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Autore: Star_of_vespers    26/11/2019    5 recensioni
L'umanità è stata decimata da un nuovo pericolo. Near ha centotre anni, ormai vecchio si ritrova a lasciare il comando ad una giovane ed inesperta ragazza, nonché una scienziata molto abile. Quest'ultima grazie ad un patto segreto stipulato con il re degli Shinigami, è riuscita a riportare in vita Mello e Ryuzaki nonché il vecchio L.
La ragazza è mossa da una questione personale, anche se ormai intenta a riportare l'umanità sulla terra, bloccata su Marte da ormai troppo tempo.
Dal testo:
-Porgo ad entrambi, i miei più distinti e affettuosi saluti- il suo sguardo determinato scivolò tra gli occhi azzurrissimi di Mello che impassibile l’ascoltava, poi si spostò sul vecchio L e debolmente gli sorrise.
-Conosco già tutte le vostre domande …- seguitò determinata, continuando a parlare sostenuta dallo sguardo fiducioso di Near che la fissava nella penombra.
-Conosco quelle che un tempo erano le vostre certezze. Ma siete ritornati, dalla morte- sentenziò infine.
Vi assicuro che vi farò rimanere con il fiato sospeso! sarà una storia piena di azione, mistero, amore, e tantissimi colpi di scena.
Genere: Fantasy, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Nuovo personaggio, Shinigami
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Contrasti:

 

 

 

Sulla terra:

 

-Light, quindi io non potrò mai rivedere i miei cari?- la ragazza dopo interminabili istanti persa a fissare il vuoto, chinò di poco il suo capo per osservare lo shinigami che l’affiancava.

-No, non chiederlo più Elrien! perché sai che non potrai più rivedere nessuno, ma non devi essere triste! adesso io e te siamo i signori di un nuovo mondo, cosa desideri di più?- lo shinigami afferrò con decisione il braccio di Elrien per avvicinarla maggiormente all’apice di quel dirupo - Osserva, ammira, questo è quello che abbiamo creato!- spalancò la sua mano, per enfatizzare con decisione quell’orribile scenario post apocalittico : all’interno delle case diroccate, non molto distanti da loro due,  degli shinigami si divertivano a torturare gli esseri umani che tenevano schiavi dentro piccole prigioni. La terra era irriconoscibile, non vi erano più alberi, ma solo scheletri che troneggiavano al centro di quelle abitazioni abbandonati. I prati erano divenuti scuri, pieni di cenere e cemento. L’aria era tossica, ed il cielo era spento, senza colori. Tutto era sommerso dalle tenebre.

-Ma se io  non ritornerò più … con le persone che conoscevo- una lacrima amara le solcò il viso, Elrien cercò di trattenere le sue emozioni,  senza successo.  Portò velocemente la mano agli occhi, mentre stringeva decisa al petto il suo quaderno nero.

-Mi prometti che nessuna delle persone che conosco verrà mai catturata dagli shinigami ribelli?- chiese speranzosa, desiderando di proteggere nel suo piccolo le persone che più amava, non avrebbe mai permesso a Light di fare del male a loro, lei stessa si sarebbe sacrificata in prima persona, per evitare di vedere altra gente soffrire.

-Si … sempre se loro non mi ostacoleranno. Ho dedicato un’intera vita per costruire un mondo perfetto, che rispondesse alle mie regole- lo shinigami Light strinse le sue mani aggressivamente, scrutando con interesse il cielo plumbeo che li sovrastava -E ho continuato ad inseguire il mio sogno anche dopo la morte, nessuno mi ha fermato, perché tutti sanno in realtà, che io … sono, la giustizia- esordì alzando il tono della sua voce, così tanto da far spalancare gli occhi ad Elrien, di certo lei non si sarebbe facilmente impressionata di fronte a quello spettacolo brutale, ma all’interno del cuore di quella piccola ragazza, ardeva il desiderio di ostacolare i piani malefici di Light, e lo avrebbe fatto, ma non era giunto ancora il momento. Strinse impercettibilmente quel quaderno al petto, chiuse gli occhi e sospirò al contempo, doveva avere pazienza, doveva armarsi e rispondere con tutte le sue forze a quell’oscura minaccia, ma in quel momento era poco saggio reagire, e questo lei lo sapeva bene.

Mentre osservava impassibilmente quell’osceno paesaggio, notò con molto stupore che, in lontananza, vicino agli alti grattacieli demoliti, ben nascosti dietro i rottami vi era una piccola equipe. Non riuscì a stimare il numero di uomini presenti, ma fu molto brava a distrarre Light, intenzionata a mascherare i piani di quegli uomini che aveva appena notato, perché poteva già immaginare chi fossero e il motivo di quel sopralluogo.

