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Autore: Master Chopper    02/02/2020    1 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 6: I Had A Dream Of Us In A Perfect World

(Part 2)  Class Trial

The End

 

 

“ Nashi… il colpevole ?”

Quelle ultime parole pronunciate da Zetsu vennero ripetute all’infinito nelle teste dei presenti, cercando di dare loro un senso e di renderle più facilmente accettabili.

Nessuno ci riuscì.

“ Ma cosa dici?! Sei impazzito ?” Urlò Ebisawa, troppo febbrile a causa dell’odore del sangue e della vista del cadavere di Nishizaka per mantenere un tono calma.

Sfortunatamente nessuna risposta gli venne concessa: seguì un ronzio e poi una musichetta familiare, proveniente dal corridoio lì fuori.

Tutti riconobbero il suono dell’ascensore per la sala del processo, appena arrivato al loro piano.

Lo sconcerto fu totale, mai prima d’ora era avvenuto qualcosa del genere.

“ Non starò più a questo gioco truccato di merda! Col cazzo che iniziamo subito il Class Trial !” Ruggendo per la rabbia, Takejiro scattò al di fuori della stanza senza esitazione, venendo inseguito da una parte del gruppo.

Quando però fu sul punto di imboccare il corridoio verso il Salone, un rumore metallico ed una scarica di brividi lungo la spina dorsale lo avvertì preventivamente di fermarsi.

Di colpo davanti alla porta del Salone erano spuntate due mitragliatrici connesse a dei monitor, stavolta spenti. Le armi erano puntate sul corvino, con le bocche da fuoco a pochissima distanza dal suo viso. In quello stallo silenzioso, Takejiro intuì che se avesse fatto anche solo un passo in avanti, quello sarebbe stato l’ultimo movimento della sua vita.

Non poté far altro che digrignare i denti, impotente e sconfitto. Alle sue spalle l’Ultimate Video Maker e l’Ultimate Radio Host soffocarono delle imprecazioni tra i denti, condividendo la sua rabbia.

 

Kirigiri interruppe quell’atmosfera di frustrazione con tutto il suo sangue freddo: “ Aspettate: sono sicura che uno di voi può avanzare eccome.”

“ Lo dice anche il Regolamento, alla Regola Numero Cinque …” Proseguì: “Una volta raggiunto lo scadere del tempo messo a disposizione, tutti gli studenti dovranno affrontare un Processo di Classe... senza Zayasu con noi non saremmo tutti. Qualcuno dovrà pur andare a recuperarlo dalla sua stanza.”

Ci fu un lungo silenzio, durante il quale sembrava come se la torre stessa che rendeva quei ragazzi prigionieri stesse processando una risposta.

Qualunque fosse l’autorità incaricata di rispondere, che fosse Monokuma o Tabata Bussho, non accennava a mostrarsi, rendendo così quel giudizio incombente ancor più imprevedibile e misterioso.

I monitor si accesero, proiettando un timer di cinque minuti che subito si attivò. Le mitragliatrici avevano abbassato la mira, concedendo a Takejiro un sentito sospiro di sollievo.

“ O-Ok… allora io vado.” Furono le ultime parole dell’Ultimate Liar, prima che, facendosi carico di tutta l’ira e dell’energia che lo permeava, corse verso i dormitori.

Anche Kirigiri aveva rilassato tutti i suoi muscoli, finalmente impedendo che la tensione la divorasse.

“ Non credo che questo cambierà qualcosa.” Con voce piatta, Zetsu si incamminò verso l’ascensore senza guardare in faccia nessuno.

 

- Ovviamente non cambia nulla: Zayasu non può essere coinvolto in tutto questo. Però almeno abbiamo del tempo per calmarci e riflettere.- Pensò la detective, non badando però più di tanto a quelle parole.

Ciò di cui le premeva più occuparsi era solo e soltanto Nashi.

Si voltò con sguardo preoccupato verso il ragazzo, trovandolo ancora collassato a terra.

L’aveva visto in quelle condizioni solo una volta, durante le investigazioni del terzo caso, e conosceva bene cosa potesse rendere così quel ragazzo tanto forte: i sensi di colpa.

Ancora non si spiegava perché lui dovesse provare quelle emozioni, ma a giudicare dall’espressione confusa sul suo volto, probabilmente anche lui non lo sapeva.

“ Nashi …” Provò a richiamarlo, poggiandogli una mano sulla spalla mentre si chinava alla sua altezza.

 Niente. Sapeva bene che qualsiasi parola avesse detto, non avrebbe mai avuto l’impatto necessario per smuoverlo da quello stato catatonico, da quella prigione di confusione e dolore.

Si soffermò allora a guardare ciò che attirava ormai da un paio di minuti l’attenzione del ragazzo: il corpo senza vita di Nishizaka Iki.

Non poteva comprendere, ma riconosceva la forza del legame tra quei due ragazzi. Non era dissimile da quello creato tra di loro.

 

 “ Io voglio continuare a voler bene ad un mio compagno morto quanto ad uno vivo, perché allo stesso modo sono importanti !”

 

- No… la differenza è che io sono ancora qui, mentre Nishizaka è morta. Conoscendo Nashi, adesso starà dicendo addio a quella speranza che gli permetteva di credere che lei sarebbe sopravvissuta fino alla fine… e non è mai facile dire addio.-

Ovviamente non sapeva cosa dire, però ripescò dalla sua mente le sensazioni provate quando era stato Nashi a salvarla da un abisso di dubbio e disperazione.

“ Tu non sei il colpevole !”

Per la prima volta in vita sua aveva pronunciato delle parole tanto sconsiderate, lasciandosi guidare solo dall’impulsività del momento e dal suo cuore.

Avvertì però una certa reazione nel ragazzo, così continuò: “ Forse non saranno le parole che ti aspetteresti di sentire da una detective, però… io voglio credere questo. Sì, anche a costo della vita! E sì, anche a costo di mettere a rischio la vita degli altri: sono sicura di non essere l’unica a pensarla così !”

In men che non si dica, Amari ed Ebisawa si erano avvicinati al ragazzo con uno sguardo colmo di fiducia, temprata dal dolore di numerose perdite importanti.

“ Certo che è così, Nashi! Noi siamo tuoi amici, non ci lasceremo convincere dalla prima diceria sul tuo conto !”

“ Tu hai… in un certo senso aiutato il fratellone Umezawa ad andarsene con il sorriso. Non puoi essere una persona cattiva… per questo mi fido di te.”

 

L’Ultimate Memory rabbrividì: ancora una volta quella reazione. La ragazza coi capelli lilla attese, attese ed attese, finché il momento che aspettava non giunse.

