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Autore: memi    04/08/2009    4 recensioni
Sospirò, trasognata, e rimase in quella posizione per un lungo momento prima di tornare al suo libro. Era appena arrivata ad un punto di svolta nella storia quando, come non molto tempo addietro, un’ombra le si parò dinanzi, catturando così la sua attenzione. Guardò in alto e il cuore, ancora una volta, le si fermò nel petto davanti a due scintillanti occhi di un azzurro fuorviante.
Lui era lì, con un sorriso alle labbra e il volto impiastricciato di cioccolata.
“Posso avere un fazzoletto?”
[Fanfiction classificatasi prima al contest "How Wonderful Life is While You're in te World" indetto da bambi88 e LalyBlackangel e vincitrice del Premio Atmosfera]
NaruHina. Lievi accenni SasuSaku, KibaIno e KankuIno.
Genere: Romantico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Konohamaru, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Allora non ti hanno ancora cacciato da Konoha?”

“Ehi! Qui a Konoha sono una celebrità!”

“Certo, certo... Grazie a me, per forza, è evidente...”

“Ma chi vuoi che li legge i tuoi libri di merda!”

“Piccolo ingrato! Aspetta che torni e ti faccio le scarpe! Tsk!”

“Sì, ceeerto...come no! Stammi bene, Ero-Sennin!”

“Ehi, Naruto, aspetta, non riattacc- TUTUTU

 

 

#3: The girl with the book

 

All day long
I can hear people
Talking out loud
But when you hold me near
You drown out the crowd
(The crowd)
Try as they may
They can never define
What's been said
Between your
Heart and mine

 

“Accipicchia amico, questo sì che è un signor giardino! Non come quel fazzoletto di terra giù da noi! Quello non passa neppure per aiuola, figuriamoci.”

“E dovresti vedere che tipi ci sono!” Rise rozzamente Naruto, al solo ripensarci. “Tutti fricchettoni, gente con la puzza sotto al naso.”

“Mica come te che puzzi di tuo!” Lo prese per i fondelli l’altro, mollandogli un pugno tra le costole che quasi gliene costò qualcuna.

“Ha parlato l’amico dei cani!” Alzò gli occhi al cielo il biondo, scocciato, massaggiandosi la parte dolorante.

“Che c’entra adesso? Vabbè, non importa.” Si sfregò piuttosto le mani il moro, negli occhi uno scintillio per nulla rassicurante.

Adesso, non è che si confidassero i loro segreti o tutte quelle stronzate lì, ma Naruto poteva dire di conoscere abbastanza quel cinofilo di Kiba Inuzuka per sapere quando preoccuparsi. E quello, senza ombra di dubbio, era uno dei momenti giusti per farlo. D’altro canto, non una volta le sue strampalate idee avevano portato a frutti non proprio ambiti e anzi, nella maggior parte dei casi, aveva sempre finito coll’uscirne con il portafoglio bucato e la dignità sotto i piedi.

Perciò, a conti fatti, non c’era da meravigliarsi se in quello sguardo smaliziato non ci vedeva assolutamente nulla di cui rallegrarsi.

“Sai che sarebbe una buona idea?”

Domanda retorica. Naruto sbuffò.

“No, cosa? Spara!”

“Un picnic.” Proclamò tranquillo Kiba, la mente e lo sguardo perso in un altro universo.

“Uhm? Un picnic? Che picnic?”

“Un picnic!” Ripeté con enfasi maggiore l’Inuzuka, sempre più convinto. “Qui, tutti quanti! Sai che forza?! Magari mi porto pure la chitarra che non si sa mai! E lo diciamo anche a quel musone di Sasuke, così viene Sakura, e con lei pure Ino, e Shikamaru, e Choji così abbiamo chi cucina, e-”

“E?” Lo incalzò Naruto, incuriosito dal cambiamento repentino.

Kiba, difatti, dopo aver intercettato qualcosa con le sue vivaci iridi nere si era fermato come un baccalà sott’olio al centro del parco, senza andare né avanti né indietro e senza emettere neppure un fiato a dirla tutta. La bocca spalancata e l’aria trasognata, inoltre, non contribuivano a dargli un tono sveglio in quel momento, né un aspetto rispettabile. C’era da giurarci che mezzo parco si era voltato nella loro direzione, chiedendosi il motivo per cui non solo avevano dovuto sopportare il primo, ma adesso vi si era andato ad aggiungersi anche il secondo caso clinico della città.

