Pitch
avanzava nella foresta in cerca di qualcosa di anomalo: infondo quattro
spiriti
elementari non passavano di certo inosservati, considerando anche il
caos che
avevano portato al loro risveglio ad Arendelle.
Un fruscio
attirò la sua attenzione: scrutò freneticamente
con lo sguardo gli alberi
circostanti in cerca di qualcosa, ma riusciva a vederne solo il
movimento delle
fronde…
Ma certo!
Perché diavolo non ci aveva pensato prima?
Ovviamente mi tocca iniziare dal
più noioso:
il Pitch del futuro dice anche che gli ha dato non poche noie con la
sua
alleanza con Frost… tanto meglio allora, stronchiamo questa
amicizia sul
nascere!
“Spirito del
vento, sei tu?”
Disse ad
alta voce e d’un tratto il vento parve accorgersi della sua
presenza, infatti
iniziò a soffiare minaccioso contro di lui: l’uomo
nero rimase comunque
impassibile.
“Cosa dici?
Mi chiedi di andarmene perché è il tuo
territorio? Mhmm… forse ti sei perso gli
ultimi eventi: è in corso una faida da anni qui e paura ed
odio sono all’ordine
del giorno! Il che lo rende anche il mio territorio!”
A
quelle
parole sorrise compiaciuto, cosa che fece infuriare ancora di
più lo spirito
del vento, il quale soffiò sempre più impetuoso
contro di lui trascinandolo
indietro di qualche metro. L’uomo nero in tutta risposta
portò una mano al
petto con fare teatrale, sfoggiando un’espressione fintamente
scandalizzata.
“Che brutto
modo di accogliere una leggenda… forse dovresti
riconsiderare le tue buone
maniere!”
Pitch mostrò
la pietra presa al castello di Arendelle allo spirito del vento, il
quale
immediatamente smise di soffiare.
“Che c’è?
Non sei più tanto minaccioso adesso? Devo constatare che tu
l’abbia
riconosciuta: è la pietra che avete scioccamente regalato al
popolo dei Northuldra.
L’avete data di generazione
in generazione ad uno di loro scelto come degno custode, in modo che
potesse
sfruttare i vostri poteri per far vivere il suo popolo in armonia con
la natura
e trarne vantaggio… o sciocchezze simili! Davvero ridicolo
che degli spiriti
così potenti rischino che una pietra del genere possa finire
nelle mani
sbagliate solo per far felice qualche stupido umano, non
trovi?”
Pitch alzò
un sopracciglio con aria intimidatoria ma il vento non perse tempo ed
iniziò a
soffiare con forza scaraventando contro di lui rami secchi caduti,
sassolini o
qualsiasi cosa ci fosse lì al momento sperando di fargli
cadere la pietra di
mano; cosa che ovviamente non accadde.
“Tutto qui
quello che sai fare? Sono davvero deluso allora: sarà anche
troppo facile!”
Disse sprezzante, quindi invocò i suoi poteri fino a creare
una falce di potere
oscuro tra le sue mani: la fissò con aria tanto sicura
quanto folle.
“Dicono che
una falce non possa tagliare il vento, ma temo che non possa valere in
questo
caso… che dici vogliamo provare?”
Il vento
continuò a scagliare sassi e rami contro Pitch con forza
sempre crescente ma
lui li evitava o li colpiva senza problemi con la sua falce.
Lo spirito
capì che era inutile, quindi passò vorticoso
sopra il fiume e concentrò tutta
la sua forza rotatoria per creare un’enorme tromba
d’acqua pronta ad abbattersi
contro Pitch; eppure la cosa più che spaventarlo sembrava
compiacerlo.
“Bravo,
così: mostrami tutta la tua forza…”
Aspettò che
lo spirito si avvicinasse, quindi all’ultimo alzò
il braccio che stringeva la
pietra contro di lui. Fu l’unico attimo in cui
titubò, in quanto non era del
tutto sicuro di come funzionasse: si concentrò sulla pietra
e sul voler
assorbire i poteri dello spirito usando al contempo, con
l’altra mano, anche i
suoi poteri contro di esso nel modo che gli aveva spiegato il Pitch del
futuro.
