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Autore: padi6996    23/02/2020    5 recensioni
"Sei distesa al mio fianco e stai dormendo profondamente. I lineamenti del tuo viso sono sereni, rilassati. Sembra che tu sia tranquilla, hai il sorriso sulle labbra, quelle labbra carnose e morbide che ho baciato fino a qualche minuto fa.
Ti guardo e mi chiedo se tu sia un angelo o un demone, l'angelo che mi ha salvata dalla mia eterna condanna o il demone che mi condurrà alla pazzia e mi strapperà via l'anima."
Sunshine è una scrittrice e Kayleen un'attrice emergente. Si incontrano per caso e dal quel giorno inizia una bellissima quanto difficile storia d'amore. Tra alti e bassi vivranno momenti intensi e appassionati alternati ad altri drammatici e a presunti tradimenti. Sarà l'amore a guidarle e a portarle dove il destino ha già tracciato una strada per loro se saranno pronte a seguirla.
Tutti i diritti riservati
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 35
 
 
UN’ALTRA VITA
 
 
Ogni pomeriggio viene in questo locale, si siede al solito posto e ordina un tè con una fetta di torta di mele. Si chiama Alexandra. Ha lunghi capelli castani e meravigliosi occhi verdi, un fisico longilineo e sinuoso, un cipiglio adorabile. Se ne sta tutto il tempo a sorseggiare dalla tazza e a leggere il suo libro. Non parla con nessuno, non alza mai lo sguardo da quelle pagine a cui rimane incollata per tutto il tempo. Dopo circa un’ora lo chiude, fa un sospiro, mangia la torta, si alza, sistema la seggiola e viene alla cassa a pagare il conto. Ogni volta ripete gli stessi gesti come in un rituale e ogni volta immancabilmente le sorrido, lei arrossisce, ma non dice una parola e sospira ancora.
E’ così da circa tre settimane.
In questi ultimi giorni l’ho sorpresa a fissarmi. E’ così tenera quando abbassa lo sguardo e fa finta di niente.
Oggi ho voluto cambiare un po’ le cose, vediamo se reagisce come spero. E’ arrivata, si è seduta e le ho portato la sua ordinazione prima ancora che me la chiedesse.
Mi ha guardato sorpresa ed ha sorriso timidamente.
“Offre la casa.” Le ho detto e me ne sono andata tornando al mio lavoro.
A quest’ora il locale è semivuoto, anzi in questo momento non c’è proprio nessuno a parte il cliente che mi ha appena pagato il conto e se n’è andato. Sarei tentata di avvicinarmi e parlare con lei.
Mi faccio coraggio.
“Ciao.” Dico.
Lei solleva gli occhi da quelle pagine e mi guarda incuriosita.
“Ti piace proprio tanto ?” Le chiedo guardando il libro leggermente in imbarazzo.
Fa un lieve sorriso.
“Sì.” Risponde timidamente.
“Posso sedermi ?” Le domando col sorriso sulle labbra.
Sembra sorpresa.
“Se non disturbo.” Chiedo gentilmente.
“Certo che non disturbi.” Risponde arrossendo vistosamente mentre noto il suo sguardo indugiare un po’ troppo sulle mie labbra per abbassarsi subito dopo.
Mi accomodo davanti a lei.
“Mi chiamo Elizabeth.” E le porgo la mano.
“Alexandra.” Ricambia la stretta.
Il contatto col calore e la morbidezza della sua pelle mi fa uno strano effetto. Chissà se ha provato la stessa emozione che ho provato io.
“Ti vedo ogni giorno sederti qui e leggere con tanto interesse quel libro. Sono curiosa, posso chiederti come si intitola ?”
“Se solo fosse vero.”
“E’ così bello ? Sei sempre tanto concentrata. Non distogli mai lo sguardo nemmeno per mangiare la tua torta.”
“E’ stupendo, te lo consiglio.” Dice chiudendolo dopo aver inserito il segnalibro.
“Che genere è ? Fantasy ?” Domando curiosa.
“E’ una meravigliosa storia d’amore.” Risponde timidamente.
“Ah sì ? Non fa ben sperare, se solo fosse vero implica il fatto che non lo sia.” Dico dubbiosa
“Leggilo, poi ne riparleremo.”
“Veramente l’ho già letto.” Le confido mordendomi la lingua.
Mi guarda sgranando gli occhi poi sorride ancora.
