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Autore: Harley Sparrow    06/12/2019    1 recensioni
Sequel di This is Us – Youth e di This is Us – Bond
Anno 1995/1996
Per Edmund, Frannie e Margaret inizia l’ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. L’ombra del ritorno di Voldemort si allunga silenziosa, e i ragazzi ne subiranno le conseguenze. Scopriranno presto che il mondo magico non è più quello di una volta.
Con la professoressa Umbridge più odiosa che mai, segreti da tenere nascosti, i rapporti fra le Case che si fanno più freddi, la fine di qualche amicizia e un’alleanza inaspettata, riusciranno i nostri eroi a superare i MAGO e a prepararsi alla vita fuori da Hogwarts?
*
[Dal capitolo IV]
«Usare incantesimi di Difesa?! Non riesco a immaginare una situazione nella mia classe che richieda di ricorrere a un incantesimo di Difesa. Lei si aspetta forse di essere aggredita durante la mia lezione, signorina…?»
«Oaks» rispose Laetitia.
Frannie fissò l’insegnante incredula. Non aveva mai sentito una castroneria simile, nemmeno dal professor Allock, e comunque a quei tempi sarebbe stato divertente. Ora non lo era, non lo era per niente.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolores Umbridge, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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XV 

LE VACANZE DI NATALE  


Margaret si affacciò alla finestra che dava sul giardino e spalancò gli occhi, entusiasta. 
-Ci siamo! Eccola!
Edmund rise di gusto, guardando com'era contenta come una bambina. Una piccola magia natalizia, considerando l'atmosfera della sera precedente.
-Proprio oggi che ha iniziato a nevicare!
Continuò la ragazza, e il sorriso dell'altro si incrinò impercettibilmente.
-Già... proprio oggi che ha iniziato a nevicare...
Ripeté amaramente il ragazzo, ma quello non era certo il momento di incupirsi: dalla sera prima, dopo il San Mungo, Edmund era arrivato a casa di Margaret per le vacanze di Natale. Ci aveva messo un po' a riprendersi dalla serata tesa, ma una giornata intera con Margaret e una notte a casa sua avevano davvero fatto il miracolo. I due erano appena stati raggiunti da Frannie, con cui sarebbero stati altri a casa di Mag sino al pomeriggio della vigilia, per poi rivedersi al quartier generale il giorno di Natale.
-Buongiorno, signor Rosander!
Sentirono dall'ingresso, e si decisero ad alzarsi dalla tavola su cui avevano appena fatto colazione. In quell'attimo Frannie entrò in cucina, infagottata in un pesante mantello di feltro grigio scuro, e la sciarpa serpeverde al collo. Portava anche una borsetta rosa pallido, che doveva aver esteso, dato che non aveva bagagli.
-Ragazzi!
Esclamò, allargando le braccia e sorridendo. Margaret notò che suo padre la guardava con aria perplessa.
-Fran, sei arrivata vestita così?
Chiese, sperando di sbagliarsi. Intanto la ragazza si era tolta il mantello e lo aveva spedito con un gesto della mano ad appendersi a un appendiabiti all'ingresso. Joseph alzò un sopracciglio. Margaret non tendeva a usare la magia dentro casa, l'uomo non era tanto abituato, e anche Edmund per spirito di avventura stava cercando di adeguarsi allo stile babbano.
-Perché? È il mantello più sobrio che ho. I babbani si vestono di grigio, no?
-I babbani non usano i mantelli Fran, al massimo i cappotti. Non è vero Mag?
Disse Edmund fieramente, come se avesse appena recitato la precisa ubicazione di ogni miniera di uranio negli Stati Uniti durante un esame di geografia.
-Esatto. E hai la sciarpa Serpeverde.
Incalzò Mag.
-Ma io un cappotto non ce l'ho, e questa sembra una sciarpa normalissima se non sai cos'è. E comunque mi sono smaterializzata direttamente nel tuo giardino.
L'altra tirò un sospiro di sollievo.
-Potevi dirlo subito, no?
Esclamò, e la abbracciò. Edmund, andando a salutarla a sua volta, le parlò eccitato dei piani che aveva per la giornata.
-Sto provando a non usare la magia per niente. Voglio provare a vedere come va. Per ora me la sto cavando benissimo! Ti va di provarci con me?
Lei lo guardò un po' scettica.
-Mh, non so Ed...
-Dai, solo sino a stanotte! Da domani torna tutto alla normalità!
Margaret e Edmund la fissavano in attesa, e la ragazza dopo qualche secondo cedette.
-E va bene, ma non ti prometto niente! E quello che ho già incantato resta così, non ho voglia di tirare fuori tutto dalla borsa.
-Andata!
Esclamò lui, e si strinsero la mano solennemente. -Bene, venite, devo farti vedere la stanza Fran!
 
Disse Margaret, e i tre volarono fuori dalla cucina su per le scale.
-Che programmi abbiamo per oggi, Mag?
Chiese la ragazza, mentre attendeva di vedere la sua sistemazione per la notte. Era già stata a casa Rosander, ma sempre solo con Mag, e per la prima volta quel giorno sarebbero stati in tre.
-Stavo pensando di andare a Liverpool a bere qualcosa. C'è un posto che conosco che fa un ottimo fish and chips che porta insieme a cocktail buonissimi e...
-Non sono mai stato a Liverpool! 
Esclamò Edmund entusiasta.
-Non ho mai preso il fish and chips dai babbani. Chissà com’è.
Rifletté Frannie, per poi chiedere pensierosa
-Dove ci smaterializziamo? C'è qualche locale magico che conosci? A casa di qualcuno magari? Qualche camino?
Margaret ghignò, aprendo la porta della stanza in cui aveva dormito con Edmund quella notte e che per quella sera avrebbe diviso con Frannie, che in realtà era di Francy, sua sorella minore. Edmund sarebbe andato nella stanza di Margaret, più piccolina, e Francy quel giorno avrebbe dormito con le cugine dalla nonna.
-Posa pure le cose qui, Fran. Sì, il letto sulla sinistra andrà benissimo.
Doveva essere una sorpresa ma... mia sorella Claire ha da fare proprio lì questo pomeriggio, ci porterà lei. 
Frannie aggrottò la fronte ancora di più.
-In che senso "ci porterà"? Non può neanche usare la magia, non può smaterializzarsi...
Edmund invece, che aveva capito, esultò. Fece un salto e alzò le braccia al cielo.
-Andremo in automobile! Andremo in automobile!
Urlò, poi si voltò verso Mag.
-Non è vero?
La ragazza annuì, trattenendosi dallo scoppiare al ridere.
-Andremo in automobile?
Strillò Frannie.
-Sì!!!
Lei e Edmund si diedero il cinque, poi abbracciò Mag.
-Andremo in automobile!
-Non è niente di speciale in realtà, credetemi!
Borbottò lei sorridendo, battendole una mano sulla schiena.
-Questo lascialo decidere a noi!
Esclamò Edmund, che sprizzava gioia da tutti i pori.
-Quando partiamo?
Chiese Frannie, saltellante. Stava sistemando le sue cose spargendole per la stanza.
-Verso le dieci, lei deve essere lì per le undici, ci prendiamo un po' di margine nel caso in cui ci sia traffico.
Edmund e Frannie si guardarono eccitati. 
-Ma prima dobbiamo trovarti qualcosa di decente da metterti addosso!
Disse Margaret severamente. L'altra alzò gli occhi al cielo.
-Te l'ho già detto Mag, non ce l'ho un cappotto. Ho portato il mantello più sobrio che ho.
-Niente mantello! Ti presterò io qualcosa. E anche una sciarpa, sarà meglio.
-Ma questa sciarpa ai babbani sembra una comunissima verde e argento! Non capisco il tuo problema.
Borbottò Fran.
-Meglio non rischiare. E comunque io ne ho un miliardo, vedrai che qualcuna che ti piace la trovi. Edmund le guardava ridacchiando. Anche lui era venuto con il mantello e si era fatto prestare un cappotto dal padre di Margaret, ma né lui né la ragazza avevano ritenuto opportuno dirlo a Frannie. Dopo un po' di
 