Infatti l’altro
Pitch aveva molta più esperienza di lui anche con i suoi
stessi poteri oscuri e
nella lettera gli aveva spiegato anche come fare per oscurare i cuori:
questa
era un’occasione perfetta per valutare se avesse appreso bene
come usarli.
Uno dei
rombi sulla pietra, più precisamente quello del vento,
iniziò a risucchiare il potere
dal turbine: lo spirito del vento fece resistenza, provando in tutti i
modi di
evitarlo, non voleva assolutamente che il suo potere fosse usato da
Pitch!
Nel
frattempo il potere oscuro dell’uomo nero si mescolava al
vento stesso.
Un ghigno di
vittoria si fece strada sul volto di lui.
Bene, più farai resistenza e
più potere
riuscirò a prendere, inoltre la mia oscurità
alimenterà la tua ira e paura per
scagliarle contro tutto e tutti indiscriminatamente.
Quando il
processo finì il rombo sulla pietra si illuminò
in maniera più intensa mentre
il turbine continuava a vorticare sempre più forte ed
impetuoso, reso ormai
meno limpido dall’oscurità di Pitch.
L’uomo nero
si fece seguire dal turbine fino ad arrivare accanto al posto dove
erano
situati Elsa, Jack e gli altri.
“Lo sai non
va bene tenere in se la propria rabbia, credo proprio che tu la debba
sfogare!
Ho proprio qualche bersaglio che fa al caso tuo: così mentre
fai fuori questi
impiastri posso dedicarmi alla ricerca di qualche tuo altro
amico!”
Detto questo
Pitch scomparve dalla vista dello spirito mescolandosi tra le ombre
degli
alberi con i suoi poteri. Lo spirito del vento non trovandosi
più davanti il
suo obiettivo avanzò verso il prossimo nel suo campo visivo:
si trattava del
gruppo di Elsa.
Il
gruppo si
era riunito dopo la breve separazione: ognuno raccontò agli
altri cosa aveva
visto.
“Bene siamo
proprio nella foresta incantata allora! Ora basta seguire la voce e
dovremmo…”
Elsa stava
per dire altro ma tutti furono distratti da un forte fruscio, si
girarono in
direzione di quel rumore finché non videro qualcosa di
totalmente inaspettato:
un turbine stava avanzando impetuoso contro di loro.
Sembrava uno
scenario quasi paradossale in una foresta e con il bel tempo, ma
infondo si
trattava sempre di una foresta incantata!
Non appena
risvegliata dallo shock di vedere una cosa simile, Elsa
provò a fare qualcosa
ma non ne ebbe il tempo: il turbine travolse tutti facendoli girare
dentro di
esso.
Certo Jack
era abituato a lasciarsi trasportare dal vento ma non in quel modo!
Anna
sembrava stare male e gli altri di certo non meglio, persino lui
iniziava a non
sentirsi tanto bene ma senza poteri non aveva la minima idea di cosa
potesse
fare per migliorare la situazione.
Elsa vide
uno dei rami presenti nel turbine che stava per finire in testa ad
Anna, quindi
prontamente usò i suoi poteri per allontanarlo: il ghiaccio
colpì anche lo
spirito del vento, cosa ce lo fece sussultare. Lo spirito infatti non
si
aspettava minimamente un potere simile, soprattutto da
un’umana! Capito quale
fosse la reale minaccia, lascio andare gli altri concentrando invece i
suoi
poteri unicamente nel difendersi da Elsa.
Una volta
fuori dal vortice gli altri si rialzarono a fatica, ancora
scombussolati dal
tanto girare in tondo. Quando Anna riuscì a capacitarsi del
fatto che Elsa era
l’unica ancora lì dentro avanzò a
fatica verso il turbine, che ormai era diventato
sferico rinchiudendo come in una gabbia sua sorella.
