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Autore: IamNotPrinceHamlet    01/01/2020    1 recensioni
Seattle, 1990. Angela Pacifico, detta Angie, è una quasi 18enne italoamericana, appassionata di film, musica e cartoni animati. Timida e imbranata, sopravvive grazie a cinismo e ironia, che non risparmia nemmeno a sé stessa. Si trasferisce nell'Emerald City per frequentare il college, ma l'incontro con una ragazza apparentemente molto diversa da lei le cambia la vita: si ritrova catapultata nel bel mezzo della scena musicale più interessante, eterogenea e folle del momento, ma soprattutto trova nuovi bizzarri amici. E non solo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Torna presto però, ok?”

“Sì, certo” come se facesse qualche differenza. Un'ultima occhiata a Eddie, alle sue palpebre socchiuse e ai suoi capelli sparpagliati sul cuscino e mi alzo dal letto per andare in bagno. Mi ritrovo faccia a faccia con una me sbuffante allo specchio, apro l'armadietto a sinistra e prendo dischetti e latte detergente. Mentre mi strucco e vedo il cotone diventare sempre più sporco penso all'inutilità di tutta la preparazione iniziale. A cosa è servito farmi carina... beh, provarci, se poi non ho cavato un ragno dal buco? Pensavo che questa potesse essere la volta buona, invece, arrivati a letto, dopo un po' che ci stavamo baciando, Eddie mi ha gentilmente fatto notare che ero ancora truccata e che gli sembrava strano che io non mi struccassi prima di andare a dormire, visto che sono sempre 'così precisa'. Precisa un cazzo. Oggi non ne ho combinata una giusta: il vino giù dalla finestra, la musica d'atmosfera levata quasi subito, le candele e i fiori non cagati nemmeno per sbaglio, neanche mezzo commento sulla maglietta... e adesso? Mi dice pure di levarmi il trucco. Complimenti Angie, hai proprio fatto colpo! Butto i dischetti sporchi nel cestino e già che ci sono decido di lavarmi i denti. Mi guardo allo specchio mentre cerco di sincronizzare il movimento dello spazzolino a quello della mia testa che sto scuotendo sconsolata. Pensavi davvero che con una bottiglia di vino in più Eddie avrebbe fatto sesso con te? Sei proprio convinta che un album diverso l'avrebbe spinto a saltarti addosso appena entrato? O che la sottovestina di pizzo da puttanella suggerita da Meg l'avrebbe eccitato di più? Non capisci che il problema non sta in queste cose, né nella varietà di fiori né nel colore del rossetto? Puoi anche mettere il rossetto a un maiale... ma resta sempre un cazzo di maiale. E' chiaro che non gli piaccio, Eddie può dire ciò che vuole a parole, ma le sue azioni mandano un messaggio completamente diverso. Sciacquo la bocca, mi asciugo con la salvietta, rimetto lo spazzolino nel bicchiere blu e, notando il barattolo di crema lì accanto, è come se mi apparisse, non il fantasma del padre di Amleto, ma Meg con le mani sui fianchi che mi dice Le creme antirughe sono una puttanata per fare soldi. L'unico modo per ritardare la comparsa delle rughe è idratare la pelle e tenere la faccia lontana dal sole. Mi idrato per bene con questo prodotto dal profumo dolciastro, prendendomi anche un pochino a sberle con la scusa di farlo assorbire bene, spengo la luce e torno in camera. Eddie è girato dall'altra parte e probabilmente starà già dormendo. E meno male che soffriva d'insonnia. Da quando ci frequentiamo non l'ho mai visto metterci più di dieci minuti per addormentarsi: o è un cazzaro o l'ho guarito. Mi metto a letto e tiro su solo il lenzuolo perché fa ancora caldo. E' a questo punto che Eddie si muove e si gira verso di me, dandomi un bacio sulla guancia e appoggiando la testa sulla mia spalla. Allunga anche una mano sulla mia pancia, io la intercetto prontamente e me la porto sul fianco. Evidentemente ci ho messo meno di dieci minuti.

“Che buono...” Eddie continua a baciarmi, praticamente a mangiucchiarmi la guancia.

“Ti... ti piace?”

“Adoro questo profumo. E poi sei... tutta... cremosa...” io cerco di rimanere impassibile perché, insomma, non è che puoi prenderti solo i pezzi che più ti garbano: o ti piaccio tutta o non se ne fa niente, prendere o lasciare. Ma gli argomenti di Eddie sono sempre molto convincenti e finisco per rotolarmi nel letto N volte assieme a lui, un po' dalla mia parte e un po' dalla sua, e sono ancora di più in balia di Eddie qui, nella quasi totale oscurità della mia stanza, non potendo prevedere le sue mosse, che di volta in volta mi colgono di sorpresa. Perché mi sembra sempre che abbia, non so, dieci mani? Perché mi tocca così? Dovrebbe essere illegale. E' troppo bello per non essere illegale.

Rotoliamo ancora, Eddie finisce sopra di me, la foga è tanta e la stoffa che ci copre è poca e... e Meg è proprio una cretina e finirò per picchiarla un giorno perché per colpa dei suoi discorsi del cazzo (no, giuro che non era voluta...) di stamattina, sono costretta a mordermi le labbra a sangue per non scoppiargli a ridere nell'orecchio. Posso quasi vederla, qui ai piedi del letto, braccia conserte e faccia da culo, mentre mi chiede Cos'è, sta morendo anche adesso?

“Angie?” la voce di Eddie, profonda e affannata mi distoglie dai miei pensieri sciocchi.

“Sì?”

“Dove sei?” mi chiede senza smettere di muoversi sopra di me, ma solo rallentando, il che rende il tutto se possibile ancora più intenso.

“In... in che senso? Sono qui”

“Fisicamente sei qui, ma con la testa sei da un'altra parte” ok, come cazzo fa? Come fa a saperlo? Ci vede al buio come i gatti e mi ha vista fare qualche faccia delle mie? Mi legge nel pensiero? A giudicare dai miei pensieri, spero proprio di no.

“E' colpa tua... mi fai... mi fai perdere l'orientamento”

“Addirittura?”

Sta morendo proprio male, eh?

Zitta tu!

“Beh sì” rispondo e anche i miei occhi si stanno abituando al buio perché vedo benissimo sia l'azzurro degli occhi di Eddie sia la scintilla che li illumina brevemente e che contemporaneamente trasmette una specie di ghigno alle sue labbra irresistibili. Le sfioro con le dita, che lui bacia ad una ad una, prima di attaccarsi di nuovo alla mia bocca e io non riesco più a ragionare, non riesco più a pensare a niente che non sia il suo respiro, la sua pelle, i suoi capelli che mi solleticano il collo, i suoi denti, le sue mani che, Dio...