ricerca trovarono un cappotto fuxia e una sciarpa rosa che si abbinavano alla borsa di Fran, e lei si ritenne abbastanza soddisfatta. Si misero anche i guanti, delle spesse cuffiette e uscirono fuori all'addiaccio, non prima che Margaret avesse lanciato un urlo al padre per salutarlo. Nevicava piano, ma il freddo inglese era tale che la neve aveva iniziato ad attecchire al suolo. Edmund rabbrividì.
-Claire dovrebbe essere qui a momenti.
Rifletté Margaret a voce alta.
-Scusa la domanda, ma... perché non aspettiamo dentro?
Chiese Emdund in un sussurro.
-Oh, scusa Ed. Non volevo stare con papà tra i piedi, tutto qui.
-Avete ancora delle divergenze, non è così?
Chiese Frannie con un sospiro. Margaret annuì.
-In questi giorni con voi presenti sicuramente farà il carino, ma da quando sono tornata per le vacanze non facciamo che discutere! Sono proprio stufa.
Poi si voltò verso il ragazzo e aggiunse
-Ma se stai male possiamo tornare dentro se vuoi!
Lui scosse la testa deciso.
-Sto benissimo, era solo per sapere.
Non era vero, ma non avrebbe mai costretto Margaret a tornare dentro per un suo capriccio. Jadis non lo avrebbe mai influenzato a tal punto da forzare Margaret a fare qualcosa che non le andava. Lei capì e gli sorrise. Frannie invece alzò le spalle e disse
-Quando finirà l'anno potremo anche andare a vivere da soli, e allora staremo tutti meglio.
Gli altri due annuirono. Mag non era mai andata d'amore e d'accordo con suo padre, anzi, ma anche gli altri due non vedevano l'ora di andarsene di casa. Erano abituati a Hogwarts, e ormai con le famiglie si sentivano un po' fuori posto. 
Prima che chiunque potesse aggiungere qualcosa, la Citroën Saxo di Claire spuntò nel vialetto. Frannie le strinse il braccio col cuore in gola e Mag ridacchiò.
-Wow. Non ne avevo mai visto una così da vicino.
Sussurrò Edmund.
-Quanto va veloce?
Chiese a Margaret, mentre Frannie ancora fissava l'auto a bocca aperta, mentre veniva parcheggiata in giardino.
-Arriva a cento miglia orarie.
Rispose pronta. La sorella la aveva acquistata da poco e sapeva tutto di quella macchina, avendone sentito parlare sino allo sfinimento. Claire, senza scendere dal posto di guida, aprì la portiera del passeggero e li invitò a entrare. I due maghi si avvicinarono titubanti. 
-Come... come facciamo a raggiungere quei posti là dietro?
Chiese timidamente Frannie.
-Già, non c'è un'entrata. Ci dobbiamo smaterializzare laggiù?4
Propose Edmund. Claire aggrottò le sopracciglia e fece per chiedere loro se stavano scherzando, ma Margaret fu più veloce e fece scattare una levetta, piegando il sedile davanti.
-Wow. Questo dobbiamo raccontarlo alla Burbage. 
Sussurrò Edmund mentre Frannie si infilava nei sedili dietro.
-Questo sistema è un po' curioso. Non si potrebbero fare delle porte anche dietro?
-Portiere.
La corresse Margaret.
-E esistono macchine che ce le hanno anche dietro, ma costano di più.
 
