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Autore: Dan13la1995    13/02/2020    1 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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2. Qualcosa che non si può aggiustare


Se qualcuno avesse detto al suo se stesso di 9 anni che un giorno si sarebbe trovato a cena con nientepopodimeno che Theo Reaken, con i loro genitori che flirtavano amorevolmente da un lato all'altro del tavolo, passandosi piatti e ridendo del piu' e del meno, si sarebbe senz'altro offerto volentieri di pagargli una seduta a Eichen House. Forse l'intero soggiorno.

Theo sembrava della stessa opinione. Seduto davanti a Liam, se ne stava zitto, le sopracciglia corrucciate da tutta la sera, al punto che Liam pensò che gli si sarebbe bloccate in quell'espressione per sempre.

Liam teneva lo sguardo fisso sul piatto da cui stava mangiando, tenendosi la bocca occupata con grossi bocconi sperando che non lo coinvolgessero nella conversazione. Si azzardò solo un attimo ad alzare lo sguardo sul ragazzo davanti a lui, notando come non aveva quasi toccato cibo, giocherellandoci piuttosto con la sua forchetta.

Liam pensava di aver toccato il fondo delle situazioni imbarazzanti e scomode nella sua breve vita, di cui molte in effetti comprendevano Theo, ma questo raggiungeva tutt'altri nuovi livelli. A un certo punto anche Paul e Jenna dovettero notarlo, perchè si scambiarono un'occhiata, il sorriso dovuto al loro ultimo scambio di battute che si affievoliva leggermente.

"Allora" si schiarì la gola lei, guardando prima Liam poi Theo "Com'è andata a scuola?"
Liam alzò lo sguardo verso di lei, e scrollò le spalle. Theo nemmeno rispose. Sua madre sembrava in trepidante attesa, e Liam prese un bel respiro. Sapeva quanto sua madre teneva a far funzionare questa cosa. Avrebbe fatto qualunque cosa per farla felice. "E' andata bene, ho... incontrato Mason, sai... te lo ricordi?" rispose nervosamente

"Uh certo, era un bambino così tanto adorabile" esclamò lei con un sorriso. Theo emise un verso a metà tra uno sbuffo e lo strozzarsi. Liam lo ignorò, ma vide l'occhiataccia che gli rivolse Paul.

"Sì, mi ha invitato a pranzo con lui e mi ha presentato i suoi amici, è stato gentile" rispose Liam tranquillamente. Sapeva che sua madre era preoccupata quanto lui per la nuova scuola, e vedere il sollievo nei suoi occhi era abbastanza perchè Liam classificasse quella di oggi una buona giornata. E ciò lo spinse a continuare. "Anche Hayden... si è ricordata di me. È nella mia classe di economia, e si è fermata a salutarmi in corridoio" aggiunse timidamente, tornando a guardare il suo cibo.

"Ohh, Hayden, sì. Sai... Liam aveva una bella cotta per quella bambina alle elementari, non faceva che parlare di lei in continuazione!" ridacchiò sua madre, voltandosi verso Paul. Liam avvampò al ricordo. Paul ridacchiò, lanciando un'occhiata a Theo.

"Ragazzini..." Scosse affettuosamente la testa "Anche Theo parlava sempre di... chi era? Non ricordo ora il nome, era assilla-"

Theo mollò la forchetta con forse fin troppa forza, facendola tintinnare sul piatto. "Che dite se prendo il dolce?" s'intromise alzandosi in piedi senza nemmeno aspettare una risposta. "Lo prendo per un sì" mugugnò, prima di sparire in cucina.

Paul ridacchiò incrociando lo sguardo di Jenna. "Argomento sensibile, a quanto pare" sussurrò divertito. "Magari Liam lo sa-"

Liam spalancò gli occhi, sentendosi chiamato in causa. "Uhm io- in realtà-" balbettò.

"Non lo sa" s'intromise bruscamente Theo, tornando in cucina con una torta gelato che posò davanti a Jenna, prima di tornare al suo posto. "Io e lui... non eravamo così amici"

Guardò Liam con un sopracciglio alzato come a sfidarlo a dire diversamente.
Liam sbuffò internamente. Perchè quello era l'eufemismo del secolo. Non così amici. Lui e Theo Raeken... non sapeva nemmeno come descrivere ciò che erano. E 'amici' non era nemmeno sulla lista. Però annuì. "Sì... diciamo che... avevamo... interessi diversi" borbottò, torcendosi le mani di nascosto in grembo.

