Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    18/02/2020    4 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cap 7 Vento

Pitch avanzava nella foresta in cerca di qualcosa di anomalo: infondo quattro spiriti elementari non passavano di certo inosservati, considerando anche il caos che avevano portato al loro risveglio ad Arendelle.
Un fruscio attirò la sua attenzione: scrutò freneticamente con lo sguardo gli alberi circostanti in cerca di qualcosa, ma riusciva a vederne solo il movimento delle fronde…
Ma certo! Perché diavolo non ci aveva pensato prima?
Ovviamente mi tocca iniziare dal più noioso: il Pitch del futuro dice anche che gli ha dato non poche noie con la sua alleanza con Frost… tanto meglio allora, stronchiamo questa amicizia sul nascere!
“Spirito del vento, sei tu?”
Disse ad alta voce e d’un tratto il vento parve accorgersi della sua presenza, infatti iniziò a soffiare minaccioso contro di lui: l’uomo nero rimase comunque impassibile.
“Cosa dici? Mi chiedi di andarmene perché è il tuo territorio? Mhmm… forse ti sei perso gli ultimi eventi: è in corso una faida da anni qui e paura ed odio sono all’ordine del giorno! Il che lo rende anche il mio territorio!”

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A quelle parole sorrise compiaciuto, cosa che fece infuriare ancora di più lo spirito del vento, il quale soffiò sempre più impetuoso contro di lui trascinandolo indietro di qualche metro. L’uomo nero in tutta risposta portò una mano al petto con fare teatrale, sfoggiando un’espressione fintamente scandalizzata.
“Che brutto modo di accogliere una leggenda… forse dovresti riconsiderare le tue buone maniere!”
Pitch mostrò la pietra presa al castello di Arendelle allo spirito del vento, il quale immediatamente smise di soffiare.
“Che c’è? Non sei più tanto minaccioso adesso? Devo constatare che tu l’abbia riconosciuta: è la pietra che avete scioccamente regalato al popolo dei Northuldra. L’avete data di generazione in generazione ad uno di loro scelto come degno custode, in modo che potesse sfruttare i vostri poteri per far vivere il suo popolo in armonia con la natura e trarne vantaggio… o sciocchezze simili! Davvero ridicolo che degli spiriti così potenti rischino che una pietra del genere possa finire nelle mani sbagliate solo per far felice qualche stupido umano, non trovi?”
Pitch alzò un sopracciglio con aria intimidatoria ma il vento non perse tempo ed iniziò a soffiare con forza scaraventando contro di lui rami secchi caduti, sassolini o qualsiasi cosa ci fosse lì al momento sperando di fargli cadere la pietra di mano; cosa che ovviamente non accadde.
“Tutto qui quello che sai fare? Sono davvero deluso allora: sarà anche troppo facile!”
Disse sprezzante, quindi invocò i suoi poteri fino a creare una falce di potere oscuro tra le sue mani: la fissò con aria tanto sicura quanto folle.
“Dicono che una falce non possa tagliare il vento, ma temo che non possa valere in questo caso… che dici vogliamo provare?”
Il vento continuò a scagliare sassi e rami contro Pitch con forza sempre crescente ma lui li evitava o li colpiva senza problemi con la sua falce.
Lo spirito capì che era inutile, quindi passò vorticoso sopra il fiume e concentrò tutta la sua forza rotatoria per creare un’enorme tromba d’acqua pronta ad abbattersi contro Pitch; eppure la cosa più che spaventarlo sembrava compiacerlo.
“Bravo, così: mostrami tutta la tua forza…”
Aspettò che lo spirito si avvicinasse, quindi all’ultimo alzò il braccio che stringeva la pietra contro di lui. Fu l’unico attimo in cui titubò, in quanto non era del tutto sicuro di come funzionasse: si concentrò sulla pietra e sul voler assorbire i poteri dello spirito usando al contempo, con l’altra mano, anche i suoi poteri contro di esso nel modo che gli aveva spiegato il Pitch del futuro.
Infatti l’altro Pitch aveva molta più esperienza di lui anche con i suoi stessi poteri oscuri e nella lettera gli aveva spiegato anche come fare per oscurare i cuori: questa era un’occasione perfetta per valutare se avesse appreso bene come usarli.
Uno dei rombi sulla pietra, più precisamente quello del vento, iniziò a risucchiare il potere dal turbine: lo spirito del vento fece resistenza, provando in tutti i modi di evitarlo, non voleva assolutamente che il suo potere fosse usato da Pitch!
Nel frattempo il potere oscuro dell’uomo nero si mescolava al vento stesso.
Un ghigno di vittoria si fece strada sul volto di lui.
Bene, più farai resistenza e più potere riuscirò a prendere, inoltre la mia oscurità alimenterà la tua ira e paura per scagliarle contro tutto e tutti indiscriminatamente.
Quando il processo finì il rombo sulla pietra si illuminò in maniera più intensa mentre il turbine continuava a vorticare sempre più forte ed impetuoso, reso ormai meno limpido dall’oscurità di Pitch.
L’uomo nero si fece seguire dal turbine fino ad arrivare accanto al posto dove erano situati Elsa, Jack e gli altri.
“Lo sai non va bene tenere in se la propria rabbia, credo proprio che tu la debba sfogare! Ho proprio qualche bersaglio che fa al caso tuo: così mentre fai fuori questi impiastri posso dedicarmi alla ricerca di qualche tuo altro amico!”
Detto questo Pitch scomparve dalla vista dello spirito mescolandosi tra le ombre degli alberi con i suoi poteri. Lo spirito del vento non trovandosi più davanti il suo obiettivo avanzò verso il prossimo nel suo campo visivo: si trattava del gruppo di Elsa.