“Dormiamo?”

“Eh?” che ha detto? Un momento, quand'è che ha rallentato con i baci?

“Ho detto, dormiamo?” ripete e stavolta lo sento, e sento che mi accarezza i capelli, mentre vedo solo puntini luminosi nel buio.

“Ok” rispondo.

Sei proprio una cogliona. Ci caschi OGNI. CAZZO. DI. VOLTA. Ma questa cosa deve finire: o siete amici o state assieme. O fate sesso o non fate sesso. Anzi, o fate sesso o non fate NIENTE.

Ce ne ha messo di tempo a morire, eh?

Vaffanculo, proiezione mentale di Meg!

“Domani devi alzarti presto? Te lo chiedo così mi preparo psicologicamente alla tua sveglia killer” scherza e io avrei voglia di fargli saltare qualcuno dei suoi bellissimi denti con un pugno.

“No, domani no, la sveglia killer suona alle otto e mezza”

“Eheh caspita, mi va di lusso allora” ride e rotola via da me, stendendosi dall'altra parte del letto.

“Già. Beh, allora... buona notte”

“Buona notte, Angie” lo sento scivolare sotto il lenzuolo verso di me, appoggia la fronte sulla mia tempia e fa un respiro profondo. Io chiudo gli occhi praticamente strizzandoli e spero che il sonno mi colga presto “Angie?” ma Eddie vanifica i miei progetti chiamandomi ancora.

“Sì?”

“E il bacio della buona notte?”

“Non ce lo siamo già dato prima?”

“Non mi pare, quando?”

“Prima... più di uno” rispondo e resto immobile con gli occhi serrati.

“Ma quelli erano baci di altra natura, non erano della buona notte”

“Ah no?”

“No”

“Esiste un tipo di bacio specifico per la buona notte?”

“Certo. E gli hanno dato anche un nome, sai? Alcuni lo chiamano... bacio della buona notte”

“Originale”

“Posso averlo?”

“Cosa?”

“Il bacio della buona notte”

“Ok”

“Ok?”

“Va bene. Vada per il bacio della buona notte” meno male che avevo detto basta un minuto fa.

“Sì?” Eddie respira piano sulla mia guancia, di tanto in tanto sembra quasi trattenere il fiato.

“Sì, me lo puoi dare” faccio Risolutezza di secondo nome.

“Ah. Posso” risponde con un tono di voce un po' strano, un secondo dopo le sue labbra sono sulle mie per un bacio a stampo, dopodiché si rigira dall'altra parte “Notte”

“Notte Eddie” tutto qui? Beh, meglio così, no?

 

**

 

Sono sola. Ok, c'è Eddie qui a letto con me, ma è come se fossi da sola. Continuo a girarmi e rigirarmi sotto il lenzuolo senza riuscire a prendere sonno; adesso mi sono fermata in posizione supina, in silenzio e totalmente immobile da almeno cinque minuti, intenta a fissare il soffitto in cerca di qualcosa di interessante. Se fossi a casa dei miei in Idaho a quest'ora almeno avrei Frou Frou con cui parlare, la mia macchia di umidità/cavallino/amico immaginario preferito. Osservo le crepe sull'intonaco cercando di attribuirgli una forma conosciuta, la forma di una persona, di un animale, di un essere a cui possa sembrare lecito fare una domanda da adulti. Non che le cose di cui parlavo con Frou fossero solo ed esclusivamente infantili, però non mi ci vedo a chiedere al mio amico quadrupede immaginario d'infanzia perché il mio ragazzo non vuole scoparmi. O meglio, perché il mio amico che non è attratto da me si ostina a voler giocare ai fidanzati. Se pongo a me stessa la domanda, beh, so già cosa mi risponderò. Ho bisogno di un fittizio interlocutore esterno che bilanci la mia insicurezza dicendomi che magari non c'entro io, che forse è perché non riesce a dimenticare del tutto la sua ex o ha qualche problema intimo o è semplicemente asessuale e non sa come dirmelo. Quei segni di muffa non potrebbero ricordare vagamente una salamandra? Non potrebbe pensarci lei a raccontarmi un po' di quelle cazzate? Così poi io potrei ribattere che è stupido stare a impazzire dietro a ipotesi complicate quando la risposta è quasi sempre quella più facile. Insomma, per tirare fuori il rasoio di Occam in maniera più credibile mi serve un contraddittorio, non posso fare tutto da sola. Comunque più che una salamandra sembra un pesce. Uff, forse è meglio chiudere gli occhi e provare a prendere sonno. Mi giro di nuovo sul fianco, verso la porta.

“Tutto ok?” per un attimo mi sembra quasi sia stato il poster di Patti Smith a parlare, ma con una voce assonnata e decisamente più maschile.

“Sì Eddie”

“Non dormi?”

“No” e a quanto pare nemmeno tu, mi viene da dire.

“Che dici, apro un po' anche questa finestra?”

“No, tanto abbiamo chiuso il calorifero. E poi abbiamo già aperto di là, non voglio prendermi un malanno”

“Ok”

“Comunque non ho caldo”

“No?”

“No. E tu?”

“Mmm no, io sto bene”

“Allora ok” concludo e spero che anche lui la finisca qui e si rimetta a dormire. Non vedo l'ora di sentirlo russare.

“Ma quindi perché non dormi?” Cristo santo...

“Boh, così...”

“C'è qualche problema?”

“No” rispondo forse fino troppo in fretta.

“Sicura?” nella semi-oscurità vedo i miei stivali ai piedi del letto e la tentazione di metterlo ko con un'anfibiata è forte.

“Sì”

“Sicura sicura?” sempre più forte.

“Non c'è nessun problema, Eddie, non lo so... magari ho mangiato troppo, magari sono i pensieri, boh...”

“Che pensieri?” ovviamente lui deve soffermarsi solo sulla seconda ipotesi.

“Pensieri normali, su cose normali” siamo pericolosamente vicini alla mia linea di tolleranza.

“Tipo?”

“Tipo le cose da fare domani”

“Che devi fare domani?”

“Cose normali... la spesa, pagare l'affitto, lavare le finestre”

“Non hai i soldi per l'affitto?”

“Sì che ce li ho”

“Allora non vedo cosa non dovrebbe farti dormire” il pericolo si avvicina sempre di più.

“Infatti, non c'è nulla che non va, te l'ho detto”

“Altri pensieri?”

