.
Sir Jaime apparve dal dormitorio come se avesse sentito il loro richiamo, e si mise a strusciarsi sulle gambe di Edmund facendo le fusa.
-Anziché salutare me saluta te, incredibile!
Esclamò Margaret, sedendosi vicina a Edmund ma più lontana dal fuoco. Lui le passò un braccio intorno alle spalle e le schioccò un bacio sulla tempia.
-È perché siamo compagni, a entrambi tocca sopportarti tutto il tempo! Ci capiamo!
Scherzò il ragazzo, e Margaret fece finta di volersi scostare offesa. Lui rise e le diede un altro bacio, stavolta sulla guancia.
-L'unico motivo per cui non vi odio è perché siete carini!
Sentenziò lei, stringendosi più vicina.
-Meno male che lo siamo, allora.
Le sussurrò all'orecchio. Mag chiuse gli occhi godendosi il momento per un attimo, poi si voltò verso di lui con un sorriso per dirgli che gli avrebbe fatto vedere subito quanto pensava che fosse molto più che carino, ma in quel momento sentirono la porta aprirsi  dall’altra parte della Sala, e Pansy e Daphne Greengrass fecero il loro ingresso.
Edmund imprecò a bassa voce e Margaret sbuffò, le due ragazze parvero accorgersi di essere poco gradite, perché le guance di Pansy si tinsero di un rosa sporco e Daphne si schiarì la voce guardando per terra. Un attimo dopo la porta si aprì nuovamente e entrò un manipolo di ragazzini del primo anno.
-Benissimo.
Commentò freddamente Mag.
-Non posso neanche dirti di venire in dormitorio, dopo ieri non voglio chiedere a Montague un altro favore.
Sospirò il ragazzo.
-Perché in questa scuola ci sono così tanti studenti?
Chiese Margaret, aggrottando le sopracciglia.
-Non lo so, ma in questo momento li odio tutti.
-Tutti tutti?
Chiese Mag, accarezzando il gatto con una mano e stringendo il ginocchio del ragazzo con l’altra.
-Beh, non te ovviamente! Non potrei mai odiarti, ti amo!
Rispose lui sorridendo, stampandole un bacio sulle labbra.
La risposta parve soddisfarla a sufficienza, perché sorrise e restituì il bacio con il cuore più leggero.
 
Intanto Frannie, dopo aver riso un po’ con Wilson al tavolo Tassorosso ascoltando tutti i suoi tentativi fallimentari di convincere Parker a uscire con lui, passeggiava con Tony per il portico che dava sul cortile, il freddo era pungente ma non pioveva né nevicava, la giornata era da considerarsi piuttosto buona per essere Dicembre inoltrato.
-Com’è andata la festa di compleanno di Margaret?
Le chiese lui, stringendole la mano mentre guardavano distrattamente la brughiera davanti a loro.
-Benissimo. Abbiamo bevuto, e parlato. E penso che il mio regalo le sia piaciuto!
-Ne sono sicuro, tesoro.
Frannie sospirò, preoccupata per quello che la aspettava nel pomeriggio, e Tony la guardò incuriosito.
-Qualcosa non va?
Lei chiuse gli occhi, cercando di trovare una risposta convincente abbastanza in fretta.
-Niente di diverso dal solito. È tutto così stressante… non vedo l’ora che siano le vacanze di Natale. Non vedo l’ora di prendere i MAGO.
Disse, il che era una mezza verità.
-Già, Hogwarts va sempre peggio ultimamente.
Disse lui, fermandosi di colpo e mettendosi di fronte alla ragazza, con entrambe le mani sulle sue spalle.
-Ma siamo insieme, e non posso essere triste quando ci sei tu.
Lei gli sorrise e gli accarezzò piano le guancia.
-Hai ragione. Qualunque cosa accada, ho te. Sono contenta così.
-Questo è lo spirito!
Rispose lui, e stringendole le spalle la avvicinò a sé e la abbracciò, posando il mento sui suoi capelli.
Frannie chiuse gli occhi e si lasciò stringere, non sentiva più il freddo invernale che le pizzicava il viso, solo calore e un senso di pace.
