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Autore: Greynax    17/12/2019    1 recensioni
Raccolta di oneshot su vari pairing e varie situazioni. A volte probabili, a volte molto improbabili.
E, come con le gelatine Tuttigusti+1, a volte sei fortunato... a volte becchi quella al gusto di caccola.
1. Marchiati (NOTP: Draco/Hermione)
2. Bros before hoes (OTP: Sirius/Remus)
3. Le abitudini di Hänsel e Gretel (HET: Severus/Narcissa)
Storie partecipanti alla "Challenge delle sei coppie" indetta da GiuniaPalma/LadyPalma sul forum di EFP.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Coppie: Draco/Hermione, Remus/Sirius, Severus/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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Accompagnatrice


«Il mio cuore è della Evans. Ora e per sempre. Se solo mi guardasse...»
«Prova ad ungerti la testa con il sugo dell'arrosto, magari è il look alla Mocciosus ad attrarla.»
«...un solo sguardo e sarei il suo servo più fedele, più di un elfo domestico e poco meno di un mago sotto Imperius...»
«Ramoso? Taglia. Vieni al punto.»
Per una volta, Remus concordava al cento per cento con Sirius. Le declamazioni di James erano state divertenti le prime due o tre volte, come una specie di barzelletta nonsense. Ma adesso? Iniziava a sospettare che l'amico avesse messo le mani sulla raccolta di romanzetti d'amore dell'anziana signora Potter e che, peggio ancora, avesse preso per oro colato tutte le assurdità che c'erano scritte.
L'unico a non essersi ancora stufato della cosa sembrava essere Peter. Continuava a guardare James, concentratissimo, come se stesse prendendo degli appunti mentali.
«Dicevo. Il mio cuore è della Evans...»
«Sì, sì.»
«Chiarito questo, devo comunque ammettere che la Mckinnon ha messo su, ehm, un bel paio di...» ed armeggiò con le mani davanti al proprio petto.
«Pluffe» gli venne in aiuto Peter, senza riuscire a strappare neanche mezza risata agli altri Malandrini. Non che avesse un senso dell'umorismo così pessimo, ma c'era qualcosa... nel tempismo, nel tono di voce, che rendeva le sue battute più mosce di una bacchetta finta.
«Quindi, Felpato» continuò imperterrito James, piazzando una mano sulla spalla dell'amico. «Hai la mia benedizione.»
«Mh?» mugugnò pigramente Sirius, come se non lo stesse neanche ascoltando. Il che era piuttosto raro, in effetti. Adorava James.
«Dai. Ti fissa. L'abbiamo notato tutti. Anche Peter! Vero Peter? E Remus. Remus? Occhi su di me, amico. Credo di essere più interessante di quel libro di Trasfigurazione, mollalo. Stiamo parlando di Pluffe!»
E, stavolta, risero tutti. Anche Sirius, prima di stiracchiarsi con indolenza, staccando la schiena dalla poltrona mezza sfondata della Sala Comune.
«Bene. E allora parliamo di Pluffe» concesse, con un sorriso sghembo e lo sguardo un po' troppo fisso, maniacale, che Remus ormai conosceva fin troppo bene.
Ahi, pensò, tornando a nascondersi dietro il libro di Trasfigurazione.
«Ho fatto qualche esperimento con l'incantesimo Engorgio. E mi chiedevo...»
Il sorriso divenne più ampio, gli illuminò il volto, gli scoprì i denti.
«...perché non aumentare la quota di tette disponibili?»
Ahia, pensò Remus.

Mezz'ora dopo, Severus Piton sfoggiava un'invidiabile quarta di seno.
Madama Chips non era molto divertita.