“E quella chi è?” Domandò, senza alcuna traccia di educazione, mentre con l’indice indicava un punto preciso davanti a lui.

Naruto si voltò, mosso più da una genuina voglia di sapere che non per altro, e un groppo gli si formò stranamente all’altezza della gola nell’individuare il motivo di tanto scalpore.

Capelli del colore dell’onice, pelle candida, viso diamantino... Era lei, la ragazza dei fazzoletti. La ragazza con il libro.

Per una frazione di secondo, mentre gli occhi azzurri si fermavano a soppesarne la figura – non era la prima volta che la scorgeva in quel parco, no di certo; ma di sicuro era la prima volta che si soffermava davvero a vederla -, Naruto si trovò a pensare che quel libro doveva essere proprio interessante per catturarla in quel modo. Completamente rapita dalle pagine che, nero su bianco, narravano di vicende lontane anni luce da lì, da tutto quello, da lui. Come se non esistesse altro che quella realtà raccontata da mani esperte, incurante che appena davanti ai suoi occhi un mondo le apriva le porte.

“Allora? Chi è? La conosci?” Lo pressò Kiba, insistente, affatto intenzionato a lasciare la preda.

Era fatto così. Quando scovava una ragazza carina che gli piaceva, ingranava la quinta e partiva sparato, incurante delle conseguenze. Non che si solito Naruto non avesse trovato positivo quell’impetuosa tempestività essendo lui per primo un istintivo cronico, ma quella volta, per una qualche arcana ragione, gli diede un certo non so che di fastidio.

C’era la ragazza biondina, seduta ai piedi di una quercia secolare. E c’era quella brunetta carina in compagnia della sua amica. Persino quest’ultima era senz’ombra di dubbio una bella ragazza. Perché, allora, aveva puntato gli occhi proprio su di lei? Tra tante...perché?

“Non lo so.” Rispose, scontroso, dando le spalle alla figura minuta della ragazza con il libro per rivolgere un’occhiata particolarmente distaccata a Kiba. “Andiamo, ti mostro la fermata del bus.”

“Vuoi dire che non sai il suo nome?” Il moro, però, non parve averlo neppure sentito, gli occhi fastidiosamente fissi su di lei. “Come fai a non saperlo? Conosci persino i nomi dei miei gatti!”

“Uff. Non lo so e basta!” Sbuffò spazientito Naruto. “E poi tu non hai i gatti.”

Non poteva farci niente, era più forte di lui. Avrebbe potuto interessarsi a chiunque, chiunque! Perché lei?!

Vabbè, adesso vado là e glielo chiedo!” Risolse la questione Kiba, pratico come sempre.

“Come vai là?” Al biondo quasi uscirono gli occhi dalle orbite all’affermazione. “Non puoi dire sul serio! Non la conosci neppure!”

“Ma và, genio?” Alzò gli occhi al cielo l’altro, in risposta, esasperato. “Sarà per questo che ci vado?”

In quel momento di tre cose era assolutamente certo Naruto: il ramen era la migliore invenzione al mondo, Konoha era un quartiere imperdibile e Kiba era un idiota. Di quest’ultima cosa, soprattutto, era del tutto convinto. Era così arrabbiato che, contrariamente a quello che era il suo carattere, si pentì persino di averlo portato in quel parco.

Avrebbe dovuto farsi i fatti suoi senza dire nulla, invece di spifferare ai quattro venti la sua fantastica scoperta e, addirittura, proporre – povero scemo – all’Inuzuka di accompagnarlo una volta o l’altra. E perché quella benedetta volta era arrivata tanto in fretta? Perché non aveva misurato ogni cosa, prima?

E quando mai pensi prima di agire, tu? A Naruto parve quasi di udirla la voce sarcastica di Sasuke, quasi gli fosse stato a non più di un metro di distanza, e la cosa peggiore era che – porca vaccaccia – doveva persino dargli ragione! Oh, beh, non dinanzi a lui, questo era ovvio.

