“Allora
non ti hanno ancora cacciato da Konoha?”
“Ehi!
Qui a Konoha sono una celebrità!”
“Certo,
certo... Grazie a me, per forza, è evidente...”
“Ma
chi vuoi che li legge i tuoi libri di merda!”
“Piccolo
ingrato! Aspetta che torni e ti faccio le scarpe! Tsk!”
“Sì,
ceeerto...come no! Stammi bene, Ero-Sennin!”
“Ehi,
Naruto, aspetta, non riattacc- TUTUTU”
#3: The girl with the book
All day long
I can hear people
Talking out loud
But when you hold me near
You drown out the crowd
(The crowd)
Try as they may
They can never define
What's been said
Between your
Heart and mine
“Accipicchia
amico, questo sì che è un signor giardino! Non come quel fazzoletto di terra
giù da noi! Quello non passa neppure per aiuola, figuriamoci.”
“E
dovresti vedere che tipi ci sono!” Rise rozzamente Naruto, al solo ripensarci.
“Tutti fricchettoni, gente con la puzza sotto al naso.”
“Mica
come te che puzzi di tuo!” Lo prese per i fondelli l’altro, mollandogli un
pugno tra le costole che quasi gliene costò qualcuna.
“Ha
parlato l’amico dei cani!” Alzò gli occhi al cielo il biondo, scocciato,
massaggiandosi la parte dolorante.
“Che
c’entra adesso? Vabbè, non importa.” Si sfregò
piuttosto le mani il moro, negli occhi uno scintillio per nulla rassicurante.
Adesso,
non è che si confidassero i loro segreti o tutte quelle stronzate lì, ma Naruto
poteva dire di conoscere abbastanza quel cinofilo di Kiba Inuzuka per sapere
quando preoccuparsi. E quello, senza ombra di dubbio, era uno dei momenti
giusti per farlo. D’altro canto, non una volta le sue strampalate idee avevano
portato a frutti non proprio ambiti e anzi, nella maggior parte dei casi, aveva
sempre finito coll’uscirne con il portafoglio bucato e la dignità sotto i
piedi.
Perciò,
a conti fatti, non c’era da meravigliarsi se in quello sguardo smaliziato non
ci vedeva assolutamente nulla di cui rallegrarsi.
“Sai
che sarebbe una buona idea?”
Domanda
retorica. Naruto sbuffò.
“No,
cosa? Spara!”
“Un
picnic.” Proclamò tranquillo Kiba, la mente e lo sguardo perso in un altro
universo.
“Uhm?
Un picnic? Che picnic?”
“Un
picnic!” Ripeté con enfasi maggiore l’Inuzuka, sempre più convinto. “Qui, tutti
quanti! Sai che forza?! Magari mi porto pure la chitarra che non si sa mai! E
lo diciamo anche a quel musone di Sasuke, così viene Sakura, e con lei pure
Ino, e Shikamaru, e Choji così abbiamo chi cucina, e-”
“E?”
Lo incalzò Naruto, incuriosito dal cambiamento repentino.
Kiba,
difatti, dopo aver intercettato qualcosa con le sue vivaci iridi nere si era
fermato come un baccalà sott’olio al centro del parco, senza andare né avanti
né indietro e senza emettere neppure un fiato a dirla tutta. La bocca
spalancata e l’aria trasognata, inoltre, non contribuivano a dargli un tono
sveglio in quel momento, né un aspetto rispettabile. C’era da giurarci che mezzo
parco si era voltato nella loro direzione, chiedendosi il motivo per cui non
solo avevano dovuto sopportare il primo, ma adesso vi si era andato ad
aggiungersi anche il secondo caso clinico della città.
“E
quella chi è?” Domandò, senza alcuna traccia di educazione, mentre con l’indice
indicava un punto preciso davanti a lui.
Naruto
si voltò, mosso più da una genuina voglia di sapere che non per altro, e un
groppo gli si formò stranamente all’altezza della gola nell’individuare il
motivo di tanto scalpore.
Capelli
del colore dell’onice, pelle candida, viso diamantino... Era lei, la ragazza dei fazzoletti. La
ragazza con il libro.
