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Autore: Elena 1990    19/02/2020    1 recensioni
L'immortalità è un dono e una maledizione. Shadow e Knuckles lo sanno meglio di chiunque altro, e benchè la vivano in modo diverso, essa li ha uniti come non avrebbero mai immaginato.
In un futuro lontano e con una nuova minaccia alle porte, difenderanno il loro mondo. Devono. Lo hanno promesso.
Ma quanto vale una promessa vecchia un millennio?
E soprattutto, ciò che li attende è davvero un nemico come tanti?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, OC, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Avevano dimesso Shadow il giorno seguente: la rigenerazione non aveva lasciato traccia delle ferite sul suo corpo.
Quando li avevano trovati all'ombra del pesco, lui era ancora appoggiato al tronco, mentre Knuckles russava a bocca aperta disteso al sole, in mezzo ai fiori. Il riccio si era alzato, stirato e strofinato gli occhi, sentendosi traboccare di energie come dopo una bella dormita.
Knuckles invece li aveva seguiti come uno zombie fino alla stanza, solo per crollare di nuovo sul divano e ora riposava in una delle tante stanze della casa di Silver. L'albino aveva insistito perchè si fermassero lì, con la scusa che aveva qualcosa di importante da dire loro.
Knuckles spariva tra le coperte come un baco nel suo bozzolo, con solo il muso fuori dalla matassa e Shadow sedeva sulla poltrona vicino al letto, assorbito da un thriller. Ma poteva sentire i loro sguardi. Erano lì, in silenzio, sulla soglia della porta socchiusa.
Sospirò.
– Venite dentro, se volete. E se avete domande, fatele.
In seguito si pentì di quelle parole.

– Dove hai imparato quello Spin Dash?
– Ma l'Ark esisteva sul serio?
– Hai davvero lavorato per GUN?
– Come faceva Sonic ad andare così veloce?
– Tu sei veloce come Sonic?
Shadow rispose a tutte, una alla volta, cercando di mantenere la calma, anche se una parte di lui voleva urlare sopra tutte quelle voci eccitate chiedendo silenzio.
– Adesso ho io una domanda per voi.
Si zittirono all'istante. Lo considerò un miracolo. Non perse tempo e chiese – Chi siete? E perchè stavate combattendo il golem?
Il procione sorrise – Io sono Alexi, e loro sono Nadia e Tera. Combattevamo il golem perchè siamo degli eroi. Difendiamo la città.
Shadow fece un lieve sorriso – Ma davvero?
Loro non sembrarono avvertire la punta di sarcasmo, ed annuirono --Il nonno ci ha insegnato. – disse Tera.
– Il nonno? Intendi Silver?
Tera annuì – Già. Ci ha insegnato tutto! E un giorno saremo come Sonic e Tails! Combatteremo i cattivi e proteggeremo gli indifesi!
Shadow non potè fare a meno di provare un po' di simpatia per la piccola riccia. Era piena di entusiasmo ed era anche molto giovane. Doveva avere l'età di Cream, ai tempi delle loro avventure. Il procione era poco più grande di lei, sui dieci anni, ma il suo sguardo era più maturo, come se ne avesse vissute troppe per la sua età. L' umana invece era nel pieno dell'adolescenza. Carnagione bruna, lentiggini sul viso, e tristi occhi azzurri. Anche il suo sorriso era triste, ma era pur sempre un sorriso. Come Alexi, anche lei doveva aver visto giorni peggiori.
Stava per replicare quando bussarono alla porta. Lo sguardo volò su di essa – Avanti.
Una mano bianca fece capolino nella stanza, spingendo la porta – Sento il vostro parlare dal corridoio – disse Silver – Volete lasciare un po' in pace Shadow e Knuckles?
– Ma Maestro! – protestò Alexi – E' Shadow. Shadow the Hedgehog! Ed è qui, in casa nostra!
– E io ho bisogno di parlare con lui. Da solo.
– Ma-
– Niente ma. Uscite, avanti. Prometto che non ve lo ruberò a lungo.
A quelle parole i tre uscirono, tra sospiri e facce tristi.
– E non mettetevi a origliare. Leggo la vostra mente e so che avete intenzione di farlo. Vero Alexi?
– Aah, accidenti!
Silver ridacchiò, guardandoli uscire chiudendo la porta.
– Silver che fa la predica ad un mucchio di ragazzini. Non l'avrei mai detto.
Il riccio bianco sorrise – E Shadow the Hedgehog che ci discute tranquillamente? L' avresti mai detto?
Shadow sorrise. – Il tempo ci ha cambiato.
– Puoi dirlo forte, amico mio.
– La piccolina mi ha detto che sono eroi, e che li hai addestrati tu.