“No”

“Sicura?” una volta superato il limite non si può più tornare indietro.

“No. Beh, c'è un problema in effetti”

“Ah sì? Quale?”

“C'E' CHE MI SONO ROTTA IL CAZZO, EDDIE!” sbotto accendendo il lume sul comodino e mettendomi seduta sul letto.

“Angie che-”

“NON CE LA FACCIO PIU'!” gli urlo di nuovo in faccia, facendo sobbalzare lui e il materasso sotto i nostri culi.

“Troppe domande eh? Scusa, ti lascio dormire...” Eddie, piuttosto intimidito, si scusa perché ovviamente non ci sta capendo nulla, poverino, ma questo non fa che irritarmi ancora di più.

“DORMIRE UN CAZZO! NON VOGLIO DORMIRE!”

“Ok”

“E NON DORMI NEANCHE TU”

“Va bene...” Eddie, che stava per girarsi dall'altra parte, capisce che è il caso di mettersi a sedere proprio come la sottoscritta. Ho il fiatone, il muso e le braccia incrociate sul petto. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociano, il mio probabilmente da pazza, il suo perplesso, ma nessuno apre bocca per svariati minuti. E' Eddie a rompere il silenzio “Vuoi che ne parliamo?”

“Sì.” rispondo prima di fare un bel respiro profondo “Direi che è proprio arrivato il momento di parlarne”

“Ok”

“Ok”

“Ti ascolto” eh ma allora lo fa apposta!

“TU MI ASCOLTI?? TU ASCOLTI ME?!”

“Uhm... no?” Eddie fa di tutto per non scomporsi e sembrare tranquillissimo, non riuscendoci.

“NO! Sono io che ascolto te, sei tu che devi parlare!” cerco di riprendere il controllo perché mi sto spaventando da sola.

“Io?”

“Certo, mi devi una spiegazione”

“Come faccio a spiegarmi se non so neanche di cosa parli?”

“Perché non mi vuoi?”

“Eh?”

“Perché stai con me se non ti piaccio?”

“CHE?!” stavolta è lui a perdere la compostezza e lanciarmi un acuto in faccia.

“Lo sai che è così”

“Angie, di che cazzo stai parlando?”

“Perché non vuoi fare sesso con me?”

“Oh mio dio” Eddie china la testa e se la regge tra le mani mentre la scuote.

“Insomma, io lo so di non essere una strafiga, però...”

“Angie”

“Però tu insisti con il fatto che stiamo insieme e... se due stanno insieme si suppone che si piacciano, in tutti i sensi”

“Tu mi piaci in tutti i sensi possibili e immaginabili”

“E allora... allora, perché non me lo dimostri?”

Io non te lo dimostro??” Eddie alza la testa e mi guarda come se avessi appena detto che la terra è piatta.

“Perché non vuoi farlo... con me?”

“Credi davvero che io non voglia?”

“Beh, sì, considerato che non l'abbiamo ancora fatto”

“Angie, io muoio letteralmente dalla voglia di farlo... di fare l'amore con te”

“E allora perché non-”

“Sto solo aspettando”

“Aspettando cosa?”

“Che tu sia pronta”

“Pronta? Ma io sono pronta, sono prontissima!”

“Ne dubito, Angie”

“Ma guarda che... io non... non sono più vergine, se è quello che pensi” il solo pensiero di essere qui a fare questa conversazione con Eddie mi imbarazza a morte, ma non posso stare in questo limbo di incertezza per sempre.

“Lo so, cioè, lo supponevo,” risponde con una smorfia un po' tesa e non posso fare a meno di pensare alle volte in cui senza volerlo ha beccato me e Jerry in atteggiamenti inequivocabili “non è questo il punto”

“E qual è?”

“Non mi sembri pronta a farlo, con me”

“Perché?”

“Perché non sei ancora totalmente a tuo agio assieme a me”

“Ahah io non sono mai a mio agio con nessuno, nemmeno con me stessa, sono fatta così, non vuol dire niente!” la risata nervosa mi scappa. Se aspetta che io diventi Miss Sicura di Sé per fare roba, allora faccio prima a farmi suora.

“Per me significa molto, invece” Eddie resta accigliato e io cerco di tornare seria.

“Lo so. Quello che intendevo dire è che io sono sempre così... sono timida... è il mio modo di essere, non vuol dire che io non stia bene con te”

“La timidezza non c'entra. Credimi, lo so che stai bene con me, lo percepisco. Quello che non so è cosa provi. Per me. Cioè, a volte mi sembra di capirlo, ma poi magari fai o dici qualcosa che mi comunica l'esatto opposto e io non so più che pesci pigliare”

“Cosa provo?” come se fosse facile.

“Già”

“Non è semplice... parlare dei propri sentimenti, lo sai che io non sono brava a parlare in generale”

“Non sempre serve parlare, Angie, ci sono anche altri modi per dimostrare cosa si prova”

“Io te lo dimostro in continuazione!”

“No, io te lo dimostro in continuazione. Tu... tu non fai niente”

“COME NIENTE?!” alzo di nuovo la voce, anche stavolta spontaneamente.

“Angie, tu... tu non mi baci neanche”

“Io cosa?”

“Non mi baci. Mai” che cavolo sta dicendo?

“Non è vero!”

“Sì invece. Da quella volta alla stazione degli autobus a San Diego, fino al bacio della buona notte di prima. Sono sempre io che bacio te e tu rispondi e basta”

“Sono sicura che ti sbagli. Ti avrò baciato anch'io... qualche volta”

“Qualche volta? Qualche volta quando?”

“Non lo so, non è che mi ricordo ogni singola volta”

“Se fosse successo davvero, me lo ricorderei, fidati”

“Eddie”

“Sarebbe stato un evento storico perché tu non mi baci mai per prima. Non fai nulla per prima. Non prendi mai un'iniziativa che sia una con me”

“Beh ecco... può darsi che spesso, essendo timida, io lasci che sia tu ad avvicinarti per-”

“Spesso? Diciamo pure sempre”

“Scusa...” rispondo imbarazzatissima e il suo sguardo si addolcisce.

“Non ti devi scusare! Non voglio scuse, voglio solo sapere qual è il problema e cosa devo fare per rassicurarti” mi accarezza il braccio e si capisce che sta cercando di farmi sentire meglio, ma io mi sento sempre peggio.

“Non devi fare niente, non sei tu il problema”

“Non mi baci, non mi chiami, se non chiedendomi prima con precisione quando sono a casa, quando puoi chiamarmi, quando non mi disturbi, eccetera. Quando sei passata da me con la torta prima del concerto non sai quanto mi hai fatto felice”

“Eheh per così poco?”