Alzò la testa verso di lui e il ragazzo le diede un bacio sulla fronte. Il pensiero di Piton non le era mai sembrato così lontano.
 
Il pomeriggio proseguì senza grandi problemi. Margaret, Edmund e Tony andarono alla loro lezione di Storia della Magia, Frannie corse a raccontare a Draco della disavventura di Mary Sue e la derisero per un’ora, talvolta con l'intervento di Blaise.
Aspettando la lezione di Piton, il tempo passò velocemente senza pietà. Prima che avessero tempo di pensarci troppo su, i tre erano davanti alla porta del suo studio, indecisi su chi dovesse bussare. Alla fine cedette la più preoccupata di arrivare in ritardo, Margaret. Dopo che batté il pugno sul legno della porta, questa si aprì silenziosamente. I ragazzi interpretarono il fatto come un invito ed entrarono.
-Buona sera, professore.
Dissero in coro. Edmund si strinse nel mantello, realizzando come in quella stanza ci fosse più freddo che nel resto del castello.
-Sedetevi.
Rispose lui, senza degnarsi di ricambiare il saluto. Davanti alla cattedra stavano tre sedie vuote, e i ragazzi non se lo fecero ripetere due volte.
Il mago si schiarì la voce e poi li inchiodò con lo sguardo. I ragazzi sentirono la porta chiudersi alle loro spalle per magia.
-Ardemonio. Qual è la cosa più importante da sapere a riguardo? Rosander?
Chiese asciutto l’uomo, senza dare loro neanche tempo di ambientarsi. Margaret tossicchiò con nervosismo.
-È un fuoco magico quasi impossibile da spegnere che divora tutto quello che lo circonda.
Tentò, guardandolo speranzosa.
-Questa è una definizione, anche piuttosto goffa. Non è certo la cosa più importante da sapere a riguardo. Pevensie?
Edmund sussultò, colto di sorpresa.
-Uhm, la sua formula magica è ardemonium e il movimento è…
Un'occhiata del professore lo zittì prima che potesse mimarlo. Il ragazzo deglutì preoccupato.
-Firwood?
Frannie alzò le spalle.
-Se vedi qualcuno che lo evoca, gira i tacchi?
Chiese, dicendo la prima cosa che le veniva in mente.
-Se vedi qualcuno che lo evoca, gira i tacchi.
Il professore ripeté, senza intonazione nella voce.
-Firwood non ha bisogno di seguire ulteriormente le mie lezioni, ha già trovato la perfetta soluzione a questo e a tutte le altre maledizioni.
Lei si morse il labbro, sentendo le guance scaldarsi. Seppe che stava arrossendo. Prima che potesse chiedere se l’uomo stava scherzando, lui continuò.
-Mi fa piacere sapere che sette anni di Difesa Contro le Arti Oscure hanno avuto questo esito brillante. Se vedi qualcuno che lo evoca, gira i tacchi. A questo punto mi chiedo perché noi tutti ci sprechiamo a informarci sulle tecniche di difesa, dato che basta girare i tacchi davanti al pericolo. Forse pensi che siamo stupidi, Firwood. Forse pensi che i maghi e le streghe illustri che hanno scritto manuali di contromaledizioni sono tutti degli stupidi. Forse pensi che i tuoi compagni che seguono le lezioni siano stupidi. Forse pensi che anche io sia stupido. È questo che pensi?
Frannie scosse la testa freneticamente.
-No, signore.
Mormorò. Sentì una mano che le sfiorava la gamba, non riuscì a capire di quale dei suoi due amici fosse.
-Dimmi, a che serve imparare tutto questo se intendi girare i tacchi davanti alla Magia Oscura? Forse vorresti andare al Ministero e insegnare agli auror il tuo metodo super efficace per contrastare i maghi oscuri. Infallibile.
-Scusi, signore. Ho detto una cosa stupida.
La presa sulla sua gamba si rafforzò. Lei attese, senza riuscire a staccare gli occhi dal mago che aveva di fronte. Piton si alzò. I ragazzi sussultarono.
