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Autore: MelaniaTs    25/02/2020    0 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER TERZA SERIE FINO A MIRACLES QUEEN*
"Notizia straordinaria.
Un antico tempio di monaci è riapparso tra i Monti tibetani.
Lo stesso simbolo che viene mostrato sui tempi è stato scoperto anche in una statua antica al museo del Louvre. Di cosa si tratterà?"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ad Adrien restava poco tempo ormai per dispensare i Miraculous in protezione di Parigi.  Ne aveva tanti a disposizione, anche se pochi erano i suoi prescelti e le persone di cui si fidava.

Due di queste persone non le conosceva personalmente, ma quando li vedeva e li osservava accanto alla figlia o in giro a qualche evento, li aveva sempre ammirati. Così trasformato da Chat Noir alle quattro di mattina eccolo dinnanzi la Boulangerie Dupain Cheng. Aprì la porta e la prima cosa che percepì fu la voce di Tom Dupain che canticchiava, la seguì e bussò alla porta per testimoniare la sua presenza.

Tom sollevò il matterello con cui stava stendendo la sfoglia voltandosi, Sabine era già sveglia?  

"Chat Noir?!" Disse riconoscendo il super eroe di Parigi. 

"Buongiorno Tom, disturbo?" Chiese il gatto nero. 

Tom scosse la testa. "Eh... no! No certo che no Chat Noir." Disse incerto. "Sei... un croissant? Tra un po' inforno!" Chiese 

"Mmm i migliori croissant di tutta Parigi. Si accetto volentieri, ma sono qui per un altro motivo in realtà." Disse avvicinandosi.

"Come posso aiutarti?" Chiese il pasticciere. Era bravo ai videogiochi ed era un ottimo pasticciere come aveva appena ricordato l'eroe. Cos'avrebbe potuto mai fare per lui. 

"Ho bisogno di qualche persona adulta e matura, responsabile e che mette cuore in tutto ciò che fa a sorvegliare Parigi." Spiegò il biondo. "Purtroppo a giorni dovrei partire per un po' e c'è il rischio che lasci Parigi scoperta." 

Tom annuì. "Devo controllare Parigi per te?" Chiese allora.

"E chiamarmi appena c'è un pericolo. Red Scorpio è sempre presente e mi aiuta. Ma io ho bisogno anche dell'occhio della verità e di colui che protegge incondizionatamente." Spiegò Adrien.

"Posso farlo Chat Noir. Dimmi come procedere e ti aiuterò!" Disse l'uomo.

Chat Noir gli sorrise e con un cenno di gratitudine prese due scatolette dal portale del suo bastone. "Tom Dupain, ti consegno il Miraculous dell'orso, simbolo di protezione e di  amore paterno. Userai il Miraculous per proteggere Parigi e i suoi eroi. Potrai chiamarmi con lo strumento dell'orso o al numero di cellulare che troverai nella scatoletta." Lo istruì.

Tom prese la scatola stringendola nella grande mano e sospirando sorrise all'eroe. "Sono onorato di potervi aiutare Chat Noir." 

Il ragazzo fece un sorriso che arrivò agli occhi e tese poi l'altra scatola. "Questo è invece il Miraculous della verità e della giustizia. Lo indosserà Sabine Cheng, a difesa di Parigi e dei suoi eroi. Riuscirete a farne buon uso lo so." 

Tom prese anche la seconda scatola sorpreso. "È un onore Chat noir e parlo anche a nome di Sabine. Ti prometto che vi saremo di aiuto e che non vi intralceremo mai."  

Il ragazzo annuì felice. "Adesso prenderei con piacere quel croissant, anzi due. Ne portò uno anche ad Hawk." 

Disse a quel punto, stava facendo tutto ciò che era in suo potere per difendere Parigi e non lasciar andare troppi Miraculous.

Si stava fidando dei suoi istinti ma anche di Marcel che gli aveva detto quanto fosse importante assegnare il Miraculous della a qualcuno. 

Con la mente tornò alla sera in cui Marcel era andato a bussare alla sua porta, da poco rientrato dalla finestra di casa sua....

 

Era stanco, tra combattimenti e viaggi oltre terra e riunioni sentiva di non riuscire a reggere ancora a lungo. Esausto si era gettato sul letto, ma sembrava che qualcuno avesse altri programmi per lui poiché bussavano alla porta.

"Avanti!" Aveva detto stanco.