“Ehi, Kiba aspetta!” Per poco non gli saltò addosso nel vederlo avvicinarsi, a grandi falcate, alla panchina.

Con una rapida occhiata cercò la sua abituale occupatrice, ma lei aveva il capo chino e il naso tuffato tra le pagine del solito libro. Per un istante, rimase paralizzato dall’immagine che si rifletteva nei suoi occhi azzurrissimi. Con tutti quei capelli neri ad incorniciarle il viso delicato e con quei grandi occhi mammola, sembrava quasi...ecco, pareva...una bambola di porcellana, sì.

Una deliziosa bambola di porcellana.

Naruto era sicuro di non saper trovare descrizione migliore di quella, per lei, e allo stesso tempo i suoi pensieri si erano irretiti nell’idea di poterla prendere con sé, di rinchiuderla in un angolo della sua stanza e di poterla rimirare lì all’infinito, incurante del tempo, dei giorni, del sole e della notte.

Ma era una cosa sciocca su cui soffermarsi, la sua, degna dei più patetici film mielosi di serie C, perciò con un gesto stizzito della mano la scacciò via, saltellando un paio di volte e raggiungendo finalmente Kiba, che, intanto, si era già tuffato in una bizzarra conversazione a senso unico con lei.

“Scusa, non volevo spaventarti, ma ti ho vista da laggiù, ecco.” Ed indicò il punto del parco da cui erano venuti. “Mi sei sembrata da sola e allora ho pensato che forse potevo darti compagnia. Sempre se a te non dispiace, si intende!”

“Sì, cioè no. Io volevo dire che...” Balbettò impacciatissima la ragazza, mentre un lieve rossore le saliva ineluttabilmente sul viso per dipanarsi sulle guance pallide.

“Io sono Kiba!” Prima ancora di lasciarle il tempo di concludere la frase, Kiba con la solita irruenza aveva già ripreso il controllo e il monopolio della conversazione. “Kiba Inuzuka. E tu sei...?”

Che sfacciato! Naruto era senza parole. Non poteva crederci. Ci stava provando! Non la conosceva neppure!

“Ehi, Kiba!” Quasi non si rese conto della sua stessa mano che, audace, afferrava la spalla dell’amico con una tale veemenza da costringerlo a voltarsi senza proteste. “Ha chiamato Ino. Ha detto qualcosa come appuntamento.”

“Davvero? Che appuntamento?” Alzò un sopracciglio il moro, perplesso. “E quando ha chiamato?”

“Proprio ora, ti dico.” Digrignò tra i denti Naruto, rafforzando involontariamente la presa sulla spalla ad ogni secondo che passava un pochino di più.

Gliel’avrebbe volentieri presa a morsi se solo non avesse avuto il sentore di poter spaventare la ragazza, oltre che venire arrestato seduta stante.

“Io non ho sentito niente, veramente.”

“Beh, io sì ed era arrabbiata. Molto arrabbiata.”

D’accordo, era una carognata la sua. Sapeva che Kiba era abbastanza cotto della Yamanaka e stava spudoratamente utilizzando la cosa a proprio vantaggio. Beh, certo, c’era il problema che in verità Ino non aveva affatto chiamato, ma aveva una certa idea su come risolvere la faccenda. Una telefonata di nascosto e... Non gli doveva un favore?!

“Sei sicuro? Non ricordo di avere neeessun appuntamento con mia cugina.” Gli rispose l’Inuzuka, indicandogli ferocemente con il capo la ragazza sulla panchina e mimandogli qualcosa simile ad un mi stai rovinando la piazza, imbecille, mentre quella se ne rimaneva interdetta e imbarazzata ad osservare la scena.

Naruto aggrottò la fronte. Giocava pure sporco, ora? Okay, l’aveva voluta lui.

“Allora forse voleva dire Kankuro. Sì, a pensarci bene, mi sa che ha detto proprio Kankuro. Credi che tua cugina debba uscire con lui?” Ghignò, malefico.

Lo vide mordicchiarsi le labbra, indeciso sul correre ai ripari o se piuttosto provarci con la nuova ragazza, prima di sbuffare e fare una smorfia seccata.