Anche Edmund entrò con un po' di difficoltà, poi Margaret raddrizzò il suo sedile e si sedette. Frannie afferro il braccio di Edmund.
-Un po' spaventoso, non trovi?
Lui alzò le spalle, ma in realtà non gli piaceva molto essere chiuso dentro in quel modo.
-Cinture, prego!
Disse Claire a Margaret, dopo aver dato uno sguardo titubante ai passeggeri dallo specchietto. 
-Ah, giusto.
La ragazza si voltò divertita, toccando con la sinistra un aggeggio di metallo sopra la sua testa. 
-Vedete questa? La avete accanto anche voi. Dovete tirarla lentamente... così.
La farfallina di metallo si allungò e la ragazza la fece scattare alla sua destra. 
-E poi dovete infilarla in questo coso di plastica nero e rosso, nella fessura che vedete proprio lì. Frannie e Edmund si scambiarono il secondo sguardo spaesato.
-Vai prima tu.
Gli intimò Frannie, e il ragazzo sospirò.
-Meno male che sono venuta in anticipo.
Mormorò Claire, abbassando la testa sul volante, ma sorrideva. Edmund tirò la cintura con forza e quella si bloccò a metà strada.
-Ahia! Questa cosa è bloccata!
Esclamò, tirando sempre più forte senza spostarla di un centimetro.
Lo sguardo di Claire rivolto alla povera cintura della sua macchina nuova era piuttosto mesto, e Mag arrossendo iniziò a pensare che non fosse stata poi una grande idea.
-Fermo, fermo, fermo!
Sbraitò, sporgendosi dietro e prendendo il polso di Edmund.
-Se ci metti forza non si sposterà mai. È fatto per evitare di farsi male quando la macchina frena di colpo. Edmund mollò la presa e Mag, cercando di sporgersi il più possibile, allacciò la cintura al ragazzo.
-Lentamente, così, non vedi?
Quando la fibbia scattò, Edmund la guardava estasiato.
-Ma quante cose sai?
Lei si sistemò una ciocca di capelli, imbarazzata. 
-Beh, è una cosa piuttosto comune in effetti...
-Non farti ingannare Edmund, Margaret è la migliore a mettere le cinture! Ha un'eleganza senza pari, non ho mai visto allacciare una cintura con quella nonchalance!
Disse Claire, che si tratteneva con fatica dal ridacchiare senza ritegno. Margaret la guardò con astio ma non rispose.
-Frannie, vuoi aiuto anch...
Un flash li investì in pieno.
-Ahahah, scusate. Gli occhi da pesce lesso di Edmund andavano immortalati.
-Laida gargoyle! Dammi subito quella macchina fotografica!
Disse lui, prendendole il braccio ma non potendo scattare per via della cintura.
-Sciacquati la bocca Pevensie! E non lamentarti, almeno ora hai le prove che sei stato in un'automobile! A me le foto non le fa mai nessuno.
-Se ti metti la cintura te ne faccio una io, okay?
Disse Margaret, alzando gli occhi al cielo.
-Uh davvero? Grazie Mag! 
La ragazza le diede la macchina fotografica e in due lunghi minuti riuscì ad allacciare la cintura di sicurezza. Guardò Margaret sorridendo, e lei scattò una foto. Frannie poi si sporse in avanti per riprendersi la sua fotocamera. Mag sorrise serafica e se la cacciò in borsa.
-Questa la tengo io. Non si molesta la gente, Frannie. -Ehi! Quella è mia!
Esclamò l'altra, scattando in avanti e rimbalzando impietosamente sul sedile a causa della cintura.
-Ahio...
Edmund le fece una linguaccia a cui lei rispose con un dito medio.
-Bene, abbiamo tutti la cintura?
Chiese Claire a voce alta, già messa a dura prova da quel viaggio.
-Sì signora!
Esclamarono i due passeggeri in coro. Margaret si battè una mano sulla fronte. Quando Claire girò la chiave e la macchina partì, Frannie strillò e batté le mani estasiata, Edmund invece sussultò tenendosi alla cintura e osservando il mondo che si muoveva intorno a lui.
-Davvero questa automobile può andare a cento miglia orarie?
Chiese Frannie estasiata, guardando fuori dal finestrino.
-Certo che sì! 
Rispose fieramente Claire, uscendo cautamente dal vialetto di casa. 
-Facci vedere, facci vedere!
Esclamò Frannie a gran voce, dando gomitate complici a Edmund che non sembrava tanto entusiasta quanto curioso e intimorito.
-È vietato andare così veloci in paese Frannie, è pericoloso!
Spiegò Mag con pazienza osservandoli ogni pochi secondi con apprensione dallo specchietto. Woolton era quasi deserto, qualche sconsiderato era uscito nonostante il freddo glaciale a fare le ultime compere di Natale. La macchina avanzò cauta mentre la neve cadeva a piccoli fiocchi che volteggiavano pigramente dal cielo latteo. Passarono davanti a un minimarket poco affollato, e Margaret spiegò -Quello è un Salisbury, un negozio babbano. Ci andiamo a fare la spesa in famiglia.
-Cosa sono quei cosi?
Chiese Edmund indicando verso il negozio.
-Quei cosi cosa?
-Penso che intenda quelle gabbie enormi con le ruote. In quella lì c'è anche un bambino in gabbia. Dici che dobbiamo chiamare la pulizia?
Fece eco Frannie, perplessa. Mag ridacchiò.
-Ah, quelli sono carrelli! Si dice polizia comunque, Fran. E non serve. Sono come quelli che si usano a King's Cross per i bagagli, ma di forma un po' diversa. I babbani ci portano la spesa per far meno fatica. -E il bambino? Non fa mica parte della spesa. O sì?
Chiese Edmund confuso.
-Non so, probabilmente lo trova divertente! Non ha importanza!
-Questi babbani sono proprio matti.
Sussurrò Frannie all'amico, che annuì pensieroso.
In periferia uscendo dal paese la macchina accelerò, e il mago e la strega guardavano rapiti la campagna inglese che andava sbiancandosi man mano che il tempo passava, osservando i campi scorrere sempre più veloce davanti a loro.
-Fa meno freddo che sulla scopa.
Commentò Edmund, con gli occhi sgranati, senza perdersi niente di quel che poteva vedere. Passarono accanto a una curiosa villa con una torretta e un bellissimo giardino. Il cartello accanto al cancello recitava Woolton Grange Care Home.
-Quella è una casa di cura, lì vanno i babbani anziani che non possono essere assistiti dalla famiglia e i malati di malattie che non hanno cura. Ci lavora il fidanzato di Claire. -È proprio così.
 
