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Autore: Harley Sparrow    13/12/2019    2 recensioni
Sequel di This is Us – Youth e di This is Us – Bond
Anno 1995/1996
Per Edmund, Frannie e Margaret inizia l’ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. L’ombra del ritorno di Voldemort si allunga silenziosa, e i ragazzi ne subiranno le conseguenze. Scopriranno presto che il mondo magico non è più quello di una volta.
Con la professoressa Umbridge più odiosa che mai, segreti da tenere nascosti, i rapporti fra le Case che si fanno più freddi, la fine di qualche amicizia e un’alleanza inaspettata, riusciranno i nostri eroi a superare i MAGO e a prepararsi alla vita fuori da Hogwarts?
*
[Dal capitolo IV]
«Usare incantesimi di Difesa?! Non riesco a immaginare una situazione nella mia classe che richieda di ricorrere a un incantesimo di Difesa. Lei si aspetta forse di essere aggredita durante la mia lezione, signorina…?»
«Oaks» rispose Laetitia.
Frannie fissò l’insegnante incredula. Non aveva mai sentito una castroneria simile, nemmeno dal professor Allock, e comunque a quei tempi sarebbe stato divertente. Ora non lo era, non lo era per niente.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolores Umbridge, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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XVI

NATALE A GRIMMAULD PLACE


 
Il giorno seguente Edmund si svegliò con un forte senso di nausea e si guardò spaesato intorno. I suoi occhi misero a fuoco il soffitto azzurro e il cielo stellato dipinto per tutta la sua estensione. Si accorse di essere ancora in tuta, e si ricordò che Frannie lo aveva trascinato a letto la sera prima. Guardò l'orologio che aveva al polso. Le sei e mezza. Doveva aver dormito quattro ore al massimo.
-Maledizione.
Sussurrò, portandosi la mano sulla fronte. Ripensò agli eventi della sera prima. Aveva un ricordo nebuloso di lui che dichiarava il suo amore eterno a Margaret... davanti a Frannie.
"Cazzo. Merda."
Pensò sbuffando. Alzarsi non avrebbe avuto senso, non sinché le altre non si fossero svegliate. Pensò di preparare loro la colazione, ma aveva paura di frugare in una cucina altrui senza supervisione, e soprattutto aveva il terrore di incontrare uno dei genitori di Mag da solo senza di lei. Poi gli venne l'idea geniale.
Cercò la bacchetta a tentoni e sbuffò, non trovandola.
"Dove potrebbe averla messa Frannie?"
Chiese, massaggiandosi la testa. Desiderò poterla appellare ma per appellare la bacchetta sarebbe servita una bacchetta, e quindi ovviamente non poteva farlo . Si stropicciò gli occhi e si guardò meglio intorno. Sospirò. Guardò in ogni angolo della stanza, perlustrandola da cima a fondo. Quando per frustrazione decise di affondare la testa sul cuscino, rimase di sasso. La bacchetta era proprio lì sotto.
"Quando rivedo Frannie la strozzo"
Pensò. La afferrò cercando di concentrarsi. Non si era mai smaterializzato appena sveglio. Sperò di non spaccarsi, e scomparve.
 
-Ah!... ccidenti, Edmund!
Sussultò Peter seduto al tavolo da pranzo e intento a leggere il giornale, quando apparve al centro della cucina. Doveva avere un'aria stravolta, perché il ragazzo continuò con
-Ore piccole ieri? Che ci fai già qui?
Poi guardò meglio la sua espressione scombussolata. Si alzò.
-È successo qualcosa?
-No, per carità, non starmi addosso Pete. É soltanto che voglio fare colazione ma stanno ancora tutti dormendo.
Si guardarono per un istante, e aggiunse
-Tu lo sai l'incantesimo per fare i pancake?
Suo fratello ghignò.
 
*
 
Quando Margaret e Frannie si svegliarono, erano le dieci e mezza. Edmund, che si era con calma fatto la doccia a casa sua, si era cambiato, e aveva portato con sé i pancake fatti da Peter, sorrideva giù in cucina aspettandole e guardando distrattamente l'orologio ogni cinque minuti.
Quando le vide spuntare assonnate dalla porta della cucina, fece per salutarle.
-Non! Dire niente.
Abbaiò Frannie mozzandolo sul nascere.
-Non prima della colazione, lo sai.
-Buongiorno.
Mugolò invece Margaret, dandogli un bacio a stampo e sedendosi al tavolo accanto a lui.
-Ho fatto i pancake! Non c'è di che.
-Shhhhh ti ringrazierò più tardi.
Sibilò Frannie, strappandone uno con la mano e mettendosene un pezzo in bocca dopo averlo innaffiato di sciroppo d'acero. Lui alzò gli occhi al cielo ma sorrise. Lei e Margaret mangiarono per qualche minuto in silenzio.
-Odio quando sei perfettino al mattino anche quando il giorno prima ti sei sfatto. Ma questi pancake sono molto buoni, quindi ti perdono.
-Sono andato a farli a casa mia. 
Borbottò a Frannie, quando stavano per finire di mangiare.
-Dove sono i miei genitori?
Chiese Margaret, che stava iniziando a svegliarsi.
-Usciti. Non so dove siano andati. Li ho sentiti parlare, a quanto pare tua sorella tornerà tra poco.
-Che volete fare prima di andar via? Manca ancora qualche ora all'ora di pranzo.
Disse Margaret, finendo la sua colazione con un sospiro.
-Non lo so, che fanno i babbani per passare il tempo insieme?
Chiese Edmund, curioso.
-Beh, un sacco di cose. Guardano la tv per esempio.
-La tv è la scatola con i piccoli babbani dentro?
Domandò Frannie, interessata.
-Ne abbiamo già parlato l'anno scorso Fran, non ci sono piccoli babbani dentro la tv.
-Non è vero, è la prima volta che me lo dici, ne sono sicura.
-Anche io me lo ricordo, è successo parlando del cinema!
Annuì solennemente Edmund, Margaret sorrise fiera.
-Non sono convinta...
Mormorò Frannie imperterrita, ma gli altri decisero di ignorarla. Mag appellò il telecomando che venne volando dal bordo del camino acceso.
-Vediamo un po' se fa qualcosa di carino da vedere, del resto è la Vigilia di Natale!
Edmund e Frannie guardarono affascinati Margaret che accendeva il televisore e cambiava canale sino a trovare qualcosa di familiare. A ogni tasto e conseguente cambio sussultavano rapiti e impressionati. Quando apparve in primo piano un bambino biondo che apriva gli occhi di scatto e si guardava intorno smarrito, posò il telecomando soddisfatta.
-Questo è un gran classico del Natale babbano, è anche iniziato da poco! Volete vederlo?
Frannie e Edmund si guardarono sorridenti e decisero in un attimo.
-Assolutamente sì!
-È proprio un cinema in miniatura!
Aggiunse affascinato Ed.
-Cos'è successo sinora? L'hai già visto? Altrimenti come facciamo a capire?
Chiese Frannie, e Mag spiegò
-Questo bambino viene da una famiglia numerosa e molto rumorosa, e la notte di Natale ha desiderato di essere da solo per avere un po’ di pace. La famiglia è uscita al mattino presto dimenticandosi di svegliarlo ed è andata in vacanza, quindi si trova da solo e pensa che il suo desiderio è stato esaurito.
-Ma è orribile!
Commentò Frannie, anche se il bambino non sembrava molto triste, anzi. Ballava e cantava e metteva a soqquadro tutta la casa.
-Se la sta spassando però.
Commentò Edmund, e Mag sorrise. Era bello guardare le loro espressioni genuine mentre guardavano il film.
-Si chiama Mamma ho perso l'aereo, è uscito cinque anni fa, ma piace così tanto che ormai lo danno ogni Natale. Penso proprio che rimarrà famoso ancora per molto...
Spiegò Margaret, anche se i due la ascoltavano a malapena. Risero quando il bambino si rese conto che poteva fare quello che voleva, restarono un po' sconvolti, soprattutto Frannie, della violenza nei confronti dei due ladri, e si affezionarono all'anziano signore che aveva aiutato il piccolo protagonista. Più avanti si era aggiunta anche Francy, tornata dalla notte a casa della nonna, che beveva silenziosa un tè, divertita anche lei dalle reazioni dei due maghi.
Quando il film finì erano gasati dall'esperienza, ma anche un po' perplessi dal suo contenuto.
-Ma i bambini babbani guardano quella roba? A uno la testa andava a fuoco!
Disse Frannie, turbata.
-È normale torturare dei ladri in questo modo per voi? È un po' inquietante...
Le diede man forte Edmund.
-Sì beh, per essere un film per bambini è un po' forte in effetti, ha sempre dato un po' di fastidio anche a me...
Rifletté Margaret grattandosi la testa imbarazzata.
Quando arrivarono i genitori di Margaret era ora di pranzo, e questo voleva dire che i ragazzi dovevano salutarsi, sapendo che si sarebbero visti il giorno dopo. Quella sera Frannie sarebbe stata al cenone di Natale del Ministero con i suoi genitori, doveva ancora comprare il regalo per Draco per Natale e non aveva idea di cosa mettersi. Edmund, che il giorno dopo sarebbe stato a pranzo con l'Ordine seppur con la sua famiglia, avrebbe passato la serata da solo con i fratelli e la madre, per stare tranquilli per conto loro almeno sotto Natale.
Margaret, la cui famiglia aveva rimandato al giorno dopo la cena per problemi di impegni degli zii, avrebbe ricevuto la sorella maggiore e il fidanzato, per passare la mezzanotte insieme. Dopo una buona serie di abbracci di addio e un bacio tra Edmund e Margaret, i due maghi sparirono con uno schiocco. Mag sospirò. Ormai senza di loro non riusciva più a sentirsi a casa.
 