Con il cuore che batteva all’impazzata in un vortice di emozioni, vide il ragazzo voltarsi verso loro tutti. Il suo viso era ancora contratto dalla tristezza, ma i suoi occhi brillavano in un modo che, chi fosse stato catturato dalla disperazione, non avrebbe mai potuto conoscere.

Nashi curvò le labbra, trattenendo un singhiozzo commosso.

“ Lo pensate davvero ?” Sussurrò debolmente, ma gli altri non si lasciarono attendere un secondo prima di annuire vigorosamente.

L’Ultimate Detective gli porse la mano: “ Andiamo. Ce la faremo anche stavolta.”

Con quel messaggio di speranza, si diressero verso l’esterno. Un silenzioso addio al corpo silente di Nishizaka fu tutto ciò che si lasciarono alle spalle.

Intanto era sopraggiunto anche Takejiro, con sulle spalle l’Ultimate Fanfiction Writer, accasciato e con gli occhi chiusi.

Senza dire una parola, salirono sull’ultima corsa verso il punto più alto della torre che avessero mai raggiunto.

Era scoccata la mezzanotte.

 

Giorno 20. Meno 6 giorni allo scadere dell’ultimatum.

 

- Non nego… di avere paura.- La mano che continuava a stringere quella di Nashi tremava, e non accennava a smettere. La detective non voleva fermarla quanto non avrebbe voluto fermare quell’ascensore.

- Però se la paura mi porta sempre più vicina alla verità, con te… allora… chissà, potrebbe anche trasformarsi nella dolce e divorante attesa di un lieto fine.-

Le porte si spalancarono sulla sala del processo, non certo un lieto fine.

 

“ Non c’è Monokuma e nemmeno Tabata Bussho.” Osservò a mezza voce Ebisawa, aggirandosi tra i palchetti senza trovare alcuno schermo acceso, o qualche peluche bicolore.

I presenti non sentirono il bisogno di soffermarsi su quel dettaglio, e con i soliti passi precisi ed abituati raggiunsero il proprio posto. L’ordine era stato ristabilito senza che alcun tiranno dettasse legge, eppure sapevano di trovarsi comunque sotto il pugno di ferro di qualche presenza opprimente.

Il quadretto funebre di Nishizaka Iki ricordava quale fosse il motivo della loro riunione, così come il suo posto vuoto donava ancor più vuotezza nella stanza.

 

“ Stavolta non abbiamo avuto nemmeno un Monokuma File.” Si lamentò Amari, strizzando ancora gli occhi per scacciare il bruciore delle lacrime: la vista della foto sorridente dell’amica era stata un colpo basso.

“ Prima di parlare dell’omicidio …” Improvvisamente la voce di Takejiro anticipò qualsiasi pensiero.

Il corvino non aveva ancora preso posto, ma era rimasto fermo a pochi passi fuori dall’ascensore.

“ Zayasu si è risvegliato.”

Ancora appoggiato sulle sue spalle, il ragazzo albino si stropicciò le palpebre debolmente, mugugnando come stava ormai facendo da qualche secondo. Quando il ragazzo su cui era accasciato lo scrollò con una certa veemenza, sussultò e riprese del tutto i sensi.

“ Cosa… ?” Furono le sue prime parole, mentre con le sue gambe tremolanti per poco non rischiava di scivolare all’indietro.

Takejiro lo afferrò prontamente per le spalle, avvicinandolo a sé:

“ So che non vorresti essere qui adesso, però tutto ciò che puoi fare è stare zitto e buono al tuo posto mentre noi cerchiamo di salvare anche la tua vita.”

A primo acchito quelle dure parole fecero strabuzzare gli occhi di Zayasu, come se lo avessero colpito con l’intensità di un proiettile. Il ragazzo tentennò, e dopodiché si morse il labbro inferiore.

Stava sorvolando con lo sguardo i palchetti.

Anche se appena sveglio, aveva riconosciuto quell’ambiente, e gli era bastato guardare i volti dei suoi compagni per comprendere che la situazione non fosse delle migliori. Rimase ad osservare il quadro di Nishizaka per qualche istante, prima di annuire in silenzio, con aria triste e sconsolata.

Mormorò delle scuse sommesse tra i denti mentre si dirigeva al proprio palchetto.

“ Ok! Ora ci siamo !” Annunciò l’Ultimate Liar, lasciando trapelare una certa rabbia nel suo tono.

 

“ D-Dicevo …” Riprese parola Amari, un po’ confusa per la situazione attuale. “ Non abbiamo nemmeno un Monokuma File stavolta, come possiamo parlare della condizione del cadavere, o dell’ora del delitto ?”

Ebisawa la guardò intensamente, comprendendo il suo dilemma. “ Già, di volta in volta le informazioni sui Monokuma File diventavano sempre più fumose, ma… addirittura rimuovercele del tutto è troppo.”

Sentendo quel discorso, a Kirigiri si rizzarono automaticamente le orecchie.

Le parole “informazioni fumose” sembravano combaciare nella sua testa con un altro termine, usato spesso in quelle ultime ore.

- Il gioco scorretto …-

“ È fatto apposta !” Intuì, esprimendo la sua considerazione agli altri. “ Di caso in caso, il mastermind sceglieva di rendere vaga o sconosciuta una condizione dell’omicidio che avrebbe altrimenti reso difficile la vita del colpevole: ora e luogo del decesso, arma del delitto o ferita mortale! Se stavolta non ci ha lasciato nulla, il motivo è che questo omicidio deve rappresentare per noi la più grande sfida affrontata fin’ora …”

“ Che pazzo sadico !” Ruggì il radio host, ma presto seppe riprendere controllo di sé.

“ Ok, quindi di che parliamo? Ormai siamo in pochi, e credo che oggi ci siamo aggirati per lo più nel Primo Piano… avevamo tutti sott’occhio costantemente. Come può esserci scappato un omicidio ?”

“ In Sala Giochi, poi.” Gli diede corda Takejiro. “ Chi mai se lo sarebbe aspettato lì ?”

La detective avvertì una strana tensione formarsi nella bocca del suo stomaco, come una morsa.

Doveva presentare delle prove, perché come aveva detto lei non si sapeva nulla di quell’omicidio.

- Però non è vero… qualcuno se lo aspettava un omicidio… credo.-

Volse lo sguardo verso Nashi, e pregò con tutta se stessa che il ragazzo non avesse perso quel bagliore di speranza recuperato poc’anzi.

Non voleva chiamarlo in causa, altrimenti sarebbe suonata accusatoria, così semplicemente aspettò che lui si facesse avanti da solo. Attese, stringendo i pugni e sfregando le dita sul guanto con nervosismo crescente.