 

 

 

Il gruppo si era riunito dopo la breve separazione: ognuno raccontò agli altri cosa aveva visto.
“Bene siamo proprio nella foresta incantata allora! Ora basta seguire la voce e dovremmo…”
Elsa stava per dire altro ma tutti furono distratti da un forte fruscio, si girarono in direzione di quel rumore finché non videro qualcosa di totalmente inaspettato: un turbine stava avanzando impetuoso contro di loro.
Sembrava uno scenario quasi paradossale in una foresta e con il bel tempo, ma infondo si trattava sempre di una foresta incantata!
Non appena risvegliata dallo shock di vedere una cosa simile, Elsa provò a fare qualcosa ma non ne ebbe il tempo: il turbine travolse tutti facendoli girare dentro di esso.
Certo Jack era abituato a lasciarsi trasportare dal vento ma non in quel modo! Anna sembrava stare male e gli altri di certo non meglio, persino lui iniziava a non sentirsi tanto bene ma senza poteri non aveva la minima idea di cosa potesse fare per migliorare la situazione.
Elsa vide uno dei rami presenti nel turbine che stava per finire in testa ad Anna, quindi prontamente usò i suoi poteri per allontanarlo: il ghiaccio colpì anche lo spirito del vento, cosa ce lo fece sussultare. Lo spirito infatti non si aspettava minimamente un potere simile, soprattutto da un’umana! Capito quale fosse la reale minaccia, lascio andare gli altri concentrando invece i suoi poteri unicamente nel difendersi da Elsa.
Una volta fuori dal vortice gli altri si rialzarono a fatica, ancora scombussolati dal tanto girare in tondo. Quando Anna riuscì a capacitarsi del fatto che Elsa era l’unica ancora lì dentro avanzò a fatica verso il turbine, che ormai era diventato sferico rinchiudendo come in una gabbia sua sorella.
“Lasciala andare!”
Ma lo spirito del vento non sembrava voler sentire ragioni in merito
“Anna sta attenta!”
Le urlò Kristoff preoccupato, ma Anna sembrava voler avanzare.
Jack la osservò: anche lui voleva disperatamente fare qualcosa, sapeva che Elsa era potente ma quello era pur sempre uno spirito, anche e si chiedeva cosa lo avesse portato ad essere così ostile. Per quanto ne sapeva lui lo spirito del vento era sempre stato allegro e pronto a divertirsi o ad aiutare gli altri.
Trovatosi imprigionata Elsa provò con l’unica cosa che le venne in mente, ovvero usare i suoi poteri: allargò entrambe le braccia concentrandoli in due raggi di ghiaccio contro il turbine.