-La cosa più importante da sapere sull'Ardemonio, è che se mai avrete la sfortuna di trovarvi davanti a una maledizione del genere, avete guadagnato un’importante informazione sul mago o la strega che dovrete affrontare.
Esclamò, camminando lentamente da un lato all’altro della stanza, i ragazzi che lo seguivano con lo sguardo.
-Questa informazione è che che il mago o la strega è o più abile di chiunque abbiate mai affrontato sino a quel momento e probabilmente di chiunque affronterete mai, o è irrimediabilmente stupido. Nel caso in cui la prima opzione si riveli esatta, non c’è molto che potrete fare, e dubito che riuscirete anche solo a pensare di girare i tacchi. Ma questa è la meno probabile delle due alternative, soprattutto perché se vi trovaste davanti a un mago così potente da padroneggiare l'ardemonio non perderebbe tempo a evocarne uno ma potrebbe uccidervi molto più facilmente.
Quelle parole furono come una doccia fredda per Edmund, che si irrigidì pensando alla sua famiglia, che fuori da Hogwarts aveva già iniziato ad affrontare prove molto pericolose.
Sentire Piton parlare con schiettezza di come sarebbero potuti essere uccisi era molto diverso da quello a cui erano abituati, specialmente con la Umbridge, e rendeva dolorosamente reale il fatto che là fuori ci fosse davvero la tangibile eventualità della morte. Trattenne il respiro senza neanche accorgersene, con un dolore al petto.
-Nel caso invece in cui non vi troviate davanti al Signore Oscuro o a ben pochi uomini in tutto il Mondo Magico, se vedrete qualcuno evocare l’Ardemonio potrete essere assolutamente certi di una cosa: la persona che avete di fronte è una stolta. Nessuno che non sia incredibilmente dotato può controllare un incantesimo del genere e la magia finirà per ritorcerglisi contro.
L’uomo attese qualche istante e i tre annuirono, allora continuò a camminare lentamente per la stanza e proseguì.
-Come sfruttare a vostro vantaggio questa informazione? Vi chiederei di rispondermi, ma i vostri interventi sinora si sono rivelati deludenti e non intento fare scendere questa lezione ancora più nel ridicolo.
Margaret fece una piccola smorfia infastidita non appena il professore si voltò per l’ennesima volta. Certo, non avevano dato la risposta che lui si aspettava alla sua domanda, ma tutte le cose che avevano detto all’inizio della lezione erano sostanzialmente corrette. Frannie aveva fatto un commento un po’ naif forse, ma certamente anche il suo suggerimento era più che giustificato.
-Tagliare le vie di fuga. Il movimento della bacchetta necessario per questo incantesimo è lungo e molto distintivo, è facile da riconoscere.
Il mago tirò fuori la bacchetta dal mantello, con un movimento veloce ma fluido. Fece un lungo gesto con il braccio, lentamente per dare modo a tutti di vederlo.
-La parte più caratteristica è quella iniziale, in cui si formano due punte come per voler scrivere una M con la bacchetta. Quando si vede questo movimento, la prima cosa da fare è controllare le vie di fuga e coprirle immediatamente. Il mago o la strega in questione intenderà dirigere la maledizione verso di voi, ma non riuscirà a farlo. Se siete al chiuso dovrete disporvi vicino all'uscita più vicina a voi e possibilmente bloccare le altre con degli incantesimi ostruttivi. In questo caso il fuoco attaccherà per primo il suo creatore e farà il lavoro al posto vostro. Se vi troverete in uno spazio aperto, dovrete imparare a riconoscere la direzione del vento e recarvi immediatamente sopravvento rispetto alla persona che avrete di fronte. Così facendo, quando il mago o la strega vi affronterà faccia a faccia, non appena le fiamme usciranno dalla punta della sua bacchetta, il vento le porterà indietro e lo attaccheranno immediatamente. Sono stato chiaro?
I ragazzi annuirono.
-Pevensie, ripeti quello che ho appena detto.
Edmund recitò le informazioni date dal professore alla perfezione.  I suoi occhi lampeggiarono compiaciuti, ma non si congratulò.