Ammise Claire sorridendo, sicuramente pensando al ragazzo che in quel momento si trovava lì. -E così anche i babbani hanno malattie che non si possono curare. Non ci avevo mai riflettuto.
Commentò amaramente Frannie.
-Oh, ne hanno anche più dei maghi in realtà. 
Rispose Mag, un po’ nostalgica.
Quando imboccarono la A57 Claire accelerò ancora, anche se non troppo per via della neve.
-Mi è venuta un po' di nausea.
Borbottò Frannie, rifiutandosi di guardare un secondo di più dal finestrino.
-Almeno non siamo in bilico su una scopa!
Rispose Edmund, che osservava le altre macchine sfrecciare accanto a loro con curiosità. 
-Però è più strano, mi dà una strana sensazione. 
Il traffico era abbastanza scorrevole, almeno sino all'entrata di Liverpool. Anche allora però non ci furono troppi problemi.
-Quante automobili!
Disse Fran colpita, anche se Edmund la liquidò con un "a Finchley ce ne sono di più".
A un certo punto la macchina si arrestò, e lui si slacciò la cintura e fece per spostare il sedile di Margaret. -Ehi, che fai? Rimettiti la cintura!
Abbaiò lei, anche Claire si girò per il trambusto.
-Non siamo arrivati?
-No, perché?
Chiese Mag, perplessa.
-Ci siamo fermati.
Continuò lui, come se fosse l'argomentazione più naturale del mondo. Margaret si diede mentalmente della sciocca.
-Oh. È un semaforo, Ed. Quando la luce è rossa bisogna fermarsi, quando è verde si riparte. Regola il traffico.
-Beh, io non lo sapevo.
Rispose borbottando lui, arrossendo leggermente.
-Cretino.
Ridacchiò Frannie, e lui le diede uno scappellotto.
Quando Claire finalmente accostò, sembrava sollevata di lasciarsi quegli scapestrati alle spalle, però sorrise ai ragazzi con simpatia.
-Ci vediamo di nuovo in questo punto alle tre e mezza, va bene Mag? 
-Perfetto. Buon lavoro, allora!
Con non poca difficoltà, tutti riuscirono a sgusciare fuori dalla macchina con successo.
-Ciao ragazzi, divertitevi!
Esclamò la donna, chiudendo la portiera con un sorriso e partendo in velocità.
-Penso che la abbiamo traumatizzata.
Commentò seria Frannie. -Forse un pochino...
Ammise Mag sospirando.
-Si era parlato di cocktail, giusto?
Disse Edmund, sfregandosi le mani per via del freddo.
-Giusto! Ricordiamoci che tu nel mondo babbano non sei ancora maggiorenne Frannie, quindi prenderemo noi quello che vorrai e poi berrai di nascosto quando gli altri non guardano.
-Intrigante. Mi piace!
Rispose lei con un ghigno. Edmund alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, ma sorrideva. Prese Margaret a braccetto. Aveva un po' di freddo, ma il giubbotto di Joseph era davvero spesso, e si ritrovò ringraziarlo mentalmente anche se per come trattava Mag non gli stava particolarmente simpatico. Guardava Margaret spiegare a Frannie quello che vedeva, la sentiva con il fianco accanto al suo, le braccia intrecciate. Stava passeggiando per Liverpool con la sua ragazza, la sua migliore amica gli balzellava accanto, stavano andando a bere qualcosa, era il 23 Dicembre e anche se aveva un po' di freddo alla fine scoprì che non gli importava.
-È lontano questo posto? Si gela!
Esclamò Frannie, stringendosi nelle spalle.
-No, siamo praticamente arrivati.
Spiegò pazientemente l'altra. E infatti, girato l'angolo, un insegna al neon blu brillava sopra una porta a vetri dall'aspetto che invitava ad entrare. Drunk Seagull
-Promette bene!
Esclamò Edmund, ghignando. 
-Dai, andiamo.
Fece un rapido passo in avanti lasciando il braccio di Margaret e oltrepassò l'uomo corpulento a guardia dell'ingresso. 
Quando passarono Frannie e Margaret però, che avevano un aspetto decisamente più da ragazzina (soprattutto Frannie, che non era particolarmente alta e veniva spesso scambiata per una degli anni inferiori), l'uomo tese il braccio impedendo loro di entrare.
Edmund si voltò e, vedendole ancora all'ingresso, si avvicinò per vedere cosa stava succedendo. -Ehi, voi due! Quanti anni avete?
Margaret sbiancò.
-Diciotto.
Rispose Frannie sorridendo e alzando le spalle, ma l'uomo aggrottò la fronte e continuò.
-Potete dimostrarlo?
Frannie diede una gomitata a Margaret, che fece vedere la sua carta d'identità. La ragazza poi guardò l'amica, che non ne aveva una, e che se pure la avesse avuta avrebbe segnato l'anno sbagliato. L'uomo le fece un cenno e lei passò.
-Cavolo, l'ultima volta che sono venuta non c'era la selezione all'ingresso!
Sibilò Margaret a Edmund.
-Meno male che sei alto o avrebbero chiesto i documenti anche a te!
-Pazienza, vorrà dire che andremo da un'altra parte. Ma aspetta, voglio vedere cosa combina. Guarda là che faccia da culo! Tu eri diventata un lenzuolo invece! 
-Non è vero...
Bofonchiò Margaret. 
Frannie sorrise all'uomo guardandolo dritto negli occhi e spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Quando ebbe la mano fuori dalla sua vista, schioccò le dita silenziosamente.
"Confundus."
-Ma sei fuori? Sono stata la prima che ti ha fatto vedere i documenti.
Lui fece una faccia stralunata.
-Allora? Si muore di freddo qui.
-Mi scusi... mi scusi signorina, prego.
-Beh, grazie mille!
Rispose lei, ed entrò a gran passi.
-Frannie?
Chiese Margaret confusa vedendola arrivare.
-L'hai confuso. Maledetta, avevamo detto niente magia! La ragazza alzò le spalle.
 