-Light, io ho fame- asserì semplicemente mordendosi il labro inferiore - Ti prego torniamo indietro perché ho visto qualcosa da mangiare, proprio vicino al posto dove siamo passati poco fa!- asserì attirando totalmente l’attenzione dello shinigami che la stava esaminando perplesso.

-Pensavo che non volessi mangiare!-

-Ho cambiato idea, andiamo via da qui!-  la determinazione all’interno degli occhi di Elrien stupì lo shinigami.

-D’accordo ragazzina!-

Light aveva assecondato la richiesta della ragazza, mentre dubbioso guardandola, pensava alla sua improvvisa reazione. I due lentamente si allontanarono da quella collina, girando le spalle alla vecchia cittadella.

In quel preciso istante, i soldati ben riparati dalle macerie di un grosso edificio, estrassero dai loro  involucri le proprie armi. Erano tutti molto giovani, tutti in grado di muoversi all’interno di quell’oscuro ammasso di cemento e polvere. Si trattava di ventidue soldati determinati, allentati alla guerra, pronti a morire per liberare l’umanità dal piano malefico di Light Yagami. Nei loro cuori il desiderio di distruggere quello shinigami era forte, ma con maggiore impeto, Risa, il comandante supremo della diciassettesima unità esploratrice, desiderava annientare quello shinigami, riportando fuori dall’oscurità l’umanità intera.

 La ragazza dai lunghissimi capelli neri, sorrise impercettibilmente mentre fissava la piccola Elrien allontanarsi dalla sua postazione, era certa che lei li avesse visti, in cuor suo sapeva che li stava aiutando, e che se ne era andata per non ostacolarli. Risa accarezzò la sua pistola, non distogliendo lo sguardo dalla piccola ragazzina che piano si stava allontanando.

-Voi tutti sentitemi bene!- si voltò per esaminare gli occhi dei suoi soldati, sorrise soddisfatta, nel percepire la sua stessa forza di volontà all’interno dello sguardo di quei combattenti.

-Io vado avanti voi sparpagliatevi … poi- si voltò e indicò due ragazzi alla sua destra, alzando la slanciata mano, fasciata da un paio di guanti di nera pelle.

-Voi due copritemi le spalle. Riprendete quante più persone potete, e riportateli nella navicella- Ordinò concisa, mentre con un gesto semplice impostò a suo piacimento il proprio orologio metallico.

-Ci rivediamo qui tra mezz’ora a partire da …- un segnale metallico attirò l’attenzione dell’intera squadra, che concertata aveva ben ascoltato gli ordini proferiti da Risa -Ora!- ordinò la ragazza alzandosi contemporaneamente. La donna con agilità appoggiò le sue mano sull’asfalto spingendosi verso il basso, e dando con energia una decisa spinta verso l’alto alle gambe, roteando in questo modo su sé stessa.

-Adesso inizia il divertimento- ancora sospesa in aria, con un’incredibile precisione scagliò due colpi a due umani che stavano coprendo le spalle al largo cancello, dove si nascondeva l’armata nemica.

-Razza di traditori- asserì irritata una volta appoggiati i piedi a terra, in seguitò chinò il capo per osservare la ragazzina che insieme allo shinigami aveva lasciato quel luogo.

-Grazie tante Elrien!- disse flebilmente chiudendo i suoi occhi. Velocemente estrasse dalle sue tasche un piccolissimo oggetto, poi aprì le palpebre ed inserì quell’elemento all’interno del suo occhio sinistro. Sorrideva  cinicamente nell’osservare gli shinigami che le stavano venendo incontro. Non si era particolarmente interessata a loro, semplicemente perché sapeva che di fronte all’aggeggio costruitogli da L, nessuno avrebbe avuto speranza, e lei, che si considerava una macchina assassina, era divenuta in quel momento qualcosa di ancora più pericoloso.

-Siete spacciati razza di insetti giganti … stronzi maledetti!- adirata strinse i pugni e si lanciò in una lunga corsa, senza perdere di mira gli shinigami che le correvano a loro volta incontro. Ringraziò mentalmente il Re egli shinigami, che  aveva acconsentito di eliminare solo i ribelli, per respingere Kira.

-Muori maledetto!- si schiantò rovinosamente contro il corpo di uno di loro, ma derisoria lo guardò cercando di godersi lo stupore all’interno degli occhi di lui.

La donna in quel momento stava indossando delle stranissime lenti a contatto. I suoi occhi a causa di quel particolare erano diversissimi l’uno dall’atro: Il destro era scuro come la notte, mentre il sinistro era di un grigio fuori dal comune, lei stessa in quel momento era una persone totalmente bizzarra.