“Sì, perché non è poco”

“E quella di stasera? Non ti sembra che io abbia preso l'iniziativa stasera?”

“No, per niente”

“Ah no? Mi sono fatta trovare praticamente mezza nuda, vestita solo di una maglietta del tuo gruppo preferito... ho allestito tutto questo scenario romantico e sexy, ho pure sabotato la caldaia condominiale... se non è iniziativa questa!”

“Tu... hai fatto cosa?”

Ops.

“Non potevo farmi trovare scosciata con quattro gradi in casa, mi avresti presa per una deficiente. Volevo solo alzare un po' la temperatura, perché se qui si gela non è per un malfunzionamento dei riscaldamenti, è perché quegli stronzi dei proprietari li tengono bassi per risparmiare! Poi non è colpa mia se la manopola mi è rimasta in mano, ecco” svelo il mio piano diabolico a un Eddie sempre più basito.

“Quindi per te è più facile fare tutto questo casino che non semplicemente, non so, la butto lì, dirmelo?”

“Dirti cosa?”

“Che vuoi fare l'amore con me”

“Ah, quello”

“Come puoi farlo se non riesci nemmeno a dirlo serenamente?” mi sembra quasi di sentire Meg, che a quanto pare non ha ancora lasciato la mia camera da letto.

“Te l'ho detto, sono timida!”

“Comunque, se lo vuoi sapere, la tua non la definirei un'iniziativa. Questo non è prendere l'iniziativa, questo è stato... cercare di provocarmi perché fossi poi io a prenderla, come sempre”

“Non sono la donna fatale che ti salta addosso e ti mangia in un boccone”

“Non devi esserlo! Beh, a meno che tu non voglia, in quel caso non avrei certamente nulla da ridire” aggiunge con un sorrisino ammiccante.

“Non succederà mai, neanche nelle mie prossime cento vite”

“Dai, scherzavo. Quello che voglio dire è che mi 'accontenterei' di qualcosa di molto più semplice”

“Cioè?”

“Di un bacio, Angie. Un cazzo di bacio, che tra parentesi non mi hai ancora dato”

“Stiamo parlando”

“E allora? Chissenefrega, baciami e mettimi a tacere”

“Come tu hai fatto con me a San Diego?” sorrido ripensandoci.

“Sì. Voglio che mi baci, cazzo. Voglio che tu ti senta libera e tranquilla tanto da baciarmi, abbracciarmi, chiamarmi, prendermi a schiaffi quando ti va, come ti va, senza accertamenti, preavvisi o permessi in carta bollata”

“Non è facile per me”

“Ma perché? Perché non riesci a lasciarti andare con me?”

“Perché... perché ho paura” mi costa una fatica enorme rispondere, soprattutto perché sto dicendo la verità.

“Paura di cosa? Angie, io lo so che siamo agli inizi e so che hai avuto fregature in passato. Voglio essere onesto con te: io non sono un santo. Sono molto lontano dalla perfezione, sono pieno di difetti e quelli peggiori non li hai ancora visti, ma ci tengo davvero a questa cosa con te e non ho intenzione di mandare tutto a puttane”

“A quello ci sto pensando già io, a quanto pare” rispondo sconsolata.

“Ma figurati! Perché dici così?”

“Beh, stiamo discutendo...”

“Stiamo parlando, non stiamo mica litigando. Stiamo cercando di capire perché non ti fidi di me”

“Io mi fido di te”

“Non abbastanza”

“Eddie, credimi, io mi fido di te. E' di me che non ho fiducia”

“Di te?”

“Non mi fido di me stessa perché ho paura. Ho paura di fare casini e mandare tutto in merda. Cosa che per altro sto già facendo”

“Non hai fatto proprio niente, come ti ho detto stiamo solo parlando. E' così che le persone risolvono i problemi, parlando. O baciandosi. Come ti ho chiesto già da un po', ma tu non hai ancora provveduto...” Eddie mi sgomita piano cercando di farmi ridere e un pochino ci riesce.

“Eheh ecco, io cerco di fare un discorso serio e tu mi prendi in giro”

“Non ti prendo in giro, la mia è una richiesta autentica. E ancora valida”

“Forse non prendo iniziative perché... perché ho paura che siano quelle sbagliate”

“Sbagliate?”

“Ho paura di sbagliare, di fare casini. Di essere troppo appiccicosa. O troppo poco. Di essere troppo presente o troppo assente. Io... non faccio niente perché così ti osservo, in modo da capire quello che vuoi”

“E quello che vuoi tu? Non conta?”

“Io... io voglio te, è questo che conta” è come se sentissi qualcun altro rispondere al mio posto e vedessi questo qualcuno arrossire di botto di fronte a un Eddie rimasto a bocca aperta.

“Oh Angie...” mi prende il viso tra le mani obbligandomi a guardarlo negli occhi “Anch'io voglio te, ti voglio come sei e non cambierei una virgola. Vorrei solo che non avessi paura di essere te stessa quando sei con me. E che mi baciassi quando ti va. O quando te lo chiedo. Cosa che, non so se te l'ho già detto, non hai ancora fatto”

“Fosse per me ti bacerei sempre, Eddie”

“Lo dici come se fosse una cosa brutta” allunga i pollici per accarezzarmi le guance.

“No, tu non capisci. Quando dico sempre intendo proprio sempre. Cioè, immagino tu ti sia guardato infinite volte allo specchio, ma non credo tu l'abbia mai fatto con gli stessi occhi che posso avere io”

“Ok, quindi sono bello e vuoi baciarmi” mi toglie le mani dal viso e fa spallucce.

“Non è una questione di bellezza, che comunque non ti manca. E' proprio... voglio dire, la tua bocca... ok, ti serve per tante cose... per parlare, per cantare da dio, per bere e mangiare... ma le tue labbra, è come se mi chiamassero, in continuazione, e non per fare due chiacchiere”

“Ah no?” mi domanda con quella faccetta da cazzo compiaciuta.

“No. E non è che le tue labbra siano fatte per baciare: le tue labbra hanno inventato il bacio stesso. Cioè, io non ho studiato questo aspetto della storia nello specifico, ma credo che la gente non si baciasse sulla bocca finché sulla terra non è comparso qualcuno con delle labbra come le tue e a quel punto l'evoluzione non ha potuto che seguire il corso più naturale”

“E' un modo contorto per farmi un complimento?”