- Io credo in te, Nashi !-

 

“ Io posso …” La voce tentennante dell’Ultimate Memory mise rapidamente fine alla confusione, attirando a sé tutte le attenzioni.

“ Io posso dirvi qualcosa, perché sono stato il primo a scoprire il corpo di Nishizaka, poco fa.”

Takejiro ed Ebisawa, sopraggiunti per ultimi sulla scena del ritrovamento e Zayasu, il quale non conosceva assolutamente nulla, prestarono la massima attenzione.

“ Ho passato la mattinata con Nishizaka fino a pranzo, dopodiché sono stato per un po’ di ore con Zetsu al Sesto Piano. Verso le 20:10… credo… ho perso i sensi. Mi sono risvegliato in camera mia alle 23, quando Kirigiri ha bussato alla mia porta.”

Dopo aver finito la sua dichiarazione il ragazzo chinò il capo.

“ S-Sì.” Annuì la detective, anche se quelle informazioni le avevano lasciato un’ombra di dubbio, come se qualcosa non andasse. “ Nashi era svenuto e Zetsu l’ha riportato in camera sua. Aveva vomitato sangue, ma per le 23 sembrava stare bene …”

“ A quanto pare io e Nashi abbiamo un alibi.” Si intromise a quel punto Zetsu, sorridendo in modo stranamente fiducioso.

“ M-Ma poco prima hai detto che …” Provò ad obbiettare la video maker, ma l’occhialuto la interruppe.

“ Piuttosto… voi! Eravate al Primo Piano, dove è stato ritrovato il corpo… quand’è stata l’ultima volta che l’avete vista, e che alibi avete ?”

“ C’è anche bisogno che io parli ?” Domandò stizzito Zayasu. Nei suoi occhi risplendeva un’insolita ostilità, coltivata attraverso il suo silenzio.

Tuttavia venne ignorato, ed i veri  chiamati in causa iniziarono a spremersi le meningi per dare una risposta soddisfacente.

Dopo un confuso battibecco, si raggiunse la conclusione che nessuno aveva un alibi solido come quello dei due ragazzi. Allo stesso modo, Nishizaka non era stata più vista dopo pranzo.

 

“ Strano.” Commentò allora Nashi, perplesso. “ Forse poteva trovarsi già in Sala Giochi per l’appuntamento, ma a quell’ora sarebbe stata troppo in anticipo …”

Quando sollevò lo sguardo, si accorse che i presenti, meno Zetsu, lo stavano guardando con gli occhi sbarrati.

“ Appuntamento ?” Ripeté Takejiro, credendo di non aver sentito bene.

Kirigiri invece fu soddisfatta che la conversazione avesse raggiunto con naturalezza proprio quel punto.

Poco prima infatti dal dialogo tra Nashi e Zetsu era saltata fuori una parola singolare, e se fino al momento del ritrovamento di Nishizaka l’aveva lasciata passare inosservata, ora non poteva più concedersi questo lusso.

“ Un appuntamento in Sala Giochi ?” Decise allora di incalzarlo, vedendo la sorpresa del ragazzo aumentare.

Era evidente che la loro reazione lo stesse prendendo alla sprovvista.

“ Per caso eri convinto che anche noi sapessimo di questo appuntamento in Sala Giochi ?”

- Centro !- Si disse, vedendo il bruno fare su e giù con il capo, seppur mantenendo gli occhi sgranati.

“ Io non ne ho sentito parlare.” Disse Amari, e tutti gli altri concordarono.

La ragazza coi capelli lilla sentì d’improvviso una strana forza pervadere il suo corpo: tutto stava andando fin troppo liscio.

“ A che ora era previsto l’appuntamento, Nashi ?”

“ Alle 21 …”

“ Quindi mi sembra palese che, per l’ora in cui hai perso i sensi al Sesto Piano, ovvero le 20:10, tu stessi per dirigerti assieme a Zetsu proprio sul luogo dell’incontro? Per ritrovare tutti noi ?”

Quando il ragazzo ebbe confermato il suo dubbio, allora dovette necessariamente fermarsi.

Prese un gran respiro, per poi guardare una persona del tutto diversa.

 

“ Zetsu. Poco fa hai accusato Nashi di essere l’assassino di Nishizaka, però sembrerebbe che oltre a lui, solo tu sapessi di questo incontro. Tu e… Nishizaka.”

“ Immagino di sì.” Rispose di sfuggita il verde, come se la questione non gli interessasse.

“ Che diavolo stai facendo ?!” Takejiro fu sorpreso dalla reazione del compagno, ma non riuscì a fermare il dibattito.

Kirigiri riprese parola: “ Dopo pranzo Nashi è stato con me in camera di Takejiro per un po’, e nessun altro afferma di aver visto Nishizaka. Mi sembra logico ipotizzare che sia stato tu l’unico a vederla per darle questo appuntamento… altrimenti non si sarebbe trovata in Sala Giochi.”

Zetsu mantenne il silenzio.

“ Perché sembra quasi scontato che tu abbia programmato questo appuntamento, avvisando solo la vittima in questione, proprio per ucciderla? Per di più Nashi è svenuto mentre si trovava assieme a te… e tu lo accusi …”

“ Parlando proprio di questo !” Esclamò improvvisamente il ragazzo, ignorando del tutto la ragazza dai capelli lilla e fissando il suo amico.

Sotto lo sgomento di tutti spalancò un sorriso a trentadue denti.

“ Nashi, Nashi! Parliamo proprio del perché tu sia l’assassino di Nishizaka !”

Dinnanzi al volto del suo amico contorto in un ghigno che nascondeva così tanta malizia e crudeltà, l’Ultimate Memory perse tutte le parole di bocca. Il suo fiato venne a mancare, e poté solo gemere debolmente in preda alla confusione.

“ Non eravate amici voi due ?” Domandò Zayasu, dubbio.

“ Proprio perché siamo amici ci diciamo sempre la verità.” Chiusa questa breve parentesi con il sorriso sulle labbra, Zetsu puntò le braccia sui fianchi: “ Allora… sono sicuro che se aveste dato un’occhiata a Nashi durante il momento dell’omicidio, adesso credereste poco alla storia dello svenimento: avete dato un’occhiata al suo armadio? Ci sono dei vestiti ricoperti di sangue da capo a piedi! E poi… vogliamo semplicemente ignorare come lui fosse in possesso della chiave della Sala Giochi, che infatti prima del suo arrivo era chiusa?! Se vogliamo parlare dell’assassino… parliamo dell’assassino, ma almeno facciamolo a carte scoperte !”

Kirigiri si voltò di scatto a guardare Nashi, allarmata dalle accuse appena pronunciate.

