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Autore: rekichan    24/12/2019    3 recensioni
«Così questo è Sasuke Uchiha…» mormorò, facendo uno screenshot del volto. Archiviò anche l’immagine della ragazza, un primo piano in cui si distingueva benissimo il cerchio della pupilla cristallina al centro dell’iride candida che la qualificava come “corrotta”. Un elemento in più per considerare Uchiha un simpatizzante dei ProMut.
Fino a che livello, spettava a lui scoprirlo.
[Partecipante al Secret Sancta indetto dal gruppo Naruto Fanfiction Italia]
[Buon Natale Lemon]
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Prima connessione

 

Connessione configurata

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Un numero di sedici cifre apparve sul monitor. Tasto invio, icona di caricamento. Nei pochi secondi d’attesa, l’Osservatore Naruto Uzumaki, numero di registrazione governativa 04101999, si assicurò che la copertura di rete fosse stabile. Picchiettò con le nocche il modem, in un gesto premuroso e carezzevole. Un buffetto rivolto a quell’apparecchio meccanico che lavorava con lui da tanti anni e che, fino a quel momento, gli aveva fatto ottenere più promozioni di quante potesse sperare.

«Avanti Kurama, ce la facciamo anche stavolta» incoraggiò più se stesso che l’inerte tecnologia al suo fianco. Tutta l’IA di Kurama sembrava rivolta al tentativo di connessione che procedeva più a rilento del solito. Non che di solito fosse loquace, ma Naruto di rado l’aveva sentita così taciturna e udire il flebile scricchiolio metallico della ricerca di rete provenire dagli altoparlanti, invece della voce graffiante della sua IA lo turbò più del necessario.

Avanti, digrignò i denti.

 

Connessione avvenuta

 

Sospirò di sollievo e si lasciò scivolare lungo lo schienale ergonomico. Qualche secondo di pausa, giusto il necessario per riprendersi dal timore di un malfunzionamento e si rimise a lavoro. Le mani scivolarono veloci sulla tastiera touch dello schermo; allargò un paio di icone, chiuse due schede e, finalmente, sullo schermo cominciarono ad apparire le prime immagini.

Restò stupito nel trovarsi all’interno di una casa piuttosto grande e in ordine. Di solito i suoi collegamenti facevano capo a bettole, monolocali pieni di volantini e lattine vuote di Art Beer – nome pomposo per definire la birra artificiale di bassa qualità – riverse sul pavimento a mostrare il logo verde-arancio della casa produttrice, oppure a seminterrati poco illuminati che lo costringevano ad aumentare al massimo la luminosità della videocamera e il volume del microfono nel tentativo di raccogliere le informazioni che gli servivano.

Stavolta era stato fortunato. Il pacco era stato aperto in un ampio salotto dal mobilio moderno e pulito; la luce che filtrava dalle vetrate era quasi accecante. Voltò la videocamera giusto in tempo per scorgere il verde di un giardino, apparentemente ben curato, prima di essere sollevato in alto. Un lieve senso di nausea gli scombussolò lo stomaco. Il dover operare tramite un drone meccanico era una comodità che riduceva i rischi di essere scoperti al minimo, ma non era mai riuscito ad abituarsi agli spostamenti improvvisi della videocamera.

«Hai… ffffzzzz… questo… fffzzzzz

Ricalibrò il microfono.

«No, è arrivato stamattina. Dev’essere un regalo di tuo fratello» una voce femminile passò attraverso gli auricolari. La telecamera inquadrò una sequenza di pixel sfocati che intuì essere il volto della ragazza.

«Kurama, regola lo zoom. Alta definizione» ordinò.