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Jack avanzò a fatica controvento fino a raggiungere Anna, posandole una mano sulla spalla come per frenare la sua avanzata. Per quanto volesse aiutare anche lui Elsa, avanzare ancora avrebbe voluto solo dire finire nuovamente lì dentro o peggio.
“Anna…”
È mia sorella!”
Protestò lei, provando ancora a resistere.
Più il vento si faceva intenso e più Elsa non demordeva, ma improvvisamente accadde qualcosa di strano: il ghiaccio a contatto con la tromba d’acqua prese una strana forma mostrando quelli che sembravano dei frammenti di vita che si susseguivano: Elsa poté distinguere quello che sembrava suo padre da ragazzo (cosa confermata da una voce che lo chiamava principe), suo nonno che alzava la spada in nome di Arendelle ed una moltitudine di voci, compresa quella che la chiamava, affollarsi nella sua testa.
Era davvero troppo, pensava che la testa le potesse esplodere da un momento all’altro: fece quindi divampare tutti i suoi poteri intorno a sé.
Quella specie di esplosione fece dissolvere il turbine, creando tutto intorno quelle che sembravano delle vere e proprie statue di ghiaccio.
Appena Elsa spuntò fuori dal dissolversi del vento Jack di istinto si precipitò da lei, cosa che fece ovviamente anche sua sorella: quando arrivarono da lei, Anna le toccò la spalla e qualche istante dopo, dall’altro lato, Jack le toccò il braccio… quasi come se volessero accertarsi che fosse davvero tutta intera.
“Tutto apposto?”
Chiese Anna.
“Stai bene?”
Chiese Jack, senza aspettare una risposta alla prima domanda.
Elsa stava per rispondere ma si stranì quando sentì il tocco di Jack sul suo braccio: di solito, ad eccezione dei suoi familiari, le persone evitavano di toccarla con tanta leggerezza. Nonostante la maggior parte del suo popolo sapesse che non era più una minaccia, era pur sempre una persona nata con i poteri di ghiaccio!
Quel gesto le aveva provocato davvero una strana sensazione e non riusciva a capire a cosa fosse dovuta: una sensazione nuova ma allo stesso tempo così familiare… sentì improvvisamente il battito accelerare nonostante non ve ne fosse motivo.
Ma che diavolo sto pensando? Non è il momento per pensieri assurdi come questo!
“S-sto bene!”
Rispose, distogliendo lo sguardo da Jack e cercando di far trapelare la sua solita risolutezza.
Sollevato, solo in quel momento Jack notò un qualcosa di strano: dal dissiparsi del vento parve separarsi e dissolversi nel cielo una specie di sabbia nera.
“Cosa sono?”
Fu la voce di Kristoff a distogliere la loro attenzione, si riferiva alle statue di ghiaccio che adesso li circondavano. Sia Anna che Jack sembravano averle notate solo adesso.
“Wow!”
Disse Jack, estasiato davanti a simili opere create dal ghiaccio. Elsa si avvicinò ad una di loro a forma di cavallo accarezzandola delicatamente.
“Sembrano frammenti di vita!”
Osservò lei, Jack non poteva che darle ragione: non sembravano delle semplici sculture di ghiaccio. In particolare un fuoco di ghiaccio attirò la sua attenzione, ma lui sapeva il perché: gli ricordava terribilmente quello che aveva creato con Elsa anni fa, in quell’occasione avevano confessato l’un l’altro le proprie paure e vicendevolmente si erano aiutati a superarle… come sarebbe voluto tornare a quell’istante.
“O ricordi…”
Osservò lui con un tono basso e mesto, che sembrava più rivolto a se stesso che ad altri.
“Cos’è che dici sempre tu Olaf?
Chiese Anna, ricordandosi improvvisamente qualcosa.
“Cosa? Ah la mia teoria del progresso tecnologico come nostra salvezza e condanna?”
“No, non quella… l’altra, quella cosa sull’acqua”
“Ah, ma certo: l’acqua ha memoria. L’acqua che ci circonda infatti è passata per molti umani ed animali prima di noi e ricorda tutto!”
Olaf vide alzarsi accanto a lui delle foglie e volteggiargli intorno, stavolta con un moto dolce che gli faceva quasi il solletico.
“Guardate il vento è tornato! È simpatico, penso ti chiamerò… Zefiro!”
Lo spirito del vento passò quindi da Kristoff gonfiandoli la maglia, ora sembrava avere una grossa pancia.
“Ehi, ma dove ti infili?”
Protestò lui.
Il vento quindi alzò il mantello di Anna fino a farlo ricadere sulla sua faccia.
“Sei più calmo adesso?”
Chiese Elsa rivolta allo spirito, il quale gli alzò la treccia fino fargliela volare sotto il naso come se fossero dei baffi.