“Lasciala
andare!”
Ma lo
spirito del vento non sembrava voler sentire ragioni in merito
“Anna sta attenta!”
Le urlò
Kristoff preoccupato, ma Anna sembrava voler avanzare.
Jack la
osservò: anche lui voleva disperatamente fare qualcosa,
sapeva che Elsa era
potente ma quello era pur sempre uno spirito, anche e si chiedeva cosa
lo
avesse portato ad essere così ostile. Per quanto ne sapeva
lui lo spirito del
vento era sempre stato allegro e pronto a divertirsi o ad aiutare gli
altri.
Trovatosi
imprigionata Elsa provò con l’unica cosa che le
venne in mente, ovvero usare i
suoi poteri: allargò entrambe le braccia concentrandoli in
due raggi di
ghiaccio contro il turbine.
Jack
avanzò
a fatica controvento fino a raggiungere Anna, posandole una mano sulla
spalla
come per frenare la sua avanzata. Per quanto volesse aiutare anche lui
Elsa,
avanzare ancora avrebbe voluto solo dire finire nuovamente
lì dentro o peggio.
“Anna…”
“È
mia sorella!”
Protestò lei, provando ancora a resistere.
Più il vento
si faceva intenso e più Elsa non demordeva, ma
improvvisamente accadde qualcosa
di strano: il ghiaccio a contatto con la tromba d’acqua prese
una strana forma
mostrando quelli che sembravano dei frammenti di vita che si
susseguivano: Elsa
poté distinguere quello che sembrava suo padre da ragazzo
(cosa confermata da
una voce che lo chiamava principe), suo nonno che alzava la spada in
nome di
Arendelle ed una moltitudine di voci, compresa quella che la chiamava,
affollarsi nella sua testa.
Era davvero
troppo, pensava che la testa le potesse esplodere da un momento
all’altro: fece
quindi divampare tutti i suoi poteri intorno a sé.
Quella
specie di esplosione fece dissolvere il turbine, creando tutto intorno
quelle
che sembravano delle vere e proprie statue di ghiaccio.
Appena Elsa
spuntò fuori dal dissolversi del vento Jack di istinto si
precipitò da lei,
cosa che fece ovviamente anche sua sorella: quando arrivarono da lei,
Anna le
toccò la spalla e qualche istante dopo, dall’altro
lato, Jack le toccò il
braccio… quasi come se volessero accertarsi che fosse
davvero tutta intera.
“Tutto
apposto?”
Chiese Anna.
“Stai bene?”
Chiese Jack,
senza aspettare una risposta alla prima domanda.
Elsa stava
per rispondere ma si stranì quando sentì il tocco
di Jack sul suo braccio: di
solito, ad eccezione dei suoi familiari, le persone evitavano di
toccarla con
tanta leggerezza. Nonostante la maggior parte del suo popolo sapesse
che non
era più una minaccia, era pur sempre una persona nata con i
poteri di ghiaccio!
Quel gesto
le aveva provocato davvero una strana sensazione e non riusciva a
capire a cosa
fosse dovuta: una sensazione nuova ma allo stesso tempo così
familiare… sentì
improvvisamente il battito accelerare nonostante non ve ne fosse motivo.
Ma che diavolo sto pensando? Non è
il
momento per pensieri assurdi come questo!
“S-sto
bene!”
Rispose,
distogliendo lo sguardo da Jack e cercando di far trapelare la sua
solita
risolutezza.
Sollevato,
solo in quel momento Jack notò un qualcosa di strano: dal
dissiparsi del vento
parve separarsi e dissolversi nel cielo una specie di sabbia nera.
“Cosa sono?”
Fu la voce
di Kristoff a distogliere la loro attenzione, si riferiva alle statue
di
ghiaccio che adesso li circondavano. Sia Anna che Jack sembravano
averle notate
solo adesso.
“Wow!”
Disse Jack,
estasiato davanti a simili opere create dal ghiaccio. Elsa si
avvicinò ad una
di loro a forma di cavallo accarezzandola delicatamente.