*******

«Ehi.»
«Ehi. Già... di ritorno?»
Sirius sbuffò sonoramente, lasciandosi cadere sul letto con aria annoiata.
«Meno cinquanta punti a Grifondoro» lo informò, in tono neutrale.
Remus si lasciò sfuggire un fischio. Non proprio d'ammirazione, ma insomma.
«E meno cinquanta a Serpeverde.»
«Cos'ha fatto?»
«Boh? Ma, qualsiasi cosa fosse, ha decapitato un'armatura. Senza neanche aprire bocca! Mocciosus è proprio un piccolo scherzo di natura.»
«Mh-mh. E James?»
«Infermeria. Ma entro stasera dovrebbero avergli scoppiato tutti i foruncoli.»
«Piton? O Lily?»
«Lily. Ovvio. Lei però è stata più furba, non si è fatta beccare. Detto tra noi, credo che con lei il Cappello Parlante abbia preso una bella cantonata. In realtà non so se sia più Grifondoro o più Serpeverde, ma di certo è una vipera.»
È geloso, si disse Remus. Ma non indagò ulteriormente sul concetto.
«Comunque non hai risposto a James.»
«Mh?»
«Su Marlene. È vero, l'ho notato anch'io, ti... va bene, non so se ti fissa. Però sembra...»
«Interessata?»
«Già.»
Remus poteva sentire la conversazione morirgli tra le mani. E il silenzio era una cosa molto difficile da sopportare, dato che l'altro continuava imperterrito a guardarlo.
«È simpatica» offrì, quindi, in tono convinto.
«Credo di sì.»
«Ed ha una bellissima calligrafia.»
«...la calligrafia? Remus, sei serio?»
«Be', sì. Adoro i suoi appunti.»
«Forse dovresti chiederle di uscire.»
«Guarda te. Non me.»
«Codardo.»
«Perché non ci esci tu, allora?»

Sirius aggrottò la fronte, rimase in silenzio. Remus non era uno di quelli che parlava a sproposito ma, anche se lo fosse stato, avrebbe ormai capito a non interrompere i rarissimi momenti d'introspezione di Black.
E poi, in ogni caso, era troppo occupato a pentirsi per l'ultimo commento. Forse gli era uscito troppo brusco?
Non erano precisamente affari suoi, se voleva o non voleva uscire con Marlene.
Però era vero. Lo fissava. E non era neanche l'unica.

La voce di Sirius lo fece quasi sussultare.
«A volte ci penso. Ma... Ramoso. Guarda Ramoso. Non ha neanche una ragazza, eppure metà del suo tempo è dedicato alla Evans.»
Il silenzio che seguì fu così lungo da fargli credere che l'amico avesse finito. Ma poi...
«Mi immagino in una situazione tipo James. Ma peggio, perché se volessi una ragazza io ce l'avrei. E metà del mio tempo sarebbe dedicato a lei. Forse dietro alla sua calligrafia o alle sue... Pluffe. Che ne so, forse si aspetterebbe che mi sedessi di fianco a lei nella Sala Grande? Davanti al camino in Sala Comune, a... non so. Guardarci negli occhi? Pomiciare? E poi? Insieme nei corridoi, davanti allo stesso calderone a Pozioni?»
«Non suona così male.»
«Dici? Eppure mi...» aggrottò di più la fronte, inspirò a bocca aperta, come per aggiungere qualcosa, si bloccò. Passò ancora qualche istante.
«Preferisco stare con voi» ammise, alla fine, in qualcosa che era poco più di un sussurro.

Ed era strano, pensava Remus, come James e Sirius fossero uguali ma diversi. Entrambi ti facevano sentire speciale quando ti sceglievano. È vero.
Ma con Sirius... era meglio. Era senza compromessi.
Al contrario di James forse non ti avrebbe mai aiutato, avrebbe anzi riso vedendoti affogare, senza tenderti la mano. Ma non per odio, non per cattiveria. Perché eri un suo pari, perché era sicuro che ti saresti salvato da solo.
E perché con James eri qualcosa, ma con Sirius eri tutto, forse proprio perché non te lo dimostrava.