"Be' si dice che questa è la chiave per la migliore delle amicizie" commentò Paul. Theo sbuffò beffardo. Paul lo fulminò, prima di schiarirsi la gola. "Perchè non cominci facendo vedere a Liam la casa.. la sua stanza?"

Theo lo guardò impassibile. "La sua stanza è piena di scatole e valigie, e non ha un letto" osservò.

"Infatti dormirà nella tua"

Entrambi i ragazzi sbarrarono gli occhi "Cosa?" esclamò Theo.

"Uhm- io, io- posso dormire sul divano" si affrettò a mormorare Liam, lanciando un'occhiata al divano all'angolo della stanza.

"Visto? Può dormire sul divano" Theo ripetè vigorosamente

"Assolutamente no, figuriamoci se ti lascerò dormire un quel divano, quando Theo ha in stanza un letto perfettamente funzionante" Paul scosse la testa, sorridendogli. "Sarà solo per qualche giorno. I traslocatori dovranno spostare qui solo la tua camera, fortunatamente. Hanno chiamato stamattina dicendo che lo faranno in settimana" lo rassicurò.

"Sono sicura che sarà divertente, tesoro" esclamò Jenna entusiasta. "Ti sono sempre piaciuti i pigiama party" Liam voleva sparire. Niente di questo sarebbe stato divertente, e non avrebbe mai definito un letto accanto a Theo Raeken funzionante. Era quasi certo che non avrebbe chiuso occhio per niente quella notte.

"Bene" sbottò secco Theo alzandosi. Lo guardò. Liam ricambiò lo sguardo quasi terrorizzato. "Allora, andiamo?" E uscì senza aspettarlo. "Non finite la torta" sbottò dalle scale.

Liam guardò rapidamente sua madre, quasi in cerca di supporto, e lei gli rivolse un grosso sorriso incoraggiante. Liam si alzò lentamente, rassegnato, prendendo un respiro mentre seguiva Theo.

*

"Questo è il corridoio" parlò Theo con voce annoiata e seccata, constatando l'ovvio. Lo vedeva benissimo che era il corridoio. "Laggiu' c'è la stanza di mio padre... e di tua madre" Indicò la stanza in fondo a destra. "Quella là è la tua stanza" Indicò la porta accanto. Poi si voltò a sinistra. "Questo è il bagno, o meglio il nostro bagno. Papà ha il suo in camera" Poi camminò fino alla porta accanto aprendola. "Questa è la mia stanza. Giro finiro" Theo si gettò sul suo letto. "Allora, regola numero uno, non toccare le mie cose. Regola numero due, quando avrai la tua bella stanza, la mia sarà off-limits, soprattutto se stessi morendo. Regola numero tre" Theo si lanciò sul suo letto "non parlarmi" Liam si sentiva davvero il benvenuto.

Roteò gli occhi prima di guardarsi intorno con circospezione. Era una stanza ordinata, sorprendentemente, e molto spoglia. A parte l'armadio a ponte, con il letto sotto, c'era solo una scrivania e una televisione nell'angolo. Gli occhi di Liam tornarono su Theo, ancora sdraiato e impegnato con il cellulare.

"Dove dovrei dormire io?" si azzardò a chiedere.

Theo lo guardò, un sopracciglio alzato. "Cos'ha che non va il pavimento?"

Liam chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo. Poi tirò fuori a sua volta il cellulare, buttandosi seduto con le gambe incrociate sul pavimento. Dopo qualche secondo, sentì gli occhi di Theo su di lui, ma non lo guardò. Poi Theo sbuffò irritato, alzandosi e chinandosi per tirare il grosso cassetto sotto il suo letto. "Togliti" gli fece brusco mentre tirava fuori il letto completamente. Poi si arrampicò sul letto per aprire un'anta dell'armadio e tirò una maglietta e un paio di pantaloni del pigiama a Liam.

Liam le afferrò al volo sconcertato. "Ho... le mie cose" gli ricordò preso alla sprovvista.

"Sì, sparse in decine di scatole e valigie. Se vuoi andare a cercarle e passare così la notte, fai pure"

"Uhm- be' allora.. grazie" fece Liam poco convinto.

