LEGAMI
Tre.
Misa
fa sedere tutti intorno al tavolino basso, a gambe incrociate sul bel tappeto
rosso. Ha un’aria natalizia: il caminetto acceso, i colori, loro intenti a
giocare…
«Le
regole sono semplici» dice Misa, posando la bottiglia in orizzontale sul
ripiano di legno. «A turno gireremo la bottiglia, mentre gli altri decideranno
l’obbligo. I baci sono solo per noi più grandi, capito?» Ridacchia, e Light
solleva gli occhi al cielo.
«E
noi cosa dovremmo fare?» domanda Matt, giocando con il cellulare.
Misa
alza una mano. «Lo vedremo ogni volta, okay?»
Near
e Mello sono seduti vicini, e Light li coglie a spintonarsi a vicenda. Ogni
volta che L distoglie lo sguardo, uno colpisce l’altro con una gomitata. È
soprattutto Mello il più violento.
«Prima
i più piccoli!» esulta Misa, indicando Near. «Gira la bottiglia. E con chi
uscirà dovrete solo stringervi la mano.»
Near
sgrana gli occhi. Guarda L come a chiedergli se davvero deve fare una cosa
tanto ridicola.
Light
vorrebbe dirgli di no, di tirarsi indietro e tornare ai suoi castelli di carta.
Ma L fa solo un cenno con la testa, e Near fa girare la bottiglia, il pollice
in bocca.
«Mello!»
strilla Misa, battendo le mani. «Avanti, stringetevi la mano.»
Mello
lancia uno sguardo di puro odio verso Misa, poi verso Near.
«Io
non intendo farlo.» Incrocia le braccia al petto.
L,
nota Light, si lascia sfuggire un lungo sospiro, si gratta la testa e si
abbraccia una gamba.
«Avanti,
Mello!» Misa si china verso il ragazzino sopra il tavolo, sfiorandogli una
spalla. «È questo lo scopo del gioco… È solo per ridere.»
«Lo
scopo del gioco sarebbe quello di arrabbiarsi?» domanda Mello, sarcastico.
«Perché è solo questo l’effetto che mi fa pensare di toccare qualcosa di… suo.»
Indica Near con aria stizzita.
Near
ha gli occhi puntati su L, aspettando che dica qualcosa.
«Non
essere crudele, Mello» lo ammonisce Misa. «È solo una stretta di mano…»
«Non
sono venuto qui per far divertire te» sibila Mello, stringendo gli
occhi. «Sono qui perché…»
Light
alza la testa, aspettando di sentire il resto.
Ma
L si batte le mani sulle cosce. «Mello» dice.
Non
ha urlato, non ha aggiunto altro, eppure Mello si zittisce di colpo. Abbassa il
mento, poi si volta a dare le spalle a Near, facendo spuntare una mano da sotto
il gomito. Gliela sta offrendo, e Light si chiede come sia possibile.
Come
possa L avere tanto potere su dei ragazzini. Su quel ragazzino in particolare.
Near
cerca gli occhi di L e, quando lo vede annuire, tocca le dita di Mello con le
sue. Percorre il palmo con l’indice, fino a stringergli la mano.
Mello
stringe forte gli occhi e scopre i denti.
«Bravi!»
Misa applaude.
Quel
suono è come il gong che li divide. Mello interrompe quel contatto di colpo,
asciugandosi la mano nel maglione, mentre Near si racchiude in sé stesso,
appoggiando il mento sulle ginocchia.
«Tocca
a te, Mello!»
«A
me? Ma se l’ho appena fatto!»
«Andiamo
in ordine…» ribatte Misa, muovendo l’indice avanti e indietro come una
maestrina. «Ora tocca a te, poi a Matt, poi a Ryuzaki, e infine a me e a Light.»
Ride
e gli afferra nuovamente il braccio, facendogli sollevare gli occhi al cielo.
«Non
voglio farlo» dice Mello, deciso. Guarda anche L, come se volesse sfidarlo. «E
non lo farò.»
Misa
mette su un finto broncio, ed è pronta a parlare, quando interviene Light.
