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Autore: Ciceronix    18/11/2019    1 recensioni
Cosa succede se una squadra di cacciatrici mezze vampiro si imbatte in sei vampiri e una ragazza da proteggere? Idea mia molto folle per stravolgere la serie, spero vi piaccia!
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yui Komori
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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<< Lo so che sei qui. Esci fuori. >>

 

Colette si tappò le orecchie, poggiando la testa sulle ginocchia.

 

<< Sto iniziando a perdere la calma, signorina. I bambini cattivi come te meritano una punizione. Solo così potrai finalmente imparare a comportarti a dovere. Dove ti sei nascosta Colette? >>

 

La bambina di nove anni iniziò a lacrimare silenziosamente, stringendo forte il suo coniglio di peluche preferito. Gli aveva cucito un abito pistacchio con fiocchi rosa perlato, simile a quello che indossava lei quel giorno. L'unica differenza era che sotto le maniche a sbuffo del pupazzo non vi erano lividi o tagli. Bunny non aveva capelli da farsi strattonare né un collo da farsi stritolare. Colette purtroppo li possedeva, per questo era il giocattolo preferito della mamma. Succedeva ogni giorno, a qualunque ora del mattino e della notte. La piccola non trovava affatto divertente quel tipo di gioco, anche se faceva ridere e stare bene sua madre. Gli schiaffi in viso, i calci sullo stomaco, le frustate con la cinghia, gli insulti....facevano male.

Per questo si rifugiava nei luoghi più oscuri di villa Dubois, come gli avevano consigliato i suoi fratelli.

 

“ Nasconditi in cantina, dietro gli scaffali più in fondo... ” Gli scrisse suo fratello maggiore per la poca forza che aveva di parlare, a causa della sua malattia.

 

“ Mettiti sotto il letto o chiuditi nell'armadio. Aspetta che si arrenda e che se ne vada a dormire, poi esci. Tornerò a prendere te e Pierre, Colette. E' una promessa. Mi devi giurare in cambio di essere forte e di vegliare su nostro fratello finchè non si rimetterà in sesto. Pensi di potercela fare? ”

 

“ Si, Camille... Torna presto,ok? ”

 

La sorella di dieci anni sorrise, e uscì dalla finestra con la valigia in mano.

 

Colette non ne ebbe più notizie da allora.

 

<< ESCI IMMEDIATAMENTE, STRONZETTA! >>

 

La bambina sentì i passi svelti della madre vicino alla porta della camera di Camille. Si ritrasse con la disperata voglia di sparire, mentre vedeva la mano che si intrufolava tra le ante socchiuse dell'armadio color prugna.

 

La afferrò bruscamente per la caviglia e la trascinò in salotto con forza, ignorando le sue suppliche e le sue grida.

La donna alzò la mano, pronta ad abbatterla sopra quella...creatura. Quell'infida bestia che suo marito insinuava fosse sua figlia. Il frutto dell'adulterio messo al mondo da quella maledetta sciagurata.

 

“E' colpa tua se lui mi ha lasciato...”

 

Adele Dubois digrignò i denti di fronte alla faccia tumefatta di Colette, che cercava di proteggersi con quello stupido coniglio.

 

<< E' COLPA TUA CHE MI HAI ROVINATO LA VITA, MOSTRO!! >>

 

 

 

 

Nyoko sgranò gli occhi, lanciando un grido di terrore.

 

<< Tch! Ma che...?!! Si può sapere che ti prende?! >>

 

La rosa si guardò intorno, e si rese conto di non trovarsi più a Parigi. Era stesa su un divano verde scuro nella libreria di villa Sakamaki, dove si ricordò di avere schiacciato un pisolino per riprendersi dallo stress che l'ultimo test d'algebra le aveva accumulato. Aveva avuto un incubo orrendo e faceva fatica a regolare il suo respiro ansante. L'urlo aveva attirato l'attenzione di Subaru Sakamaki, che si era affacciato alla porta con le braccia conserte. Nei suoi occhi scarlatti si poteva notare una chiara dose di rabbia ma con una punta di sincera preoccupazione mischiata.

