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Autore: VvFreiheit    12/02/2020    1 recensioni
Di ritorno dalla fredda Parigi, Mika si incontra nella sua casa di Milano con il suo team, per la pianificazione di Stasera Casa Mika. Con lui anche Andy e...la più classica delle influenze che si piglia puntuale come un orologio svizzero. Mikandy in una nuvola di fluff.
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"Hai un faccino stanco..." aggiunse lasciandogli una carezza in viso e prendendosi quindi carico della sua borsa per riporla sull'appendiabiti accanto.
Mika annuì tossendo un paio di volte e tirando su col naso, cercando il fazzoletto nelle tasche dei jeans.
"Come va il raffreddore?" chiese Andy premuroso, passandogli il suo fazzoletto notando come quello del compagno fosse ormai da lavare.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina successiva il greco si destò alle 9 e mezza di mattina, decisamente tardi per i suoi standard, svegliato dai mugolii delle cagnoline che rivendicavano la passeggiata per sgranchirsi le zampe e fare i loro bisogni.

Si stropicciò gli occhi stiracchiandosi e dando un veloce sguardo alla figura di Mika accanto a sé ancora nel mondo dei sogni. Gli si avvicinò lasciandogli una carezza e percependo ancora la pelle arrossata ardere al contatto. Dopo quasi 9 ore di sonno, la febbre doveva ormai essersi abbassata almeno un po', ma così ad un primo contatto non sembrava. Preoccupato afferrò il termometro e senza svegliarlo riuscì a piazzarlo sotto al suo braccio attendendo il responso che si attestò di nuovo a 39.4.

Lasciando perdere per un attimo i guaiti delle golden, fece una capatina in bagno bagnando una salvietta e posandola sulla testa del riccio, prima di uscire per la passeggiata e approfittarne per una capatina in farmacia.

Durante il tragitto gli venne in mente che non era certo di sapere come i normali medicinali che era solito comprare in Inghilterra si chiamassero in Italia, quindi chiese gentilmente consulto a Giulio.

Il manager fortunatamente rispose subito e gli indicò cosa fosse meglio e gli scrisse ciò che doveva chiedere al farmacista, poi sotto aggiunse: "Come sta lo stakanovista?"

Andy si fermò ad un semaforo pedonale rosso e ne approfittò per rispondere: "Come ieri sera, 39 e mezzo e non accenna a scendere." Spiegò il ragazzo allegando l'emoticon malaticcia con il termometro il bocca.

"Mi stupisco tu l'abbia lasciato lavorare stanotte allora..." fu la risposta che ricevette un attimo più tardi. Il semaforo scattato sul verde gli fece riporre il telefono momentaneamente in tasca e procedette quindi ad attraversare la strada. Una decina di minuti dopo, arrivò in farmacia e dovette aspettare in fila il suo turno, quindi estrasse di nuovo il cellulare.

Quando rilesse il messaggio di Giulio lo osservò pensieroso per un attimo. C'era qualcosa che non gli quadrava.

"Lavorare?" chiese allegando una faccina perplessa e attendendo la risposta, cercando una spiegazione logica a quell'implicazione.

"Ha mandato una mail col monologo finito e tradotto alle 6 e 30 stamattina..." spiegò l'uomo, allegando lo screen della mail comparsa sul suo iphone. 

Andy a quel punto fece velocemente due più due. Gli tornarono alla mente le ore 3:50 proiettate dalla sveglia sul comodino e Mika che gli comunicava di volersi alzare per una camomilla, si ricordò come il suo intento fosse stato quello di raggiungerlo e controllare che non facesse cavolate come rimettersi a lavorare nel cuore della notte, quando tutto ciò che doveva fare era dormire per ripigliarsi dall'influenza che si era preso, e di come si fosse finito per riaddormentare.

Sospirò infervorandosi con sé stesso e con quel cocciuto del suo ragazzo, capendo come avesse finito con spendere quasi 3 ore sveglio a lavorare al suo stupidissimo monologo.

Quando tornò con l'attenzione sul cellulare e vide l'ennesimo messaggio dell'uomo, sorrise "Forse non te lo dovevo dire!" aveva infatti scritto con l'immaginetta della scimmietta con le mani sulla bocca e quella imbarazzata a fianco.