Altra differenza, con un altro Malandrino: meno introspezione, accidenti! Mentre Remus era lì, immobile, a rimuginare con una bella sensazione di calore a livello dello stomaco, Sirius gli si era seduto accanto.
«Se potessi sistemare qualcosa, saresti tu» affermò, sicuro, la voce bassa.
«Temo che non ci sarà mai una soluzione al mio... piccolo problema peloso.»
«Non quello, è più... merda.»
«Già. Lo è.»
«Non cercare di fare battute, Lunastorta: sei peggio di Codaliscia.»
«Ahia. Questa faceva male.»
«È solo che vorrei... aaahhh.»
Un gemito, basso, quasi buffo, quasi monocorde. Sirius si ficcò le dita nei capelli.
«Vorresti?» lo esortò Remus, divertito ma non troppo. D'improvviso, non aveva più molta voglia di parlare con Felpato. Forse sarebbe stato meglio raggiungere Peter nella Sala Comune, peccato che Sirius continuasse a parlare e - non sarebbe stato molto cortese scappare, vero?
«Non lo so. Il tuo problema non è un vero problema. È... non lo so. Vorrei migliorare... non lo so.»
«Migliorare come? Cosa?»
«Non lo so. Cioè, lo so, ma non te lo so dire.»
«Non c'è niente da migliorare. Perché non si può ma anche perché, alla fine, va bene anche cos...»

Ho una mano sulla coscia, pensò Remus. In tono distaccato, quasi accademico.
E non è la mia mano. La mia sarebbe normale - posso mettermi una mano sulla coscia, perché no.
Tecnicamente, suppongo lo possa fare anche Sirius. È una coscia. Niente di compromettente. La uso per camminare, è una parte del corpo utile e normale a cui non c'è bisogno di dare connotazioni particolari.
Probabilmente è un gesto di amicizia, cosa che saprei se fossi normale, se fossi cresciuto come una persona normale e non come un recluso, come un dannato licant---

Per un unico, sorprendente istante Remus smise di pensare.
Un bacio sulla bocca potrebbe essere un gesto d'amicizia, ricominciò, dopo quel benedetto attimo di silenzio mentale.
In alcuni paesi. Forse. Non nel nostro ma in alcuni paesi sì, magari. Potevano anche essere un po' cosmopoliti, non c'era niente di strano.
Ma era anche abbastanza sicuro che, parlando di baci, la presenza della lingua non fosse mai stata contemplata in senso amicale. In nessuna cultura.

*******

Più tardi, James li informò che Lily era semplicemente forte quanto l'Amortentia. E anche pericolosa quanto l'Amortentia. Il che comunque era fantastico!
Ma, soprattutto, odorava di buono - come l'Amortentia, sì, ancora. E, a proposito di cose buone, aveva bisogno di un compagno per intrufolarsi nelle cucine - senza una colazione personalizzata con l'aiuto di un elfo domestico come poteva essere sicura che lui, James, ammirava la sua maestria negli incantesimi e non si era minimamente risentito per quel paio di foruncoli?

Sirius sogghignava, Remus annuiva compito. Quando Felpato gli si appoggiò addosso, con nonchalance, lui chiuse gli occhi. Era bello rimanere così, semplicemente, ad ascoltare gli sproloqui di Ramoso, con i piedi riscaldati dal fuoco, il chiacchericcio di sottofondo. Sirius al suo fianco.
Era bello rimanere così, spalla contro spalla - e, meglio ancora, era giusto.
Riaprendo solo di poco le palpebre, con un sorriso forse un po' idiota sulle labbra, Remus giurò a se stesso che sarebbe sempre rimasto così.
Spalla contro spalla.





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Ed ecco l'OTP.
Su una nota non correlata, Peter Minus è un mostro. Ma non posso fare a meno di volergli un po' bene, pensando a come doveva essere durante il tempo dei Malandrini.
E a quanto dovesse essere fiero del fatto che, benchè nessuno avesse riso lì per lì, il "Pluffe" fosse diventato un tormentone.


  
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