Capitolo
XIV
Speranza
(dal
punto di vista di Judy)
Anni
fa, ho tenuto un discorso. Cominciava più o meno così:
‘Quando
ero piccola, pensavo che Zootropolis fosse un posto perfetto, dove
tutti vanno
d’accordo e ognuno può essere ciò che vuole. Poi ho scoperto che la
vita reale
è un po’ più complessa di una frase ad effetto. La vita reale è
complicata.
Tutti abbiamo dei limiti, e tutti commettiamo errori.’
Quelle
parole descrivevano alla perfezione ciò che era diventata la mia vita.
Avevo
dimenticato com’era essere me stessa per troppo tempo. Stavo
brancolando nel
buio. Avevo scelto di cambiare nei modi più sbagliati possibili perché
pensavo
che ciò che stavo facendo mi avrebbe permesso di sopravvivere.
Nei
miei sforzi per garantirmi la sopravvivenza, avevo dimenticato cosa
volesse
dire vivere. Ci sono voluti la morte di Viola Wilde e il ritorno di
Nick per
rendermene conto. Sebbene l’evento fosse stato tragico e straziante, se
non si
fosse verificato io e Nick non saremmo mai riusciti a riallacciare il
nostro
rapporto. So che sua madre voleva questo per noi.
Mi
sto adattando al mio ‘nuovo’ ruolo di tenente da circa cinque mesi.
Assumere
questo incarico è stata una delle cose migliori che abbia fatto negli
ultimi
quindici anni. Non sono più così lontana da casa come lo sono stata
prima.
Significa anche che posso essere una madre migliore per mio figlio. Il
capitano
Fangmeyer mi concede tre giorni di permesso a settimana e trascorro più
tempo
che posso con Nicholas.
Anche
lui ha iniziato a cambiare. Gli ci è voluto un po’ per abituarsi, ma ha
finalmente iniziato ad aprirsi di più ora che riceve molte più
attenzioni da
parte mia. Certo, il fatto che lui sia un ibrido rimane ancorato nei
meandri
della sua mente, ma sto facendo del mio meglio per aiutarlo, cosa che
avrei
dovuto fare fin dall’inizio. Dicevo le stesse cose anche prima, ma ora
so che
non era vero e di questo me ne rammarico; adesso il modo migliore che
ho per
scusarmi con lui è dimostrargli che posso fare tutto il possibile per
essere al
suo fianco. Non riesce ancora ad aprirsi del tutto con me, ma credo che
un giorno
ci riuscirà.
******
Distretto
Uno
“Salve,
tenente Hopps!” esclamò Clawhauser agitando una zampa dal bancone della
reception.
“Ciao,
Ben.” rispose Judy con un sorriso mentre si avvicinava alla scrivania.
“Com’è
andata?”
“Direi
che… è andato tutto bene. Penso che le cose stiano iniziando a
migliorare ora.”
“Beh,
mi fa piacere sentirlo.” considerò Clawhauser con un largo sorriso,
“Come sta
Nick Junior? Non ho visto nessuno degli altri agenti trascinarlo qui
negli
ultimi mesi.”
“Sta
bene.” ribadì Judy, “Tutto quello che è successo è stato un duro colpo
per lui,
perciò stiamo procedendo un passo alla volta. Sono riuscita a farlo
tornare a
scuola.”
“È
bello sentirtelo dire. E come sta Nick Senior?”
“Sta
bene.” disse Judy ridacchiando, “Ma non lasciare che ti senta chiamarlo
così.”
“Oh,
non avrà un soprannome per tutti gli altri e non ne avrà uno tutto per
sé dopo
quindici anni.” concluse il ghepardo con un sorriso malizioso.
Judy
ridacchiò tra sé e sé.
