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Autore: Lilitu    19/12/2019    2 recensioni
Sakura sta male, è palese, si rende conto che tutto quello che ha sempre amato non la ricambia e che persino genitori e amici non la sopportano. Una notte, però, nei suoi sogni appare un ragazzo inizialmente sfuocato che inizia a prendere forma piano piano che l’aiuta. Dopo 5 giorni il cambiamento sarà fatale.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sakura Haruno | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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-Scusatemi se sono sparita e se non ho aggiornato per moltissimo tempo. Vorrei ringraziare tutti quelli che continuano a seguirmi nonostante la mia lentezza. tutti coloro che perdono un po' del loro tempo per  farmi sapere cosa ne pensano di questa storia e anche tutti quelli che mi seguono e basta.  Vi faccio gli auguri di Buon Natale e ci sentiamo con il prossimo capitolo.-
           
                                                                                           


Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura.      
                               Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali.       
                                                  Se non conosci il  nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia. 
                                                                                                                                                                                 Sun Tzu  


La guerra non piace a nessuno .
Costringe le persone a dover prendere le armi rischiando di morire schiacciate  da una miriade di cadaveri agglomerati.
La guerra non piace a nessuno ma quando il corno suona tutti devono rispondere al suo gelido richiamo anche se il nemico è qualcuno di indistruttibile, qualcuno di  immortale.
Tutti i Ninja del villaggio e tutti gli alleati escono dalle loro case mascherando l’ansia con un sorriso, con una battuta o con un bacio, nella speranza che non sia l’ultimo.
Ma quando il corno suona senza preavviso, strappando ogni sorta di vera e pura allegria  e soprattutto strappando la vita di un giovane troppo giovane e straziando l’aria con un urlo di una madre divenuta troppo vecchia.
Purtroppo tutti devono ballare quando inizia la sua drammatica melodia e solo la morte potrà fermarli.


James Winter quando si svegliò quella mattina non aveva idea che la guerra sarebbe sopraggiunta  in tutta la sua ferocia e in tutta la sua crudeltà.
Si svegliò semplicemente come ogni altro giorno e si diresse a lavoro.
Sapeva che i ninja si stavano preparando per qualcosa di grande, per qualcosa che sarebbe rimasto  nella storia del villaggio della foglia.
Altri famosi Hokage e ninja di altri villaggi erano arrivati dei giorni precedenti. Il loro villaggio aveva sempre preso posto a tutte le guerre, aveva aiutato tutti i villaggi vicini, quando questi avevano suonato il loro corno chiedendo aiuto. Il loro villaggio non si era mai tirato indietro di fronte ad alcuna sfida o di fronte a qualunque battaglia. Chiunque fosse il nemico loro lo avrebbero distrutto.
James era orgoglioso del villaggio della foglia.
Il suo più grande sogno era poter diventare il ninja più forte di tutti, il più coraggioso. Magari avrebbe avuto qualche  cicatrice da mostrare ai nipoti mentre gli raccontava di come aveva catturato i criminali più pericolosi. Aveva già iniziato ad allenarsi, era entrato nell’accademia. Avrebbe compiuto lo stesso percorso di tutti gli altri ninja solo in modo più veloce. Era diventato allievo del maestro Kakashi e, nonostante si vedesse la differenza d’età tra lui ed i compagni del suo corso, lui era felice comunque. Aveva deciso di rendere orgoglioso il suo maestro.  Si stava impegnando ogni giorno per cercare di diventare forte e non vedeva l’ora di affrontare la sua prima missione.
A questo continuava a pensare James quando venne trapassato da parte a parte da una freccia che gli lacerò la gola, facendolo morire dissanguato.
La guerra era iniziata e James non sarebbe mai diventato il guerriero che avrebbe voluto essere.
Sakura rideva con l’arco in mano.
Accanto a lei Akihito  la guardava con il suo cappuccio che usava per coprire il volto.
Ancora non si era abituato del tutto alla luce del sole. Aveva passato troppi secoli all’interno del mondo dei sogni in cui tutto è indefinito.
“Diamo inizio al divertimento” pensò lei mentre sentiva il corno annunciare l’inizio del combattimento.
Immediatamente tutti gli abitanti iniziarono ad uscire dalle loro case e, come tante piccole formiche, iniziarono a raggiungere la piazza e in sottofondo  il corno continuava a suonare la sua mortale melodia.
“Sta attenta.”  Disse lui sorridendole ma non con la solita euforia o gioia.
Non si sentiva particolarmente tranquillo.
Lei lo baciò su una guancia, fece un passo indietro e  si lasciò cadere nel vuoto, sparendo nel nulla.
Era giunto il momento di scaldare un po' gli animi.