Contrasse ogni muscolo del suo corpo in attesa che lui svelasse come al solito una menzogna, come aveva fatto con tutti i colpevoli bugiardi, o chi si era nascosto dietro un muro di inesattezze.

Non accadde: quel mito crollò nell’istante in cui il ragazzo chinò il capo, iniziando a singhiozzare come un bambino sull’orlo del pianto.

- È vero? No… non può essere !- Fu sul punto di dire, ma qualcuno la interruppe.

“ L’ho sentito… un certo odore di sangue proveniente dalla stanza di Nashi quando ho recuperato Zayasu.” Intervenne a voce sommessa l’Ultimate Liar.

“ È Corex…” Aggiunse lo scrittore.

“ Grazie per la sincerità.” Commentò Zetsu, incrociando le dita e portandosele sotto al mento.

“ Come potete vedere, una volta raggiunta la verità il colpevole non trova più il modo di difendersi !”

 

“ C-Colpevole ?!” Amari lanciò un urlo, sporgendosi in avanti sul proprio palchetto: “ Nashi è un tuo amico! È un nostro amico! Ti sembra il modo di trattarlo dopo tutto quello che ha passato per noi ?!”

“ Sei davvero un verme.” Aggiunse Zayasu.

L’espressione del verde si indurì: “ Parlate proprio voi? Quante persone a cui tenevate avete fatto giustiziare in queste settimane? Masuku, Umezawa, Lilith… non credo che qualcuno qui dei presenti si sia fatto due scrupoli ed abbia rifiutato categoricamente di votare per il proprio amico !”

Mentre sottolineava con una certa insistenza l’ultima parte lanciò uno sguardo accusatore ad Ebisawa, il quale si strinse in se stesso.

“ I-Io …” Iniziò a tremare il ragazzo, per poi coprirsi il volto con le mani. “ Umezawa, non… volevo …” 

 

“ Non così in fretta !”

Il boato prodotto dall’urlo di Takejiro paralizzò istantaneamente tutti gli Ultimate Students lì attorno, impedendo così a quell’oblio di dilagare ulteriormente.

Zetsu si voltò lentamente verso il corvino, con occhi larghi e sorpresi.

“ Come ho detto, dalla camera di Nashi proveniva senza dubbio odore di sangue… ma è proprio per questo motivo che non voglio credere che sia lui l’assassino !”

L’Ultimate Memory, già credendosi abbandonato al suo destino, nel sentire quelle parole sollevò il capo con incredulità.

“ E tu… !” Fu proprio allora che Takejiro lo fissò intensamente, tendendosi come una corda di violino. “ Non voglio più  vederti così disperato: anche quando può sembrare che tutto sia finito, ricordati che ci siamo noi per te !”

Ebisawa ebbe da ridire, perplesso: “ Ma… come mai il sangue nella sua stanza dovrebbe discolparlo? Aveva dei vestiti insanguinati, e addirittura la chiave del luogo del delitto …”

L’Ultimate Liar a quel punto mostrò un ghigno sprezzante.

“ E ti sembra normale? Intendo, quale assassino non si disferebbe dei propri vestiti sporchi di sangue, ma anzi li rimetterebbe nell’armadio dove chiunque potrebbe vederli? Iwayama ad esempio ha avuto l’accortezza di sbarazzarsi dei suoi vestiti facendoli sparire giù per lo sciacquone.”

Actually il nome del film era “Giù per il tubo”, ma ora credo che tu non ti stessi riferendo a qualcosa del genere …” Il breve intervento di Amari passò inosservato.

Intanto il radio host si era chiuso in una pausa di riflessione, evidentemente colpito dal ragionamento appena avanzato. Anche Kirigiri mostrò un sorriso soddisfatto, per poi guardare Nashi con fare incoraggiante.

- Ha ragione Takejiro… noi siamo qui per te !-

 

Takejiro ripartì alla carica verso Zetsu: “ Piuttosto questo ragionamento ci porta ad una conclusione ben più ovvia: il vero colpevole ha voluto incastrare Nashi, sfruttando la sua perdita di coscienza per privarlo di un alibi… e guarda caso è proprio ciò che stai facendo tu da un bel pezzo.”

Percependo sulla pelle come un brivido tutto l’incoraggiamento che stava ricevendo dai suoi amici, Nashi comprese che lentamente ogni suo ragionamento aveva raggiunto un esito davvero difficile da accettare.

Non fu per niente semplice pronunciare le seguenti parole:

“ Zetsu… non ho detto niente fin’ora perché ti reputavo mio amico, ma ormai è palese che ci sia qualcosa sotto. Difendermi sarebbe stato impossibile senza l’aiuto di tutti loro, eppure… eppure sento che la strada della verità la dovrò imboccare da solo, perché è una mia responsabilità !”

Con il cuore in gola si preparò a tirare fuori, come al solito, il peggio di sé:

“ Tu sei …”

“ Il mastermind.” Lo anticipò il verde, con un bagliore catturato dalle sue lenti che nascondeva qualsiasi emozione volesse trasmettere dai suoi occhi.

 

Un’espressione di confusione si palesò violentemente sul volto del ragazzo, pietrificandolo dall’orrore non appena il suo cervello processò quanto fosse accaduto.

“ Eh ?” Fu tutto ciò che fuoriuscì dalla sua bocca, come da quella dei presenti.

 

“ Esatto, esatto, esatto !” Continuò ad esclamare Zetsu, rimanendo però imperturbabile.

“ …esattoesattoesattoesattoesattoesattoesattoesattoesatto… esatto!! Eccoci al big reveal, il momento in cui, se fossimo in Kaiji, partirebbe la OST piena di “Zawa!”. Purtroppo non siamo in un anime, r.i.p, che tristezza, press F… Piuttosto, dimentichiamoci di queste quisquilie ed affrontiamo il futuro con uno sguardo senza dubbio più disperato !”

Il verde si fermò solo per riprendere fiato dopo quello sproloquio, aggiungendo dopo una pausa silenziosa: “ Perché questa era la verità che volevate raggiungere da tempo, non è vero ?”

Ebisawa si ritrasse indietro, percependo una forte repulsione, simile al disgusto più puro: “ T-Tu… non sei Zetsu?! Sei solo un pazzo !”

“ E se Zetsu fosse sempre stato un pazzo ?” Ipotizzò Takejiro, non riuscendo a contenere il nervosismo mentre delle gocce di sudore gli imperlavano la fronte.

Lo shock causato da quella spaventosa rivelazione, seguita da parole tanto distaccate ed impersonali da sembrar provenire da un completo estraneo, stavano facendo dubitare tutti di aver conosciuto fin’ora il vero Zetsu Jitsuke.