******
Per
quanto riguarda Nick, ha fatto ciò che agli occhi di molti sembrava del
tutto
inatteso: ha venduto le proprie azioni della compagnia che ha fondato a
Città
del Messigatto, ha ceduto il suo posto di direttore generale al suo
vice ed è
tornato a Zootropolis con Robin. Vive nell’appartamento di sua madre;
dice che
sebbene non riesca ancora a considerarlo come ‘suo’ e possa permettersi
di
vivere in una nuova casa tutta per lui, non poteva sopportare il
pensiero che
qualcuno diverso da lui andasse ad abitare nella casa in cui sua madre
l’aveva
cresciuto. Robin non è sembrato per nulla turbato dalla novità. Nick lo
ha
fatto iscrivere in una scuola elementare locale e si è già fatto
qualche amico.
Nick
ha guadagnato molti soldi dalla vendita delle sue azioni, ma ne ha
devoluto una
gran parte ai reparti di Oncologia negli ospedali della città. Mi ha
detto che
gli era sembrata la cosa più giusta da fare per evitare che qualche
altro
mammifero possa soffrire gli stessi dolori che hanno tormentato sua
madre nelle
sue ultime settimane di vita. Quanto ai soldi che gli sono rimasti…
dice che
equivale a, e cito testualmente: ‘duecento bigliettoni al giorno,
sciocchina,
per trecentosessantacinque giorni all’anno da quando ho dodici anni.’.
Ho
trovato divertente quel piccolo ricordo di uno dei nostri primi
incontri; so
che c’è un pizzico di verità in quelle parole, ma mi ha confidato che
mi ha
detto così soltanto per vedermi sorridere di nuovo. Ha depositato una
ingente
quantità di denaro in due fondi di risparmio destinati a Robin e
Nicholas.
Per
quanto riguarda ciò che Nick ha fatto dopo…
All’inizio,
una parte di me aveva sperato che noi due avremmo potuto tornare a
lavorare
insieme nel Corpo di Polizia di Zootropolis, perché credevo che per noi
sarebbe
stato più facile ricostruire il nostro rapporto se avessimo trascorso
insieme
più tempo possibile; tuttavia, Nick era stato lontano dal corpo di
polizia per
troppo tempo e credevamo che la sua età sarebbe stata una barriera
insormontabile. Invece, avevamo scoperto che non c’era un limite d’età
per gli
aspiranti poliziotti, purché avessero superato un apposito test
d’idoneità
fisica. A quanto pare, era una clausola inserita nell’iniziativa per
l’inclusione dei mammiferi portata avanti da Lionheart diversi anni fa.
Bogo ci
mise una buona parola e Nick affermò che, se tornare indietro avesse
contribuito a rendere il mondo un posto migliore, sarebbe stato più che
disposto a ripercorrere quella strada. Perciò, ora è in Accademia per
rifare i
sei mesi di addestramento necessari per entrare in polizia. Non so se
sarà in
grado di rientrare nel Distretto Uno, ma sospetto che il commissario
Bogo
voglia ritrovarlo lì; sebbene in più di un’occasione lo abbia trovato
esasperante, ha dovuto ammettere che Nick era stato un poliziotto
dannatamente
bravo.
In
quanto genitore single, Nick è autorizzato a uscire dall’Accademia ogni
sera,
in modo che possa tornare a casa per badare a Robin. Mi prendo cura di
lui nei
miei giorni di riposo; nei giorni in cui lavoro, invece, quel compito
spetta a
Finnick.
Nicholas
e Robin vanno d’accordo, anche se non parlano molto fra loro. Almeno,
non
passano il tempo a litigare come facevo io con qualcuno dei miei
fratelli
quando ero cucciola.
******
Qualcuno
bussò alla porta dell’appartamento di Judy. La coniglia andò ad aprire
e trovò
Nick ad attenderla, con indosso la divisa dell’Accademia di Polizia di
Zootropolis.
“Sai,
credo che mi faccia sembrare più giovane di quanto non sia.” osservò
Nick
mentre entrava.
“In
effetti, ti sta bene addosso.” disse Judy con una risatina facendolo
accomodare
in salotto. Seduto sul divano c’era Robin, intento a scrivere qualcosa.
“Ehilà,
campione.” esclamò Nick sporgendosi sul divano, “Che cosa hai lì?”
“I
compiti per casa.” rispose Robin senza alzare lo sguardo, “Ho capito,
papà.”
