Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    08/01/2020    1 recensioni
[Erwin x Levi]
[Ken x Uri]

Anno 850
Erwin e Levi si apprestano a combattere la battaglia decisiva per riconquistare i territori di Shinganshina, mentre Kenny Ackerman e i suoi uomini si arrendono alla Legione Esplorativa.

Anno 844
Il giovane caposquadra Smith continua a inseguire il suo sogno; quando viene misteriosamente indirizzato verso la città sotterranea. Li troverà l’incarnazione delle Ali della Libertà.

Questa può sembrare la solita storia di come è nata la relazione tra Erwin e Levi e del loro amore, ma non è così; è qualcosa di molto più complesso. E se il primo l’incontro tra i due non fosse stato casuale? Se qualcuno dietro le quinte avesse scelto di manipolare gli eventi a suo piacimento? Ma chi, e soprattutto perché? Riusciranno Erwin e Levi a scoprire la verità? In un intreccio tra passato e presente ci sono misteri che devono ancora essere svelati.
[Canon Divergence]
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Kenny Ackerman, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.

 

 

 

844 - Alloggi della Legione Esplorativa 

 

 

Erwin si alzò con un leggero cerchio alla testa; forse aveva esagerato con i festeggiamenti per il matrimonio di Nile. Non si ricordava molto della sera precedente; si erano recati in un locale e avevano ordinato un paio di giri; dopo qualche minuto si erano avvicinati loro altri compagni del corpo di Gendarmeria e aveva immediatamente perso il conto dei bicchieri e della quantità di birra ingerita. Di positivo c’era solo il fatto che per qualche ora si era completamente dimenticato di Lovof e del resto. Si alzò a fatica dal letto notando che la sera prima non aveva nemmeno perso tempo ad infilarsi sotto le lenzuola, doveva essere proprio ubriaco per essere collassato in quel modo. Fu il pensiero di un attimo, per una volta si era concesso una serata normale, insieme ai suoi coetanei e si era comportato come un normale ragazzo della sua età, grazie a Nile aveva smesso i panni di caposquadra della Legione Esplorativa per qualche ora. Si vergognò subito del suo comportamento, non era da lui, non poteva lasciarsi andare in quel modo. Non sarebbe ricapitato. Si diresse verso il bagno per lavarsi e rivestirsi. Intanto la sua mente cercava ancora di elaborare un piano per sistemare una volta per tutte Lovof, quello aveva la massima priorità, non gli restava molto tempo. 

 

Era appena uscito dai suoi appartamenti quando notò qualcosa di decisamente strano e preoccupante. Sul lato opposto della strada si trovava l’uomo che aveva urtato il giorno prima, il Capitano Ackerman, e cosa ancora più assurda sembrava stare aspettando proprio lui. Infatti, come per confermare quell’intuizione, appena l’uomo alzò lo sguardo e incrociò il suo gli sorrise, per poi incamminarsi a passo di marcia verso di lui. Erwin restò immobile, non sapendo bene che fare, sicuramente non sarebbe scappato, avrebbe ascoltato qualsiasi cosa il Capitano avesse da dirgli, e poi una parte di lui era curiosa di sapere cosa volesse. In un balzo Ackerman gli fu davanti, non avevano molti centimetri di differenza ma quell’uomo riusciva a metterlo in soggezione e farlo sentire quello che era, solo un ragazzino in confronto a lui. 

 

“Ehi ciao biondino ci si rivede” disse ghignando fissandolo come sempre dall’alto in basso. Erwin resse quello sguardo alla perfezione senza mostrare segni di turbamento, restò impassibile. 

 

“Capitano Ackerman” lo salutò con garbo. L’uomo lo guardò sorpreso non smettendo un attimo di sorridere

 

“Oh allora sai chi sono, complimenti moccioso” 

 

“Con tutto il rispetto signore posso sapere cosa volete da me?” Kenny lo fissò, si stava divertendo più del previsto;

 

“Mi piaci, dritto al punto senza giri di parole” disse dandogli una pacca sulla spalla e facendolo arretrare di un passo; Nile aveva ragione, quell’uomo non andava sottovalutato aveva una forza spaventosa. 