                                                                                                                            2 ore prima

La guerra stava per iniziare e questa volta davvero. Non era uno stupido scherzo, questa volta sarebbe arrivata con tutta la sua potenza e loro stavano cercando di prepararsi al meglio delle loro forze. In molti avrebbero perso la vita per una folle che aveva deciso di distruggerli. La popolazione continuava a domandarsi cosa aveva causato un odio tale nei loro confronti. Non si spiegava. Nessuno riusciva più a ricordare la dolce Sakura che era morta insieme ai suoi genitori. Adesso  esisteva solo la sua nemesi, un essere che avrebbe portato la morte sul villaggio.
Era più di una settimana che organizzavano riunioni. Dovevano trovare una strategia per riuscire a sconfiggerla mantenendo il tasso dei morti i più basso possibile. I Ninja medici sarebbero rimasti all’interno dell’ospedale  pronti ad accogliere qualsiasi paziente che sarebbe sopraggiunto. Una squadra di sette ninja medici si sarebbe divisa e avrebbe aiutato le varie squadre. Era essenziale riuscire a coprire l’intero villaggio. Non avevano idea da dove avrebbero attaccato, ne quando, ma sicuramente la Sakura moderna, piena di tracotanza, avrebbe attaccato la porta principale. Su questo erano certi. Gli abitanti continuavano a stare all’interno delle loro case ma non appenala guerra sarebbe iniziata sarebbero scappati utilizzando le quattro vie di fuga sotterranee che li avrebbero riuniti tutti al di sotto della città, in cui erano presenti provigioni per circa un mese. Gli altri ninja si sarebbero suddivisi in 6 squadre.
Una sarebbe rimasta nelle retrovie, di fronte al palazzo dell’Hokage in modo tale da poter andare incontro a chiunque avrebbe avuto bisogno di aiuto.
La seconda avrebbe protetto l’ospedale garantendo la riuscita delle operazioni, nel caso ce ne fosse avuto il bisogno.
La terza si sarebbe appostata sul muro che proteggeva Konoha per osservare i movimenti all’esterno. Avevano a disposizione degli acidi per cercare di fermare i nemici iniziali. Inoltre avevano creato all’esterno della barriera delle trappole coperte dall’erba e stracolme di lance. Chiunque ci avrebbe camminato sopra sarebbe rimasto infilzato.
La quarta sarebbe rimasta di fronte all’entrata pronta a colpire qualunque cosa avrebbe distrutto il cancello invadendoli. Era la squadra più a rischio ed era composta da ninja con più  esperienza. Avrebbero fatto parte di questa squadra Tsunade, Jiraya e Kakashi.
Orochimaru avrebbe osservato la situazione dall’alto aspettando l’arrivo dell’amante di Sakura. Sperava davvero che la sua pozione avrebbe funzionato, era l’unico modo per rimanere in vita.
Naruto e Sasuke si sarebbero nascosti per cercare di catturare Sakura.
Questo avevano deciso
 