-Muori, ho visto il tuo nome idiota!- rise sadicamente afferrando il braccio scheletrico del mostro.

-Si chiama Smight - voltò il capo verso i suoi colleghi trattenendo malamente lo shinigami dal braccio

 -Scrivete il nome all’interno del quaderno- ordinò ai due soldati dietro di lei, che udendo l’ordine, obbedirono senza obbiettare, prendendo velocemente l’esistenza di quello shinigami, che dopo quaranta secondi cadde vertiginosamente a terra privo di vita, la stessa sorte toccò anche agli altri tre, che si unirono alla morte del loro compagno.

-Bene bene!- Risa appoggiò le mani ai fianchi, sulle sue labbra si allargò un sorriso sornione; sovrappose un suo piede sopra il cadavere dello shinigami fino a che, non rimase solo la cenere.

-Aveva proprio ragione L, Con questa lente riesco a vedere i nomi di tutti questi idioti!- spiegò alzando lo sguardo. Ricercava in lontananza i civili che doveva liberare, non erano molto distanti.

-Sono venuti a salvarci!- Una donna rinchiusa dietro delle strane gabbie di ferro e ossa giganti, si avvicinò maggiormente all’esterno per osservare Risa che indifferente li esaminava.

-E’ vero- a quella ragazza seguirono gli sguardi sorpresi di altri tredici persone, Risa percepì subito quelle occhiate piene di ammirazione, e si sentì quasi come un’eroina, infatti così stava apparendo agli occhi di quella gente, che affascinata osservava i suoi lunghi capelli scuri danzare all’aria selvaggiamente, e il suo corpo asciutto e slanciato, fasciato da un’attillata uniforme di pelle scura.

-Sono venuta qui per portarvi in salvo!- alzò la sua pistola e colpì un ribelle che le stava puntando dritta in faccia la sua arma. Seguirono a quel colpo, altri tre. Risa strinse i denti e voltò il capo in direzione dei suoi soldati.

-Avete sentito gli altri uomini?-

-Sissignora. Loro ci hanno appena comunicato che stanno riportando alla base undici civili.-

-Bene!- asserì pacata, senza distogliete la sua attenzione dalle persone all’interno di quelle gabbie.

Sotto lo sguardo stupefatto dei presenti, Risa si lanciò da una grossa roccia, poi dopo essere giunta a terra, appoggiò la sua mano al suolo per sostenersi.

Alzò il suo revolver e con precisione lanciò un colpo a quelle sbarre, fracassando il lucchetto che le teneva chiuse.

-Uscite tutti!- ordinò concisa.

Quelle persone erano meravigliate, non riuscivano a credere ai loro occhi, ed erano grati a Risa, alla loro salvatrice, anche se non potevano immaginare che la ragazza in quel momento non era molto contenta a loro differenza.

Da quelle gabbie uscirono, donne, uomini e bambini, tutti molto felici, finalmente liberi grazie al comandante della diciassettesima unità.

-Che palle veramente!- Esclamò lanciando la pistola a terra.

-Credevo che ci fossero più ribelli … invece solo due idioti di shinigami- incrociò infastidita le braccia sotto il seno, mentre da sottecchi osservava  distrattamente i nomi di quelle persone che le apparsero agli occhi senza difficoltà, grazie alla sua lente a contatto che in quel momento portava all’occhio sinistro.

-Però ti perdono L, sto sottospecie di attrezzo mi piace troppo- disse tra sé  e sé mentre osservava i suoi soldati intenti ad aiutare le persone che aveva appena salvato.

Risa si allontanò da quelle gabbie, per rivolgere lo sguardo sulla collina dove aveva poco prima intravisto la ragazzina dai capelli neri, proprio come i suoi.

-Mi chiedo Elrien se mai vorrai venire anche tu con me un giorno!- asserì scrutando attentamente il dirupo.

 

Sullo spazio:

 

 

Mello e Ryuzaki, al momento si trovavano all’interno di una sala mensa, o meglio, il nuovo L aveva detto che quella specie di camera metallica lo fosse.

Senza considerare troppo allungo le impressioni dei due detective, la giovane e misteriosa ragazza afferrò il suo trasmettitore tra le mani, e concentrata iniziò a parlare, ignorando le occhiate dei due detective.

-Risa qui parla L!-

Ryuzaki senza particolari problemi si avvicinò ad una panca metallica e adagiò le sue ginocchia al petto assumendo la sua classica posizione, mentre Mello dal canto suo, appoggiò le spalle al muro, osservando in modo irriverente la donna che gli era davanti.