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Ad assistere a quelle scene Jack scoppiò a ridere, ora riconosceva finalmente il giocoso spirito del vento, compagno di sue tante avventure!
Infatti da quando era diventato Jack Frost, lo spirito del vento era sempre stato al suo fianco aiutandolo a volare o a fare scherzi e giocare con i bambini.
Lo spirito attirato da quelle risate si diresse verso Jack ma iniziò a girargli in tondo dubbioso: sembrava quasi come se una parte di lui lo avesse riconosciuto ma Jack sapeva che era impossibile, infondo in quella realtà non si erano ancora mai incontrati. Pensò che probabilmente in qualche modo avesse solo capito che di lui si poteva fidare.
“Ehi come va vecchio mio? Allora, ti piace Zefiro come nome?”
Chiese lui, lo spirito rispose con dei suoni non riconducibili a parole dall’orecchio umano, ma lui fece comunque finta di interpretarli.
“Come dici? Sì, sono d’accordo: sono tutti fin troppo seri qui… necessitano di una terapia immediata! Che ne dici se…”
A questo punto la voce di Jack si fece un sussurro e nessuno riuscì a sentire quello che diceva, a parte il vento ovviamente.
“Jack, cosa..?”
Ma Elsa non fece in tempo a finire la domanda che sentì il vento soffiare sotto di loro: si vide improvvisamente sollevare da terra, finché non si trovò sostenuta a mezz’aria dal vento, cosa che le fece fare un grido di stupore misto a paura.
Nella sua stessa condizione accanto a lei c’erano anche Anna, Kristoff ed Olaf.
“Che diavolo succede? Mettimi giù!”
Disse Kristoff, senza aver nessun riscontro.
Elsa invocò i suoi poteri di ghiaccio nella sua mano, pronta a scagliarli nuovamente contro lo spirito del vento ma in quel momento si accorse di risate divertite.
Era Jack, ed era l’unico ancora a terra!
“Lo trovi tanto divertente?”
Chiese lei con tono severo.
“Ovviamente, infondo è una mia idea! E lo faresti anche tu se ti lasciassi un po’ andare… lascia che sia il vento a trasportarti!”
“Facile parlare dalla terra ferma! Digli di farci scendere o userò i miei poteri per farlo”
“Elsa vedi, il vento è uno spirito libero e che si fida solo di chi vuole: io non ho nessun potere su di lui, ha fatto quello che gli ho suggerito solo perché lo trovava divertente e ti mostrerò che è così. Vento portami da loro!”
Alla sua richiesta il vento iniziò a farlo volare a mezz’aria accanto a loro, ma la cosa che Elsa trovò strana fu che lui sembrava totalmente abituato ad una cosa simile: si lasciava trasportare divertito dal vento e fluttuava come con una naturalezza di chi sembrava quasi più abituato a volare che a camminare.
Lo fissò con aria stupita.
“Avanti, fate come me: lasciatevi andare!”
La prima a provarci fu Anna, la quale inizialmente preoccupata sembrava ora totalmente divertita.
“Ha ragione Elsa: devi provare!”
Olaf pure sembrava divertirsi anche se i suoi pezzi erano ormai sparsi in aria.
“Già è proprio divertente! Anche se penso di aver perso un braccio…”
Kristoff rise vedendo che in realtà ce l’aveva attaccato dietro la testa.
“Aspetta, ti aiuto io!”
Quindi allungò un braccio fino a recuperare lo stecchino dietro la sua testa e rimetterlo a posto.
“Forza Elsa, manchi solo tu!”
La incitò Jack, lei lo fissò ancora perplessa: non si sentiva per niente al sicuro in quella situazione! Notando i suoi pochi progressi Jack chiese al vento di farlo avvicinare a lei.
Elsa aveva ancora la sua mano circondata dai suoi poteri, quella situazione non le piaceva e voleva essere pronta a colpire nel caso fosse necessario: il veder avvicinare Jack non la aiutava, anzi al momento era quasi indecisa se scagliarli contro di lui… voleva solo scendere e continuare la sua ricerca.