“ Non è così, invece !” Il grido di chi non si voleva arrendere a quella disperata verità riecheggiò per la sala: Nashi aveva le lacrime agli occhi e gli bruciava la gola, ma non poteva arrendersi.

 Cercò con il suo sguardo oltre la coltre di mistero e confusione qualcosa che potesse ricordargli il suo amico. “ Io ho sempre conosciuto Zetsu, e lui non è mai stato così! Siamo sempre stati insieme, non è possibile che sia diventato un alleato degli Ultimate Despairs-”

 

“ Non è così, invece !” Lo schernì il verde con la sua stessa frase emblematica: “ Sei sempre stato con me? Ma sul serio? E allora cosa mi sai dire della tua memoria cancellata, quella riguardante La Tragedia? Piuttosto, lo vuoi sapere davvero cosa è successo durante La Tragedia ?!”

Il ragazzo spalancò le braccia come all’apertura di un’orchestra.

“ Persone di ogni età e nazione che impazzivano per le guerre immotivate, la distruzione cieca e la totale assenza di salvezza! Più di tutti, gli Ultimate Students vennero presi di mira… chi non riuscì a scappare o a farsi uccidere venne preso dagli Ultimate Despairs e trasformato in un seguace di Junko Enoshima con spietate tecniche di lavaggio del cervello! Niente più speranza per salvare un mondo dove gli uomini si divoravano tra di loro… e anche i simboli della Speranza cresciuti nella Hope’s Peak Academy soccombettero.”

“ Stai davvero rivelando di essere un seguace della disperazione ?” Sussultò Kirigiri, la quale aveva visto, conosciuto e combattuto per anni persone macchiate da quella stessa nera maledizione.

“ Sei consapevole che da quando Junko è morta, il mondo ha ricominciato a risplendere di Speranza proprio grazie agli Ultimate Students sopravvissuti?! Cosa vorresti fare ora tu qui? Stai mandando avanti un’ideologia morta e sepolta !”

“ Eeeh, Kirigiri-chan, se mi lasciassi finire magari te lo spiegherei pure …” Borbottò il verde, per poi ritornare a parlare con tono di voce chiaro:

“ Durante La Tragedia ho assistito in prima persona ad uno spettacolo ben più raro di un’eclissi totale di sole, del passaggio della cometa di Halley, o della nascita del Super Saiyan: il mondo intero si era spaccato in due, e tra chi combatteva per la Speranza e chi per la Disperazione, c’era solo morte e distruzione… ebbene, io mi sono trovato proprio in quel limbo senza dio e senza certezza. Ed è… stato… fantastico! Paradisiaco, perfetto! In uno spazio vitale in cui nessuno si aspetta niente da te, e non puoi fare nulla di sbagliato per tradire i tuoi ideali proprio perché non ne hai alcuni, è impossibile soffrire! A quel punto ho realizzato… che vivere comporta solo una grande sofferenza, contrariamente a quello stato di passività in cui la vita mi scorreva davanti senza notarmi affatto.”

La sua espressione era sempre più priva di sentimenti, come se il suo cuore umano fosse ormai perso in un eco rimbombante all’infinito nel vuoto.

“ Dico io… non potremmo semplicemente non esistere? Se esistere comporta questi dolori, non c’è posto dove tu possa nasconderti. I sogni? Per quanto un sogno possa essere bello, nel momento in cui ti svegli lo spezzi, lo annulli, lo dimentichi e poi ricominci la tua vita come se nulla fosse. Come se nulla fosse… e se la vita stessa fosse nulla? Sarebbe magnifico, non credete? Se solo tutti potessero assaporare l’assenza di ciò che ci circonda! Se solo si potessero non conoscere mai i colori, i suoni, il contatto, o anche solo la consapevolezza di non essere soli al mondo. È un po’ come nascere già morti: quella è la non-esistenza !”

 

“ Essere solo ?” Ripeté perduto Nashi, cercando di aggrapparsi a quelle poche parole nel tremendo discorso del ragazzo che aveva compreso. “ M-Ma io e te eravamo amici! Non ti avrei lasciato mai solo !”

“ E comunque alla fine ti sei schierato con le Disperazioni, altrimenti non saresti qui adesso.” Osservò Zayasu.

“ Macchè !” Sbottò il verde, scuotendo la testa. “Abbasso l’amicizia, l’immaginazione, la disperazione e la speranza! Poniamo fine a questa vita orribile e torniamo ad essere nulla, se non un pensiero nella mente di chi rimarrà in vita: questo è lo stato delle cose di cui voglio far parte, e non appartengo a nient’altro.”

Gli occhi dell’Ultimate Video Maker avevano ormai anche smesso di riempirsi di lacrime, perché quella situazione era così assurda da non permetterle di trovare qualcosa per cui piangere. Semplicemente non comprendeva affatto perché un suo compagno stesse dicendo tutte quelle insensatezze.

“ Tu stai rigettando la tua umanità? Non sei nato in questo mondo solo per rinnegarlo, Zetsu !”

“ Diresti mai ad un bambino nato morto che non è umano ?” La contro risposta dell’occhialuto però la spiazzò, facendola rabbrividire per la freddezza con la quale pronunciò tali parole.

“ Lo reputerete nichilismo, solipsismo, o forse anche misantropia. Pensatela come volete, per me è Niente: Niente è ciò che dovrebbe provare ogni essere umano su questa terra !”

 

“ Basta divagare con queste cazzate !” Urlò d’un tratto Ebisawa, e la conversazione di fermò di sasso.

Il ragazzo tremava per la rabbia, ansimando dalla sua bocca per trattenere un fiume di parole che piuttosto avrebbe voluto urlare. Non c’era tempo.

“ Smettiamola di dargli corda! Si è rivelato come mastermind, mettiamo da parte la nostra pietà e votiamolo: non è mai stato il Zetsu che pensavamo di aver conosciuto !” E con quell’ultima frase si rivolse a Nashi, guardandolo fisso negli occhi come per ridonargli l’energia necessaria.

Dovevano riprendersi tutti, risvegliarsi da quell’incubo senza pace.

 “ È vero.” Annuì lo scrittore albino. “ Per quanto possa essere malato e voglia presentarci tutte le sue motivazioni, le regole restano sempre le regole: se uccidiamo il mastermind questo gioco finirà e noi saremo liberi.”

Qualcuno tra di loro ebbe da ridire:

“ Già, e secondo voi io vi avrei dato questa chance di vincere prima che il tempo a disposizione scada? E perché mai, di grazia? Credete ancora nello stereotipo del villain che esce allo scoperto solo per fare il suo discorso e poi perdere? Qui non siamo in un anime, lo ripeto !”

Zetsu non si era affatto lasciato fermare dall’accusa dello scrittore di fanfiction, e senza esitazione rimase del tutto freddo.