Per
una frazione di secondo, mentre gli occhi azzurri si fermavano a soppesarne la
figura – non era la prima volta che la scorgeva in quel parco, no di certo; ma
di sicuro era la prima volta che si soffermava davvero a vederla -, Naruto si trovò a pensare che quel libro
doveva essere proprio interessante per catturarla in quel modo. Completamente
rapita dalle pagine che, nero su bianco, narravano di vicende lontane anni luce
da lì, da tutto quello, da lui. Come se non esistesse altro che quella realtà
raccontata da mani esperte, incurante che appena davanti ai suoi occhi un mondo
le apriva le porte.
“Allora?
Chi è? La conosci?” Lo pressò Kiba, insistente, affatto intenzionato a lasciare
la preda.
Era
fatto così. Quando scovava una ragazza carina che gli piaceva, ingranava la
quinta e partiva sparato, incurante delle conseguenze. Non che si solito Naruto
non avesse trovato positivo quell’impetuosa tempestività essendo lui per primo
un istintivo cronico, ma quella volta, per una qualche arcana ragione, gli
diede un certo non so che di fastidio.
C’era
la ragazza biondina, seduta ai piedi di una quercia secolare. E c’era quella
brunetta carina in compagnia della sua amica. Persino quest’ultima era
senz’ombra di dubbio una bella ragazza. Perché, allora, aveva puntato gli occhi
proprio su di lei? Tra
tante...perché?
“Non
lo so.” Rispose, scontroso, dando le spalle alla figura minuta della ragazza
con il libro per rivolgere un’occhiata particolarmente distaccata a Kiba.
“Andiamo, ti mostro la fermata del bus.”
“Vuoi
dire che non sai il suo nome?” Il moro, però, non parve averlo neppure sentito,
gli occhi fastidiosamente fissi su di lei. “Come fai a non saperlo? Conosci
persino i nomi dei miei gatti!”
“Uff.
Non lo so e basta!” Sbuffò spazientito Naruto. “E poi tu non hai i gatti.”
Non
poteva farci niente, era più forte di lui. Avrebbe potuto interessarsi a
chiunque, chiunque! Perché lei?!
“Vabbè, adesso vado là e glielo chiedo!” Risolse la
questione Kiba, pratico come sempre.
“Come
vai là?” Al biondo quasi uscirono gli occhi dalle orbite all’affermazione. “Non
puoi dire sul serio! Non la conosci neppure!”
“Ma
và, genio?” Alzò gli occhi al cielo l’altro, in risposta, esasperato. “Sarà per
questo che ci vado?”
In
quel momento di tre cose era assolutamente certo Naruto: il ramen era la
migliore invenzione al mondo, Konoha era un quartiere imperdibile e Kiba era un
idiota. Di quest’ultima cosa, soprattutto, era del tutto convinto. Era così
arrabbiato che, contrariamente a quello che era il suo carattere, si pentì
persino di averlo portato in quel parco.
Avrebbe
dovuto farsi i fatti suoi senza dire nulla, invece di spifferare ai quattro
venti la sua fantastica scoperta e, addirittura, proporre – povero scemo – all’Inuzuka di accompagnarlo una volta o
l’altra. E perché quella benedetta volta era arrivata tanto in fretta? Perché
non aveva misurato ogni cosa, prima?
E quando mai pensi prima di agire,
tu?
A Naruto parve quasi di udirla la voce sarcastica di Sasuke, quasi gli fosse
stato a non più di un metro di distanza, e la cosa peggiore era che – porca
vaccaccia – doveva persino dargli ragione! Oh, beh, non dinanzi a lui, questo
era ovvio.
“Ehi,
Kiba aspetta!” Per poco non gli saltò addosso nel vederlo avvicinarsi, a grandi
falcate, alla panchina.
Con
una rapida occhiata cercò la sua abituale occupatrice, ma lei aveva il capo
chino e il naso tuffato tra le pagine del solito libro. Per un istante, rimase
paralizzato dall’immagine che si rifletteva nei suoi occhi azzurrissimi. Con
tutti quei capelli neri ad incorniciarle il viso delicato e con quei grandi
occhi mammola, sembrava quasi...ecco, pareva...una bambola di porcellana, sì.