-Risa maledizione, rispondi … sono L- spazientita alzò il tono di voce.

-Magari è impegnata alla sala di manutenzione- Near aveva osservato la sua diletta per tutto il tempo, e notando la collera che in quell’istante le infiammava il volto, decise di avvicinarsi, osservandola giudiziosamente.

-O magari ha disobbedito e chissà dove cavolo è andata!- lanciò lontano dalla sua portata il ricevitore a terra, senza però spegnerlo. Passò una mano tra i lunghi capelli castani e sospirò, era veramente stanca, ma non poteva concedersi il lusso di riposare, e altrettanto non poteva permettere né a Risa, né a nessun’altro di seguire i piani che non erano stati approvati.

-Va bene!- con tenacia volse la sua occhiata a Mello e Ryuzaki e gli si avvicinò pacata. Adagiò rumorosamente le sue mani sul tavolino in metallo, osservando le espressioni di entrambi i suoi colleghi, che a loro volta sostenevano in modo differente il suo sguardo sicuro: Ryuzaki portò il pollice in bocca, e osservò attentamente quella donna, non voleva perdersi un minimo particolare, era sempre più incuriosito, e i suoi occhi stavano portando sotto analisi quello sguardo così alterato quanto conciso, che aveva subito incrociato da quando era ritornato a respirare, dopo lunghi anni di assenza. Mello, rispettivamente, assottigliò le palpebre, per indagare al meglio su quella ragazza che al momento non sapeva come interpretare, ma in realtà non gli interessava molto … anche sé quella fiamma viva, che spesso  si accendeva dentro gli occhi di lei, aveva più volte catturato la sua attenzione, ma i suoi pensieri erano accuratamente celati dal suo volto, che inespressivo osservava senza commentare, limitandosi a lanciare qualche occhiata per captare tutte le informazioni che riteneva necessarie. Solo quello che gli importava, come sempre.

-Vi dirò che, siamo sullo spazio da tanto tempo, a causa di Light Yagami. Lui ha perseguito anche dopo la morte il sogno di costruire un mondo perfetto, o meglio, che rispondesse hai suoi ideali …- prese posto sedendosi a capotavola, incrociò le sue mani e sostenne il suo volto, lanciando sguardi ai due detective che, in quell’istante la stavano ascoltando con lo stesso interesse.

-Non tutti gli shinigami hanno condiviso le idee di Light, ma nemmeno tutti gli esseri umani hanno sostenuto Near …- raccontò decisa pronta a rivelare i suoi piani, dell’alleanza e della ribellione, pronta a descrivere tutto ciò che era accaduto alla sua generazione -Molti esseri umani, sostenendo Light hanno permesso agli shinigami ribelli di scendere con i loro quaderni sulla terra, di divenire padroni insieme a Kira, o Light, chiamatelo come volete …-

Ryuzaki non aveva minimamente alterato la sua espressione, ascoltava la ragazza attendendo che lei completasse il suo discorso.

-Siamo stati costretti a lasciare la terra, solo perché ci siamo opposti al nuovo ordine-

-Quindi siete fermi sullo spazio!- asserì il vecchio L torturando il pollice che aveva in bocca.

-Beh non tutti. Non potevamo rimanere tutti sullo spazio, questa è semplicemente una base operativa, il resto del nostro popolo è attraccato su Marte!- spiegò lei.

Mello incrociò il suo sguardo di ghiaccio a quello della ragazza, costringendola attraverso la sua occhiata fulmina a guardarlo. L dal canto suo non vacillò, sostenendo la tagliente occhiata. In quel momento lei, senza volerlo, quasi disarmata dinanzi a quegli occhi cerulei, sembrò parlargli,  incapace di nascondere i suoi dubbi. Rimasero in silenzio fissandosi reciprocamente, lui serio, impassibile, così sicuro e privo di paura; lei determinata, ma a tratti spaventata, seria,  forte ma completamente indecisa, quasi titubante … ma al contempo sembrava mossa da uno spirito guerriero, da un elemento sconosciuto e ben segregato.

-Noi non conosciamo nulla riguardo questo shinigami … ovviamente abbiamo risposto a questa minaccia, infatti come vi ho detto non tutti gli shinigami hanno appoggiato il nuovo ordine, e ci hanno aiutato, in modo da riportare ogni cosa com’era prima … - asserì pacata.

-Quindi Kira è ritornato- il vecchio L molto attento, aveva ben immagazzinato ogni singola informazione riuscendo in poco tempo, senza alcuna sorpresa, a ricollegare ogni suo ragionamento.