Da due giorni tutti quanti non facevano che tenere le armi pronte all’uso a preparare tattiche  e trappole per il nemico.
Dovevano tenersi pronti, dovevano fare  turni notturni di guardia, non avevano la più pallida idea di come e quando il nemico avrebbe potuto attaccarli.
Avevano conoscenze basilari del nemico ma non lo conoscevano così a fondo da poter elaborare un'unica strategia difensiva.
Avevano solo il veleno di Orochimaru che tra l’altro stava finendo di ultimare.
Era una notte fredda quella e Sasuke riusciva a dare forma al suo respiro.
Stava seduto sul grande muro che proteggeva Konoha e guardava in ogni direzione possibile.
Aveva passato tutti quei giorni ad allenarsi e a incrementare il suo odio senza però lasciarsi avvolgere da esso come era accaduto l’ultima volta.
Neanche lui riusciva a comprendere cosa provasse in quel momento se una rabbia incontrollata, se delusione, se tristezza o se fosse semplicemente stanco.
Non aveva immaginato neanche per un secondo che Sakura da vittima potesse essersi trasformata in preda e nonostante ciò che aveva fatto la settimana prima lui continuava ad amarla.
Continuava a provare quel sentimento mille volte più grande dell’odio verso quell’uomo.
Sicuramente lo avrebbe ucciso e avrebbe mantenuto in vita Sakura facendo qualsiasi cosa, ma non li avrebbe mai rispediti nel mondo dei sogni insieme.
Ci aveva pensato per tutti quei giorni a quali sarebbero potute essere le conseguenze di quella guerra:
in primo luogo sarebbero potuti morire innumerevoli ninja.
Se fossero riusciti ad uccidere l’uomo ci sarebbe potuto essere il rischio che morisse anche Sakura nella trasformazione nella specie di lui.
Se non ci fossero riusciti lo avrebbero dovuto rinchiudere invece dentro il mondo dei sogni insieme a Sakura ma Sasuke lo avrebbe evitato in quel caso.
Non gli avrebbe permesso di portarsela dentro una seconda volta.
Non gli avrebbe concesso questo lusso.
Non poteva permetterlo di nuovo.
Se la prima volta lui fosse stato presente non ci sarebbe riuscito.
Sakura sarebbe rimasta dentro casa loro senza tornare dai suoi genitori per quei cinque giorni, quei cinque giorni che avevano cambiato tutto nella loro vita.
Cinque giorni l’avevano fatta cadere.
Cinque giorni che a loro erano sembrati un attimo mentre a lei dovevano essere durati un’eternità. 
Cinque giorni come cinque anni.
Lui doveva sapere, doveva sapere cosa aveva fatto perdere la ragione in quel modo a Sakura.
Non riusciva a sentirsi utile, non riusciva a darsi una spiegazione.
Quel demone doveva averla condotta alla follia.
Era pronto si era allenato con tutti i ninja aveva riesumato tutte le sue vecchie tecniche di combattimento, qualunque cosa gli sarebbe potuta tornare utile, si era allenato per sconfiggere quella testa bianca che aveva osato sfidarlo in una guerra  da solo non avrebbe potuto vincere.
A questo continuava a pensare Sasuke prima di sentire il corno che urlava al vento che i loro nemici stavano per arrivare.

Naruto,  mentre Sasuke stava sdraiato sul letto della sua stanza, si trovava seduto al chiosco del ramen che lo aveva accolto a braccia aperte fin da quando era un bambino pestifero e che continuava a farlo. Hinata stava seduta accanto a lui e sorrideva mentre parlava con il proprietario del chiosco.
Erano amici ormai.
Naruto sperava che durante la guerra il chiosco  del vecchietto non venisse spazzato via.
Ci aveva passato tanti bei momenti con i suoi amici più cari.
Lui Sakura e Sasuke ci avevano passato talmente tanti giorni, ci avevano lasciato talmente tanti ricordi lì dentro che in quel momento Naruto non poteva fare  a meno di riviverli. La vedeva entrare sorridendo per poi lamentarsi con lui perché esagerava sempre con le porzioni e alla fine si sentiva male. Si sedeva sempre tra lui e Sasuke, lo faceva da quando erano piccoli per evitare che si uccidessero a vicenda e ormai era diventata un’abitudine.
Era successo tutto per colpa loro. Avevano deciso di lasciarla a casa, il motivo poi neanche se lo ricordava più sinceramente.
Guardò Hinata che sedeva accanto a lui, Non avrebbe sopportato perdere anche lei.
<< Hinata? >>
Lei alzò lo sguardo verso di lui, già sapeva cosa stava per chiederle, ma non avrebbe acconsentito.
Avrebbe partecipato alla guerra come ogni suo altro compagno e sarebbe morta pur di difendere Konoha. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per il suo villaggio, per le persone che amava e per i cittadini che non potevano difendersi da soli.
<< No. >>
Naruto sorrise chinando il capo, doveva aspettarselo da Hinata, non avrebbe mai potuto chiederle di abbandonare i suo cari.
<< Va bene, ma ti prego..>> iniziò avvicinandola a se e posando la sua fronte su quella di lei. <<… ti prego amore, fai attenzione… e torna da me. >>
Lei annuì per poi baciarlo. Dovevano essere forti, ce l’avrebbero fatta o almeno così sperava.

Quando il cornò suono la sua melodia tutti gli innamorati, tutti gli amici levarono il capo e risposero al richiamo.