“ Piuttosto… rifatevi gli occhi con la verità che tanto volete raggiungere !”

Accompagnando le sue parole, come per magia il grande schermo sospeso sulle loro teste si accese.

Non era mai successo prima, se non per volere di Monokuma o di Tabata Bussho, e questo bastò ai presenti per impietrire dalla sorpresa.

 

La scena proiettata era stata ripresa nella Sala Giochi del Primo Piano, da un’inquadratura sopraelevata, quasi al livello del soffitto.

Zetsu mostrava la sua schiena, perché era rivolto verso due figure davanti a sé: la prima era Nishizaka, mentre l’altra, alle sue spalle, si trattava Nashi.

Il bruno sosteneva la ragazza per le spalle, siccome a giudicare dalla sua testa penzolante sul lato, lei non era più in grado di sorreggersi: la causa poteva venir individuata nella ferita sanguinante in cui lui aveva i denti immersi fino alla bocca, squarciandole la carne del collo.

Lui, ridipinto di rosso dalla faccia fino all’estremità dei pantaloni, lasciò di colpo andare il corpo dell’Ultimate Web Personality in avanti. Il tonfo che ne seguì fu cupo e viscido, proprio ciò che ci sarebbe aspettato da carne e ossa che piombavano in un lago di sangue.

 

Il bruno vide come ultima cosa il suo stesso volto sporco di sangue, per poi rimanere immobile con gli occhi sul suo riflesso quando lo schermo si spense. Aveva voglia di urlare, di piangere, di ribattere in qualsiasi modo.

“ Qu-Quello non sono… io !” Non sapeva in che altro modo dirlo.

Si voltò freneticamente, trovando solo espressioni atterrite  e raccapricciate.

“ Vedere una scena del genere su di uno schermo fa quasi strano: sembra che si tratti di un film …” Provò a rompere il silenzio Amari, non accortasi di star respirando in maniera sempre più nervosa.

“ Però Nishizaka è morta davvero… è stata uccisa da qualcuno …”

“ Da Nashi !” Zetsu terminò per lei la frase, mostrando come avesse spento lo schermo con un telecomando. “ Volevate l’assassino e vi ho accontentati: Nashi ha ucciso Nishizaka, come sto cercando di dirvi ormai da tempo.”

L’Ultimate Fanfiction Writer, il quale era rimasto stranamente calmo anche durante quelle immagini turbanti, assottigliò lo sguardo fino a rendere i propri occhi due fessure.

“ Però il mastermind sei tu! Perché mai Nashi avrebbe dovuto ucciderla? L’hai sicuramente convinto, o costretto, visto che eri davanti a lui durante il delitto… cosa stai cercando di fare ?”

 Il verde inclinò la testa di lato, corrucciandosi: “ Non ti seguo …”

“ Intendo dire… perché ha ucciso lui e non tu? Mi chiedo quale motivo aveva Nashi di far ricominciare gli omicidi. Forse… è un tuo complice ?”

Nonostante le parole d’accusa furono come una pugnalata al cuore dell’Ultimate Memory, lui non ebbe nemmeno il tempo di ribattere prima che intervenisse Zetsu.

“ No! I vostri unici e soli nemici qui dentro sono i due mastermind, non dovete preoccuparvi di altri pedine… dopo Lilith, almeno.”

L’albino si incupì di nuovo dopo aver sentito quel nome.

 

“ Questo …” Un ribollente ringhio si udì presto provenire da tutt’altra direzione, finché non esplose in un grido.

“ Questo è sbagliato !”  Kirigiri Kyoko, l’Ultimate Detective, si era lanciata in un’ostinata difesa di Nashi senza pensarci due volte, soffrendo fisicamente al sol pensare che tutte quelle accuse fossero vere.

“ Hai senza dubbio manomesso quei video: verranno pure dalle telecamere di sorveglianza, ma nulla di vieta di poterli modificare in qualche modo !”

“ Dannazione… deve essere così !” Ruggì anche Takejiro, battendo i pugni sul suo palchetto: “ Sei il mastermind d’altronde! Controlli ogni singola cosa in questo posto di merda, e poi dalle 16 alle 23 hai sicuramente avuto tutto il tempo necessario per farlo, dopo aver anche fatto perdere i sensi a Nashi !”

Il ragazzo dai capelli verdi rimase in silenzio davanti a tali insinuazioni, non reagendo più con il suo fare distaccato e con la facilità dimostrata fino ad allora.

Sembrò quasi vacillare, anzi, non rispondendo in alcun modo.

“ Quindi abbiamo ragione noi ?” Chiese d’un tratto Amari, rimasta ingenuamente troppo colpita dal video per prestare attenzione. “ In realtà è stato Zetsu  il mastermind? Allora se lo votiamo lui morirà ed il gioco sarà finito !”

Sembrava quasi aver esultato.

“ Stavolta non puoi fare proprio nulla per andare contro le regole !” Ripartì all’attacco Kirigiri. “ Non come hai fatto con Akagi e Lilith, almeno! I loro sacrifici saranno ripagati oggi… con la tua disfatta.”

“ E morirai anche tu come Junko Enoshima… così gli unici Ultimate Despairs rimasti saranno cancellati dalla storia.” Concluse il radio host, più serio che mai.

 

“ Prima ripudiavate la menzogna e cercavate la verità… mentre adesso per sfuggire dalla realtà vi nascondete dietro una bugia.”

La risposta atona di Zetsu spezzò quel fervore crescente negli Ultimate Students, mostrandosi per nulla preoccupato dalle accuse.

“ La vostra vita è composta da due strade: la menzogna e la verità. La verità è uno specchio così limpido da permettere di vederci dentro, mentre la menzogna è un’oscurità in cui ti rintani per non permettere a nessuno, nemmeno a te stesso, di riconoscere qualcosa… siete così prevedibili: in un modo o nell’altro, fuggite sempre e scegliete ciò che più vi aggrada per giustificare le vostre scelte. Perché invece… non scegliete il nulla ?”

I suoi occhi, ora privi delle lenti, erano due gorghi neri di vuoto sconfinato, così come era siderea la sua totale mancanza di emozioni mentre parlava.

“ Morite. Qui. Adesso. Poniamo fine a questa strenua lotta contro voi stessi e contro il mondo !”

“ Col cazzo !” Sbottò Takejiro, con un impeto di rabbia tale da essere sul punto di saltare al collo dell’occhialuto. “ Io non voglio credere alla tua stupida stor- ”


“ Ha ragione.”

- Chi ha parlato ?- Fu la domanda di tutti meno una persona, e proprio quella persona ora li stava guardando con gli occhi lucidi e supplicanti.

