Quelle ultime due parole erano cadute a terra
facendo un
rumore assordante, cospargendo lo spazio di schegge di vetro che
nessuno
avrebbe potuto eludere. I tagli sarebbero stati inevitabili.
Akito aveva la mente annebbiata. Vide davanti a sé quelle
due dannate porte che
gli erano comparse tempo fa più volte tra i pensieri. Su una
scorse chiaramente
il nome “Sana” sull’altra vi era
un’enorme punto interrogativo e da dentro si
poteva udire chiaro il pianto di un bambino. Nessuno osava
più parlare, e fu un
rumore a rompere il silenzio.
Sana aveva lasciato cadere le scatole che teneva in mano. Sul pavimento
accanto
ai suoi piedi vi erano alcuni cd con la copertina infranta, e portafoto
che
ritraevano foto ormai dimenticate dal tempo.
<< No… Non è possibile. Di
nuovo… Lo stesso incubo >>.
Corse più veloce che potè fuori dalla porta
impedendo a chiunque di poterla
fermare. A Nami se ci fosse o meno non importava, mentre Akito appena
si
accorse della sua fuga la chiamò uscendo sulla soglia, ma
non si mosse da lì.
La vide andar via e rimase fermo a guardarla mentre scompariva dietro
le scale.
<< Come mai non la segui? >> chiese
sfacciata Nami.
<< È vero quello che hai detto? Tu
sei… >> non riuscì a dirlo.
<< Potrei mai inventarmi una cosa simile? Hai proprio una
faccia tosta.
Comunque se non ci credi prendi pure quei fogli sul tavolo e controlla
>>.
Hayama si voltò per vedere i fogli, ma non si
avvicinò per leggerli. Sapeva
benissimo che non si trattava di un modo per tenerlo lì con
lei, era
semplicemente la verità.
<< Cos’hai deciso di fare? >>
<< Lo terrò, di questo sono certa e
sinceramente avrei voluto evitare di
lasciare mio figlio senza una figura paterna. Akito, noi ormai non ci
amiamo
più, questo lo capisco, ma potremmo aver creato una
creatura… Che crescerà
dentro di me… Oppure… Oppure no >>
<< Come “oppure no” ? >>
<< No, intendevo dire che… Non per forza
potrebbe essere nostro il figlio
che avrò >> disse voltandosi verso Charlie.
<< Ah perfetto >> fece Akito sarcastico.
<< Quello che voglio dire è che ormai
è successo… Sono incinta di tre
settimane e non so chi sia il padre. Tu saresti disponibile
a… >>
<< Nami, l’hai detto tu. Non possiamo
continuare a far finta di amarci,
tanto meno posso mentire ad un bambino. Se fosse mio ovviamente non
potrei negargli
il mio amore, ma non apparterrei comunque a questa famiglia…
Mi dispiace
>>
<< Ti chiedo solo di fare il test del DNA. Quando sapremo
i risultati
decideremo come comportarci >>
<< E tra quanto potrai farlo? Non dobbiamo aspettare la
nascita del
bambino? >>
<< No, mi sono informata. Dobbiamo solo aspettare la
dodicesima settimana
di gravidanza, quindi tra circa due mesi possiamo effettuare il test
>>.
Tutto quel tempo sembrava un’eternità, ma se non
altro non sarebbero stati nove
mesi a dividerli da quella scoperta.
E Sana cos’avrebbe detto? La sua reazione lasciava spazio
solo ad aspetti
negativi.
<< Devo andare…
Ti chiamerò
>>.
Nami annuì, mentre Charlie, che era rimasto in silenzio fino
a quel momento si
propose di aiutarlo con i bagagli che avrebbe comunque portato via.
Una volta scesi Akito sperò di trovare Sana alla macchina ad
aspettarlo, ma non
vide nessuno.
<< Senti, mi dispiace >> disse Charlie
mentre Hayama sistemava un
borsone nel portabagagli.