 

“Suvvia ti ho appena toccato, non ti facevo così deboluccio, sei così grande e grosso” Erwin lo guardò male; 

 

“Comunque biondino sono qui per fornirti un’informazione, sta a te decidere cosa farne, dopotutto è il mio lavoro no? Sapere cose. Be’ non ti annoierò coi dettagli ma so che in questo momento sei alla ricerca di qualcosa, anzi sarebbe più corretto dire che hai bisogno di qualcosa”.

 

Lasciò volutamente la frase in sospeso controllando se il giovane Smith stesse seguendo il suo ragionamento. Kenny sperava che quel ragazzo fosse sveglio come gli avevano raccontato. Erwin non deluse le aspettative. Lo guardò con decisione negli occhi e allo squartatore piacque quello che vide; era solo un moccioso, vero, ma non aveva timore di sfidarlo, aveva fegato, glielo concedeva; il caposquadra Smith si era brevemente conquistato il suo rispetto. 

 

“Allora biondino vedo che hai capito” 

 

“Avanti, mi dica quello che vuole dirmi, la vera ragione per cui è qui” Kenny rise di gusto, quel moccioso aveva le palle. 

 

“Va nella città sotterranea, li c’è qualcosa d’interessante che potrebbe fare al caso tuo”. 

 

Disse, per poi tornare sui suoi passi allontanandosi. Erwin vide con la coda dell’occhio una donna e un paio di altri soldati lasciare i loro nascondigli per andargli incontro. Allora non era stato un incontro casuale, il capitano Ackerman aveva studiato tutto, forse anche lo scontro del giorno prima non era stato un incindente, anzi ora ne aveva quasi la certezza, Kenny voleva parlare con lui, voleva passargli quell’informazione. Quell’uomo meritava davvero la sua fama, di colpo Erwin aveva trovato qualcuno che lo terrorizzasse forse più dei titani. Si diresse verso il quartier generale, avrebbe svolto qualche ricerca sulla città sotterranea, incuriosito dalle parole del capitano Ackerman. 

 

 

 

850 - 5 ore prima della battaglia di Shinganshina 

 

Erwin non andava spesso in quel luogo, anzi sarebbe più corretto dire che in tutta la sua carriera da comandante solo in un paio di occasioni era stata richiesta la sua presenza nelle prigioni della Legione Esplorativa. Per molti anni aveva persino dubitato della loro effettiva esistenza, in fondo a cosa servivano delle prigioni? Il loro intero mondo non era forse una prigione? Comunque aveva deciso di recarvisi per un motivo, aveva aspettato troppo e non poteva più permettersi di tergiversare, non quando mancava così poco alla battaglia finale. Le guardie poste a sorveglianza non dissero nulla, lo fecero passare senza problemi forse troppo incuriositi nel trovarsi difronte al proprio comandante. Quel posto era buio e umido, l’ideale per rinchiudervi qualche criminale. Andò diretto verso la cella più interna ed entrò, dopo aver congedato tutte le guardie presenti dando l’ordine di attendere fuori ulteriori istruzioni. Alzò con l’unico braccio disponibile la torcia davanti a se’ illuminando l’ambiente circostante. La prima cosa che udì fu una fragorosa risata. 

 

“Non mi aspettavo che tra tutti, venissi proprio tu biondino” la voce di Kenny Ackerman lo raggiunse poco dopo. 

 

“Capitano Ackerman” disse mantenendo il sangue freddo, non doveva abbassare la guardia, Kenny poteva anche essere un animale in gabbia ma restava un pericoloso animale in gabbia. 