“Volevi prenderti gioco di me ?”
“Non mi permetterei mai. Il fatto è che io non l’ho trovato questo granché e volevo sapere perché ti piace così tanto. Sta scalando le classifiche e non riesco a comprenderne il motivo.”
“Allora non lo hai letto con attenzione. Non devi averne colto l’anima.”
Resto meravigliata dalla sua affermazione. Pensa davvero di averlo compreso così intimamente ?
“Non lo hai terminato neppure tu. Poco fa lo stavi sfogliando all’incirca a metà, se non hai letto il finale potrebbe essere una gran delusione.”
“Veramente l’ho già terminato una volta e lo stavo rileggendo per comprenderlo meglio. Faccio sempre così coi romanzi che mi piacciono. La prima volta non riesco a coglierne tutte le sfumature.”
“Ti ha proprio preso, conosci l’autrice ?”
“Si è firmata Sunshine Skyler come la protagonista, ma cercando su internet non ho trovato niente su di lei. Deve essere uno pseudonimo. Non vuole che si sappia il suo nome e non capisco perché. E’ così brava.”
“Vorresti conoscerla ?”
“Sì, mi piacerebbe molto. Le farei un sacco di domande.”
“Su cosa ?”
“Deve aver sofferto tanto. Forse ha subito davvero una violenza simile a quella descritta.”
“E tu le chiederesti se è stata violentata sul serio ?”
“Certo che no, ma vorrei capire ugualmente la ragione profonda del suo malessere.”
“Come te la immagini ? Giovane, adulta, anziana.” Le chiedo divagando.
“Giovane, non so perché ma credo sia giovane. Una ragazza dolce che la sofferenza ha plasmato donandole una grande sensibilità e lasciandole pur sempre speranza nel futuro. E’ in cerca dell’anima gemella. Sogna o forse ha già incontrato la donna della sua vita.”
“Donna ? Credi che sia innamorata di una donna o cerchi una compagnia femminile?”
“Se davvero avesse subito la violenza che ha descritto potrebbe preferire le donne agli uomini, proprio come Sun ha scelto Kayleen invece che Giacomo.”
“Magari è bionda con gli occhi azzurri e un bel seno prosperoso ?” Le chiedo sorridendo.
Lei per un attimo mi fissa osservandomi attentamente.
Sorride scuotendo il capo.
“Non ti sembra possibile, vero ?” Chiedo.
“Cosa ?”
“Che Sunshine possa somigliare in maniera così sorprendente a me. Ci ho fatto caso anch’io e a chi somiglia Kayleen ?”
A questo punto scoppia a ridere. Ha un sorriso splendido, luminoso.
“Vorresti dirmi che Sun somiglia a te e Kay a me ?”
“Non trovi ?”
“Beh, Sun descrive Kay come una donna bellissima.”
“E tu non pensi di esserlo ?”
Mi guarda seria e la vedo arrossire ancora. Che timida che è.
Si schiarisce la voce e appoggia il volume sul tavolo.
Lo prendo, lo apro e scrivo un pensiero per lei poi glielo restituisco.
“Ti ho fatto una dedica con autografo.”
Mi alzo e la lascio con uno sguardo sul volto tra il sorpreso e l’incredulo.
Mi avvicino ad un tavolo e lo pulisco non tralasciando di scrutarla ogni tanto.
La vedo mentre afferra il volume, lo apre e legge.
Resta per alcuni istanti interdetta. Sembra non credere ai suoi occhi.
Controlla le prime pagine del libro con la dedica dell’autrice e poi ancora la mia. Si alza all’improvviso facendo cadere la sedia, chissà forse ha notato quanto la mia scrittura somigli a quella di Sunshine Skyler.
Arrossisce per l’ennesima volta e la rimette al suo posto.
Fa per venire verso di me, ma si ferma quando entra una cliente che mi raggiunge alla cassa e lei torna al suo tavolo.
“Ciao Beth, come stai oggi ?”
“Bene dottoressa .” E la invito a sedersi accanto a me.
“Qui non è necessario che mi chiami così.”
“Va bene dottoressa.”
Sorride.
“Hai dormito ?” Chiede preoccupata.
“Sì mammina.” Rispondo scherzosamente.
“Ti senti meglio ? Hai più avuto incubi ?”
“No, sto bene. Non si preoccupi.”