*
 
La mattina del 25 Dicembre, quando Edmund entrò a Grimmauld Place insieme alla sua famiglia, era assolutamente affascinato. I gemelli Weasley gli avevano parlato di quella casa, ma la avevano descritta come squallida, oscura e sporca. Quel giorno non sembrava affatto così. Sentì Lucy che strillava e correva ad abbracciare Ginny forte. Peter stringeva la mano a Bill Weasley, che aveva conosciuto come prefetto a Hogwarts i suoi primi anni da studente. Sua madre era titubante ma felice, e il giorno prima era stata molto bene e aveva fatto regali a tutti. Non riceveva un regalo di Natale da sua madre da anni, e al pensiero della sera prima sorrise nuovamente di cuore. I lampadari anneriti che Fred e George nei loro racconti descrivevano con disgusto erano carichi di ghirlande di agrifoglio e festoni d’oro e d’argento; mucchi di neve magica scintillavano sui tappeti lisi; un grande albero di Natale, addobbato con fate vive, nascondeva l’albero genealogico dei Black, che Edmund riconobbe perché ce n'era uno molto simile nel salotto di casa di Frannie. Perfino le teste d’elfo imbalsamate sulle pareti portavano barbe e cappelli da Babbo Natale, e il ragazzo ricordò con orrore il racconto di quell'halloween, giudicando quella scelta di stile un po' infelice.
Si guardò intorno smarrito senza che nessuno facesse caso a lui, quando vide i gemelli parlare con Tony e Silver, che dovevano essere arrivati da poco.
-Ragazzi!
Li salutò con la mano avvicinandosi, e Fred sorrise e offrì una sedia al ragazzo, che posò il mantello sullo schienale e si sedette.
-E così anche tu hai visto la base della resistenza!
Esclamò George facendo l'occhiolino.
-Me l'avevate presentata come un tugurio, invece è bellissima!
Commentò, continuando a guardarsi intorno rapito.
-Sì, beh non era così prima...
-... nostra madre ci ha schiavizzati durante le vacanze e lei la sta pulendo da mesi...
-... devi immaginartela molto più oscura di così!
-Sarà, ma a me piace!
Sentirono venire da dietro una porta una voce rotta dal pianto, seguita da un mormorio di rassicurazione che suonava familiare.
-Ma quello era...
-Il professor Lupin, sì. Sta consolando mia madre. L'idiota di mio fratello Percy ha rimandato indietro il suo maglione di Natale.
Spiegò George. Fred alzò gli occhi al cielo. In effetti sia i gemelli, che Bill, che Ginny che discuteva con Lucy ed Hermione Granger avevano i soliti buffi maglioni con le iniziali. Tony scosse la testa con grande disappunto. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, per il Tassorosso sarebbe stato impensabile. Silver, che era di tutt'altra pasta, notando la sua reazione alzò gli occhi al cielo.
-Ehilà!
Spuntò in stanza una ragazza con un bell'insieme di pacchetti che le levitava alle spalle e un mago e una strega subito dietro. Non aveva il mantello, doveva essersi smaterializzata proprio sulla porta di casa.
-Firwood! Finalmente!
Esclamò George salutando dall'altra parte della stanza.
Aveva una camicetta bianca sblusata su una gonna scozzese verde e rossa molto natalizia, e un basco rosso in testa che tolse per appenderlo su uno schienale di una sedia. Tony sorrise e si alzò, offrendole il suo posto. Lei dopo avergli dato un bacio rifiutò, dicendo di preferire sedersi sulle sue gambe.
Salutò con un abbraccio Fred e George, con cui non poteva parlare liberamente da Halloween, poi anche Edmund e Silver.
-Ho saputo di vostro padre, ragazzi. Mi dispiace moltissimo.
Sussurrò poi, rivolta ai Weasley. Edmund aggrottò le sopracciglia.
-Hai ragione Fran, non ho pensato di dirlo ma dispiace davvero moltissimo anche a me, ragazzi. Come sta ora?
-È stato molto male ma si sta riprendendo per fortuna, andremo a trovarlo più tardi...
-... Nessuno vuole dirci la missione di che si tratta, siamo tutti molto nervosi in questi giorni...
-... Voi sapete nulla?
I ragazzi scossero la testa, afflitti.
-Mi dispiace, non ho idea di cosa potrebbe essere. Mia madre e Peter sono due tombe, ho già provato a insistere qualche giorno fa. Magari in questi giorni cerco di lavorarmeli un po'.
Tentò Edmund.
-Io ho saputo da mio padre che Arthur è stato male perché lo ha visto al San Mungo, ma mi hanno detto solo dopo che fosse qualcosa a riguardo dell'Ordine! Figuriamoci!
Spiegò Frannie, guardando seccata sua madre che chiacchierava con John McMartian e sua moglie.
-Non ci diranno mai che cazzo combinano, è inutile. Ci vogliono fuori dai piedi.
Sbottò Silver, lanciando ai suoi un'occhiata di fuoco.
-Lo fanno per proteggerci.
Spiegò Tony paziente.
-Beh, non so voi, ma noi siamo stufi!
Aggiunse Fred, che stava iniziando a infastidirsi. In quel momento arrivò anche Margaret, che salutò tutti e diede loro il buon Natale. Si tolse il cappotto, aveva i ricci sporchi di neve e le gote rosse per il freddo. Edmund pensò che non poteva essere più fortunato. La ragazza aveva una gonnellina blu a vita alta con un fiocchetto e una maglietta bianca e blu abbastanza aderente, e gli sorrideva.
-Mi sono smaterializzata una strada più indietro, scusate. Sono riuscita a trovare la casa solo dopo un po'.
Intanto il ragazzo si era alzato, e Frannie svelta aveva lasciato le ginocchia di Tony per occupare il suo posto. Lui la guardò male e poi tornò con gli occhi su Margaret.
-Ciao.
-Ciao.
-Ti va se facciamo un giro?
Chiese lui, titubante. Non sapeva se Margaret si sarebbe offesa o la avrebbe vista come volerla portar via dagli amici ora che era appena arrivata. E poi forse a momenti sarebbe sceso Potter dalla sua stanza, e lei non vedeva l'ora di incontrarlo, Edmund lo sapeva bene. Solo che oltre a Natale era il loro anniversario, e ci teneva a passare prima qualche minuto solo con lei.
La ragazza rispose con un sorriso e afferrandogli il braccio.
-Andiamo.
-Che piccioncini...
Sospirò Frannie, guardandoli allontanarsi, prima di dare un bacio a Tony sorridendo.
Margaret e Edmund intanto si erano infilati in una stanza vuota, che una volta era stata una specie di salotto. Quella non era stata addobbata per Natale e appariva piuttosto oscura, anche se sembrava essere stata pulita.
-Sempre in un'aula da soli mentre tutti sono a festeggiare, eh?
Chiese Margaret mentre Edmund le accarezzava la guancia e le portava i capelli dietro l'orecchio.
-Se vuoi possiamo tornare dentro.
Aggiunse allora lui a bassa voce.
-Non vorrei essere da nessun'altra parte.
Rispose la ragazza, e lo baciò. In quel momento Voldemort sembrava un ricordo lontano. Lontanissimo.
-Spero che i Natali d'ora in poi siano tutti così.
Sussurrò lui come si separarono, baciandole la fronte con affetto.
-Io penso che lo saranno eccome.
-Già, anch'io.
Margaret sorrise e tirò fuori dalla tasca della gonna un pacchettino che ingrandì con la bacchetta.
-Buon Natale, e buon anniversario.
Sussurrò lei, e l'altro internamente esultò.
"È solo uno, grazie al cielo. È solo uno..." pensò lui, colmo di sollievo
-Scusami, so che è una doppia festa ma ho pensato...
-Hai fatto benissimo! Anche io ne ho preso soltanto uno.
-Apri prima questo, poi me lo dai.
La ragazza sorrideva ansiosa, e tamburellava un piede sul pavimento. Sperava gli sarebbe piaciuto con tutto il cuore. Lui scartò il pacco verde smeraldo e tirò fuori un piccolo borsellino in pelle blu, dall'aspetto piuttosto elegante.
-È un mokessino, esteso con la magia. Tutti possono metterci qualcosa dentro, ma solo tu puoi tirare fuori quello che c'è. Il contenuto è intoccabile per chiunque altro.
-Mag è... è bellissimo. Grazie.
La guardò per qualche istante con quello sguardo cotto per cui solitamente Frannie lo prendeva in giro a morte, poi ghignò e da dietro la schiena fece apparire un pacco regalo incartato color blu notte, con delle stelle dipinte di argento. Al tatto sembrava un libro, ma era piuttosto piccolino.
-Quasi mi dispiace rovinare questo incarto. È bellissimo.
-La carta è a tema, sai?
Lei guardò confusa il motivo stellato.
-Davvero?
-Davvero. E sono andato nel mondo babbano a prenderlo, tutto da solo! E ho pagato con le sterline senza confondermi!
Rispose lui fiero.
-Sei andato a comprare un libro nel mondo babbano... per me?
Chiese lei, che aveva già il magone.
-Beh, certo.
Rispose lui, alzando le spalle, per poi aggiungere,
-Dai, apri.
Lei non se lo fece ripetere due volte, e piano piano, senza rovinare l'involucro, tirò fuori un quadernetto rilegato in pelle marrone. Sembrava molto antico, con una buffa copertina. Era quasi come se prima ci fosse stato incastonato qualcosa che poi era stato strappato.
-Frannie mi ha suggerito di prenderne uno antico, mi ha detto che forse lo avresti preferito. Se ti sembra squallido me lo puoi dire, anche se secondo me è autentico. Beh, non proprio autentico, mi hanno detto che era il quaderno originale di quello che ha scoperto che la terra gira intorno al sole, però sembra antico per davvero e a quanto pare gli appunti sui calcoli e i viaggi e tutto il resto sono verosimili. Dicono sia del milleseicento, mi pare che sia il periodo che ti interessa, no?
Margaret osservava affascinata la scrittura elegante tra le righe ingiallite dal tempo. I calcoli, gli appunti, le mappe.
-Questo è... il quaderno di Galileo Galilei?
Chiese lei a mezza voce, rapita.
-Beh, su Galileo Galilei, io direi. Non penso che sia davvero suo, non per quello che l'ho pagato al mercatino. E poi è in inglese, lui non era italiano? Ma se le cose che insegna sono vere ed è davvero antico magari ti piace lo stesso.
Lei gli buttò le braccia al collo senza esitare.
-È bellissimo, davvero. E inizierò a studiarlo subito. Grazie.
 