Una
deliziosa bambola di porcellana.
Naruto
era sicuro di non saper trovare descrizione migliore di quella, per lei, e allo
stesso tempo i suoi pensieri si erano irretiti nell’idea di poterla prendere
con sé, di rinchiuderla in un angolo della sua stanza e di poterla rimirare lì
all’infinito, incurante del tempo, dei giorni, del sole e della notte.
Ma
era una cosa sciocca su cui soffermarsi, la sua, degna dei più patetici film
mielosi di serie C, perciò con un gesto stizzito della mano la scacciò via,
saltellando un paio di volte e raggiungendo finalmente Kiba, che, intanto, si
era già tuffato in una bizzarra conversazione a senso unico con lei.
“Scusa,
non volevo spaventarti, ma ti ho vista da laggiù, ecco.” Ed indicò il punto del
parco da cui erano venuti. “Mi sei sembrata da sola e allora ho pensato che
forse potevo darti compagnia. Sempre se a te non dispiace, si intende!”
“Sì,
cioè no. Io volevo dire che...” Balbettò impacciatissima
la ragazza, mentre un lieve rossore le saliva ineluttabilmente sul viso per
dipanarsi sulle guance pallide.
“Io
sono Kiba!” Prima ancora di lasciarle il tempo di concludere la frase, Kiba con
la solita irruenza aveva già ripreso il controllo e il monopolio della
conversazione. “Kiba Inuzuka. E tu sei...?”
Che
sfacciato! Naruto era senza parole. Non poteva crederci. Ci stava provando! Non
la conosceva neppure!
“Ehi,
Kiba!” Quasi non si rese conto della sua stessa mano che, audace, afferrava la
spalla dell’amico con una tale veemenza da costringerlo a voltarsi senza
proteste. “Ha chiamato Ino. Ha detto qualcosa come appuntamento.”
“Davvero?
Che appuntamento?” Alzò un sopracciglio il moro, perplesso. “E quando ha
chiamato?”
“Proprio
ora, ti dico.” Digrignò tra i denti Naruto, rafforzando involontariamente la
presa sulla spalla ad ogni secondo che passava un pochino di più.
Gliel’avrebbe
volentieri presa a morsi se solo non avesse avuto il sentore di poter
spaventare la ragazza, oltre che venire arrestato seduta stante.
“Io
non ho sentito niente, veramente.”
“Beh,
io sì ed era arrabbiata. Molto arrabbiata.”
D’accordo,
era una carognata la sua. Sapeva che Kiba era abbastanza cotto della Yamanaka e
stava spudoratamente utilizzando la cosa a proprio vantaggio. Beh, certo, c’era
il problema che in verità Ino non aveva affatto chiamato, ma aveva una certa
idea su come risolvere la faccenda. Una telefonata di nascosto e... Non gli
doveva un favore?!
“Sei
sicuro? Non ricordo di avere neeessun appuntamento
con mia cugina.” Gli rispose
l’Inuzuka, indicandogli ferocemente con il capo la ragazza sulla panchina e
mimandogli qualcosa simile ad un mi stai
rovinando la piazza, imbecille, mentre quella se ne rimaneva interdetta e
imbarazzata ad osservare la scena.
Naruto
aggrottò la fronte. Giocava pure sporco, ora? Okay, l’aveva voluta lui.
“Allora
forse voleva dire Kankuro. Sì, a pensarci bene, mi sa che ha detto proprio
Kankuro. Credi che tua cugina debba
uscire con lui?” Ghignò, malefico.
Lo
vide mordicchiarsi le labbra, indeciso sul correre ai ripari o se piuttosto
provarci con la nuova ragazza, prima di sbuffare e fare una smorfia seccata.
“No,
no, avevi ragione. L’appuntamento con mia cugina...ma certo, come ho potuto
dimenticarmene?!” Scosse il capo e alzò gli occhi al cielo, teatrale.
“Infatti.
È quello che sto dicendo.” Confermò Naruto, persuasivo.