-In realtà anche se Kira è stato sconfitto lui stesso non è mai morto, Yagami stesso ha proseguito indisturbato, non sotto forma umana, ma sotto le sembianze di un Dio della morte- Near osservava da lontano i suoi compagni, girando tra le mani una ciocca bianca di capelli.

-Io vi ho riportanti in vita perché ho bisogno del vostro aiuto …- la ragazza guardò scoraggiata sia Ryuzaki perdendosi a fissare le sue occhiaie scure così in contrasto con la pelle bianca; sia Mello, sostenendo il suo sguardo impassibile, così feroce ed elegante, le parve quasi di essere dinanzi ad un cobra reale, pronto a combattere determinato, forte e impavido, e lei era disarmata, non poteva immaginare le mosse del compagno, troppo bravo a nascondere le sue intenzioni, dietro i suoi occhi imperturbabili e guerrieri.

-Sono sola al comando, Near non sta bene. Ho bisogno di persone che lavorino a mio fianco, persone che hanno in passato conosciuto direttamente il caso Kira, e sanno affrontare meglio di me questa minaccia. Io ammetto di essere impreparata, agisco grazie a una squadra che è stata addestrata per riportare l’umanità sulla terra. Ma come posso andare avanti se ho pochissime informazioni, e non conosco bene le mosse del mio avversario?- L era di colpo divenuta cupa, come chi dopo una lunga ed estenuante guerra, non sa più che mossa scegliere, ed in effetti lei stessa non sapeva più che fare, l’unica certezza era stata riposta in quei due detective, che al momento la fissavano cercando di interpretare lo sguardo cupo della donna.

-Ho ben capito- il vecchio L le si avvicinò, scrutando i lineamenti del volto di lei, alla ricerca di qualche cosa, non capiva la donna, ma sapeva che lei non era stata totalmente onesta con loro, nascondeva qualcosa, ma cosa per l’esattezza?.

-M… Metti paura!- la ragazza attirata dalla reazione curiosa del vecchio L, lo scrutò da sottecchi, in modo da osservare gli occhi di lui, così dannatamente vicini al suo viso: Rimanendo in quell’assurda posizione, Ryuzaki le si era avvicinato maggiormente, il suo pollice era incollato alle sue labbra e il suo volto incuriosito era molto vicino a quello di L.

-Non era la mia intenzione!- asserì pacato.

-Però mi fai paura lo stesso!- ribadì lei incrociando finalmente quegli occhi scuri.

-Non ha importanza io devo capire- continuava a guardarla ora sorridente, come felice di aver ritrovato qualcosa all’interno degli occhi di lei.

-Guarda che la situazione non sta migliorando!-

-Accetto!- disse infine allontanandosi dal volto di lei.

-Bene- la giovane sorrise flebilmente stringendo la mano destra soddisfatta.

-Per quel che mi riguarda …- Mello dopo lunghi istanti decise finalmente di esprimere la sua opinione. Appoggiò i gomiti delle sue braccia sulle ginocchia, lasciando penzolare le mani ritmicamente. Serio alzò gli occhi per osservare la donna, senza curarsi della reazione che aveva suscitato alla ragazza.

-Non ho intenzione di aiutarti- asserì freddamente.

-Ma … perché?- domandò lei, scrutando l’uomo che la stava guardando.

-Puoi continuare a fare affidamento su Near … io non sono la tua ruota di scorta!- si alzò dal tavolo senza scomporsi minimamente, lanciando un’occhiata di sbieco al vecchio Near, che lo fissava senza dir nulla.

-Ma non è così … per me nessuno dei due è una ruota di scorta- la ragazza si alzò imitando Mello, e per rafforzare quella affermazione sollevò una mano e osservò i due, con molto rispetto, non voleva essere fraintesa, anche se poteva comprendere i pensieri del detective.

-Ragazzina. Non mi interessa … e adesso spostati- le si avvicinò e chinò di poco il volto quando le distanze furono azzerate. Dopo aver osservato bene gli occhi turchesi di lei, chiuse le palpebre e la oltrepassò scostandola leggermente da un fianco.

-Aspetta!- quando il ragazzo si allontanò da loro, raggiungendo la porta d’uscita, L, senza scomporsi in volto gli si avvicinò, tentando di bloccarlo, anche se Mello non pareva affatto interessato, continuava a camminare come se nulla fosse.

L  lo seguì, agendo distinto. Strinse i pugni e accelerò il passo una volta giunta fuori dalla sala mensa, era parecchio determinata, e lui doveva ascoltarla, doveva conoscere interamnente i motivi per cui era stato riportato in vita. Lasciò dentro la Halle Ryuzaki insieme a Near, osservò il lungo corridoio metallico lanciando uno sguardo furtivo all’altra parte della navicella, proprio nelle sale riabilitative, dove un gruppo di uomini erano appena usciti.

