Fumetti/Cartoni americani > Transformers
Segui la storia  |       
Autore: MilesRedwing    24/01/2020    1 recensioni
"Si, ho scritto io la storia.
E si è in terza persona, preferivate altro?"
Genere: Avventura, Commedia, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knock Out, Megatron, Nuovo personaggio, Starscream
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
" Non vorrei scrivere molto su Venezia; penso che tutti la conoscano. È realmente simile, fino al fastidio, ai vari souvenirs de Venice; quando mi sono fermato per la prima volta a piazza San Marco, sono rimasto confuso e a lungo non ho potuto liberarmi dalla opprimente sensazione che non fosse un luogo reale, ma il Lunapark dove deve svolgersi la notte veneziana. Aspettavo soltanto che cominciassero a gemere le chitarre e che il gondoliere cantasse come il signor Schütz. Por fortuna il gondoliere ha misteriosamente taciuto, ma alla fine mi ha derubato in modo poco cristiano, agitandomi davanti agli occhi un qualche tariffario. "
~ Karel Čapek


Tarn Ebenezer Damus Glitch Breaker si era senza posa definito un uomo d'onore e un'unità colta, nel mezzo putrido d'ogni becera missione che s'era trovato ad affrontare nel corso degli svariati madidi conflitti del pianeta dei digit dalle lune di grafite.
Aveva letto una abnorme e sconosciuta ai molti caterva di tomi sedicenti letterari provenienti dagli angoli remoti d'ogni cosmogonia esistente, alcuni trafugati, requisiti, recensiti o ineluttabilmente condannati alle più atroci fusioni, a vivo o meno, essendo di fatto egli stesso un esecutore, un inquisitore e dunque per definizione un peccatore contro l'arte, che pure amava l'arte.
La filosofia austro-germanica aveva segnato da principio la dubbia ricerca della giusta rotta, al di là della Peaceful Tiranny o qualunque altro ferro a suo disporre.
Autori ahilui organici, come Kant, Hegel, Marx, Nietzsche, Heidegger, Gadamer, Schmitt, Marcuse e Habermas sortivano sulle sue schede neurali lo stesso effetto che su Kaon avevano gli upgrade, su Mirage forse, le dissezioni in loco di modelli d'avanguardie spente dei vorn precedenti i 13, quindi sia antiquati che moderni, su Megatron la ricerca dell'antimateria, su Optimus Prime la lettura del database di Iacon, su Redwing Skyfire la comprensione ultima di tutti i suoi poteri e le sue predestinazioni.
E su Stormrider il mettersi in costante, insolvibile periglio.
A sue spese.

Esattamente confuso ed oppresso in un luogo irreale d'incubo sognante e sfumato s'era percepito a porre stivale ignaro nella cosiddetta città degli esseri umani, oggetto dell'incarico.
Non poteva immaginare i problemi non si sarebbero giammai risolti a un pianeta di primitivi in cui gli organi e gli oggetti erano tanto minuscoli da perder senso al suo vedere - pur essendo ormai misero anche lui - anzi avrebbero da subito fatto l'incontro degli acerrimi autobot, sotto copertura anch'essi, trovandosi a spendere il primo mezzo joor utile a scardinare le fondamenta della loro insulsa divisione secondaria, capeggiata dalla prima discendente di Overlord, finendo "vittoriosi", si, ma esausti e pateticamente inutili in una stanza d'hotel, alle sette di sera, mentre era subito alba ad attenderli sui canali spettrali che saggi e affabili promettevano.
Morte e lacrime.
Dolore, avvilimento, malcelata e speranzosa disillusione non avevano fatto altro che attanagliare i suoi ex semiassi dacché si fosse nascosta dietro una splendida umana riccia pervinca e rame.
Kornelia conosceva il vero Tarn di Messatine, ne aveva avuto l'onere, non l'onore da quando era fuggita quella cifra da Iacon, dalla custodia del giovane Comandante Skyfire, appuntato il giorno prima, aiutata da una vittima di empurada, un escluso e un appestato a scampare una disgrazia per cui aveva optato lei stessa.
Colui che aveva conosciuto ai confini era già un torturatore, era già ricolmo d'odio, vendetta e privo anche solo di finzione di sentire, solo che ancora non lo sapeva.
A ripensarci meglio non le capitava di piangere, non versava nulla che non fosse bieco furore da battaglia, combattere, perire, la gloria. Cose che le avevano inculcato da quando era una bambina, all'età di Josephina sarebbe stata in grado di spegnere un mech del doppio della sua datazione, eppure si era sempre avvertita sbagliata, graziata, presuntuosa in torto, dato l'essere designata a tutto fuorché grandi cose.
Sfiorando la guancia destra arrossata da un piccolo livido di un ex servosistema inguantato il doppio oltre i suoi, risate di sale le solcarono gli zigomi a tornare a quel mezzogiorno, lasciò le gambe penzolare dalle tegole rossastre e si soffermò a specchiarsi in quegli acquerelli sporchi il tanto che le servisse per smettere di piangere, indossare la maschera invisibile che Ebenezer avrebbe potuto soltanto sognare e tornare dai commilitoni, a quel che aveva deciso, perché era il futuro e solo lei poteva vederlo, ma il passato, al contrario, la sollazzava esattamente come il suo Cavaliere.



"Stai ridendo?"
"Se lo stessi facendo sarebbe un problema?"
"Si."
"Allora sto ridendo."
"Non c'è nulla di divertente, guarda dove ci troviamo. Organismi di carne che strillano, sporcano e puzzano, e sì che ormai anche questo pianeta di sottosviluppati dovrebbe conoscere il concetto di doccia. È tutto ridicolmente piccolo, e POI ..."