Poi si volta verso Alexandra, che intanto si è seduta di nuovo, abbassa lo sguardo e torna a leggere.
“E’ lei la ragazza ?” Mi chiede sottovoce.
“Sì.” Rispondo io.
“Carina.”
“Dottoressa.” La riprendo.
Lei ammicca e mi fa l’occhiolino.
“Non mi prenda in giro.”
“Buttati Beth, un attimo fa ti stava fissando.”
Scuoto la testa.
“Figuriamoci.”
“E’ da un po’ che ti guarda. Tu puoi fare finta che non sia così, ma io ho visto bene.”
“Parliamo d’altro. E’ forse venuta per farmi arrabbiare ?”
“Sono venuta per accertarmi che tu stia bene. Hai smesso la cura da una settimana. Questo è il momento più difficile. Devo sapere come ti senti e se …”
“Le assicuro che mi sento bene e non ho incubi. Tranquilla dottoressa.”
Torna a guardare Alexandra e la fissa per un po’. La morettina alza gli occhi per riabbassarli subito dopo.
“Hai ragione, è così tenera. Hai buon gusto Beth, è davvero una gran bella ragazza.”
“La smetta, non siamo nemmeno amiche.”
“Potrebbe diventare la tua ragazza, ha dei begli occhi, per non parlare delle labbra.”
“La prego dottoressa.” La riprendo alzando un po’ troppo la voce e Alexandra torna a fissarmi.
Rebecca si mette a ridere.
“Non vuoi proprio chiamarmi per nome vero ?”
“Mantengo le distanze come è previsto tra dottore e paziente. Me lo diceva sempre lei, non ricorda ?”
“Ora siamo amiche.”
“Va bene, se proprio insisti.”
“Brava bambina. A parte gli scherzi, mi raccomando Beth dimmelo se qualcosa non va.”
“Non ti preoccupare, sto bene davvero, credo che il peggio sia passato.”
“E con Alexandra ?”
“Insisti ?”
“E’ davvero molto carina, non ci credo che non ti piace.”
“Lo vedo anche io che è carina, ma non ci parliamo neanche.”
“Se è timida fatti avanti tu, non c’è niente di male in questo. Magari è proprio quello che vuole.”
“Ci penserò, ma non possiamo parlare di qualcos’altro ?”
“Mi diverto troppo a stuzzicarti. Volevo solo sapere se stavi bene e se magari un giorno di questi avevi voglia di uscire a cena.”
“Vuoi psicanalizzarmi mascherando l’appuntamento con una uscita ?”
“Macché. Ho solo voglia fare due parole con te, a meno che tu non abbia già un impegno con quella bella ragazza laggiù.”
E la fissa ancora mentre Alexandra continua a far finta di non guardare da questa parte.
Entrambe ci siamo accorte delle occhiate della morettina e scoppiamo a ridere come liceali.
Rebecca è davvero una gran brava persona, lo so che si preoccupa per me anche se a volte è un po’ invadente, come adesso che continua a farmi l’occhiolino.
“Ma non hai niente da fare oggi ? Devi proprio rompere le scatole a me ?”
Mi guarda e ridiamo ancora poi mi accarezza il viso affettuosamente, si alza e se ne va salutando con la mano.
Nello stesso istante entrano due clienti e mi appresto a prendere le loro ordinazioni.
Quando hanno bevuto il loro caffè e gustato il loro dolce se ne vanno mentre la vedo farsi coraggio ed avvicinarsi a me.
“Non devi pagare, offre la casa. Te lo avevo già detto.”
“Era la tua ragazza ?” Mi chiede curiosa mentre il mio cuore sussulta. Ormai è innegabile quanto la sua presenza non mi sia affatto indifferente.
Scoppio a ridere.
“E’ così divertente ?” Dice infastidita.
“Scusami. No.”
“No cosa ?”
“No, non è la mia ragazza, nel modo più assoluto.”
“Ti accarezzava la guancia.”
“E’ un’amica, niente di più. Sei gelosa ?”
La vedo infiammarsi in volto.
E’ decisamente adorabile.
“Sembra che tu ti stia proprio divertendo a prenderti gioco di me.” Dice.
“In effetti.”
Stavolta sorride anche lei.
 
La nostra conoscenza comincia così e prosegue in caffetteria tutti i pomeriggi. Alexandra legge come al solito e ogni tanto ci scambiamo qualche battuta.