-Aspettami!- disse pacata ricercando l’attenzione del detective che non la stava degnando nemmeno di uno sguardo.

La ragazza sospirò e continuò a seguire i passi di lui, perché doveva ascoltarla e l’avrebbe fatto, ci era sempre riuscita ed era determinata a fermare anche Mello.

-L … dove corri così?- In quel lungo corridoio metallico ad un certo punto sbucò da una stanza Risa, accompagnata da una strana presenza. Per un attimo L si bloccò lasciando Mello da parte. Osservò stupita il volto della ragazza dai capelli neri, poi scrutò accuratamente lo shinigami Ryuk che l’affiancava divertito. Risa stringeva tra le mani il Death note di Ryuk, mentre massaggiandosi i capelli umidi, sosteneva lo sguardo della compagna.

-Risa … dove cazzo eri finita? Diamine! sparisci quando ti voglio e compari nel momento sbagliato- disse irritata scrutando i capelli bagnati della donna.

-Ero sulla terra, e sono appena uscita dalla doccia. Ti ho sentita gridare, non credi che mi chieda che cazzo ti stava capitando?- replicò Risa appoggiando le mani ai fianchi.

-Non ho tempo … vai in sala mensa ti spiegherà Near- sospirò sperando di calmarsi. Chiuse le palpebre e massaggiò ritmicamente le tempie.

Risa le sorrise furbamente, poi la oltrepassò di poco senza commentare, contenta di non dover più sostenere quella conversazione.

-Aspetta … aspetta!- L velocemente la bloccò trattenendola da un braccio.

-Ma che cazzo sei? Schizofrenica!- disse derisoria.

-Chi ti ha dato il permesso di andare sulla terra? Dovevamo imbarcarci insieme, ricordi, con i detective!- alterata L alzò un sopracciglio concentrandosi ad osservare la reazione della compagna.

-Emh, non aspettavi domani a ricordare? Certo che reagisci proprio a scoppio ritardato L!-

-Risa-

-L-

-Non devi ribatterete-

-Ma mi piace farti incazzare L, sei troppo divertente- Risa con un sorriso irriverente estrarre la sua revolver dalla fodera e iniziò velocemente a rotearla tra le dita.

-Smettila o la rompi- L bloccò la sua mano,  afferrando la pistola della donna.

-In realtà non mi preoccuperei della pistola … ecco!- Risa sorrise divertita.

-Che c’è?- incuriosita L, scrutò gli occhi scuri e i lineamenti delicati del suo viso, incorniciati dai lunghi capelli scuri e dalla folta frangia liscia.

-Ho spaccato gli occhi dello Shinigami- ammise estraendo dalle sue tasche di pelle nera, la lente a contatto che l’aveva aiutata a sconfiggere i nemici sul pianeta terra.

-Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?- L era molto irritata, si trattenne, cercando di sfogare la sua ira tirando un sonoro pugno al muro.

-Si … mi dispiace- disse semplicemente Risa, dopo aver stretto tra le sue mani il pugno della compagna.

-Tieni, aggiustala, poi tieni questo … e questo … e questo…- afferrò saldamente le mani di L, iniziando a porgerle alcune cose che erano state distrutte a causa di quella sua missione. Infine con nonchalance slaccio la cintura nera che indossava, e la consegnò all’amica.

-Che significa Risa?- chiese la donna cercando di frenare l’impulso di tirargli un pugno in faccia.

-Che le … ho … spaccate- Risa lentamente iniziò a roteare le mani all’area, con fare sbrigativo  . Era così strafottente e dannatamente irritante.

-Tutta sta roba?-

-Si- pensosa portò l’indice alla bocca.

-In realtà ho rotto anche la macchinetta del caffè. E per quella sappi che mi dispiace particolarmente- asserì sorridente.

-Poi si è spaccata la doccia-

Gli occhi di L erano spalancati a causa dello stupore.

-Io non ci posso credere! … mi rifiuto di riparare questa roba così impari- L mollò la presa alle sue mani e lasciò cadere a terra tutta l’attrezzatura che le aveva dato Risa.

-Non fare la permalosa … è da una vita che io spacco le cose e tu me le aggiusti-

-Ma tu rompi tutto … sei un disastro!-

Risa si strinse nelle spalle e alzò gli occhi al cielo spazientita.

-Bla bla bla … Rompi tutto! Ma come fai?- cercò di imitare la voce della compagna, le riuscì talmente bene che persino lo shinigami Ryuk rise leggermente osservando il volto di L.