Un alieno più scuriccio rispetto agli altri abbigliato di stracci modesti s'era loro avvicinato con un mazzo di vegetazione in mano e senza paura lo aveva porto allo Sterminatore, indicando la bella straniera nella blusa bordeaux abbinata ad un appariscente strascico in raso in pieno giorno al centro di Venezia.
"Rose! Rose, gentile Generale, compra rosa per sua bella Principessa, solo 2 euro ..."
Generale. Come dannazione ed Unicron facesse quel terrestre a essere a conoscenza del suo titolo non ritenne saggio domandarlo, eppure Lei al solito si prospettò entusiasta, batté gli odiosissimi artigli in coro, girò una riverenza, prese il fiore e ovviamente azzardò accontentarlo l'indiano in questione.
A ragion veduta Vos doveva somigliare a quel luogo dimenticato da Towards Peace e dai Decepticon.
"Non me ne compri una, Ebenezer?"
" NO."
"Oh, suvvia che muso!" Aveva pure osato strizzarsi i suoi baffi e le sue gote in mano come fossero stati di gomma!
"Nemmeno mezza?"
La sua vocetta aveva ben oltrepassato il sordo tubare e starnazzare delle creature orrende e grigiastre che deambulavano e svolazzavano per quei lastroni roventi di cemento - chiamati curiosamente piccioni come le sberle di Nickel - a ricordargli tanto i vehicon della Perfidissima.
Prese la rosa, ruppe lo stelo dividendolo dal gambo, buttò via il fiore, arreso ed appassito, diede il restante alla donna e con baritonale ed arcuata velatura di nota procedé in un marcato
"Mezza."
"Quanta pazienza serve con voi maschi."

Non si sarebbe detta tanto idiota e debole e sensibile proprio in quello di biasimato e maledetto frangente.
Era una seeker, un'Air Commander, un'assassina, una spia, una mercenaria, una sopravvissuta.
Piagnucolava per uno schiaffo immeritato ricevuto dalla voce bassa di un uomo, un sedicente tale.
Che esempio avrebbe preteso di fornire alla povera Cattivella, come diceva suo zio?

"Mi sono permesso di recuperartene una."

Certo, si stupì anche lei di constatare i poteri di ognuno ancora prettamente intatti al cambio di esteriorità: i suoi veleni e le sue fiale funzionavano, Kaon conosceva a menadito ogni circuito ed elettricità portante e con lui 67, Reduvja aveva le mani in mezzi guanti di seta circondate da scariche rossastre, Starscream l'adamantio sulle dita, Knockout un arsenale nella tasca interna del cappotto e una sega rovesciata legata al polso, Megatron sembrava nient'altro che se stesso, la Divisione di Giustizia pure, persino Nickel, dietro le fattezze di una famosa e minuta umana degli States, Vos aveva gli spuntoni, Helex e Tesarus le fonderie e le tritatutto in scala ridotta e gli inservienti degli Skyfire e il Predacon persino.
Cosa aveva tenuto del suo dono Tarn di Messatine?
La forza bruta, la quasi immortalità trafugata alle sue fiale di rosso porpora senza dirle altro, la testardaggine di uno scorpione, il suo amore finto da bravo Ingannatore? Poca insignificante roba comunque.
Aveva conservato la voce, quella che davvero sulla Nemesis aveva spezzato la sua ala, che Lei aveva fatto ricrescere con la Perfidia trafugata alla Creatrice, non era stata un'illusione, no, l'aveva ferita. Aveva solo scelto di non farglielo vedere.
Quando aveva affrontato Arcee da sola, rischiando di finire sotto un naviglio del porto ed annegare, l'aveva tirata su, l'aveva rianimata e soccorsa e non contento l'aveva schiaffeggiata, non con i guanti ma con tre inutili parole, di fronte all'intero plotone, di fronte a Redwing, a Cassandra, ai suoi e le aveva confessato quanto poco gli importasse di lei, nonostante il suo contrordine.

"Non pensare nemmeno per un nanociclo di provare a giocare con me. Qui non siamo nello spazio, né a Garrus-9, né su Cybertron. Se provassi anche solo a pensare di svignartela col suicidio potrei doverti raccapezzare all'Inferno e finirti di persona.
MI SONO SPIEGATO?"


Perciò prima della presunta morte di chi sarebbe giunto a non aiutarla, s'era ripromessa di non tradire mai Windblade, di non cambiare ancora idea.
Gli occhi serrati, si voltò e vide la ragione dell'agire contrario disperato, di nuovo.

"Kaon" sorrise, accettò la rosa e lo lasciò fare perché in fondo sapeva quanto anche lui le somigliasse.
"Neanche tu vuoi ricaricarti?"
"Non è questo, Kornelia, ah ... io non sono un grande fan della cucina terrestre, ecco tutto. Gli animali mi piacciono, non fraintendermi, ma non ... pesci cotti, diamine. Lo so, è strano sentirlo dire da chi stacca processori dalle guarnizioni e lancia scariche da 40000 watt e necrofilia e mutilazione e cannibalismo e cazzate varie neanche vere e blah, blah, blah ... ma anche tu sei"
"Amp. Va bene, ho capito, puoi dirmi come la pensi, sto bene."

Si girò col nero sbavato sulle iridi verdastre in riverbero di giallo, come al solito quando si bagnavano, prese la rosa, giocò con i petali e ne staccò qualcuno, ripiegando lo strascico che avrebbe riposto nella sua camera.
"Sai teoricamente non potrei essere qui, mi metti in una posizione che è bastata a entrambi in passato, credo."
"Credi." Ripeté fissandolo e giocando coi suoi rasta scompigliati.
Rammentava benissimo quando lo aveva lasciato al merjen, mostruosità tecnorganica dai tentacoli avvelenati di toxen a Helix City, persuadendo Ebenezer a soccorrerlo e quindi lasciarla perdere, s'era burlata di lui con le malattie veneree fingendo qualunque sensazione più che gradimento, salendo inesorabilmente in prima fila sulla Lista, ma in fondo alla sedia non importava.
Allo stato attuale era messa peggio di lui.