 

<< S-scusami Subaru-senpai...Ho fatto un brutto sogno. >>

 

L'albino mantenne lo sguardo serio, che sembrò tuttavia addolcirsi davanti al disagio della minore:
 

<< Qualunque cosa hai visto non è reale. Adesso rilassati e vai in camera, ci penso io a sistemare i libri. >>

 

Nyoko rimase leggermente sorpresa dal gesto gentile del sedicenne, che raccolse le fiabe posate sul tavolino, disponendole nei loro rispettivi scaffali. Poi si abbassò a recuperare Bunny, che era scivolato dalla stretta morbida della padroncina. Nyoko abbracciò forte il corpicino di pezza e si sentì meglio.

 

<< Grazie mille per il disturbo, Subaru-senpai. Sei un vero cavaliere. >>

 

Gli rivolse un dolce sorriso che fu ricambiato da un lieve rossore sulle gote e una giustificazione tsundere:

 

<< L'ho fatto solo perchè volevo risparmiarmi le lamentele di Reiji sull'ordine. S-solo vai! >>

 

La quindicenne trattenne una risatina e si mise in moto sulla sedia a rotelle, imboccando il corridoio.

 

L'orologio a pendolo di legno e ferro segnava l'una e dieci del mattino. Era passata un'ora dalla fine delle lezioni, e la magione era piombata in una silenziosa oscurità. Non vi era altro che un nero pece dietro il vetro delle finestre, salvo per alcuni spiragli luminosi delle stelle che sbucavano dalle ingombranti nubi grigiastre.

 

<< Sui si arrabierebbe moltissimo se uscissi con questo buio pesto... Ma... Se lei non è qui, e nessuno mi vede... >>

 

Guardò a destra e sinistra e trasse un lungo respiro, poi aprì la massiccia porta di quercia. Venne investita da una lieve brezza frizzantina che inaugurava la fine di un bianco inverno e l'inizio di una rigogliosa primavera. Nyoko si affacciò alla fontana di pietra posta al centro del cortile anteriore, ammirando il suo riflesso nell'acqua cristallina.

Sul collo spiccavano i segni freschi dei canini di Kanato che bruciavano ogni qual volta li sfiorasse. Non aveva fatto visita alla villa per più di due settimane, come le era stato imposto da Sui. Le ragazze infervorate (compresa Yui) tennero un'accesa discussione con i Sakamaki, i quali si erano ritrovati costretti a far chiedere scusa al minore dei trigemini. Il violetto miracolosamente promise di non ferire un'altra volta la rosa, anche se il suo sguardo profondamente seccato prometteva ben altro...

Alla fine Nyoko potè riabbracciare Yui-senpai e continuare beatamente le sue giornate alla magione.

 

“Sui e le altre sono sempre in ansia quando si tratta di me. E' vero che non mi piace essere maltrattata...Ma quella volta ho deciso di non reagire perchè non ce n'era motivo. E' parecchio strano ma...Non ho sentito alcun dolore...”

 

Quel pomeriggio in cui si era lasciata farsi succhiare il sangue da Kanato aveva sentito uno strano formicolio che la fece sentire bene. Come se la sensazione pungente sulla pelle le procurasse un sollievo e un calore che mai ebbe provato prima. Erano quei momenti che facevano sorgere dei dubbi nella mente della rosa. Domande su di sé e sul suo passato. Sull'incidente che ebbe sette anni fa...e sulla sua trasformazione vampirica.

 

 

 

<< Mamma? Perchè io non ce li ho? >>

 

La donna le rivolse un cenno interrogativo, chiudendo il set da cucito che aveva sul grembo.

