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Autore: RoisXIII    08/01/2020    0 recensioni
Sequel di "Attacco vampiresco".
Diverse cose sono state lasciate in sospeso dall'attacco dei vampiri al museo del Louvre. Perché Adrien ha quasi baciato Marinette? Perché la stessa Marinette profuma come Ladybug? Come si comporteranno Tikki e Plagg adesso che sanno le rispettive identità dei due eroi parigini? E come se le cose non fosse così complicate, ecco che ricompare Luka a far battere il cuore della ragazza. Come si comporterà Marinette?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Finalmente è uscito un nuovo capitolo! Vi chiedo scusa per questo ritardo, ma ho avuto da fare con il lavoro e con alcuni problemi personali. Cercherò di fare più un ritardo come questo.
Ciò detto, vi auguro una buona lettura!



Ecco fatto. Glielo aveva detto, alla fine. E ora non doveva fare altro che continuare su quella strada. Non doveva esitare, non quando era così vicino alla possibile verità.
«Non è solo il profumo. I capelli e gli occhi sono molto simili. Ammetto che il vostro carattere è diverso, ma non significa niente.»
Vide passare sul suo viso l’agitazione, la gioia e qualcosa simile alla tristezza.
«Mar-»
«Stai dicendo che mi stavi per baciare solo perché assomiglio a Ladybug?» lo interruppe lei, il tono asciutto.
Adrien rimase un attimo interdetto. La situazione stava prendendo una piega inaspettata. Inaspettata e brutta. Si era aspettato, e sperato, in una sua conferma o, nel peggiore dei casi, una negazione sincera e una risata da parte di entrambi.
«Be’…»
Marinette distolse lo sguardo. «Ho capito» disse poi con un velo di tristezza nella voce.
Aspetta! Che cosa sta succedendo?
Adrien proprio non capiva. Un momento prima era felice, adesso tutt’altro. Possibile che avesse scelto l’approccio sbagliato? Si mise a riflette a quello che aveva detto e a come lo aveva fatto.
Arrivò alle ultime battute, quando lei gli aveva chiesto se lo aveva fatto solo per via della somiglianza di Ladybug, lui aveva esitato, sembrando confermare la sua ipotesi.
Ma allora perché prendersela così?
E alla fine arrivò il lampo di genio. Marinette si era offesa! Le aveva detto che assomigliava a Ladybug. Certo, lui si sentirebbe onorato se qualcuno gli dicesse che assomiglia a Chat Noir, ma lui era Chat Noir!
Non tutti reagiscono allo stesso modo. E io sono stato uno stupido a non averci pensato subito.
Vedendola adesso giù di morale, si sentì male. Marinette era un’ottima amica. Doveva rimediare.
Si guardò intorno in cerca di un’ispirazione.
«Torno subito, Marinette» disse alzandosi in piedi. «Aspettami qui, per favore!»
 
Girò dietro la fontana e si diresse verso un uomo che vendeva palloncini, vicino alla giostra, dove comprò un palloncino rosa. Successivamente andò da un fioraio e acquistò un mazzo di violette, i fiori per eccellenza quando bisogna scusarsi.
Plagg uscì fuori dalla sua camicia. «Stai tentando un nuovo modo per costringerla ad ammettere di essere Ladybug? Non hai fatto un bel lavoro, prima.»
Il ragazzo scosse la testa. «Adesso ne sono certo: Marinette e Ladybug non sono la stessa persona. Sono state le sue emozioni a farmelo capire, Plagg. Così sincere e pure, proprio come lei.»
«Oh, bene.»
Adrien si insospettì nello scorgere un tono speranzoso del kwami. C’era un’altra questione da sistemare: Plagg.
Ci avrebbe pensato in un secondo momento. Stava facendo attendere un’amica!
Plagg si nascose e Adrien tornò dall’amica, la quale era rimasta ad attenderlo.
Come sospettava, la trovò ancora giù di morale.
«Marinette, scusami se ci ho messo tanto! Ho qui qualcosa per te.»
La ragazza si voltò e saltò in piedi, arrossendo e balbettando qualcosa sul palloncino e sui fiori.
Adrien sorrise. Ecco la Marinette goffa.
Le legò il filo del palloncino intorno al polso e le mise in mano il mazzo di violette. «Ti chiedo scusa per averti offesa, Marinette. Non avrei mai dovuto dirti che assomigli a Ladybug, ma, specialmente, di aver tentato di baciarti.»
L’amica si voltò da un’altra parte. «M-Ma perché hai tentato di… be’… lo sai… di b-baciarmi?»
Adrien ci pensò su. Doveva dirle di essere innamorato di Ladybug? Lei, dopotutto, aveva detto di provare qualcosa per Chat Noir. Ma lo aveva detto a Chat Noir, non a Adrien.
«Be’, sono un fan di Ladybug e visto che tu le assomigli, scusa se l’ho ripetuto, ho agito senza pensarci. In più avevi il suo stesso profumo.»
«Oh, ho capito… La mrezza barina, brezza marina, la usiamo in panetteria. La mattina della gita, prima di andare a scuola, sono passata per il negozio e mia madre la stava spruzzando in giro.»
Adrien spalancò gli occhi, lanciandosi mentalmente dello stupido. Come aveva fatto a dimenticarselo?! Eppure lo aveva visto e usato quando il padre di Alya era stato akumizzato.
Per un po’ nessuno dei due parlò.
Imbarazzato, Adrien le chiese: «Adesso è tutto apposto? Torniamo a essere amici come prima?» e le allungò la mano.
Lei arrossì e annuì, stringendogliela. «S-Sì, amici come prima… Allora, riprendiamo a studiare cimica? Chimica…»
 