Sakura si trovava poco fuori.
Il mantello strisciava dietro di lei ad ogni suo passo.
Guardò con avidità Konoha poi si girò ghignando.
Akihito aveva reclutato alcune creature che sarebbero bastate a fare fuori quel villaggio.
Un gigante si stagliava in mezzo a cani infernali e schiavi di demoni.
Tutti quegli esseri immondi facevano versi e suoni mai sentiti che emanavano disagio e terrore.
Sakura si sentiva orgogliosa e forte come non lo era mai stata.
Aveva tutto quello che desiderava: conoscenza, amore e potere.
Akihito l’aveva trasformata, l’aveva fatta germogliare facendole mettere in mostra tutte le sue doti, amandola incoraggiandola ed aiutandola.
Si appartenevano in quel momento e per sempre.
Avrebbero affrontato quel villaggio e sarebbero spariti, avrebbero fatto del male a quelle persone per dimostrargli che lei valeva qualcosa, che non era meno di zero e che le sarebbe bastato un semplice schiocco delle dita per  radere al suolo quel villaggio.
Incanalò tutta l’energia che aveva a disposizione e quando il corno suonò esplose e la guerra ebbe inizio.

Quando Sasuke e Naruto sentirono il corno suonare scattarono in piedi afferrarono le poche cose che avevano a disposizione e si incontrarono davanti ai cancelli come si era deciso durante la riunione con tutti gli altri ninja.
<< è iniziata. >> disse Tsunade.
<< Ino e Hinata andate sopra le mura e attivate le trappole quando vedrete i nemici sopraggiungere. Naruto Sasuke e Kakashi andate nei posti che avevamo stabilito, se Sakura entrerà dalla porta principale avrete modo di sorprenderla. >>  i ragazzi annuirono e scattarono verso le loro posizione.
<< Io andrò in un punto alto così quando arriverà il nostro amico riuscirò a rintracciarlo. >>
Tsunade annuì.
<< Se ce la dovessimo passare male qui sotto vieni ad aiutarci. È un ordine. >>
Orochimaru sorrise e sparì insieme alla sua pozione.
Tsunade e Jiraya rimasero un secondo a guardarsi, accarezzandosi con il pensiero per poi partire per le loro postazioni.
Forse avevano una speranza di vincere quella guerra.
Adesso l’obiettivo era quello di rimanere vivi.
Tutto d’un tratto da che si sentivano urli , schiamazzi e grida fameliche dal di fuori delle mura improvvisamente il silenzio cadde sul villaggio.
I secondi sembrarono durare ore e i respiri si facevano più pesanti.
L’aria era affilata come un bisturi e alcuni venivano divorati dall’ansia per  cosa sarebbe successo di lì a pochi secondi.
Perché loro sapevano che mancavano centesimi il problema è che non sapevano  quanti fossero effettivamente. L’unica cosa che sapevano era che quei centesimi potevano essere gli ultimi della loro vita e tutti quei rumori strani e inquietanti che si erano fermati non avevano placato gli animi. Non avevano idea di quali creature si trovassero fuori dalle mura, non avevano idea di come sarebbero morti. Non erano in grado di avere pensieri positivi, in quel momento riuscivano solo a sentire l’ansia che li attanagliava e la crisi isterica che si stava impossessando del loro corpo. Alcuni speravano iniziasse presto per mettere fine a quel senso di angoscia che li opprimeva.
Tutto divenne piatto e tagliente come la lama di un rasoio ,nessuno fiatava ,nessuno osava respirare più forte per paura che la guerra iniziasse davvero. Una guerra che nessuno avrebbe più dimenticato, una guerra che sarebbe rimasta negli animi di tutti quanti.
Passarono i minuti ,minuti interminabili che fecero vacillare la determinazione di molti. Minuti in cui molti ninja pensarono che avrebbero fatto meglio a fuggire a gambe levate. Molti di loro stavano sperando che la folle avesse cambiato idea e proprio quando rilassarono le spalle espirando tutta l’aria che avevano trattenuto il cancello esplose in mille pezzi e dalla nube di fumo iniziarono a fuoriuscire animali strani. Jessica un ninja con qualche anno di carriera vide al rallentatore brandelli di carne che volavano, del fumo, delle macerie e ombre che si abbatterono su di lei.