Fece simulare a tutti e tre più volte il movimento dell’incantesimo per permettere meglio di riconoscerlo in tempo se se ne fosse presentata l’occasione. Da quel che avevano capito, il tempo per questa maledizione sarebbe stato fondamentale.
Ripeté numerose volte di non usare le sue indicazioni per evocarlo perché non sarebbero stati in grado di controllarlo, e i ragazzi non protestarono, sapendo che aveva ragione.
In ultimo fece alzare il vento in aula, leggero ma fastidioso, che mandò a Frannie e Margaret i capelli davanti alla faccia e spostava insistente a Edmund la sciarpa dal collo. Ogni tanto questo vento girava e l’uomo chiedeva a uno di loro di dire immediatamente da che parte stesse soffiando. Dopo le prime volte, tutti si abituarono alla sensazione e riuscirono nell'impresa.
Quando l’ora finì, Piton si sedette nuovamente alla scrivania e il vento cessò di colpo, lasciandoli per un attimo disorientati.
-Cinque punti a Serpeverde per non avere dato fuoco al mio ufficio. Potete andare.
Disse gelido, e i tre annuirono vistosamente e sparirono oltre la porta. Come furono abbastanza lontani, Frannie si battè una mano sulla fronte.
-Gira i tacchi? Come mi è venuto in mente?
Sospirò sconsolata.
-Se non altro come consiglio non era male.
Ridacchiò Edmund, che aveva preso Mag a braccetto.
-Non è andata così male, all’inizio pensavo peggio! Le cose che ci ha detto sull'Ardemonio sono davvero utili!
Esclamò Margaret.
-Secondo voi ci capiterà davvero di affrontarlo?
Chiese Edmund, con una nota di timore nella voce.
-Non lo so. Non lo escluderei, arrivati a questo punto.
Commentò Frannie pensierosa.
-Voi dite che dovrei scrivere a Peter queste cose in una lettera? Magari non so, potrebbero essergli utili.
Margaret gli sorrise comprensiva, e gli strinse il braccio con la mano.
-Sono sicura che lui sa già queste cose. È uno in gamba.
-E potrebbero intercettare i gufi!
Lo fece ragionare Frannie.
-Puoi sempre dirglielo tra una settimana, quando andremo in vacanza!
Aggiunse Mag, in tono rassicurante.
-Sì, penso che lo farò.
Mormorò lui. Mag sospirò.
-Ti capisco, sai? Queste lezioni rendono tutto così… così…
-Imminente.
Completò Frannie.
-Giá.
Sussurrò Edmund, guardandosi la punta delle scarpe. Mag e Frannie si scambiarono un'occhiata preoccupata. Un istante dopo, lo sguardo di Margaret si addolcì. Aveva avuto un’idea.
-Vi va di andare sulla Torre di Astronomia? Ho sentito che stasera peggiorerà il tempo! Se saremo fortunati vedremo un bel temporale!
-È un’idea geniale! Porta anche il bollitore, ci faremo un tè!
Rispose Frannie, sorridendo entusiasta. Anche Edmund si lasciò coinvolgere e le sue labbra si piegarono in un sorriso.
-Sì, va bene.
Disse, e per un attimo di prese il lusso di sentirsi fortunato. Le persone che aveva accanto facevano di tutto per farlo stare bene, e questo non poteva dimenticarlo. E quando sarebbe stato il suo momento di contribuire, sarebbe stato pronto.
-Andiamo.
 
 
Note autrice
Buon compleanno Mag! Diciotto finalmente!
Questo compleanno non è iniziato nel modo migliore, ma alla fine oltre ogni previsione i suoi amici sono riusciti a fare sentire la nostra ragazza una festeggiata coi fiocchi! Direi che se lo merita!
Frannie ha definitivamente cambiato posto a Divinazione e un nuovo personaggio che sinora era stato solo nominato è stato finalmente introdotto! Come vi sembra Arianne?
Intanto le lezioni di Piton procedono abbastanza bene, gaffe di Frannie a parte (per quanto come consiglio a guardar bene non era così male)
Scusate per l’assenza di una settimana ma è stato un periodo infernale per entrambe le autrici!
A venerdì!
 
[1] In inglese si dice “auspice” quindi è uguale
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Harley Sparrow