“No, no, avevi ragione. L’appuntamento con mia cugina...ma certo, come ho potuto dimenticarmene?!” Scosse il capo e alzò gli occhi al cielo, teatrale.

“Infatti. È quello che sto dicendo.” Confermò Naruto, persuasivo.

“Beh, allora...” Kiba si voltò verso la ragazza, piano, le dita dell’altro ancora saldate nella sua spalla. “Ci... Ci vediamo in giro, okay? Ciao!”

Salutò, di nuovo esageratamente allegro, svicolando dalla sua stretta per dirigersi a grandi falcate – per non dire correre – verso l’uscita.

Naruto sogghignò. Aveva fatto centro. Uno a zero per lui e palla al centro.

Stava ancora cantando tra sé e sé l’inno della vittoria, quando un movimento appena percettibile alla sua sinistra lo fece voltare, incrociando così gli occhi chiari della ragazza. Si era alzata, aveva posato il libro nella borsa e si stava avvitando una ciocca di capelli attorno al dito, insicura sul da farsi.

“Io...do- dovrei a- andare.” Biascicò, con quella vocina sottile che, seppure aveva sentito pochissime altre volte, Naruto aveva già imparato ad associarla a lei.

Forse perché, tra le tante persone che aveva conosciuto nella sua vita, lei era l’unica che riusciva ad essere tanto silenziosa anche quando parlava.

“Oh, sì, certo!” Sorrise, dopo un attimo di incertezza, lui, per poi allungare una mano nella sua direzione. “Comunque io sono Naruto! E tu sei...?”

La vide avvampare ancor più di prima e fissare la sua mano quasi timorosa, passando da un piede all’altro in trepidazione. Era così titubante che quasi temette di aver appena compiuto una gaffe nel porgerle la mano e, di conseguenza, fece per ritirarla quando, con una leggerezza indescrivibile, sentì qualcosa afferrargliela. Era lei, ovviamente, la quale, seppur con una certa esitazione, ricambiava alla stretta in un contatto talmente lieve che, se non l’avesse avuta concretamente tra le dita, Naruto avrebbe pensato fosse stata la mano di un fantasma.

Hi- Hinata.”

 

 

≈♦≈♦≈♦≈

 

 

Terzo capitolo. Di nuovo dalla parte di Naruto. E, come già anticipato, qualche accenno al KibaIno e KankuIno. Che poi, detto tra noi, tra queste due varianti ancora non riesco a decidere quale preferire. Sì, lo so che non c’entra niente adesso, ma mi è venuto in mente e ops.

Lasciamo perdere, và.

 

Piuttosto, avete visto? Finalmente Naruto ed Hinata riescono a parlarsi e a dirsi più di quattro parole! ^-^ Il prossimo capitolo, poi, ve l’assicuro: un po’ più di dialogo!

Intanto passo col ringraziarvi ad uno ad uno –saltellando, saltellando!-.

 

LalyBlackengel. Laly...posso chiamarti così? Beh, di nuovo grazie per la recensione. Non posso crederci che abbiamo avuto la stessa idea! Per gli stessi personaggi, poi! Roba da rimanerci a bocca aperta davanti lo schermo u.u . Sinceramente, io l’ho trovata così perfetta per loro che mi è saltata subito all’occhio e, semplicemente, non potevo non usarla. Naruto è proprio Demetrio, voglio dire. Che rincorre sempre tutti ma non capisce mai un tubo... E Hinata è la piccola Elena, così tanto innamorata che non esita un istante a seguire il suo amore *-* . Li adoro! Indovina un po’ chi sono Lisandro e Ernia? >.< Ah, ti ho aggiunta su MSN, cosicché le sporadiche volte che ci vado –me molto, molto pigra- magari ti incontro!

A proposito, mi dici qual è la fanfiction dove hai utilizzato la citazione? Così vado a leggerla! ^-^

 

hotaru. Davvero hai usato anche tu l’analogia con Sogno di una notte di mezza estate per una NejiHina? Wow. Non so se lo sapevi, ma io vado fuori di testa per le NejiHina! Figurati che è stato il mio primo amore non appena messo piede nel fandom!