Dopo un po' la porta si aprì e ne emerse suo cugino Marcel. Con un sorriso lo aveva invitato ad entrare, gli dispiaceva non riuscire ad avere abbastanza tempo per lui. Ma tra Papillon e Lady Octavia e tutti i suoi impegni arrivava a fine giornata stremato. Quindi accolse il cugino senza fargli pesare la stanchezza.

Marcel chiuse la porta alle sue spalle e guardò il cugino seriamente. "Scusami se ti ho disturbato. Sicuramente sei stanco dopo le imprese di oggi." 

Adrien aveva alzato un sopracciglio curioso. "Cosa?" Aveva detto. "Tranquillo non sono stanco." 

"Non è vero!" Disse il ragazzo scostando un lembo del suo smanicato nero dal quale uscì un... Kwami! Suo cugino possedeva un Miraculous, pensò sgomento Adrien intanto che il Kwami che sembrava un volatile volò accanto a Marcel.

"...Trasformami!" Stava dicendo. 

Lo osservò cambiare sembianze incredulo, come se non sapesse di cosa si trattava. Poi quando Marcel si avvicinò a lui si destò.

"Io sono il portatore del Miraculous della veggenza, il Falco è mio protettore. Adrien quando sono trasformato vedo e prevedo delle cose che potrebbero aiutarti a trovare gli altri miracoulus." 

Adrien era sempre più sorpreso. "Sai di me!" 

"L'ho scoperto solo stasera era entrato a cercarti ma non c'eri, allora mi sono trasformato perché ero preoccupato ed ho scoperto tutto." Gli aveva spiegato.

"Tutto?" Aveva chiesto Adrien.

L'altro annuì. "Tutto quello che nessuno oltre te dovrebbe sapere!" Disse tendendo la mano. "Lascia che io beva il sigillo dei Kwami e lasciami venire con te in Italia domani, potrei esservi di aiuto." 

Adrien aveva tenuto lo sguardo sulla sua mano tesa. Sapeva anche dell'Italia e della prossima missione. 

"Che altro sai? Sai se sconfiggeremo Papillon e Lady Octavia?" 

Marcel scosse la testa, poi chiuse gli occhi sfiorandogli la spalla. "Prevedo solo che sarà difficile per te affrontare Papillon e che avrai bisogno dell'Aquila per gestire un confronto con lui." Rispose con affanno. 

Adrien lo fissò spaventato. "Ma ci riuscirò! Io e Ladybug lo sconfiggeremo."

Lui annuì "Voi due con Haoxin e Black Lady e gli altri eroi vostri compagni. Non so come, non so cosa accadrà ma vincerete." Gli aveva detto e lui gli aveva creduto.

E così quella mattina se lo era portato dietro in Italia, e quella mattina stava consegnando il Miraculous dell'Aquila  a qualcuno di cui si fidava e che sapeva avesse del giudizio.

Quando i croissant appena sfornati furono pronti Chat Noir salutò Tom ricordandogli quanto fosse importante si mantenesse la segretezza delle proprie identità eroiche e quanta fiducia avesse in loro e sparì. Avrebbe dovuto preparare delle valigie, il giorno dopo sarebbe dovuto partire.

 

Chloé era già pronta con le sue valigie pronta a partire con sua madre alla volta di New York. Lo sguardo andava oltre il finestrino dell'elicottero, i pensieri volavano sempre di più proprio come le eliche di quest'ultimo diretto in un paese lontano da casa oltreoceano, lontano da tutti coloro che pensava fossero i suoi amici. 

Da quando Ladybug le era andata contro in tutto e per tutto sentiva dentro di se come se qualcosa si fosse spezzato. 

Durante il periodo in cui era stata Queen Bee dentro di lei si era accesa una luce di speranza, per una volta si era sentita parte di un tutt'uno. Lei, Ladybug, Chat Noir... anche Rena Rouge e Carapace, si anche loro due nonostante non si fosse aspettata che potessero essere i suoi due amici di classe. Erano stati un team, un team favoloso che aveva combattuto per Parigi ma sopratutto che aveva creduto fossero amici. 

Per la prima volta aveva avuto con altri in comune... cosa? Il successo? La notorietà?

No, no non era stato nulla di ciò, era stato un ideale, qualcosa in cui si credeva e in cui si era sentita esclusa nel momento stesso in cui Ladybug l'aveva esclusa dal team perché non la riteneva più utile, così le aveva detto Mayura? Ma veramente così era? Realmente non era stata più utile quando la sera prima la super eroina che tanto ammirava si era presentata alla Francois DuPont con Chat Noir e gli altri due eroi? 