“ Zetsu ha ragione. Ho ucciso io Nishizaka.” Nashi lasciò sprofondare la sua testa verso il basso, senza più forza per sostenerla.

A differenza di ciò che si presentava sul suo volto, o su quello di Zetsu, furono diverse le sensazioni che attraversarono i suoi compagni nell’arco di pochi secondi. Forse fu addirittura questione di un attimo, un battito di ciglia.

Il mondo era andato in frantumi proprio in quel minuscolo lasso temporale, e nulla avrebbe potuto riportarli a quando tutto andava per il verso giusto. Percependo questo senso di vuotezza, come se avessero perso la cosa più importante della loro vita dopo aver realizzato cosa fosse, i presenti cercarono in tutti i modi di combattere contro l’impulso di sprofondare nella disperazione.

“ Il problema è che …” Nashi anticipò tutti. Vi siete scordati tutti qual è il vero talento di Zetsu.”

 

Amari, Ebisawa e Zayasu sussultarono spaesati, e persino i più attenti ai dettagli come Kirigiri e Takejiro si sentirono come dei pesci fuor d’acqua al sentir pronunciare quell’affermazione.

Rapidamente, freneticamente, disperatamente, ricercarono nella propria memoria ciò che l’Ultimate Memory aveva tenuto in considerazione per tutto questo tempo.

Quando la detective trasformò il suo pensiero in parola, la sua voce si spezzò con un cigolio quasi metallico.

“ L’Ultimate Hypnotist.”

Era qualcosa che avevano avuto sotto gli occhi fino ad allora, per ben venti giorni, ma che mai avevano sentito il bisogno di ricordare.

Forse Zetsu in quel momento avrebbe sorriso compiaciuto, però rimase in ascolto.

Nash infatti proseguì: “ Dev’essere questo il motivo per cui credo di aver perso i sensi: se fossi stato attaccato, o se fosse accaduta qualsiasi altra cosa, me la ricorderei tutt’ora. Invece no… stavo parlando con Zetsu, e subito dopo mi sono risvegliato in camera mia. Vorrei non fidarmi di lui, ma… come si fa a non fidarsi del talento di un Ultimate? E allo stesso modo, mi fido della mia memoria …”

In quella straziante accettazione della realtà dei fatti, la voce del ragazzo non tremò neppure per un secondo. In lui si percepiva solo tristezza e sconforto, ma non la paura di morire come negli altri assassini durante la loro dichiarazione.

- Eppure ciò che mi attende ora …- Volse lo sguardo verso il tabellone dove sarebbero state presentate le votazioni, ed il suo cuore perse un battito.

Una musica lenta e brillante sembrava risuonare nell’aria. Era la sua marcia funebre.

 

“ N-No …” Singhiozzò Amari, con le  lacrime che gli inondavano la faccia. “ Non è vero…! Sei un bugiardo !”

“ Non dire così !” La riprese duramente Takejiro, facendola sobbalzare per lo spavento.

Il corvino sospirò profondamente, nonostante il suo viso pallido e scosso tradisse la calma che voleva mantenere.

“ Nashi è un pessimo bugiardo. So che quando crede di aver fatto qualcosa di male… lo dimostra con tutta la sincerità del mondo, come se non avesse nulla da perdere nel farsi vedere colpevole. Sta dicendo la verità …”

Strinse forte il pugno per soffocare la rabbia, ma si sentì di colpo così impotente da perdere ogni energia.

Kirigiri invece era rimasta in tombale silenzio, con gli occhi ancora vitrei, violentata da quell’atroce realtà che non avrebbe mai voluto accettare.

Riuscì appena a mormorare qualcosa, perdendosi nell’immensa tristezza di Nashi.

Ora era solo, intoccabile, inconsolabile.

 

“ E-Ehm !” Di colpo però, fu proprio il bruno a decidere di riprendere parola, schiarendosi la voce.

Mostrando un’inimmaginabile vitalità sollevò il capo per guardare verso i propri amici. L’ombra di un sorriso fu l’inizio perfetto della sua dipartita.

“ Ricapitoliamo il caso… vi va ?”

 

Durante il pomeriggio, presumibilmente dopo pranzo, il mastermind ha avvicinato Nishizaka per avvisarla di un evento da lui preparato in Sala Giochi, dove si sarebbero presentati tutti alle 21.

In realtà però il suo obbiettivo era di far incontrare a quell’ora solo Nishizaka, la vittima, con il suo assassino, ovvero qualcuno che lui stesso avrebbe ipnotizzato per fargli commettere l’omicidio grazie al proprio talento di Ultimate Hypnotist. Così fece: portando l’assassino in Sala Giochi alle ore 21, e avendolo già ipnotizzato mentre si trovavano da soli al Sesto Piano, gli fece uccidere Nishizaka davanti ai suoi occhi.

In questa maniera il mastermind aveva anche immortalato il vero colpevole con le telecamere di sorveglianza, così da presentare il perfetto alibi per sopravvivere anche al processo che sarebbe avvenuto da lì a poco.

Prima di chiudere a chiave la porta della stanza, il mastermind fece cambiare l’assassino con un paio dei suoi vestiti puliti, per poi riporre i vestiti insanguinati proprio nella camera di lui come ulteriore prova.

In questo caso il mastermind, ovvero Zetsu Jitsuke, ha agito in totale sicurezza proprio perché non si è mai macchiato le mani direttamente…

 

“ … piuttosto, ha scelto una pedina sacrificabile: io, il vero colpevole.”

Il puzzle era stato ricostruito, mostrando un’immagine indesiderata quanto ingiusta. Ancora una volta, proprio l’ingiustizia di chi comandava quel gioco, aveva trionfato con due nuove vittime.

Amari ed Ebisawa continuarono a piangere, consapevoli di aver perso un amico.

Zayasu ringhiò come se gli stesse ardendo tutto il corpo: stava per assistere di nuovo ad un immeritato martirio, e tutto perché non erano riusciti a fermare il mastermind in tempo.

 

Takejiro Kurisu si voltò verso Zetsu, e glaciale sibilò:

“ Non appena saremo usciti di qui tu diventerai carne morta.”

“ Ah ?”

Un rombo metallico scosse l’aria. Improvvisamente centinaia di bocche da fuoco provenienti da fucili e mitragliatrici installate ovunque si erano schierate attorno al verde, puntandosi però sull’Ultimate Liar.

“ Sei libero di provarci.”

“ Certo che ci proverò …” Sorprendentemente il ragazzo scoppiò a ridere in risposta. “ Finché posso ci proverò. Finché sarò vivo ci proverò! E forse, anche da morto, proverò ad ucciderti fino a quando le porte dell’inferno non si saranno spalancate per te !” 