“Sembrano
frammenti di vita!”
Osservò lei,
Jack non poteva che darle ragione: non sembravano delle semplici
sculture di
ghiaccio. In particolare un fuoco di ghiaccio attirò la sua
attenzione, ma lui
sapeva il perché: gli ricordava terribilmente quello che
aveva creato con Elsa
anni fa, in quell’occasione avevano confessato l’un
l’altro le proprie paure e
vicendevolmente si erano aiutati a superarle… come sarebbe
voluto tornare a
quell’istante.
“O ricordi…”
Osservò lui
con un tono basso e mesto, che sembrava più rivolto a se
stesso che ad altri.
“Cos’è che
dici sempre tu Olaf?
Chiese Anna,
ricordandosi improvvisamente qualcosa.
“Cosa? Ah la
mia teoria del progresso tecnologico come nostra salvezza e
condanna?”
“No, non
quella… l’altra, quella cosa
sull’acqua”
“Ah, ma
certo: l’acqua ha memoria. L’acqua che ci circonda
infatti è passata per molti umani
ed animali prima di noi e ricorda tutto!”
Olaf vide
alzarsi accanto a lui delle foglie e volteggiargli intorno, stavolta
con un
moto dolce che gli faceva quasi il solletico.
“Guardate il
vento è tornato! È
simpatico, penso ti chiamerò… Zefiro!”
Lo spirito
del vento passò quindi da Kristoff gonfiandoli la maglia,
ora sembrava avere
una grossa pancia.
“Ehi, ma
dove ti infili?”
Protestò lui.
Il vento
quindi alzò il mantello di Anna fino a farlo ricadere sulla
sua faccia.
“Sei più
calmo adesso?”
Chiese Elsa
rivolta allo spirito, il quale gli alzò la treccia fino
fargliela volare sotto
il naso come se fossero dei baffi.
Ad
assistere
a quelle scene Jack scoppiò a ridere, ora riconosceva
finalmente il giocoso spirito
del vento, compagno di sue tante avventure!
Infatti da
quando era diventato Jack Frost, lo spirito del vento era sempre stato
al suo
fianco aiutandolo a volare o a fare scherzi e giocare con i bambini.
Lo spirito
attirato da quelle risate si diresse verso Jack ma iniziò a
girargli in tondo
dubbioso: sembrava quasi come se una parte di lui lo avesse
riconosciuto ma
Jack sapeva che era impossibile, infondo in quella realtà
non si erano ancora
mai incontrati. Pensò che probabilmente in qualche modo
avesse solo capito che
di lui si poteva fidare.
“Ehi come va
vecchio mio? Allora, ti piace Zefiro come nome?”
Chiese lui,
lo spirito rispose con dei suoni non riconducibili a parole
dall’orecchio
umano, ma lui fece comunque finta di interpretarli.
“Come dici?
Sì, sono d’accordo: sono tutti fin troppo seri
qui… necessitano di una terapia
immediata! Che ne dici se…”
A questo
punto la voce di Jack si fece un sussurro e nessuno riuscì a
sentire quello che
diceva, a parte il vento ovviamente.
“Jack,
cosa..?”
Ma Elsa non
fece in tempo a finire la domanda che sentì il vento
soffiare sotto di loro: si
vide improvvisamente sollevare da terra, finché non si
trovò sostenuta a mezz’aria
dal vento, cosa che le fece fare un grido di stupore misto a paura.
Nella sua
stessa condizione accanto a lei c’erano anche Anna, Kristoff
ed Olaf.
“Che diavolo
succede? Mettimi giù!”
Disse
Kristoff, senza aver nessun riscontro.
Elsa invocò
i suoi poteri di ghiaccio nella sua mano, pronta a scagliarli
nuovamente contro
lo spirito del vento ma in quel momento si accorse di risate divertite.
Era Jack, ed
era l’unico ancora a terra!
“Lo trovi
tanto divertente?”
Chiese lei
con tono severo.
