*Estate
di un anno prima*
Naruto
si stagliava contro al sole; il vento gli scompigliava i capelli
biondi e gli apriva la camicia hawaiana, lasciando scoperti i
pettorali scolpiti. Stava facendo cenno con la mano di
raggiungerlo.
Istintivamente sbloccai il cellulare che tenevo
stretto nella mano destra, aprii la fotocamera e gli scattai una
foto.
Avevo sempre odiato le foto in contro luce perchè non vi
si distingueva alcunché e qualsiasi figura umana diventava pura
ombra. Naruto amava fare foto del genere e lo avevo sempre criticato
per questo. In quel momento però non avevo potuto fare a meno di
scattare una foto di lui in contro luce. Pensai che era la cosa più
bella che avessi mai visto. Naruto contro al sole in mezzo a un campo
di lavanda.
Fu allora che mi resi conto di essermene innamorato.
Della foto, di lui, di quei secondi.
Atto.3
-
Vuoi una tazza di the nero
anche tu?
Sakura mi si
avvicinò e il suo profumo di mirtilli rossi mi fece quasi
starnutire.
- Ti voglio ricordare che tra po’ siamo ad
Halloween.
Vidi le sue labbra assottigliarsi per poi piegarsi in
un sorriso sbilenco.
- Sei sempre simpaticissimo! - esclamò e
mi diede le spalle, camminando
sinuosa verso il piano
cucina.
Sakura aveva la vita stretta e le gambe magre
e lunghe. Aveva
un seno prosperoso che si notava tantissimo perché era magrissima. I
pantaloni della tuta che
aveva addosso quel pomeriggio non
rendevano
giustizia alle
sue forme femminili.
Lei
rappresentava il mio tipo di donna ideale, e non solo fisicamente.
Era intelligente, acuta,
brillante, ogni tanto un po’ ingenua, incredibilmente fedele. La
mia persona ideale.
-
Una tazza anche per me,
grazie.
Ancora oggi non
so se ne fossi innamorato. Di certo mi piaceva. Nella nostra coppia
l’amore l’aveva sempre messo lei per tutti e due. Mi aveva amato
fin dal primo istante in cui mi aveva incontrato. Mi amava tanto da
risultare stupida, ottusa, patetica. E per questo io l’avevo sempre
odiata.
- Dici che ci
darà conferma per stasera?
Sakura appoggiò la tazza di the
sul tavolo, accanto al manuale di antropologia culturale. Si sedette
di fronte a me e si mise al cellulare.
I capelli rosa le
coprivano il volto spigoloso. In quegli ultimi mesi li portava in un
caschetto lungo che a me non piaceva particolarmente. L’anno prima
li aveva lunghi fino a più di metà schiena, proprio come piacevano
a me. In realtà il caschetto era il preferito di Naruto. Forse lei
aveva voluto farmi un dispetto, tagliandoli a quel modo. Non glielo
avevo mai chiesto.
- Di certo non prima delle sette.
- Ma
alle otto e mezza abbiamo appuntamento in pizzeria!
Sakura mi
guardò con un’espressione irritata. Sospirò. Faceva sempre così
quando Naruto la faceva arrabbiare. Se la facevo incazzare io invece
diventava seria per un po’, non diceva una parola e poi scoppiava e
parlava per mezz’ora, un’ora, a volte delle ore. Infine piangeva.
Odiavo anche questo di lei.
Intrecciò le mani attorno alla
tazza e chiuse gli occhi. Quello di scaldarsi le mani con la tazza
del the era una cosa che le avevo visto fare una miriade di volte
d’autunno e d’inverno. La rilassava.
- Tanto ci
sarà.
Sorseggiai un po’ di the e mi rimisi a sottolineare il
libro. Ero certo che Sakura non se ne sarebbe andata dal tavolo per
un po’, disturbandomi a più riprese. Faceva sempre così,
specialmente quando era un po’ tesa, o aveva delle cose per la
testa. Quel pomeriggio era
tesa perché di lì a poco avremmo dovuto vedere Naruto. Era ancora
in ansia per lui, temeva che stesse male da un momento all’altro
seppur fosse sano come un
pesce. Era quasi intimidita da lui, o meglio, dalla situazione. Era
forse la meno pronta di tutti ad affrontare l’amnesia. Naruto
dopotutto era sempre stato dei tre quello che più teneva ai ricordi,
a tenerli vivi, a ricordarceli per tenerci uniti. Ora toccava a lei e
a me, ma io non ero per niente bravo e sincero nel fare ciò. Quindi
toccava a lei.
- Andrà tutto bene vero? - mi domandò dopo un
po’.
- In merito a cosa? - domandai, anche se avevo capito. Mi
era sempre piaciuto farla imbarazzare, innervosire per doversi
rispiegare.
- Dico, stasera…
- Cosa non dovrebbe andare
bene?
- Oh uffa...insomma, magari lui vorrebbe stare un po’
per conto suo e noi gli stiamo sempre addosso – mormorò.
Sakura
pensava sempre troppo. L’essere cervellotici era una delle
pochissime cose che avevamo in comune. Probabilmente mi ero messo con
lei per questa comunanza.
- Ci
avrebbe detto di no, in quel caso.
Sakura si inchinò verso di
me, socchiuse gli occhi. Voleva un bacio.
Improvvisamente
sentii sapore di sale in bocca e sulle labbra qualcosa di soffice.
-
Baciami - la voce di Naruto si
intrufolò nelle mie orecchie.
Diedi
un bacio a stampo a Sakura, mi alzai di scatto dal tavolo e feci
finta di dover andare in bagno. In realtà avevo solo bisogno di
chiudermi da qualche parte da solo.
Mi era sovvenuto il ricordo
delle labbra di Naruto che sapevano inspiegabilmente di sale.
N/A
grazie
a quanti stanno seguendo/ricordando/preferendo/recensendo questa
storia.
Spero continui a piacervi.
Un abbraccio