 

<< Di cosa parli, tesoro? >>

 

La bambina di dieci anni si indicò il collo pallido, affermando con curiosità:

 

<< Dei buchi sul collo. Hai detto che per salvare me e le altre hai dovuto usare i tuoi poteri e ci hai dovuto anche trasformare perchè non saremmo sopravvissute...Ma perchè io non ho quelle cicatrici? >>

 

La donna socchiuse gli occhi gentili, accarezzandole la testa. Si alzò e si mise pazientemente a riordinare la cameretta dalle stoffe, dagli aghi e dal cotone con cui avevano creato un esercito di pupazzetti colorati.

 

<< Vedi, Colette... Il processo che tu hai dovuto subire per convertirti in un vampiro è stato un po' differente rispetto a quello delle tue sorelle... >>

 

Lanciò un'occhiata alle gambe fragili e immobili di sua figlia adottiva, rabbuiandosi.

Si ricordò la sera dove l'aveva trovata, fuori dalla lussuosa abitazione dei conti Dubois.

La piccola figura della rosa era stesa a pancia a terra sul viale di granito intorno al maniero. La bambina respirava ancora ma le sue condizioni fisiche erano critiche. La donna si inginocchiò, osservando addolorata il buco del proiettile che aveva perforato la parte inferiore della schiena della contessina. Il responsabile della sparatoria era Jaques Sensfroid, l'amante e la guardia del corpo della padrona di casa. L'uomo aveva rincorso la bambina e, impazzito dall'ira, le aveva sparato contro con il suo fucile da caccia. Il metallo della cartuccia aveva frantumato una vertebra, rendendo la povera Colette Dubois paralizzata.

La donna lo uccise all'istante. Gli tolse dalle mani l'arma e gli aprì in due il torace con il suo tridente.

Posò sulle ginocchia la testa della bimba morente, spostandole la treccia smontata dal collo latteo. Fece per affondare i suoi canini ma...non servirono.

 

<< Ti spiegherò tutto al momento opportuno, tesoro. Adesso non pensiamo agli eventi passati, concentriamoci solo sulla nostra famiglia. Piuttosto mi servirebbe un'aiutante per sfornare i muffin alle more che vorrei servire per merenda... >>

 

Colette alzò la mano entusiasta, scuotendola con foga:

 

<< Io, Io!! Ti aiuto a mescolare l'impasto, e Bunny penserà a scegliere i pirottini!! >>

 

La donna la prese in grembo, baciandole la fronte:

 

<< Sapevo di poter contare su di te, figlia adorata. E certamente anche della tua gentilissima e graziosissima coniglietta! Mettiamoci in marcia, allora: meglio non far attendere i pancini brontolanti delle tue sorelle! >>

 

 

 

 

 

 

<< Se solo Mamma fosse qui... Senti Bunny, pensi che potrebbe finalmente svelarmi quel segreto, ora che ho quindici anni? >>

 

Il muso del coniglio manteneva il sorrisetto sornione di filo, e i bottincini neri degli occhi brillavano sotto il bagliore lunare.

 

<< Hai ragione, mi risponderebbe ancora che non è il momento adatto. >>

 

Concluse, allontanandosi verso il cortile laterale. L'assenza di luci artificiali rendeva la sontuosa abitazione più cupa e malinconica del solito, due aggettivi che facevano accapponare la pelle alla quindicenne.

 

“ Non devi avere paura, Nyoko. Qui non è come il corridoio di quella casa a via Mieudouce. Non ci sono le ombre cattive...è tutto nella mia sciocca

immaginazione... ”

 

Cercava di autoconvincersi, camminando con gli occhi abbassati verso le orecchie di Bunny per non guardarsi attorno. Se avesse osservato gli angoli bui, sarebbero riapparsi quei mostri. L'avrebbero perseguitata di nuovo, che fosse stata sveglia o a letto. Non voleva che accadesse ancora...Non voleva...

 

“ Are you going to Scarborough Fair? ”

 

Nyoko si riscosse dai pensieri macabri nella sua mente, sentendo una voce melodiosa riempire il silenzio oscuro delle tenebre.