“Beh,
allora...” Kiba si voltò verso la ragazza, piano, le dita dell’altro ancora
saldate nella sua spalla. “Ci... Ci vediamo in giro, okay? Ciao!”
Salutò,
di nuovo esageratamente allegro, svicolando dalla sua stretta per dirigersi a
grandi falcate – per non dire correre – verso l’uscita.
Naruto
sogghignò. Aveva fatto centro. Uno a zero per lui e palla al centro.
Stava
ancora cantando tra sé e sé l’inno della vittoria, quando un movimento appena
percettibile alla sua sinistra lo fece voltare, incrociando così gli occhi
chiari della ragazza. Si era alzata, aveva posato il libro nella borsa e si
stava avvitando una ciocca di capelli attorno al dito, insicura sul da farsi.
“Io...do-
dovrei a- andare.” Biascicò, con quella vocina sottile che, seppure aveva
sentito pochissime altre volte, Naruto aveva già imparato ad associarla a lei.
Forse
perché, tra le tante persone che aveva conosciuto nella sua vita, lei era
l’unica che riusciva ad essere tanto silenziosa anche quando parlava.
“Oh,
sì, certo!” Sorrise, dopo un attimo di incertezza, lui, per poi allungare una
mano nella sua direzione. “Comunque io sono Naruto! E tu sei...?”
La
vide avvampare ancor più di prima e fissare la sua mano quasi timorosa,
passando da un piede all’altro in trepidazione. Era così titubante che quasi
temette di aver appena compiuto una gaffe nel porgerle la mano e, di
conseguenza, fece per ritirarla quando, con una leggerezza indescrivibile,
sentì qualcosa afferrargliela. Era lei, ovviamente, la quale, seppur con una
certa esitazione, ricambiava alla stretta in un contatto talmente lieve che, se
non l’avesse avuta concretamente tra le dita, Naruto avrebbe pensato fosse
stata la mano di un fantasma.
“Hi- Hinata.”
≈♦≈♦≈♦≈
Terzo capitolo. Di nuovo dalla parte di
Naruto. E, come già anticipato, qualche accenno al KibaIno e KankuIno. Che poi,
detto tra noi, tra queste due varianti ancora non riesco a decidere quale
preferire. Sì, lo so che non c’entra niente adesso, ma mi è venuto in mente e ops.
Lasciamo perdere, và.
Piuttosto, avete visto? Finalmente Naruto
ed Hinata riescono a parlarsi e a dirsi più di quattro parole! ^-^ Il prossimo
capitolo, poi, ve l’assicuro: un po’ più di dialogo!
Intanto passo col ringraziarvi ad uno ad
uno –saltellando, saltellando!-.
LalyBlackengel. Laly...posso chiamarti così? Beh, di
nuovo grazie per la recensione. Non posso crederci che abbiamo avuto la stessa
idea! Per gli stessi personaggi, poi! Roba da rimanerci a bocca aperta davanti
lo schermo u.u . Sinceramente, io l’ho trovata così perfetta per loro che mi è
saltata subito all’occhio e, semplicemente, non
potevo non usarla. Naruto è proprio Demetrio, voglio dire. Che rincorre sempre
tutti ma non capisce mai un tubo... E Hinata è la piccola Elena, così tanto
innamorata che non esita un istante a seguire il suo amore *-* . Li adoro!
Indovina un po’ chi sono Lisandro e Ernia? >.< Ah, ti ho aggiunta su MSN,
cosicché le sporadiche volte che ci vado –me molto, molto pigra- magari ti
incontro!
A proposito, mi dici qual è la
fanfiction dove hai utilizzato la citazione? Così vado a leggerla! ^-^
hotaru. Davvero hai usato anche tu l’analogia
con Sogno di una notte di mezza estate
per una NejiHina? Wow. Non so se lo sapevi, ma io vado fuori di testa per le
NejiHina! Figurati che è stato il mio primo amore non appena messo piede nel
fandom!
