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Autore: Mentos E CocaCola    10/01/2020    0 recensioni
La valle di Moonacre è sotto il dominio dei De Noir.
I Merryweather sono solo un'umile famiglia di contadini, sempre indietro con i pagamenti, ma chi non paga è obbligato ad abbandonare la propria casa per servire i De Noir nella loro Rocca.
Questo è il destino di Maria Merryweather...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maria Merryweather, Robin De Noir
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte Maria fece fatica ad addormentarsi, dietro le palpebre si nascondevano le immagini di poche ore prima: quei due, la loro stretta su di lei, le loro minacce.
Ed ogni volta si ritrovava con gli occhi sbarrati ad osservare il soffitto del suo piccolo sottoscala.
E poi ripensava a lui… a Robin, che l’aveva salvata e aveva cacciato i suoi due amici dalla Rocca per sempre.
E se lui…? Maria fermò quel pensiero prima che la sua mente potesse anche solo prenderlo in considerazione.
-Maria-
Un sussurro la riportò alla realtà. Si sedette in fretta e furia, con i brividi lungo la schiena per la paura.
-Chi è?- sibilò, afferrando la prima cosa che le capitò sotto mano, ovvero il suo corpetto.
Una piccola risata si librò nel buio.
-Non credo che con quello tu riesca a far del male a qualcuno-
Un ragazzo dalla carnagione chiara, i capelli ricci e vestito di nero si sedette sul suo letto .
-De Noir? Che ci fai qui nel bel mezzo della notte?-
Il ragazzo fece una risatina divertita.
-Ora non mi dai più del “voi”?-
-Beh sapete com’è, se vi intrufolate nella mia stanza, facendomi venire un colpo non mi viene spontaneo tener conto delle convenienze sociali-
Robin rise divertito.
-Hai sempre la risposta pronta, eh?- disse divertito.
La ragazza scrollò le spalle, cercando di nascondere un sorriso che però non sfuggì a Robin.
-Cosa ci fate qui?- richiese la ragazza, stringendosi la coperta al petto per nascondersi dato che le era tornato in mente che non portava il corpetto ma solo la sottoveste.
Robin ritornò serio.
-Pensavo ti fosse successo qualcosa… ti ho sentita urlare-
Maria sgranò gli occhi. Di certo quella notte il suo sonno era agitato ma non si aspettava così tanto da farsi sentire alla fine del corridoio.
-Stai ripensando a quei due, non è vero?- le chiese seriamente Robin, Maria abbassò lo sguardo tristemente e annuì e non riuscì a vedere i pugni di Robin stringersi per la rabbia e la mascella contrarsi.
-Sento ancora le loro orrende mani su di me, soprattutto sui polsi- sussurrò la ragazza, massaggiandoseli, cercando di non farsi vedere dal ragazzo davanti a lei.
Ma gli occhi di Robin non si distoglievano dalla ragazza, tanto che se anche al buio, avevano notato quel piccolo movimento, prese dolcemente una mano di Maria e la avvicinò al suo viso.
Sul polso c’erano due ematomi, che deturpavano quella pelle colore del latte. Maria ritrasse in fretta la mano, portandosela al petto. Non sapeva perché ma ogni volta che Robin la toccava si sentiva tremendamente a disagio.
-Sono stato uno stupido quella volta nella foresta, non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni e… quei due stavano per …-
La ragazza strinse ancor di più la coperta al petto, pensando a quello che quei ragazzi stavano per fare e che avrebbero fatto se Robin non fosse intervenuto in tempo.
-Se vuoi… posso restare qui a farti compagnia…- disse titubante Robin, studiando lo sguardo della ragazza.
Maria sgranò gli occhi per la sorpresa e sentì le guance arrossarsi per l’imbarazzo.
-Non credo che sia il caso- riuscì a dire, dopo che ebbe boccheggiato un paio di volte.
Robin rise divertito.
-Ma quanto sei maliziosa? Lo dicevo solo per te, magari avere qualcuno affianco stanotte ti potrebbe servire per sentirti al sicuro e riuscire ad addormentarti tranquillamente- disse Robin, appoggiandosi al letto con le braccia e guardando il soffitto.
La ragazza non rispose, stava ancora a sguardo basso per l’imbarazzo.
-Va bè, non fa niente. Buonanotte- disse Robin, scrollando le spalle e lanciando un ultimo sguardo alla ragazza che gli fece un leggero sorriso.