Sì, Naruto è un bambinone. Un vero bambinone. Ha capito dove trovare quello che cercava e, puntualmente, va sempre lì, sapendo di non venire mai deluso. E Hinata, ovviamente, non lo delude mai, anche se lei si fa sempre tutti qui complessi che la legano ad un cono d’ombra, invece di convincerla a buttarsi una volta tanto.

Beh, Hinata che osservava da lontano è quasi doveroso da infilarci dentro, a mio parere. Dopotutto se è cresciuta come personaggio, lo deve proprio a questo, no? È stato guardando Naruto se Hinata, nel manga, è diventata forte e decisa come negli ultimi capitoli.

Per i fazzoletti...tu che dici, conoscendo Naruto: se li comprerà mai?! ^.-

 

kry333. Sono contentissima che abbia apprezzato anche la versione di Hinata. Come dicevo, avevo un po’ il timore che non venisse fuori ciò che avevo in mente. E, come hai potuto ben vedere, finalmente si sono parlati! Già dal prossimo, poi, le cose inizieranno a cambiare, eh, eh...

Ti dirò. Guarda, io amo gli Hyuga, con tutti i loro difetti e i loro pregiudizi. Probabilmente sono una dei pochi ad apprezzare persino Hiashi –che è un bastardo questo sì, ma a suo modo riesce ad evolvere, ecco, e poi io ho una teoria tutta mia a riguardo-. Comunque sia, quando devo descrivere il rapporto di Hinata con la famiglia, ecco che vado in crisi. Figurati: Neji non riesco a vederlo se non innamorato perso della cugina –il mio animo NejiHina persiste nonostante tutto- e Hanabi riesce sempre a darmi più di quanto magari non sia. Conclusione? Una tragedia. Le tue parole, perciò, mi rendono davvero felice. E anche soddisfatta, sì! Perciò grazie, grazie di cuore. ^-^

 

valehina. La tua recensione mi ha lasciata senza parole. Così... Grazie. Grazie, grazie, grazie! Infinite grazie!

Innanzitutto, sono felice di sapere che anche tu hai apprezzato il modo in cui ho descritto la visuale di Hinata. Un personaggio che adoro, che mi da tanto e che, pertanto, riesco a renderle davvero molto poco. Ma ci sto lavorando u.u . Hanabi mi piace. Lo so che sembrerà strano, perché è una vera stronza quando ci si mette. Ma mi piace. E mi piace metterla in coppia sia con Konohamaru, che con Kiba. Devo ancora decidere quale dei due sia meglio per lei! Anche perché Konohamaru lo vedo bene pure con Moegi...uhm.

La parte della cartella è venuta da sé. L’ho scritta senza neppure starci a pensare, mossa solo da quello che vedevo in quel momento. Credo che Hiashi l’avrebbe fatto. E, altrettanto, credo che Hinata avrebbe obbedito senza alcuna protesta. Ma ormai sappiamo come sono fatti, no?

Comunque hai fatto benissimo a prenderti l’indirizzo! Ci mancherebbe! Anzi, io stesso ho già aggiunto il tuo! ^-^ E figurati se potrei mai odiarti a morte per così poco! Meglio: figurati se potrei mai odiarti e basta!

 

Sae. Tex! *-* Che bello vedere la tua recensione! Non sai, sono stracontenta! Di più! Sono entusiasta, felice, raggiante! Ancora di più...qualcuno mi aiuta a trovare qualcosa per esprimere di più?! No? Beh, tex, io ci ho provato. Perché sono proprio, proprio entusiasta del tuo passaggio. La mia best! Ti adoro, lo sai, neh?

Anche se mi avevi già detto cosa ne pensavi –e non mi stancherò mai di ringraziarti per questo- mi ha fatto un immenso piacere ritrovare la tua recensione. Davvero ti è sembrata realistica?! *-* E IC? Tex! Ah, vengo lì a portartelo di persona il fazzoletto, giuro!

Spdl! Ti amo di bene, ma anche questo tanto lo sai, no?

 

Perdono se adesso scappo via, ma sono piena di impegni fino all’anno prossimo! >.< Fatemi sapere anche di questo capitolo, mi raccomando. E alla prossima!

 

Baci.

 

memi

 

  
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