 

“ Parsley, sage, rosemary and thyme... ”

 

Quella canzone...la conosceva. Aveva un non so che di tragico e nostalgico, mischiato al fascino della civiltà celtica. Suo padre gliela aveva cantata spesso da piccola, specialmente nelle notti dove non riusciva a prendere sonno. La rosa uscì dalla scorciatoia tenebrosa e si arrestò sotto un balcone del retro, dove il cantante sedeva sulla balaustra.

 

“ Kanato-senpai... ”

 

“ Remember me, to one who lives... ”

 

Il violetto intonava i versi con occhi neutri verso il cielo cupo con Teddy seduto comodamente sul suo grembo. Dalla prospettiva di Nyoko il vampiro sembrava un principe bellisimo, al quale però avevano rubato il cuore. Una persona aveva giocato con le sue emozioni e da allora il povero ragazzo si era rinchiuso nel suo mondo personale. Nyoko avrebbe voluto veramente oltrepassare quel muro impenetrabile e aiutarlo a guarire. Perchè...Perchè era la cosa giusta da fare.

 

<< Oh, eri tu che cantavi, Kanato-kun? >>

 

Nyoko riconobbe la voce acuta e gentile, sorridendo:

 

“ Yui-senpai... ”

 

<< Yui-san... >>

 

Le rispose Kanato con un sorrisetto (stranamente) beato, ritornando poi a guardare la luna mezza coperta dal manto nero di nuvole:

 

<< Questa notte non è bellissima? >>

 

La bionda non badò alla domanda del coetaneo, piuttosto alla sua posizione.

 

<< Perchè sei seduto là? E' pericoloso... >>

 

Nyoko si mise a riflettere, abbattuta. Kanato-senpai era un vampiro purosangue, quindi era un essere immortale. Se avesse perso l'equilibrio e fosse caduto da una simile altezza non si sarebbe potuto far niente...oppure si?

 

<< Starò bene. >>

 

Rispose il vampiro, dondolando le gambe e sorridendo tra se e se.

 

<< Coraggio, è veramente pericoloso! >>

 

Insistette la ragazza impaurita, avvicinandosi con cautela.

 

Kanato le rivolse nuovamente lo sguardo e ridacchiò, osservando la preoccupazione sui lineamenti contratti dell'umana.

 

<< Hai un'espressione di ansia mischiata a paura. E' molto carina. In realtà...odio quando fai quella faccia. Mi fa preoccupare perchè sei spaventata di me. >>

 

Nyoko scosse il capo con convinzione, come se volesse farsi vedere dai due ragazzi sul balcone.

 

 

“ No, Kanato-senpai! Yui-senpai non ha paura di te, è solo in ansia per la tua sicurezza! ”

 

Yui diede voce ai pensieri della rosa, con un tono di rassicurazione e premura:

 

<< Io non lo sono. Ho solo paura che tu possa cadere. >>

 

Il violetto rise piano, divertito dalla ingenuità della mortale.

 

<< Non hai proprio idea come tale timore ti faccia stupida. Sei così incredibilmente sciocca. E' così carino, mi fa ridere. >>

 

Yui indurì poco il suo sguardo apprensivo, domandando al vampiro:

 

<< E' così sbagliato preoccuparsi? >>

 

<< Non ho bisogno della tua preoccupazione. Ma...Vuoi che scenda così tanto? >>

 

Nyoko annuì e Yui rispose con un cenno del capo:

 

<< Si. >>

 

<< Okay, allora dammi un bacio. >>

 

La rosa rimase scioccata e si dovette tappare la bocca per non lasciarsi scappare un verso di protesta. Yui lo guardò stupefatta, non capendo le intenzioni del violetto.

 

<< Se tu mi dai un bacio, sarò felice di venire giù. Se non puoi farlo...allora lasciami in pace e sparisci. Allora? >>

 

Yui non riusciva a capire. Se avesse baciato Kanato, forse lui si sarebbe deciso a scendere da quella maledetta balaustra fina, ma... Cosa ne avrebbe pensato Nyoko? Non sapeva se la minore provasse qualcosa per lui, ma era certa che Kanato stesso si fosse infatuato di lei. Era una bugia?