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Sentì Jack afferrarle il polso ed immediatamente provò la stessa sensazione di prima, di quando le aveva afferrato il braccio.
“Prima di tutto smetti pure di usare i tuoi poteri… non vorrai congelare qualcuno, giusto? Vedi, senza volerlo stai lasciando in cielo una scia di brina”
Disse lui. Elsa smise immediatamente di usare i suoi poteri, ma non per quello che aveva detto, piuttosto per il fatto che ora era concentrata principalmente su quelle strane sensazioni… le sembrava quasi di faticare a respirare, si chiese se non fosse solamente un effetto dell’alta quota.
“Bene ora stendi le braccia e lasciati andare, non ti preoccupare ti tengo io!”
Disse spostando la presa dal suo polso alla mano e mostrandole la posa che doveva assumere, eppure lei  sembrava ancora titubante.
“Elsa non devi avere paura, ci sono io qui, andrà tutto bene: fidati di me!”
La incitò lui con un dolce sorriso, ricordandosi della prima volta che l’aveva fatta volare con lui.
A quelle parole Elsa ebbe un leggero sussulto: le sembravano così familiari eppure era sicura di non averle sentite in altra occasione.
Fidarsi di lui?
Poteva farlo davvero?
Sembrava un ragazzo apposto, che voleva solo divertirsi e far divertire anche loro… cosa che sembrava decisamente strana, quel ragazzo in parte era circondato da un alone di mistero che non riusciva a decifrare.
Allora perché dentro di lei sentiva che si poteva fidare?
Non ne aveva idea ma decise di farlo: stese le braccia lasciandosi andare al vento e stringendo forte la mano di Jack. Inizialmente aveva paura ma poi si accorse che effettivamente il vento la reggeva senza problemi ed iniziò a barcollare di meno, eppure guardando giù ancora non si sentiva del tutto al sicuro vista l’altezza a cui si trovava.
“Non guardare in basso, guarda davanti a te”
Disse lui e lei lo face: si trovò davanti un bellissimo panorama dai colori rosso ad arancio, tipici dell’autunno. Da quell’altezza poteva infatti vedere tutte le fronde degli alberi che si scagliavano all’orizzonte, un sorriso si formò sul suo viso contemplando quel panorama che le trasmetteva serenità, facendole dimenticare per qualche minuto il suo obiettivo ed i mille pensieri che affollavano ormai da giorni la sua testa.
Si sentiva libera.
A Jack gli si scaldò il cuore nel rivedere finalmente quello spontaneo sorriso sul suo volto.
“Va bene hai vinto, ammetto che è stato divertente! Ora possiamo tornare giù?”
Chiese lei con un sorriso al quale Jack non sapeva dire di no, quindi disse allo spirito del vento di riportarli tutti a terra e lui così fece.
Una volta di nuovo sulla terraferma, Elsa osservò ancora incredula verso l’alto.
“Non credevo che potesse essere possibile una cosa simile”
“Felice di averti smentita allora, mostrandoti che anche in una situazione simile si può sempre trovare un lato positivo”
Rispose lui.

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La fissò felice di essersi forse avvicinato ancora un po' di più a lei.
Solo allora Elsa notò con imbarazzo che aveva ancora la mano stretta a quella di Jack, immediatamente la lasciò andare sperando che nessuno di loro lo avesse trovato strano.
Per fortuna fu il vento nuovamente a distrarre l’attenzione di tutti: questa volta soffiò in maniera amichevole tra i capelli di Jack.
“Incredibile, sembri davvero piacergli!”
Disse Anna stupita nell’osservare il feeling creatosi tra Jack e lo spirito del vento.
“Ci siamo divertiti eh? Quando vuoi, vecchio mio!”
Rispose lui rivolto al vento, ma lo spirito produsse dei suoni e iniziò ad agitarsi andando avanti ed indietro per poi indicargli la strada fino ad una delle statue di ghiaccio create poco prima dai poteri di Elsa.
Tutti si avvicinarono incuriositi, ma le prime ad arrivare furono Anna ed Elsa le quali riconobbero subito una delle due figure della statua: era un ragazzo che veniva salvato da una ragazza. 