“Ovviamente,
infondo è una mia idea! E lo faresti anche tu se ti
lasciassi un po’ andare…
lascia che sia il vento a trasportarti!”
“Facile
parlare dalla terra ferma! Digli di farci scendere o userò i
miei poteri per
farlo”
“Elsa vedi,
il vento è uno spirito libero e che si fida solo di chi
vuole: io non ho nessun
potere su di lui, ha fatto quello che gli ho suggerito solo
perché lo trovava
divertente e ti mostrerò che è così.
Vento portami da loro!”
Alla sua
richiesta il vento iniziò a farlo volare a
mezz’aria accanto a loro, ma la cosa
che Elsa trovò strana fu che lui sembrava totalmente
abituato ad una cosa
simile: si lasciava trasportare divertito dal vento e fluttuava come
con una
naturalezza di chi sembrava quasi più abituato a volare che
a camminare.
Lo fissò con
aria stupita.
“Avanti,
fate come me: lasciatevi andare!”
La prima a
provarci fu Anna, la quale inizialmente preoccupata sembrava ora
totalmente
divertita.
“Ha ragione
Elsa: devi provare!”
Olaf pure
sembrava divertirsi anche se i suoi pezzi erano ormai sparsi in aria.
“Già è
proprio divertente! Anche se penso di aver perso un
braccio…”
Kristoff
rise vedendo che in realtà ce l’aveva attaccato
dietro la testa.
“Aspetta, ti
aiuto io!”
Quindi
allungò un braccio fino a recuperare lo stecchino dietro la
sua testa e
rimetterlo a posto.
“Forza Elsa,
manchi solo tu!”
La incitò
Jack, lei lo fissò ancora perplessa: non si sentiva per
niente al sicuro in
quella situazione! Notando i suoi pochi progressi Jack chiese al vento
di farlo
avvicinare a lei.
Elsa aveva
ancora la sua mano circondata dai suoi poteri, quella situazione non le
piaceva
e voleva essere pronta a colpire nel caso fosse necessario: il veder
avvicinare
Jack non la aiutava, anzi al momento era quasi indecisa se scagliarli
contro di
lui… voleva solo scendere e continuare la sua ricerca.
Sentì
Jack
afferrarle il polso ed immediatamente provò la stessa
sensazione di prima, di
quando le aveva afferrato il braccio.
“Prima di
tutto smetti pure di usare i tuoi poteri… non vorrai
congelare qualcuno,
giusto? Vedi, senza volerlo stai lasciando in cielo una scia di
brina”
Disse lui.
Elsa smise immediatamente di usare i suoi poteri, ma non per quello che
aveva
detto, piuttosto per il fatto che ora era concentrata principalmente su
quelle
strane sensazioni… le sembrava quasi di faticare a
respirare, si chiese se non
fosse solamente un effetto dell’alta quota.
“Bene ora stendi
le braccia e lasciati andare, non ti preoccupare ti tengo io!”
Disse spostando
la presa dal suo polso alla mano e mostrandole la posa che doveva
assumere, eppure
lei sembrava ancora
titubante.
“Elsa non
devi avere paura, ci sono io qui, andrà tutto bene: fidati
di me!”
La incitò
lui con un dolce sorriso, ricordandosi della prima volta che
l’aveva fatta
volare con lui.
A quelle
parole Elsa ebbe un leggero sussulto: le sembravano così
familiari eppure era
sicura di non averle sentite in altra occasione.
Fidarsi di
lui?
Poteva farlo
davvero?
Sembrava un
ragazzo apposto, che voleva solo divertirsi e far divertire anche
loro… cosa che
sembrava decisamente strana, quel ragazzo in parte era circondato da un
alone
di mistero che non riusciva a decifrare.
Allora
perché dentro di lei sentiva che si poteva fidare?