-La situazione di emergenza lo ha richiesto.
-Saremmo anche potuti andare da un'altra parte. 
-Ormai eravamo qui, fa troppo freddo per cercare un altro posto!
-Eri per strada! Se ti avessero vista?
Sussurrò Mag agitata guardandosi intorno.
-Non ho usato la bacchetta, non c'era niente da vedere. Adesso, dato che c'è la selezione all'ingresso e qui dentro ci sono solo maggiorenni, so che non mi chiederanno i documenti quando chiederò da bere. Cosa che intendo fare immediatamente.
Disse, e si avviò decisa verso un tavolo libero.
-Fa così solo perché sa che ha perso.
Sussurrò Edmund a Margaret sorridendo sotto i baffi.
-Non guardarmi così Ed, non era mica una gara!
Disse infatti la ragazza. Lui e Margaret presero posto al tavolo a loro volta.
-Beh, ci siamo stretti la mano. Hai detto "andata".
-E questo secondo quale legge la farebbe diventare una gara?
-Di' che ho vinto perché hai già usato la magia e nessuno si farà male. -Non hai vinto niente perché non c'era niente da vincere! Poi entrambi alzarono gli occhi al cielo e dissero in coro -Mag, diglielo tu!
-Ah, io non voglio saperne niente!
Disse la ragazza, alzando le braccia in segno di pace. I due si guardarono in cagnesco.
-Che noiosi che siete!
Esclamò Margaret alzando gli occhi al cielo.
-Cosa volete che vi porti ragazzi?
Chiese una cameriera che si era avvicinata durante il trambusto.
-Per me una Piña Colada, grazie.
Rispose Margaret educatamente.
-Un Gin Tonic per me, grazie.
Rispose Frannie squillante. 
-Beefeater o Hendrick's?
-Hendrick's.
Disse candidamente. Se c'era una cosa che aveva imparato durante le sue vacanze in Sardegna, era cosa c'era da sapere sugli alcolici babbani. Praticamente l'unico argomento di babbanologia in cui avrebbe preso E con lode e bacio accademico.
-Per il signore invece?
Edmund fece un'espressione assolutamente neutra. Non avrebbe certo potuto chiedere del whisky incendiario, ed era stato così occupato a battibeccare che non aveva guardato il menu. Stava per dire un generico "quello che ha preso lei" e stava decidendo quale cocktail imitare (Margaret sembrava la scelta più ovvia, ma Frannie in fatto di alcool aveva gusti più simili ai suoi) quando l'amica lo precedette.
-Per lui un negroni sbagliato.
La cameriera guardò Edmund per avere conferma.
-Cos...?
-Fidati, ti piacerà.
-Uhm, ok.
-Anche una porzione di fish and chips maxi da mettere al centro, grazie! 
La donna fece un cenno di assenso e si allontanò.
-Spero che tu non mi abbia avvelenato, Fran. -Ti piacerà.
Rispose semplicemente lei. Margaret sperò con tutto il cuore che avesse ragione, per riportare un po' di serenità. 
Il locale era molto carino, un classico pub all'inglese con le pareti in legno laccato e le seggiole in pelle, il piano bar e la cucina per i piatti caldi.
Qualche ghirlanda di agrifoglio era appesa alle pareti e sul bancone, e gli altoparlanti mandavano Let it Snow di Frank Sinatra in sottofondo. Gli avventori sembravano di buon umore. C'era una coppietta che forse non si sarebbe vista per Natale che si era appena scambiata i regali, due uomini anziani che parlottavano a bassa voce tra loro e tanti gruppi di amici come il loro. 
-Poi se volete pensavo di andare in centro a fare un giro per i negozi. Devo ancora comprare qualche regalino.
-Oh, sì, anch'io!
Rispose subito Frannie, illuminandosi. Si era proprio dimenticata di comprare almeno un regalo, e quella sarebbe stata l'occasione perfetta.
-Io ho tutto, ma posso accompagnarvi.
Rispose Edmund, alzando le spalle.
-Se mi manca del cambio babbano puoi anticiparmi soldi e ti restituisco galeoni, Mag? Alla Gringott non mi hanno dato molto! Sono sempre a corto di sterline, non penso gliene chiedano molte ultimamente. Sussurrò la ragazza, controllando che nessun babbano dei tavoli accanto stesse ascoltando la conversazione.
-Già, se tra un po' vietassero il cambio non mi sorprenderebbe.
Commentò laconico Edmund.
-Beh, spero di no, o non saprei come usare i soldi dei miei, dato che vivo tra i maghi.
Rispose Mag a bassa voce con una nota d'ansia.
-Se la Gringott taglierà le sterline ti cambierò i soldi io, stai tranquilla.
La rassicurò Frannie, posandole una mano sulla spalla. L'amica sospirò. -E tu che te ne fai delle sterline che ti do in cambio dei galeoni?
Lei alzò le spalle 
-Qualcosa si trova, son pur sempre soldi.
-Comunque sia Ed ha ragione, penso sia per quello che sta succedendo che alla Gringott non hanno tante sterline. Non penso che molti maghi vadano a fare acquisti nel mondo babbano in questo periodo. Il ragazzo, che si era accorto troppo tardi che la sua amara affermazione avrebbe portato più tristezza di quel che pensava, provò a rassicurarla.
-Beh, non si può togliere completamente la possibilità di cambiare. Può capitare a tutti di aver bisogno di sterline babbane, alla fine. Non penso che succederà.
Anche se in realtà la possibilità a tutti e tre sembrava più concreta che mai in quel momento. Un cestino di carta colmo di fish and chips occupò quasi tutto il tavolo, facendoli sussultare. -Per chi è l'Hendrick's?
-Mi... mio!
Balbettò Frannie, di nuovo colta di sorpresa dalla cameriera. 
-Piña Colada?
Margaret alzò la mano, e anche gli altri due cocktail andarono al loro posto.
-Beh, buon pranzo!
Disse Frannie per spezzare il silenzio, mettendosi in bocca una patatina fritta.
-A noi.
Disse Margaret, alzando il suo bicchiere.
-Che siamo ancora qui nonostante tutto.
-E che qualunque cosa succederà resteremo insieme.
Completò Frannie. -A noi.
Disse semplicemente Edmund, unendo il suo bicchiere agli altri. Diedero tutti e tre un sorso alla bevanda, e si rilassarono immediatamente.
-Hai ragione Frannie, questo coso è molto buono.
-È un negroni sbagliato, non un coso, e sapevo che ti sarebbe piaciuto. Non berlo troppo in fretta però, è forte.
-E il fish and chips che fanno qui è fantastico, non è vero?
Commentò Margaret, assaggiando dal cestino. 
-Avevi ragione Mag, è proprio un bel posto!
Rispose Edmund sorridendo. Quando il fish and chips fu spazzolato, Margaret insistette per pagare per tutti.
-Hai detto che hai poche sterline Frannie, non le sprecare per il pranzo!
-Ma io non ho poche sterline però, Mag!
-Tu sei il mio ragazzo, ti posso portare fuori a pranzo se mi va, Edmund!
E, strette le sciarpe con cura, uscirono all'adiaccio un'altra volta.
-Al prossimo Natale andiamo a Mombasa. O a Dubai. O in Australia. E a Capodanno ci facciamo anche il bagno al mare.
Borbottò Frannie, ficcandosi le mani in tasca per tenerle al caldo.
-Dove ci porti a fare shopping, Mag?
Cinguettò poi, sorridendo. Lei scosse la testa. 
-Andiamo in St George's Hall, c'è il mercatino di Natale. E già che ci siamo passiamo da Church Street, così vedete l'albero.
-Mercatino di Natale? Papà e mamma ci portavano sempre a quello di Londra, da piccoli.
Rispose Edmund, nostalgico. Margaret gli accarezzò il braccio.
-Quello di Londra è bello, ma anche questo si difende bene.
Mentre erano dentro il locale aveva continuato a nevicare, e la strada era tutta imbiancata. Ora aveva smesso e il cielo era anche meno grigio pallido del solito. Con molta difficoltà ogni tanto si vedeva qualche striatura azzurra sopra di loro. 
Incrociarono un gruppo di bambini in vacanza che si prendevano a palle di neve.
-Vi ricordate di Natale di due anni fa? 
Chiese Margaret, indicandoli.
-Già, la battaglia a palle di neve… mi sembrano passati due secoli...
Sospirò Edmund.
-Eravamo felici, non è vero?
Chiese Frannie, sognante.
-Io sì.
Mormorò Margaret, guardando Edmund di sottecchi.
Il centro era addobbato a festa e molto suggestivo. Le vetrine dei negozi babbani erano più luminose che mai. Frannie pensò che Diagon Alley in quei giorni dovesse essere bellissima, ma che alla fine si stava bene anche laggiù.
Moltissimi pub e birrerie avevano festoni sulle porte e vischio appeso alle insegne, videro tante coppie che si baciavano. Frannie fece anche finta di andare a guardare una vetrina di un bellissimo negozio di giocattoli (oltre a far finta le piaceva davvero) per far scambiare un bacio a Edmund e Margaret senza metterli in imbarazzo.
Quando girarono l'angolo per l'ennesima volta e sbucarono in Church Street, Frannie ed Edmund rimasero a bocca spalancata. Un albero di Natale di trenta metri, riccamente addobbato, con luci sfavillanti, si alzava davanti a loro.
 
-È meraviglioso, Mag!
Sussurrò Frannie, per poi scattare una foto. Anche i babbani che come loro passeggiavano per la via sembravano molto impressionati.
-Bello, non è vero? A volte chi viene qui scrive i suoi desideri di Natale su un foglio e poi li lascia sotto l'albero.
-Facciamolo anche noi! Ho portato la piuma!
Esclamò Fran, mettendosi a frugare nella borsa. Non trovandola, frustrata, si rivolse all'amico.
-Ed, mi daresti una mano per favore?
E gli fece l'occhiolino. Lui sorrise malizioso. 
-Ma cosa…?
Chiese Mag, quando lui si voltò di scatto da tutt'altra parte e guardando verso il cielo gridò -Ma quello è un falco! È stupendo!
I babbani che erano più vicini a loro si voltarono in quella direzione.
-Dove figliolo?
Chiese un distinto signore con gli occhiali dalla spessa montatura.
-Ma lì, proprio lì! Su quel tetto laggiù!
-Forse l'ho visto anche io.
Mormorò perplessa una donna che passava di là. 
-Accio pergamene. Accio piuma.
Sussurrò Frannie, e tutto schizzò fuori dalla borsa e le saltò in mano.
-Da quanto esattamente avevate preparato questa scenetta?
Chiese Mag ridacchiando, mentre si defilavano silenziosamente dai babbani che ancora discutevano sulla presunta posizione del falco.
-Da quando abbiamo saputo che saremmo venuti da te in mezzo ai babbani. È stato davvero spassoso!
Disse Edmund, trattenendosi dallo scoppiare a ridere.
-Beh ora sei contento che mi sia rimessa a fare magie, eh? Comunque sei stato grande, ci sono cascati davvero tutti!
Commentò Frannie, dandogli una gomitata complice.
-Sì hai ragione, così è più divertente. 
Rispose, mentre lei strappava una pergamena in tre pezzi e ne dava due ai suoi amici.
-Dovrebbe esserci ancora un po' di inchiostro rimasto, ma se finisce
Scosse un po' la borsetta
-Sapete dove trovarlo. Vado prima io!
Cinguettò, e corse ai piedi dell'albero.
 