Per quasi due mesi si era sentita un'esclusa per ciò che aveva fatto. Aveva fatto agli altri ciò che per se aveva scelto di fare volontariamente, ovvero rivelare la sua identità. Con il suo gesto aveva smascherato Alya e Nino, i suoi compagni di squadra. Coloro con cui aveva combattuto fianco a fianco durante la giornata degli eroi! Gli altri? Con loro non aveva nulla in comune, quella Kagami e quel ragazzo con i vestiti da pezzente non pensava fossero alla sua altezza, Max e Kim? Erano compagni di classe e nonostante avesse sempre fatto loro dei dispetti, più di una volta l'avevano difesa dagli akumizzati di turno. 

Con il suo gesto aveva perso per sempre Pollen, ed aveva fatto perdere anche agli altri il diritto di avere dei Miraculous. Egoista! Per la prima volta si era reputata questo, perché le mancava Pollen e sicuramente anche agli altri mancavano i loro Miraculous. Non a Ladybug o Chat Noir, ma a coloro che lei aveva smascherato, perché a dimostrazione di quanto potessero essere forti i due si erano già formati un altro team, sostituendoli. Fino alla sera prima! Carezzò il ciondolo a forma di cuore intorno la catenina di diamanti che possedeva. La sera prima l'avevano ripresa nel team con loro, con diritto di recesso le avevano detto. 

"Per tutti c'è una seconda possibilità..." aveva detto il tipo in bianco. 

Avevano avuto fiducia in lei di nuovo, la stessa Ladybug si era fatta avanti: non sbagliare! Ne hai pagato le conseguenze! Papillon ne ha approfittato. 

E quando lo avrebbe fatto? Lui ha giocato le sue carte e con Mayura avevano dimostrato che lei valeva, quando avevano akumuzzato i suoi genitori era stata lei a liberare Parigi! Papillon le aveva detto che andando dalla sua parte li avrebbe liberati e così era accaduto.

Sussultò guardando annichilita sua madre. Papillon aveva usato i suoi genitori per farla cadere nella sua trappola!! Papillon aveva usato i suoi genitori... Papillon sapeva chi erano i suoi genitori, lei era Chloé Bourgeois, la figlia di André e Audrey Bourgeois. Tutti lo sapevano, come erano a conoscenza del fatto che lei fosse Queen Bee.

"Non posso darti più il Miraculous, Papillon conosce la tua identità e potrei metterti in pericolo..." le parole di Ladybug le rimbombavano nella testa. 

Quello che aveva predetto l'eroina si era avverato, lei si era lasciata prendere dal male per scopi personali cadendo nella trappola di Papillon, con Mayura che le era stata addosso costantemente come un grillo parlante. 

"Tutto bene Chloé? Non soffrirai il male d'aria spero." Irruppe la voce di sua madre. 

Chloé scosse la testa. "Nulla! Sto bene, pensavo solo a Papillon." Disse lei.

"Quel mostro pagherà per l'umiliazione che ti ha provocato Chloé, lui e Ladybug avranno pane per i loro denti." Disse Audrey risoluta. "Ci penserò io! Così capiranno cosa significa mettersi contro un Bourgeois." 

"No... non... Ladybug non ha..." 

"Ladybug è la causa di tutto!" Affermò Audrey.

"Papillon vi ha usato come esca. Vi ha akumizzato e io sono caduta nella sua trappola." Disse allora lei con convinzione. Adesso dirlo ad alta voce tutto le era più chiaro, era stata manipolata da Papillon. Quante volte aveva combattuto contro le sue akuma perché non voleva essere akumizzata ed ora ecco che gli si era gettata senza remore a capofitto perché era stata messa da parte. Per un suo errore: rivelare al mondo intero chi fosse Queen Bee. 

Audrey la fissò attentamente. "Papillon la pagherà. Devo solo prepararmi a combatterlo e la pagherà, nessuno umilierà più la mia bambina." Disse allora la donna. 

Chloé sospirò, sua madre non sapeva contro chi si metteva, Papillon poteva essere sconfitto solo dai suoi simili, ovvero Ladybug ed i suoi compagni. 

Ma fortunatamente erano diretti a New York, sua madre lì era al sicuro e lei poteva dedicarsi a se stessa, a rifarsi una vita ed a farsi conoscere da Bella. Già il suo nome le piaceva ed era un bel passo avanti, certo essere un pennuto anziché la regina la infastidiva. Ma forse se si fosse comportata bene un giorno Ladybug le avrebbe ridato Pollen.