"Ti posso fare una domanda, Julian?"
"Sai per quanto riguarda Tarn, lui è... oh, dimmi, si, scusa."
Scelse di precederlo e ne strinse due dita inanellate, sporche di polvere da sparo, guardò ancora la laguna di mille lucine ipocrite.
"Perché sei ancora con la DJD? Perché non passi ai Decepticon tradizionali?"
Quindi era Lei.
"Insomma, sei ... ineccepibile, onesto in quello che fai, sei bravo, te lo riconosco, non credo tu ti possa definire soddisfatto di te sotto Ebenezer Breaker. Cosa ti spinge a non abbandonarlo? Io non ... io questo non riesco a capire, se valga la pena oppure... " distolse la coda delle ciglia, lasciò la mano, accennò al cielo e gliela diede quella fatidica frase che entrambi sapevano appartenerle.
"Tanto morirei lo stesso, no? Ma per mano sua o ... mia" Rise, sfacciata, divertita dal suo patire, si alzò e con una pacca sulla spalla fece per lasciarlo a meditare.
Kaon esitò un minuto, due, tre, contò fino a dieci e ricontò di nuovo, determinato a non concedergliela né dargliela a bere quella perla d'acume.
L'aveva rubata, tantovaleva usarla.

"La verità è che non saprei come gestirmi senza di loro, Pervinca."
Spalancando le sue stesse lacrime si girò a quel nome e stette sulla soglia della portafinestra dell'albergo ad ascoltarlo.
"Insomma guardami bene. Io sono un arlecchino e il ruolo dell'arlecchino, visto che siamo nella Capitale delle Maschere te lo posso dire, è il servitore. Non è nessuno senza un padrone e a nessuno frega una merda secca di chi siamo oltre a questo. Tuttavia ..." Si alzò circondandole la vita, la strinse, scostando le ciocche scompigliate con un bacio sul graffio in questione.
"Tarn è stato l'unico a insegnarmi il contrario e anche se visto quello che ti ha fatto so che non mi crederai facilmente, lui non la pensa come il consiglio di Iacon, neanche come Megatron. Inizialmente abbracciammo i Decepticon perché erano una filosofia libera. E francamente in prospettiva a vedermi costretto a indossare un upgrade - ahah, ci vuole, eh? - che non mi rinfacci, sotto gentaglia che non condivido, io preferisco massacrare a nome suo. Perché così almeno" le prese le mani, le baciò, la fece sghignazzare aprendo finalmente la deliziosa farfalla al posto delle labbra carminio.
"Mal che vada i connotati ce li mette lui, comprendi?"
"E se davvero mi stessi sbagliando?"
Arricciò i baffi e comprese in parte gli scopi della strega manipolatrice.
I seeker non dicevano mai quello che chiedevi loro, ma quello che volevi sentirti dire, accontentandoti e portandoti ad esaudire le loro brame. Non la biasimava, era la sua natura.
"Se stesse solo procrastinando la mia tortura finale? Mi sarei ... giocata da sola, non trovi? Potresti" lo persuase, strusciando le grinfie su ogni centimetro del suo corpo schifosamente soggetto alle leggi carnali dell'interfaccia e lo fece gemere sconsiderato, a un passo dal burrone o dal canale visto che lo stava cozzando contro la balaustra.
Non c'era niente di sacro a uccidere alcuno in quel modo.
"Dirmi la verità per cortesia?"
Gli morse il labbro inferiore avida, lui le strinse il polso che gli teneva sull'inguine e glielo sbatté dietro la schiena, cogliendola di sorpresa.

"Tarn è suscettibile" sussurrò come un amante arreso.
"La verità, Kornelia, non c'è, non c'è mai stata. Puoi stupirti quanto vuoi di esserti illusa che ti amasse, ma adesso credimi, se lo conosco e bene, modestamente, è  così, stai vincendo, non hai di che esitare o non ti avrebbe salvato. È significativo sia che lui si arrabbi e sia che tu esiti, anche se è chiaro quanto la cosa vi disgusti.
Buonasera." Concluse in italiano, lasciandola ringhiare esterrefatta.

"Non osare."
La solita ex giuntura gli fece male e il polso da terrestre scricchiolò impietoso.
"Devi parlare chiaro con me, Julian, si?"
Gli puntò un temperino alla gola e il Capitano si accorse quanto non fosse stata un'idea fantastica sia scegliersi un frame piuttosto esile, in proporzione, specie senza corrente o tesla, sia optare di parlare con lei da solo.

"Qualche problema?"
Con madornale errore a livello di tempismo Slipstream Skyfire ruppe gli ingranaggi perfetti della celata seeker.
"Stavo andando a letto. Domani sarà dura." Stridé acida, la scostò in malomodo, rientrò e agguantata una veste da camera sparì com'era ovvia fare.

"Tesoro! Che ti devo dire?" La lunga pausa di silenzio e scusa inaudita da parte di Kaon.
Non finì nell'acqua, per sua fortuna, ma venne tratto all'interno a sua volta,  riportato dal Generale per un orecchio dalla francese, ahilui pure avvolta in un pigiama di scarsissimo spessore.