“Beh,
se è così, d’accordo.” disse Nick rimessosi in piedi. Vide Nicholas
seduto in
un angolo, con le cuffie nelle orecchie, occupato anche lui a scrivere
qualcosa.
“Che
cosa stai facendo?” gli domandò Nick.
“Un
compito per il reinserimento a scuola.” rispose Nicholas. Nick si
accigliò e
rivolse un’occhiata a Judy.
“È
qualcosa che gli hanno chiesto i suoi insegnanti. Meglio non chiedere.”
rispose
Judy scuotendo la testa.
Nick
guardò oltre le spalle di Nicholas.
“Sai,
in linea di massima può andare, ma che ne diresti di…” Nick si chinò in
avanti.
Nicholas si irrigidì mentre suo padre gli dava qualche suggerimento, ma
non
fece alcun gesto sgarbato per mandarlo via.
“Così
dovrebbe andare bene.” disse infine Nick. Nicholas non sembrava tanto
convinto
mentre guardava il compito.
“Ho
capito.” esclamò Nicholas. Nick arretrò di un passo. Ci fu un breve
momento di
silenzio prima che Nicholas riprendesse a parlare.
“Allora,
uhm… grazie.” disse goffamente.
“Nessun
problema.” replicò Nick con un sorrisetto stampato in faccia. Si
rivolse a
Robin e disse: “Forza, piccolo. Torniamo a casa.”
“Papà,
puoi chiamare ‘piccolo’ un cucciolo di sei anni.” brontolò Robin, “Ne
ho
undici, ora.” Ciò nonostante, raccolse le sue cose e uscì
dall’appartamento con
suo padre, mentre Judy li salutava. Judy ritornò da Nicholas e lo
strinse in un
abbraccio.
“Sono
fiera di te, tesoro.” disse.
“Voleva
avere la possibilità di mettersi alla prova.” esclamò Nicholas
scrollandosi le
spalle, “Nonna Viola mi ha sempre detto che avrei dovuto
concedergliela.”
“Sarebbe
stata orgogliosa di te.” ribadì Judy, “Lo sai, vero?”
Nicholas
non fu in grado di rispondere subito, poiché la ferita della sua
scomparsa non
era ancora del tutto sanata.
“Sì.
Lo so.” disse infine.
******
A
proposito di Nicholas… come ho già detto, ha iniziato ad aprirsi un po’
di più.
Ora è disposto a dare a Nick una possibilità, il che è un cambiamento
notevole
rispetto a cinque mesi fa, quando non voleva neppure parlargli e
pensava che
lui fosse soltanto un codardo. Nick sta facendo del suo meglio per
provare a
far sì che Nicholas impari a volergli bene, anche se l’attrito fra i
due non è
scomparso del tutto. Hanno solo bisogno di un altro po’ di tempo.
******
Judy
condusse l’auto fino all’ingresso della St. Barks High School, con
Nicholas
seduto sul sedile del passeggero.
“Sei
pronto?” disse Judy a suo figlio.
“Sì.”
rispose Nicholas, “Dovevo affrontarlo prima o poi. Credo che sia
arrivato il
momento.”
Judy
lo guardò con occhi pieni d’affetto.
“Ehi,
mamma…”
“Sì?”
“Lo
sai che ti adoro, vero?” disse Nicholas. Quell’affermazione fece
sorridere Judy
e le tornò in mente un ricordo risalente a molti anni prima.
“Se
lo so?” esclamò la coniglia, “Sì. Certo che lo so, figliolo.”
Nicholas
ricambiò il sorriso mentre apriva la porta, afferrava lo zaino e
scendeva dalla
macchina. Judy lo osservò oltrepassare il cancello d’ingresso e gli
rivolse un
cenno di saluto. Nicholas annuì di ricambio.
Mentre
Nicholas camminava nel cortile della scuola, una giovane lupa lo notò e
lo
fissò. Judy si accigliò nell’osservare la scena… finché non realizzò
una cosa:
la coda della giovane lupa ondeggiava, cosa che Judy riconobbe come un
segno di
felicità. La mammifera si avvicinò a Nicholas e gli diede un colpetto
sulla
spalla; Nicholas si girò e nel vederla comparve un lieve cipiglio sul
suo
volto. Quell’espressione svanì nel momento in cui la lupa disse
qualcosa che
stuzzicò la curiosità di Nicholas.
