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Autore: DanieldervUniverse    19/11/2019    1 recensioni
Imitando lo schema del cartone della Disney "Topolino, Paperino e Pippo - I Tre Moschettieri", Sora, Riku, Roxas, Kairi e altri sono protagonisti di una nuova rilettura di Kingdom Hearts.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Riku, Roxas, Sora, Xehanort
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun gioco
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- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dietro le scene'
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-E-ehi nonno- disse il ragazzo, evitando lo sguardo di Xehanort. La somiglianza tra i due era incredibile, ma si fermava giusto all’aspetto: il nipote non aveva ereditato nessuna delle qualità del parente, se non la capacità di usare un keyblade. Notando la reticenza del ragazzo a parlare il vecchio fece un passo indietro, ma non smise di fissarlo con i suoi occhi maligni. Sapeva che qualcosa non andava per il verso giusto, e che il ragazzo non aveva il coraggio di parlargliene. Nessun problema, gliele avrebbe estratte con un piccolo incoraggiamento. Iniziò a camminare in circolo attorno al nipote, come un predatore attorno alla preda, attendendo finché non udì un lieve sospiro provenire da dietro una delle arcate in ombra. Con un gesto improvviso evocò il suo keyblade e lo puntò verso l’apertura.
-Venite dentro. Tutti e due.
La coppia di figure in ombra, avvolte nello stesso abito scuro del giovane, si rivelarono alla luce della fioca candela, tenendo entrambe le mani ben alzate e i volti chini.
-Bene bene bene, allora ci siete tutti e tre, Xemnas, Ansem, e Junior- commentò il Maestro, mentre i tre abbassavano i cappucci. -E a cosa deve l’onore questo povero vecchio?
Ansem e Xemnas, i nuovi arrivati, si scambiarono un rapido sguardo prima di spostarsi verso Junior e sospingerlo in avanti -Il tappo vorrebbe dirti qualcosa, nonno.
-Oh certo, tutto per il mio nipote preferito.
Mentre i due maggiori si facevano indietro Junior deglutì rumorosamente.
-Eh-ecco, volevo dirti che abbiamo fato quello che ci avevi chiesto.
-Ah sì?
-Sì, beh, cioè ci abbiamo provato... a colpire la principessa con l’angelo…
-Che cosa!?- esclamò Xehanort, perdendo definitivamente le staffe e afferrando il giovane per il colletto della veste -Avete cercato di uccidere la principessa un’altra volta!?
-Ma non ci avevi detto di mandarla tra gli angeli?- intervenne Xemnas.
-Noooohhhh! Avevo detto di farle la guardia come angeli! Che diavolo vi passa per la testa a voi tre!?- esclamò con furore il vecchio, spingendo Junior in braccio agli altri due -Vi ho ripetuto un’infinità di volte che il piano NON è di uccidere la principessa, ma di rapirla e non farla rivedere mai più!
-E a che serve?- insisté Xemnas, l’unico ad aver ereditato la scioltezza di parola e la sfrontatezza del nonno, con malcelata ignoranza.
-Dove… voi lo sapete che domani sera la principessa farà un discorso alla popolazione per legittimare la sua incoronazione come regina?
I tre annuirono.
-E allora lei dovrà sparire prima di allora o io non potrò diventare re!
I tre annuirono nuovamente, ma Xehanort fece una lunga pausa...
-Scusa, non ho capito- disse Junior, alzando la mano. Il Maestro si passò una mano sulla fronte, sconsolato.
-Xion!
Con un rombo simile ad uno sciacquone la giovane atterrò con grazia e maestria proprio di fronte al suo principale.
-Sì Signore?
-Butta questi tre buoni a nulla nel “Pozzo”.
-Agli ordini!
-Nonno ti prego no!
-Quello no!
-Tutto meno che nel Pozzo!
Le preghiere dei tre non vennero udite da Xion, che mise mano ad una leva nascosta sul pavimento.
-Abbassa la leva, Xion.
-Eseguo!
Tuttavia, con grande sorpresa di tutti, la botola si aprì sotto i piedi di Xehanort, che precipitò urlando: -L’altra levaaaaaaaaaaahhhhhhh!
-Uh-oh- mormorò la segretaria, udendo il sonoro atterraggio.