Non ne aveva
idea ma decise di farlo: stese le braccia lasciandosi andare al vento e
stringendo forte la mano di Jack. Inizialmente aveva paura ma poi si
accorse
che effettivamente il vento la reggeva senza problemi ed
iniziò a barcollare di
meno, eppure guardando giù ancora non si sentiva del tutto
al sicuro vista
l’altezza a cui si trovava.
“Non
guardare in basso, guarda davanti a te”
Disse lui e
lei lo face: si trovò davanti un bellissimo panorama dai
colori rosso ad
arancio, tipici dell’autunno. Da quell’altezza
poteva infatti vedere tutte le
fronde degli alberi che si scagliavano all’orizzonte, un
sorriso si formò sul
suo viso contemplando quel panorama che le trasmetteva
serenità, facendole
dimenticare per qualche minuto il suo obiettivo ed i mille pensieri che
affollavano ormai da giorni la sua testa.
Si sentiva
libera.
A Jack gli
si scaldò il cuore nel rivedere finalmente quello spontaneo
sorriso sul suo
volto.
“Va bene hai
vinto, ammetto che è stato divertente! Ora possiamo tornare
giù?”
Chiese lei con
un sorriso al quale Jack non sapeva dire di no, quindi disse allo
spirito del
vento di riportarli tutti a terra e lui così fece.
Una volta di
nuovo sulla terraferma, Elsa osservò ancora incredula verso
l’alto.
“Non credevo
che potesse essere possibile una cosa simile”
“Felice di
averti smentita allora, mostrandoti che anche in una situazione simile
si può
sempre trovare un lato positivo”
Rispose lui.
La
fissò
felice di essersi forse avvicinato ancora un po' di più a
lei.
Solo allora Elsa
notò con imbarazzo che aveva ancora la mano stretta a quella
di Jack,
immediatamente la lasciò andare sperando che nessuno di loro
lo avesse trovato
strano.
Per fortuna
fu il vento nuovamente a distrarre l’attenzione di tutti:
questa volta soffiò
in maniera amichevole tra i capelli di Jack.
“Incredibile,
sembri davvero piacergli!”
Disse Anna
stupita nell’osservare il feeling creatosi tra Jack e lo
spirito del vento.
“Ci siamo
divertiti eh? Quando vuoi, vecchio mio!”
Rispose lui
rivolto al vento, ma lo spirito produsse dei suoni e iniziò
ad agitarsi andando
avanti ed indietro per poi indicargli la strada fino ad una delle
statue di
ghiaccio create poco prima dai poteri di Elsa.
Tutti si
avvicinarono incuriositi, ma le prime ad arrivare furono Anna ed Elsa
le quali
riconobbero subito una delle due figure della statua: era un ragazzo
che veniva
salvato da una ragazza.
“Lui
è…
nostro padre!”
“E questa
ragazza… lo sta salvando!”
Evinsero le
due sorelle. Improvvisamente si sentì il suono di un corno
dell’aria e dei
rumori sempre più forti provenire dalla foresta avvicinarsi
sempre più.
Elsa si parò
davanti ai suoi amici, pronta a proteggerli con i suoi poteri, Jack
tese il
bastone davanti a lui, Anna staccò invece una spada di
ghiaccio da una delle
statue.
“Che cosa
pensi di farci?”
Le chiese
Kristoff tanto perplesso quanto preoccupato.
“Non ne ho
idea”
Rispose lei,
ma di certo in qualche modo era decisa a difendersi se ce ne fosse
stato
bisogno.
Dalle ombre
dei cespugli comparve un gruppo di persone che aveva tutta
l’aria di essere una
tribù locale: avevano indumenti di pelle ed alcuni erano
armati di bastone che
puntavano minacciosamente contro di loro.
“Abbassa
quell’arma!”
Disse una di
loro rivolta ad Anna con aria minacciosa.
“Magari riesci a
parlarci tu, forse tra
persone armate di bastone vi capite!”
Bisbigliò
Kristoff a Jack con un filo di ironia, anche se in cuor suo sperava
veramente
che trovasse un modo per risolvere la situazione.