Adrien si massaggiò gli occhi e si stiracchiò, imitato da Marinette. Erano rimasti chini sui libri per un bel po’ di tempo.
Il ragazzo recuperò il cellulare dalla borsa e guardò l’ora: mancavano trenta minuti a mezzogiorno.
«Marinette, è quasi mezzogiorno. Ti va di andare a mangiare qualcosa? Offro io.»
Lei spalancò gli occhi e sorrise, ma dopo il sorriso le morì sulle labbra. «Oh, scusa, non posso. Devo andare a mangiare con Alya, glielo ho promesso. Scusami.»
Lui scosse la testa. «Non preoccuparti. Sarà per un’altra volta.»
I due ragazzi presero i libri e si diressero verso l’uscita del parco, dove chiamò Nathalie.
«G-Grazie per il ripasso, Adrien. E grazie anche per i fiori e il palloncino» sussurrò Marinette.
Adrien si voltò verso di lei e vide che aveva uno strano sorriso. Fece per chiedere se avesse qualcosa, ma proprio in quel momento arrivò la sua macchina.
«Ci vediamo domani a scuola, Marinette. Spero di ripassare ancora con te.»
«Oh, s-sì! Ci ripassiamo domani a vesuola con te. Accidenti… Ciao.»
Adrien sorrise e salì in macchina.
 
Arrivato a casa, Adrien si buttò sul letto e affondò la testa nel cuscino.
«Pensavo di aver scoperto l’identità di Ladybug, invece l’innamoramento mi ha giocato un brutto scherzo! E ho pure offeso Marinette, oltre ad avere combinato casini come Chat Noir!»
Sentendo Plagg ingurgitare il camembert, alzò la testa e lo guardò truce. Il kwami, accortosi dello sguardo, lasciò andare il pezzo di formaggio e volò il più alto possibile.
«P-Perché mi guardi in quel modo?» domandò spaventato.
«È da un po’ che ti comporti in modo strano, Plagg, dal giorno della gita al museo. Tu mi stai nascondendo qualcosa.»
«I-Io? Sei tu quello che si sta comportando in modo strano.»
«Ne sei sicuro?»
«Sì, sono pronto a rinunciare persino al camembert, pur di farti cambiare idea»
«Allora non ti dispiace se porto via tutte le tue scorte di camembert, vero? Lo hai detto tu che sei disposto a rinunciare.»
Il kwami si voltò dall’altra parte e gli diede il permesso di farlo, nonostante ci fosse una nota di disperazione nella voce.
Adrien rimase sorpreso. Allora c’era davvero qualcosa sotto! O Plagg non lo avrebbe mai fatto.
Qualcuno bussò alla porta per informarlo del pranzo. Adrien, prima di scendere, disse al piccolo amico che non gli avrebbe portato via il formaggio.
Scoprirò il tuo segreto, Plagg.
 