“E' un modo contorto per dirti che se io mi lasciassi davvero andare, come vuoi tu, mi attaccherei a quelle labbra come una cazzo di ventosa e probabilmente non ti permetterei di fare nient'altro e anch'io non potrei fare nient'altro e finiremmo per perdere i sensi come Marina e Ulay, solo che noi non siamo artisti, cioè io no, e comunque non potremmo vivere di questo tipo di arte, sembreremmo solo due imbecilli” e poi succede anche che quando provo a lasciarmi andare vado in ansia e quando vado in ansia comincio a blaterare cose a caso senza prendere fiato. E in tema di fiato...

“Marina e chi?”

“E Ulay. Breathing in/breathing out, non ne hai mai sentito parlare?” Eddie fa no con la testa “E' una performance artistica. Marina Abramovic e Ulay sono due artisti contemporanei. Un bel giorno questi due si sono tappati le narici con dei filtri di sigaretta e si sono incollati l'uno alle labbra dell'altra in questo bacio soffocante, scambiandosi anidride carbonica mista a quell'unica dose di ossigeno iniziale, che si è consumata in pochi minuti, portandoli a perdere quasi i sensi”

“Eheh tu mi fai perdere i sensi anche senza tappi nel naso, quindi direi che si può fare” lui ride e io non riesco ad articolare il pensiero, ci metto un quarto d'ora a rispondere.

“E se mi lascio andare e non mi sopporti? Se divento fastidiosa? Se ti bacio in un momento in cui non ti va?”

“Angie, ti svelo un segreto”

“Mi sveli sempre un sacco di segreti tu”

“Sì, perché sono più vecchio e più saggio”

“Ahahah ma per favore”

“Allora, il segreto: il segreto è che non c'è un momento in cui non mi va”

“Esistono momenti opportuni e momenti meno opportuni”

“Non esiste, non riesco a pensare a un solo momento in cui io potrei mai anche solo pensare di non voler essere baciato da te. Voglio dire, potrebbero legarmi e torturarmi infilandomi spilli sotto le unghie delle mani e dei piedi e io avrei ancora voglia di un tuo bacio”

“Esagerato”

“Potrei aver appena cagato lamette o aver subito un intervento all'appendice senza anestesia, ma se tu ti avvicinassi per baciarmi io di sicuro non mi volterei dall'altra parte per evitarti”

“Ahahahah”

“Guarda che è la verità, non sto scherzando. Ma anche in positivo! Potrebbero avermi appena proclamato vincitore di un Grammy, un Oscar o un altro premio del cazzo a caso e magari mi chiamano sul palco per ritirarlo, ma se tu sei lì che mi stai baciando io non mi muovo di un millimetro e non me ne frega un cazzo del resto. Anzi, no, me ne fregherebbe solo perché la vittoria sarebbe una scusa per farmi baciare da te, solo in funzione di quello”

“E se i Cubs vincessero le World Series?” troppo facile coi premi, parliamo di cose che contano davvero per Eddie.

“A maggior ragione vorrei un cazzo di bacio da te per festeggiare l'evento memorabile! Ma mi auguro di non dover aspettare che quell'evento si verifichi per avere un tuo bacio”

“Non dovrai aspettare tanto” rispondo spostandomi nel letto per avvicinarmi un poco a lui.

“No?” domanda sottovoce.

“No” mi avvicino ancora un po'.

“E quanto allora?” insiste posando lo sguardo alternativamente sui miei occhi e sulle mie labbra.

“Poco, pochissimo”

“Sì?”

“Già”

“Ok”

“Ok”

“Sto aspettando”

“Un attimo! Come sei impaziente”

“Sì, sono piuttosto impaziente, sai com'è? Sono solo...” Eddie si interrompe e fissa un punto indefinito alle mie spalle, mentre contemporaneamente accenna un conto con le dita, poi torna a guardarmi negli occhi “Sono solo tre mesi che aspetto questo momento”

“Tre mesi?” gli chiedo perplessa.

“Beh sì, tre mesi che aspetto consapevolmente. Inconsapevolmente un po' di più...”

“Che significa inconsapevolmente?”

“Non stavi per baciarmi?”

“Eddie, cosa vuol dire inconsapevolmente?” alzo un po' la voce, Eddie solleva gli occhi al cielo e mi risponde rassegnato.

“Significa che, come dire, non è che mi sono alzato una mattina e ho deciso di avere una cotta per te, è stata una cosa... lenta e graduale”

“Iniziata più di tre mesi fa?”

“Iniziata la prima volta che ti ho vista, da Roxy”

“Ma se mi hai detto due parole! E poi stavi ancora con la tua ex”

“Non proprio... e comunque ho detto che è iniziata allora... e continua anche oggi. Dalla prima volta che abbiamo parlato ho iniziato a conoscerti ed è come se ti fossi insinuata dentro di me, come un seme, che germogliava e il germoglio cresceva giorno per giorno. E più ti conoscevo, più la pianta continuava a crescere e più mi piacevi. Poi quando ho realizzato cosa mi stava succedendo, ormai era troppo tardi perché ci ero dentro fino al collo e la piantina era diventata un fottuto albero”

“Ahahah un albero?” anche lui ha i suo monologhi nonsense indotti dal panico?

“Sì, un cazzo di baobab, Angie. Ora se magari la smetti di ridere delle mie metafore, mi baci, per favore?”

“Ok”

“Ok. Ti rendi conto che non ci riesci anche se te lo sto letteralmente chiedendo, vero?”

“Ci riesco! Solo un secondo, non è facile così... a freddo”

“Non c'è un cazzo di niente tra noi due che sia freddo in questo momento, Angie”

“Va bene, adesso ti bacio, così la pianti!” mi avvicino e gli stampo un bacio sulle labbra, dopodiché lo guardo trionfante “Visto?!”

“E quello che cazzo era?”

“Come cos'era? Un bacio, no?”

“Me lo chiami bacio quello?”

“Certo! Perché tu come lo chiami?”

“Non lo chiamo, non me ne sono neanche accorto”

“Ah, allora i miei baci ti lasciano indifferente...” faccio per allontanarmi verso il mio lato del letto, ma Eddie mi trattiene per la vita.

“Non mi lasciano indifferente, so come baci, per questo gradirei un bacio vero”

“Uno vero eh?”

“Sì, grazie”

“Tipo... così?” parlo sulle sue labbra prima di avvicinarmi con lentezza e posarci sù le mie, all'inizio delicatamente, poi premendole con un po' più di forza.

“Mmm... già meglio” gli concedo una piccola pausa per rispondere, poi lo bacio ancora, finché non lo sento infilare le mani sotto la mia maglietta.