Jack stava
per rispondergli quando comparve dai cespugli dietro di loro un altro
gruppo di
persone, sebbene diverso dal primo: indossavano delle divise e
sembravano
essere più un’armata che dei locali.
“Abbassate
prima voi le vostre armi!”
Disse uno di
loro, seppur stranamente sembrava rivolto più al primo
gruppo di persone che a
loro.
“Sono
soldati di Arendelle!”
Notò stupita
Anna dai simboli sulle armature.
Improvvisamente
il primo gruppo avanzò velocemente verso di loro e subito
anche i soldati di
Arendelle fecero lo stesso: avevano tuta l’aria di voler
iniziare uno scontro.
Elsa non
poteva permetterlo: gelò con i suoi poteri la terra ai loro
piedi facendoli
scivolare tutti a terra.
Entrambi i
gruppi restarono allibiti da un tale potere; quello che sembrava il
capo dei
soldati parlò rivolto con aria attonita a quella che doveva
essere il capo dei
nativi.
“Ha fatto
una magia, lo hai notato?”
“Certo che
l’ho notato!”
Rispose lei
fissando con aria incuriosita Elsa.
“Hai
scelto
un benvenuto raggelante”
Osservò
Anna, sperando che nessuno gli avrebbe voluto fare del male dopo un
tale gesto,
infondo sembravano tutti armati e pronti alla guerra.
“Sono stati
intrappolati qui tutto questo tempo?”
Bisbigliò
Kristoff ai suoi amici: infondo sembrava che nessun umano potesse
entrare od
uscire in autonomia da quella nebbia.
“Che
facciamo adesso?”
Chiese Elsa.
“Ci penso
io! Ciao, sono Olaf”
Si presentò
lui ma tutti sembravano sconvolti nel vedere un pupazzo di neve
parlante.
“Lo so
scusate, i vestiti per me sono un limite!”
Jack
ridacchiò a quelle parole.
“Non credo
si riferissero a quello!”
“Strano e
misterioso Jack, lascia parlare me! Tu con quel bastone in mano li
spaventi!”
“Oh certo,
scusami! Lascerò parlare il normalissimo e rassicurante
pupazzo di neve
parlante allora!”
Olaf lo
ignorò ed iniziò a raccontare tutta la storia
delle due sorelle, dal loro
passato di separazione da piccole per colpa dei poteri di Elsa fino ad
arrivare
alle voci sentite da Elsa.
Tutti
ascoltarono con attenzione e trepidazione lo struggente
racconto… o quasi tutti:
Jack sembrava quasi divertito nel vedere il pupazzo di neve imitare
fedelmente molti
eventi e persone a lui note, compreso quel demonio di Hans!
Non riuscì a
trattenere le risate, Anna lo guardò male.
“Jack!”
Lo
rimproverò lei.
“Ma come fai
a non ridere? Ha imitato tutto alla perfezione: proprio come
è accaduto!”
Anna trovò
strana quella affermazione, infondo per quanto ne avesse potuto sentire
parlare
lui non aveva partecipato a quegli eventi, se non a quelli
più recenti.
Jack si
chiese come Olaf avrebbe imitato gli eventi se avesse assistito alla
realtà
dove lui era presente. In quel momento gli fece uno strano effetto
realizzare che
in quella realtà lui non c’era stato, eppure tutto
era comunque proseguito fino
a quel momento… sentì una strana stretta al cuore.
“Quindi tu
sei davvero la regina di Arendelle?”
Chiese il
generale. Elsa annuì.
“Perché mai
la natura dovrebbe premiare una di Arendelle con la magia?”
Chiese la
donna che era a capo della tribù locale.
“Magari per
compensare le azioni del tuo popolo!”
Rispose
aspramente lui.
“Il mio
popolo è innocente, non avremmo mai attaccato per
primi!”
“Che la
verità venga alla luce, allora!”
Continuarono
a battibeccarsi i due, ma stavolta fu Anna a parlare rivolta al
generale, come
fulminata da un ricordo.