Caro albero babbano,
Per questo Natale vorrei tanto che all'ordine tutto vada bene e che la guerra finisca subito, così Tony non rischierà la pelle l'anno prossimo e magari andremo anche a fare il viaggio intorno al mondo. Vorrei solo che potessimo festeggiare come ragazzini normali, quest'anno. Vorrei fare pace con Laetitia e che questa cosa della copertura finisca.
Frannie Friwood. P.S.
Se la Umbridge si strozza con il succo di zucca non disdegno.
 
Piegò il foglietto in quattro e lo buttò tra gli altri, semisepolti dalla neve ai pedi dell'albero. Tornò correndo e passò la piuma a Margaret.
-Sono contenta che siamo qui tutti insieme, sai?
 
Sussurrò a Edmund, guardandola allontanarsi. -Sì, anche io!
Rispose lui, scompigliandole i capelli. Ed era vero. La loro compagnia lo metteva sempre di buon umore. Con i fratelli era diverso, li adorava ma spesso dicevano cose completamente sbagliate che lo facevano sentire frustrato e star male.
Con Margaret non aveva litigato seriamente neanche una volta, quell'anno, se non si contava l'incidente dell'inizio dell'anno scolastico, che comunque non era considerabile litigio. Le cose non sarebbero potute andar meglio, con lei.
E non ricordava onestamente di essere mai stato offeso con Frannie per più di ventiquattro ore da che avesse memoria. 
Quella era la famiglia che si era scelto. Che lo aveva scelto, dopotutto.
Margaret intanto si era accovacciata sotto l'albero e aveva iniziato a scrivere.
 
Caro Babbo Natale,
Vorrei tanto passare i MAGO con il massimo dei voti, e a Natale prossimo avere iniziato il tirocinio a Hogwarts.
Vorrei che le cose con Edmund continuassero sempre ad andare bene come vanno adesso.
Vorrei andare a vivere da sola.
Vorrei che la guerra finisse.  Sempre tua, Margaret.
 
La ragazza posò il proprio biglietto accanto a quello più nuovo, che suppose essere di Frannie. Poi con un sorriso pieno di speranza tornò dagli altri due, e consegnò la piuma a Edmund.
Lui la afferrò titubante e poi si avvicinò all'albero a sua volta. I babbani che discutevano del gufo se n'erano già andati, ora c'era solo un po' di folla che andava e veniva pigramente, abbastanza coraggiosa da uscire fuori al freddo. Nessuno faceva caso a lui.
 
Caro papà,
A Natale quest'anno vorrei essere felice. 
 
Si girò un attimo verso Mag e Frannie e aggiunse
 
E anche che le persone che amo siano felici.
Ti prego, fai stare meglio mamma e fai in modo che a lei e a Peter non succeda niente di male. Sono molto preoccupato e so che lo sei anche tu.
A casa ci manchi.
Edmund.
 