“Eh no, non puoi...” lo blocco e continuo a baciarlo, spingendolo dalla sua parte del letto e portandogli le mani unite sopra la testa, come se fosse in trappola.

“Che ho fatto?” mi domanda e sembra seriamente preoccupato.

“Se non ho capito male devo prenderle io le iniziative adesso, o sbaglio?”

“Oh” lo sguardo accigliato lascia spazio a un sorriso tutto fossette.

“Quindi tu stai fermo, ok?”

“Non è che devi fare proprio tutto tu”

“STAI FERMO, OK?” alzo la voce e lo sguardo divertito diventa qualcos'altro.

“Va bene, mia regina” risponde e io lascio andare le sue mani e affondo le mie fra i suoi capelli, prima di tornare a baciarlo con un tale trasporto da ritrovarmi a un certo punto a cavalcioni su di lui senza neanche sapere come ci sono arrivata.

“Allora?” mi stacco di poco dalle sue labbra, che tiene ancora schiuse, mentre respira affannato, poi mi alzo “Andava bene?”

“Benissimo...” risponde aprendo finalmente gli occhi e usandoli per incendiarmi sul posto “allora ti piaccio?”

“Ahahah ma va?? Grande deduzione, Sherlock!”

“Non ridere tu” mi afferra le cosce e mi scuote come se volesse disarcionarmi.

“Perché, non lo sapevi?”

“Come facevo a saperlo?”

“Che significa, è ovvio che lo sapevi”

“Ovvio? Ovvio per te. A parti invertite tu cosa avresti pensato?”

“In che senso?”

“Se fossi stata al mio posto, se fossi stata tu a fare sempre il primo passo, non dico solo a baciarmi... Se avessi dovuto cercarmi sempre tu, chiamarmi sempre tu... E in tutto questo, io ti avessi anche chiesto di mantenere il segreto più assoluto e di non dire a nessuno che stiamo insieme e avessi evitato accuratamente di farmi vedere in giro con te in atteggiamenti anche solo poco più che amichevoli in posti frequentati dai nostri amici... Se non ti avessi mai detto una parola sui miei sentimenti o su di noi in generale, se non a fatica e su tua esplicita richiesta... In questo caso, tu che avresti pensato? Come ti saresti sentita?” una merda vale come risposta? Mi ricorda quando stavo con quello stronzo di Drake. Beh stavo è una parola gro-... Aspetta un momento.

“Non voluta. Oh ma tu non ti senti così, vero?”

Cazzo.

“Non più. Forse”

“Eddie, io...” mi chino su di lui e riempio di baci la sua faccia, illuminata da un sorriso di sollievo, mentre io mi sento uno schifo e parlo tra un bacio e l'altro “io... non... credevo... che-”

“Che anch'io potessi sentirmi insicuro? Invece sì”

“Sono una stupida” sospiro e appoggio la testa sul suo petto, allungando le gambe fino a stendermi completamente su di lui.

“Sono io lo stupido perché avrei dovuto parlartene subito” replica accarezzandomi i capelli.

“Non è facile parlare con me, sono sempre sfuggente. Sono una maestra della fuga dalle situazioni difficili e dai discorsi seri”

“Ma ora non mi scappi più” aggancia le mie gambe con le sue e mi blocca in una trappola da cui non ho la minima intenzione di liberarmi.

“Scusami”

“Smettila di scusarti. Non l'ho detto per farti sentire in colpa, l'ho detto per farti capire perché non potevo fare l'amore con te”

“E adesso?”

“Adesso cosa?”

“Adesso... puoi?” alzo la testa per guardarlo negli occhi, che sono splendidi anche alla luce del mio schifosissimo lume.

“Non lo so, non sono più io quello che prende le iniziative adesso”

“Ti odio”

“Non è vero”

“Invece sì” torno nella mia metà del letto e lo trascino con me, sopra di me, afferrandogli i lembi della maglietta e sfilandogliela nel mentre.

“Sai cosa ho scoperto?”

“Che cosa?”

“Che mi piace un sacco quando prendi tu le iniziative”

“Ah sì?”

“Eccome” risponde mentre mi libero anche della mia t-shirt degli Who.

“Meglio così” intreccio le mani dietro alla sua nuca e lo attiro a me con poca delicatezza per un lungo bacio, che si trasforma in una lunga serie.

A un certo punto mi ritrovo con le mutandine calate alle ginocchia e non so dare nessuna spiegazione scientifica a questo fenomeno, perché per tutto il tempo le mie braccia sono rimaste allacciate al suo collo e le sue mani fisse sul mio seno, quindi o l'attrito e gli strusciamenti hanno fatto sì che si sfilassero da sole o Eddie ha delle mani extra o è successo tutto per magia. E non so cosa mi sia preso perché, mentre con una mano cerco di tirarle giù per liberarmene del tutto, allungo l'altra mano sull'elastico dei suoi boxer per abbassarglieli. Il gesto non passa inosservato perché è come se Eddie improvvisamente andasse fuori di testa. Comincia a leccarmi e mordermi la faccia, le labbra, la lingua, il collo, sul lato sinistro, avvicinandosi sempre più al mio punto debole e io non capisco più un cazzo e inizio a gemere e basta. Rinsavisco brevemente quando lo sento tornare a strusciarsi su di me, senza nessuna barriera di tessuto, dopo avermi allargato le gambe.

“Eddie?”

“Sì?”

“Secondo... secondo cassetto” spiego indicando alla mia sinistra.

Anche Eddie sembra calmarsi un attimo, mi accarezza il viso col dorso della mano, mi da un piccolo bacio sulle labbra e poi si allunga verso il mio comodino, trovando il pacchetto quasi subito. Ne estrae una bustina, che mi porge prima di lanciare la scatola sul comodino e lasciarsi cadere sull'altro lato del letto.

“Tieni” mi dice mentre io cerco di coprirmi con il lenzuolo alla bene e meglio.

“Che significa?” gli chiedo perplessa.

“Che sei tu a prendere le iniziative adesso, te ne sei già dimenticata?” ribatte con quelle cazzo di fossette in bella mostra. E non solo quelle.

“Ah è così adesso?” cerco di fingermi arrabbiata.

“Eh sì”

“E sarà sempre così?”

“Perché? Ti dispiace?”

“Per niente” me lo sento dire, ma non so nemmeno io da dove mi esce tutta questa sicurezza. Non mi faccio domande e cerco di tenermela stretta finché dura, mentre mi chino di nuovo sulle sue labbra e apro la bustina.

