Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Miryel    14/01/2020    26 recensioni
Peter Parker potrebbe catalogare quella giornata come la peggiore mai vissuta di tutta la sua vita; ha un esame importante, lo stomaco vuoto e il destino avverso, e la mattinata è appena iniziata. Eppure, in quel mosaico infinito di sfighe e colpi incassati, qualcosa sembra destinato a cambiare per sempre la sua vita. E se questo qualcosa, paradossalmente, fosse dato proprio da una delle peggiori prospettive che possano capitare nel traffico urbano? Tipo... un tamponamento?
[ Tony Stark x Peter Parker - 23yd!Peter - No Superhero!AU - Fluff/Romantico ]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Feed your need for AUs'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
  [ Tony Stark x Peter Parker - 23yd!Peter - No Superhero!AU - Fluff/Romantico - wc: 2891 ]
 
Come Innamorarsi
Dopo Un
Incidente Stradale
 
~
Guida Di Peter Parker
 
 
 
 

 

Capitolo II. 

  Se c'è una cosa che Peter ha compreso, in quel lasso di tempo intercorso tra l'incidente stradale e quel passaggio di fortuna, è che il suo esame non sembra più la priorità che pensava, e nemmeno così spaventoso come credeva. Forse perché Tony Stark siede accanto a lui e sorride sereno, guardando fuori dal finestrino; le gambe incrociate, una mano sul ginocchio, e una sicurezza che Peter vorrebbe appartenesse anche a lui. Ha passato anni della sua vita a seguire quell’uomo sui social, in tv, a leggere le sue biografie e i libri a lui dedicati, persino quelli che non lo dipingo esattamente come un santo; o il genio, playboy, miliardario, filantropo che tanto decanta di essere, in varie occasioni pubbliche;  eppure è lì, nella sua auto, e lo sta salvando da un destino nefasto. Gli è grato, per i soldi, per la premura e per aver messo da parte una superficialità che sa lo appartiene, ma si sente incredibilmente a disagio, mentre quel silenzio lo schiaccia e vorrebbe dire tante di quelle cose, che alla fine finisce per tacere.

  «Di che si tratta?», chiede il signor Stark, e Peter sussulta.

  «Prego?» 

  L’uomo si volta a guardarlo e poi alza le sopracciglia, con un sorrisetto. «L’esame. Di che esame si tratta?» 

  «Oh… nanotecnologia. Il mio ultimo esame prima della laurea.» 

  «Accidenti, quanti anni hai? Non sei un po’ giovane per laurearti di già?» Le sue sopracciglia si alzano di più, ma sembra davvero stupito. Peter non riesce a credere che stia fingendo di essere sorpreso. Sembra colpito per davvero, ed è questo a metterlo ancora di più a disagio. 

  «B-be’, ho ventitre anni. Compiuti da poco, a dire il vero. Ho… cercato di finire prima che potessi, signor Stark, per una serie di motivi che non le sto nemmeno a spiegare.» Sarebbe lungo, e dannatamente complesso, dirgli che ha bisogno di entrare immediatamente nel mondo del lavoro per iniziare a guadagnare qualche soldo o lui e sue zia, con un solo stipendio, inizieranno a risentirne, di quell’acqua alla gola che li soffoca alla fine di ogni mese. Non è facile ma Tony Stark, questo, non può saperlo.

  «In effetti, anche io ho finito di fretta l’università. Non vedevo l’ora di uscire da quella maledetta scuola e mettermi all’opera», ammette, con un sospiro di sollievo; simbolo che, dopotutto, non ricorda quegli anni con una certa felicità. Peter si chiede il perché, siccome per lui, dopotutto, lo studio non è mai stato un peso ed è qualcosa che gli è sempre riuscita dannatamente bene. Cerca di sorridere.

  «E lo ha anche fatto. Ho letto la sua biografia e alla mia età aveva già messo sul mercato alcune cosette interessanti. Non posso negare che, in qualche modo, lei mi è di grande ispirazione», dice, e quella conversazione pare si stia trasformando in un agglomerato di confidenze melense. Non gli piace che sia così, perché sa quanto certe lusinghe possano irritare le persone famose, ma si ricredere quando Stark allunga un sorriso furbastro sul viso, segno che gli fa piacere che lo si elogi a quel modo.