-Non sarà di buon umore quando uscirà da lì- commentò Junior con voce tremante.
-Vuoi dire sé uscirà da lì- aggiunse tuttavia Xemnas, dandogli qualche leggera pacca sulla schiena e scambiando uno sguardo d’intesa con Ansem. Xion fu sul punto di dargli ragione e seppellire il suo datore di lavoro in quel buco ad ammuffire (onde evitare complicazioni) quando il suo comunicatore portatile iniziò a vibrare.
-Pronto?
-Signora Xion?
-Signorina, prego. Che serve?
-C’è il Maestro Xehanort?
-Ecco, è un po’ impegnato in questo momento. Può richiamare più tardi?
-Non credo, la principessa è molto insistente…
-La principessa!?
Una sirena d’allarme s’accese scatenando un sonoro frastuono in tutto lo stabile.


-Holà miei cari lettori-accompagnatori, torniamo a parlarci di persona. Che ne dite, la vicenda vi sta coinvolgendo? Sarò curioso di ascoltarvi ma adesso lasciate parlare me, è tempo di leggere.
-Bella scampagnata uscire da quelle catacombe, eh? No, neanche a me piace. Tuttavia è interessante notare come le fondamenta della città siano divenute una seconda e ben più intricata città sotterranea. E dentro un monte per giunta. Fortuna che non ci sono terremoti o piogge torrenziali qui, altrimenti sai che caos.
-Ma dunque eccoci fuori. Ci abbiamo messo meno del previsto ad uscirne lo so, ma io so sempre la strada da prendere, su quello non dubitate. E proprio lì ecco la principessa, seduta su una delle panche d’attesa fuori dallo studio del Maestro, con volto imbronciato e lo sguardo truce. Persino Naminé è a disagio accanto a lei. Mi duole vedere una così dolce dama in tale stato, credo che mi permetterò di infrangere una delle tre leggi del narratore.
-Ehm, mia principessa, vedere il vostro volto crucciato in tal modo mi fa dolere il cuore. Ecco a voi una rosa rossa fresca della rugiada mattutina e baciata dal sole, che vi renda il sorriso e un po’ amore.
-Oh- fa lei, con gli occhi sgranati e lo sguardo sorpreso, fissando il fiore che le offro con un inchino.
-Grazie- dice infine, mentre lo prende in mano con fare esitante. Mi risponde con un sorriso stentato, ma tuttavia le basta annusarlo una volta perché un’aria serena torni ad animarle il volto.
-E che devo dirvi, il vecchio me è ancora in forma smagliante. Certo non sarà una rosa a risolvere tutti i problemi del mondo o i suoi, ma una piccola gentilezza può fare la differenza.
-Quanto alla nostra storia, sono sicuro che forse il nostro Maestro abbia dato l’impressione di avere le idee un po’ confuse su come si possa ereditare un regno, ma non vi sorprendete: dopo anni anche lui comincia a perdere colpi, ma se volete la mia opinione non è così stupido come sembra.
-Bene, dato che pare abbiamo ancora tempo forse potrei approfittare della pausa per raccontarvi dei suoi tre nipoti. Anche perché non credo che avremo molte occasioni di presentarli meglio come abbiamo invece fatto con gli altri personaggi.
-Cominciamo dal maggiore, Xemnas: è un’omaccione alto, il più alto dei tre, con una folta criniera di capelli bianchi, un talento per l’oratoria e anche una certa abilità di scherma, essendo ben capace di usare due lame laser per combattere. Ovviamente nonostante possa farti credere di essere l’individuo più sveglio nella stanza è tutta scena dovuta alla sua capacità di usare la lingua: è parecchio tonto anche se bisogna ammettere che è piuttosto intraprendente, specie se paragonato ai suoi cugini.
-Passiamo al medio, Ansem: rispetto al fratello maggiore porta i capelli legati in una coda di cavallo, ma a parte questo e il fatto di essere mediano tra i suoi fratelli è praticamente indistinguibile da loro; purtroppo è anche il meno acuto e sveglio, cosa che compensa tuttavia con una notevole resistenza fisica. Pare che abbia addirittura stretto un patto con un demone per ottenerne i servigi, come una sorta di anima oscura invisibile ma corporea che gli orbita attorno.