 

Luka attendeva Marinette fuori la Boulangerie dei suoi genitori. Sinceramente non sapeva come definire il rapporto con la corvina, non si era sbilanciato troppo con lei. Anche perché Marinette non lo incentivava a dare di più, era evidente che ancora amava Adrien, lo aveva visto nei suoi occhi il sabato passato al cinema insieme agli altri, i loro sguardi ne erano stati traditori e quando i due si erano allontanati dal cinema insieme era stata la prova definitiva. Marinette aveva detto che si era messa Adrien alle spalle, ma il ragazzo non ci credeva, come anche non credeva alle parole del modello biondo che gli aveva detto che tra loro c'era solo una bella amicizia. 

L'amicizia era diversa dall'amore e avrebbe dovuto saperlo Adrien, un amico non tendeva ad avere occhi solo per quella ragazza. E così era il modello nei confronti di Marinette, lo aveva capito già quando erano stati insieme alla pista di pattinaggio. Se ti piaceva una ragazza non andavi a soccorrere l'altra che era già accompagnata o non le correvi dietro preoccupato perché lasciava la pista. Forse Adrien non aveva ancora chiari i suoi sentimenti a differenza di Marinette, ma fosse stato in lui non l'avrebbe tenuta tanto in attesa. Lei era splendida, un angelo sempre disponibile per tutti, fragile anche se si faceva vedere forte e questo Adrien doveva capirlo. 

Finalmente la sua compagna giunse, gli sorrise e lui ricambiò. 

"Dove vuoi andare?" Le chiese passandole il casco giallo.

Lei scosse la testa, non aveva una preferenza bastava stare insieme. "Mi è indifferente." 

Lui annuì ed attese che salisse poi partì. "Quando partirai per Londra?" Chiese strada facendo.

"Domattina, prendiamo il treno dello 7.50!" Disse la ragazza appoggiandosi con la testa sulla schiena del musicista. 

"Mancherai tanto." Disse allora lui.

"Lo stretto necessario. Un'esperienza comunque da fare, Londra sarà bellissima." 

"Musicalmente parlando è fantastica. Un giorno ci andrò anche io!" Riferì lui.

"Stai mettendo soldi da parte per questo?" Chiese lei mentre lui si fermava d'improvviso. "Siamo arrivati?" 

"No... prendi la bici e scappa Marinette." Disse invece lui fissando il cattivo di turno a qualche metro di distanza.

Anche l'attenzione di Marinette fu attirava dal super cattivo di turno, doveva trasformarsi in Ladybug.

"Ma tu..." 

"Io lo distrarrò. Ti prego va Marinette!" Disse allora il musicista.

Marinette non poteva perdere tempo, quindi annuì. "Scappo." Disse prendendo la bici e scappando verso un vicolo poco distante.

Luka si diresse verso il cattivo un uomo che era incorporato corpo e costume con un aeroplano. 

Si nascose dietro un albero e chiamò Rizza. "Secondo me quella ragazza non fa per te!" Disse il Kwami uscendo allo scoperto. 

Luka scosse la testa. "Al cuore non si comanda, forza Rizza... PORTIAMO IL TERRORE!" Disse mentre il Kwami entrava nel ciondolo dello scorpione e procedeva a trasformare il suo portatore. 

"Farò fuori tutto e tutti con il mio esercito." Diceva Mr avion sollevando la mano sinistra e liberando da essa tanti aeroplani carichi di proiettili. 

"EHI TU!" Gridò Red Scorpio arrivando sul posto. 

Mr Avion si voltò verso il giovane facendo un verso di scherno. "Tó guarda! Un piccolo aracnide, non credere di farmi paura!" Disse il cattivo.

"Fossi in te non ne sarei tanto sicuro. Ti ricordo che io sono la paura." Disse lo scorpione.

"Ed il sono il coraggio che gli fa compagnia!" Aggiunse una voce dall'alto. Raiongāru si lanciò verso il compagno sul suo skateboard fino a raggiungerlo.

"Cosa abbiamo qui?" Disse una seconda voce raggiungendoli, era Ladybug.

"Un volo diretto per i Caraibi insettina. Ammetiamolo, una vacanza non sarebbe male!" Disse beffardo Chat Noir arrivando. 

"Amo l'idea di una vacanza gratis." Affermò Red Scorpio lanciando il pugno a Chat Noir che andò a batterlo. 