 

“Capitano Ackerman, è così che ti rivolgi a Levi ora?” Erwin non colse la provocazione 

 

“Non sono venuto fino a qui per parlare di lui” Kenny si fece più vicino, per quanto le manette glielo permettessero. 

 

“Allora non vedo proprio perché tu sia qui moccioso, visto che Levi è l’unica cosa che noi due abbiamo in comune”. Erwin non poteva negarlo. 

 

“Oggi combatteremo per riconquistare i territori esterni, ripareremo la breccia nel Muro Maria” Kenny non lo lasciò finire di parlare 

 

“E quel moccioso di Eren potrà entrare finalmente nella sua cazzo di casetta per cercare, cosa il suo caro, pazzo genitore gli ha lasciato prima di trasformarlo in un mostro ed essere divorato?!” Erwin a suo malgrado non riuscì a nascondere un’espressione sorpresa. Ackerman se ne accorse e prese la palla al balzo.

 

“Ero lì. Ho sentito e visto tutto, e non sono un idiota. Non ci voleva un fottuto genio per intuire la vostra prossima mossa.” 

 

Erwin sospirò, non si era aspettato un confronto facile, avere a che fare con Kenneth Ackerman era peggio che trattare con Levi. Mentre sapeva bene come relazionarsi col secondo, con il primo aveva ancora problemi, forse per quel senso di soggezione che ancora gli trasmetteva dopo tutti quegli anni; e gli avvenimenti degli ultimi mesi non avevano certo aiutato. Su una cosa Nile aveva sempre avuto ragione: avere Kenny Ackerman come nemico era stato spaventoso, quell’uomo aveva dato del filo da torcere persino a Levi, e non era mai successo prima. Erwin stesso in quel momento pensava che fosse l’essere umano più pericoloso all’interno delle mura, non tanto per le sue eccezionali capacità fisiche, con quelle rivaleggiava tranquillamente con Levi o Mikasa; ma per ciò che ancora nascondeva e per i legami che sapeva avere con la vera famiglia reale. Ackerman era un personaggio troppo scomodo e tuttavia indispensabile per loro. Ecco perché lui si trovava lì.

 

“Dimmi cosa vuoi biondino” disse lo squartatore dopo qualche secondo di silenzio. 

 

“Capire il tuo piano, perché vi siete fatti catturare, perché di colpo hai deciso di consegnarci Rod Reiss su un piatto d’argento? Cosa diavolo è successo in quel posto? Cosa ti ha spinto ad agire così?” Kenny rise mettendosi comodamente a sedere per terra. 

 

“Perché credi che ci sia sotto un fottuto piano?!” Fu il turno di Erwin di sorridere sarcasticamente

 

“Perché so che non fai mai niente per niente, voglio capire cosa ci guadagni questa volta e so che sei in possesso d’informazioni utili per noi, per l’umanità”

 

Kenny non rispose, semplicemente si voltò dandogli le spalle, mostrando più interesse per la parete della cella che per il comandante. 

 

“Per quanto ancora pensi che potrai mantenere questo silenzio?” 

 

“Vattene biondino di merda. Riconquista Muro Maria, chiudi quella cazzo di breccia e scopri tutto ciò che c’è da sapere su quel moccioso e sui titani. Io oggi non ti dirò altro. Appena avrai delle risposte, se sarai ancora vivo, torna da me. Porta anche Levi mi raccomando. Forse finalmente potremmo fare una chiacchierata decente; perché ora mi sembra solo di sprecare tempo con un bambino”. 

 

Erwin non rispose, non c’era altro che potesse fare o dire in quel momento. Decise di andarsene e lasciarlo al buio della cella. Poteva sentire la sua risata accompagnare ogni passo che lo conduceva verso l’uscita.