Theo lo guardò quasi come se lo stesse valutando. Poi rilasciò un respiro irritato, dandogli le spalle per tornare al letto "Se vuoi fare una doccia, fai pure. In bagno ci sono asciugamani puliti"

Liam rimase per un attimo immobile, le mani che si stringevano attorno ai vestiti che Theo gli aveva tirato. Strinse le labbra, facendosi coraggio. "Io- mmh-" Theo si fermò prima di arrivare al letto e si voltò verso di lui. Liam fece un respiro. "So che questo fa schifo. So che mi odi e sono probabilmente l'ultima persona che avresti pensato di vedere qui stasera... e va bene, anch'io preferirei essere da tutt'altra parte, ma voglio che questo funzioni... per mia madre. Sono disposto a sopportare tutto, anche il fatto di avere te come fratello, se lei è felice. Quindi non fare niente che possa ferirla-" Liam strinse ancora di piu' la presa, alzando finalmente gli occhi su Theo. Aveva un'espressione decisa, nonostante gli tremasse leggermente la voce, le guance arrossate. "-perchè in questo caso non rimarrò zitto a guardare"

Liam ebbe un veloce guizzo del ghigno di Theo, prima che delle mani grandi gli afferrassero le braccia spingendolo contro il muro. Il colpo lo fece boccheggiare leggermente, e quando riuscì a aprire gli occhi, incontrò quelli di Theo a pochi centimentri dal suo viso, la mani che ancora lo tenevano premuto contro il muro. "Davvero, Dumbar?" sbuffò divertito. "E cosa farai? Vorrei proprio vederlo" Liam restò a guardarlo, gli occhi spalancati e il viso ancora piu' rosso. Theo ridacchiò beffardo. "Non sei cambiato proprio per niente" aggiunse poi acidamente. "Però su una cosa hai ragione, ti odio e non mi interessa affatto far funzionare questa cosa. Non che durerà comunque. E per quel che mi riguarda-" Il viso di Theo si fece ancora piu' vicino. Liam trattenne il fiato. "-Io non ti considererò mai un fratello"

Lo lasciò andare di scatto, e si voltò per tornare deciso al letto. Liam rimase per un attimo contro il muro, immobile in quella posizione, gli occhi sbarrati fissi dove prima c'era Theo.

Si riscosse solo quando sentì dei passi salire le scale. "Liam, Theo... allora, la volete questa torta?" chiamò sua madre.

Liam degludì, prima di gettare i vestiti che aveva ancora stretti in mano sul 'suo' letto, e uscire velocemente dalla porta.

Odiava tutto questo. Odiava il suo non saper reagire. Il non averlo saputo fare in passato. Il non riuscire a farlo ora. E soprattutto odiava da morire Theo Raeken.

*

Come aveva previsto, quella notte dormì malissimo, troppo consapevole della presenza dell'altro ragazzo a meno di mezzo metro da lui. Scivolava dentro e fuori dal sonno ripetutamente, brutti ricordi che gli affollavano la mente al punto che a un certo punto si chiese se li stesse sognando o se fosse solo sovrappensiero. Brutti ricordi che lo rendevano ancora meno incline a lasciarsi andare al sonno, quasi temendo quello che poteva fargli Theo se l'avesse sorpreso indifeso per un solo istante.

Come quella volta che l'aveva spinto in una fontana durante una gita scolastica davanti a centinaia di persone, o quando durante una corsa campestre gli aveva fatto uno sgambetto, slogandogli una caviglia o quando lo aveva chiuso a chiave dentro lo stanzino del custode per tre ore o quando aveva portato a scuola la sua collezione di figurine per scambiarle con Mason, per ritrovarle ore dopo sparse nella piscina della scuola (non lo aveva visto farlo, ma sapeva che era opera di Theo), o quando mentre cercava di recuperare suddette figurine chino sul bordo della piscina, Theo lo aveva spinto da dietro, facendolo quasi affogare perchè ovviamente non sapeva notare (sia lodato Mason che seguiva lezioni di nuoto) oppure quando- insomma, avete capito.
Liam si chiedeva come sarebbe sopravvissuto in quel modo fino al diploma. Mancavano due anni e mezzo. E in quel momento sembravano un'eternità.