"Ah. Finalmente."
Certo, si sarebbe aspettato maggiori suppellettili e castighi a mettere piede - o essere incerimoniosamente sbattuto - nella suite designata. Lo trovò stranamente calmo e perplesso sul da farsi.
Il letto era a due piazze, soltanto una occupata da una pesante giacca da alto grado distesa su di un panno di cotone ad asciugare, anfibi a suola spessa sul pavimento adiacente, la poltrona e il comodino con abat-jour scarichi tanto l'entusiasmo di chi risiedeva.
Il Danieli in piena S. Marco, con il suo ristorante raffinato, camere e suite eleganti con baldacchini, lenzuola di seta grigio perla, vista mozzafiato sulla laguna, si addiceva forse alla persona di Tarn come il frame da seeker di Kornelia alla altmode di doppio cingolato.
"Io non so proprio cosa devo fare di quella."
Ebbe poco da chiedere il vice, quando lo vide venir fuori dalla stanza da bagno con solo un asciugamano da barba intorno al collo e un pigiama abbinato a discutibili calzini dai bordi viola con maschere decepticon ricamate, se non rimettersi in piedi, spolverarsi il maglione beige, frutto del secondo atto della "copertura" e fregato il carbone via dalle mani graffiate e incurate domandare arrischiandosi nel miglior sorriso da deficiente che avesse mai sfoggiato sotto i baffi:
"Quella, signore?"
"KORNELIA. Razza di sciocco. E non osare provarci con me! Che cosa ti ha detto, avanti?" Sbatté senza tanti crismi l'asciugamano su una sedia, prese il dopobarba dal comò e si poggiò allo sgabello per rimettersi gli stivali.
L'inquinamento delle acque dei canali della laguna, nel tempo scelto era ad un livello nettamente superiore rispetto al secolo precedente, visti i motori delle barche, gli scarichi delle grandi strutture e l'inevitabile presenza di ratti come in tutte le grandi metropoli che si rispettassero, ergo Ebenezer, Stormrider e Arcee, dalla colluttazione di quella mattina sotto il ponte di Rialto, s'erano visti costretti a una detersione totale senza tuttavia poter tornare alle sembianze originali.
La faccenda non faceva altro che rendere l'indole di Messatine ancora più in deteriorata ed iraconda putrefazione.
Se da cibernetico senziente osservava una cura maniacale dei dettagli della fusoliera, delle armi in dotazione, specie dei cannoni e persino delle ruote - cosa che per il resto della Divisione assolutamente non valeva - da organico il contatto con l'h2o e quel viscidume che gli alieni insulsi chiamavano sapone o schiuma fu tanto abominevole da fargli dubitare la giustizia della dipartita di Blip, uno dei rei meno pericolosi, ma indubbiamente tali del suo palinsesto: povero disgraziato, avrebbero potuto sparargli invece di incaricare Tesarus di squartarlo in mille pezzi dopo avergli aperto l'elmo e messo il processore in bocca. Gli ricordò di scrutare Amp in cagnesco e ringhiargli contro pur di farlo parlare.
"Beh ehm ... eh-ehm" si schiarì la voce il Capitano.
"Abbiamo fatto due chiacchiere e Lei sta ... bene e non sembra avere cattive intenzioni verso di noi o il resto della squadra, però ..."
"Però?!"
"P-Po ... trebbe avermi chiesto " Si affrettò a specificare aumentando graduale ma netto l'emissione di fonetica "La verità su ... deh si, se abbiamo intenzione di, insomma di ..."
"Eseguirla? Torturarla? Terminarla? Processarla?" Gli bloccò qualunque via di uscita o di fuga il Generale, con una vestaglia in cotone sulle spalle a mo' di cloak o mantello e una pronunciata pipa in radica e vetro a resemblare lo stemma della fazione tra le labbra spesse.
"Noi intendiamo ...?"
"Ovviamente, impiastro."
"Ovviamente. Beh ... allora le ho mentito."
"Mhm."
Tarn fece una pausa di riflessione, avvolgendolo tra i fumi di tabacco quasi a volerlo asfissiare, Kaon tossì diverse volte, tenendosi la gola e la spalla sensibile dopo le disavventure avute e a malincuore risolse di confessare solo quando la sua mano destra riuscì a far scorrere cigolando la serratura della porta sbloccandola.
Due secondi e anche quella fu nientemeno che una causa persa per cui pugnare.
"Ti ha minacciato con un temperino di media larghezza ma esteso su otto centimetri, hai una dermografia rossa sulla gola in corrispondenza della giugulare e del rossetto bordeaux sullo zigomo sinistro, non avrebbe mai potuto fare danno con un'arma simile, ma trattandosi di lei sei fortunato non fosse altro sotto mentite spoglie ..."
"Io verament ..."
"È logico che abbiate sparlato a vostro vergognoso modo della mia lustre persona, finendo persino a bisticciare per questo, come è logico tu le abbia spifferato la ragione per cui non ti ho ancora licenziato nel tentativo di corromperla e il tuo percepire un cenno di gradimento da parte sua e mia."
Scandì Tarn espirando fumo di nuovo l'aggettivo possessivo con tanta raucedine da far lamentare l'interrogato al di là dell'aria ormai satura di tabacco nella suite dove in teoria era vietato fumare.
"Cosa assolutamente, ineccepibilmente falsa."
Evidentemente proprio quella sera l'antincendio si era guastato.
"Ah beh ..."
"Non ha funzionato, eh? Tuttavia, Julian, almeno su una cosa ritengo tu non sia in torto: non avrebbe motivo di mettersi contro la nostra causa, ma tenterà di vanificarla, non foss'altro per evitare il suo fato quale nome sulla Lista."
"Quindi la dobbiamo arrestare?"
"Proprio per niente!" Sghignazzò Ebenezer in un italiano che definire maccheronico era un eufemismo, aveva tanti idiomi nel processore al di sotto di quel simulacro, ma quasi mai ne faceva uso, non gli piaceva né vantarsi, né usare cose che disprezzava.
Rinfoderò la giubba pulita e asciutta, pettinò le ciocche corvine all'indietro e passando all'ingiù la cera sui baffi, quasi a volersi rendere vagamente ... gentile con un ghigno efferato e diabolicamente deciso trascinò Kaon e scandì astuto e sognatore:
"La pedineremo e porteremo dalla nostra parte per l'antimateria ed a quel punto, Kaon solo a quel punto ..."
Il degno e impavido secondo tremò incollando la schiena alla porta a quelle parole e quel guizzo infernale nei suoi occhi castani.
"Deciderò come ed in quanto tempo."
La ex sedia elettrica, modalità di trasformazione per eccellenza per le esecuzioni capitali, sudò freddo e ingoiò mentre il Comandante rideva sommesso e posato.
"Signore  e se ... Kornelia avrà la meglio su di noi?"
"Ma è per un simile motivo, mio caro che tu mi sei ancora più che utile: ti affido il comando dell'incarico, io penso alla missione." Lo afferrò per il colletto di ciniglia e lo lasciò andare subito dopo.
"Io, Generale? Perché?!"
"Perché Nickel è stata compromessa." Strinse un pugno affranto, neanche la minicon fosse stata terminata dal nemico. In realtà alloggiava solo nella stessa camera di Kornelia.
"E Tess e Helex ..." Alzò un sopracciglio e  scelse il silenzio, sacrosanto, saggio e di ben riuscite parole.
"Signorsì." Si limitò ad asserire l'altro, gli strinse la mano, imboccò trafelato l'uscita e varcato il corridoio in un allungo disperato si trovò in ascensore nient'altro che quella spiona ficcanaso di colei che aveva appena udito la conversazione scabrosa per intero, Phine Sinclaire, alias Redwing Skyfire.