Mentre in salotto i due innamorati si scambiavano i loro regali e il loro affetto, Silver e i gemelli cercavano di contagiare all'altra coppia la loro frustrazione.
-Comunque se qui le cose non migliorano ho deciso.
Sibilò Silver guardando in cagnesco la madre che aiutava la signora Weasley ai fornelli.
-Hai deciso cosa, di grazia?
Chiese Tony alzando gli occhi al cielo.
-Me ne vado. Prenderò i MAGO, se proprio dovrò, e me ne andrò il più lontano possibile.
Tony lo guardava in modo scettico.
-E dove pensi di andare?
Chiese Frannie, sinceramente curiosa.
-Non lo so, in Svizzera credo. Un mio amico di Herefordshire ci sta andando ogni anno a lavorare, e potrei seguirlo. Ha già un posto dove vivere, ha detto che posso aggiungermi se mi va.
-Tu vuoi andare con Andrew a nasconderti tra i babbani con una guerra in corso?
Sibilò Tony, guardandosi intorno per non farsi sentire da nessuno che non fosse in quello stretto gruppetto.
-Te l'ho detto Tones, non sono così stupido da restare a morire per qualcuno che neanche mi vuole tra i piedi.
Il fratello stava per ribattere, ma Fred lo anticipò.
-Ha ragione, mi sono stancato di tutti questi segreti. Siamo perfettamente in grado di partecipare e di capire, e se non ci vogliono posso anche andare al diavolo.
George sospirò.
-Solo che... non possiamo permetterci di mandare tutti al diavolo adesso. Mamma sta piangendo per Percy da giorni e lui beh, diciamocelo, fa schifo... se sparissimo anche noi ne morirebbe.
-Fanculo chi morirebbe! Mi sono stancato! Vogliono fare tutto da soli? Che si arrangino e ne paghino le conseguenze.
Sbottò Silver, incrociando le braccia. Frannie prese la mano di Tony, posata sulla sua gamba, e la strinse. Sapeva che il ragazzo avrebbe voluto rispondere a tono, ma quello non era proprio il luogo, né il momento. Lui sembrò capire quello che la ragazza aveva cercato di comunicargli e ingoiò la rispostaccia che aveva in gola.
-Di che parlate ragazzi?
Chiese Peter, avvicinandosi dopo essersi appena accomiatato con Bill e con una strana ragazza dai capelli color gomma da masticare.
-Parliamo del fatto che fa tutto schifo.
Rispose Fred.
-E che vogliamo partecipare con voi.
Concluse George.
Il ragazzo sospirò e si mise dietro Tony, appoggiandogli le mani sulle spalle. L'altro si sistemò meglio sulla sedia.
-Sono sicuro che arriverà il vostro momento. Beh, ovviamente spero che la situazione venga risolta prima, ma non vedo molte possibilità per adesso.
-Fantastico.
Mormorarono i due. Silver si limitò a guardarlo con diffidenza. Non aveva mai parlato con lui, sapeva solo che era stato caposcuola e che era un Tassorosso. Ecco tutto.
-Se vi può consolare, mia sorella ha diciannove anni ma è andata in America, qui non è sicuro neanche per lei. Cioè, lei è andata perché il fidanzato vive a New York, ma io e mia madre siamo contenti che si sia tolta dalla scena per un po'. Conto di scriverle presto di trattenersi più del previsto. Stare al sicuro con Caspian non può che farle bene.
Frannie gli sorrise incoraggiante. Aveva sempre dato per scontato che dopo il diploma sarebbe voluta entrare in azione, ma sapeva che da studente non poteva fare molto. Insieme a Tony, non era né impulsiva come i Weasley o incattivita come Silver. Se la situazione non fosse migliorata entro i MAGO, avrebbero valutato cosa fare. Del resto si stava preparando per questo con Piton. E se i genitori non la avrebbero voluta coinvolgere, almeno avrebbe spinto per sapere qualcosa. E magari il suo tirocinio al ministero sarebbe valso qualcosa di utile.
Intanto Potter e Weasley scendevano assonnati le scale e raggiungevano Granger e Ginny, parvero ringraziarle dei regali.
-Margaret sarà contenta, finalmente.
Sussurrò ridacchiando a Tony.
-Che state dicendo?
Chiese Silver perplesso.
-Oh, Mag ha un debole per Potter. Vedrai!
Disse la ragazza, con un sorriso promettente.
Infatti, quando i due tornarono un po' scarmigliati dal salotto, Margaret alla vista arrossì leggermente.
-È arrivato il tuo amico, Mag!
La salutò l'amica ridendo, e lei la zittì con nervosismo. Edmund invece guardò titubante verso Peter, che sorrise conciliante vedendolo arrivare insieme alla fidanzata. Aveva messo il suo mokessino nella tasca dei pantaloni del completo regalatogli da Draco, e ogni tanto lo toccava attraverso la stoffa, fiero. Mag aveva con sé il suo libro.
-Non stategli troppo addosso, sta vivendo un incubo a Hogwarts. La Umbridge non lo lascia in pace.
Sibilò George, guardandolo con quella che sarebbe anche potuta sembrare preoccupazione.
-Non lascia in pace neanche noi, in verità. Quella ranocchia.
Margaret sospirò.
-Povero Harry. Almeno voi siete abituati a ricevere punizioni, anche Gazza ve le dava sempre, ma lui... e soprattutto, voi ve le meritate, lui non ha fatto niente di male!
I gemelli si scambiarono un'occhiata lugubre tra loro.
-Cosa c'è?
Chiese Edmund, allarmato. Vedere i due ragazzi così era una gigantesca rarità. Persino nel momento più buio del loro percorso scolastico, quando il Basilisco girava per il castello, avevano trovato il tempo di scherzare.
-Queste non sono punizioni come le altre. Sono peggio.
Frannie strabuzzó gli occhi, curiosa e sorpresa.
-E cioè?
Fred e George si guardarono di nuovo. Fred annuì, e l'altro mostrò loro il dorso della mano.
I ragazzi si avvicinarono trattenendo il respiro. Sì poteva vedere, guardando con attenzione, una cicatrice bianca in rilievo.
Devo smetterla di essere inopportuno
-Ma che cazzo?!
Esclamò Silver, irrigidendosi.
-George, che cosa significa?
Chiese Peter, serio.
-Significa che la rana è crudele, ecco cosa...
-...crudele e anche qualcosa che non posso dire o la mamma si arrabbierebbe troppo.