Piegò il brandello di pergamena e guardò attentamente a destra e a sinistra. I babbani non lo degnavano di uno sguardo, a terra com'era. Frannie e Mag parlavano animatamente di qualcosa. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca e, coprendola con il cappotto, fece un veloce incantesimo di protezione ai loro desideri. La neve non li avrebbe squagliati e se qualcuno li avesse letti non ci avrebbe comunque capito nulla. Sorrise e si alzò.
-Abbiamo fatto, allora?
Chiese Frannie, riprendendosi la piuma e ficcandola nella borsa.
-Sembra di sì.
Rispose Margaret, guardando Edmund che sembrava un po' imbarazzato. Per qualche ragione, anche se non aveva idea di quale, sentiva che se non tutti, molti dei loro desideri prima o poi si sarebbero avverati. -Allora andiamo, che aspettiamo?
Incalzò Edmund.
-Sì, sì, siamo quasi arrivati!
Lo rassicurò Mag. E infatti dopo qualche vicoletto, il gruppo sbucò al mercatino. A tutti e tre si spalancarono gli occhi dalla meraviglia. 
I casolari di legno coperti di neve si stagliavano su una piazza molto carina. Un profumo di mele caramellate e cannella era diffuso in tutta la piazza, si sentiva il chiacchiericcio della piccola folla insieme allo scalpiccio delle scarpe sul nevischio. Una bambina camminava a tentoni dietro i genitori con in mano un peluche più grande di lei. Una coppia di ragazzi circa della loro età camminava mano nella mano, lei beveva da un bicchiere che sembrava contenere una bibita calda. Un ragazzo camminava a passo svelto per la piazza senza badare alla fiera, con una sacca sportiva dietro la schiena, sicuramente di ritorno da qualche allenamento.
Nelle bancarelle in vendita oggetti di ogni tipo. Dai giocattoli alla bigiotteria, dal cibo da strada ai maglioni natalizi.
Margaret sorrise sotto i baffi vedendo i due amici colpiti da quello spettacolo.
-Bene, da dove vogliamo iniziare? 
Chiese, afferrando Edmund per un braccio.
-Io devo comprare un regalo per i miei. In realtà devo ancora comprarlo a Draco, ma non mi sembra il posto più azzeccato. Ci penserà mia madre, o andrò da qualche parte a Diagon Alley domani.
Margaret scelse di ignorare il riferimento a Malfoy - più la guerra diventava tangibile più lei diventava sensibile all'argomento - e alzò le spalle.
-Cosa stavi pensando di comprare?
-Non so, mi farò un giro e vedrò, direi.
Rispose lei, facendo una smorfia.
-Beh io devo comprare ancora quello per una mia amica, chissà se c'è anche una libreria da qualche parte. Meditò Mag ad alta voce.
"Come se non lo sapessi che è per Laetitia"
Pensò invece Frannie, ma non lo disse, apprezzando la delicatezza dell'amica del non dirlo ad alta voce.
-Io inizierei da quella parte, mi sembra più carino.
Azzardò Edmund, indicando un punto alla sua sinistra.
-Che fame...
Sussurrò Frannie mentre si incamminavano.
Fecero il giro della fiera tre volte. Frannie e Margaret si fecero fare una foto da Edmund davanti allo stand più bello, quello delle decorazioni natalizie fatte a mano. Gli acquisti furono abbastanza fruttuosi, degli orecchini eleganti per la madre di Frannie e delle candele profumate per suo padre, mago un po' singolare. Margaret, non trovando traccia di libri, si accontentò di una scatola di cioccolatini artigianali ripieni di liquore per la sua "amica", Edmund, che aveva risparmiato dato che gli era stato offerto il pranzo da Mag, vide una stella di Natale in legno intarsiata a mano che lo fece pensare a sua madre, e gliela comprò. Quando insieme bevvero un bicchiere di vin brulè allo stand bavarese e si mangiarono un cinnamom roll erano molto soddisfatti, con il vino che scaldava loro lo stomaco e tutti i pacchetti e pacchettini del caso. 
-Che ore sono?
Chiese Frannie, mordendo con gusto il suo cinnamom roll fatto al momento. Edmund controllò l'orario sul suo orologio da polso, ricevuto l'anno prima dalla sua famiglia per la maggiore età.
-Sono quasi le due.
-Che altro possiamo fare in un'ora?
Chiese Frannie a Margaret, in tono un po' esausto.
-Ci sarebbe una ruota panoramica, ma è lontana almeno mezz'ora di cammino, con questo freddo non saprei... e non saprei neanche dove potremmo riapparire senza dare nell'occhio se volessimo smaterializzarci lì adesso.
-Io vorrei evitare di entrare in un altro bar, non ho tanti soldi...
Mormorò Edmund, stringendosi nelle spalle.
-Se ci smaterializzassimo a casa tua? Per avvisare Claire di non venirci a prendere ti basta usare un telefono, no?
Chiese Frannie speranzosa, iniziando ad avere un certo mal di schiena. Margaret guardò Edmund per avere conferma, e lui annuì.
-Io ci sto. Più tardi farà, più si gelerà qua fuori.
-Va bene, cerchiamo un luogo appartato, presto.
Sibilò lei, e si allontanarono in fretta dalla piazza gremita di gente. Benché fosse pieno giorno, le nuvole rendevano la giornata parecchio buia. Faticarono un po' prima di trovare una via completamente deserta, ma quando scoccarono le due in punto, segnate proprio dalla chiesa di Saint George, trovarono la perfetta occasione.
-Controllate che nessuno dalle finestre ci stia guardando.
Mormorò Frannie, guardandosi intorno.
-Meglio se faccio io, ricordo meglio la casa.
Esclamò Margaret, tirando fuori con discrezione la bacchetta.
-Non ci spaccare, Mag!
Disse Edmund, scherzoso.
-Oh Ed, non dire così! Che poi mi fai venire l'ansia e ci spacco veramente...
Gli altri due si scambiarono un'occhiata preoccupata.
-Afferratemi, presto! Potrebbe venire qualcuno da un momento all'altro! 
Sibilò Mag, e gli altri obbedirono. Passò un istante, e sentirono uno schiocco. Pochi attimi dopo, si ritrovarono nella cucina di casa Rosander tutti interi.
 -Ah!
Esclamò Francy sussultando e facendo sbriciolare una tazza sul pavimento. -Oh no, il mio tè... 
Mormorò sconsolata. 
-Quella è la mia tazza preferita?
Chiese Margaret alzando un sopracciglio.
-Non è colpa mia Mag, siete apparsi all'improvviso, mi è preso un colpo!
-Ti ho detto mille volte che devi chiedermelo prima di usare le mie cose! Poi succedono questi disastri e magari mi dici anche che mi arrabbio troppo!
Le due ragazze iniziarono una discussione che sembrava minacciare burrasca, così Edmund si voltò verso Frannie e disse
-Lo fai tu per favore? Non mi va di usare la magia, te l'ho detto.
Lei alzò gli occhi al cielo e si inchinò. Mag, pensando che volesse aiutarla a sistemare il disastro, disse sbrigativa
-Lascia stare Fran, faccio io. per poi aggiungere a voce alta
-Hai visto che figura che mi fai fare?!
Edmund sospirò mentre Frannie posava un dito sui cocci rotti.
-Reparo.
Disse annoiata, e la tazza tornò esattamente com'era prima.
-Oh.
Esclamarono le due sorelle in coro.
-Non... non ci penso mai quando sono qui a casa, scusate...
Mormorò Mag imbarazzata.
-Tieni, per il té temo non ci sia nulla da fare. Ma puoi sempre fartene altro.
Disse Frannie, consegnando la tazza tornata perfettamente normale alla ragazza. 
-Grazie, ma mi è passata la voglia.
Rispose, guardando Margaret in cagnesco.
-Fai come vuoi, noi andiamo di sopra!
Disse lei, voltandosi di scatto. Gli altri la seguirono. Chiamò Claire dal telefono che stava al piano superiore per dirle che non sarebbe dovuta andare a prenderli. Dalla risposta che le diede, sembrava sollevata. Edmund andò a fare una doccia calda per scollarsi di dosso il gelo portato dalla loro gita, e Frannie e Margaret lo aspettarono in stanza a parlare.
-Sei sicura che basti un regalo per Edmund? È anche il nostro anniversario oltre che Natale.
-Sì Mag, vedrai. Quello che gli hai preso andrà benissimo, non ha senso farne due.
-Ma se lui me ne facesse due mi sentirei in difetto!
-Sicuramente avrà pensato anche lui quello che sto dicendo a te, vedrai!
Insistette Frannie, decisa. Si ricordò di quando Edmund in uno slancio di confidenza le aveva rivelato di non avere abbastanza soldi per comprare due regali a Mag, e di come si sarebbe vergognato se lei lo avesse fatto. Era per questo che Frannie ora cercava di convincere la sua amica a contenersi con i regali, ma senza dirle della sua discussione con Edmund, si sarebbe vergognato troppo.
-E poi lui si merita due regali... alla fine sia Natale che il primo anniversario sono importanti, no?
Frannie sbuffò.
-Tanto non faresti in tempo a comprargli niente comunque. E poi ti ho già detto che un regalo in questi casi basta e avanza. Ho una zia che compie gli anni a Natale e a lei di regalo ne fanno sempre uno.
-Davvero? E a lei non dispiace?
-No no, anzi! Se gliene facessero due si sentirebbe in colpa! -Se lo dici tu...
A interrompere il loro discorso spuntò Edmund, con una tuta azzurra dalla felpa ben spessa. Come entrò, le ragazze si zittirono e Margaret pensò che era bellissimo.
-Cosa tramate voi due?
Chiese sorridendo, entrando nella stanza.
-Sei già qui? Non riusciamo proprio a liberarci di te!
Rispose Frannie alzando gli occhi al cielo.
-Ah ah ah, molto divertente...
Rispose Edmund, avvicinandosi e sedendosi sul letto libero, quello che poi sarebbe stato destinato a Mag.  Passarono la serata giocando a gobbiglie, mangiando waffles e parlando del giorno di Natale. Frannie non stava nella pelle nel rivedere Lupin, ed era un po' intimorita dal fatto che avrebbe visto per la prima il cugino di sua madre, Sirius. Margaret era assolutamente entusiasta del fatto che probabilmente avrebbe avuto un discorso sensato con Harry Potter per la prima volta nella sua vita, ed era anche molto curiosa di conoscere i membri dell'Ordine. Edmund d'altro canto aveva paura che la madre diventasse strana all'improvviso per via della troppa gente, ma si consolò pensando che avrebbe potuto parlare con i gemelli liberamente e si sarebbe sicuramente fatto due risate.
Arrivati alla sera, dopo che la madre di Margaret servì loro un abbondante piatto di scouse, molto apprezzato da tutti, decisero di ritirarsi. Fuori aveva finalmente smesso di nevicare. Edmund si ritirò nella sua camera, appena liberata da Francy, e Frannie e Mag andarono a mettersi il pigiama nella loro.
-Sembra che abbiano spento la luce.
Sussurrò Margaret, con l'occhio che guardava oltre il buco della serratura, rivolta verso camera dei genitori. Poi appoggiò l'orecchio contro la porta.
-Non sento rumori. Per me possiamo anche chiamare. Frannie annuì.
 