-Infine parliamo del minore, Xehanort Junior o Junior: essendo il più basso è fin da subito individuabile, anche senza prendere in considerazione il ciuffo di capelli rialzati sulla fronte; è l’unico dei tre ad aver ottenuto un keyblade come il nonno, ma a causa di alcuni incidenti non è potuto entrare tra nei Custodi in modo ufficiale. Pare anche che questo abbia influito molto sulla sua psiche. Di fatti il nostro piccolo fortunato è forse l’unico ad avere abbastanza cervello tra i suoi fratelli per capire cosa suo zio stia cercando di ottenere e come, ma purtroppo è un completo inetto e senza un incoraggiamento non ha idea di dove mettersi le mani.
-Ops, sento arrivare qualcuno. Abbiamo finito appena in tempo. Ora tutti zitti che la porta si sta aprendo.


Xion uscì dalla porta dell’ufficio, cercando di ripulirsi alla bene e meglio, e notò subito la principessa e la sua dama da compagnia sedute in attesa in corridoio, coperte da due pesanti mantelli.
-Il Maestro può ricevervi ora.
Kairi distolse lo sguardo dalla rosa che teneva in mano e si alzò con fare regale, imitata da Namine.
-Vostra maestà- l’accolse Xehanort da dietro la scrivania, facendo un educato inchino -Quale onore nel ricevere una vostra visita. Cosa posso fare per voi?
-Sarò molto chiara e diretta, Maestro- rispose la giovane, poggiando saldamene le mani sul tavolo.
Xehanort annuì, sedendosi pesantemente e facendole segno di parlare liberamente, più per etichetta che per necessità.
-Voglio le guardie del corpo.
-Guardie del corpo?- replicò il maestro, colto di sorpresa.
-E che siano Custodi.
-Beh sua altezza, credo di poterla accontentare tra qualche giorno…
-Adesso! Non intento attendere un minuto di più mentre la mia vita è costantemente messa a repentaglio!
-Non sono sicuro che i Custodi possano…
-Maestro!- esclamò lei, battendo le mani sul tavolo -Io. Voglio. Le. Guardie. Del. Corpo.
-Capisco…- replicò Xehanort, alzandosi e dirigendosi verso la grande finestra con fare pensoso. Doveva trovare una soluzione prima che la cosa gli sfuggisse di mano. Ma come poteva evitare alla principessa un tale favore? Mentre rimuginava sul da farsi, l’occhio gli cadde sui nostri eroi, Sora, Riku e Roxas, che stavano diligentemente dedicandosi alla pulitura delle finestre come da lui ordinato.
Tuttavia i tre giovani, che fosse per loro iniziativa o per dimenticanza, non avevano assicurato bene le corde che tenevano sospesa la piattaforma, portandola a rollare pesantemente con i loro movimenti e poi a ribaltarsi, facendo precipitare inservienti e strumenti con un tonfo sordo. Dopo aver contemplato l’ennesimo disastro il Maestro sorrise compiaciuto, formulando un nuovo diabolico piano nella sua mente.
-Così sia, maestà- disse, voltandosi verso la principessa -Radunerò i miei Custodi migliori e ve li presenterò armati e pronti a palazzo in meno di un’ora.
-Finalmente!- esclamò Kairi -La ringrazio per aver finalmente risposto alle mie richieste Maestro. Questa faccenda stava diventando una vera seccatura!
Senza proferire altro la principessa e Namine uscirono dallo studio, mentre Xehanort le salutava con fare cordiale. Tuttavia non appena Xion richiuse la porta dello studio alle sue spalle l’uomo non poté trattenersi dal bisbigliare -Te la do’ io la seccatura.
-Come intende procedere, principale?- domandò Xion.
-Prendi tre pietre del richiamo e manda quei tre disastri a pulire la sala del Cristallo.
-Non pensa che magari dovremmo…?
-Fai quello che ti ho detto o ficco anche te nel Pozzo!
-Sì Signore!- rispose prontamente la giovane, schizzando fuori dell’ufficio al massimo della velocità.