<< Di cosa? >>
<< Beh, Nami era a pezzi… Diciamo che per lei
sono stato una consolazione
>>
<< Per quanto mi riguarda, ormai Nami può
frequentare chi vuole. In fondo
se ci pensi sono io che dovrei chiedere scusa, ma non lo
faccio… Perché sono
innamorato e so che le cose non sarebbero potute andare diversamente
>>
<< Quindi nessun rancore >>
<< Assolutamente. Beh grazie per l’aiuto, ora
è meglio che vada. Ci
sentiremo in questi giorni >>
<< Akito… Io amo davvero Nami, puoi stare
tranquillo >>
<< Buon per lei >>.
Mise in moto la macchina ed andò via.
*
<< Sapevo di trovarti qui
>>.
Akito aveva parcheggiato nel parco dove erano andati la sera del loro
primo
incontro. Era come stato un sesto senso, era sicuro che
l’avrebbe trovata lì,
seduta sulla stessa panchina.
Sana aveva fatto finta di non vederlo arrivare. Era ancora troppo
scossa da
tutto quello che le stava succedendo. Prima suo padre, ora questo.
Possibile
che tutto non potesse mai andare come voleva?
<< Cosa stai facendo Sana? >> chiese
notando la sigaretta che
teneva tra le mani.
Non ricevette risposta.
<< Allora non hai mai smesso di fumare >>
<< L’ho chiesta ad un passante >>
disse assente.
Akito si sedette accanto a lei prendendole la sigaretta dalla mano e
gettandola
a terra.
<< Non sono io quella incinta, non nuocerà a
nessuno >>
<< Farà male a te >> disse
carezzandole i capelli.
<< Perché continuano a succedermi cose brutte?
>>
Sana si mise le mani sulle ginocchia. Tremava.
<< Mi dispiace sia successo. Beh io e Nami stavamo
insieme… È normale che
noi… >>
<< È tutto sbagliato >>
<< Sana, si sistemerà tutto >>
disse sfiorandole una mano, ma lei
si scansò.
<< È da sempre stato sbagliato…
Avrei dovuto comportarmi diversamente,
invece come un’idiota ho ceduto sempre… Che
stupida >>
<< Ma io amo te >>
<< Non capisci? Non hai sentito bene? Avrai un bambino,
sarà tutto
diverso… Non sarà come immaginavamo
>>
<< Potrebbe non essere mio >>
<< Le cose non cambiano. Mi dispiace Akito forse non era
destino >>
disse alzandosi << Tornerò ad Osaka
domattina… Da sola >>
<< Ma cosa… ?! >>
<< Non ci sono “se” e non ci sono
“ma”. Non mi raggiungere questa volta,
io non ce la faccio più, finirò ricoverata da
qualche parte se non inizio a
vivere una vita serena, e così non sarei serena. Se mi vuoi
bene, se mi ami…
Lasciami andare… Devi lasciarmi andare >>.
Akito non disse una parola. La guardò e capì ogni
secondo che passava il perché
si era innamorato di lei, ma questa volta non avrebbe aggiunto altro,
tutto si
fermava lì, alla sua ormai sbiadita immagine. La porta di
Sana, nel limbo, era
sparita.
<< Addio Akito >>.
*
<< Tesoro, Akito non è
venuto con te? Ci raggiunge più
tardi? >>
<< Mamma ho voglia solo di far colazione ora, non mi va
di parlare
>>
<< Non mi dire… Non mi dire che avete
litigato? >>.
Aiko Kurata camminò svelta verso il tavolo sedendosi di
fronte alla figlia.
Nonostante la morte del marito il suo viso era rimasto privo di segni
del
dolore che in realtà provava. Ad ogni sguardo sembrava
invece dare sicurezza e
conforto agli altri, ma in fondo perché forse era quello che
le era sempre
piaciuto fare.
<< Akito non verrà >>
<< Oh tesoro, cos’è successo?