Per distrarsi, prese il cellulare. I suoi occhi vagarono sulle notifiche di messaggi non letti. Ne aveva oltre 20. Degludì. Sapeva che erano lì, e sapeva che la maggior parte dovevano essere di Stiles. Ma non aveva coraggio di guardarli. Non aveva coraggio di parlargli. Aveva paura di sentire la rabbia, il disprezzo o la disapprovazione nella sua voce. Aveva paura di sentire il dolore nella sua voce. Aveva paura, così lo evitava. Scappava via. Al punto che aveva preferito cambiare scuola.

Degludì, bloccando di nuovo il cellulare, quando gli arrivò una notifica. Sorrise quando vide che era una richiesta di amicizia di Mason. Accettò velocemente, e il suo sorriso si ampliò quando Mason gli scrisse subito.

Evvai, siamo amici ora, ci vediamo domani a scuola?

Liam rispose velocemente Sicuro! (:

Grande, 'notte Dunbar

'notte Hewitt

Liam bloccò finalmente il cellulare e col sorriso si girò nel letto, cercando di prendere un po' di sonno.


*

La mattina si svegliò quando sentì qualcosa di morbido colpirgli la testa. Aprì gli occhi di scatto, alzando la testa. Il cuscino che gli avevano tirato, scivolò giu' e lui incontrò lo sguardo di Theo, seduto sul suo letto, i capelli disordinati e gli occhi assonnati, che lo fissava con un ghigno che apparve piu' come un sorriso confuso.

"Sei difficile da svegliare, Dumbar" commentò. "Ti conviene sbrigarti o ti lascio qui"

Saltò giù dal suo letto, e Liam lo seguì con lo sguardo ancora assonnato, ma non abbastanza da non essere scioccato "Vuoi darmi un passaggio?"

"Se preferisci prendere l'autobus, fai pure" disse soltanto Theo seccamente mentre usciva. "A proposito, russi"

Liam arrossì, sprofondando di nuovo con la testa nel cuscino.

*

Quando furono nel pick-up di Theo, il silenzio invase l'abitacolo. Opprimente, pesante e imbarazzante. Ma Theo continuò a guidare, fissando davanti e Liam osservò il panorama fuori dal suo finestrino. Almeno finchè Theo non accostò di scatto sul bordo della strada. Liam si guardò intorno confuso. Non gli risultava che fossero arrivati.

"Perchè ti sei fermato?"

"Scendi"

Liam restò a guardarlo per qualche secondo, incredulo "Cosa?"

"Ho detto scendi"

"Scherzi vero?"

"Ho la faccia di uno che scherza?" roteò gli occhi. "Non voglio che tutta la scuola ci veda arrivare insieme. Si faranno strane idee"

Liam non potè evitare di arrossire, però mantenne il contatto visivo, rispondendogli seccato. "Quindi mi abbandoni in mezzo alla strada?"

Theo roteò di nuovo gli occhi "Non fare il drammatico, Dunbar, mancherà mezzo chilometro"

Liam sbuffò irritato prima di aprire violentemente la portiera. La sbattè allontanandosi con lo zaino in spalla. Theo si chinò con un sorriso sardonico per vederlo attraverso il finestrino lato passeggero aperto. "Ci vediamo sempre qui all'uscita" gridò, il tono canzonatorio.

Liam si voltò per lanciargli un'occhiataccia mentre si allontava. "Fottiti" mormorò tra i denti.

*

Liam arrivò in ritardo. Quando mise piede nell'ingresso principale, la campanella stava suonando. Il suo orario diceva che doveva essere alla lezione di storia, così imprecò internamente, mentre partiva alla ricerca dell'aula.

Quando entrò, il professor Harris era già lì. Liam si bloccò sulla soglia, sotto il suo sguardo severo. "Bello vedere che vuole unirsi a noi, signor..." lasciò in sospeso. Sentì qualcuno ridacchiare di sottofondo.

"Dunbar" rispose, le guance che andavano già a fuoco, sentendosi gli occhi di tutti addosso.

"Benvenuto nella nostra scuola, signor Dunbar, però impari ad essere più puntuale la prossima volta. Ora si sieda" Liam annuì, lanciando una breve occhiata alla classe per trovare un posto.

Si bloccò. Ovviamente, chi poteva essere a ridacchiare delle sue sventure? Solo lui. E l'unico posto libero era proprio quello accanto a lui. Theo incontrò il suo sguardo con aria di sfida, quasi come se non credesse che avrebbe avuto il coraggio di sederglisi accanto.

