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Autore: la luna nera    27/01/2020    4 recensioni
La Duke of Kent Music Academy è una delle più prestigiose scuole di musica dell'intero Regno Unito. Per Charlotte e Sophie, selezionate per un semestre di studi, è un'occasione unica e partono assieme all'insegnante per questa avventura. Ma l'Accademia non è solo musica e melodia, è anche un luogo in cui esistono storie inghiottite dallo scorrere del tempo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Chiedo a tutti il perdono,
perché possa avere pace.
Ah, com’è triste compiere questo passo!
Ma cos’altro posso fare?
Nulla. Non v’è altra soluzione.
Ho sbagliato, abbiamo sbagliato.
Ditemi voi: si può comandare al sentimento?
Non ho trovato risposta e mai la troverò:
ecco il motivo di ciò che sto per fare.
Amore mio, spero che una volta scomparsa
da questo mondo ipocrita,
tu possa trovare la felicità,
continuando a vivere per ciò che assieme a me
ti fa brillare gli occhi: la musica.”
 
 
E si lasciò cadere come un angelo.



 




 
 

 
C’era la luna piena quella notte, nessuno riferì mai di aver visto o udito qualcosa. Molti mentirono, preferendo cancellare il gesto che avrebbe compromesso il buon nome dell’Accademia la quale, già nei primi anni di attività, aveva riscosso enormi consensi. Ogni traccia fu cancellata e il corpo della ragazza sepolto in fretta e furia oltre il laghetto del parco della struttura. Sopra quel sepolcro improvvisato venne eretto una sorta cenotafio anonimo, voluto dalla famiglia, in memoria di quella figlia partita per studiare musica e inghiottita dal nulla. Non vi era nulla che potesse far intuire il fatto, c’erano solo le statue di due cigni poste una di fronte all’altra, con i colli sinuosi a formare un cuore.
 
 
Di lì a poco ci fu un’altra morte avvolta nel mistero. Un giovane professore dell’accademia fu rinvenuto privo di vita nel suo letto. Non furono riscontrati segni di violenza sul suo corpo, perciò venne deciso di effettuare un esame autoptico il cui esito non fu mai reso noto.  Per evitare fughe di notizie anche in quel frangente tutto restò avvolto nel mistero, finendo per cadere nell’oblio anno dopo anno. La stanza da letto, situata nel sottotetto, teatro della morte del giovane professore, venne sigillata e nessuno poté mai più accedervi, sebbene in varie occasioni molti avevano sostenuto di udire voci e rumori provenire da quell’ambiente.
Si decise anche di interdire a chiunque di raggiungere la torre dell’orologio che svettava sulla facciata principale dell’edificio e, per evitare scandali simili, agli studenti fu proibito di salire al primo piano se non accompagnati e previa autorizzazione del direttore.
 
Sarebbe stato sufficiente a non far emergere mai più ciò che era accaduto?

 
 