"Oh, ma porc ...!"
La bestemmia di assai pochi lusinghieri epiteti di Julian Amp Kaon 113 venne coperta grazie al cielo dal suono dell'aprirsi delle scorrimento dell'apparecchio che infatti rivelò ai passanti nella hall una sghignazzante ex Secondina bionda in forma umana con tanto di minikilt scozzese a rose bianche, guanti, lupetto lilla e baker boy militare in pelle e un Alexander Dreymon alquanto compromesso, vista la persona da lui designata, unica sorte rimastagli quella di non essere nella Serenissima in tempo di certe mostre del cinema.

"Un autografo, Uhtred!"
"Come finirà l'ultima stagione?"
"Ci puoi dare delle anticipazioni, Alex?"
"È vero che tu e Tonia Sotiropoulou state ancora insieme?"
"Come si chiama la tua assistente, è single?"
"Continuerai a interpretare il vichingo o morirai nel prossimo episodio?!"

Ora, Kaon nella sua discutibile esistenza da assassino scelto non aveva mai visto un paparazzo da vicino e mentre nell'atrio dell'albergo incedevano scanzonati due dubbi baldi giovani in due completi da giorno bianco e blu elettrico, si nascose dietro Reduvja nel più sincero e smaccato:
"Ragazzi, sono solo un sosia!" Beccandosi da detta fanciulla un delicatissimo gomito nella milza.
"Io sono l'assistente del signor Dreymon. Invitiamo i cordiali signori a conservare le domande per l'intervento con la stampa che si terrà tra un mese a Detroit, vi aspettiamo numerosi, à bientôt!" La malefica finse persino un orrendo accento francese mescolato a britannia pura, indì prese a pedinare con il Capitano appena salvato i due dubbi stranieri.

"Sai cosa, Kaon?" Sbatté le lunghe ciglia, orribilmente vere, cibandosi dei suoi resti con le ex ottiche di almeno due colori.
"Aheeh?!?" Il verso di vaga affermazione del Capitano della guardia.
"Non solo ho sentito ogni parola che tu e il Generale vi siete detti"
"Certo che l'hai sentita" ringhiò esausto.
"E posso ricattarti, ma ti ho evitato poco fa un destino alquanto gramo che è ancora là fuori, come puoi notare. Mi aspetterei un pagamento da parte tua, come dire per quanto riguarda la controparte?", accennò ai garzoni imbellettati in procinto di andarsene con la lunga treccia a sinistra, aprendo una finestra con balconcino rivelatrice di un'intera troup televisiva.
Per un attimo, ma solo per un attimo, gli parve di scorgere una raucedine e una minaccia familiari nelle movenze compiaciute della mocciosa, da portarlo a spurarle in faccia senza il benché minimo riguardo:
"Di' un po', non te l'hanno mai data una sculacciata come si deve?!"
"Purtroppo si." Rise Redwing diabolica.
"Anche per questo sono un demonio. Vieni o no?"
"Oh, Primus ... e chi avresti visto, sentiamo, Tesarus forse?! 67 con i suoi turbopropulsori? Tarn nudo vestito da cameriera?! Mia madre?! Da che cosa di così spaventoso devo proteggerti?" Acconsentì scettico e a malincuore, borbottandole dietro, imitandola.
Supernova di tutto punto si infilò dietro un muro traendolo con sé e dinanzi a loro gli individui rilevati da lei non fecero altro che chiamarsi Smokescreen e Remix a vicenda.
Amp portò un digit sotto i baffetti scordandosi per un nanocli ... un secondo di essere un organico e se lo morse invece di scaricare watt a intermittenza.
"Gli autobot!"
"Precisamente. E né mio zio né il tuo capo lo sanno" batté le mani Redwing.
"E questa cosa sarebbe positiva in quale universo?!" Fece giustamente notare l'ex sedia.
"Sciocco miserabile, santissimi numi!"
A quel punto e a quello scappellotto la familiarità con almeno due mecha di dovere gli parve indiscussa.
"Così li prendiamo noi, inoltre so per certo che la reliquia ce l'hanno loro, l'hanno già presa da palazzo Ducale, me lo ha detto Stormrider."
"Ahaahaaa" il piagnucolio estroverso di Kaon. "Chi Stormrider?!"
"Concentrati, miliardi di droni, Kornelia! Troverò un inceneritore o pozzo di fusione anche su questo primitivo e patetico pianeta terra prima o poi" agguantò la sua collottola in un satanico cipiglio e lo costrinse a pedinarli per tutta la struttura.