"Pensa di sedersi, signor Dunbar?" lo incitò Harris seccato.

"Uhm, s-sì..." Si rassegnò, cominciando a camminare verso il banco condiviso con Theo, quando una bella ragazza scivolò dal posto accanto in quello accanto a Theo. Theo la guardò preso alla sprovvista, mentre lei allegra rivolgeva un cenno a Liam indicandogli il suo vecchio posto.

Fu in quel momento che Liam riconobbe Tracy, e voltandosi verso il banco accanto, notò Hayden che gli sorrideva. Liam, piu' sollevato, rispose al sorriso prendendo posto. Theo gli lanciò solo un'occhiataccia, prima di aprire di scatto il libro di testo.

*

"Quindi Hayden ti ha invitato a pranzo?" ripetè Mason allegramente.

Liam annuì. "Sì, cioè- no, mi ha detto- se mi andava di sedermi con lei, non è un invito"

"Lo è" commentò Corey, mentre camminavano per i corridoi verso i loro armadietti.

"Uhm ha ragione Corey"

"Lo dici solo perchè è il tuo ragazzo" scherzò Liam.

"Forse, usa argomentazioni molto convincenti" ridacchiò Mason, al che Corey roteò gli occhi.

Liam rise, mentre si fermava, aprendo l'armadietto.

"Sai però che-" Il cambio di tono di Mason lo spinse a voltarsi verso di lui "-probabilmente anche Theo sarà lì"

"Cosa?" chiese Liam, d'un tratto agitato.

"Uhm, sai- lui sta tipo con Tracy, quindi-"

"Non sta con Tracy, lui scopa con Tracy, è diverso" specificò Corey acido. "Dubito seriamente che Theo Raeken sia capace di sviluppare sentimenti romantici verso qualcuno"

"Be' però sarà lì" Mason si voltò verso Liam "Sai, non credo tu debba preoccuparti tanto di lui" aggiunse poi rassicurante. "Certo, Theo è uno stronzo, è uno sbruffone, crede di essere il re di questa scuola solo perchè è il popolare capitano della squadra di lacrosse" Mason roteò gli occhi "-ma si è dato una calmata da quando te ne sei andato. Diciamo che è diventato uno stronzo piu' maturo. Spero lo sia abbastanza da non ricadere nella vecchia routine"

"Mason mi ha detto di voi due" S'intromise Corey. "Onestamente non so come tu abbia potuto sopportarlo senza spaccargli la faccia"

Liam si agitò sul posto a disagio. Poi Corey gli sorrise. "Se ti dà fastidio, sappi che non sei solo"

Mason annuì "Si, amico, siamo tutti con te. Anche se probabilmente ci farà a pezzi, lo combatteremo insieme" scherzò. Liam rise.

*

Hayden gli aveva detto durante una delle ultime lezioni che l'avrebbe aspettato fuori dalla mensa, e così fece. Quando ebbero preso il loro pranzo, s'incamminarono alla ricerca di un tavolo, finchè sentirono qualcuno che li chiamava allegramente. Si voltarono incontrando Tracy che faceva un cenno da un tavolo poco lontano. "Hey ragazzi" li salutò mentre si sedevano.

"Ciao" la salutò timidamente Liam.

"Temevo avremmo dovuto mangiare in piedi" fece Hayden guardandola sollevata. Lei ridacchiò prima di concentrarsi su Liam.

"Allora Liam... com'è essere tornati a Beacon Hills? Eri a Los Angeles vero? Come ti invidio" fece sognante.

"Uhm- si, però sono tornato a Beacon Hills l'anno scorso"

"Davvero?" chiese Hayden sorpresa.

"Sì, ho frequentato la Devenford l'anno scorso"

"Come mai hai cambiato scuola?" chiese Tracy leggermente.

Liam si agitò nervosamente. Era un argomento che non gli piaceva affrontare. Fece per aprire bocca, cercando un modo per liquidare la domanda, quando qualcuno li distrasse.

Per la prima volta, Theo Raeken era stato utile almeno. Lui e un altro ragazzo scivolarono rispettivamente accanto a Tracy e Hayden. "Ragazzi, che fila pazzesca, cosa deve fare un uomo per avere il suo cibo?" si lamentò il ragazzo, drammaticamente.