"Smettetela voi due e diamoci una mossa." Li esortò Raiongāru facendo scattare lo skate. 

"Concordo con la mia collega." Acconsentì Marinette "Dopo avrete tutto il tempo per le vostre scorribande." E così dicendo il quartetto si mise all'opera...

 

"Ben fatto!" Dissero i quattro dandosi il pugno per festeggiare la vittoria. 

Adrien fissò negli occhi Red Scorpio strizzandogli l'occhio. "Dovremo finire di vederci così!" Affermò divertito.

"La prossima volta ti invito a cena fuori." 

"La tua proposta mi piace. Andiamo al cinese, sabato sera c'è l'inaugurazione del Ristorante Shifu e dovrò portare un accompagnatore." Ammiccò lui. 

Ladybug fece una smorfia. "Sicuramente gli Shifu avranno invitato anche loro Chaton." E tu sei con me, avrebbe voluto aggiungere la ragazza.

Red Scorpio e Raiongāru annuirono. "Si, ci siamo anche noi!" Disse la ragazza leone.

"Metti l'abito da sera tesoro!" Ammiccò Red 

"La mia tuta va più che bene!" Rispose secca Raiongāru 

"Io ce l'avevo con Chat Noir!" Continuo ambiguo lo scorpione.

"Sarò il più bello della festa, non ti deluderò." Disse infatti quest'ultimo.

 "Ehi tu!" Si intromise Raiongāru tra i due separandoli. "Flirtate quando non ci siamo noi." 

"La tua leoncina è gelosa amico mio!" Affermò allora Chat Noir allontanandosi e inchinandosi a Ladybug. "Papillon permettendo ci vediamo sabato sera alle 19.00 alla giostra del parco." 

Ladybug annuì. "Sarai quello col vestito più bello!" Lo prese in giro. 

Lui rise. "Già!" Tirò su una mano e salutò anche gli altri due. "A sabato sera!" E così dicendo sparì oltre la piazza.

Stessa cosa fece Ladybug salutando i due e allontanandosi. La corvina doveva tornare da Luka non poteva perdere tempo adesso che monsieur Jerard era tornato in se. 

Sul campo di battaglia erano rimasti solo Raiongāru e Red Scorpio. Il secondo si assicurò che tutti fossero al sicuro poi tornò dalla sua collega. 

"Dove hai messo la tua grinta oggi Raiongāru?" Le chiese.

Lei scosse la testa. "Il ragazzo che mi piace ha detto che siamo solo amici." Disse lei secca. 

"Mm... non sempre le cose vanno come vorremmo!" Disse lui sentendo il suo Miraculous scandire il tempo che passava. 

"Anche tu una situazione simile?" Chiese lei.

"No! Più complicato, lei mi piace ma a lei piace un altro che è anche mio amico." Spiegò lui.

"E il tuo amico?" Chiese lei a quel punto allontanandosi con il collega. 

"Lui credo che la ami ma forse ancora non lo sa." Rispose lo scorpione.

"Odio le persone indecise, come si fa a non sapere ciò che si vuole." Disse allora lei una volta arrivati nei pressi di un bar dove entrarono.  

Luka chiese un cornetto alla marmellata e quando lo ebbe lo divise in due dando la metà alla sua partner. Poi si diressero ai bagni dove si divisero appena in tempo prima di trasformarsi. 

Luka sorrise al Kwami passandogli il cornetto ed attese che lo mangiasse. "Forse lui ancora non sa cosa vuole." Disse Luka alzando la voce. 

Nel bagno accanto Kagami osservava il suo Kwami.

"I dubbi e le incertezze non servono e con loro non si va avanti." Affermò.

"Forse lui ha qualcosa che lo blocca!" Lo difese ancora Luka. Finalmente Rizza aveva finito di caricarsi. 

"Prendi le sue parti? Ma lei la vuoi si o no?" Chiese a quel punto Kagami. 

Luka sospirò. "Rizza! Portiamo il terrore!" Rispose alla collega.

Kagami scosse la testa. "Nissa! Fuori la grinta!" Uscirono dai bagni e Raiongāru fissò Scorpio negli occhi. "Anche tu non sai cosa vuoi." 

"Qui ti sbagli!" Le disse lui uscendo dai bagni e porgendo due euro alla cassa. "Io voglio non essere un ripiego. Quello che forse accetti tu?" 

I loro occhi si incrociarono e si sfidarono. 