  «Allora non sei un fan casual, Parker! Sei davvero un mio fedele seguace. Ti sei addirittura letto quella noiosissima cosa? Lo sai che non l’ho scritta io, vero?» 

  «Lo immaginavo. Però ha comunque dato l’okay per pubblicarla, quindi deduco che qualche verità, là dentro, ci sia», dice, e spera di non essere stato troppo arrogante. 

  L’uomo sospira; si passa una mano tra i capelli brizzolati e poi arriccia il naso. «Qui e lì c’è qualche bugia. Un po’ di infanzia romanzata, il rapporto con mio padre reso meno ostico. Diciamo che è stato meglio così, o la verità avrebbe alzato polveroni vergognosi e mi avrebbe rovinato la reputazione.» 

  «Non te la sei già rovinata abbastanza da solo, Tony?», chiede Happy, ironicamente. Peter pensa che per essere un autista, abbia fin troppa confidenza col signor Stark; quest'ultimo ridacchia e si sistema la giacca con un gesto abituale. 

  «Fai poco lo spiritoso, tu», lo redarguisce, poi si volta di nuovo verso di lui, e Peter distoglie ancora lo sguardo. Non sa perché non riesce a sostenere per troppo il contatto visivo con quegli occhi dalle ciglia lunghe. «Dicevo: la parte degli studi, invece, è abbastanza fedele. Anche se hanno omesso un paio di espulsioni e altre cose disdicevoli che non ti racconterò. Non sono importanti, e nemmeno interessanti. Comunque ci sono modelli decisamente meno arroganti, da seguire… e tu non mi sembri uno che vuole diventare il prossimo Tony Stark, Parker.» Pare dirlo con una certa amarezza. Si allarga il colletto della camicia, a disagio. Forse non è abituato a fare certe confidenze. 

  «È un modello, signor Stark. È riuscito a fare in imprese che quasi nessuno è riuscito a realizzare. Sinceramente sulla sua famosa indole potrei avere molte cose da dire, ma sul suo operato solo complimenti. Mi piacerebbe riuscire ad arrivare in alto dove è arrivato lei… magari senza tamponare nessuno per poi doverlo portare in università a fare un esame», cerca di ironizzare, perché sa che quella sincerità nei riguardi della sua personalità – qualcosa che, comunque, è risaputo nel mondo – potrebbe averlo offeso sul serio. 

  L’uomo alza le sopracciglia. «Oh, ma quello è stata colpa di Happy. Guida lui perché mi fido, ma da oggi dovrei iniziare a tenere gli occhi incollati alla strada, siccome non è più affidabile come un tempo», ridacchia, e Peter è felice che abbia glissato sul suo commento. Happy sbuffa; lo vede alzare gli occhi al cielo, attraverso lo specchietto retrovisore. Deve ammettere che, dopotutto, l’atmosfera si è abbastanza alleggerita. O, forse, non è mai stata pesante come credeva. «Datti da fare, Parker. Poi agisci come devi agire, senza prendere troppa gente come modello. L’importante è non arrendersi di fronte a niente e prendere le decisioni giuste. Se sarai bravo abbastanza, sarai qualcuno, un giorno», continua, e gli regala un bel sorriso da ammirare; così intenso che Peter sente di nuovo la necessità di abbassare lo sguardo. Forse è arrossito. Forse ha sorriso senza nemmeno accorgersene. Vorrebbe ringraziarlo, ma l’auto si ferma di fronte alla sua facoltà. Mette la mano sulla maniglia e, prima di aprire la portiera e andare via, si morde il labbro inferiore e alza gli occhi verso l’uomo, che ricambia, in attesa.

  «La ringrazio, signor Stark. Mi ha salvato l’esame. Dovrei ancora farcela, se tutto va bene. Mi dispiace per la sua conferenza stampa… spero di non averle causato troppo disagio.»

  Tony Stark sbuffa divertito e gli fa un gesto con la mano, di tranquillizzarsi. «Nah, e comunque non è colpa tua. Succedono, gli incidenti, e di certo è più importante il tuo esame, che una conferenza stampa a cui non volevo nemmeno partecipare. Ci siamo fatti un favore a vicenda, Parker.»