Non fece in tempo neanche ad urlare che venne risucchiata dal fumo.
Non sarebbe stata una guerra facile, nel momento in cui i cani infernali si abbatterono sul villaggio Tsunade lo capì.
La maggior parte di loro sarebbe morta.
Lei e Jiraya fecero il richiamo e un enorme Lumaca e un Rospo gigante comparvero e corsero ad affrontare i nemici seguiti da un serpente diabolico.
Tsunade si girò verso il suo amico di infanzia sorridendo, non li avrebbe traditi, non questa volta.
I nemici si scagliarono addosso al villaggio abbattendo le prime case che bloccavano il loro passaggio.
Sasuke e Naruto videro il muro andare in frantumi e questi esseri diabolici invadere Konoha.
Shiba era stata mandata nella linea C quella che bombardava i nemici e curava gli alleati.
I due appartenenti al Team 7 sperarono che non si facesse male, insieme a tutti quelli che avevano fatto parte della loro vita. Speravano che quella guerra risparmiasse tutti ma sapevano che non sarebbe andata così. Già sapevano che si sarebbe tenuto il lutto per molti giorni se sarebbero riusciti a scacciare il nemico.
Disgustati osservarono per molto tempo i nemici infrangersi sui ninja dopo aver sorpassato il cancello.
Molti erano morti probabilmente nelle trappole fuori dal muro, dei fossi pieni di arpioni che erano stati creati in fretta e furia da alcuni ninja del villaggio.
Grazie al loro aiuto erano riusciti a diminuire il numero di quell’esercito demoniaco.
Se solo pensavano che Sakura aveva creato tutto quello scompiglio si sentivano male, e per ottenere cosa poi?
Perché?
Si era lasciata manipolare in maniera così violenta che nessuno la riconosceva più.
Ino e Hinata fecero esplodere le bombe eliminando i nemici nelle retrovie.
<< SONO FINITI. >> urlò Hinata a Kyoka che innalzò una barriera di rami e rovi che inghiottì due giganti che vennero bloccati mentre cercavano di entrare nel villaggio. Quando riuscirono ad abbatterli tirarono un sospiro di sollievo, ne mancava solo uno. Si distrassero solo un secondo per cercare di vedere in che situazione si trovassero gli altri al di sotto del muro, un secondo che bastò al gigante rimanente di distruggere gran parte del muro che circondava il villaggio. Nell’impatto si ferì brutalmente un braccio ma sembrava quasi non accorgersene e senza riprendere fiato iniziò a colpire con le sue forze i pezzi di muro rimasti consentendo agli altri di entrare.  Kyoka riuscì ad atterrare insieme ad Hinata e subito fece comparire altri rampicanti e dopo innumerevoli sforzi riuscì  ad abbatterlo. Immediatamente una squadra di soccorso apparve potandolo via mentre altri andavano alla ricerca di altri feriti.  Naruto corse immediatamente verso Hinata, ormai lui e Sasuke avevano capito che Sakura non sarebbe entrata da lì e che era inutile stare fermi a osservare i loro amici morire.
Hinata, Ino e Naruto iniziarono ad eliminare cani infernali.
Sasuke raggiunse Kakashi, degli uomini completamente grigi con occhi neri stavano davanti a loro.
<< Ho provato a ucciderne qualcuno, ma sono duri a morire. >> disse Kakashi toccandosi la benda che utilizzava per coprirsi il volto.
<< Vorrà dire che ci divertiremo un po' anche noi. >> disse Sasuke attivando Susanoo seguito a ruota da Naruto che richiamò l’energia della natura e Kurama.
<< Che ne dici di fare fuori qualche nuovo amichetto di Sakura? Sai sono un po' geloso. >> rise Naruto.
<< Sono d’accordo con te Testa Quadra. >> e ridendo scattarono.
Kakashi non poté fare a meno di sorridere a sua volta.
Erano davvero cresciuti. Quante guerre avevano affrontato e quante missioni pericolose avevano superato senza mai lamentarsi. Erano incredibili, riuscivano ad andare avanti ed aiutarsi reciprocamente come una famiglia.
Prima era Naruto che combinava guai, poi Sasuke era impazzito e adesso toccava a Sakura.
Ogni volta che uno dei tre cadeva o si perdeva  gli altri due lo aiutavano a rialzarsi e a ritrovarsi. Non importava quanto tempo ci avrebbero impiegato, si sarebbero ripresi Sakura. La famiglia non si abbandonava.

