EPILOGO
Fu così che l’Impero fu sciolto. La Democrazia prese il suo
posto.
Il Piccolo Regno di Montagna aveva reso grande la sua Idea di
giustizia e libertà.
Il Conquistatore visse in pace il resto dei suoi giorni tra i
suoi sudditi, ormai cittadini al suo pari, e li aiutò a ricostruire tutto ciò
che egli aveva distrutto. Presto tornarono i fiori anche a valle, assieme agli
alberi e a tanta frutta matura, e vissero tutti felici e contenti.
Molto più a Sud, i fratelli fuggiti erano tornati dal loro
padre ed erano stati sbeffeggiati dalla corte intera; trattati da falliti e miserabili,
provarono a conquistare un Regno tutto loro mettendosi alla testa di un
esercito di mercenari, ma perdettero ogni guerra e anche i soldati, quando
ebbero finito i soldi per pagarli.
Morirono lontani dal fratello maggiore, eppure all’ultimo
furono costretti a riconoscere che forse quella che loro avevano considerato
una stregoneria forse era una benedizione.
Era molto meglio la pace e la dignità che una guerra continua
fatta di vinti e di vincitori. E stare dalla parte dei vinti li aveva molto
provati.
Ma più a Nord, sì, là si continuò a vivere felici e contenti
fino ai giorni nostri, e così sarà per tutto il tempo che verrà.
NOTA DELL’AUTORE
Ringrazio le pazienti lettrici giunte fin qui.
Ho scritto questo testo in un paio di giorni, spinto da una
forte ispirazione. Non so se è una favola vera o se si può considerare tale,
però ho cercato anche di offrirvela poco alla volta, come si fa ai bambini per
mandarli a dormire. Ogni sera, un frammento di favola.
Vi chiedo scusa, nel senso che non volevo trattarvi da
bambini piccoli, ma il mio intento era solo quello di dare più forma da fiaba
al testo.
Ripeto; non so se è una cosa decente, questo me lo direte voi
se vi andrà e vi prego di essere sinceri, per me è stata una sorta di prova,
essendo nuovo del genere.
Grazie di cuore per tutto!