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“Lui è… nostro padre!”
“E questa ragazza… lo sta salvando!”
Evinsero le due sorelle. Improvvisamente si sentì il suono di un corno dell’aria e dei rumori sempre più forti provenire dalla foresta avvicinarsi sempre più.
Elsa si parò davanti ai suoi amici, pronta a proteggerli con i suoi poteri, Jack tese il bastone davanti a lui, Anna staccò invece una spada di ghiaccio da una delle statue.
“Che cosa pensi di farci?”
Le chiese Kristoff tanto perplesso quanto preoccupato.
“Non ne ho idea”
Rispose lei, ma di certo in qualche modo era decisa a difendersi se ce ne fosse stato bisogno.
Dalle ombre dei cespugli comparve un gruppo di persone che aveva tutta l’aria di essere una tribù locale: avevano indumenti di pelle ed alcuni erano armati di bastone che puntavano minacciosamente contro di loro.
“Abbassa quell’arma!”
Disse una di loro rivolta ad Anna con aria minacciosa.

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 “Magari riesci a parlarci tu, forse tra persone armate di bastone vi capite!”
Bisbigliò Kristoff a Jack con un filo di ironia, anche se in cuor suo sperava veramente che trovasse un modo per risolvere la situazione.
Jack stava per rispondergli quando comparve dai cespugli dietro di loro un altro gruppo di persone, sebbene diverso dal primo: indossavano delle divise e sembravano essere più un’armata che dei locali.
“Abbassate prima voi le vostre armi!”
Disse uno di loro, seppur stranamente sembrava rivolto più al primo gruppo di persone che a loro.
“Sono soldati di Arendelle!”
Notò stupita Anna dai simboli sulle armature.
Improvvisamente il primo gruppo avanzò velocemente verso di loro e subito anche i soldati di Arendelle fecero lo stesso: avevano tuta l’aria di voler iniziare uno scontro.
Elsa non poteva permetterlo: gelò con i suoi poteri la terra ai loro piedi facendoli scivolare tutti a terra.
Entrambi i gruppi restarono allibiti da un tale potere; quello che sembrava il capo dei soldati parlò rivolto con aria attonita a quella che doveva essere il capo dei nativi.
“Ha fatto una magia, lo hai notato?”
“Certo che l’ho notato!”
Rispose lei fissando con aria incuriosita Elsa. 

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“Hai scelto un benvenuto raggelante”
Osservò Anna, sperando che nessuno gli avrebbe voluto fare del male dopo un tale gesto, infondo sembravano tutti armati e pronti alla guerra.
“Sono stati intrappolati qui tutto questo tempo?”
Bisbigliò Kristoff ai suoi amici: infondo sembrava che nessun umano potesse entrare od uscire in autonomia da quella nebbia.
“Che facciamo adesso?”
Chiese Elsa.
“Ci penso io! Ciao, sono Olaf”
Si presentò lui ma tutti sembravano sconvolti nel vedere un pupazzo di neve parlante.
“Lo so scusate, i vestiti per me sono un limite!”
Jack ridacchiò a quelle parole.
“Non credo si riferissero a quello!”
“Strano e misterioso Jack, lascia parlare me! Tu con quel bastone in mano li spaventi!”
“Oh certo, scusami! Lascerò parlare il normalissimo e rassicurante pupazzo di neve parlante allora!”
Olaf lo ignorò ed iniziò a raccontare tutta la storia delle due sorelle, dal loro passato di separazione da piccole per colpa dei poteri di Elsa fino ad arrivare alle voci sentite da Elsa.
Tutti ascoltarono con attenzione e trepidazione lo struggente racconto… o quasi tutti: Jack sembrava quasi divertito nel vedere il pupazzo di neve imitare fedelmente molti eventi e persone a lui note, compreso quel demonio di Hans!
Non riuscì a trattenere le risate, Anna lo guardò male.
“Jack!”
Lo rimproverò lei.
“Ma come fai a non ridere? Ha imitato tutto alla perfezione: proprio come è accaduto!”
Anna trovò strana quella affermazione, infondo per quanto ne avesse potuto sentire parlare lui non aveva partecipato a quegli eventi, se non a quelli più recenti.
Jack si chiese come Olaf avrebbe imitato gli eventi se avesse assistito alla realtà dove lui era presente. In quel momento gli fece uno strano effetto realizzare che in quella realtà lui non c’era stato, eppure tutto era comunque proseguito fino a quel momento… sentì una strana stretta al cuore.
“Quindi tu sei davvero la regina di Arendelle?”
Chiese il generale. Elsa annuì.
“Perché mai la natura dovrebbe premiare una di Arendelle con la magia?”
Chiese la donna che era a capo della tribù locale.
“Magari per compensare le azioni del tuo popolo!”
Rispose aspramente lui.
“Il mio popolo è innocente, non avremmo mai attaccato per primi!”
“Che la verità venga alla luce, allora!”
Continuarono a battibeccarsi i due, ma stavolta fu Anna a parlare rivolta al generale, come fulminata da un ricordo.
“Ma certo il tenente Mattias! Ecco dove ti  ho visto… in uno dei nostri quadri a palazzo: eri la guardia personale di nostro padre!”
“Vostro padre… che è successo ai vostri genitori?”
Il volto delle sorelle si incupì.
“La loro nave è affondata nei mari del sud sei anni fa”
Rispose Anna.
“Mi spiace…”
Il tenente rimase in silenzio per qualche minuto e poi proseguì.
“Forse siamo un po' avanti con gli anni ma noi soldati di Arendelle siamo fieri di potervi servire!”
Lui ed i suoi soldati si schierarono fieramente accanto al gruppo di Anna ed Elsa, pronti a difenderli. La cosa preoccupò la donna che era a capo dell’altra fazione che fece qualche passo indietro ma fu Elsa a parlare.
“Aspetta, qualcuno mi sta chiamando conducendomi fino a qui… forse se lo troverò mi darà le risposte per liberare la foresta!”
Non solo quelle sperava, in realtà.
Proseguì a parlare.
“Fidati di me, voglio solo aiutare!”
“Io sono Yelana, capo dei Northuldra e noi ci fidiamo solo della natura!”
Rispose la donna.
Tutti rimasero stupiti a quelle parole, consapevoli ormai che proprio come nella storia raccontata dai genitori di Anna ed Elsa, erano nella foresta incantata e di fronte alle due fazioni che non avevano smesso di combattere per anni, intrappolati all’interno della foresta.