 
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La campagna inglese si presentava ai loro occhi come un film le cui immagini si susseguivano incorniciate dal finestrino del treno. Londra si allontanava metro dopo metro, riducendosi ad un’immagine seminascosta dalla foschia tipica delle terre di Sua Maestà, foschia capace di dare quel nostalgico tocco romantico ad ogni cosa, agli alberi, alle abitazioni rurali e a quei piccoli borghi di case tutte uguali sui cui tetti svettano le torri campanarie come vecchi guardiani austeri che vegliano il proprio gregge. Sophie sembrava incantata nel contemplare ciò che vedeva fuori dal finestrino, pareva stesse percorrendo per la prima volta la tratta fra Londra e Southampton, tanto era assorta. Di fronte a lei, anch’egli assorto nell’osservare il paesaggio, sedeva l’insegnante di musica, il signor Thomas O’Connor, l’accompagnatore che avrebbe seguito lei e l’amica Charlotte alla Duke of Kent Music Academy, la più prestigiosa accademia di musica dell’intero Regno Unito. Le ragazze infatti erano state selezionate assieme ai migliori talenti nazionali per prendere parte ad un semestre di studi che si sarebbe concluso con un grande spettacolo celebrativo dei più grandi nomi della musica mondiale. Charlotte era ben più interessata all’avventura che avrebbero vissuto piuttosto a ciò che stava fuori dal finestrino ed era impegnata nella ricerca di informazioni sull’accademia e sui futuri compagni di studi.
“La Duke of Kent Music Academy vanta fra i suoi studenti alcuni fra i nomi più prestigiosi della musica del passato come George Dyson, James Hewitt, Megan Burns, John Edwards e anche artisti a noi più vicini. Guarda un po’: ha frequentato l’Accademia gente del calibro di John Taylor, Mick Jagger ed Elton John! Secondo te saremo all’altezza?”
“Come?” Sophie era assorta nella contemplazione del paesaggio.
“Tesoro, va tutto bene? Mi sembri più assente del solito.”
“Sì, sono solo un po’ pensierosa.” Tagliò corto. “Stavi…. Stavi dicendo?”
“Sto cercando info sull’accademia ed ho letto nomi di ex allievi che hanno scritto pagine di storia della musica. Ti dice niente un certo Mick Jagger?  In più…. Ecco qua questi sono alcuni profili social di altri studenti selezionati, è tutta gente che ha i globuli rossi a forma di note musicali. Questa già a tredici anni ha pubblicato una piccola raccolta di brani scritti e arrangiati da lei stessa….  Questo qui invece si chiama David Taylor, polistrumentista dall’età di dieci anni e un curriculum da far invidia a Beethoven.”
“Giovani sicuramente in gamba, però se anche noi siamo state selezionate significa che ci considerano brave, non credi?”
“Beh, sì, non hai tutti i torti. Prof, lei che ne pensa?”
Il giovane insegnante sorrise. “La passione per la musica viene dal cuore e va coltivata con il talento che uno ha.” Rispose con voce pacata. “Voi siete le migliori della nostra scuola e non avete niente da invidiare agli altri giovani musicisti. L’aver pubblicato dei lavori non significa che questi siano migliori di voi.”
Charlotte metabolizzò per qualche secondo le sue parole, poi riportò l’attenzione sullo smartphone alla ricerca di altri futuri compagni. Apparivano tutti come dei fenomeni, mai una sbavatura, un errore o uno sbaglio. “Guarda questo!” Mostrò all’amica la pagina del social appena visualizzata.
“Gary Ascott, venti anni, enfant prodige della musica. Suona clarinetto, oboe, chitarra, violoncello e pianoforte, quest’ultimo dall’età di quattro anni. Ha all’attivo concerti in tutta Europa assieme al padre, anch’egli musicista, ed ha già composto alcuni brani per le colonne sonore di cortometraggi per adolescenti.”
“Gary Ascott?” Intervenne O’Connor. “Lo conosco. Ho assistito ad un suo concerto lo scorso anno e posso assicurarvi che è uno dei migliori talenti che abbia mai sentito suonare. Spero abbiate la possibilità di lavorare con lui, sarebbe un’esperienza estremamente costruttiva per voi.” Si alzò in piedi. “Coraggio, fra poco arriveremo alla stazione di Southampton, iniziate a radunare le vostro borse.”
 