Un’ora dopo, 3 giganti e oltre 200 schiavi uccisi e di Sakura ancora non c’era traccia.
Di nuovo il silenzio si abbatté sul villaggio ma questo era un silenzio diverso. Un silenzio pieno di urla e di dolore.
Naruto seduto per terra vide all’ingresso tra le macerie un braccio spuntare fuori, un braccio freddo e privo di vita.
Dietro di lui qualcuno urlò.
Una ragazza teneva tra le braccia una donna, un’amica, una sorella chi lo sa.
La teneva stretta a se e urlava mentre delle lacrime le solcavano il viso.
Così come lei molti altri piangevano i caduti.
La guerra non piace a nessuno.
Una ninja anziana, una professoressa,  piangeva tenendo tra le braccia un ragazzo colpito alla gola.
Un ragazzo di nome James Winter, il primo morto causato da quella guerra.
In quel momento di lutto generale, in quel momento di stanchezza, di paura e di dolore cadde dal cielo una cometa  che si schiantò sul terreno creando una nuvola di fumo enorme e abbattendo tutte quelle grida di disperazione. << Tu.. >> disse la donna con una voce piena di odio, una voce che solo una madre a cui il bambino era appena stato strappato via poteva avere.
<< TU hai portato via mio figlio. >>
Sakura rise, rise mancando di rispetto a tutti quei cadaveri su quella terra e a tutto quel dolore causato da lei soltanto per un inutile capriccio. Quella risata fu peggio di uno sputo per la donna che scattò verso di lei.
Cercò di colpirla una, due, tre volte ma quella schivava sempre, senza parare e senza controbattere.
Schivava semplicemente incrementando la rabbia della madre.
La donna incanalava il suo odio che aumentò a dismisura, voleva farla a pezzi.
Un pugno, due pugni, tre, quattro e così via.
I superstiti assistevano alla scena incapaci di muoversi ma l’odio della donna  iniziò a trasmettersi a tutti i presenti come una malattia, come un’infezione. Con una semplice mossa Sakura spezzò il collo alla donna che cadde a terra raggiungendo suo figlio a cui, quella mattina, erano stati strappati via tutti i sogni, a cui era stata strappata via la cosa più importante di tutte: la vita.
Sakura stava giocando a ricoprire un ruolo che non poteva avere, stava giocando a fare la morte ma non poteva distruggerli. Non ci sarebbe riuscita perché l’odio di tutti i ninja del villaggio era troppo grande ormai.
Tsunade richiamò tutte le squadre di Ninja ancora in vita.
Quei mostri erano niente in confronto al mostro più grande e possente che torreggiava su di loro.
Forse sarebbe meglio ucciderla qui, pensò l’Hokage osservando quella donna davanti a lei.
Sakura posò a terra il corpo della donna morta con una delicatezza che non le apparteneva più.
<< MOSTRO. >> urlò qualcuno.
<< SEI UN MOSTRO. >> la seguì qualcun altro.
<< ASSASSINA. >>
<<  DEMONE. >>
Tutti iniziarono a insultarla, tutti si ersero in tutta la loro statura e con tutta la loro forza trasmettendo un odio disumano. Un odio profondo che mai sarebbe sparito nel cuore di quelle persone. Un odio immortale.
Sakura li osservò e ricominciò a ridere. A lei non interessava quel sentimento, il suo era più profondo di quelli di tutti quanti. Una luce colpì tutti, molti ninja iniziarono ad urlare mentre altri svennero. Tutti i ninja tranne Hinata, Naruto, Sasuke, Shiba, Jiraya, Tsunade e Gaara. Tra le urla disperate loro sette alzarono le armi per andare a contro quella ragazza, quella bambina che alcuni avevano visto crescere e che altri avevano amato.  La sabbia di Gaara cercò di colpirla dall’alto, provando a trafiggerla, Jiraya e Shiba provarono dai lati ma non ottennero alcun tipo di risultato, Così come aveva fatto apparire quella nebbia così la mandò via e altri ninja si misero in piedi. << Se siete solo voi non mi diverto. >>
Tutti quanti iniziarono a combatterla a cercare di colpirla ma invano. Non riuscivano neanche ad afferrarle i lunghi capelli rosa o il mantello per bloccare la sua corsa sfrenata.
Si riavvicinarono tutti. Sasuke e Naruto si misero davanti.
<< Sakura smettila. >>  disse Sasuke.
<< Ritorna in te. >> continuò Naruto.
La ragazza tirò fuori un enorme falce nera e la fece roteare così forte che i suoi capelli si mossero.
Quando Jiraya capì cosa voleva fare fece in tempo a muoversi.
Accadde tutto nel giro di qualche decimo.