-Sai una cosa … io avrò rotto tutte queste cianfrusaglie, ma tu hai rotto le palle!- alzò una mano e le voltò le spalle.

-Io vado ciao- la tagliò in questo modo avvicinandosi impassibile alla sala mensa.

-Dove vai?- le chiese sorpresa L.

-A conoscere i cadaveri che hai riportato in vita L- asserì senza scomporsi, intenta a raggiungere i detective.

-Non posso stare a vedere che combini … non fare più danni!- L guardò le spalle di Risa, per poi scrutare quelle dello Shinigami Ryuk che l’affiancava divertito.

-Cercherò di fare il possibile, ma non ti assicuro nulla-

La ragazza immobile guardò la collega entrare all’interno della sala mensa, poi si voltò per osservare il punto dove aveva visto Mello poco fa.

-Torniamo a noi!- disse tra sé e sé.

Sicuramente il ragazzo si stava dirigendo verso le stanze che gli aveva mostrato precedentemente, ne era sicura. Iniziò a camminare, velocizzando il passo, alla ricerca di quel detective enigmatico. Superò le rampe di scale e quando in lontananza scorse i capelli biondi di Mello iniziò a correre, contenta di averlo trovato senza apparente difficoltà. Lui camminava irriverente, osservando immobile la navicella, e il largo spazio che distanziava i due corridoi da una parte all’altra.

-Mello aspetta … non ti muovere da lì- alzò un dito verso la sua direzione e gli corse incontro attirando completamente l’attenzione del detective.

-Che diavolo …- l’uomo alzò un sopracciglio quando in lontananza intravide la donna.

-Io non ti considero una ruota di scorta- la ragazza aveva il fiatone, aveva corso per le scale, ed aveva affrettato i suoi passi sperando che Mello la considerasse. Esausta si piegò  sotto gli occhi del detective, respirando affannosamente.

-Per me …- alzò il viso e sorrise all’uomo che la stava esaminando con irriverenza. Piano appoggiò una mano sul braccio di lui che stava osservando quegli occhi azzurri così vivi e determinati.

-Sei sempre … la mia prima scelta- strinse la presa al braccio di Mello, e lo guardò senza vacillare un istante, considerando a sua volta quello sguardo così tenebroso.

Il ragazzo dal canto suo dopo aver ascoltato quell’affermazione curvò tra le labbra un sorriso soddisfatto e sfrontato.

-Non demordi vero ragazzina?-

-Mai-

-Mello …- lei continuava a sostenere lo sguardo di lui, senza lasciarsi trascinare dal panico.

-Unisciti a me- sperava con tutto il cuore che il ragazzo accettasse la sua richiesta, gli occhi azzurri di lei brillavano fiduciosi, non si sarebbe di certo arresa. Non era da lei gettare la spugna di fronte le difficoltà.

 

 

Nella sala mensa Risa mangiava divertita  insieme a Ryuk e a Ryuzaki. La ragazza senza problemi afferrò un vassoio colmo di panna e lo portò a sé.

-Posso mettere la panna sulla fragola?- chiese il vecchio L osservando la ragazza che si era appropriata del piatto, stringendolo egoisticamente tra le mani.

-Dammi sta fragola- afferrò la fragola che Ryuzaki stringeva in mano, poi la immerse leggermente nella panna, continuando a mangiare senza problemi.

-Tieni fattela bastare- porse la fragola ad L guardandolo da sottecchi.

-Ma non mi può bastare, ne hai messa così poca.-

-Senti la panna è mia!- rispose la donna alzando la voce.

-Io voglio le mele, tenetevi la panna per voi- Ryuk continuava tranquillamente a mangiare le sue mele dal cesto sopra il tavolo.

-Dimmi una cosa …- Ryuzaki iniziò a mangiare  pensoso la sua fragola.

-Quindi quello che mi hai detto prima riguardo le nuove regole, e del quaderno della morte, è tutto vero?-

-Tutto vero! poi confesso che … quando Ryuk mangiava le sue fottute mele, gli ho fregato il quaderno in modo da poter uccidere i suoi simili, altrimenti non sarei riuscita mai ad ammazzare tutti quei Shinigami sulla terra- spiegò indifferente, continuando ad assaporare la sua adorata panna.

-Capisco … ma come fai a vedere il nome?- chiese Ryuzaki afferrando una fetta di torta.

-In pratica L mi ha riprodotto artificialmente gli occhi dello Shinigami, anche se ho spaccato la lente per essere sincera …-

-Non mi dire!- Ryuzaki avvicinò alle labbra la tazza di caffè.

-Ehi il caffè è mio!- asserì la donna infastidita.