  «Grazie, signore. È stato bello, conoscerla. Quando lo racconterò, non ci crederà nessuno, penso», ammette, e fa per rivolgersi a Happy per salutarlo, ma l’altro lo ferma e gli porge un bigliettino, tenendolo tra due dita. Peter lo prende tra le mani e lo guarda confuso e Tony Stark sorride, di fronte al suo mutismo.

  «Il mio numero. Se ti servisse qualcosa, che so… altri soldi, nel caso quelli che ti ho dato non fossero abbastanza per mettere a posto l’auto, chiamami. In più, siccome ti interessa il mio stesso ambito, potrei darti una mano a trovare un posto, quando finirai l’università.»

  «Signor Stark, lei domani non si ricorderà nemmeno chi sono», dice, ridacchiando, ma dentro di sé sente smuoversi una certa malinconia, siccome quel fatto – di cui è certo al cento per cento, un po’ lo rattrista. 

  «Tu mandami un messaggio. Rimarrai sorpreso di quanto è ineluttabile la mia memoria.» Ride da un solo lato della bocca, e Peter si sente soffocare. Come se una miriade di farfalle svolazzanti gli avessero otturato le vie respiratorie, all’improvviso. «Ora smamma, sciò o sarà stato tutto inutile. Ci vediamo, Parker. In bocca al lupo», conclude, facendogli cenno con una mano si andare via di lì. Lo sprona a uscire, quando Peter si sente impietrito e incapace di fare qualunque cosa che non sia guardare il signor Stark con la bocca spalancata.

  Saluta con un lieve cenno e, mentre si incammina verso l’entrata della facoltà, l’auto sfreccia via con un rumore di marmitta sportiva che rimbomba e scoppietta. L’unica cosa a cui riesce a pensare, mentre stringe nervoso le spalline del suo zaino, è «Ho… il numero di Tony Stark?» 

 

 

  Dopo l’esame ha passato ore e ore a rimuginare sul da farsi. Ore che sono diventate giorni, che infine sono diventate due settimane. Non ha mai trovato il coraggio di farlo – di chiamarlo, fino al giorno in cui ha saputo la data della sua tesi di laurea e, dunque, la fine di quel percorso, per poi iniziarne un altro ancora più impegnativo: quello lavorativo. Sospira, con il cellulare stretto tra le dita e Ned, seduto di fronte a lui al bar della facoltà, che gli dice che non ha altre occasioni e che, secondo lui, ha aspettato anche troppo per farsi sentire.

  «Fossi stato io, lo avrei chiamato il giorno stesso, solo per dirgli che l’esame era andato bene. Poi poteva ignorarmi, fingere di non conoscermi, ma ci avrei provato!» 

  «Io non ho la faccia come il culo che hai tu, Ned!», esclama Peter, e dà una lunga sorsata alla sua limonata ghiacciata. Gli viene quasi il mal di testa, per quanto è fredda. Non sa che fare.

  «Peter, non è mica la tua criptonite? Andiamo! Devi solo tenertelo stretto, siccome può spianarti il futuro e darti un lavoro nel campo dove più eccelli! Cristo, è Tony Stark! Hai il suo numero! Che accidenti stai aspettando, di grazia? Che si dimentichi chi sei?»

  «Probabilmente lo ha già fatto…», sbotta, poi poggia i gomiti sul tavolo e si infila le dita tra i capelli, disperato «Dio, che imbecille sono stato, a far passare così tanto tempo! Ah, e poi… non ho una cotta per lui!», protesta, ma sa che le sue guance rosse sottolineano quella bugia. Si sente un deficiente perché, in qualche modo, Tony Stark lo ha ammaliato col suo fascino e lui ne è sempre stato succube solo guardandolo dai giornali. Figuriamoci ora che lo ha conosciuto dal vivo, e lo ha visto fare tutte quelle espressioni facciali irresistibili, a due centimetri dal suo naso. Ricorda ancora il profumo della sua colonia, e la cura della sua barba tenuta con maniacale ordine sul suo viso incantevole, segnato dal tempo ma comunque affascinante. Peter non ha mai davvero capito cosa gli piaccia, se le donne o gli uomini, ma sa anche che, Tony Stark, è una categoria a parte.