 

Una risata fragorosa di Kanato catturò di nuovo la sua attenzione.

 

<< C-cosa c'è? >>

 

<< Ci ha davvero creduto? Sei veramente una stupida senza speranza, Yui-san. Se avessi dovuto chiedere realmente un bacio ci sarebbe dovuta essere Nyoko-chan al tuo posto. Sai, sarebbe stato il terzo che ci saremmo scambiati. >>

 

La quindicenne diventò paonazza, girandosi i pollici imbarazzata.

 

Yui rimase interdetta, ma assentì con un micro sorriso.

 

<< Ok, adesso scendo. >>

 

<< Davvero? >>

 

<< Si. >>

 

L'umana si rasserenò quando il violetto si mise in piedi sopra la balaustra di pietra, cogliendola di sorpesa.

 

<< K-Kanato-kun?! >>

 

Il vampiro si girò verso la bionda terrorizzata , annunciando tranquillo:

 

<< Beh, addio... >>

 

Si sbilanciò all'indietro e cadde dal secondo piano, prima che Yui potesse afferrargli le gambe.

 

<< Kanato-kun, no!!! >>

 

Nyoko vide il corpo del vampiro che precipitava verso la stada mattonellata del cortile e qualcosa scattò dentro di lei. Sfrecciò con la sedia vicino al punto dell'imminente impatto e senza pensarci due volte si lanciò sul suolo, aprendo le braccia e strizzando gli occhi.

 

Yui si aspettò il rumore di un tonfo secco, che non arrivò mai.

 

“ Cosa...? ”

 

Corse le rampe di scale, raggiungendo il luogo dove era avvenuto l'incidente. Non potè credere ai suoi occhi.

 

Nyoko aprì gli occhi smeraldo, trovandone un paio violacei a cinque centimetri di distanza. Kanato sapeva che la rosa si era messa a gurdare la sua chiaccherata con Yui, e gli era venuta l'idea di far prendere un bello spavento ad entrambe. Si era buttato di sotto aspettandosi chissà quale reazione dalle due, ma non si sarebbe aspettato che la rosa avesse tentato di sacrificarsi per salvarlo. Nonostante fosse a conoscenza della sua natura vampira, quella sciocca ragazzina si era messa in pericolo per lui.

 

<< Sei un casino, Nyoko-chan. Proprio quando volevo divertirmi un po'... >>

 

Kanato non si era abbattuo contro il colpo fragile della mezza vampira: attivò i suoi poteri e atterrò lentamente a cavalcioni sopra di lei, con le mani immerse nella chioma rosata.

 

<< Pensavi che una piccola caduta dal secondo piano potesse ferirmi? >>

 

<< No, Kanato-senpai... >>

 

Sussurrò la rosa, girando la testa e sorridendo a Yui. La bionda si toccò il petto e lasciò fuori un lungo sospiro tremolante.

 

Il violetto si tolse e le si sedette accanto, prendendo di nuovo in braccio Teddy:

 

<< Magari fosse così facile morire... >>

 

<< M-morire? >>

 

Esclamò la rosa, seguita da una domanda di Yui:

 

<< Vuoi morire, Kanato-kun? >>

 

Il violetto si alzò, guardando un attimo il terreno.

 

<< Magari un giorno, chi lo sa? >>

 

Poi riprese di colpo il suo sorriso sinistro, rivolgendosi ad entrambe:

 

<< C'è un posto che adoro, in verità. Vorrei farvelo vedere oggi. >>

 

Yui aiutò la minore a risedersi sulla sedia e si guardarono con un'occhiata di inquietudine.

 

 

 

I tre giovani entrarono dentro una sala immensa, illuminata da una fioca luce verde.