 

Qualche mese prima, Kenny Ackerman dopo averli a lungo ostacolati, arrivando a rapire Eren ed Historia, si era improvvisamente arreso. Quando Levi, Hanji e il resto della loro squadra, lo avevano raggiunto nel punto più profondo della caverna dove si era rifugiato, avevano trovato Lord Reiss legato e imbavagliato come un salame, mentre Kenny e i suoi uomini si arrendevano e consegnavano spontaneamente a loro. Eren e Historia non avevano un graffio e sembravano sconvolti quanto lui per la piega inaspettata che aveva preso la situazione. Ad Erwin tutta quella storia puzzava; cosa poteva aver spinto Kenny ad agire in quel modo? Aveva forse visto qualcosa? Cosa sapeva quell’uomo? E soprattutto perché tradire Rod Reiss? Era questo il vero arcano, perché di colpo aveva voltato le spalle all’uomo che aveva servito fedelmente per così tanti anni? Tradire il sovrano?! Cosa nascondeva il Capitano Ackerman ma soprattutto cosa c’era nel suo passato e in quello di Levi che ancora non conosceva?

 

Dopo l’arresto, Kenny aveva chiesto solo una cosa: poter parlare con Levi, da soli. Il comandante aveva acconsentito; Erwin sapeva che anche il suo compagno in quel momento aveva bisogno di confrontarsi con quell’uomo. Sapeva, anzi sarebbe più corretto dire che aveva intuito dell’esistenza di un qualche legame tra quei due, di cui però ignorava la natura. In quell’ultimo periodo, Erwin era il primo a riconoscerlo, era stato troppo assente, si era mantenuto lontano da Levi, da Eren, da tutti loro, aveva preferito rimanere in ostaggio nella capitale, per cercare di scoprire sempre di più i segreti della famiglia reale e dei Reiss; così alla fine non aveva avuto occasione di parlare personalmente con Levi della questione Kenny e di cosa quell’uomo rappresentasse per lui. Però, dopo aver visto l’espressione del suo compagno di fronte alla cattura dello squartatore aveva iniziato a temere il peggio. 

 

Quella volta, i due Ackerman parlarono per circa un’ora, forse anche meno. Quando uscì dalla cella, Levi non disse una parola, indossava la sua solita espressione indecifrabile. Erwin sapeva che non avrebbe mai mostrato alcuna emozione in pubblico. Infatti; nonostante le numerose domande e l’insistenza di Hanji e di Eren, Levi restò in silenzio per tutta la sera.

 

Quando il comandante lo raggiunse nelle sue stanze, mentre il resto della loro squadra già dormiva, lo trovò ancora vestito, stava bevendo tranquillamente una tazza di the seduto alla scrivania, non sembrava sorpreso dell’intrusione di Erwin, come se se lo sapesse e lo stesse aspettando. 

 

“Il mio vero nome è Levi Ackerman” 

 

Furono queste le prime parole che gli rivolse non appena i loro sguardi s’incrociarono, ed Erwin non dimenticò l’esatto momento in cui vide tutta la confusione e il dolore negli occhi del più giovane. Infatti, dopo queste parole Levi lanciò in uno scatto d’ira la tazza contro la parete frantumandola in mille pezzi; rovesciandone il contenuto. Smith istintivamente si abbassò per raccogliere i cocci 

 

“Lascia perdere pulirò domani” 

 

Si bloccò di colpo; dopo quell’affermazione il comandante capí che la situazione era più grave del previsto. Si avvicinò lentamente sedendosi su di una poltrona, guardandolo allibito.

 

“Vuoi parlarne?” Chiese quasi titubante, forse avrebbe dovuto aspettare che Levi fosse pronto, forse era troppo presto. Non doveva fare quella mossa. 