 

Regolazione zoom attivata

Regolazione zoom completata

 

Impostò il comando della messa a fuoco automatica, in modo da avere un panorama più chiaro in maniera rapida, e aguzzò lo sguardo. Sullo schermo, si delineò un collo affusolato e il principio di un maglione color crema dallo scollo ampio. Regolò di nuovo la telecamera per inquadrare il volto della donna, ma fu spostato di nuovo e perse l’immagine. Poco male, non sembrava pericolosa, probabilmente non era lei il soggetto da sorvegliare. Si stiracchiò e fece ruotare la sedia su se stessa un paio di volte, felice di avere finalmente un incarico più semplice del previsto. A questo punto, il suo sorvegliato doveva essere per forza la persona con cui la ragazza stava interagendo.

Soddisfatto della sua rapida deduzione, alzò il volume al massimo e abbandonò la sua postazione per versarsi una tazza di caffè liofilizzato. Storse il naso nel vedere che si era raffreddato, ma la scarsa voglia di prepararne dell’altro lo portò a optare per scaldarlo al microonde. Pazienza se si fosse un po’ bruciacchiato. Mentre impostava il timer del forno, la sua attenzione si concentrò sulle voci dei suoi sorvegliati.

«Non capisco cosa sia… è una volpe?» stava chiedendo la donna. Naruto sogghignò tra i baffi.

«Più una puzzola» stavolta riconobbe un timbro vocale maschile, basso e un po’ roco. Probabilmente il padre o il fratello.

«Una puzzola? Idiota…» protestò nel silenzio della stanza.

«No, ha il pelo arancione» grazie fanciulla, pensò Naruto. Quella ragazza già gli piaceva. Il suono acuto del timer che scattava lo distolse dalla conversazione. Prese la tazza di caffè e il calore improvviso della ceramica bollente contro la pelle quasi gliela fece cadere a terra. Imprecò tra sé e si rimise in postazione, storcendo il naso. Il tizio che lo teneva in braccio aveva messo il drone a testa in giù e ora godeva di un’orribile prospettiva rovesciata di un inguine maschile avvolto in un paio di jeans.

«Stronzo mettimi giù» strascicò le parole, conscio che non avrebbe potuto sentirlo.

«Così lo rompi» ancora lei. Chissà che viso aveva. Aprì una finestra e cominciò a controllare i frame delle registrazioni effettuate mentre si serviva il caffè, ma il computer gli rimandava solo brutte immagini mosse di busti, colli e piedi.

«Sto cercando di capire cos’è…»

«È un PetCompany 3000» continuò la ragazza con pazienza «Sono animali domestici robotici. Evidentemente tuo fratello pensava che ti sentissi solo».

«Che scemenza» sbottò l’uomo, prima di rimetterlo a terra. Naruto sbuffò, sollevato dal cambio di prospettiva. Quello sballottamento gli faceva venire il mal di mare. Mosse il drone per verificare che non ci fossero danni alle zampe e, finalmente, alzò il muso dell’animale robotico verso la donna.

Fisico regolare, un po’ abbondante sui fianchi e sul petto, lineamenti piacevoli. Sorrise compiaciuto di fronte ai setosi capelli neri e storse un po’ il naso di fronte agli occhi candidi, cristallini. Fra sé, si augurò che fosse un caso di cecità e non un errore nella selezione genetica. Dopo lo scoppio a catena delle centrali nucleari russe, che avevano lasciato un enorme cavità nel continente asiatico, le radiazioni si erano diffuse così rapidamente in tutto il globo da causare non pochi effetti collaterali. I governi dei vari Paesi avevano arginato il problema con i nuovi programmi di selezione genetica a livello embrionale. Tuttavia, non erano rari i casi in cui la mutazione dovuta alle radiazioni si manifestava in colorazioni anomale di pelle, capelli e occhi. Finché si trattava dei pigmenti, il governo chiudeva un occhio, anche se la popolazione risultava diffidente verso gli elementi “corrotti”. Il problema si verificava quando le mutazioni non erano visibili ed era lì che entrava in gioco lui, o quelli come lui. Suo compito era identificare i proto-mutanti e segnalarli, soprattutto se colpevoli di attività illecite anti-governativi, come quel maledetto movimento Pro-Mutanti. Alle volte lo contattavano solo per identificare dei dissidenti o elementi che avevano espresso opinioni non allineate al pensiero comune; altre doveva macchiarsi le mani dell’eliminazione dei soggetti.