Nel frattempo, ancora alle prese con l'abbigliamento degli impiastri umani e le lotte nefaste con rasoi, schiume da barba, "pizzi e merletti" vari da attrarre una donna di classe che si era voluto a tutti i costi inventare per far precipitare la megera nella tagliola - con la squadra assente anche solo chiederle scusa, ma non lo avrebbe ammesso a se stesso - Tarn Breaker aveva ben risolto di tagliarsi i baffi all'ingiù di medio spessore completamente, pur anzichenò a malincuore: gli erano sempre piaciuti, rispecchiavano benissimo la sua indole bellicosa e giammai quieta per l'incarico solenne affidatogli e anche da cybertroniano vi aveva dovuto rinunciare, il culto decepticon non permetteva innesti da droni comuni sulle placche facciali, le quali dovevano apparire ben identificabili. Certo da organico era più facile, trattandosi di escrescenze di materia di scarto assolutamente incolta chiamata peluria.
Ironia della sorte nondimeno, proprio quando era più libero dalle catene doveva desistere al fato, era la tragedia della sua vita.
Fu ben oltre lo sconcerto, dunque, in una tale amara cornice, quando scorse dalla finestra della sala da bagno attraverso lo specchio che aveva di fronte una giovane donna alta in strada, atletica e bionda, con un'espressione truce e vendicativa e cosa atrocemente peculiare, la replica in scala ridotta dell'arsenale di Valerius alla cintura, pur essendo una terrestre - in apparenza, pensò bene il leader della DJD. 
Qualunque altro al suo posto avrebbe imprecato in tutti gli idiomi che Tarn riteneva a memoria, eppure flessibile e machiavellico, egli si controllò, roteando giocoliere il rasoio tradizionale a lama rettangolare nella destra per poi scaraventarlo sul vetro, senza porsi alcun problema di superstizione a romperlo in mille pezzi: l'unico modo di scorgere un cybertroniano sotto un simulacro umano. Previsione azzeccata, i raggi solari furono dalla sua parte e riflessi sui frammenti cristallizzati luccicarono sulla pelle di Arcee in netta lontananza a rivelarne il frame bluastro e l'aggiornamento salvavita tarato sul suo nemico giurato per eccellenza.
"Brutta piccola figlia di ..."
Allora e solo allora l'allarme antincedio decise di riprendere a funzionare, costringendolo per evitare rogne con gli organici a lasciare la suite con ancora la pipa in bocca e delineare meglio il suo disegno Ingannatore per i corridoi.



Benjamin67, in altre cifre noto come Bumblebee della realtà Tfa, non conosceva affatto il Comandante Starscream Skyfire - se non l'omonimo prettamente relegato al suo universo, peccato quest'ultimo fosse ben oltre il totale fallimento. Quando perciò si trovò dinanzi una perfetta replica del temibile e mefistofelico Generale di Messatine sulla soglia della suite singola che era stato costretto a condividere con le femme della squadra, più che intento a scattare selfie con il suo lg da postare sul seguitissimo profilo instagram e tumblr, non esitò un singolo minuto a esternare tutto il suo entusiasmo in una copia impeccabile del capolavoro artistico sotto il nome "L'Urlo" del norvegese Edvard Munch, per poi darsela a gambe prospettandosi il peggio e venendo raccattato dal finire fuori dalla finestra da una Nickel in déshabillé alquanto irritabile.
Kornelia, in tenuta da giorno e jeans aderenti lo sostituì amabile e al suo opposto comprese benissimo, al più un click in ritardo chi fosse davvero a bussare.
"Se sei venuto a scusarti non inte ... Starscream?!?"
Mai avrebbe additato il seeker in questione capace di un simile azzardo, era semplicemente troppo, persino per lui, se non altro perché stazze umane alla pari, invece di un kit sottovuoto per cambio connotati rubato a Makeshift, appositamente inserito nella reliquia di Perceptor, la vermiglia gli avrebbe suggerito un cambio d'abito per Helex o Predaking, delle stesse misure.
In cuor suo conosceva troppo Astrum perché l'opzione potesse avverarsi.
"Stormrider noi ... ho riflettuto a lungo."
Incredibile. Pretendeva pure di recitarle la facciata.
"Oh, va bene, "Tarn"! A cosa devo il tuo sgarbo?"
"E penso, Kornelia, che dovremmo mettere da parte le nostre divergenze e coalizzarci ambedue contro i nostri peggiori nemici, per far si che mia nipote ed io ..."
"Hai una nipote, Ebenezer, non sapevo"
Scandì allora malevola e tremenda la donna.
Knockout Mirage nella più cotale disperazione dietro l'ex ex f-16 stava tentando in ogni atto in suo potere di avvertirlo del terzo incomodo, di chiamarlo, di farlo rinunciare, di salvargli la vita, sebbene Varian tutt'altro meritasse.
Ed infatti il vero Ebenezer Breaker poggiò furente un guanto sulla spalla identica alla sua per ringhiare un tonante ed iracondo:
"Che. Cosa. Stai. Facendo?"
L'unica risoluzione dell'interpellato fu strapparsi i baffi finti per essere uguale in toto.
Jl luogotenente di Megatron, giunto anche quest'ultimo all'improbabile combriccola, si trovò poi a terminare il teatralissimo confronto forzato nella hall e in strada per il semplice fatto che miss Danieli avesse scelto la verifica dei loro documenti, a seguito dell'allarme antincendio fatto scattare alla rinfusa, per scoprirli assolutamente inesistenti.