Doloranti e ammaccati tanto nel corpo quanto nello spirito, i tre giovani iniziarono mestamente a dedicarsi all’ultimo compito che gli era stato assegnato, senza nemmeno rallegrarsi dell’onore di poter ammirare da vicino il grande Cristallo da cui si diceva venissero tutti i Keyblade.
Il discorso di Maestro Xehanort li aveva privati anche di quel briciolo di speranza che avevano stretto nel proprio animo. Niente e nessuno li avrebbe mai aiutati a diventare Custodi, nemmeno il loro stimato impegno e spirito d’iniziativa.
Con abbandono si trascinarono nei loro compiti, tenendo gli sguardi bassi e le schiene curve. Ciò nonostante non ci misero più di un’ora a lucidare le pareti e i pavimenti al punto da riflettere i loro volti alla pallida luce del Cristallo. Appena ebbero finito la porta della sala si aprì e il Maestro Xehanort fece il suo ingresso trionfale seguito da Xion, che reggeva un sacco in mano.
-Bene, vedo che stavolta non avete combinato pasticci- si congratulò il vecchio, mentre i tre si allineavano sull’attenti di fronte a lui -Perché non avete combinato pasticci vero?
-No signore!- risposero in coro.
-Molto bene. Allora credo che possiate finire il lavoro pulendo il Cristallo- continuò il Maestro infilando una mano nel sacco ed estraendo una pietra lucida, attraversata da sottili venature luminose, grande all’incirca quanto l’avambraccio di uno dei giovani -Userete queste. Altri oggetti non sono altrettanto capaci.
-E mi raccomando- aggiunse, quando i tre ebbero ognuno in mano la propria -Io vi tengo d’occhio.
Con un inchino i tre si avviarono verso il Cristallo, ma quando arrivano a pochi passi di distanza quello cominciò a brillare d’intensità sempre più forte. Poi le pietre nella mani dei ragazzi vennero catturate da una forza traente che iniziò a tirarle verso il Cristallo.
-Maestro! Cosa succede!?- gridò Sora.
-Quello che deve succedere ragazzo!- rispose Xehanort, urlando a sua volta.
I tre si scambiarono sguardi terrorizzati mentre venivano trascinati inesorabilmente verso l’accecante luce. Le pietre nello loro mani cominciarono a brillare a loro volta a mano a mano che si avvicinavano al Cristallo. Ad un certo punto vennero avvolte da un arcobaleno di sgargianti colori che si legarono in un vortice sommesso finché tutto non scomparve con un lampo, facendo cadere i tre a terra.
Quando si rialzarono, storditi e parzialmente accecati, trovarono nelle loro mani tre keyblade.
-Congratulazioni!- esclamò Xehanort, mentre Xion sparava in aria qualche coriandolo. Sora continuò a far passare lo sguardo dal suo keyblade nuovo fiammante al Maestro, non riuscendo a credere a ciò che vedeva.
-M-m-ma-Maestro cosa…?
-Avete superato la prova. Con il vostro impegno e le vostre qualità finalmente avete dimostrato quello che volevo vedere. Siete ufficialmente tutti Custodi del Keyblade- spiegò solennemente Xehanort, abbracciando i tre con un sorriso smagliante sulle labbra.
-Da-da-davvero?
-Non mentirei mai su una cosa simile. Essere un Custode è la massima responsabilità e solo i veramente degni possono conquistare i favori del cristallo e richiamare il proprio Keyblade.
-Qu-quindi è… ufficiale?
-Ma certo- rispose Xehanort, evocando il proprio keyblade -Ora ripetete con me. A-ehm, Tutti per Uno…
-Tutti per Uno…!
-E Uno per Tutti!
-Oh corbezzoli non ci credo ancora!
-Ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta!
-Siamo Custodi!
Mentre i tre festeggiavano allegramente la propria riuscita, Xion si avvicinò silenziosamente al suo principale.
-Signore- bisbigliò.
-Sì?
-Lei sapeva che sarebbe successo?
-Certo che lo sapevo: quei tre hanno un enorme potenziale, per questo li ho tenuti vicino nonostante la quantità di danni che hanno provocato sin ora.
-Ma allora non pensa che potrebbero complicare le cose?
-No: essere un Custode richiede anni di addestramento. Nessuna capacità innata può battere l’esperienza.