Silver ridacchiò – Sul serio? In realtà, tutto ciò che ho fatto è stato dar loro un posto dove stare, e aiutarli ad affrontare i loro problemi. – cercò con una mano il divanetto e una volta trovato si sedette con un sospiro di sollievo. – Ed è stata Tera,in realtà, a dare vita a tutto. La mia nipotina ha un cuore molto grande. – sorrise e poi riprese a parlare – Vedi, Alexi è stato il primo: è orfano, ma il suo nome non compare in nessun istituto e per quanto ne so, ha vissuto da solo in mezzo alla strada. Un giorno passeggiavamo nel parco e Tera lo ha visto frugare tra i bidoni della spazzatura. Si è avvicinata e lo ha invitato a fare merenda con noi. Era davvero diffidente ma mia nipote sa essere molto testarda. Una volta convinto, ha iniziato a farci amicizia, a giocare con lui e a fargli un sacco di domande. E quando gli ha chiesto dove fossero i suoi genitori, è scoppiato a piangere.
– Brutta storia. – commentò Shadow.
– Temo di sì. Lui non vuole parlarne. – replicò Silver – Quando Tera lo ha visto piangere, lo ha abbracciato forte, gli ha detto di non preoccuparsi, che andava tutto bene e che se voleva, poteva stare a casa nostra. Poi mi ha guardato.
– Capisco.
– Non avrei mai potuto lasciarlo lì. Ho provato a rintracciare dei parenti ma sembra solo al mondo. Quanto a Nadia, beh, la sua è una storia simile, ma più brutta.
– Che le è successo?
Silver sospirò – Ha ucciso il padre. Con un abbraccio. Elettrocuzione, dicevano. – guardò Shadow, senza vederlo. – E' stato un terribile incidente, una tragedia causata dal suo scarso controllo dei suoi poteri. La madre l'ha ripudiata, buttandola fuori di casa con nient'altro che i vestiti che aveva addosso. La notizia ha iniziato a circolare, i media hanno iniziato a parlare di lei come un soggetto instabile e pericoloso.
– Povera bambina.
– Già. Quando mi sono avvicinato a lei, la sua mente era un delirio di confusione e paura al punto che non aveva più alcun controllo. Mi ha attaccato. L' ho fermata. É fuggita. L' ho ritrovata durante una tempesta, sotto ad un ponte. Le ho detto che si sarebbe presa una polmonite. Mi ha risposto che non le importava. Le ho teso la mano e le ho promesso che l'avrei aiutata, e che qualunque cosa fosse successo, l'avremo affrontato insieme. – il riccio sorrise – Mi sono assunto la piena responsabilità per le sue azioni per un certo periodo. Ho fatto tutto ciò che potevo per aiutarla. Alla fine sono diventato il suo tutore. Credeva di essere un mostro, e ho impiegato anni per convincerla del contrario. Tera e Alexi sono stati fantastici con lei e lo sono tuttora. La amano come una sorella maggiore e lei li adora come se fossero i suoi fratellini. La mia bambina ora è felice, e amata, e ha il pieno controllo di sé. Shadow sorrise. Sentire come Silver aveva migliorato le vite di quei ragazzini lo riempì di orgoglio. L' albino aveva sempre faticato a trovare il suo posto nella squadra, ma alla fine sembrava aver scoperto la sua vocazione. – Il tuo è stato un gesto nobile. – commentò.
– E lo rifarei altre mille volte, se dovessi. – replicò Silver – Sai, quando il mio potere si è preso i miei occhi, pensavo di non servire più a nulla, di essere solo un inutile vecchio cieco. – guardò di nuovo verso il riccio, le bende che coprivano gli occhi – Loro mi hanno ridato speranza. Mi hanno insegnato a guardare oltre quel che avevo perso ed allora, la mente ha iniziato ad essere i miei occhi.
Shadow inclinò il capo – Cosa intendi?
– Vedo cose, luoghi, attimi, e a volte si ripetono nella mia mente con insistenza.
– Come delle visioni?
– Esatto. E non mi piace quello che vedo ultimamente. É ciò di cui volevo parlarti. – abbassò la voce – Vedo una grande ombra che copre il mondo, un volto maligno dietro ad una maschera. E sento una voce, che sussurra sempre le stesse parole: tutto è perduto.
Shadow inclinò il capo – Sicuro che non sia solo un incubo?
– Non lo è. Lo faccio ogni notte da mesi. Stesse immagini, stesse parole e sensazioni. – abbassò lo sguardo – Ogni volta provo un senso di vuoto enorme. Non è paura, è disperazione. É come se quel volto rubasse tutte le mie speranze. – fissò Shadow, preoccupato – I ragazzi non sono pronti per questo. Ma non si tireranno indietro. So che non lo faranno. E so che se lo affronteranno da soli e con le loro abilità attuali, moriranno. L' ho visto, Shadow. Non sono pronti. Dèi non so nemmeno se il mondo intero lo è. Siamo a malapena riusciti a liberarci del golem e non del tutto. L'ho scagliato lontano, come tutti gli altri. Ma prima o poi torneranno. Ci vorranno giorni, forse mesi, ma saranno di nuovo qui.
– Altri? Aspetta, ce n'erano altri? Quanti?
– Una ventina.
– Santo Mobius. E hai idea di cosa siano?