Sarebbe stato un ottimo scorcio da blockbuster d'azione, vista l'agilità coordinata con cui Kornelia e Starscream, aiutati dalle armi stealth di 67 e Knockout, disarmarono i carabinieri intervenuti e la sicurezza dell'hotel, la potenza di fuoco del Gladiatore e Messatine che inesorabili con la DJD al completo eccetto Kaon scardinarono qualunque ostacolo, incluse porte, valige, pure vassoi colmi di portate senza rovesciarli e privi del benché minimo cannone a fusione, avessero taciuto invece di conversare.

"È colpa di questi stupidi umani, milord, le garantisco che fino a due minuti fa l'allarme era inattivo."
"Non mi interessa, Glitch, ti sembra forse logico mettersi a fumare una pipa a forma di logo decepticon in un edificio in cui non solo è vietato fumare ma siamo spie in incognito atte a rubare una reliquia terrestre?!"
"È quello che ho cercato di dirgli io, mio signore."
"Tu stai zitto."
"AH! Solo io posso intimargli di tacere. Starscream! TU STAI ZITTO."
"Oh santissimi numi se non la finite le suono a tutti e due!!"
"Ma sono più grandi di te, Nickel"
"Ti sembra che mi freghi un cazzo, Tess?!"
"Assolutamente logico, vostre putritudini."

"Ragazzi?"

Forse si sarebbero uccisi in ordine alfabetico se una accattivante e sensuale Kornelia in una scolacciata camicetta di raso ocra e maniche a sbuffo, non avesse intimato loro di cambiare strada.

"Il ristorante sarebbe per di là."





Qualche azione sconsiderata al di fuori dell'ingresso sontuoso del cinque stelle - o quattro e mezzo ormai - una scaltra e stranamente bionda agente federale in borghese apriva la porta dell'Hostaria Osottoosopra della Serenissima, Calle S. Pantalon, 3763, a qualche ponte sospirante da S. Marco, dove acre e inviperita, scorto il tenente ad attenderla a un tavolo prenotato, attendeva con fremito l'accorrere delle balde inaffidabilissime unità del suo plotone, Remix Velocitron e il suo ennesimo partner maschile disgraziatissimo, Smokescreen, ai quali aveva affidato il recupero del mezzo microcip designato prima che gli Ingannatori potessero meri escogitare un piano per accaparrarlo.
"Non capisco che cosa diamine li trattenga" ruggì quasi la ex ducati, picchiettando gli innesti di adamantio sulle unghie da seeker sul tavolo del riatorante raffinato, con il menù a celare il suo viso dolce e stonato con il tutto, anche dopo l'aggiornamento a stirpe Overlord.
"Pazienza, sorellina" tentò Bumblebee di rassicurarla. "Se continui così quasi non ti riconosco più. Evidentemente avranno dovuto scardinare qualche Skyfire lungo il percor ... "
Dovette interrompersi sul nascere della battuta di cattivissimo gusto quando Redwing in persona, accompagnata da umanizzazioni che gli sembrarono almeno tre streghe tra le più pericolose, un drago meccanico cobalto della risma di Deathsarus e un predacon ghepardo, fece la sua apparizione nel delizioso bistrot.
"Ho prenotato per sei. Non farmi aspettare, umano."
A essere sincero con se stesso il simulacro della Camaro ebbe qualche titubanza, raramente la nipote preferita di Starscream agiva indisturbata senza scatenare un putiferio e peggio ancora quella formula studiata e portamento regale inadatto al pieno centro di Venezia gli avevano ricordato una nota conoscenza che avrebbe preferito tenere al di fuori del cosmo se non di quella missione: il dio norreno e Avenger mutaforma ben noto come Loki Laufeyson.
"Ora capisci che intendo? Io non li sopporto, non ce la faccio più, cosa devo andare da un indovino per fare in modo che non ..." Sbraitò Arcee ormai su tutte le furie. Si rese conto a discorso avviato di due nuovi avventori irricevibili: una copia fedelissima dello Strigo del commediante organico Henry Cavill in abiti moderni e un'altra dell'attrice e produttrice britannica Rachel Weisz, con un'acconciatura da oiran in testa.
Non era tempo di Mostra del Cinema, ma alla Generalessa bastò per mordersi il pugno destro e batterlo sul tavolo.
"Arcee, dai, magari sono solo dei sosia, calma."
"Non dirmi di stare calma, Bee, ci mancavano mio padre e mia sorella!" Stridé quattro ottave sopra la voce consona.
Per buona sorte i temerari giunsero, con il tesoro per le mani, nel luogo d'incontro.
"Giuro che se Bee e Smokescreen non si presentano all'istante, io chiamo la ..."