Ma Andy si premurò a rispondere velocemente: "No! Tu hai il dovere di dirmi quando quel testa di rapa con cui vivo fa cazzate come questa!" disse ricevendo una faccina che rideva a crepapelle e un pollice all'insù dal manager.

"Quando si sveglia mi sente!" rimarcò ancora il greco con una faccina arrabbiata.

Veloce arrivò la risposta dell'italiano: "Non dirgli che sono stato io, se no mi licenzia!" chiese appuntando due mani giunte in preghiera. "Resterà un segreto tra me e te" gli assicurò con un occhiolino.

Finito di portare a termine le sue commissioni fece rientro a casa, sfamò le golden e poi tornò in camera con un bicchiere dentro al quale aveva sciolto una bustina di antipiretico.

Si rincuorò nel vedere Mika steso sopra le coperte, segno che la febbre si stava abbassando ma mugugnò quando notò che la felpa giaceva in fondo al letto e lui se ne stava a torso nudo e schiena all'aria. Come se non fosse già raffreddato a sufficienza.

Posò il bicchiere sul comodino e poi si incamminò verso l'armadio dal quale estrasse una maglia leggera a maniche lunghe, prima di tornare al letto.

"Mika... svegliati" lo chiamò scuotendolo e ottenendo un impeto di tosse che lo svegliò di soprassalto.

Si voltò portando la schiena a contatto con le coperte e schiuse gli occhi lentamente, mettendo a fuoco la figura di Andy che lo osservava seduto a poca distanza.

"Giorno" lo salutò il libanese ricevendo il bicchiere d'acqua e bevendo avidamente, emettendo una smorfia, percependo il gusto amarognolo della polverina e guardando il fondo e poi Andy come se fosse appena stato avvelenato a tradimento.

"Non fare quella faccia, te la sei cercata" disse aiutandolo a poggiare il contenitore di vetro sul ripiano arancione del comodino e porgendogli poi la maglia che gli aveva recuperato e invitandolo a indossarla. 

"Vestiti, che conoscendoti domani hai la bronchite" gli disse quasi scocciato, consegnandogliela e attendendo che facesse come gli era stato detto. Mika lo guardava con un sopracciglio alzato, cercando di capire da dove provenisse quel suo tono quasi minaccioso, quando la sera prima si era addormentato dolcemente tra le sue attenzioni.

Vedendo gli occhi azzurri saettare dalla maglia al suo viso, Mika si sbrigò a indossare la maglia per poi tornare a sdraiarsi, sentendo la testa girargli lievemente.

"Cosa ho fatto stavolta?" chiese quindi indagando e intuendo come quel suo modo di fare perentorio fosse solito comparire quando faceva qualcosa che lo infastidiva.

Andy lo guardò assottigliando gli occhi passandogli una mano sulla fronte per capire quanto la situazione fosse migliorata rispetto a un'oretta e mezza prima.

"Ah e me lo chiedi anche?" chiese poi con le mani sui fianchi e sguardo torvo.

Mika chiuse gli occhi cercando di concentrarsi e capire cosa potesse averlo infastidito in quel modo, passando in rassegna tutto ciò che aveva fatto da che si era coricato, fino a quel momento.

Ad un tratto gli venne in mente... Si ricordò di aver lasciato il computer sul tavolino da tè davanti al divano dopo averci lavorato in piena notte. Andy doveva aver capito qualcosa e se aveva quel tono da rimprovero doveva anche avere avuto conferme ai suoi sospetti.

"Sì ok, hai ragione ma non riuscivo a dormire e stavo meglio, tanto valeva fare qualcosa." Confessò ammettendo le sue colpe ma spiegando anche il motivo delle sue azioni.

"Oh sì, ho visto come stavi meglio un'ora fa. Come ieri sera quando sei andato a dormire, uguale!" sbottò il biondo puntando un dito contro il termometro sul comodino come ad avvalorare le sue parole.

"Ma..." iniziò il moro interrompendosi per un paio di colpi di tosse.

"Ma niente." Lo mise a tacere il greco con fare risoluto. "Se non mi vuoi vedere incavolato, sarà meglio tu non ti azzardi a toccare il lavoro fino a quando quel coso non segnerà un numero al di sotto del 37" disse puntando di nuovo un dito verso il comodino. Andy si rese conto di sembrare molto sua suocera in quel momento ma era perfettamente conscio del fatto che senza un tono autorevole quel testardo del suo compagno di vita non avrebbe saputo fermare i suoi impulsi. Il sapere di provocare il disappunto di Andy sarebbe stato l'unico freno utile.