«Va
bene, dai… perché non scombiniamo un po’ il gioco? Andiamo a caso. Ora tocca a
Matt.»
Sente
gli occhi di L su di sé e, quando si volta, li trova pieni di gratitudine.
Matt
non fa storie. Dà un bel colpo alla bottiglia con la mano sinistra, poi
riabbassa gli occhi sul cellulare.
«Okay…»
Misa si morde un labbro. «Dovrai ballare con chi verrà scelto dalla bottiglia!»
«Ballare?!»
Mello si mette in mezzo, e Light capisce che con Matt ha un rapporto diverso.
Un rapporto di amicizia. «Matt non sa ballare.»
«È
vero» dice Matt, mentre la bottiglia si ferma su Misa.
Lei
schizza in piedi, colma di felicità. «Non preoccuparti! Io sì!»
Ride,
una risata che Light trova fastidiosa, più fastidiosa del corpo di Misa a
stretto contatto con il suo braccio.
Poi
Misa raggiunge Matt, lo fa alzare e improvvisa con lui alcuni passi.
Matt
arrossisce quando le mani di Misa guidano le sue sulla schiena. Mello invece
freme di rabbia, anche se Light non capisce perché.
Volteggiano
per la piccola stanza, mentre L sorride. È l’unico a farlo. Near sembra solo
confuso.
Poi
tornano a sedersi, con Misa che si appoggia a lui ansimando.
«Ora
tocca a te, Light…» gli sussurra.
Light
dà un colpo secco alla bottiglia, vedendola indicare tutti i presenti durante
la sua corsa. Si ferma puntando su di lui.
«Gira
di nuovo.»
Light
obbedisce. Osserva il collo di vetro rallentare di nuovo vicino a lui.
Misa
sembra certa che uscirà il suo nome. Si avvicina al suo orecchio.
«Tu
dovrai baciare qualcuno…» dice.
La
bottiglia è quasi ferma quando punta su Misa. Poi, come se qualcuno le avesse
dato un’altra spinta, rotola appena di lato, fermandosi su L.
Il
cuore di Light si ferma per un istante.
«Ma…»
Misa non aggiunge altro.
Light
guarda L negli occhi, certo che si tirerà indietro, come ha fatto il suo
protetto.
Invece
L si alza in piedi lentamente…
L
aveva trascorso cinque minuti buoni a lavare il polso sotto le manette.
Sentire
gli sbuffi di Light oltre la porta lo spingeva solo a lavorare più lentamente…
«Puoi
entrare, Light, se hai bisogno del bagno.»
«Ne
ho bisogno, sì» ribatté lui, dando un colpo alla porta. «Ma non così tanto da
usarlo mentre ci sei ancora tu dentro.»
L
sorrise, infilando la spugna sotto l’acciaio freddo. Sentì l’acqua scivolare
lungo il braccio e inzuppargli la manica della maglia.
«Ma
che fai…»
Light
entrò e raggiunse il lavandino. Prese un asciugamano e gli tamponò la pelle.
L
sentì le sue dita caldissime, come se fosse stato al sole durante una giornata
estiva.
«Hai
caldo, Light?»
«Sto
bene così.»
Light
gli prese la spugna dalle mani e la lasciò cadere nel lavello. Poi gli avvolse
il polso nel panno, infilando l’indice sotto l’acciaio delle manette.
«Ti
ringrazio, Light…»
«Stiamo
per partire, Ryuzaki.» Light gli sorrise guardandolo in volto. «Non vorrai
arrivare in montagna e contagiare tutti con un raffreddore?»
«No…
in effetti no.»
«Bene,
allora lasciami fare.»
Strofinò
l’asciugamano su tutto il braccio, premendo forte la manica bagnata. Non riuscì
ad asciugarla, così la strinse nella mano.
«Devi
cambiarti, Ryuzaki. Non puoi restare così.»
«Hai
forse paura per me, Light?»
«Non
voglio che ti ammali, tutto qui.» L lo vide arrossire e stringere il pugno
intorno alla stoffa umida della maglia. «Siamo legati, no? Quello che capita a
te, capita anche a me. E io non voglio ammalarmi.»