La prima cosa che saltò all'occhio delle due ragazze erano delle...statue? Figure ad altezza naturale di donne, vestite in leggiadri ed eleganti abiti da sposa e poste in posizioni varie. Avevano in mano dei bouquet di fiori freschi, e i gioielli di perle e oro risaltavano la loro pelle lattea. Un colorito un po' troppo strano...Come se tutto il sangue fosse stato prosciugato dai loro vasi sanguigni...

 

Yui rabbrividì, stringendo la mano che Nyoko le aveva porso, vedendola spaventata.

 

<< Queste cosa sono? >>

 

<< Come potete vedere, sono bambole di cera. >>

 

<< Non ne avevo mai vista una... >> Confessò la bionda, osservando timidamente gli occhi vitrei e inespressivi delle spose.

 

<< Io in realtà ero già andata ad un museo di statue di cera...Ma non ne avevo miai visto di così belle! >>

 

Nyoko non provava lo stesso senso opprimente della maggiore. Si guardava intorno meravigliata, parlando a Bunny di quanto fossero belli gli abiti candidi e inventando nella sua mente nomi da dare alle bellissime sposine. Ricordò il giorno della fiera di otto anni fa, allestita ai piedi della Tour Eiffel: era andata insieme a sua sorella e a suo fratello maggiore dentro una sala di statue di cera raffiguranti personaggi famosi e fantasici. Ci rimasero per tutto il pomeriggio, per la grande pazienza del loro padre. Pierre si era messo su un piedistallo vuoto e si finse una scultura maledetta per spaventare i passanti incoscienti. Camille lo aveva rimproverato per la sua immaturità e aveva avvertito Colette di non diventare mai come lui a quindici anni. La bambina di sette anni continuava a ridere felice.

 

<< Grazie mille, Nyoko-chan. >>

 

Disse Kanato, risvegliandola dalla trance in cui si trovava.

 

<< Anche Teddy si emoziona quando veniamo qui, vero Teddy? >>

 

L'orso gli rispose con lo stesso musetto serrato.

 

<< A Bunny piace questo posto, Nyoko-chan? >>

 

<< Totalmente! Lei è una grande fan dei matrimoni, per non parlare degli abiti da cerimonia. Dice che rimarrebbe qui per sempre! >>

 

Il violetto sorrise compiaciuto.

 

<< Invece non sembra che stia piacendo a te, Yui-san. >>

 

La diciassettenne si grattò la nuca, ammettendo con un poco di vergogna:

 

<< In realtà le statue di cera mi mettono i brividi... Vorrei che fossero carine come Teddy e Bunny. >>

 

Nyoko fece muovere le zampette della coniglietta, facendole fare poi un inchino di ringraziamento alla bionda.

 

<< Bunny è lusingata per il tuo complimento, Yui-senpai. >>

 

<< Sono consapevole che Teddy e Bunny siano carini più di loro. Ma in termini di anima, sono entrambi al loro stesso livello. >>

 

L'umana e la mezza vampira chiesero la stessa domanda, incuriosite:

 

<< Anima...? >>

 

Il violetto si arrestò, facendole irrigidire.

 

<< Sapete, ci stavo pensando. Yui-san, penso che saresti bellissima come un cadavere silenzioso...ma...Nyoko-chan, tu... >>

 

Si voltò, mostrando due occhi lilla brillanti:

 

<< Saresti decisamente la statua più meravigliosa della mia collezione. >>

 

La rosa fu in grado di dire solo un << Eh? >> che Kanato le posò le mani sulle spalle, avvicinando le labbra al suo orecchio:

 

<< Che ne diresti...se ti trasformassi in una bambola qui e ora, Nyoko-chan? >>

 

<< K-Kanato, cosa?! >>

 

Disse scandalizzata Yui, cercando di allontanare la figura del vampiro dall'amica.