Mika abbassò gli occhi udendo quelle parole. Effettivamente non c'era fretta per le cose su cui stava lavorando, erano a buon punto e anche Ilaria lo aveva rassicurato dicendogli che poteva anche prendersela con calma. Quella notte era stato risucchiato dall'ispirazione e senza il freno di Andy aveva finito per passare 3 ore sul divano invece di riposare e smaltire ciò che si era portato a casa da Parigi, con il risultato di sentirsi uno straccio anche in quel momento.

"Hai ragione, scusami" ammise allora il libanese alzando gli occhi per incontrare l'altro paio che lo stavano guardando dall'alto.

Andy sentendo le scuse poste con quel tono, capì di aver fatto centro e decise quindi di ammorbidire i toni, era pur sempre il suo Mika, la persona con cui aveva deciso di passare il resto della sua vita, che lo guardava con fare colpevole e fanciullesco oltre che con un visino malato. Non sarebbe stato in grado di fare il duro con lui tanto a lungo.

"Non voglio che ti scusi. Voglio che oggi passi la giornata a cazzeggiare con me sul divano davanti a qualche film o programma stupido ti riposi e ti riprendi, senza pensare ad altro ok?" disse dolcemente abbassandosi verso di lui per avvolgerlo in un abbraccio caloroso e concedergli il lungo bacio mattutino che ancora non si erano scambiati.

Quando Andy si alzò, Mika gli sorrise grato, tornando a prendere il viso tra le mani e tirandolo verso di sé, per racchiuderlo in un altro bacio profondo.

"Andiamo di là a far colazione, coccolone?" chiese il greco allungandogli una mano, sempre restando seduto accanto a lui sul lettone. Mika annuì stringendosi meglio nella felpa e mettendosi seduto a sua volta, ignorando la fitta alla testa che lo accolse. Andy non mancò di notare la smorfia di dolore comparsa sul viso del ragazzo, così gli si mise di spalle sul bordo del letto e gli fece segno di accomodarsi dietro di lui e legare braccia e gambe alla sua vita. Quando si fu posizionato, Andy portò le mani a sostenergli le gambe e si alzò dal letto, scarrozzandoselo di là e abbandonandolo sul divano a penisola del salotto più piccolo, su cui aveva già predisposto un paio di coperte, sotto le quali si fiondò immediatamente, la borsa dell'acqua calda che strinse a sé e vari cuscini tra i quali si accomodò.

Andy proseguì invece per la cucina dove preparò un vassoio enorme che portò con sé e appoggiò sul tavolino di fronte. Mika osservò le leccornie disposte ordinatamente, c'erano due croissant, una fetta di crostata alla frutta, un succo, del pollo allo spiedo con patate e dell'acqua.

"Ok, dato che in teoria è ora di pranzo sono passato a prendere qualcosa in rosticceria, ma siccome conoscendoti oggi non avrai fame, ti ho preso anche i dolci" disse avvicinando il tutto e sperando che la sua idea di stuzzicargli l'appetito con quelle leccornie da pasticceria avesse qualche frutto.

Andy prese una coscia di pollo e iniziò a mangiare senza tante cerimonie, affamatissimo essendo anche rimasto senza colazione, nel trambusto della mattinata mentre Mika guardava l'invitante banchetto senza sentire minimamente l'appetito che avrebbe dovuto avere. Come se non bastasse alla tv stavano trasmettendo la prova del cuoco che in teoria avrebbe dovuto fargli desiderare quantità enormi di cibo, ma su di lui non stava avendo nessun effetto.

Dopo un quarto d'ora Andy diede uno sguardo al vassoio e notando come non mancasse nulla che lui stesso non avesse mangiato, si rivolse verso Mika, seduto con le gambe al petto, e il viso semi nascosto dalle ginocchia a cui era appoggiato, sotto due pesanti coperte, che lasciavano fuoriuscire solamente i febbricitanti occhioni nocciola e la massa di riccioli castani disordinati.

Andy sorrise innamorato prima di prendere il cellulare e scattare una fotografia al bozzolo di lana colorato che aveva di fianco.