Una figura uguale a Sakura si staccò da lei e piombò addosso a Sasuke e Naruto con la falce pronta a colpirli ma Jiraya li scansò parando il colpo con il corpo.
Il silenzio divenne generale e Tsunade senza respiro corse verso l’uomo che amava.
Il petto era squarciato e il sangue fuoriusciva.  Tsunade lo curò più velocemente possibile, si chinò sul  suo orecchio e sussurrò le parole che aveva trattenuto nel cuore per tutto quel tempo, lo fece portare via senza sapere che sarebbe morto prima di raggiungere l’infermeria.
Questa volta l’odio si incrementò ancora di più divenendo ingestibile.
Naruto e Sasuke vennero invasi da quel sentimento.
Aveva provato ad ucciderli insieme e ci sarebbe riuscita se Jiraya non si fosse messo in mezzo.
Adesso iniziava il vero combattimento.
<< E voi due ancora la proteggete. >> disse Shiba comparendo accanto a loro.
Tsunade scattò.
La colpì sotto lo stupore di tutti e Sakura volò via.
Si ritirò su pulendosi un po' di sangue dalla bocca e iniziò l’inferno.
Iniziò a muovere la sua falce e come la dea della morte si abbatté su di loro.
La paura, l’odio e il disgusto incrementavano il suo potere.
Dopo aver ferito gravemente Ino e Gaara che con la sua sabbia non riuscì a proteggersi tornò indietro.
Gli schiavi morti come delle marionette si rialzarono uno alla volta, alcuni senza braccia, altri senza testa e divennero ombra, un’ombra nera che andò verso Sakura arrampicandosi per tutto il suo corpo. Avvolgendola come una coperta calda, per tenerla al sicuro. Naruto tirò fuori il Kyiubi mentre Sasuke evocava Susanoo.
Entrambi si unirono e sferzarono il loro attacco ma quell’ombra riuscì a proteggere Sakura.
Combatterono con tutte le loro forze ma non riuscirono a fare nemmeno un graffio a quell’essere ne tantomeno alla ragazza.
Quando la figura fu completa con i suoi capelli rosa e i suoi occhi verde smeraldo fece uscire una lingua fuori una lingua lunghissima. L’espressione sul volto di quell’ombra era la personificazione della follia che si era impossessata di Sakura.
Qualcuno gridò dall’orrore, altri afferrarono le armi.
Avevano ancora una possibilità, avrebbero avuto vendetta nei confronti di tutti quei morti.
Tutti cercarono di scacciare via quell’ombra, attaccandola spingendola, bagnandola, dandole fuoco ma non servì a nulla. D’improvviso un’onda d’urto li spinse via e sotto lo stupore generale di tutti l’essere dietro Sakura infilò una mano nel petto della rosa.
Orochimaru piombò accanto a Tsunade.
<< Si sta trasformando, dobbiamo colpirla adesso altrimenti la perderemo per sempre. >>
Naruto, Sasuke, Tsunade, Shiba, Orochimaru, Hinata e Kakashi si mossero insieme ma non riuscirono ad avvicinarsi.
In un secondo la figura strappò il cuore pulsante di Sakura  mentre se lo portava  alla bocca facendolo gocciolare.
Tirò fuori la sua enorme lingua e lo inghiottì davanti l’espressione sconvolta di tutti i presenti, di tutti quelli che riuscivano ancora a tenere gli occhi aperti.
Sakura urlò e divenne un tutt’uno con quella figura ombrosa che sparì.
Sakura cadde a terra distrutta ma Akihito, comparso dal nulla davanti a tutti, la sorresse.
<< Abbiamo fatto uscire il demone dalla tana. >>  disse Sasuke.
<< Ce l’Hai fatta. >> disse il demone pieno di orgoglio.
Sakura aprì gli occhi e lo fissò con un occhio bianco e uno verde.
<< Ce l’hai fatta amore mio. >>
Lei sorrise rossa in viso e lo baciò con tutto il suo amore avvolgendogli le braccia intorno al collo. Ce l’aveva fatta, Akihito era fiero di lei e adesso potevano andarsene insieme.
Si rimise in piedi e guardò quell’uomo con un amore tale da disgustare Sasuke, lo guardò con così tanto amore da farlo vacillare.
Shiba si avvicinò silenziosa ad Orochimaru. Nessuno faceva caso a lei, erano tutti impegnati ad osservare quel mostro arrossire.
<< Amore. >>
Lei gli passò le mani tra quei capelli bianchi e mentre stava per baciarlo una frusta lo afferrò per il piede tirandolo verso i ninja che una volta avevano fatto parte della famiglia di Sakura.
Akihito incredulo arrivò fino a loro e proprio mentre stava per ridacchiare stupito dall’essere stato preso da alcuni umani solo perché Sakura lo aveva ipnotizzato  venne colpito al collo da un ago.
All’inizio non accadde nulla e quando gli occhi bianchi del demone si soffermarono sui ninja tutti rabbrividirono.