"Decepticon Justice Division. Un buon motivo per non mutilarvi ..." Ripeté Tarn Ebenezer Breaker di Messatine scandagliando e ispezionando l'intero battaglione di Megatronus di Kaon dinanzi a lui davanti al ponte dei Sospiri.
"Poi non dite che non vi avevo avvisati di far parlare me."
"Estreinvakir toutvakim ndau"
"Noi, Generale ..."
"Non sapevamo che ..."
Tentavano invano Nickel, Vos, la tritatutto e la fonderia, senza successo alcuno.
"In mia difesa dico che è stata un'idea di Redwing quella di scardinare i cavi portanti dell'ascensore per farli precipitare nelle cucine" citò Kaon in un vistosissimo tic all'occhio destro - c'era da dire che almeno in quella versione non era rivoltante - mentre la Secondina si ritoccava la tinta labbra e gli abiti stropicciati e ripuliva il pugnale usato su Remix Ravage Velocitron un quarto d'ora prima.
"Già, peccato che non è un castello e non hanno cucine, ma un cazzo di canale!!" Strepitò il Capitano.
Lo aveva solo ferito di striscio quell'autobot, mai avrebbe impiegato le grinfie per un simile incomodo.
Oltretutto era innocente, in sua parte il fatto che l'ingenuo si fosse praticamente lanciato tra le sue braccia, sostenendo Red fosse la "sirena che aveva sentito dalle Creatrici".
Se già i mech le facevano schifo, quella non aveva certo aiutato.
Cassandra li raggiunse con gli effetti di ciascuno e il padre, oltremodo infuriato con Starscream, Isabeau, Predaking, Eiden e il medico al seguito e Supernova-Josephina non ebbe ombra di dubbio se non circondare il vice con affabili saltelli e specificare:
"Zietto!! Stavo giusto spiegando alla Divisione e al Generale che non era tua intenzione prendere le sue vesti, inoltre abbiamo già preso di comune accordo la decisione di assaltare questo ristorante che contiene la metà della reliquia." Gli indicò un punto sul google maps del cellulare, non cessando un momento di torturare la manica della sua giacca.
"Io e te facciamo i conti dopo." La risposta cocente e seccata dell'ex seeker, tornato all'esile cappotto che gli si confaceva.
"Però la piccolina ha ragione" rise un'arpia sotto finta veste di cameriere alto e magro, con tanto di baffi finti, perlomeno così Ebenezer l'avrebbe descritta.
"Ovviamente c'era il tuo zampino."
Le strinse un polso irrequieto, traendosela di fronte.
"Questo Carnevale è durato fin troppo per i miei gusti."
"Ahi! Non rovinarmi la copertura." Si sgrullò la camicia la bella signora, allacciò il grembiule e mentre con gli altri si avviava all'Hostaria, una volta lì di fronte gli porse un travestimento da corpulenta veneziana d'altri tempi e parrucca d'epoca con tanto di treccia e frangia.
"Siamo stati cacciati dall'hotel più rinomato del posto per via del tuo ... essere te."
"Poche lagne, madame, avevo i miei buoni motivi!" Rispose nient'affatto a proprio agio senza i fedeli baffi al seguito.
"Ora dobbiamo entrare lì dentro." Ordinò Megatronus stagliandosi minaccioso ed esasperato dai loro battibecchi.
"Dovremmo." Sillabò Tarn a malincuore. "Hai già trovato qualcosa, Kornelia?"

Ed a quel punto l'assassina indicò quel che aveva in mano, con un'ovvietà tale stampata in viso da fargli quasi perdere i sensi.
"Vedi, zio Star." Non mancò di introdursi il ben noto demonio sotto il nome di Redwing Skyfire "questo è un mech con i solenoidi, non si pone alcun problema a vestirsi da donna per concludere degnamente una missione contro gli autobot. Dovresti proprio prendere esempio."
Ringraziò da ateo quale era qualunque divinità esistente a scoprirsi risoluto ed agile a non strozzare la mocciosa seduta stante, prese l'occorrente dannato alle risate incontenute del suo solito plotone di disgraziati, s'infilò in un subspazio, si cambiò e assieme a "Pervinca" ormai in cima alla Lista famosa, entrò alla Osottoosopra, dove a quanto pare i loro posti da inservienti erano già stati scritturati.

"Parecia a toea e fa calcossa!"

Naturalmente mancavano gli organici e le loro lingue ignote a qualsiasi manuale che si rispettasse.

"Pare che in cusina sia morto un gabbian col cappauei" Non mancò nemmeno Kornelia parlare in veneto nemmeno fosse stato vosniano madrelingua e il sous-chef accorrere alle cucine lasciando loro campo libero come nulla fosse, permettendole di appropriarsi della cassa e lasciare a Lui il lavoro sporco.
E mentre Megatronus si appostò fuori con gli altri Ingannatori, pronto ad intervenire, il Cavaliere della notte più nera s'appressò inesorabile al primo tavolo nella sua lunga, umiliante veste, prese penna e palmare, attese un'espressione servizievole ed un improbabile sorriso forzato e scandì sedici ottave sopra, con le ex ottiche di bragia sotto la treccia biondo cenere:
"Che cosa attendi dal tuo fat... eh che cosa le porto?"

"MA QUESTO È IL MIO GIORNO FORTUNATO."

Pregò da ateo quale era ogni santo inesistente e ogni divinità pagana cibernetica affinché la voce in questione non appartenesse davvero a Valerius Overlord di Garrus-9 in simulacro umano peraltro identico al suo, eccezion fatta solo per i capelli.

"Ebenezeeeeeena!" Rise sfrontato, mentre la figlia inceneriva allo stesso modo indegnamente Arcee di Iacon a qualche tavolo di distanza.

A Tarn non restò altro che attendere e attendere ancora e maledicendo il momento in cui aveva stabilito che quella sarebbe stata l'unica imprecazione utilizzabile esplodere in un sincerissimo e mai meglio incastonato:
"Santissimi numi veneziani."














Angolo irriverentissima autrice che non sono altro:

Si ringrazia _Chtylla_ per l'idea della rosa tra Tarn e Kornelia a S. Marco, come per il dialogo tra questi in quella scena e per l'idea del Generale vestito da Cameriera e annesse battute 😚😚

L'arlecchino di Kaon è una citazione di Harley Quinn in Birds of Prey, ma solo del trailer perché non è ancora uscito
 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Transformers / Vai alla pagina dell'autore: MilesRedwing