La Duke of Kent Music Academy si trovava poco fuori città, un bus messo a disposizione dalla scuola stava trasportando dalla stazione ferroviaria i giovani musicisti ed i loro accompagnatori giunti a Southampton da ogni parte del paese. L’edificio, piuttosto grande, si presentava nel tipico stile vittoriano ed era composto da un corpo centrale di forma rettangolare. La facciata era austera, vi si affacciavano due file di finestre, quelle del piano terra e quelle del primo piano, ed un balcone posizionato sopra il grande portone di ingresso, in corrispondenza del quale svettava la torre con l’orologio, severa e solitaria come un vecchio guardiano intransigente.
Appena varcato il salone d’ingresso appariva ampio e discretamente luminoso. Protagonista era un’elegante scalinata coperta da un tappeto rosso che conduceva al piano superiore, ai piedi della quale un altro tappeto dello stesso colore accoglieva gli ospiti. Sulla sinistra vi era la reception, sobria ed elegante, mentre la parte opposta era arredata con delle poltrone in stile vittoriano e delle piante dalle grandi foglie. Sulla parete troneggiava l’imponente camino in pietra.
L’enorme sala di musica era situata sul retro del piano terra, era perfettamente insonorizzata e custodiva ogni tipo di strumento esistente sulla faccia della Terra. Charlotte e Sophie non avevano mai visto niente di simile in vita loro e scrutavano ogni angolo di quell’ambiente con occhi spalancati per la meraviglia. Ma non era certo finita lì: sulla parete destra si apriva una porta che conduceva ad un corridoio sul quale si affacciavano altre sale prova più piccole da usare per lezioni individuali o destinate a piccoli gruppi composti al massimo da cinque elementi. Anch’esse erano insonorizzate così bene che era impossibile sentire cosa si stesse suonando in quella accanto.
Al piano superiore, a cui si accedeva attraverso l’elegante scalinata dal tappeto rosso, si trovavano gli uffici del direttore, gli amministrativi e le stanze da letto degli insegnanti. Sul retro dell’edificio invece era stato realizzato un porticato, in parte chiuso, che conduceva all’ala destinata ai dormitori degli studenti ricavata da un ex convento di suore preesistente. Erano ancora presenti tracce di quel passato, come statue e dipinti religiosi a far da cornice al disimpegno centrale ed ai corridoi, così come la chiesa ancora consacrata nella quale venivano officiate le cerimonie e saltuariamente ospitava concerti di musica sacra. L’ala femminile era divisa dall’ala maschile e si trovava dalla parte diametralmente opposta rispetto a quest’ultima. Al centro dell’edificio c’era il vecchio refettorio delle monache con adiacente la cucina monumentale ed una ricca biblioteca che custodiva testi di particolare pregio. Tutto quanto era circondato da un grande parco dotato di un grazioso laghetto in cui viveva stabilmente una coppia di cigni ed un piccolo boschetto ai margini della proprietà.
 
 
Sophie e Charlotte ricevettero la chiave di quella che sarebbe stata la loro camera per i prossimi sei mesi, erano elettrizzate al pensiero di trascorrere quel periodo da sole e lontane da casa! Sistemarono le loro cose nei rispettivi armadi e iniziarono a dare il loro tocco personale alla stanza lanciando sui letti i cuscini che si erano rispettivamente regalate prima della partenza. Notarono poi, sulle due poltroncine ai piedi dei letti, degli abiti ripiegati in maniera impeccabile con un dépliant contenente le informazioni utili alle studentesse durante la loro permanenza. C’erano gli orari dei pasti ed il programma della prima settimana di studi. Vi erano riportate le regole da seguire riguardo l’uso dei cellulari, le eventuali uscite dall’accademia, l’obbligo di indossare la divisa e l’assoluto divieto di recarsi al primo piano dell’edificio centrale se non accompagnati da un insegnante e per un giustificato motivo approvato dalla direzione.
“Chissà perché non vogliono farci salire al primo piano.” Si chiese Charlotte non appena ebbe letto tale norma. “Nascondono qualcosa?”
“Ma dai! Vorranno solo tenere separata l’ala dei prof con quella degli studenti.” Poi prese in mano la divisa e la osservò. “Non è male. Tu che ne pensi?”
“Somiglia all’outfit di Harry Potter. Non mi meraviglierei se ci dividessero nelle quattro case, ci danno mantello e bacchetta magica ed incontriamo il cattivo che vuole impedirci di suonare.”
“Hai sempre voglia di scherzare tu! Dai, vestiamoci da Harry Potter e mi raccomando, comportati bene, altrimenti farai i conti con la strega Sophie!” Mimò il tipo gesto usato da maghi e streghe per lanciare incantesimi con la bacchetta.
“Signorsì!” Si misero a ridere, dopodiché lasciarono l’ala dei dormitori per dare inizio alla nuova avventura.
 
 
 
 
 
Buon Lunedì a tutti!
Ritorno a pubblicare un nuovo racconto dopo un periodo di pausa forzato. Devo scusarmi con gli amici autori se ancora non ho recuperato ciò che mi mio malgrado ho lasciato indietro, spero di rimettermi presto in pari.
Intanto vi regalo questa piccola introduzione formata da una parte dal contenuto vago situato nel passato ed una parte a noi contemporanea in cui incontriamo alcuni dei personaggi che ci guideranno nella vicenda.
Al prossimo aggiornamento!
 
Un abbraccio
La Luna Nera
  
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