  «Peter…», sospira Ned, e arriccia il naso. «Sono certo mi piacciano le ragazze, ma Tony Stark è in grado di far vacillare anche me. E poi non negare, per favore! Non sono io che ho un ritaglio di giornale con la sua foto, in fondo al mio armad-» Peter gli piazza una mano sulla bocca, rosso come un peperone; di collera e di imbarazzo. Chiude gli occhi e cerca di dimenticare quel fatto, che lo fa sentire seriamente un deficiente. È cresciuto, è quasi un uomo e dovrebbe iniziare a comportarsi come tale, e non come un ragazzino con gli ormoni ballerini, che va dietro al Pin-Up più famoso d’America.

  «Sì, okay, ho capito l’antifona. Gli mando un sms!», sbuffa, e obbedisce. Sblocca il telefono, apre la chat e inizia a tamburellare dita sulla tastiera;  invia immediatamente. Senza rimorsi, ma con tanta paura nel cuore che ha quasi timore gli venga un infarto. Però non vuole che niente gli faccia cambiare idea e, quel che è fatto è fatto.

  «Signor Stark, sono Peter Parker. Si ricorda di me? Il ragazzo dell’incidente. Volevo solo dirle che il famoso esame è andato bene e che il 24 ottobre mi laureo. Grazie infinitamente per avermi salvato la sessione, quel giorno. Gliene sarò grato a vita.» Tony Stark, però, non visualizza subito; nemmeno più tardi. Tony Stark non visualizza per tutto il giorno, anche se le spunte sono comparse entrambe e lo ha di certo ricevuto, quel messaggio. Non visualizza nemmeno all’ora di cena, e nemmeno dopo cena. Peter si infila il pigiama e controlla il cellulare a intervalli regolari di venti secondi e la situazione, Cristo, non cambia mai. Si infila nel letto; affonda la testa nel cuscino con un certo cipiglio, mentre il telefono ora è lì, in carica sul comodino, e non lo vuole più guardare. Oh, no! Non lo guarderà più fino a domani mattina! Garantito! Si gira verso il muro, e si sente deluso, anche se sa che non dovrebbe. Tony Stark è quello che ha sempre pensato: un uomo arrogante, che si prende gioco di tutti, fa promesse che non mantiene e ne gode. Non si ricorda nemmeno dell’incidente, Peter può giurarci su sua zia. Figurarsi se può ricordare il suo nome…

  Poi il telefono vibra, ad un certo punto, e le lancette dell’orologio sul muro segnano l’una di notte, e qualche minuto. Lo prende svogliatamente tra le mani, convinto che sia la solita notifica di qualche gioco scemo per cellulare che ha scaricato e a cui non gioca più e che gli occupa solo memoria interna, ma si alza di scatto a sedere, quando vede che è un messaggio ed è del signor Stark.

  «Dunque sei vivo, Parker! Io e Happy ci stavamo preoccupando, pensavamo che non avessi superato l’esame e che fossi fuggito con i miei soldi in Tennessee! Ti laurei, eh? Be’, è un’ottima notizia. Se avessi bisogno di un colloquio di lavoro, sai dove trovarmi. Hai risolto con l’auto?» Peter ridacchia. Non sa se è nervoso o se è euforico, per quel fatto. Tony Stark è online e, probabilmente, ha semplicemente avuto una lunga giornata di lavoro; eppure è lì, a rispondere proprio a lui. Uno qualunque. 

  «Pensavo dormisse, a quest’ora! Sì, abbiamo risolto. Ce la siamo cavata con un lavoro di settecento dollari. Se rivolesse il resto indietro, siamo pronti a darle la differenza.» 

  «Come ti ho detto, tieni il denaro per te. Ti faranno comodo. Vedo che hai trovato il coraggio di scrivermi, infine. Ebbene?» 

  Peter alza un sopracciglio e si morde la lingua, a quella domanda. «Ebbene cosa?», chiede, e l’uomo inizia subito a scrivere.

  «Che fai domani pomeriggio? Hai lezione?» 