Concluse Fred, guardando verso Molly, che sembrava distratta da un ragazzo con i capelli rossi al momento.
-Lei vi ha... inciso sulla pelle?
Chiese Tony, incredulo.
-No...
Rispose George scuotendo la testa.
-...ha obbligato noi stessi a farlo.
Concluse Fred.
-Che cosa?
Esclamò Peter, cercando di non alzare troppo la voce.
-A quanto pare sta collaudando questo tipo di punizioni...
-...ti fa sedere in un'aula e ti dice di scrivere una frase tante volte su una pergamena...
-...ti fornisce la penna che non ha bisogno di inchiostro...
-...e quando inizi a scrivere senti qualcosa che ti taglia la pelle e capisci che la penna in realtà sta scrivendo con il sangue che ti esce dai tagli!
Margaret era rimasta senza parole.
-Ma... ma Silente?
Chiese, in un filo di voce.
-Silente non controlla più nulla ormai, lo avrete capito.
Sibilò Fred, guardando verso Harry.
-Infatti Potter ultimamente è molto arrabbiato.
-Questa cosa è inaccettabile, deve finire! Bisogna dirlo a qualcuno!
Disse Peter, guardando nervosamente Edmund.
-Non fare così Peter, non si può fare niente e lo sai.
Disse infatti lui, con uno sbuffo.
-Ma è barbarico!
Protestò Tony.
-Io quella penna là non la uso.
Commentò Silver.
-Non ci credo, è troppo anche per lei!
Disse Frannie, atterrita.
-Ecco perché vi vedo così malmessi ultimamente. Non dovete provocarla ragazzi, è pericoloso!
Disse Margaret ai gemelli. George si passò la punta delle dita sul dorso della mano e deglutì.
-Non ci avrà mai. Questi brutti scherzi non ci spaventano. Continueremo a fare come abbiamo sempre fatto.
Disse, deciso.
-Se smettessimo proprio ora, sarebbe peggio per tutti. Sarebbe come dire che ha vinto lei.
Lo appoggiò il gemello.
-Se ci fermiamo noi, tutti gli altri penseranno che non c'è più nulla da fare!
Conclusero insieme. Gli altri li guardarono ammirati. Sapevano che avevano ragione, il fatto che Fred e George continuassero con i loro scherzi nonostante il clima nel castello dava speranza a molti e contribuiva a dare una parvenza di normalità. Questo era il loro modo di onorare la loro casa, andare avanti per gli altri e per loro stessi nonostante tutto. Era la loro missione.
-Beh, non tu.
Sibilò Peter a Edmund.
-Ti vieto ufficialmente di fare qualsiasi cosa che possa metterti nelle condizioni di provare questa assurdità!
-Tu non puoi vietarmi proprio niente!
Protestò Edmund, offeso.
Frannie e Margaret si guardarono arrese. Questo tipo di discussione tra Pevensie non sarebbe mai cambiata. Sapevano che se Peter avesse saputo che la megera aveva inciso qualcosa nella pelle di Edmund sarebbe andato a prenderla a schiaffi personalmente, e certo questo sarebbe stato alquanto sconveniente.
-Vorrá dire che se succederà non te lo dirò di certo!
Peter aggrottò le sopracciglia con disappunto.
-Non oseresti!
Silver alzò gli occhi al cielo, sicuramente seccato dal battibecco, e anche Tony sembrava non sapere che fare, quindi Frannie decide che era tempo di cambiare argomento. Si schiarì la voce e sorrise.
-Mi sembra un ottimo momento per i regali!
I due Pevensie si zittirono immediatamente, notando che gli altri sospiravano di sollievo.
-Dato che avete già cominciato.
Aggiunse la ragazza, guardandoli con la fronte aggrottata Edmund e Margaret. Mag alzò le spalle, senza darci peso.
Dato che Peter li aveva già scambiati al mattino con la famiglia, guardò Edmund con aria di rimproverò e si allontanò, andando a parlare con sua madre e Josh Firwood lasciando gli amici a scambiarsi i loro regali.
Tutti avevano già ricevuto quelli dei parenti e dei loro genitori, Frannie già sfoggiava un bracciale d'argento con la costellazione del leone incisa sopra che probabilmente era arrivato dai Malfoy, così poterono darseli tra loro con calma. Fred e George consegnarono agli altri il loro solito kit di prodotti Weasley e dolci di Molly, sempre grandemente apprezzati. Al contrario dai loro amici ricevettero una mano della gloria, utile per loro che spesso lavoravano con la polvere buiopesto. Era strano stare tutti insieme nella stessa casa come una famiglia, e anche considerando la situazione di emergenza, scaldava a tutti un po' il cuore.
Edmund e Margaret avevano regalato a Frannie una pozione speciale che animava le fotografie come i ritratti magici, e lei ne fu assolutamente entusiasta.
Mag da Frannie e Tony invece ricevette una abbondante scorta di pozione per la concentrazione e contro il mal di testa, che le sarebbe sicuramente stata utile per superare i MAGO prima e per sopportare gli studenti poi. A Edmund i due avevano regalato un manuale avanzato per la magia difensiva, ideale per il suo lavoro da auror ma in cuore di Frannie anche per aiutarsi a studiare le lezioni di Piton insieme alle amiche.
Frannie aveva inaspettatamente portato anche a Silver una bottiglia di assenzio per Natale, che lui si affrettò a far sparire prima che i genitori la vedessero, dato che appena un mese prima era diventato maggiorenne.
Tony invece le regalò un libro di fiabe concilia sonno, che si diceva nessuno avesse mai letto sino alla fine perché aveva un effetto soporifero molto efficace. Per la sua recente insonnia era perfetto. Lei aveva risposto con un quarzo incantato che tenuto in mano al momento di prendere una decisione importante per la sua vita lo avrebbe aiutato a schiarire le idee. Lo trovò molto azzeccato per quel momento così incerto della sua esistenza. Pensò che anche a Silver avrebbe fatto bene usarlo per un po'. Margaret e Edmund invece gli diedero una piuma che non aveva bisogno di inchiostro per essere ricaricata, che lui apprezzò molto, e disse che non c'era stato affatto bisogno.
 