L
sorrise, poi gli afferrò la mano per allontanarla dalla manica.
«Ho
capito.» Fece un passo, strofinando i piedi nudi contro le calze di Light. «Ora
ti dispiace accompagnarmi in camera? Così posso cambiarmi. Proprio come hai detto…»
Light
arrossì e camminò all’indietro.
«Certo.»
«Grazie.»
L gli prese l’asciugamano dalle mani e lo posò sul lavandino. «Anche per
questo.»
Raggiunsero
l’armadio in camera, e L scelse vestiti identici a quelli che indossava. Infilò
una mano sotto la maglia per sfilarla, ma si fermò subito.
Aveva
gli occhi di Light addosso.
«Oggi
non ti volti dall’altra parte? Che succede, Light? Non ti vergogni più, forse?»
Light
ebbe il buongusto di arrossire. Poi gli diede la schiena e si allontanò il più
possibile da lui.
«Che
aspetti ad alzarti, Light?» domanda L.
Ha
le mani infilate in tasca, come se fosse annoiato. Ma Light ha notato qualcosa
nei suoi occhi, una scintilla che lo paralizza.
Si
accorge di avere il fiato corto mentre L cammina verso di lui, dietro le spalle
di Misa.
«Ryuzaki,
non vorrai farlo davvero?» dice lei, stringendosi al braccio di Light come se
non volesse lasciarlo andare.
«Devo»
replica L, fermandosi al suo fianco.
Gli
offre una mano, e Light nemmeno si accorge di averla presa subito.
Sente
la stretta di Misa farsi più debole, così dà una scrollata e si libera di lei.
«Sì,
Misa» mormora, senza guardarla. «In fondo è solo un gioco, no?»
«Proprio
così, Light» risponde L, aiutandolo ad alzarsi. «È solo un gioco.»
Non
sono Kira, vorrebbe dire adesso, davanti a tutti.
Ma
la mano di L è ancora stretta alla sua, i suoi occhi sono ancora inchiodati ai
suoi. E il suo sorriso è appena accennato, come se volesse nascondere qualcosa
agli altri.
Light
si chiede come sarebbe fargli schiudere le labbra di sua iniziativa, senza
aspettare la notte. Si chiede come sarebbe sentire il tocco delle sue mani, il
suo respiro bollente contro la pelle.
Si
accorge di tremare mentre L lo attira piano a sé, senza staccare gli occhi dai
suoi.
Non
l’ha mai visto così da vicino, non alla luce del fuoco.
Deglutisce
e appoggia le mani alle sue braccia, facendo scorrere le maniche verso l’alto.
Cerca un contatto con la sua pelle e, quando la trova, si accorge che L ha la
pelle d’oca. Proprio come lui.
Socchiude
gli occhi e respira quell’aroma di biscotti al cioccolato, mentre lo sente
sorridere sulle sue labbra.
«Che
aspetti, Light Yagami?»
Light
ricorda quella notte, quella in cui avrebbe voluto baciarlo, in cui avrebbe
voluto svegliarlo. Capisce che L sa. Che sa tutto, che ricorda
perfettamente quel momento, proprio come lui.
Fa
un passo indietro, deciso a ritirarsi, pensando che sia ciò che L si aspetta.
Ma
L gli afferra il volto tra le mani, catturando la sua bocca. Preme le labbra
sulle sue con urgenza, e nel momento in cui Light le schiude per lasciarlo
entrare, L si tira indietro.
Respira
con lui, gli sfiora la fronte con la sua, poi lo lascia andare.
«Grazie,
Light Yagami.»
«Per
cosa?»
«Per
aver rispettato le regole del gioco.»
N.d.A.:
Scusate
il ritardo! Mancano due capitoli alla fine, e il prossimo verrà pubblicato in
settimana. Grazie a chi continua a leggere questa storia e l’ha inserita tra le
seguite!
Il
prompt di Relie, lasciato sul gruppo
facebook Il Giardino di Efp: “AU!
Vacanza in montagna. Misa impone il gioco della bottiglia, ma quando è il turno
di Light la bottiglia si ferma su L”.
Celtica