-Edmund.
Sussurrò, rivolta allo specchio che era sulla scrivania.
-Via libera?
Chiese lui, sbucando oltre il vetro.
-Via libera.
Confermò. Qualche secondo dopo, silenzioso come un gatto, il ragazzo aprì la porta della loro stanza.
-Vado a prendere una cosa.
Sussurrò Margaret, sparendo oltre la porta con fare furtivo.
-Che cavolo sta combinando, lo sai?
Chiese il ragazzo perplesso. L'altra scosse la testa.
Quando tornò, aveva in mano una bottiglia di cristallo piena a metà con del liquido scuro.
-E quello cos'è?
Chiese Frannie con gli occhi che luccicavano. 
-È rhum di mio padre. Non possiamo finirlo però, o se ne accorgerà.
-Non preoccuparti, Peter mi ha insegnato l'incantesimo di rabbocco proprio durante le vacanze, non avremo problemi!
Si intromise Edmund, fiero.
-Cosa?!? Devi assolutamente insegnarlo anche a me!
Replicò Frannie a voce un po' più alta. Gli altri due la zittirono.
-E comunque non dovevi smetterla con la magia sino a domani?
Lui alzò le spalle.
-Vorrà dire che lo farò dopo mezzanotte.
-Questo è un po' barare però, eh... ma non mi lamento.
Rispose Frannie ghignando.
-Non è barare, anzi, è essere precisi!
Puntualizzò lui.
-Beh, che aspettiamo allora?
Sussurrò Margaret, porgendo loro i bicchieri che aveva portato con sé insieme alla bottiglia, per poi riempirli con il liquido e sfreddarli con la magia, il suo per ultimo.
-Buone vacanze, ragazzi.
Disse Frannie, facendo tintinnare piano il bicchiere con quello dei due amici. Bevvero tutti un sorso nello stesso momento.
-Non può essere vacanza ogni giorno?
Sospirò Mag, che stava pensando all'avvicinarsi dei MAGO  e al fatto che per nulla al mondo sarebbe voluta tornare a Hogwarts con quella megera della Umbridge.
-Magari...
Sussurrò Frannie sconsolata.
-Qualche mese e ne siamo fuori per sempre!
Le rassicurò Edmund deciso, dando un altro sorso. 
-Ah, io spero di rientrarci presto invece!
Ridacchiò Mag.
Quando finirono la bottiglia e Edmund dovette rabboccarla, era tarda notte e facevano fatica a tenere basso il volume delle risate, tanto che avevano deciso di silenziare la stanza. Sentivano la testa leggera e Edmund era diventato completamente rosso in faccia.
-Grazie per questa giornata, ragazzi. Ne avevo proprio bisogno. Sospirò Mag, e Edmund disse -Ti amo tanto.
Preso dal trasporto. Frannie ridacchiò, sapendo che se non fosse stato così brillo non lo avrebbe mai detto davanti a lei, neanche in un milione di anni. Era successo una sola volta, tanti mesi prima, e solo per supplicarla.
-Mi sa che è meglio metterti a letto.
-E voglio bene anche a te!
Disse, rivolto all'amica. Margaret sbuffò, ma sorrideva.
-Oh, Merlino. Almeno gli è presa la sbronza felice... 
Disse, ma in realtà anche lei aveva la mente un po' annebbiata.
-E anche io te ne voglio. Su Ed, andiamo a nanna. Dai un bacino a Margaret e andiamo. Lo sollecitò Frannie, alzandosi in piedi.
-Io vado a riportare questo di sotto.
Disse invece Margaret, prendendo la bottiglia di nuovo piena.
Frannie annuì.
-Ricordati che uscita dalla stanza il muffliato finisce.
Disse. Poi Margaret si sporse verso Edmund per salutarlo. Lui la afferrò e la baciò, Frannie distolse lo sguardo.
-Guarda che dico sul serio, mica perché sono ubriaco. Davvero ti amo tanto. Le sussurrò all'orecchio.
-Lo so tesoro.
Rispose lei accondiscendente, dandogli un bacio sulla fronte e avviandosi verso la porta.
-Beh casanova, andiamo! E ricordati di fare silenzio.
Disse Frannie, aiutandolo ad alzarsi. Lui mugolò con disappunto. 
Quando le due ragazze si ritrovarono di nuovo in camera, si guardarono in faccia e poi scoppiarono a ridere. -Domani si vergognerà moltissimo!
Disse Frannie ridacchiando.
-Però è così carino... no?
Squittì Margaret con la faccia immersa nel cuscino.
-Sì, è carino. Sono contenta per voi Mag, tantissimo. Oh, non vedo l'ora di vedere Tony! Sospirò sognante.
-Anche voi siete carini.
Borbottò Mag, iniziando a stendersi.
-Beh, grazie.
Sussurrò in risposta.
"Non siamo carini, siamo bellissimi."
Pensò, invece. E così si addormentarono in pace.

 

Note autrice
Scusate per il capitolo un po' più corto del solito, ma si tratta di un unico lungo capitolo che però abbiamo spezzato in due, altrimenti sarebbe stato chilometrico.
Vi è piaciuta questa incursione nel mondo babbano? Finalmente Frannie e Edmund sono stati su una vera automobile!
Queste vacanze sono davvero un'oasi felice per i ragazzi, se le stanno godendo appieno in attesa del secondo semestre! 
E voi? Vi state godendo questo Dicembre?
 
Nel prossimo capitolo Natale a Grimmauld Place! Restate con noi!
 
   
 
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