Quando ebbero finito di scambiarsi i regali e furono tutti soddisfatti, ormai era mattina inoltrata. Harry Potter parlava pigramente con Hermione Granger, e Margaret decise di avvicinarsi, quella era la sua occasione.
-Ehilà.
Mormorò la ragazza, mentre sembrava che Granger stesse spiegando all'amico l'utilità indiscutibile del suo regalo, che da quello che Mag poteva sentire sembrava una mezza schifezza. I due la guardarono un po' imbarazzati.
-Ciao.
-Il mio nome è Margaret. Sono un'amica dei gemelli.
Esordì lei, sorridendo.
-Sì, avevo immaginato.
Disse Hermione, guardando nella direzione del gruppo.
-Sai, mi dispiace per la tua squalifica a vita dalla squadra. È stata parecchio ingiusta.
Disse rivolta a Harry, che alzò le spalle imbarazzato. Margaret pensò che forse non era stata una grande idea ricordargli che oltre a essere ripudiato dal Ministero, preso in giro a scuola, minacciato da Voldemort, torturato dalla Umbridge, era pure stato squalificato a vita dal Quidditch.
-Sì, beh, voi siete amici di Malfoy, quindi cosa ve ne importa?
Rispose il ragazzo, un po' seccato.
-In realtà io lo odio, e hanno buttato anche me fuori dalla squadra per lui. È la mia amica Frannie che ci va d'accordo. Lei pensa ancora che possa essere salvato.
Harry la guardò sbattendo le palpebre. Effettivamente si ricordava di lei, la aveva battuta come cercatrice al primo anno. Era comprensibile che fosse ancora risentita.
-Beh dì alla tua amica che quello là non deve essere salvato, è solo uno stronzo. E vigliacco.
Commentò Hermione. Mag ridacchiò. Quei due erano la bocca della verità. Forse se Frannie fosse stata amica loro le sarebbe passata questa fissa che aveva con Draco e la sua bontà nascosta. Ma probabilmente non era così. Probabilmente era stata talmente colpita da come lo avevano cresciuto quando era piccolo che sarebbe rimasta convinta.
"Non tutti i purosangue hanno avuto la fortuna che ho avuto io, Mag" diceva sempre.
-Glielo dirò sicuramente.
Rispose invece, senza esplicitare questi pensieri. Harry le fece un mezzo sorriso, il che le fece pensare di stare andando bene.
-Non tutti i Serpeverde sono come Draco Malfoy, sai?
-Beh, sinora li ho trovati tutti così.
Rispose lui, di nuovo asciutto. Hermione alzò gli occhi al cielo, sembrava combattuta.
-Questo perché quelli del tuo anno sono Malfoy, Parkinson, Tiger e Goyle. E Nott.
Aggiunse l'ultimo nome dopo qualche secondo, aggrottando la sopracciglia. I due dovettero capire che qualcosa non andava ma non dissero niente.
-Anche io se Tiger e Goyle fossero i miei biglietti da visita mi vergognerei.
Disse Hermione, incoraggiante.
-Sì, immagino di sì.
Mormorò Harry, che in realtà stava pensando che qualunque casa avesse accettato due troll del genere doveva essere per forza gravemente compromessa se non completamente andata.
-Beh, allora buon Natale...
Si accomiatò Margaret, apparendo chiaro che i due non volessero essere disturbati troppo.
-Buon Natale anche a te.
Rispose Granger, sorridendo un po' affettata. Potter la fermò per un attimo.
-Margaret hai detto, giusto?
-Sì?
-Anche a me dispiace che ti abbiano scaricata dalla squadra. Avrei preferito te come avversaria. Più che Malfoy, intendo.
-Beh, grazie!
Disse lei, sorridendo fiera.
Intanto Frannie e Edmund parlavano appoggiati a una grossa credenza della cucina.
-Com'è andato il cenone al ministero?
Lei sospirò.
-Bene, abbastanza bene credo. Manca ancora Bertha Jorkins, si sente la sua mancanza... era proprio antipatica, faceva un tale casino...
Il ragazzo si voltò verso di lei, colpito.
-Come, non lo sai? Bertha Jorkins è morta.
-Co... cosa?
-Tu sai chi… lui l'ha uccisa.
-Chi te lo ha...
-Peter. A quanto pare Potter ha visto una prior incantatio alla terza prova l'anno scorso, e sono saltate fuori le ultime persone uccise da lui. C'era anche Bertha.
-Oh Merlino. E perché l’ha fatto?
-Non lo so. Peter non me l'ha detto.
Ci fu silenzio per qualche secondo, poi Edmund continuò.
-Sai, a volte penso che in un altro mondo ci sarei potuto essere anch'io a queste cene.
Disse a bassa voce. Per Frannie non ci fu bisogno di chiedere cosa intendeva. Il padre era stato un acclamato auror, e sicuramente se fosse stato vivo lui e la sua famiglia sarebbero stati nella lista degli invitati. Non aveva mai pensato al fatto che i suoi racconti sul Ministero potessero farlo pensare a suo padre, ma effettivamente era quanto mai logico che succedesse. La ragazza gli sorrise e gli sfiorò il braccio con la mano.
-Non varrà molto, e so che è diverso, ma sono certa che il tuo nome tornerà sulla lista molto presto. Farai strada al ministero, dammi retta. Non sarà la stessa cosa, lo capisco, ma è qualcosa.
-Hai ragione. Devo farlo.
-E lo farai. Sarà fiero di te, ne sono certa. E poi almeno avrò un po' di compagnia, a parte Draco.
Lui ridacchiò.
-A te piace Draco.
-Beh, ma tu sei meglio.
-Grazie. Beh, non per questo. Lo so di essere meglio di Malfoy. Per quello che hai detto prima.
Senza che nessuno potesse aggiungere altro, il falco Silver planò verso di loro con una lettera tra le grinfie, che cadde pesantemente sulle mani di Edmund.
-Di chi è?
Chiede Frannie stupita.
-Non è solo una lettera. C'è... c'è qualcosa dentro.
Mormorò, tastandola.
-Preferisci che la faccia aprire a mio padre?
-Nessuno sta cercando di uccidermi Fran, non preoccuparti.
Il ragazzo strappò la busta e una pioggia di glitter rosa cascò sul parquet d'ebano. Frannie iniziò a ridacchiare avendo capito cos'era successo.
-Oh, no.
Sussurrò Edmund, tirando fuori la lettera coperta di brillantini. Dentro la busta c'era anche un ciondolo rosa a forma di cuore. Edmund lo passò a Frannie con la punta di due dita, disgustato. Lei lo aprì, dentro c'erano due foto, sui due lati del cuore, una di Edmund e l'altra...
In quel momento apparve Mag, tutta sorridente.
-Potter mi ha detto che preferisce me a Malfoy!
-Che sorpresa, si odiano... quello preferirebbe pure tu sai chi a Malfoy...
Mormorò Frannie, sovrappensiero. Mag storse il naso, un po' offesa. Sì sarebbe aspettata una reazione più entusiasta. Edmund non disse nulla.
-Guarda che regalino di Natale hanno fatto al tuo fidanzato, piuttosto!
Lei incuriosita prese il ciondolo dalle mani dell'amica, e lo fissò senza parole.
-Non ci credo. Dopo il discorsetto che le ho fatto...
-Quella non capisce niente, Mag. Devi solo prenderla a ridere, è l'unica.
Diedero uno sguardo attonito alla lettera.
 