Il ragazzo raggiunse la sua stanza e sospirò sentendo il tepore del fuoco ancora acceso nel camino. Si tolse la camicia ed i pantaloni per indossarne altri molto più morbidi e si sdraiò sul letto, continuando a guardare il fuoco.
Quella ragazza… non riusciva a smettere di pensarla e a rivederla tra le mani di quelli di cui lui si fidava, così piccola, impotente e indifesa. Non aveva vegliato abbastanza su di lei e questo non se lo sarebbe mai perdonato.
Un leggero bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri.
-Chi è?-
La porta si aprì e quando Robin vide chi c’era sulla soglia un sorriso gli increspò le labbra.
Maria sentiva lo sguardo del ragazzo addosso, aveva le braccia incrociate sul petto cercando di coprirsi, sentendosi nuda senza il corpetto, lo sguardo rigorosamente basso per la vergogna.
-Dimmi- disse Robin quasi dolcemente.
-Ecco, mi chiedevo se possiamo restare ancora a parlare, io… non so…non riesco a…
-Ad addormentarti?- concluse lui la frase per lei.
-Già-
Robin sorrise.
-Vieni qua Maria, puoi dormire qui per stanotte, ci sveglieremo prima dell’alba, così le altre serve non vedranno che hai passato la notte qui e ti lasceranno in pace-
La ragazza impallidì e iniziò a tremare.
-Io non posso…non possiamo…-iniziò a balbettare, impaurita, indietreggiando.
Robin scese dal letto e le si avvicinò, la guardò negli occhi.
-Maria ascolta, certo che puoi, non ti stai approfittando di nulla credimi, sono stato io a proporti di stare qui stanotte. Sai che non ti toccherò neanche con un dito, vero?- le chiese, asciugandole una lacrima che le scorreva lungo una guancia con l’indice.
Maria lo guardò leggermente spaventata e Robin capì che non si fidava di lui. E come darle torto? Non si era comportato affatto bene con lei.
-Facciamo così, tu dormirai nel mio letto, mentre io dormirò per terra- disse lui, chiudendo la porta della stanza -L’importante è che resti qui e che tu non abbia paura- disse il ragazzo per poi darle le spalle, ma Maria fu più veloce e gli prese una mano.
-Non ti lascio dormire per terra Robin!- esclamò con decisione.
Il ragazzo si voltò a guardarla sorpreso, per la prima volta lo aveva chiamato per nome.
Maria si accorse subito e precipitosamente si corresse, quasi urlando “Principe!”.
Robin sorrise leggermente.
-Allora dormiamo tutti e due nel letto e…- aggiunse vedendo il labbro inferiore di Maria tremare -…ti giuro sul mio onore che non ti sfiorerò neanche con un dito-
Lo sguardo serio del ragazzo le infuse fiducia, tanto che gli sorrise lievemente, distogliendo lo sguardo da quello profondo del ragazzo.
Robin sorrise e si sdraiò sul letto, poi si voltò verso la ragazza che stava ancora in piedi in mezzo alla stanza a sguardo basso.
-Non vieni?- le chiese perplesso.
Maria sembrò risvegliarsi dai pensieri che le stavano occupando la mente, annuì e si avvicinò al letto, si sedette lentamente, dando forzatamente la schiena al ragazzo e si mise sotto le coperte, sospirando di piacere per la morbidezza di quel letto.
Era quasi sul bordo del letto tanto cercava di star lontano da Robin, che invece non faceva altro che guardarla, i suoi capelli ramati lo ammaliavano, per non parlare del suo profumo.
-Perché?- sentì il ragazzo improvvisamente.
-Come?- chiese perplesso.
-Perché hai fatto tutto questo? Non credo che lo avresti fatto per le altre serve-
Robin guardò per un attimo il soffitto, incrociando le braccia nude dietro la testa.
-No infatti, non lo avrei fatto per tutte. O meglio per nessun’altra tranne che per te- concluse quasi con un sussurro.
Maria si irrigidì, ma non disse nulla, quelle parole l’avevano colpita e non sapeva dire se fosse semplicemente sorpresa, inorridita o spaventata.
-Voglio solo che tu stia bene…- sussurrò lui -… fino a quando non te ne andrai dalla Rocca-
 
 ECCO UN NUOVO CAPITOLO E COLGO L'OCCASIONE PER AUGURARVI BUON ANNO!
  
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