Judy
si chinò in avanti. Riconobbe quella giovane lupa, ma non riusciva
proprio a
ricordare dove l’avesse vista… si strinse nelle spalle e rimise in moto
la
macchina.
******
Per
la prima volta, Nicholas potrebbe essersi fatto degli amici a scuola e
sembra
che, dopo tutto, non sia così solo. E le cose tra me e Nick stanno
cominciando
a migliorare. Potremmo non essere in grado di cambiare il passato, ma
possiamo
andare avanti.
Perciò,
suppongo che possiate affermare che le cose stiano andando meglio di
quanto
aveste potuto sperare.
Accendo
la radio in macchina e noto che sta trasmettendo le note della canzone
che è
diventata la colonna sonora della mia vita.
******
There
are days
When
we fall
Stumbling
through the darkness
Can
you hear my call?
I
learned to love, but it didn’t last
I’m
filled with regrets about what’s past
But
at the end of the tunnel, I see a light
I
have to get back up and put things right.
You
see, hope is eternal!
It’s
not over, I can’t give up,
I
know hope is eternal!
I’ll
dust myself off and get back up.
Life
goes on
It
passes me by
Through
friendships lost
My
heart will cry
I
lost my love, I forgot to live
To
change the past, oh what I would give!
The
past won’t change, but the future can
I
hope this time it all goes to plan.
You
see, hope is eternal!
It’s
not over, I can’t give up,
I
know hope is eternal!
I’ll
dust myself off and get back up.
My
heart yearns for more
I’m
sorry I hurt you
But
this isn’t the end,
There’s
no way we’re through!
You
see, hope is eternal!
It’s
not over, I can’t give up,
I
know hope is eternal!
I’ll
dust myself off and get back up.
Hear
me! Hope is eternal!
To
my heart I’m finally listening.
Did
you know? Hope is eternal!
I
look to you, my eyes glistening.
It’s
true! Hope is eternal!
You’ve
waited too long for my apology.
Hey,
wait! Hope is eternal!
Hope
is woven into my biology.
We
can live in hope.
Hope
is eternal.
Fine
Note
dell’autore: Sulle
note dell’ultimo singolo di successo
della popstar Gazelle si conclude questa storia, fondata sì sul dolore
e sul
rimpianto per le scelte sbagliate che Nick e Judy hanno commesso in
passato, ma
anche – e soprattutto, aggiungerei! – sulla speranza e sulla volontà di
ricostruire un rapporto che sembrava irrimediabilmente compromesso.
Ho
un annuncio da fare. Dovete sapere, cari lettori e gentili lettrici,
che le
avventure di Nick e Judy e dei loro figli, Nicholas e Robin, non
sono
finite. Ebbene sì, l’autore della fanfiction originale ha scritto un
seguito
intitolato Waking Death e che intendo far leggere anche a voi…
tradotto
in italiano, naturalmente. Vi anticipo già che questo seguito è più
lungo e che
vedrà in azione alcuni personaggi del film che non hanno avuto voce
nella
storia che avete letto. Sebbene sia a buon punto, non ho ancora
completato il
mio lavoro di traduzione e revisione, pertanto comincerò a postare i
primi
capitoli a partire dal prossimo mese. Confido nella vostra pazienza e
nella
vostra comprensione!
Come
è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:
Pagina
DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/
Capitolo
XIV di Grief’s Reunion: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Grief-s-Reunion-14-Hope-690188477
Storia
completa: https://archiveofourown.org/works/10995909/chapters/24492501
Questo
è quanto. Desidero ringraziare di cuore i gentilissimi Roberto, Enzo e
Davide –
alias Redferne, EnZo89 e Plando – per aver
dedicato parte
del loro tempo libero a leggere e recensire i capitoli di questa mia
opera di
traduzione. Colgo l’occasione per ringraziare in anticipo tutti coloro
che, in
futuro, vorranno fare lo stesso. Grazie per l’attenzione e… a presto!