Caro Eddard,
Anche se la tua fidanzata cerca di separarci, il nostro amore è più forte di tutto. Anche se il nostro è un amore proibito, anche se sei già impegnato, noi siamo troppo uniti per rinunciare.
"Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente"
Spero che il regalo ti piaccia, in questo modo mi sentirai vicina a te.
Sempre tua,
Mary.
 
Frannie rideva a crepapelle, Mag sembrava molto infastidita, Edmund era sconvolto. Prima che chiunque potesse commentare, una voce li fece sussultare.
-Miseriaccia, anche qui? Questo è un incubo! È dappertutto!
Edmund si voltò con le poche forze che gli erano rimaste.
-Anche tu hai ricevuto una lettera?
-Sì.
-A me ha mandato un braccialetto dell'amicizia.
Sussurrò Harry, atterrito anche lui.
-Fammelo vedere, ti prego!
Chiese Hermione implorante.
-Non ce l’ho più, l'ho buttato appena l'ho visto. Era orribile.
-Ok, ho capito, dovrò picchiarla. Speravo di poterlo evitare, ma...
Borbottò Ginny a Lucy, scuotendo la testa. Anche i gemelli e Peter erano arrivati, attratti dal rumore, e ridevano prendendo in giro i rispettivi fratelli.
-E così è fissata anche con te, eh? Sai che ha detto a tutta la Sala Comune che è la tua fidanzata?
Disse Edmund a Ron, e lui divenne scarlatto.
-Ve lo giuro, io la ignoro continuamente! Per me quella là non dovrebbe nemmeno esistere!
-Comunque a noi dice sempre che tu le muori dietro. Quando ha il tempo di parlarci prima che la fatturi, ovviamente.
Rispose Ginny.
-Dice che cosa?
Chiese Margaret, stizzita.
-Ha cercato di propinare a Draco un filtro d'amore l'anno scorso, dovete stare attenti!
Disse Frannie, scuotendo la testa con disapprovazione.
-Sì, Fred e George ce l'hanno detto. Ha un'ossessione per Ron e Harry.
Replicò Hermione, asciutta.
-E finge che Hermione non esista!
Scherzò Ron, che sembrava trovare questo particolare terribilmente divertente.
-Vi consiglio di bruciare quel bracciale, probabilmente è avvelenato.
Disse Harry, scuotendo la testa. Frannie lo lasciò cadere per terra con una smorfia di disgusto.
-Quella là è tutta matta.
Disse Ginny con disprezzo, i gemelli intanto ridevano a crepapelle.
 
Quando il siparietto Mary Sue fu concluso, Margaret era felice di aver trovato una cosa che accomunava loro a Potter e i suoi amici. Si segnò mentalmente di usare quello come argomento di discussione la prossima volta.
-Che gente, davvero. Mi accompagni in bagno, Mag?
Chiese candidamente Frannie, e l'altra acconsentì. Uscendo dalla stanza in cui erano quasi tutti presenti, erano piombate nel silenzio.
-Tu lo sai dov'è il bagno in questa casa?
Chiese Margaret, a cui, addobbi o meno, sembrava di essere in una specie di Stamberga Strillante. Tutto scricchiolava e appariva minaccioso.
-Sembra casa di mia nonna, è quasi identica. Penso che quello degli ospiti sia al primo piano.
Disse lei, e girando l'angolo si trovarono davanti due uomini che venivano proprio dal piano di sopra.
-Professore!
Esclamò Frannie, con il sorriso che si allargava.
-Che piacere vederla!
-Buongiorno professor Lupin.
Salutò Margaret, per osservare poi l'uomo magro dallo sguardo penetrante accanto a lui.
-Non sono più il vostro insegnante, ragazze. Potete chiamarmi Remus. Sirius, queste sono...
Ma l'altro non lo ascoltò. Stava guardando Frannie.
-E così questa casa sembra quella di tua nonna, hai detto. Devi essere la figlia di Jane.
-Sì... sì signore.
-Beh, se siete qui significa che a parte me e Andromeda non è tutto sangue sprecato in famiglia dopotutto.
La ragazza si morse il labbro. Sua nonna e la madre di Sirius erano sorelle. Lui era cugino di primo grado di sua madre, ma i due si erano visti solo qualche volta. Jane era più grande di lui di almeno dieci anni, e l'uomo era scappato di casa prima e finito ad Azkaban poi. Lei non lo aveva mai incontrato. La prima volta che lo aveva visto era stato quando era apparso a Hogwarts un anno e mezzo prima, col binocolo della torre di Astronomia.
-Già, beh, siamo comunque in minoranza. In tutta franchezza signore, nessuno di loro mi sta particolarmente simpatico.
Sirius sorrise.
-Se quei vecchi grassi fissati col sangue puro non ti piacciono, stai pure sicura che tu piaci a me. Sono contento che Jane si sia salvata e sia finita con gente perbene. C'è speranza dopotutto. E tu sei...
Il suo sguardo si spostò su Margaret, in attesa.
-Lei si chiama Margaret. Sono due delle mie studentesse preferite. Penso di avertene parlato, mi hanno mandato qualche lettera.
-Ah, sì. Penso di ricordare. Non credevo che tra i tuoi beniamini ci fosse la mia cuginetta.
-Tu che ci fai qui, Margaret?
Chiese Lupin, appena realizzò che la ragazza non poteva avere parenti coinvolti nell'Ordine. Lei sbiancò. Non era preparata a quella domanda.
-I Pevensie la hanno adottata, è con loro.
Rispose al suo posto Frannie. Gli occhi di Lupin lampeggiarono.
-Ah, l'amore...
Disse, sospirando.
-Sei diventato vecchio ma sei ancora un romanticone, Lunastorta.
Ridacchiò Sirius, e le due faticarono a non scambiarsi un'occhiata di intesa al sentire quel nomignolo che confermava le loro teorie.
-Beh, spero che vi troverete bene. Fate come se foste a casa vostra.
Disse Sirius Black, e si allontanò, con Lupin alle calcagna. Sembrava molto più sistemato rispetto a come lo ricordavano, iniziava a riprendere un po' di peso dopo la prigionia, e pensarono che probabilmente fosse contento di ricevere finalmente delle visite.
Mentre si allontanava, lo sentirono addirittura canticchiare
-Tu scendi dalle stelle, o Fierobeeecco!
E Margaret ridacchiò.
Scoprirono che il bagno era esattamente dove pensava Frannie. Era piastrellato interamente in nero, con i sanitari bianchi e d'argento, e sembrava la stanza meno polverosa della casa. Margaret fece un muffliato e poi chiese a Frannie
-Hai sentito? Lo ha chiamato Lunastorta.
-Ho sentito, sì. É confermato, quindi. Non che ci fosse qualche dubbio.
-Dobbiamo dirlo a Edmund il prima possibile. Sembra incredibile. Il professor Lupin ha fatto la mappa del malandrino. Fred e George diventerebbero pazzi se lo scoprissero.
-Già. È assurdo. Non sembra proprio il tipo. Anche se essendo perfetto avrei dovuto immaginarmelo.
Mag a quelle parole alzò gli occhi al cielo, e Frannie continuò.
-Magari è fidanzato con Black. Sarebbe carino.
-Perché mai dovrebbero essere fidanzati? Tu vedi i gay ovunque Frannie, ecco la verità.
-Beh, dicono che una persona su tre non sia etero e ci sono così pochi dichiarati a Hogwarts... é normale che abbia dei sospetti verso gli altri. E poi secondo te cosa ci facevano insieme di sopra? Erano appartati, te lo dico io!
-Cosa ne so di che stavano facendo? È casa sua! Magari stavano portando da mangiare all'ippogrifo!
-Sì, o magari si stavano sbaciucchiando.
-Sì, o magari stavano facendo la spia a tu sai chi. Non dire scemenze.
-Questa non sei tu, è l'eteronormativitá che parla. Se fosse salito con la tipa dai capelli strani starebbero tutti pensando male...
-Oh, finiscila!
-E comunque vivono insieme qui. È stato George a dirmelo!
 