>>
<< Ti dispiace se non ne parliamo? >>
<< Sì, mi dispiace >>
<< La mia non era una vera domanda >>
<< Ma la mia era una vera risposta, quindi adesso mi dici
perché non è venuto
anche lui qui ad Osaka >>.
Sana prese un grande respiro e posò la tazza di
tè che provava a bere per
distrarsi. Ogni cosa da fare o pensare era un buon modo per allontanare
i
ricordi.
<< Vedi… Non poteva funzionare >>
<< Tu e la tua testardaggine. Devi avergli detto qualcosa
di… >>
<< La sua ragazza è incinta >>.
Sua madre tacque.
<< Quando dici incinta… >>
<< Incinta >>
<< Beh, però non era poi così
improbabile se ci pensi, cara. E lui vuole
rimanere con lei? È per questo? >>
<< In realtà potrebbe anche non essere suo,
nel senso che lei ha
frequentato un altro uomo in questo periodo >>
<< Dio come siete svampite al giorno d’oggi.
Sapete cos’è l’autocontrollo?
>>
<< Mamma >>
<< Scusami, ma non posso non pensare che…
>>
<< Mamma, ti prego, la predica un altro giorno. Penso
faranno il test per
chiarire chi sia il padre, ma io in tutto questo non voglio
intromettermi
>>
<< Quindi è una pausa momentanea
>>
<< No, nel senso che è qualcosa che mi
farà sicuramente, nuovamente
soffrire e, se permettete, sono stanca di dover continuare a piangere
>>
<< Io ti capisco tesoro mio, ma sicuramente Akito avrebbe
trovato una soluzione
in qualunque caso. Se non ama più questa ragazza, ma te,
allora non c’è motivo
di preoccuparsi tanto. Voi due dovreste pensare solo al vostro amore
>>.
Quelle parole facevano più male di qualunque altra cosa.
Sana poggiò i gomiti
sul tavolo e iniziò a singhiozzare mentre sua madre si
avvicinò a lei e le fece
posare la testa sul suo ventre.
<< Non posso tornare indietro. Percepisco tutto in modo
così spaventoso,
non potrei sopportarlo >>
<< Sei sicura Sana? >>
<< È finita >> disse mentendo al
suo cuore << Ora, vado in
camera a sistemare le mie cose… A più tardi
>>.
Da sola nella sua stanza si accasciò alla porta e
ricominciò a piangere, perché
era da sola che riusciva davvero a far uscire tutto il male possibile
che
sentiva dentro.
Ormai l’aveva detto… Era finita. L’aveva
perso, lo avrebbe dimenticato, anche
se è l’unica
cosa che il cuore non sa
fare. Come avrebbe potuto fare a mentire a sé stessa per il
resto della sua
vita. Come poteva non convincersi che quello era stato
l’unico vero sentimento
della sua vita, l’unico amore che le avesse fatto venire i
brividi.
Dentro di sé l’unica cosa che riusciva a ripetersi
era una sola parola.
“Torna”.
Proprio non ce la faccio ad aggiornare tardi eh?! XD Ho preso il vizio. Innanzitutto vi ringrazio di cuore, ma tanto tanto tanto perchè continuate a seguire con affetto questa FF e perchè le recensioni sono aumentate e perchè vi adoro =) ... Un grazie sincero a tutti i lettori, siete indispensabili e ovviamente a voi gentilissime che avete recensito... bontina, trixina, ryanforever, stefola93 e delichan123...Siete state gentilissime. Spero questo nuovo capitolo vi sia piaciuto... E mi duole annunciarvelo, ma la FF sta giungendo al termine e ( notizia forse ancor più sconvolgente ) credo manchi un solo capitolo e l'epilogo ( se lo vorrete, anche se penso proprio di scriverlo lo stesso =) ) ... Mi metterò al lavoro il prima possibile per concludere al meglio la FF, sperando ovviamente di non deludervi... Che dirvi d'altro? Penso per ora basti così...Quindi alla prossima!Bacioni, Vale!