  «No, domani pomeriggio sono a casa. Perché?», chiede e il cuore gli inizia a battere un po’ troppo velocemente, per i suoi standard; senza contare che ha raggiunto la carotide e lo sta per sputare, siccome è nervoso. 

  «Prendiamoci un caffé. Porta il programma della tua tesi, e io ti mostro un po’ come funziona lavorare alla Stark Industries. Alle 14:00, Rockaway Boulevard.» 

  «Non è dove abbiamo avuto l’incidente stradale?», chiede, e sa che sta per avere un infarto al miocardio. 

  Se lo immagina, il signor Stark, che ride soddisfatto di quel fatto, siccome sa per certo che lo ha detto consapevole che si tratti proprio di quel posto. «Lo è? Non me lo ricordavo nemmeno!», scrive, ed è un bugiardo, Peter lo sa. Un bugiardo, però, che sta cercando di aiutarlo a crearsi un futuro. Gli è grato. «Che ne dici, dunque?» 

  «Va benissimo il posto e l’ora. Non mancherò. Grazie mille.» Sorride leggermente, mentre tamburella i  pollici sulla tastiera per scrivere quelle parole di gratitudine, che nascondono molto altro. Peter ha una cotta per Tony Stark, e non sa come giustificarla. Come se si potesse fare una cosa del genere, con i sentimenti… ma non pensa ad altro, da quando l’uomo gli ha ceduto il suo numero di telefono, quel giorno nella sua macchina. Quel giorno che sembrava un inferno, e che ormai Peter ricorda come uno dei migliori mai avuto in vita sua.

  «Sii puntuale, e ora dormi. A domani, Parker.» 

  «Buonanotte, signor Stark.» Vorrebbe smetterla di sorridere, ma non ci riesce. Sa che sarà puntuale, forse largamente in anticipo… giusto per provare l'ebbrezza dell’ansia ormai familiare di attendere l’inatteso, col cuore in gola. Una sensazione che odia a morte ma che, certe volte, è incredibilmente soddisfacente. Il signor Stark va Offline e lui si stende col cellulare stretto tra le dita e l'occhio gli cade inesorabilmente sulla foto profilo dell’uomo, quella che ha scelto per la chat. Ci clicca sopra, la ingrandisce e la salva sul suo telefono. Si sente un deficiente, ogni istante di più, ma non riesce a mentire nemmeno a se stesso, mentre osserva la foto di un uomo affascinante, bagnato dalla luce del sole, gli occhiali scintillanti e un sorriso sicuro e sornione rivolto persino alla stella più grande del sistema solare, come se nemmeno lei fosse poi così grande, di fronte a Tony Stark. L’uomo dell’anno da troppi anni. L’uomo delle copertine e dei tabelloni pubblicitari, che vanno dalle auto di lusso ai detersivi per la casa. Qualcuno che Peter non riesce più a togliersi dalla mente. 

  Nasconde la testa sotto al cuscino e spalanca un urlo nella federa. Lo imprigiona lì, poi volta la testa disperato verso l’orologio. I minuti passano, e il suo sonno lo abbandona. Il signor Stark al centro dei suoi pensieri. Sarà una lunga notte, lo sa già.

 
 
 

Fine Capitolo II
 

 

 

♥ Note Autore ♥

 
Buonaserissima, kaffé????? Come procedono questi primi giorni dell'anno, ordunque? Spero tutto okay, qui si tira avanti! Felice di trovarvi anche qui, in questo inaspettato secondo capitolo dove, infine, si scopre qualcosa di più su questi due imbecilli che continuano a rovinarmi inesorabilmente la vita da quasi due anni ♥ Peter ha superato l'esame, Tony sopravvive alla vita di Pin-Up più famoso d'America e gli ormoni viaggiano. Che cosa ci dobbiamo aspettare, dunque? Non ve lo dico, lo scoprirete solo vivendo, la prossima settimana ** EH VOLEVI, EH! GUARDA CHE FACCIA, NON SE L'ASPETTAVA (cit.) Sperando che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va ♥ Mi farebbe piacere un parere! 
 
 
A presto, La vostra amichevole Miryel di quartiere.

 
   
 
Leggi le 26 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Miryel