Non so niente di lei, sembra che sia arrivata nel quartiere da poco. Nessuno ha saputo darmi informazioni, ma ammetto che la tipa mi interessa molto.
Il suo sguardo triste, quel viso sempre imbronciato, i suoi splendidi capelli, quei meravigliosi occhi chiari e quelle labbra carnose. E’ proprio una gran bella ragazza. Somiglia davvero tanto alla protagonista che ho immaginato scrivendo il mio libro, quasi fosse un segno del destino.
A questo punto vorrei davvero confidarle che sono io l’autrice, che potrebbe farmele tutte quelle domande che ho cercato mille volte di immaginare anche se quella dedica dovrebbe averle fatto sospettare qualcosa.
Poi però sarebbe troppo difficile raccontarle che quella violenza l’ho subita davvero, ma che non sono stata forte come Sun, che non ho superato il momento tanto velocemente e sorprendentemente come avrei voluto. Che sono rimasta chiusa in clinica un paio d’anni, che la giovane donna che mi ha accarezzato il viso non è altri che la mia psicoterapeuta, che siamo diventate quasi sorelle e che se non fosse stato per lei non ce l’avrei fatta.
Il progetto del libro è stata la svolta della mia vita. Visto la mia titubanza nel confidare i miei sogni e le mie paure Rebecca mi ha invitato a scrivere qualcosa che lei potesse leggere e di cui parlare con me. Pian piano, pensiero dopo pensiero e pagina dopo pagina è nato il mio romanzo. Ne ho fatto la mia valvola di sfogo per liberarmi di tutto il male che quell’uomo mi aveva fatto. Ho riversato tutto il mio odio per lui nel racconto del suo ritorno e della sua morte. Il dolore che mi ha causato è stato così interiormente devastante che la Sun del racconto ha subito anche un danno permanente all’utero. Rebecca ha giustificato in questo modo la precisazione che avevo riportato.
Sapessi Alexandra quanto mi è costato scrivere del mio dolore interiore e lasciarlo imprigionato fra quelle pagine.
Quello che è successo dopo non lo avrei mai creduto possibile, perché questo mio racconto è piaciuto ad un editor amico di Rebecca che è riuscito a far pubblicare il mio lavoro. In quel momento la mia vita è cambiata completamente, sono uscita dalla clinica, ho affittato un piccolo appartamento dove vivo insieme alla mia gattina, la piccola Cutie, qui vicino al locale.
Sono arrivati anche i primi soldini dopo la pubblicazione, ma continuo a lavorare anche come cameriera perché non potrei restare tutto il giorno a casa da sola, non ce la farei a sopportare il silenzio.
Da quando ho incontrato Alexandra le mie giornate sono cambiate. Lei si sta pian piano avvicinando a me, anche se ancora resta sulle sue. E’ da qualche giorno che la vedo diversa, sembra che voglia dirmi qualcosa, ma non ne abbia il coraggio. Non fa che parlarmi del libro e sarei quasi tentata di confidarle la verità. Dovevo farlo subito, ora sono in difficoltà. Magari potrei invitarla a cena e … e rimango sorpresa quando è proprio lei a chiedermelo, quando finalmente trova il coraggio di farsi avanti e di invitarmi. Credo abbia sudato sette camicie per mettere insieme una frase di senso compiuto, ma ora siamo qui al ristorante e lei è così dolce. Penso che le confiderò ogni cosa e spero che non si offenda troppo per aver aspettato tutto questo tempo.
Dopo una iniziale perplessità, finalmente si lascia andare e la Alexandra che scopro subito dopo la mia rivelazione è una persona completamente differente da quella che avevo conosciuto.