"Dite che dobbiamo inserire anche questo a CasaMika?" chiese inviando la fotografia al gruppo whatsapp che includeva la squadra dello show, e a cui anche lui era stato aggiunto dopo gli ultimi giorni di lavoro congiunto.

Le risposte arrivarono in un istante: "Ci si potrebbe pensare..." disse Ivan con un pollice in su, "Ho già il titolo dello spezzone: Anche gli stakanovisti si ammalano" propose Giulio con la faccina ridente. "Cucciolo! Posso venir lì e spupazzarmelo un momento?" chiedeva Sarah con un cuoricino allegato "Penniman al lavoro! Scherzo ;)" prese in giro Ilaria.

Andy rise di gusto ai commenti degli amici poi rispose "Bene, spezzone pronto!" rispondendo ai due uomini, "Sarah hai presente i cuccioli di diavolo della tazmania? Tutti carini e coccolosi ma solo all'apparenza... Ecco...." E per ultimo "Non lo istigare nemmeno per scherzo!" diretto alla direttrice.

Era certo che quando Mika avesse visualizzato gliel'avrebbe fatta pagare, ma per ora si godeva lo scambio di battute in libertà.

Dopo il momento di ilarità decise di provare a convincere l'involtino primavera a fianco a mangiare almeno qualcosa, quindi prese un pezzetto di crostata e dopo averlo staccato lo avvicinò piano piano al naso di Mika, come si farebbe coi bambini, fermandosi a pochi centimetri.

"Fai aaaa" disse Andy alterando la voce come quando parlava con Mel e Amira ma Mika squadrò il pezzetto di torta con fare per nulla convinto per poi ribadire la sua totale non voglia di mangiare.

Il greco allora la portò alla sua bocca assaporandola con gusto e rimarcando "Non sai quello che ti perdi" prima di staccarne un altro pezzo, stavolta con un pezzetto di lampone e ingurgitarlo di nuovo e poi sparire in cucina con il vassoio per preparare l'unica cosa che sapeva Mika avrebbe ingerito, una camomilla con una montagna di miele e limone.

"Di questa che ne dici?" chiese infatti comparendo davanti a lui con una tazzona fumante dalla quale pendeva un piccolo quadratino con disegnata una margherita davanti alla quale gli occhi nocciola si ingrandirono grati.

Andy attese che il riccio disintrecciasse le mani dalla coperta e afferrasse la tazza portandola alla bocca per poi sedersi di nuovo accanto ed avvicinarglisi posando le sue labbra sulla fronte e andando quindi a recuperare il termometro.

"Sai che abbiamo Antonella come invitata allo show?" chiese sorseggiando la camomilla bollente, e indicando la Clerici alla tv, attento a non muoversi troppo e spostare l'aggeggino che Andy gli aveva di nuovo infilato sotto al braccio.

Il biondo a quelle parole portò gli occhi al cielo lasciandosi andare ad un "Mikaaaaa" di rimprovero, condito da una mezza risata per sdrammatizzare. Era impossibile. Non riusciva a stare senza portare la mente al lavoro costantemente. 

"Era solo così per dire" si affrettò a ribadire il moro, soffiando sul liquido bollente e inspirando il vapore al profumo di miele e camomilla.

"Sì sì... Faccio finta di crederci..." lo rimbeccò Andy scompigliandogli piano i ricci e portando una mano sotto le coperte per recuperare il piccolo oggettino trillante.

"Se vai avanti così, torni a lavorare nel 2017" gli fece notare girando il minuscolo schermo su cui un 38.8 svettava ancora inesorabile.

Mika diede un veloce sguardo e poi tornò con l'attenzione alla tv mugugnando uno sconsolato "Mi sto impegnando, giuro" semi attutito dalla coperta. Andy a quell'uscita non poté che piegarsi in due dal ridere. Era di una tenerezza disarmante. "Sì amore, lo so" disse ridacchiando e abbracciandolo, scoccandogli un bacio in fronte.

"Vieeeni qui con me" gli disse poi dolcemente tirandolo a sé e facendolo sdraiare, portandogli la testa a riposare sul suo petto e affondando una mano nei morbidi capelli disordinati. 