 

**

 

“Smettila di ridere” sento il riso vibrare nel profondo del petto di Eddie perché il mio orecchio ci è appoggiato sopra, anzi, è praticamente appiccicato visto che siamo anche vagamente sudati. Spero di evitare l'effetto ventosa, mi dispiacerebbe rovinare il momento perforandomi un timpano.

“Sono felice. Rido” risponde laconicamente.

“No, tu ridi di me”

“Perché dovrei?”

“Lo sai benissimo” mi scollo da lui e alzo la testa per guardarlo e vedo tutti i suoi bellissimi denti in bella mostra.

“Sei adorabile quando vieni, lo sai?”

“Sì certo, a parte i suoni che produco”

“Veramente io mi riferivo proprio a quelli”

“Gli adorabili gemiti strozzati di un maialino scannato al mattatoio?”

“Ahahahah ma stai zitta!” esclama stringendomi sotto il lenzuolo.

“O di uno scoiattolo schiacciato da una macchina”

“O di uno scoiattolo fatto di crack” ribatte citando il nome della mia vecchia e unica band.

“Eheheh esatto”

“Un momento: non è quello il motivo per cui vi chiamavate così, vero?” mi domanda improvvisamente tutto serio e da come me l'ha chiesto forse preferivo quando mi prendeva per il culo.

“Ahahahah oddio! Ovviamente no, figurati!”

“Sicura?”

“Dopotutto il tuo ex era nella stessa band...” risponde facendomi anche una specie di linguaccia subito dopo.

“Non è assolutamente quello il motivo, è stata una scelta casuale”

“Ok. Comunque mi piace, è tenero. Tu sei tenera” si rasserena e mi dà un bacio in fronte.

“Tenera? Quindi il mio tentativo di risultare figa, sicura e sexy è fallito miseramente?”

“Tenero è sexy, per me. La dolcezza è la cosa che più mi eccita in una ragazza, lo sai?” continua coi baci sulla fronte e sui capelli.

“Ah sì?”

“La dolcezza e la propensione agli atti di vandalismo. E dopo stasera, direi che hai il massimo dei voti in entrambe le cose”

“Se nel locale caldaia ci sono telecamere sono fottuta”

“Tranquilla, te la pago io la cauzione”

“Con quali soldi?”

“Beh, la venderemo qualche copia di Ten, spero”

“Ten?”

“E' uno dei nomi più papabili per l'album”

“Perché sono dieci canzoni?”

“In realtà saranno undici o dodici”

“E allora che c'entra il dieci?”

“E' il numero di maglia di Mookie Blaylock. Abbiamo dovuto cambiare nome, ma un omaggio ci sta”

“La vostra è proprio una fissazione” scuoto la testa prima di affondare la faccia nell'incavo del suo collo.

“In questo momento ho una fissazione diversa per la testa però”

“Ah sì e quale?” gli chiedo sinceramente curiosa, perché penso che stia ancora parlando di musica, e quindi mi coglie decisamente di sorpresa quando in un nanosecondo mi afferra e mi ribalta sul letto, saltandomi sopra.

“Secondo te?” domanda con un'espressione euforica mentre si strofina senza pietà sulla sottoscritta.

“Ancora? Di già?” forse reagisco con fin troppo stupore.

“Come di già? In che senso?”

“No, niente”

“Non vuoi? Se non ti va guarda che non c'è problema” smette di muoversi e io mi taglierei la lingua.

“NO MI VA!”

“E allora perché-”

“Pensavo ci mettessi di più, che ne so! Non sono mai stata con uno... beh, della tua età”

“Angie, ok che sono più grande di te, ma ho ventisei anni non sessantadue” Eddie mi guarda come se fossi un'ebete e non ha tutti i torti.

“Dettagli”

“Te li faccio vedere io i dettagli” minaccia afferrando il lenzuolo e sollevandolo sulle nostre teste, coprendo entrambi completamente.

“Non dovevo prenderla sempre io l'iniziativa?”

“Mi vedo costretto a fare un'eccezione per darti una dimostrazione pratica. Posso?”

“Prego, proceda pure signor Vedder”

 

 

“Che ne dici di Butterfly girl?” Mike torna al tavolo con due pinte di birra in mano, mentre Stone e Grace lo seguono, portando ognuno il proprio boccale.

“Nah, non lo so. Mi sembra più il nome di un supereroe del cazzo” rispondo poco convinto.

“Supereroina semmai” puntualizza Stone, e chi se no.

“Ok, mi suona come una supereroina del cazzo. Catwoman, Batman, Batgirl, Butterflygirl... avete presente?”

“Sì, grazie Jeff per la spiegazione ragionata. Comunque è un demo finto, i titoli delle canzoni non devono avere un senso. Anzi, credo che Cam non si aspetti nemmeno che tu tiri fuori dei titoli” durante le sue considerazioni, in cui non dimentica di prendermi per il culo, Stone ha un braccio attorno al collo di Grace per tutto il tempo e meno male che Laura non è venuta. Non per altro, ma mi sarebbe dispiaciuto che a Mike toccasse il ruolo del quinto incomodo reggi-moccolo. Insomma, già non se la sta passando benissimo ultimamente.

“Se mi ha chiesto di occuparmi dell'artwork del demo, vuol dire che la cassetta avrà una certa importanza nel film” spiego ciò che mi sembra fin troppo ovvio. Se questo demo deve avere una certa immagine vuol dire che apparirà, che verrà inquadrato a un certo punto, quindi deve sembrare vero a tutti gli effetti.

“Oh certo, sarà sicuramente la parte più importante della pellicola: tutta la trama ruota attorno al tuo demo, Jeffrey” Stone annuisce prima di bere un sorso di birra e io sono tentato di fracassargli il bicchiere sul cranio.

“Jeff ha ragione! Se non fosse stato importante, Cameron non gli avrebbe affidato questo compito. Avrebbe preso delle cassette vergini e ci avrebbe scritto su al momento il nome del tipo... Com'è che si chiama il protagonista? Me l'hai detto, ma non me lo ricordo” Grace interviene in mio favore ed è troppo divertente guardare Stone fare finta che la cosa non lo irriti affatto.

“Cliff Poncier”

“Viene cacciato dalla sua band e si mette a vendere il suo demo di cinque tracce per strada” precisa McCready.

“E quante tracce hai per ora?” mi chiede ancora Grace incuriosita.

“Tre, me ne mancano due” rispondo mostrando il blocchetto per appunti su cui ho annotato i titoli e fatto una specie di schizzo della copertina.

 

Seasons

Nowhere but you

Spoon man

girl

???

 

“E la quarta deve per forza parlare di una ragazza?”