Se la pozione creata da Orochimaru non  avesse avuto effetto sarebbero morti tutti quanti e di Konoha sarebbe rimasto soltanto un buco nel terreno. Akihito fece un passo per tornare verso Sakura. Era quasi arrivato da lei quando  le gambe gli cedettero.
Sakura si teletrasportò da lui e lo guardò.
<< Che succede? >>
L’uomo si toccò il collo e il viso iniziò a diventare blu.
<< COSA AVETE FATTO? >> urlò Sakura con gli occhi sgranati dalla rabbia e dalla paura.
Posò la testa su quella dell’uomo e inizio a trasmettere il suo chakra verso di lui per curarlo.
<< No … >> sussurrò lui.
<< Ce la farò… >>
<< N-no… >>
Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso di lei.
<< è tutta colpa mia… amore… >>
Lui posò la sua mano sulla guancia umida di lei.
<< No amore, n…non è colpa tua. >>
Lei incrementò il suo chakra portandolo ad una potenza tale che una nube verde iniziò a muoversi trasportata dall’aria e la maggior parte dei ninja feriti o in pericolo di vita si ripresero. Tutti tranne Akihito. Lo avrebbe curato a tutti i costi.
<< Se lo cura moriremo tutti. >> Orochimaru diede un altro ago a Shiba che colpì l’uomo approfittando del fatto che la donna stava accumulando tutta la sua energia per curare l’uomo che l’aveva cambiata e che l’aveva amata più di tutti.
Il secondo ago lo colpì sul braccio.
Akihito afferrò la testa di Sakura e la baciò.
<< Ti amo… >> si avvicinò al suo orecchio . << Ci rivediamo nei tuoi sogni amore mio. >>  le sussurrò per poi chiudere gli occhi.
Il silenzio per la terza volta si fermò su quel villaggio e questa volta venne rotto dalla risata di una ragazza, di una ninja che come molti aveva perso qualcuno di importante in quella guerra.
Sakura si girò verso i ninja superstiti osservandoli uno ad uno con gli occhi che tremavano dall’odio e l’amore della sua vita morto tra le sue braccia.
All’improvviso il corpo del demone divenne solo anima.
Sakura riuscì a distinguere i tratti somatici di Akihito e l’anima del demone divenne un tutt’uno con quella di lei.
Un urlo le uscì dal petto, un urlo così forte che ruppe tutti i vetri del villaggio e che costrinse i ninja a tapparsi le orecchie. Le lacrime iniziarono a scorrerle sul viso. Il lato sinistro del viso all’altezza dell’occhio iniziò a bruciarle, ma nulla placò le sue urla.
In un secondo saltò addosso ad Orochimaru e addosso a Shiba.  Le ombre la seguirono e la testa di Orochimaru saltò via dal suo corpo. Quando Sakura riaffiorò dal fumo entrambi i suoi occhi erano diventati bianchi e un corvo stilizzato era comparso sull’occhio sinistro. Le copriva la nuca e lo zigomo sinistro.
Urlò ancora e colpì il terreno distruggendolo e costringendo tutti a scappare. Continuò ad urlare e a distruggere tutto quello che aveva intorno.
Era arrivato il momento di mettere in atto il piano che avevano ideato durante una riunione a cui avevano partecipato solo in pochi. Non potevano credere che sarebbero riusciti a metterlo in atto. 
Sasuke si avvicinò a lei schivando le frustate di ombra nera che la seguivano, le parlò cercando di calmarla ma era come una bomba ad orologeria. Si avvicinò e la distrasse quel tanto che bastava affinché un ninja la bloccasse dentro una bolla d’acqua fino a farla svenire.  Quando quella chiuse gli occhi tutti i ninja tirarono un sospiro di sollievo.
Avevano vinto.

La guerra non piace a nessuno .
Costringe le persone a dover prendere le armi rischiando di morire schiacciato da una miriade di cadaveri agglomerati.
La guerra non piace a nessuno ma quando il corno suona tutti devono rispondere al suo gelido richiamo anche se il nemico è qualcuno di indistruttibile, immortale. Tutti i Ninja del villaggio e tutti gli alleati escono dalle loro case mascherando l’ansia con un sorriso, con una battuta o con un bacio nella speranza che non sia l’ultimo.
Ma quando il corno suona senza preavviso strappando ogni sorta di vera e pura allegria , strappando la vita di un giovane troppo giovane e straziando l’aria con un urlo di una madre divenuta troppo vecchia.
Purtroppo tutti devono ballare quando inizia la sua drammatica melodia e solo la morte potrà fermarli… ma forse questa volta la fortuna è stata dalla loro parte.

 

 

   
 
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