"Dormi un pochino" gli sussurrò continuando a giocherellare con le ciocche lunghe che spesso adorava acconciare all'indietro, cullandolo in un lento sonno che non ci mise che pochi attimi a giungere.

Andy rimase a guardare quel programma ancora per un attimo poi quando finì decise di cambiare canale e cercare un film che avesse almeno i sottotitoli in inglese, dato che non aveva nessuna voglia di andare a cercare l'ipad o il MacBook, già che Mika stava finalmente dormendo tranquillo e lui davvero di quella lingua capiva giusto le poche parole derivate dal greco e nulla più.

La sua idea di cimentarsi nell'italiano però non durò molto. Quel film era di una noia mortale e dopo meno di un'ora si ritrovò a sua volta tra le braccia di Morfeo.

Il greco finì per svegliarsi ad una pubblicità un po' troppo rumorosa e con piacere notò con Mika non fosse più avvinghiato a lui ma fosse seduto per terra sul tappeto davanti al divano senza coperte addosso, a giocare silenziosamente con Amira e Melachi rubandosi una pallina a vicenda.

"Ci siamo svegliati?" chiese dolcemente sporgendosi dal divano e avvicinando la testa a quella mora poco più in basso e ricevendo una leccata da Amira, seguita da un bacio di Mika.

"Sì..." rimarcò il ragazzo lanciando nuovamente la pallina da tennis alle golden. "La crostata di prima è in frigo?" chiese poi, schivando le due pazze pelose che quasi lo travolsero nella foga di tornare a portargli il giocattolo.

"Ohh yesss" trillò Andy contento di sentire dell'interesse verso il cibo provenire dal ragazzo che per quasi 24 ore non aveva toccato cibo.

"Vado a prenderla" si offrì alzandosi dal divano per andare a prenderla, portando con sé anche il succo ed un croissant.

Tornò posando il tutto sulla penisola, scacciando Amira che si era avvicinata pericolosamente alla torta con aria curiosa e passando un piattino ed una forchettina al compagno che ringraziò e ne staccò un quadratino.

"Buoniffima" biascicò masticando e facendo ridacchiare Andy. "Non te l'ha mai detto mamma Joannie che non si parla con la bocca piena?" chiese stuzzicandolo amorevolmente.

"Forse un paio di volte. Ma con lei non lo faccio..." disse mostrando un sorriso tutto dentoni al biondino seduto sul divano appena sopra di lui.

"Ci avrei scommesso!" asserì convinto rubando un pezzo di crostata dalla forchetta che Mika stava portando alla bocca.

"Hey!!!" si infervorò quest'ultimo, scostandosi di poco alla sua sinistra evitando altri attacchi.

Però solo per il gusto di rompere le scatole, Andy si spostò a sua volta cingendogli le spalle con le braccia e stritolandolo in un abbraccio.

"Cosa farei senza di te, io?" si lasciò andare ai sentimentalismi strusciando la guancia dalla barba appena accennata contro quella ugualmente spinosa del suo uomo e ricevendo una delle risate da fanciullo che aveva da sempre adorato.

"Io avrei potuto lavorare tutto il pomeriggio senza che qualcuno interferisse..." fece notare il libanese con un mezzo sorriso sornione e saccente, ricevendo un leggero morso indolore dal suo ragazzo.

"Se stai meglio adesso è tutto merito ti questo rompiscatole, tienilo a mente!" gli ricordò con fare materno ma al contempo possessivo, notando finalmente come la febbre fosse scesa rispetto ai 39 e oltre che erano persistiti dalla sera prima.

"No, è merito dei miei globuli bianchi!" puntualizzò il riccio alzando un dito da maestrino.

Continuarono il loro battibecco ancora per un bel momento, poi verso le 6 Andy sparì in bagno a farsi una doccia, lasciando il ragazzo ad un programma tv che sembrava interessarlo particolarmente.  

Quando tornò nell'area giorno dell'appartamento ancora con la salvietta in mano, intento a frizionarsi i capelli, non mancò di notare che Mika era sparito dal divano e la tv era sì accesa, ma senza nessuno spettatore a seguirla.

Passò dal salotto più piccolo a quello più grande e vide esattamente ciò che non avrebbe voluto, ma si sarebbe aspettato di vedere.