"Uomo? Non vedo nessun uomo qui" fece Tracy sarcastica.

"Fottiti, Stewart"

"Molto maturo, Josh" commentò Hayden. Liam trasalì al nome, voltandosi a guardarlo. Così c'era anche Josh. A guardarlo bene, non era cambiato molto.

Anche lui incontrò il suo sguardo. "E lui chi è?" chiese curioso, tirandosi una patatina in bocca.

"Come chi è?" fece Tracy ridacchiando. "E' Liam"

"Liam.."

"Liam Dunbar, idiota"

Josh si bloccò con una patatina vicina alle labbra, la bocca che si socchiuse a formare una O. Mosse lo sguardo da Theo a Liam, poi di nuovo a Theo, che se ne stava seduto, fingendo indifferenza, anche c'era una leggera tensione appena visibile sulle spalle.

"Oh mio Dio, seriamente?" Josh lo guardò, un sorriso che si allargava sulle sue labbra. "Maledizione, non ti avrei mai riconosciuto, Dunbar" rise. "Quanto tempo è passato? Cinque anni?" Josh si voltò verso Theo "Dio mio ti ricordi quando-?"

"Sta zitto idiota" sbottò Theo interrompendolo. Liam alzò di scatto losguardo su di lui, quasi sorpreso.

"Uh okay, sta calmo, amico" Josh sbuffò alzando le mani in segno di resa, prima di tornare alle sue patatine

"Parliamo d'altro okay?" s'intromise Hayden in un tentativo incoraggiante, voltandosi a guardare Liam seduto alla sua destra. Liam la guardò, e gli rivolse un sorriso grato.

Theo spostò lo sguardo da Liam a Hayden piu' volte, prima di commentare, a voce forse un po' troppo alta "Come sta il tuo ragazzo, Hayden?" chiese, sorridendo con indifferenza, rubando una patatina a Josh "E' un po' che non lo vedo in giro"

Hayden si tese, e Liam perse un battito. Quindi Hayden ha il ragazzo... "Sta bene, Theo"

"E' ancora alle medie?" Hayden arrossì, e Liam la guardò confuso.

"Sì Theo" rispose acidamente. "Come l'ultima volta che me l'hai chiesto"

"Theo, piantala di fare lo stronzo" Tracy roteò gli occhi, come se non stesse assistendo a niente di nuovo.

"Credo sia impossibile" commentò Josh dal suo angolo. "L'ho sempre detto io, stronzo doveva essere il suo secondo nome. Hai mai pensato di cambiarlo?" fece Josh allegramente

"Sta zitto Josh"

"Stai bene?" sussurrò Liam a Hayden.

Lei lo guardò. "Sì" Diede una scrollata di spalle. "Ho smesso di curarmi di quello che dice Theo anni fa"

"Guarda che ti sento"

"Fantastico. Allora fottiti, l'hai sentito questo?"

Theo sbuffò irritato. Le labbra di Liam s'inclinarono in sorriso. Avrebbe voluto avere lui la sfacciataggine di Hayden. Probabilmente ora non si troverebbe in quel casino.

Theo si voltò di scatto a guardarlo, le labbra serrate. "Lo trovi divertente, Dunbar?" Liam trasalì, alzando la testa verso di lui, il ricordo di Theo che lo sbatteva al muro violentemente ben vivido nella memoria. Theo fece un verso di scherno. "Non ti senti patetico a stare qui cinque anni dopo ancora a sperare che la stessa ragazza ti guardi? Cosa farai, scriverai un'altra lettera d'amore?"

Liam arrossì furiosamente, ma non fece in tempo a parlare che Hayden si tirò in piedi, la sedia che strideva forte sul pavimento. "Sei un tale stronzo" Stavolta non c'era alcuna allegria o divertimento nella voce di Hayden. "Quando crescerai?" Hayden prese la sua borsa e posò una mano sulla spalla di Liam "Andiamocene, Liam. Tracy, ci vediamo all'uscita"

Tracy annuì debolmente.

Quando Hayden e Liam furono spariti dalla mensa, Tracy si voltò verso Theo sconcertata. "Ma che ti prende? C'era davvero bisogno?"

Theo la ignorò spudoratamente. Tracy sbuffò irritata, prima di alzarsi e uscire a sua volta.