 

“Gli ho fatto delle domande” iniziò a raccontare dopo qualche minuto di silenzio, stupendolo

 

“E quel bastardo, non ha risposto sinceramente a nessuna” fece una pausa, si fissarono a lungo

 

“Apparentemente non sa nulla dei titani o dei Reiss, lui faceva solo il lavoro sporco per loro” ancora una pausa, Erwin non disse nulla, semplicemente attese che Levi continuasse quella confessione, sarebbe stato li anche tutta la notte se si fosse reso necessario

 

“Poi a un certo punto se ne esce dicendo che il mio vero nome è Levi Ackerman, così l’ho colpito” 

 

Concluse interrompendo il contatto visivo con il comandante, iniziando a fissarsi nervosamente la mano. Erwin ora era decisamente sorpreso, questo risvolto non se lo aspettava. 

 

“Pensi che Kenny sia tuo padre?” Chiese d’impulso, vedendo che Levi non sembrava intenzionato a proseguire oltre 

 

“Non lo so cazzo, l’ho picchiato talmente forte e così tanto da farlo svenire, non ha più detto altro, così me ne sono andato”.

 

Il biondo decise di avvicinarsi, Levi in quel momento aveva l’aria di un bambino impaurito, gli sembrava così fragile, non l’aveva mai visto in quelle condizioni, nemmeno quando lo aveva raccolto dal fango della città sotterranea, nemmeno quando lo aveva visto disperarsi sotto la pioggia sui corpi senza vita dei suoi compagni, nemmeno allora Levi gli era parso così insicuro, così perso.

Se davvero Kenneth Ackerman era suo padre, si potevano spiegare molte cose, però in quel momento Erwin pensava solo alla salute del suo compagno, voleva stargli accanto, fargli in qualche modo sentire la sua presenza, la sua vicinanza, purtroppo però lui non era bravo in quel genere di cose, era un uomo, e prima ancora era un soldato, aveva perso i suoi genitori da bambino e nessuno gli aveva mai insegnato come comportarsi, come esprimere i propri sentimenti, poi aveva incontrato Levi, anche lui versava nella sua stessa situazione, per quello era stato così facile per loro trovarsi, capirsi, amarsi. Ora però sentiva che doveva fare di più, voleva fare di più. Levi venne in suo aiuto. 

 

“Erwin non c’è bisogno che tu faccia nulla” disse alzandosi dalla sedia per andargli incontro.

 

“Vorrei..” iniziò a dire prima di venir fermato dallo sguardo di ghiaccio del capitano 

 

“Davvero non è successo nulla, sono un Ackerman e allora? È solo un cazzo di nome non cambia ciò che sono giusto?” Erwin si rilassò e sorrise dolcemente 

 

“Domani interrogherò io Kenny” concluse semplicemente prendendogli la mano

 

“Se avrà ripreso conoscenza” fu la pronta risposta di Levi 

 

“L’hai picchiato così forte?” Era stupito 

 

“Ero arrabbiato, volevo fargli del male, molto male, mi sono sfogato” fece guardando altrove, Erwin però lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi verso li lui 

 

“Hai ancora voglia di sfogarti?” Gli domandò con una punta di malizia prima di tirarlo verso di se’ e baciarlo.

 

 

Nei successivi interrogatori Kenny non aveva aperto bocca. Ci avevano provato lui, Hanji e Moblit, ma lo squartatore non aveva più detto una parola, insisteva solo nel voler vedere Levi. Peccato che il suddetto capitano volesse evitarlo. Erwin sapeva che c’era sotto qualcosa, forse Kenny aveva confidato altro a Levi. Prima o poi sperava che il suo compagno gli raccontasse tutto del suo legame con il capitano Ackerman. Quello che sapeva l’aveva solo potuto intuire tra una conversazione e l’altra. Gli venne il dubbio che Levi non si fidasse ancora totalmente di lui. Questo pensiero gli fece male, molto male. Doveva riprendersi, tra qualche ora ci sarebbe stata la battaglia decisiva, sarebbe sopravvissuto e sarebbe tornato a cercare delle risposte. Se Kenny Ackerman sapeva qualcosa prima o poi lo avrebbe fatto parlare, per il bene di Levi e dell’umanità. 

 

  
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