Intanto, di sotto, Edmund parlava con i gemelli della Umbridge. Anzi, per meglio dire, insultavano la megera senza pietà. Mentre Edmund rideva per una battuta di George che riguardava il vecchio rospo, della melassa e il potpourri, una voce lo raggelò.
-Quindi questo è tuo figlio, Helen. Somiglia davvero un sacco al vecchio Thomas.
Il ragazzo spalancò gli occhi, fulminato, e alzò lo sguardo. Alastor Moody, quello vero, lo fissava con entrambi gli occhi. Questo almeno non gli faceva venire la nausea come l'impostore. Quello che aveva appena detto però lo fece sentire male.
-Sì, è proprio vero. E ha anche la stessa testa brillante. Anche se forse sono di parte, sono pur sempre la mamma...
Edmund sentì Fred e George ridacchiare, ma non se ne curò. Il fatto che sua mamma avesse detto davanti a loro che aveva una testa brillante non lo preoccupava quanto il mago che aveva di fronte. L'impostore l'anno prima doveva aver fatto un ottimo lavoro. Come la sua versione, anche questa faceva apparire sporco tutto quello che usciva dalla sua bocca. E un conto era quando tirava fuori lui l'argomento coi suoi amici, un conto era quando qualche sconosciuto gli parlava di suo padre.
Come se lo sapesse, come se volesse tirarlo fuori da un brutta situazione, apparve Peter alle sue spalle.
-Alastor, mamma! Siete arrivati giusto in tempo. Tonks mi raccontava un fatto che...
Il ragazzo si rilassò impercettibilmente. I due vennero distratti e allontanati dal suo salvatore.
-La nostra testolina brillante.
Sussurrò sognante Fred. Edmund avvampò.
-Com'è carino!
Continuò George. Il ragazzo era contento che la madre stesse bene, ma poteva anche evitare di metterlo in imbarazzo. Quando Margaret tornò dal bagno la abbracciò per proteggersi dalle prese in giro.
-Mag, finalmente. Ci hai messo una vita!
-Sì, beh, ho incontrato Lupin e Black. Mi hanno chiesto che ci facessi qui.
Sussurrò lei, lasciandosi abbracciare con grande piacere. I gemelli alzarono gli occhi al cielo, seccati che avessero interrotto i loro scherzi con quelle smancerie. Edmund fece loro la linguaccia, che la fidanzata non poteva vedere, messa com'era con la faccia affondata nell'incavo della sua spalla. I due se ne andarono un po' infastiditi.
-Ah sì? E tu che hai risposto?
-Niente, ha risposto Frannie per me. Ha detto che la tua famiglia mi aveva adottata.
-Che cretina.
Ridacchiò lui, dando a Mag un bacio sulla testa. Lei chiuse gli occhi e si rilassò. Solitamente non erano tipi da effusioni in pubblico, ma quello era il loro anniversario dopotutto, l'ambiente familiare li metteva a loro agio.
Anche Frannie era andata da Tony, che era seduto con il padre in Sala da pranzo. Insieme alla cucina, era l'unica stanza affollata della casa. Frannie si sedette accanto al ragazzo, e salutò John calorosamente. Aveva sempre trovato il padre di Tony molto simpatico, e lui sembrava ricambiare.
Appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo e lui mise la mano sulla sua gamba, stringendola. Parlavano del fatto che forse finalmente avrebbero comprato quella maledetta lavastoviglie.
Quando fu ora di pranzo erano tutti entusiasti. Molly Weasley cucinava davvero benissimo, e l'atmosfera natalizia si faceva sentire. L'albero di Natale era stato incantato ed emanava una tenue luce, le fatine volavano tutt'intorno.
Margaret, Edmund e Frannie erano seduti vicino alla strana ragazza dai capelli rosa, che ora li aveva blu. Spiegò loro di essere un metamorfomagus e fece loro la migliore imitazione di Piton che avessero mai visto. Tony e Silver fecero amicizia con Bill Weasley, che era uno dei ragazzi più popolari del settimo anno quando Tony era al primo. Helen Pevensie sembrava andare piuttosto d'accordo con Josh Firwood, e Peter li vide chiacchierare amabilmente. Sorrise pensando che se la stava cavando proprio bene, anzi, forse tutta quella gente la faceva sentire più sicura, la stimolava.
Verso fine serata arrivò anche un tale Mundungus Fletcher, che parve non essere esattamente popolare, là dentro. Si sedette vicino a Lucy e Ginny, ma Lupin lo fece alzare e a malincuore lo fece spostare tra lui e Malocchio. Dal canto suo, lui era seduto vicino a Sirius, il che procurò una serie di gomitate ammiccanti da parte di Frannie a Margaret, che perlopiù cercò di ignorarla.
Subito dopo pranzo dovettero accomiatarsi, perché i Weasley avrebbero dovuto fare una visita al San Mungo per trovare Arthur.
-Mi mancherete, ragazzi.
Disse Frannie, quando si trovò con i gemelli Weasley poco prima di andar via. Sapevano che non si stava riferendo ai giorni che mancavano alla fine delle vacanze di Natale.
-Le nostre serpi preferite...
-...anche voi ci mancherete!
-Dopo i MAGO dobbiamo assolutamente dare una festa solo tra noi!
Commentò Edmund, sbuffando. I gemelli si guardarono con una strana luce degli occhi.
-Dopo i MAGO? Chissà...
Dissero in tono sibillino.
Dopo questi saluti, dopo che Frannie ebbe guardato il professor Lupin sognante ancora per un po', dopo che ognuno ebbe raccolto familiari e regali di Natale, si smaterializzarono. Edmund e Margaret in particolare apparvero in casa di lei, all'ingresso.
-Siamo tornati!
Gridò Mag, e prendendolo per un braccio corse su per le scale senza aspettare risposta. Entrarono in camera e la ragazza si sedette sul letto, entusiasta.
-Sono così contenta che venga a cena! Conoscerai tutti finalmente!
-Già, speriamo non mi dimentichi dove sono e non mi scappi qualcosa sulle lezioni di trasfigurazione o roba simile. La bacchetta nemmeno me la porto, tanto non posso usarla.
-Conoscendoti non credo che ti lascerai scappare nulla. E poi nel caso qualche scemenza per coprire la inventiamo. Figurati se le mie cugine si immaginano che sono una strega! Penseranno che le sto prendendo in giro.
Lui sorrise, ma poi tornò subito serio, e questo la fece preoccupare.
-Cosa c'è?
-Ho paura di farti fare una brutta figura. Insomma, non è come stare coi tuoi, non sono mai stato in mezzo ai babbani a parlare con loro così tanto tempo. Magari non saprò qualcosa come quella del carrello dell'altroieri e a loro sembrerò uno strambo. Magari penseranno che sono stupido.
Margaret si avvicinò a lui e gli mise le mani sulle spalle.
-Non sei stupido. E si capisce, credimi. Babbani o meno. Ti adoreranno. E se ti vedrò in difficoltà ti aiuterò, intesi? Stai sempre vicino a me e andrà tutto bene. Spero solo non ti faranno ordinare la cena per telefono...
-Cosa?!
Chiese lui, terrorizzato. Margaret scoppiò a ridere.
-Sto scherzando! Non ordiniamo da mangiare, mia nonna e mia zia cucineranno. Noi porteremo il dolce.
Lui la guardò male per un istante.
-Sei proprio infame tu, mi hai fatto prendere un colpo!
-Tanto lo so che mi ami.
Gli disse lei, con un ghigno. Lo sguardo severo di lui si sciolse in un sorriso.
-A proposito di questo...
Le disse, e la baciò.
 