"Non dire niente" disse solo Theo a Josh.

"Non dirò niente" fece lui, serio. "Ma credevo l'avessi superata"

Theo rimase zitto qualche secondo a disagio "Lo pensavo anche io"

*

Theo non fu sorpreso di scoprire che Liam non era dove gli aveva detto di incontrarlo. Lo aspettò comunque qualche minuto, prima di partire verso casa.

Quando entrò dalla porta d'ingresso, puntò direttamente verso le scale, abituato che a quell'ora non c'era mai nessuno in casa, visto che suo padre lavorava fino a sera. Così quando qualcuno chiamò il suo nome, sobbalzò, fermandosi in mezzo alle scale. Si voltò per incontrare Jenna. La donna gli sorrise dalla soglia del soggiorno. "Ciao, caro... Liam non è con te?" chiese guardandosi intorno.

Quindi Liam non era tornato a casa. Theo sentì una punta di senso di colpa guardandola. "Non... l'ho visto, probabilmente è... con Mason"

"Be' allora lo chiamerò tra poco. Vuoi fare merenda? Ho fatto una torta" disse lei allegramente, gli occhi speranzosi.

"Una torta?" chiese Theo, come se non avesse mai sentito dire una cosa del genere.
"Sì, non ti piacciono i dolci forse?"

"Uh- no, sì mi piacciono" Theo scese di nuovo le scale, seguendola in soggiorno. Si sedette al tavolo, in attesa, finchè Jenna tornò con un piattino e due caffe'. Li posò davanti a lui, tenendo una tazza per sé.

"Com'è andata a scuola?"

"Bene, credo- come al solito" rispose lui, stuzzicando la torta col cucchiaino, dando una scrollata di spalle.

Jenna sembrò esitare per un momento, prima di sporgersi piu' avanti sul tavolo. "Senti, posso chiederti... un favore?"

Theo la guardò con le sopracciglia alzate in uno sguardo interrogativo. "Che tipo di favore?" chiese esitante.

"Riguarda Liam. Io- sono un po' preoccupata per lui. Lui non me l'hai mai detto, ma credo che sia stato spesso vittima di bullismo a scuola, o qualcosa del genere... è così riservato, non parla mai di sé, ed è così gentile" Jenna sorrise all'ultimo aggettivo "-che probabilmente è facile per lui diventare un bersaglio" Theo sentì di nuovo un'ondata di senso di colpa travolgerlo, mentre distoglieva lo sguardo dalla donna. "C'è.. stato un incidente nella sua ultima scuola, e non voglio che ricapiti."

"Che... tipo di incidente?" chiese Theo incerto.

"Credo spetti a Liam dirtelo" fece Jenna mestamente. "Però mi piacerebbe che lo tenessi d'occhio, ecco- che gli dessi una mano"

"Io.." Theo deglutì "non credo di essere la persona giusta per questo" Incontrò lo sguardo preoccupato di Jenna "Però ci proverò" si arrese con una scrollata di spalle.

Jenna gli sorrise "Grazie, Theo" Finì il suo caffè e poi si alzò a fatica. "Bene, torno a disfare i bagagli. Finisci la torta, mi raccomando"

E si allontanò con un sorriso gentile.


Una volta finito, Theo si incamminò verso la sua stanza. Si voltò verso la stanza di Liam dove sentiva i movimenti di Jenna che apriva le varie scatole. Indugiò, poi sospirò, buttando lo zaino in terra in cima alle scale e aprendo la porta, fermandosi sulla soglia. Jenna si voltò. "Serve una mano?"

"Oh tesoro- Non devi, se non vuoi, immagino tu abbia da studiare-"

"In realtà, no- non ho nulla da fare" disse Theo raggiungendola e prendendo il taglierino da terra per aprire una nuova scatola.

"Uh grazie allora" gli sorrise lei, tornando al lavoro.


Theo si concentrò sul lavoro per distrarsi, tirando fuori vari soprammobili e cornici varie. Si fermò a guardarne una che ritraeva un piccolo Liam, probabilmente aveva appena 7 anni, abbracciato a un uomo. Entrambi ridevano felici. Theo immaginò che dovesse essere suo padre. Posò la cornice in terra con le altre, e tornò a frugare nella scatola, tirando fuori qualche libro. Ne scorse uno a uno, posandoli di volta in volta in terra, finchè non si fermò riconoscendone uno.