 

 

 

 

 

Eccoci finalmente al nuovo capitolo! Il primo col nome di uno degli spiriti e quindi dedicato al primo di loro.
Una delle cose che non mi è rimasta molto chiara del film di Frozen 2 è il fatto che gli spiriti ostacolino Elsa quando in teoria quello che gli serve è proprio il suo aiuto e tutti, almeno all’inizio, sembrano volerla inspiegabilmente morta. Nella mia fic ho voluto dare un po’ un motivo a questo fenomeno, facendo in modo che fosse Pitch ad istigarli volontariamente contro di loro, inoltre sto cercando di dare un po' più di spessore alla parte degli spiriti che è stata molto rapida nel lungometraggio.
Per scrivere questo capitolo ho rivisto decine di volte la scena del vento del film per immaginarmi cosa potessi aggiungere, in quanto nel mio file di appunti era solo un semplice “il vento ostacola il gruppo di Elsa istigato da Pitch”, quindi nel panico ho dovuto capire man mano cosa aggiungere: spero che il risultato vi piaccia!
Abbiamo finalmente capito cosa era la pietra rubata da Pitch: una pietra che veniva usata dai Northuldra per usare il potere degli spiriti a loro vantaggio (mi sembra plausibile dato che nel film si vede nel racconto del padre che la tribù usa nella vita quotidiana questi poteri).
Ho fatto si che lo spirito del vento fosse proprio il vento che aiuta Jack a volare, spero vi piaccia come idea perché adoro la loro amicizia <3
Aspetto i vostri pareri sul capitolo ed ipotesi/speranze sul prosieguo! Io intanto torno a scervellarmi sul prossimo capitolo per il quale i miei appunti erano al pari di questo XD (ebbene si sono arrivata alla fatidica parte di mezzo per la quale non avevo le idee chiarissime mentre ho scritto tanto per le parti iniziali e finali… ma che la farò, credete in me! XD)

Ho pubblicato alla fine anche la mia nuova oneshot “Vita da leggenda”, che fa sempre parte della saga “la regina di ghiaccio” solo ambientata prima di questa fic e subito dopo “La regina di Ghiaccio”. Se avete voglia e tempo mi farebbe piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate (anche perché come nelle mie altre oneshot ho fatto come anticipato una prova con la prima persona).

Grazie a tutti per aver letto, al prossimo cap!

   
 
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