“Sì, perché è stato scaricato anche dalla tipa oltre che dalla band. Come ogni musicista sfigato che si rispetti, riversa il suo dolore nelle canzoni” Stone risponde per me e io mi concentro di nuovo cercando di farmi venire in mente un aggettivo da accostare a questa girl del titolo. Do un'occhiata distratta fuori dalla vetrata del pub, ma quello che vedo mi spinge a darne un'altra un po' più attenta: l'inconfondibile macchina di Angie che parcheggia dall'altro lato della strada, proprio sotto casa nostra.

Angelic girl?” azzardo ma mi fa schifo nel momento stesso in cui lo dico.

“Per carità! Lasciati consigliare da Mike, mi sembra il più ferrato in materia di due di picche” ironizza Gossard e l'altro chitarrista lo guarda in maniera inequivocabile.

“Io non ho ricevuto nessun due di picche”

“Ovvio”

“Non sono stato scaricato, ho scelto di stare da solo”

“Certo, certo”

Seguo il battibecco tra Mike e Stone e, allo stesso tempo, anche i movimenti fuori dal pub. Angie esce dalla macchina guardandosi attorno con circospezione, mentre dal lato passeggero ecco scendere il nostro cantante che, senza farsi problemi, fa il giro dell'auto fino ad arrivare alle spalle di lei per abbracciarla e darle un bacio sulla guancia. Come sono carini! Ma se non vogliono farsi scoprire dovrebbero essere un po' più discreti, cazzo. Ok che alla fine è tutto inutile, perché tanto lo sanno tutti quanti che quei due stanno assieme, però se proprio vogliono sostenere questa farsa, che almeno la portino avanti come si deve. L'altro giorno si sono fatti sgamare persino da me! Voglio dire, hai invitato la tua ragazza a casa nostra? Dimmelo, cazzo! O se non vuoi dirmelo perché devi fare l'innamorato segreto, almeno fammelo capire, dimmi di farmi un giro e tornare più tardi, dimmi che ci vediamo direttamente al soundcheck! Invece no, io devo tornare a casa e trovarvi avvinghiati sulla poltrona. Non so neanche come abbiate fatto a non accorgervi di me, nella fretta di andarmene via di lì credo di avere pure sbattuto la porta uscendo. Che poi non ci sarebbe stato niente di male, ma conoscendo Angie non mi avrebbe rivolto la parola per giorni per la vergogna.

Fly girl?” suggerisce Mike e questa non è malvagia.

“Mmm non male, la metto in forse, bravo Mikey!” mentre scrivo vedo che Angie ha messo in pratica fin troppo bene il mio invito alla discrezione. Praticamente si scrolla Eddie di dosso in malo modo e gli dice qualcosa che a lui non deve piacere tantissimo, perché la fissa con aria delusa e a braccia conserte. A questo punto Angie gli indica il pub e io mi volto verso gli altri nel dubbio che possa vedermi attraverso la vetrata e accorgersi che li ho notati.

“Sì! Bravo Mikey! Ehi, che ha fatto Mike?” Cornell arriva al nostro tavolo e si siede accanto a me senza tante cerimonie.

“Ha proposto un possibile titolo di una canzone” risponde prontamente Grace.

“Per il vostro album?”

“No, per il demo di Cliff Poncier” rispondo prima che un altro amico si aggreghi alla compagnia.

“Li hai trovati tutti e cinque alla fine? Ciao ragazzi...” Eddie Cane Bastonato si siede vicino a Stone e io non posso fare a meno di lanciare un'occhiata fuori, dove intravedo Angie seduta al posto di guida, intenta probabilmente a far passare un numero secondo lei sufficiente di minuti prima di entrare per non destare sospetti.

“Ciao Eddie. No, solo tre e mezzo” spiega Stone.

“Chi cazzo è Cliff Poncier?” chiede Chris perplesso.

A questo punto gli faccio un aggiornamento veloce, raccontandogli del demo e di quel poco che Crowe mi ha accennato della trama del film.

“Figo! Fammi vedere... Seasons eh?”

“Cos'è? Un pezzo dedicato alle uniche due stagioni esistenti a Seattle?” la voce di Angie irrompe alle mie spalle e io non posso fare a meno di pensare che i minuti non sono stati poi così tanti.

“Ehi Angie! E quali sarebbero le due stagioni?” chiede Mike facendole posto accanto a sé.

“Umido e Più Umido” la Pacifico fa spallucce e non le pare vero di sedersi agli esatti antipodi di Eddie per non destare sospetti. Questa cretina.

“Beh, se venisse effettivamente scritta, potrebbe parlare proprio di quello eheh” scherza Eddie, cercando di dissimulare il suo malumore.

“E perché non scriverla veramente?” Chris batte un pugno sul tavolo, prima di alzarsi in piedi.

“Che vuoi dire?” gli chiedo confuso.

“Che dovremmo scrivere davvero queste canzoni, registrarle e farle sentire a Cameron. Sarebbe una bella sorpresa, non credete?”

Per un po' il tavolo resta in silenzio, probabilmente tutti, come me, cercano di capire se Cornell sta scherzando o è serio, cosa che con lui capita il 90% delle volte in pratica.

“Vuoi dire che saresti davvero in grado di scrivere...” Angie si alza per allungarsi sul tavolo e leggere mio taccuino “Spoon Man??”

“Perché no? Artis ne sarebbe felicissimo, gli faremmo pubblicità” replica Chris ed è a questo punto che capiamo che sta facendo sul serio. E se per caso non fosse così, ci penso io a incastrarlo.

“Ok, allora ti sfido: lunedì devo presentare l'artwork del demo a Cameron, hai cinque giorni per scrivermi i cinque pezzi del Poncier Demo”

“Cinque? Ahahah per domani le avrai tutte, amico!” esclama e mi porge la mano per stringere il nostro patto.

“Però vi faccio notare che mancano ancora due titoli, cioè, uno e mezzo” ricorda Stone il precisino.

“Che ne dite di Flutter girl?” Grace fa il suo tentativo e... cazzo, è il migliore!

“Mi piace! Andata. Scusa Mike” faccio un cenno al chitarrista che scuote la testa.

“Nah, tranquillo, la sua proposta stravince anche per me”

“Ok, allora ne manca una sola. Spremetevi le meningi” incoraggio gli altri e a parlare è l'altra ragazza del tavolo.

“Beh, il quinto titolo manca perciò... perché non Missing?”

“Siete due cazzo di geni!” sentenzio e aggiungo anche l'ultimo titolo ai miei appunti, prima di strappare la pagina e darla a Chris “E ora sono cazzi tuoi”

  
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