Non era un libro. Era un fumetto. Era stropicciato e sporco di fango. Era impossibile non riconoscerlo. Theo lo guardò ammutolito.

Sentì Jenna avvicinarsi. "Oh attento con quello" rise leggermente. "Liam ci tiene tantissimo. Fu un regalo di suo padre" Theo perse un battito "Lo ha fatto cadere in una pozzanghera giocando, è stata l'unica volta in cui l'ho visto davvero piangere" concluse con un sorriso triste.

Theo tornò a guardare il fumetto nelle sue mani, sentendosi improvvisamente stordito.

*

Quando Liam rincasò quella sera, trovò sua madre impegnata in cucina. La salutò velocemente prima di correre in camera. A quanto pare Theo non era ancora tornato. Era quasi un sollievo. Posò lo zaino in terra, e pensò di fare una doccia nel frattempo. Notò che sua madre aveva ammucchiato in un angolo qualche suo vestito. Prese una maglia e dei pantaloncini, prima di fiondarsi in bagno.

Quando rientrò, i capelli ancora umidi, e i vestiti puliti addosso, trovò Theo seduto alla scrivania davanti al portatile. Il ragazzo alzò lo sguardo per guardarlo, ma Liam lo ignorò, puntando al letto.

Ignorarlo probabilmente era la cosa migliore. Ho smesso di curarmi di quello che dice Theo anni fa

Hayden aveva ragione. L'unica cosa che poteva fare era non dargli importanza.

Sentì Theo alzarsi e avvicinarsi, e ciò lo spinse a malincuore ad alzare lo sguardo. Theo non disse nulla, ma gli porse una busta di plastica rossa. Liam la guardò con sospetto senza prenderla. "Cos'è?"

Theo si passò una mano sui capelli. "Ascolta, mi dispiace per prima" disse a malincuore.

"Come scusa?" chiese Liam sconcertato.

"Mi hai sentito, idiota" Liam alzò un sopraccigliò. Theo espirò seccato. "Mi dispiace per quello che ho detto, e mi dispiace per ieri sera. Tua madre è una brava persona, e mio padre è felice... come non lo era da anni. Anch'io voglio che funzioni. Quindi prendi questo e basta, Dunbar"

"Cos'è?" ripetè Liam piu' calmo, alzandosi e allungando la mano.

"Un'offerta di pace"

Liam lo squadrò dubbioso, prima di infilare una mano nella busta. Quello che tirò fuori gli fece mancare un battito. Era la stessa copia del fumetto che suo padre gli aveva regalato anni prima, lo stesso che Theo aveva rovinato. Liam restò a guardarlo con gli occhi spalancati.

"E' questa la tua soluzione?" chiese Liam debolmente.

Theo scrollò le spalle. "Non posso tornare indietro nel tempo, però posso aggiustare quello che posso"

"Aggiustare?" Liam sibilò "Pensi che sia qualcosa che tu puoi aggiustare? Pensi che questo basti-?"

"E' solo uno stupido fumetto, Dunbar-"

"No non lo è!" gridò Liam, sentendosi per la prima davvero arrabbiato. "Non lo è mai stato, niente lo è mai stato! Tu non capisci- non è qualcosa che puoi semplicemente sostituire, non basta chiedere scusa!" Theo trasalì, facendo mezzo passo indietro. Liam sembrava aver perso il controllo "Quando hai schiacciato i miei stupidi occhiali sotto i tuoi piedi, tu hai schiacciato qualunque fiducia io potessi avere in me stesso! Quando hai letto la mia stupida lettera davanti a tutti, tu ti sei preso gioco dei miei sentimenti! Quando hai buttato questo stupido fumetto nel fango, è come se avessi buttato dalla finestra un pezzo di mio padre! E quando continuavi a chiamarmi Dumbar, era come se mi ricordassi ripetutamente che ero troppo stupido per fare qualunque cosa! Quindi, pensi che sia qualcosa che tu possa aggiustare?!" Liam prese fiato, la vista che si appanava "La risposta è no, niente, niente... di quello che farai o dirai... mi ridarà tutto questo!"

E sotto gli occhi sconvolti di Theo, Liam girò i tacchi sbattendosi la porta alle spalle.

 

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