– Sentinelle.
Si voltarono.
Knuckles si reggeva alla parete, sostando sulla soglia. Sembrava di nuovo sveglio e reattivo, con il suo solito cipiglio serio.
– Sentinelle? – chiese Shadow.
Il guardiano annuì, avvicinandosi – Antichi costrutti echidna, progettati per vegliare su tesori o città. Una volta le Mistic Ruins ne erano piene. – Knuckles annusò l' aria e Shadow si trattenne dal sorridere: faceva così quando cercava del cibo sulla sua isola. Doveva avere una gran fame. – Di solito rimangono in stasi, conservando l'energia nel loro nucleo, che può riattivarsi con un imput adatto. A volte può essere anche un viaggiatore incauto che si avvicina troppo. Il problema è che se il golem resta inattivo per troppo tempo, non ha più memoria degli ordini ricevuti e considera ogni essere vivente come una minaccia.
Silver sbattè le palpebre – Ecco perchè attaccavano la città.
– Aspetta. – fece Shadow – Vuoi dirmi che si sono attivati tutti e venti per caso?
– Venti? – Knuckles scosse il capo – Impossibile. Erano più di uno solo se erano a guardia di mura cittadine. – riflettè – Tutti e venti nello stesso giorno... – li guardò – O qualcuno ha davvero scoperto le rovine di Albion, o qualcosa ha generato un imput abbastanza potente da risvegliarli tutti.
– C'è qualcosa in grado di farlo? – chiese Silver.
Knuckles riflettè in silenzio per alcuni attimi, poi scosse la testa – No. O meglio, non lo so. L' unica cosa che mi viene in mente è il Master Emerald, ma era con me su Angel Island e non ho notato variazioni nella sua energia. Se qualcuno avesse fatto una cosa del genere sulla mia isola, me ne sarei accorto.
– Va bene. – fece Silver – Indagherò, mediterò sui miei sogni. Per Tera, Alexi e Nadia invece, ho bisogno di un vostro favore.
– Comincio a capire dove vuoi arrivare. – disse Shadow.
– E' un bene che tu lo capisca. Quei ragazzi sono onesti e coraggiosi, ma non sono pronti per fronteggiare una simile minaccia.
– Combatterò al loro fianco.
– Questo non basterà. Hanno bisogno di apprendere, di crescere, di qualcuno che gli insegni ciò che io non posso insegnare.
– No.
– Knuckles, per favore, ascolta.
L' echidna voltò loro le spalle, incrociando le braccia – Che altro dovrei sentire? Vuoi che prendiamo quei tre come allievi e che combattiamo con loro. E la mia risposta è no.
Shadow scosse il capo – Perchè?
Knuckles si voltò di scatto – Lo sai perchè!
Shadow sospirò e si voltò verso il riccio bianco – Puoi lasciarci soli un momento?
Lui annuì ed uscì chiudendo la porta, quindi Shadow tornò a parlare.
– Silver dice che il mondo è in pericolo, e io gli credo. Abbiamo promesso a Sonic di difenderlo. Dobbiamo fare tutto il possibile.
– Forse dovremmo starne fuori, invece. – mormorò l' altro.
– Cosa vuoi dire?
L' echidna sospirò – Shadow, da quanto manteniamo quella promessa? Sette, otto secoli? Sto iniziando a chiedermi dove sia il confine tra difendere e interferire. Mi preoccupa. Forse questa è solo la fine di un'era e l' inizio di un'altra, e nella nostra visione limitata degli eventi non possiamo saperlo. – Shadow lo osservava come se avesse davanti un estraneo e questo lo ferì. Gli si avvicinò e posò la mano sulla spalla del riccio – Se li addestrerai, ti affezionerai a loro. Poi il tempo te li porterà via, e tu soffrirai. E andrà avanti così, all'infinito. Tutto cambia, Shadow. Ciò che inizia, è destinato a finire. Ma non noi. Ed è ora che tu te ne faccia una ragione.
Shadow scacciò la mano dell'echidna – Ho fatto una promessa a Sonic. E intendo mantenerla.
L' echidna chiuse gli occhi e sospirò, mentre Shadow lasciava la stanza sbattendo la porta. Si avvicinò al davanzale e aprì la finestra, sentendo nell'aria la lieve carezza energetica del Master Emerald.
- Che cosa faccio adesso? - mormorò.
Silver era l'ultimo dei suoi amici ancora in vita. Rifiutare la sua richiesta di aiuto lo faceva sentire sporco.
Quei ragazzini testardi sarebbero andati incontro alla morte, e non serviva essere dei veggenti per capirlo: le sentinelle li avrebbero fatti a pezzi senza sforzo.
E Shadow con loro.
Rabbrividì a quel pensiero. Shadow li avrebbe aiutati, li avrebbe seguiti in battaglia.
Lui può essere ucciso. Non è come me.
Battè il pugno sul davanzale – Accidenti! -- poi uscì dalla stanza, in cerca del riccio scuro.
  
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