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Autore: Nao Yoshikawa    18/01/2020    11 recensioni
Raccolta partecipante alla "Challenge delle sei coppie" , indetta da GiuniaPalma/Lady Palma sul forum di efp".
1 - Johnlock: Dignità, si disse.
John aveva il fiato corto, come se avesse corso. E in effetti così era stato. Raggiunse Sherlock, cercando di sistemarsi la cravatta, sperando che non volesse ucciderlo.
«Eccomi», ansimò. «Quanto ho fatto tardi?»
«Ventidue minuti, circa», rispose Sherlock, continuando a non guardarlo. «Come ti è venuto in mente di arrivare in ritardo proprio oggi?»
2 - Sherlolly: «Già di mio non vorrei essere qui. Se poi hai anche quell’espressione funebre è ancora peggio», dichiarò Sherlock Holmes con la sua solita indelicatezza.
3 - Euriarty: Lui le sfiorò il collo con le dita e respirò ancora una volta – non gli bastava mai quell’odore, mai – il profumo sui suoi capelli, il profumo di un vento pericoloso e mortale, che magari avrebbe finito con l’uccidere anche lui.
4- Adlolly: Non in molti sapevano che Irene Adler ci sapesse fare anche con le donne, oltre che con gli uomini. E quella sera aveva adocchiato la sua preda. Facendosi elegantemente spazio tra la gente, Irene si avvicinò alla ragazza seduta sul divano. Molly alzò lo sguardo, sentendosi molto poco lucida, un po’ estraniata dal mondo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Eurus Holmes, Jim Moriarty, John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di cuore
2 – NOTP: Sherlock/Molly
 
Under the snow
 
Molly Hooper aveva sempre avuto una grande pazienza ed era raro che si arrabbiasse. Anche quando capitava, sapeva trattenersi in maniera quasi impeccabile.
Ma c’era una persona in grado di mettere a dura prova i suoi nervi e il suo cuore innamorato: Sherlock Holmes, così dispotico e difficile, ma per cui aveva irrimediabilmente perso la testa.
Se Sherlock fosse o meno innamorato di lei, questo non avrebbe saputo dirlo. Avevano quella che si poteva definire una relazione, ma sembrava che l’unica a tenerci davvero fosse lei e lei soltanto. Aveva sempre saputo cosa significasse stare accanto ad una persona come lui, lo aveva sempre immaginato, ma non sempre era facile.
Soprattutto perché Sherlock alle volte sembrava totalmente chiuso in se stesso. Sembrava che qualsiasi cosa dicesse o facesse non fosse mai abbastanza.
E Molly era scoppiata, un giorno, al loro ennesimo litigio, che quella volta non era riuscita ad evitare, troppo provata da mesi di frustrazione.
«Già di mio non vorrei essere qui. Se poi hai anche quell’espressione funebre è ancora peggio», dichiarò Sherlock Holmes con la sua solita indelicatezza. A quel punto Molly era arrossita ed era indietreggiata di scatto. Già avere un appuntamento con lui risultava difficile, non poteva concederglielo almeno il giorno della vigilia di Natale? Adesso che era tutto imbiancato di neve e terribilmente romantico?
Sognava forse troppo?
«Va bene, d’accordo. Se non vuoi essere qui con me, vai allora, non intendo costringerti», sorrise, nervosa, come di solito faceva, strofinandosi le mani per combattere il freddo. «Dopotutto finisce sempre così, non è vero? Stiamo insieme, ma non sembriamo insieme. Io provo ad avvicinarmi, a compiere un passo verso di te… e tu rimani sulle tue. Certo, ovvio, so che fa parte del tuo carattere, ma almeno per una volta, solo una, non potresti dimostrare di tenere un po’ a me?»
Per Molly fu liberatorio, ma si sentì anche tanto stupida e infantile. E in effetti Sherlock la stava osservando con un sopracciglio inarcato e con quei suoi occhi azzurri e gelidi.
Si sentì osservata così tanto che quasi provò disagio.
«Amh… io… mi spiace. Anzi, sai cosa? Dimentica quello che ho detto, non ti sto mica dicendo che devi cambiare per me. Ah, figurarsi», scosse il capo, lasciandosi andare ad un altro sorriso amaro. «Già è tanto per me essere qui, non posso aspirare a troppo… giusto?»
Sherlock alzò gli occhi al cielo. La neve intorno a loro continuava a cadere e quella sciocca ragazza avrebbe finito con l’ammalarsi. Per questo, senza pensarci troppo, si sfilò la sciarpa e la sistemò attorno al collo di lei.
Molly arrossì e tremò, sciogliendosi all’improvviso.
«Piuttosto che parlare troppo e a sproposito, dovresti pensare a coprirti di più», affermò, per nulla irritante, ma anzi, quasi dolce, delicato.
Sorrise, questa volta di felicità.
Non c’era nessuno in grado di farle saltare i nervi più di Sherlock Holmes.
Ma non c’era nessuno neanche in grado di sorprenderla quanto faceva lui.
 
Nota dell’autrice
È successo, ho scritto una Sherlolly, IO. Ce l’ho fatta e mi è anche venuta fuori una cosa abbastanza fluff (ho improvvisato, non avevo totalmente idee), anche se la parte più divertente è stata far sclerare Molly.
Perché sì, me la immagino frustrata e sofferente perché non sa come approcciarsi a Sherlock, se devo immaginarmeli insieme, penso a lei molto romantica e dolce e lui molto… no. Teniamo conto che la Sherlolly è una delle coppie che più NON MI PIACCIONO, oltre al fatto che mi ha fatto stranissimo scrivere di Sherlock che non sta con John, ma va bene, dettagli. Spero vi sia piaciuta, tenete conto che è LA PRIMISSIMA VOLTA, quindi non so esattamente come sia venuta fuori.
Alla prossima.
   
 
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