“ Intanto parliamo delle votazioni.” Lo ignorò l’altro, prima che il display sul palchetto presentasse la scelta.

 

“ Non fatelo !” Non lasciando a nessuno il tempo di pensare, Nashi prese parola.

Quando lo sguardo di tutti venne rivolto verso di lui, si sentì toccare a sua volta da tutti i cuori con cui era entrato in contatto nel corso degli ultimi giorni.

Sembrava che fosse trascorsa una vita, e quei ragazzi e ragazze erano le persone più vicine a lui che mai avesse incontrato.

“ Non pensateci nemmeno… parlo dell’eventualità di non votarmi così da uccidere tutti gli innocenti, Zetsu compreso. È un’eventualità che non si è presentata l’ultima volta, quindi non vi consentirò di rischiare, anche se so che volete salvarmi.”

Guardò Zetsu: “ Ti chiedo di far valere il mio voto per sette.”

La sua richiesta improvvisa fu spiazzante persino per il verde, il quale non rispose immediatamente. Un’espressione confusa parve quasi dipingersi anche sulla sua faccia marmorea.

“ Va bene.”

E così Nashi votò se stesso senza esitazione. Ben sette voti furono assegnati al suo nome.

Per i sei ragazzi rimasti era ora impossibile rovesciare il risultato, così come di cambiare il destino.

 

“ È proprio da te.” Disse Kirigiri, ed un sorriso dolce fu l’ultima cosa che Nashi vide, prima che il tabellone sopra le loro teste esplodesse tra scintille, coriandoli, petali di ciliegio e fumi colorati.

Nessuno dei frammenti colpì qualcuno di loro, ma tutti i monitor circostanti iniziarono a proiettare tanti Monokuma ridenti, con il messaggio più nefasto del mondo in sovraimpressione:

“ Verdict: Nashi Jonetsu !”

 

A nessuno importò molto di cosa dicessero. Non era alla volontà degli altri che quegli studenti si sarebbero piegati, ed in quel momento più di prima compresero il valore della scelta: la scelta di sacrificarsi.

“ Ricordi cosa ti ho detto quando ci eravamo da poco conosciuti ?” Domandò la ragazza dai capelli lilla al bruno, avvicinandosi quasi timidamente.

“ Ricordi ?” Evidenziò quella parola con un sorriso divertito. “ E tu ti ricordi con chi stai parlando ?”

Lei non aveva voglia di scherzare, però ricambiò il sorriso.

“ Dissi che eri una persona speciale, che spiccava tra tutti noi, anche se non l’hai mai voluto davvero… e che questa tua specialità ti avrebbe comportato solo dei rischi.”

Lui comprese la sua tristezza, così le prese le mani ed iniziò ad accarezzare delicatamente la superficie dei guanti.

“ Conoscevo qualcuno come te. Anche lui si era cacciato nei guai perché teneva alla vita dei suoi amici più che alla propria.” I singhiozzi presto si tramutarono in pianto, e le lacrime segnarono indelebilmente il viso pallido di Kirigiri.

“ Parli di Makoto Naegi ?” Nashi volle ricordare la fotografia della detective in cui sorrideva accanto a quel giovane.

“ Lui ci avrebbe potuto salvare! Quando Monokuma ci ha detto però che gli agenti della Future Foundation erano stati fermati mentre tentavano di salvarci… ho rischiato di perdere davvero la speranza. Grazie al cielo in quel momento ho avuto te, ed il messaggio completo nel drone mandato dalla fondazione …”

Nashi le strinse con ancor più forza le mani per riportarla alla realtà, prima che affondasse e svanisse per sempre.

“ Solo voi potete salvarvi, ormai! Non è più una questione di speranza e disperazione, di lasciarsi sopraffare dai ricordi o dall’inseguire un sogno… voi siete voi, così come siete vivi! Combattete per rimanere in vita, anche se vi doveste porre dei dubbi o qualcuno volesse provare a fermarvi! Perché… perché… la vita va arricchita il più possibile prima di farla terminare, e se non siete soddisfatti del modo in cui morirete, allora cambiate il futuro: richiedete più tempo, ritardate la morte, vivete e basta fin quando non potrete sorridere esalando il vostro ultimo respiro !”

Takejiro venne attraversato da un brivido, così disse con voce rotta:

“ Questo è il modo in cui hai deciso di morire ?”

Non ricevette risposta. Dopotutto Nashi era un pessimo bugiardo.

 

“ Bene, io …” Zetsu si interruppe di colpo, afferrandosi il ponte del naso e guardando in un punto indefinito.

Passarono quattro secondi di insondabile silenzio.

“ Ho la punizione perfetta per te.”

“ Nashi Jonetsu è stato dichiarato colpevole. Pronti ad assistere alla punizione ?”

“ Se incontri Lilith …” Si fece avanti Zayasu, finalmente addolcendo il suo volto contratto al dolore. “ No, lascia stare. Voi due vi siete sempre trovati bene, l’uno con l’altra …”

“ Non mi dimenticherò mai di te !” Urlò invece Ebisawa, piangendo a dirotto mentre stringeva tra le braccia Amari. “ Nashiii !!”

Il bruno sorrise: “ Neanche io mi dimenticherò mai di voi.”

Una botola si spalancò sotto i suoi piedi.

 

 

No mo yama mo

-I campi e i monti

Nashi, al centro della radura innevata, tremava dal freddo. Il cielo sopra di sé era nero, ma tutto attorno il mondo si stava tingendo di bianco.

Un manto leggero, candido, puro, gelido, asfissiante, terribile, mortale.

Yuki no torarete

-Sono cosparsi sotto il manto nevoso.

Era difficile vedere. Era impossibile sentire. Non c’era nulla là attorno. Tutta la speranza era stata soffocata sotto il peso della neve caduta.

Di Nashi Jonetsu era sparita ogni cosa. Non c’era più, non esisteva più, e mai nessuno avrebbe potuto dire che fosse mai esistito.

Era rimasto solo un anonimo tappeto di neve.

Nani no nashi

-È il nulla.

 

(Haiku di Naito Joso)

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

In questa data palindroma mi sono finalmente deciso ad aggiornare. Non saprei bene cosa dire, lascio a voi le considerazioni su ciò che è accaduto in questo capitolo.

Vi avviso solo che il prossimo arriverà presto e, no, non si chiamerà Chapter Seven, portandoci quindi direttamente verso la conclusione della storia. Sarà il Chapter Zero, un intermezzo necessario come l’aria a questo punto della trama.

Meno 5 capitoli effettivi alla conclusione.

Alla prossima!

P.S: Vi ricordo di seguire la mia talentuosissima amica disegnatrice beriberi su instagram, e se volete anche il mio account da autore.

 

   
 
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