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Marinette si buttò sul letto, nascose la testa nel cuscino e urlò. Quella mattinata era stata piena di sorprese, belle e brutte.
Tikki le chiese se stesse bene.
«Bene? Come faccio a stare bene, Tikki?» le urlò la ragazza mettendosi seduta. «Sono successe troppe cose! Luka mi ha quasi baciata sulle labbra – che imbarazzo! −, martedì pomeriggio vedrò le mie magliette usate per un set fotografico, Adrien ha capito che sono io Ladybug, poi ha cambiato idea e mi ha regalato un palloncino e i fiori – ah, che bei regali! −, mi ha spiegato che mi stava per baciare perché, a detta di lui, assomiglio a Ladybug e alla fine mi ha invitata a mangiare con lui, ma ho dovuto rifiutare!» disse poi tutto d’un fiato.
Mentre riprendeva fiato, si accorse che Tikki era indietreggiata.
«Tikki, mi dispiace! Non volevo urlarti contro.»
Il kwami scosse la testa e le sorrise. «Non è successo niente, tranquilla. È vero, la tua mattinata è stata piena di sorprese, ma molte sono state belle. Ti consiglierei di guardare solo quelle.»
La ragazza annuì, ma Tikki non vedeva il vero problema. Certo, era stata contenta quando le aveva detto la verità, ma la consapevolezza aveva preso il posto della felicità. Adrien vedeva in lei solo un’amica e una “copia” di Ladybug. E le pesava tanto il fatto di non potergli dire di essere lei la vera e unica Ladybug, perché se no sarebbe stato in pericolo.
L’amore è complicato…
 
«Marinette, è arrivata Alya!» le urlò la madre dal piano di sotto.
«Non si preoccupi, vado io da lei» rispose Alya.
Tikki si nascose e Marinette si mise in piedi. L’amica sbucò dalla botola nel pavimento e sorrise maliziosamente. «Mi devi raccontare tutto, tutto!» e sottolineò l’ultima parola con enfasi.
Marinette allora le raccontò tutto quello successo la sera prima con Luka, senza nascondere dettagli o emozioni, terminando con il loro saluto.
«Non ci credo, ti ha baciata!»
«Quasi baciata. Adesso che ci penso, però, credo che non se ne sia accorto. Si è voltato senza battere ciglio.»
Alya annuì, poi volle farsi raccontare il non-appuntamento con Adrien.
Marinette sospirò. Le avrebbe raccontato tutto, tralasciando la parte di essere Ladybug.
Terminato il racconto, Marinette si sedette sul letto e chinò la testa. Alya, dispiaciuta per lei, le si avvicinò e l’abbracciò, sussurrandole parole per tirarle su il morale.
«Ha detto di essere suo fan, non di essere innamorato. Hai ancora delle possibilità, ragazza!»
Ma lei scosse la testa. «Ha anche detto che io le assomiglio e che mi ha baciata per questo.»
«Di te non sa molte cose. Non conoscevo bene Nino, ma dopo che Ladybug ci ha rinchiusi in quella gabbia e ci siamo messi a parlare, abbiamo deciso di provare a uscire e adesso siamo una coppia. Cosa ti dice tutto ciò?»
Marinette sorrise. Alya aveva ragione! Doveva trovare il coraggio di parlare con Adrien e provare a uscire con lui qualche volta. Poi i suoi occhi caddero sulla maglietta femminile di Jagged Stone.
Il sorriso le morì sulle labbra. «“Tra il sole e il mare”…» sussurrò poi.
Alya la squadrò. «Che significa?»
«Me lo ha detto un’amica cara, che non posso dirti chi, riferendosi a due persone in particolare.»
L’amica ci pensò su. «Il sole è Adrien, giusto? E il mare, quindi… Luka?»
Marinette annuì. «Esatto. Mi ha detto che presto dovrò scegliere tra uno dei due. Io sono sempre stata innamorata di Adrien, lo sai, ma quando sto con Luka, non lo so, mi sento molto bene e a mio agio. Lui è un ragazzo carino, simpatico, premuroso e particolare.»
Si sdraiò sul letto e sospirò. «La scelta è difficile, Alya. L’ago della bussola punta in entrambe le direzioni.»
«La scelta spetta solo a te, Marinette. Io non posso aiutarti.»
«Mi stai già aiutando, Alya, sei qui con me!»
 
Marinette faticò a prendere sonno. Continuava a essere tormentata da Luka, da Adrien e tra la scelta che avrebbe dovuto fare.
Quando suonò la sveglia e scese a fare colazione, i suoi genitori le chiesero se stesse bene.
«Ho dormito poco» ammise, «perché oggi c’è il test di chimica.»
Sua madre la tranquillizzò, dicendole che aveva studiato, e le augurò buona scuola.
Fuori dall’edificio scolastico, Marinette si nascose quando intravide Luka salire le scale e sparire dentro al portone.
Alya, notandola, scosse la testa e la chiamò.
«Sei impazzita, Alya? Hai rischiato di farmi scoprire!»
Lei sospirò. «Lascia stare. Dormito poco, eh?»
«Sì… continuavo a pensare a Tu-Sai-Chi. Ma se qualcuno te lo chiede, tu…»
«… rispondo che è dovuto al test di chimica» concluse lei alzando gli occhi al cielo.
«Perfetto! Adrien sta arrivando! Presto, corriamo in classe. Manca poco all’inizio delle lezioni.»
E non voglio vederlo subito
   
 
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