-Ma quindi…
-Quindi una volta che avranno fallito nel proteggere la principessa e io sarò diventato re, saranno i miei più potenti e fedeli servi, concentrati sul ristabilire il proprio onore e la propria integrità.
-Questo… piano è magnificamente diabolico e pieno di rischi.
-Dopo l’ultima bravata di quei tre idioti dei miei nipoti siamo rimasti a corto di opzioni. Vai ad informarli del prossimo piano e di prepararsi. Stavolta non saranno permessi errori.-Va bene signore.


Pochi minuti dopo, al castello, il Maestro Xehanort e i tre fecero il loro grandioso ingresso con le nuove sgargianti armature. Ovviamente c’era voluto un po’ ad evocarle correttamente ma sì sa, le prime volte è sempre un po’ difficile. Quando raggiunsero l’ingresso della sala del trono Xehanort fece arrestare la marcia con un secco ordine e si rivolse ai tre con solennità.
-State per essere presentati alla principessa in persona per una missione segreta di cui nessuno, a parte me e Xion, è a conoscenza. Vostro compito sarà farle da guardie del corpo e difendere ad ogni costo la sua vita. Intesi!?
-Intesi, signore!- risposero loro in coro.
-Molto bene. Allora continuate così, la prima impressione è importante. Inchinatevi quando ve lo dico e siate ben cortesi con la fanciulla. Uomini, avanti!
I portoni della sala d’ingresso si spalancarono con decisione, travolgendo i nostri eroi con una luce splendente e diffusa, che spaziava tra le alte colonne e i pavimenti di marmo, per non parlare delle alte vetrate colorate che variavano largamente le gradazioni di colore.
In fondo alla sala, alla fine di un lungo tappeto rosso, vi era un trono regale con sopra seduta Kairi, in abiti solenni e pomposi color rosé. E accanto a lei stava Namine con un piccolo carrello pieno di cibi, intenta a tagliare qualche fetta di formaggio.
-Vostra altezza reale, sono…
-UN ATTENTATORE!- esclamarono in coro i nostri eroi appena videro il coltello nelle mani della giovane dama di compagnia. Scattarono all’unisono in una corsa forsennata, superando Xehanort e facendolo ammutolire dalla sorpresa. Namine stessa rimase impietrita fino all’ultimo, quando con un grido riuscì a rifugiarsi in braccio all’amica. I tre non fecero in tempo ad accorgersene e si lanciarono l’uno addosso all’altro, grugnendo, urlando e tirando morsi e calci.
-FINITELA SUBITO!- tuonò Kairi, facendo arrestare i tre all’istante. Rendendosi conto di come si erano conciati si rimisero sull’attenti, affrontando lo sguardo truce della ragazza con una faccia rossa dalla vergogna.
-Cosa vi salta in mente!?- continuò la principessa, stringendo la traumatizzata amica al petto -Questa fanciulla è la mia dama di compagnia! Come osate trattarla in questo modo!?
-Temo sia colpa mia, vostra altezza- intervenne Xehanort, avvicinandosi -Ho incoraggiato eccessivamente lo zelo in questi giovani virgulti e ardimentosi per la vostra sicurezza. Mi scuso per l’incidente, anche con voi dama Namine. Vi assicuro che non si ripeteranno simili incidenti.
Il Maestro si inchinò, e i giovani lo imitarono.
-Siamo dolenti maestà. Non non lo faremo più- aggiunse Sora, con voce tenute.
-Eh sia- rispose la principessa dopo qualche secondo di silenzio -Per questa volta, date le vostre buone intenzione, vi perdono.
-Grazie maestà, non vene pentirete!- fece Sora, alzandosi in piedi senza ricevere il permesso.
-È tutto come desiderava, maestà?- domandò Xehanort.
-Sì Maestro. Grazie della disponibilità.
-Il piacere è tutto mio maestà.
A quel punto il vecchio prese commiato e si avviò alla porta, lanciando un’occhiata dietro di sé per ammirare il suo successo. Con un ghigno malevolo, il vecchio si compiacque nel vedere quei tre sfortunati “bamboccioni” cercare di fraternizzare con le due fanciulle.
-Tutto secondo il piano- mormorò mentre usciva dalla sala del trono.

  
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