"MIKA PENNIMAN!" sbraitò utilizzando la sua vociona per enfatizzare la cosa, avanzando a grandi passi nel salotto, facendo sobbalzare il riccio, che seduto al tavolo stava picchiettando con le dita sui tasti neri dei suo MacBook.

Il ragazzo alzò gli occhi su di lui abbassando la testa come un cagnolino con il padrone da cui sta ricevendo una lavata di capo. "Sto meglio Andy dai..." cercò di convincerlo rivolgendo le mani verso sé stesso come a illustrare figurativamente le sue parole, ma il biondo non volle sentir ragioni, andò a cercare il piccolo termometro bianco abbandonato di là e lo lanciò al suo ragazzo.

"I patti li conosci" disse solamente con un mezzo sorriso, andando intanto a spegnere il bollitore dell'acqua che sentì fischiare in cucina.

"E non barare!" lo mise in guardia, portando la testa a sbucare dalla porta della cucina, versando l'acqua in 2 tazze e chiedendo poi cosa preferisse "Tè o camomilla?".

Mika sbuffò, certo che nonostante si sentisse meglio, non fosse ancora arrivato ad essere completamente sfebbrato e che quindi non rispettasse i criteri che quell'iperprotettivo del suo compagno gli aveva imposto per potergli concedere di tornare a lavorare.

"Camomilla con tan..." iniziò sovrappensiero la spiegazione su come desiderasse la bevanda ma dalla cucina Andy completò la frase "...to miele e tanto limone. Sono 10 anni che te la faccio così, credo di saperlo ormai" disse lanciandogli una linguaccia dalla porta a cui Mika rispose nella stessa maniera.

Finì di preparare tè per sé e camomilla per lui e poi raccolse le tazze tornando in salotto e udendo il bip del termometro attutito dalla maglia. Mika non fece in tempo a sfilarlo e leggere ciò che vi fosse scritto che gli fu rubato dalle mani.

Andy gli diede un veloce sguardo e poi sogghignò compiaciuto avvicinandosi al computer e abbassando lo schermo fino a chiuderlo, sotto lo sguardo contrariato del più grande.

Voltò il piccolo schermo verso gli occhi nocciola, provocando uno sbuffo e un sospiro rassegnato.

37,7

"Sei sulla buona strada" gli disse Andy trionfante per aver vinto e felice e sollevato nel vederlo finalmente sulla via della guarigione.

"Partitina alla Wii?" chiese quindi il biondo per risollevare il morale dello stakanovista convalescente e ricevendo uno sguardo alquanto eccitato all'idea.

I due si spostarono quindi di nuovo sul grande divano a penisola davanti alla tv e in un attimo stavano battibeccando su quale gioco far partire.

"Ok ok dai, il malatino sceglie" disse alzando le mani in segno di resa, lasciando la vittoria a Mika con un sorrisino di scherno, usando quel nomignolo apposta per farlo arrabbiare.

"Te lo faccio vedere io il malatino adesso!!" si infervorò sportivamente, lanciando il dischetto di Mario Kart a Andy e recuperando i piccoli volanti di plastica da applicare ai telecomandi per rendere la cosa più realistica.

I litigi iniziarono in tempo zero fin dalla scelta dei personaggi "Non ti azzardare a rubarmi Yoshi e l'ovomobile! E' mia!!" si premurò Mika quando dovettero scegliere vettura e personaggio da far correre.

Andy alzò gli occhi al cielo "Bambino dell'asilo" biascicò lasciandogli il suo draghetto verde e scegliendo il personaggio del funghetto Toad, facendolo ridacchiare contento.

Quando il primo percorso iniziò, la stanza si trasformò da un tranquillo salotto di due trentenni a una sala di ricreazione delle elementari.

"La smetti di lanciarmi gusci??!" lo rimproverò Andy vedendosi la vettura di nuovo investita da un guscio rosso di tartaruga lanciatogli da dietro.

Mika rise sterzando bruscamente e superando la macchinina in ripresa del funghetto del biondo.

"Adesso la smetto" disse con una linguaccia, sgommando a tutta birra e ricoprendolo di sabbiolina.

"Odioso!" borbottò il greco tornando alla riscossa, alle calcagna del draghetto, gli restò dietro per un bel momento ma quando arrivò ad una curva stretta sterzò bruscamente finendo in derapata e spingendosi anche nella realtà contro Mika sedutogli accanto per enfatizzare, mentre l'ovomobile finiva insabbiata in una duna.