Tuttavia, la donna sembrava innocua e piacevole da guardare. Analizzò le scritte sul monitor che raggruppavano i suoi dati identificativi, mentre la voce di Kurama sillabava:

 

Hinata Hyuuga

27 anni

Professione: ingegnere biomedico

Stato sociale: nubile

Precedenti penali: nessuno

 

Sospirò sollevato, gli sarebbe dispiaciuto dover indagare su quella ragazza che aveva strenuamente difeso il suo avatar-spia. A questo punto, il fulcro della sua indagine doveva essere per forza l’uomo scorbutico in sua compagnia. Dirottò la telecamera su di lui, giusto per vederne il volto e reperirne i dati sensibili di base.

Lo schermo gli restituì dapprima la visione di due gambe magre fasciate in jeans scuri; un maglione bianco su un fisico asciutto e infine di un volto giovane, lineamenti regolari evidenziati dai ciuffi neri che scivolavano lungo le gote, seguiti da un paio di occhi scuri a mandorla. Inquadrato vicino a Hinata, Naruto si trovò a pensare che erano entrambi molto belli, ma qualcosa nell’espressione dell’uomo lo infastidiva. Non capì se fosse il modo in cui guardava il drone – un misto tra scetticismo e voglia di disfarsene rapidamente – o l’aria di supponenza che emanava. Si riscoprì a provare un’antipatia a pelle che lo rese subito sospettoso, mentre Kurama sciorinava i primi dati:

 

Sasuke Uchiha

31 anni

Professione: filosofo teorico di evoluzionismo etico, cattedra all’Università 2307 del 4^ distretto, settore H

Stato sociale: nubile

Precedenti penali: nessuno

 

Ebbe un sussultò a sentire le informazioni pronunciate dalla voce metallica dell’IA. Quel cognome gli era familiare, come anche il nome proprio e il campo di studi.

 

Autore de: “Rivalutazione etica delle mutazioni”; “Il cyber-umanesimo”; “Evoluzione ai raggi gamma”.

I suoi libri sono stati utilizzati dal movimento ProMut per confutare le tesi sulla selezione genica pre-natale. Il soggetto non è mai stato incriminato e si è sempre dichiarato estraneo alle frange estremiste dei ProMut, sebbene non abbia mai nascosto simpatie per gli esponenti più moderati del movimento inseriti nei circoli intellettuali.

 

I titoli lo illuminarono. Un terrorista ProMut, Nagato, su cui aveva indagato per mesi, si era fatto esplodere declamando a gran voce un passaggio di Rivalutazione etica delle mutazioni. Incuriosito, Naruto aveva scaricato il volume e lo aveva letto in breve tempo, trovando interessanti alcune tesi e degne di derisione altre. Poi il lavoro si era fatto più frenetico, le bollette andavano pagate e il testo di quello che credeva essere un vecchio intellettuale con l’Alzheimer era caduto nel dimenticatoio.

«Così questo è Sasuke Uchiha…» mormorò, facendo uno screenshot del volto. Archiviò anche l’immagine della ragazza, un primo piano in cui si distingueva benissimo il cerchio della pupilla cristallina al centro dell’iride candida che la qualificava come “corrotta”. Un elemento in più per considerare Uchiha un simpatizzante dei ProMut.

Fino a che livello, spettava a lui scoprirlo.

 

 

 

N/A: Buon Natale Lemon!

Insomma, questo Secret Sancta è stato un parto e l’ultima cosa che volevo fare era andare a impelagarmi in una mini-long (doveva essere una one-shot, ma… va be’).

La storia è ispirata al film La vita degli altri e al libro Kentuki.

E nulla, spero ti piaccia.

   
 
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