Intanto anche la famiglia Firwood se n'era andata, e Tony insieme a loro. Sarebbe stato lì sino a cena, per poi uscire con suo fratello e i suoi amici babbani in paese. Josh era corso dopo pranzo in ospedale, dato che aveva turno proprio quella sera. Jane invece avrebbe passato la giornata in meritato relax.
Frannie e Tony stavano comodamente coricati nel letto della ragazza, con Arcobaleno che saltellava loro intorno.
-Ho visto tuo padre in forma, oggi.
Disse lei, accarezzandogli i capelli distrattamente.
-Sì, queste vacanze l'ho visto meglio. Da quando tuo padre gli ha dato quella pozione non sta più così male. Grazie, a proposito.
-Figurati, le fidanzate servono anche a questo!
Rispose lei, dandogli un bacio sulla cima della testa.
-Sai, mia madre è convinta che Silver sia gay. Quando saprà che vuole andarsene a vivere con Andrew darà di matto...
-E perché mai dovrebbe dare di matto?
-Sai, i babbani sono ancora un po' indietro su queste cose purtroppo. E lei è un po’ all'antica…
-E secondo te è vero? È gay?
-Non lo so, è possibile. Effettivamente ronza sempre intorno a Andrew ultimamente. E poi ad Halloween ha ammesso di avere baciato un ragazzo... O forse è solo un coglione, non lo so.
-Dovresti essere meno duro con lui. Fa così perché ha paura come te. Forse di più. Se ne va per non soffrire nel caso in cui succedesse qualcosa di brutto.
-Ma così peggiora solo le cose. Se succedesse qualcosa di brutto davvero allora le ultime cose che avrebbe detto a mio padre sarebbero di andarsene al diavolo.
-Non succederà niente di brutto, amore.
-Questo lo dici tu. La guerra è alle porte, e lui non è più come una volta.
-Vorrà dire che l'anno prossimo come ci saremo diplomati metteremo le mani in pasta anche noi! E allora saremo tutti più tranquilli.
-Spero davvero che ci lascino fare qualcosa, altrimenti divento matto.
-Beh, me lo auguro, dato che Peter sta già dando il meglio di sé da inizio di quest'anno.
Rispose asciutta Frannie. A volte le sembrava proprio di capire le lamentele di Edmund. Probabilmente perché con l'assenza dei genitori si era dovuto responsabilizzare presto, avevano sempre trattato Peter come l'adulto della situazione. Avevano la tendenza ad affidarsi a lui piuttosto che agli altri e capiva come questo potesse essere fastidioso.
-Hai ragione. Dovranno ascoltarci per forza!
-Io spero almeno che ci dicano di più... tutto questo è snervante. Meno male che siamo insieme!
Sospirò Frannie, poi una vista la fece congelare sul posto. Il libro di Hemingway, il Vecchio e il mare, era sulla sua scrivania. Se Tony lo avesse visto che figura avrebbe fatto? Non poteva confessare di averlo ancora dopo più di un anno, avrebbe pensato che era una pazza. Così si mosse sul letto e gli si parò davanti, ripromettendosi di spostarlo non appena lui fosse andato in bagno.
-Ma lo sai che giorno è oggi?
Gli chiese, sorridendo e occupando tutta la sua visuale.
-Natale?
-È esattamente un anno da quando ci siamo baciati per la prima volta.
-Sì, è vero. Quanto mi avevi confuso quel giorno?
-Sembrano passati due secoli...
-Sì, era tutto così facile allora.
-Non passa giorno in cui io non ringrazi di averlo fatto.
Lui la baciò dolcemente sulle labbra a quelle parole.
-Anche io ringrazio sempre che tu l'abbia fatto. Non avevo capito niente, sono sempre stato lento in queste cose, ma ora so che era proprio così che doveva andare. Dovevamo arrivarci così.
-Non sai quanto mi hai fatta penare, prima...
-Sì, lasciamo stare, sono sicuro che ora i tuoi amici mi odiano da quanto hai fatto la testa a pallone a tutti!
-Al massimo odiano me! E accetto volentieri il rischio.
Rispose lei, guardandolo negli occhi.
-A volte penso di aver perso così tanto tempo... se solo me ne fossi accorto prima...
-Ehi, ehi, ehi.
Gli disse lei, posando le labbra sulle sue piano.
-Doveva andare così. È stato perfetto. Tutto accade per una ragione, se fosse successo prima forse ora non saremmo qui.
-Sì, forse hai ragione. Sono felice che mi sia capitata tra i piedi.
-Anch'io.
E così passò anche quel giorno di Natale, con la consapevolezza che tutto sarebbe potuto degenerare da un momento all'altro, eppure quel giorno, solo quel giorno, l'universo sembrava a posto come non lo era mai stato prima.
Quella sensazione, com'era facile capire purtroppo, non era destinata a durare.


 
Note autrice
Eccoci qui, abbiamo finito questa lunga serie di capitoli dedicati al Natale. Vi sono piaciuti?
A noi è piaciuto tanto scriverli.
Come avete visto, le cose si stanno fondendo un po' più col canon, speriamo che apprezziate la scelta.
La frase di Mary Sue che ha messo nella lettera è di Romeo e Giulietta. Mary farebbe diventare brutta qualsiasi frase, temo.
Una delle autrici invece shippa wolfstar e quindi Frannie non poteva che essere una shipper a sua volta. Voi lo siete?
Buon Dicembre a tutti, alla prossima settimana!
 
 
   
 
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