 

<< Ti esporrei con così tanta attenzione...E Teddy avrebbe una nuova amica. Sarebbe una vincita per entrambi! Cosa ne pensi, Nyoko-chan? >>

 

La quindicenne non rispondeva: nella sua testa frullavano mille pensieri, sulle spose immobili. Erano tutte umane...umane uccise e trasformate in oggetti...

 

<< Nyoko non diventerà una delle tue statue malate, Kanato-kun! >>

 

Gridò Yui e cominciò a spingere la sedia velocemente verso la porta. Il vampiro fu più veloce e le afferrò la mano, sorridendo con un sadico sorriso a trentadue denti. La bionda fu messa contro un muro, mentre la rosa cascò dall'abitacolo.

 

<< Perchè sei così spaventata? Avanti Yui-san, non riesci a vedere che bella sarebbe Nyoko-chan come una delle mie bambole? Osserva la sua espressione vuota: non è meravigliosa? >>

 

La diciassettenne si rese conto che in qualcosa in Nyoko si era rotto: sembrava veramente una bambola di porcellana gettata al suolo, con i lineamenti delicati e gli occhi semiaperti, offuscati.

 

<< Chiuderò quella bocca di rosa con del filo...e metterò del vetro nelle sue cavità oculari. La vestirò con uno dei miei abiti preferiti... e sarà con me per sempre. Ma prima... >>

 

Lanciò uno sguardo di sdegno verso Yui, che lo implorava con le lacrime agli occhi:

 

<< Succhierò fino all'ultima goccia di sangue, e diventerai la damigella della mia principessa. >>

 

Le sbottonò velocemente il colletto della camicia e si preparò a mordere. Yui cominciò a lacrimare...

 

Nella sala riecheggiò il suono di un fendente. Yui aprì lentamente gli occhi, spalancandoli poi alla vista del lungo taglio sul braccio del violetto.

 

Il vampiro osservò la ferita, inizialmente sbigottito. Si girò e rinfacciò l'aggressore, con le lacrime agli occhi:

 

<< SI PUO' SAPERE CHI SEI??! >>

 

La ragazza dai capelli rosa sogghignò, mostrando il lungo coltello e facendo un inchino.

 

<< OH, ma che maleducata! Perdonami, Kanato-senpaiiiii! Anche tu, Yui-senpai!! >>

 

“ Lei non è Nyoko... ”

 

Pensò la bionda, vedendo la follia impossessarsi degli occhi verde lime splendenti. Le gambe erano funzionanti e la quindicenne si avvicinò, poggiando la punta della lama sul muro e creando un solco sulla roccia:

 

<< Avrete entrambi l'onore di ammirare la forza della potente Colette Dubois, ovvero la sottoscritta! >> Si indicò con un'aria di vanità, che fece confondere sia Kanato che Yui.

 

“ Lei non è decisamente Nyoko ”

 

Pensarono all'unisono.

 

<< Ah, però mi è sfuggito un piccolo particolare... >>

 

Strinse Bunny con un braccio e iniziò a correre, facendo stridere la lama dritta talmente tanto da creare scintille:

<< Temo proprio che uscirà un bel po' di sangue, mio caro, idiota,

Kanato-senpaiiiiii! >>

 

Il violetto si scansò appena in tempo, evitando il brutale colpo.

 

<< Non vorrei sfregiare la mia preziosa bambola maid...Ma non mi lasci altra

 

scelta! >>

 

Il vampiro si mise in posizione, tirando fuori a sua volta un coltello.

 

<< Oh, ma che stupenda evoluzione!! Sarà un bellissimo waltzer all'ultimo respiro, solo io e te! >>

 

Esclamò emozionata la ragazza, volteggiando e saltando con il coltello sopra la testa. Gli procurò un taglio profondo alla gamba destra, mentre il violetto le lesionò una spalla.

 

Yui si sedette, testimoniando la battaglia tra i due ragazzi con la croce tra le mani.