Sì, Naruto è un bambinone. Un vero
bambinone. Ha capito dove trovare quello che cercava e, puntualmente, va sempre
lì, sapendo di non venire mai deluso. E Hinata, ovviamente, non lo delude mai,
anche se lei si fa sempre tutti qui complessi che la legano ad un cono d’ombra,
invece di convincerla a buttarsi una volta tanto.
Beh, Hinata che osservava da lontano è
quasi doveroso da infilarci dentro, a mio parere. Dopotutto se è cresciuta come
personaggio, lo deve proprio a questo, no? È stato guardando Naruto se Hinata,
nel manga, è diventata forte e decisa come negli ultimi capitoli.
Per i fazzoletti...tu che dici,
conoscendo Naruto: se li comprerà mai?! ^.-
kry333. Sono contentissima che abbia apprezzato
anche la versione di Hinata. Come dicevo, avevo un po’ il timore che non
venisse fuori ciò che avevo in mente. E, come hai potuto ben vedere, finalmente
si sono parlati! Già dal prossimo, poi, le cose inizieranno a cambiare, eh,
eh...
Ti dirò. Guarda, io amo gli Hyuga, con
tutti i loro difetti e i loro pregiudizi. Probabilmente sono una dei pochi ad
apprezzare persino Hiashi –che è un bastardo questo sì, ma a suo modo riesce ad
evolvere, ecco, e poi io ho una teoria tutta mia a riguardo-. Comunque sia,
quando devo descrivere il rapporto di Hinata con la famiglia, ecco che vado in
crisi. Figurati: Neji non riesco a vederlo se non innamorato perso della cugina
–il mio animo NejiHina persiste nonostante tutto- e Hanabi riesce sempre a
darmi più di quanto magari non sia. Conclusione? Una tragedia. Le tue parole,
perciò, mi rendono davvero felice. E anche soddisfatta, sì! Perciò grazie,
grazie di cuore. ^-^
valehina. La tua recensione mi ha lasciata senza
parole. Così... Grazie. Grazie, grazie, grazie! Infinite grazie!
Innanzitutto, sono felice di sapere che
anche tu hai apprezzato il modo in cui ho descritto la visuale di Hinata. Un personaggio
che adoro, che mi da tanto e che, pertanto, riesco a renderle davvero molto
poco. Ma ci sto lavorando u.u . Hanabi mi piace. Lo so che sembrerà strano, perché
è una vera stronza quando ci si mette. Ma mi piace. E mi piace metterla in
coppia sia con Konohamaru, che con Kiba. Devo ancora decidere quale dei due sia
meglio per lei! Anche perché Konohamaru lo vedo bene pure con Moegi...uhm.
La parte della cartella è venuta da sé. L’ho
scritta senza neppure starci a pensare, mossa solo da quello che vedevo in quel momento. Credo che Hiashi
l’avrebbe fatto. E, altrettanto, credo che Hinata avrebbe obbedito senza alcuna
protesta. Ma ormai sappiamo come sono fatti, no?
Comunque hai fatto benissimo a prenderti
l’indirizzo! Ci mancherebbe! Anzi, io stesso ho già aggiunto il tuo! ^-^ E
figurati se potrei mai odiarti a morte per così poco! Meglio: figurati se
potrei mai odiarti e basta!
Sae. Tex! *-* Che bello vedere la tua
recensione! Non sai, sono stracontenta! Di più! Sono entusiasta, felice,
raggiante! Ancora di più...qualcuno mi aiuta a trovare qualcosa per esprimere di più?! No? Beh, tex, io ci ho provato.
Perché sono proprio, proprio entusiasta del tuo passaggio. La mia best! Ti adoro,
lo sai, neh?
Anche se mi avevi già detto cosa ne
pensavi –e non mi stancherò mai di ringraziarti per questo- mi ha fatto un
immenso piacere ritrovare la tua recensione. Davvero ti è sembrata realistica?!
*-* E IC? Tex! Ah, vengo lì a portartelo di persona il fazzoletto, giuro!
Spdl! Ti amo di bene, ma anche questo tanto
lo sai, no?
Perdono se adesso scappo via, ma sono
piena di impegni fino all’anno prossimo! >.< Fatemi sapere anche di
questo capitolo, mi raccomando. E alla prossima!
Baci.
memi