Il riccio, sbilanciatosi dalla spintarella del greco, finì per fare un testacoda. 

"Andyyyy! Sei sleale!" lo rimproverò tornando a cercare di riportare la sua vettura in pista. Ci riuscì ma perse talmente tanto tempo che finì per essere doppiato da tutti, e quando il funghetto gli passò accanto sul ponte, Mika si buttò a destra e con una manovra lo spinse insieme alla sua stessa vettura, giù dal tracciato facendolo finire in acqua. Tutto questo venne accompagnato a sua volta da una mossa improvvisa di Mika che spintosi verso Andy gli fece perdere l'equilibrio e lo fece quasi finire giù dal divano.

Mentre le macchinine venivano riportate gocciolanti in pista, Mika si voltò per un attimo verso Andy e vedendolo rialzarsi da terra, scoppiò in una risata isterica, sdraiandosi sul divano rannicchiato con le mani a tenersi stretta la pancia.

Andy lasciò il telecomando sul divano e a quel punto decise di vendicarsi, ma non nel gioco. Rialzatosi, si lanciò sul divano, intrappolando Mika tra i cuscini del divano, mentre quest'ultimo ancora rideva a crepapelle. Con una mano gli bloccò le sue e salito a cavalcioni, iniziò a torturarlo con leggeri pizzichi e solletichi ben assestati. Mika non ce la faceva più dalle risate, impossibilitato a muoversi non riusciva a contrastare l'attacco del greco che si stava vendicando del capitombolo.

Il gioco impari finì quando le risate di Mika vennero condite da una raffica di tosse che contribuì a lasciarlo senza fiato,  costringendo Andy a lasciarlo andare e aiutarlo a mettersi seduto.

"Scusami malatino mio" lo prese in giro passandogli una mano sulla schiena e allungandogli la camomilla, ormai tiepida, che trangugiò a grossi sorsi.

Quando la calma tornò nella stanza, Andy recuperò il telecomando sepolto tra i cuscini, e voltatosi verso la tv, notò come la gara fosse ormai terminata e i loro due personaggi fossero finiti ultimo e penultimo. Scoppiò a ridere di nuovo, seguito a ruota da Mika, che però non perse occasione di far notare al compagno la sua vittoria, indicando il suo draghetto in penultima posizione.

Giunta l'ora di cena i due ragazzi si spostarono in cucina dove finalmente anche Mika consumò il suo primo vero pasto in oltre 24 ore.

"Ho come l'impressione che domani mi toccherà tornare a lasciarti lavorare" finse di risentirsi il greco, notando come la voracità ritrovata per lui fosse già segno tangibile della guarigione ormai imminente.

Mika gli rivolse un'affettuosa linguaccia, poi insieme si spostarono nuovamente sul divano che li aveva visti insieme per tutta la giornata.

"Dillo che tutta 'sta storia del lavoro non l'hai inventata per via della febbre, ma l'unica cosa che volevi era avermi un giorno tutto intero tutto per te" gli disse con un sorrisino sveglio di chi conosce la persona al suo fianco da oltre un decennio.

Andy sorrise innamorato, a quelle parole. Effettivamente era parecchio tempo che, nonostante la convivenza degli ultimi mesi, non passavano una giornata di relax solo loro due in casa come avevano fatto quel giorno. Nella poco fortunata situazione, si erano ritrovati a ridere, coccolarsi scherzare e darsi l'un l'altro completa e assoluta attenzione come da tempo non succedeva.

"Ammetto che è stata una giornata che ricorderò molto piacevolmente. Sei sempre così impegnato che averti sul divano così in tranquillità con me è quasi un miraggio." Si lasciò andare confessando i suoi sentimenti, stringendolo ancora una volta a sé "Dovresti ammalarti più spesso" scherzò poi lasciandogli un urgente bacio che zittì le sue lamentele.

"Ti amo stronzetto!" affermò Mika intrecciando gli occhi in quelli azzurri e lucenti di colui che più di dieci anni prima aveva scelto come la sua metà.

"Ti amo anche io" pronunciò solamente Andy chiudendo gli occhi e lasciando che per un'ultima volta le loro labbra si incontrassero a metà strada, come oramai sapeva fare alla perfezione.

 

  
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