 

“ Cosa faccio? Nyo...no, Colette e Kanato rischiano di ammazzarsi a vicenda...Aiutami, Dio... ”

 

Intanto il duello violento continuava. I due vampiri erano coperti di tagli e lividi, ma fu Colette a prevalere: roteò su se stessa e affondò la lama sul fianco sinistro, facendo strillare il violetto.

 

<< OHOH! Mi sa che ho vinto io, Kanato-senpaiiiii! Che peccato, avrei voluto che resistessi ancora un
po'....PAZIENZA! >>

 

Portò l'arma vicino alla giugulare, pronto ad incidere il suo colpo fatale...

 

<< FERMATI!! >>

 

Yui lanciò un bouquet di rose verso il braccio della rosa, disarmandola.

 

<< Nyoko, ma che ti è preso! Non ti riconosco più, per favore fermati!! >>

 

La quindicenne era stizzita: raccolse l'arma e la puntò verso la bionda, sibilando a denti stretti:
 

<< Rimani fuori da questa storia, Yui-senpai. Sto solo compiendo il mio dovere da cacciatrice, ossia eliminare coloro che attentano alla vita degli esseri umani. Nonostante lui ti abbia ferito, tu provi pena per lui? Sei proprio una stupida. >>

 

Yui si sarebbe offesa, ma non ci vide più. Perse la calma:
 

<< Ascoltami bene: chiunque tu sia, vattene. Nyoko non farebbe mai del male a nessuno, nemmeno al più infimo degli individui o al diavolo stesso. Lei non vorrebbe uccidere Kanato, e non ha questo comportamento da primadonna ridicola! >>

 

 

La quindicenne sbarrò gli occhi, senza parole. Kanato la imitava, rimettendosi in piedi zoppicando.

 

<< Come ti permetti di parlarmi così quando io...cerco di proteggervi entrambe?! >>

 

Urlò la vampira isterica, scaturendo un verso di sorpresa dalla bionda.

 

“ Entrambe? ”

 

<< Va bene, adesso direi che è ora di farla finita, Colette. >>

 

I tre guardavano in direzione della porta, dove Ayato Sakamaki era entrato. Si avvicinava lento, studiando l'avversaria, che si mise in posizione.

 

<< Credi di farmi paura solo perchè sei sicuro di te, come lo era lui?! Ho ucciso esseri ben peggiori in un tempo molto breve!! >>

 

La vampira si scagliò contro il rosso, a cui spuntò un sorriso di sfida.

 

<< Non ho dubbi. Peccato che io non sia come quei tuoi ex bersagli... >>

 

Scomparì in un secondo, lasciandola spaesata.

 

<< Perchè io sono il migliore! >>

 

Le riapparve dietro e prima che potesse difendersi le diede un pugno in testa, facendola svenire.

 

<< A-Ayato-kun! Che cosa le hai fatto?! >>

 

Yui accorse a stringere la mano della ragazza esanime, osservando i tratti corrucciati distendersi.

 

Ayato si rivolse a Kanato, lievemente preoccupato per le ferite:
 

<< Kanato, recati da Reiji. Penso abbia bende e medicinali adatti. >>

 

Il violetto si alzò, guardando Nyoko. Non era arrabbiato, notò sorpresa Yui. Era...Dispiaciuto.

 

<< Starà bene? >>

 

<< Non morirà, puoi starne certo. Ora va. >>

 

 

Il vampiro annuì ed uscì dalla sala.

 

<< Ayato-kun... >>

 

Il rosso si concentrò sulla figura tremante di Yui e sospirò. Si allungò, avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle, lasciandola senza parole.

 

<< Mh...No, non ho voglia di bere. >>

 

Si staccò, facendo imbronciare un po' la bionda. Non era possibile che volesse solo succhiarle il sangue. No, era qualcosa di più.

 

<< Mhm. >>

 

I due videro la ragazza muoversi nel sonno, mugugnando qualcosa. Poi aprì flebilmente gli occhi e guardò i due con curiosità:
 

<< Yui-senpai, Ayato-senpai...Cosa è successo...? >>

 

  
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