Mi travolge di domande, è curiosa, entusiasta, piena di aspettative. Mi sorprende con le sue confidenze, che sicuramente non mi sarei mai aspettata. Lei così timida e riservata mi rivela di aver perso la famiglia anni prima in un incidente, di essere rimasta sola quando ancora era minorenne. Sballottata tra un paio di famiglie affidatarie e qualche casa famiglia, grazie all’eredità dei suoi riesce a laurearsi in letteratura. Ama leggere e anche scrivere, quando si ritrova il mio romanzo fra le mani ne rimane affascinata. Fa l’editor per una importante casa editrice, per questo stava leggendo con tanta attenzione il mio romanzo. Il suo editore sembra interessato ai miei lavori ed essendo la sua casa editrice molto più importante di quella che ha pubblicato il mio romanzo pare abbia convinto i suoi capi a prendermi in considerazione. E’ entusiasta quando mi propone una nuova storia e ancora di più quando le rivelo che la sto già scrivendo da un po’, da quando l’ho conosciuta. Mentre il mio primo lavoro era di fantasia, pur sempre ispirato alla mia vita, questo secondo sarà proprio il racconto di noi due. Ho quasi paura a dirglielo, ma lei al contrario ne è felicissima e continuiamo a parlare per tutta la sera permettendomi di scoprire che è una donna capace anche di ascoltare e di comprendermi. Avrei quasi voglia di raccontarle del mio dolore, ma non è ancora il momento giusto. Lo leggerà nel romanzo di noi due e poi chissà, magari un giorno scriveremo una cosa tutta nostra, lei ed io lo faremo insieme.
Mi accompagna a casa e restiamo in fondo alle scale a raccontarci la vita, ormai è mezzanotte e lei sembra non volersene andare. Non posso invitarla a casa mia, è troppo presto anche per quello.
“Perché non andiamo in spiaggia ? Ho voglia di passeggiare … con te.” Mi dice lasciandomi letteralmente senza parole. Sono stupita, incredula, senza fiato.
Cosa mi sta facendo questa ragazza ?
Non ce l’ho fatta a dirle di no e siamo arrivate, ora stiamo passeggiando sul pontile. Ci sediamo sul bordo al buio, l’una accanto all’altra con le gambe a penzoloni sull’acqua.
“Elizabeth.” Dice in un sussurro.
“Dimmi.”
Posso chiamarti Eliza ?” Mi chiede.
“Ed io posso chiamarti Lexa ?” Rispondo.
“Sì.” Diciamo in coro.
“Credo di averla trovata.” Riprende, ma subito non capisco.
“Cosa ? Chi ?” Chiedo ancora curiosa.
“Ricordi la dedica che mi hai lasciato sul tuo libro ?”
Una ondata di calore mi travolge.
“Sì.” Sussurro.
“Mi hai sfidato a scoprire la tua anima, credo di esserci riuscita prima in quel libro e poi in te.”
E’ tutto buio intorno a noi, solo la luna illumina l’oceano mentre il mio volto brucia e il mio cuore batte all’impazzata.
Non riesco a dire una parola.
“Eliza.” Mi chiama ancora.
“Sono qui.”
“Promettimi che ci sarai sempre per me.”
Mi prende la mano e la stringe.
“Te lo prometto Lexa.”
“Eliza.”
“Dimmi.”
“Mi è appena caduta una scarpa in acqua.”
Per un attimo resto in silenzio, poi scoppiamo in una fragorosa risata. Lei mi abbraccia per le spalle e mi stringe mentre mi giro e la bacio sulla guancia.
Appoggio la mia testa nell’incavo del suo collo.
“Adesso come faccio a tornare a casa ?” Dice disperata.
“Ti appoggerai a me fino all’auto.”
“Tu mi sorreggerai ?” Chiede ancora.
“Sempre.”
 
Ti sfido a scoprire anche la mia anima
Elizabeth
Note autrice:

E così ecco il colpo di scena finale. La storia di Sun e Kay era solamente il romanzo di Elizabeth, una ragazza che è stata davvero violentata e che ha affrontato il suo dramma in un modo un po' diverso da Sun, sicuramente più realista, ma c'è comunque qualcosa che le accomuna, la forza ed il desiderio di superare il dolore e ricominciare a vivere.  Riuscirà a farlo con Alexandra? Leggete gli ultimi capitoli e lo scoprirete. Probabilmente alcuni di voi avevano già immaginato una cosa simile, visto il titolo che ho dato alla storia. Per favore se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, almeno in questi ultimi capitoli. Sono preparata anche agli insulti, ma vorrei sapere se ho scritto qualcosa di decente, appena passabile o addirittura pessimo (spero di no). Ditemi liberamente quello che pensate.
Comunque sia non abbiate paura, non inizierò a raccontare una nuova storia, mancano solo due capitoli e tutto sarà finito. Vi dico già che mi mancherete molto, ma doveva pur arrivare questo momento.
Ancora non vi saluto, spero che vogliate leggere fino alla fine.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi.
Un abbraccio.
Padi
   
 
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