“Ma certo il
tenente Mattias! Ecco dove ti ho
visto…
in uno dei nostri quadri a palazzo: eri la guardia personale di nostro
padre!”
“Vostro
padre… che è successo ai vostri
genitori?”
Il volto
delle sorelle si incupì.
“La loro
nave è affondata nei mari del sud sei anni fa”
Rispose Anna.
“Mi spiace…”
Il tenente
rimase in silenzio per qualche minuto e poi proseguì.
“Forse siamo
un po' avanti con gli anni ma noi soldati di Arendelle siamo fieri di
potervi
servire!”
Lui ed i
suoi soldati si schierarono fieramente accanto al gruppo di Anna ed
Elsa,
pronti a difenderli. La cosa preoccupò la donna che era a
capo dell’altra
fazione che fece qualche passo indietro ma fu Elsa a parlare.
“Aspetta,
qualcuno mi sta chiamando conducendomi fino a qui… forse se
lo troverò mi darà
le risposte per liberare la foresta!”
Non solo
quelle sperava, in realtà.
Proseguì a
parlare.
“Fidati di
me, voglio solo aiutare!”
“Io sono
Yelana, capo dei Northuldra e noi ci
fidiamo solo della natura!”
Rispose la
donna.
Tutti
rimasero stupiti a quelle parole, consapevoli ormai che proprio come
nella
storia raccontata dai genitori di Anna ed Elsa, erano nella foresta
incantata e
di fronte alle due fazioni che non avevano smesso di combattere per
anni,
intrappolati all’interno della foresta.
Eccoci finalmente al nuovo capitolo! Il
primo col nome di uno degli spiriti e quindi dedicato al primo di loro.
Una delle cose che non mi è rimasta molto
chiara del film di Frozen 2 è il fatto che gli spiriti
ostacolino Elsa quando
in teoria quello che gli serve è proprio il suo aiuto e
tutti, almeno
all’inizio, sembrano volerla inspiegabilmente morta. Nella
mia fic ho voluto
dare un po’ un motivo a questo fenomeno, facendo in modo che
fosse Pitch ad
istigarli volontariamente contro di loro, inoltre sto cercando di dare
un po' più
di spessore alla parte degli spiriti che è stata molto
rapida nel
lungometraggio.
Per scrivere questo capitolo ho rivisto
decine di volte la scena del vento del film per immaginarmi cosa
potessi
aggiungere, in quanto nel mio file di appunti era solo un semplice
“il vento
ostacola il gruppo di Elsa istigato da Pitch”, quindi nel
panico ho dovuto capire
man mano cosa aggiungere: spero che il risultato vi piaccia!
Abbiamo finalmente capito cosa era la pietra
rubata da Pitch: una pietra che veniva usata dai Northuldra
per usare il potere degli spiriti a loro vantaggio (mi sembra
plausibile dato che nel film si vede nel racconto del padre che la
tribù usa
nella vita quotidiana questi poteri).
Ho
fatto si che lo spirito del vento fosse proprio il vento che aiuta Jack
a
volare, spero vi piaccia come idea perché adoro la loro
amicizia <3
Aspetto
i vostri pareri sul capitolo ed ipotesi/speranze sul prosieguo! Io
intanto
torno a scervellarmi sul prossimo capitolo per il quale i miei appunti
erano al
pari di questo XD (ebbene si sono arrivata alla fatidica parte di mezzo
per la
quale non avevo le idee chiarissime mentre ho scritto tanto per le
parti
iniziali e finali… ma che la farò, credete in me!
XD)
Ho pubblicato alla fine anche la mia nuova
oneshot “Vita da leggenda”, che fa sempre parte
della saga “la regina di
ghiaccio” solo ambientata prima di questa fic e subito dopo
“La regina di
Ghiaccio”. Se avete voglia e tempo mi farebbe piacere se mi
faceste sapere cosa
ne pensate (anche perché come nelle mie altre oneshot ho
fatto come anticipato
una prova con la prima persona).
Grazie a tutti per aver letto, al prossimo
cap!