-Non vorrai essere scortese con i tuoi ospiti?!- dichiarò serio Ryuzaki.

-Senti o la panna o il caffè!-

L, era da poco entrata in quella stanza, e stava osservando la scena divertita, con le braccia incrociate sotto il seno. La donna delusa sospirò alzando gli occhi al cielo.

-Ragazzi!-  disse pacata.

-L sei arrivata, è da un’ora … aspetta! che faccia da funerale che hai!- Risa si alzò dal suo posto ed osservò in lontananza la collega.

-Beh  …- la giovane abbassò lo sguardo appoggiandosi con la schiena alla parete della sala.

-Le probabilità che Mello non abbia accettato di aiutarti sono del 95%- Ryuzaki la fissò, mentre L stanca continuava a massaggiarsi le tempie.

-In realtà sono del 100%. Non mi aiuterà- disse delusa.

I presenti la osservavano senza commentare. L infine, decise di ascoltare i consigli di Risa e prese parte a quell’assurdo banchetto. Almeno si sarebbe rilassata, quella era stata una lunga giornata e aveva bisogno proprio di mangiare e riposarsi un po’.

Dopo quella cena andò dritta a letto, e si addormentò velocemente, ma l’indomani, dopo essersi riposata a sufficienza, non tardò a sistemare l’attrezzatura che Risa aveva rovinato.

 

 ♣♣♣

 

Nella navicella non vi era anima viva. L camminava lungo i corridoi stringendo tra le sue mani le attrezzature adatte a riparare le sue invenzioni. Era sovrappensiero mentre si spostava. La sua giacca di pelle rossa in quel momento le risultò parecchio scomoda, cercò dunque di sbarazzarsi velocemente ma si bloccò sui suoi passi, quando percepì all’altezza della testa la fredda punta di una canna.

-Non ti muovere!-

Riconoscendo quella fredda voce, L voltò di poco il capo per osservare meglio l’uomo che l’aveva appena minacciata.

-Mello!- sorpresa fissò il ragazzo che le stava puntando minacciosamente la pistola. Il detective la scrutava disinteressato. Senza stupore continuò a mangiare la tavoletta di cioccolata che stringeva in mano. La donna si chiese dove avesse mai trovato quell’arma, ma non  pronunciò parola  a riguardo.

-Seguimi!-  

Si ritrovò vittima di quegli occhi di ghiaccio. Obbedì agli ordini dell’uomo senza ribattere. Camminava lentamente affianco a lui, senza turbamento, nonostante fosse ancora minacciata dalla revolver che il biondo le stava puntando.

-Inserisci i codici e fammi vedere un po’ le navicelle che hai parcheggiato nei sotterranei- trovandosi dinanzi ad un ascensore, l’uomo chiese alla ragazza di sbloccare il sistema. L senza ribattere fece come lui gli aveva imposto, per poi seguirlo a passo felpato all’interno dell’ascensore.

-Quindi vuoi vedere le navicelle?- domandò impassibile lei una volta che le porte di vetro si chiusero davanti ai suoi occhi.

-Sai meglio di me che mi stai nascondendo qualcosa ragazzina- Mello la fissava continuando a mangiare la sua tavoletta di cioccolata.

-Ho già detto che la popolazione terrestre al momento risiede su Marte non mi sembra …-

-Chi è Elrien?- Gli domandò lui lasciandola di stucco. La donna si voltò per incrociare dopo diversi istanti lo sguardo di lui. Lo fissò perdendosi all’interno di quegli occhi azzurri.

-Questi sono  … cose private!- Mello dal canto suo non demorse lanciandogli uno sguardo glaciale.

-Lei centra qualcosa con Light Yagami, ma non l’hai spiegato … Hai detto quello che ti conveniva, ma adesso è meglio per te parlare, L!- pronunciò l’ultima sillaba con strafottenza.

-Matt!- disse lei correggendolo.

-Cosa?-

-Chiamami Matt!-

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Buona sera, come va? Dunque ecco a voi il secondo capitolo, vi piace? Insomma, sono curiosa di scoprire cosa ne pensate anche perché è un ambiente un po’ strano, e cerco sempre di essere molto misteriosa, anche perché che gusto c’è se vi dicessi ogni cosa fin da subito, quindi vi assicuro che i vostri dubbi verranno placati con lo scorrere della storia, io gentilmente vi chiedo di seguirmi e recensire.

Ringrazio tantissimo coloro che leggono e mi sostengono, vi adoro!

Se avete domande vi prego di scrivermi, anzi ditemi tutto quello che pensate! Perché per me è un piacere enorme!

Alla prossima

 

   
 
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