"Perché so che posso vincere!" Red Scorpio le sorrise uscendo all'aperto e respirando l'aria fresca.   

"Ti ha detto che siete amici! Capisco che sei impavida e coraggiosa mia cara." Iniziò lui. "Ma credo che sia coraggioso anche accettare la realtà..." così da non restarci male dopo. Avrebbe voluto continuare. 

"Andiamo a prendere il gelato prima che ti lasci solo." Disse allora lei. 

Luka scosse la testa divertito, che testarda che era. "Credo di starti viziando un po' troppo." 

"Anche a te piace il gelato di André. Andiamo" disse lei salendo sullo skate.

Lui prese la sua frusta e la seguì. Ormai era diventata una routine prendersi del tempo per se stessi dopo uno scontro, andavano a ricaricare i Kwami poi prendevano il gelato chiacchierando della loro quotidianità senza rivelarsi le identità.

Una volta giunti nei pressi del carretto di André vennero accolti dal gelatai che guardandoli gli sorrise prendendo una cialda.

"Limone e arancia rossa per voi due."  

Raiongāru prese il gelato e ringraziò André mentre iniziava a mangiarlo. 

"Grazie André." Disse Luka facendo poi fece una smorfia alla sua partner. "Prendine un po'  Scorpio." 

"Oh ne volevi?" Chiese lei divertita. 

"Non devi andare via?" Chiese lui nello stesso tono. 

"Non voglio andare dov'ero!" Disse lei. Tornare in una casa vuota e silenziosa la deprimeva e da quando era Raiongāru finalmente poteva sentirsi libera di vivere. Sarebbe rimasta tuti il tempo che voleva. "Tu devi andare?" Chiese porgendogli il gelato. 

Luka ne prese un morso, aveva detto a Marinette di scappare e sicuramente era al sicuro in quel momento. Gli restava solo da recuperare la sua bicicletta. 

"Ho tempo, niente di importante." Rispose 

 

La mattina dopo i quindici studenti della Francois DuPont erano pronti alla partenza sul treno che collegava Parigi a Londra. Sarebbero state tre lunghe ore di viaggio e Marinette sperava vivamente di poter dormire durante il tragitto.

Una volta scelto il posto Alya le si sedette accanto e la fissò. "Perfetto, adesso puoi raccontarmi tutto!" Disse battagliera.

"A cosa ti riferisci?" Chiese la corvina.

"A te e ad Adrien ovvio. Eravate abbracciati in biblioteca, ti sei dichiarata?" Chiese Marinette.

"Gli ho detto che tengo a lui come amico e Adrien ha fatto altrettanto." Disse allora lei. Non poteva di certo dire all'amica che era innamorata di Chat Noir e di Adrien allo stesso tempo. 

"Come solo amici!" Chiese Alya.

"Solo amici sì. Non ho la testa per pensare ad altro in questo periodo, sono accadute cose in Cina che mi hanno fatto capire che devo pensare prima a me stessa poi all'amore. Per adesso io e Adrien siamo amici." Rispose lei convinta.

"Io penso che..." iniziò la mora

"Scusa Alta!?" Disse la voce di Adrien giunto in quel momento. Le due ragazze si voltarono.

"Oh Adrien, dimmi pure." 

"Potrei sedermi accanto a Marinette per favore, devo chiederle... ecco potremmo stare un po' soli?" Chiese alla fine 

Alya annuì, non sapeva cosa stava accadendo ma Adrien era decisamente interessato alla sua amica. Finalmente, avrebbe detto, ma perché Marinette voleva essergli solo amica?

"Certo. Sai che mi fa sempre piacere stare accanto a Nino. A dopo!" Disse alzandosi e raggiungendo il ragazzo. 

Adrien la seguì con lo sguardo ed annuì per poi sedersi vicino l'amica. Le porse una scatola e le sorrise. "Ho una proposta." 

Marinette osservò la scatola per poi leggere: integratori vitaminico. "Dimmi tutto."

"Scegliamo le materie alternative insieme a Londra, però poche così non ci riempiamo i pomeriggi." Disse cercando i suoi occhi cristallini. 

"Le stesse materie?" Chiese lei.

"O quasi. Basta che siano poche così potremo sfruttare questo periodo per riposarci. Se contiamo che Papillon e Lady Octavia non ci danno tregua." 

Marinette annuì. "Si infatti io speravo di dormire adesso." Chiese lei, anche la sera precedente erano dovuti sparire per Londra. 

"Vitamine Marinette, prendine quando ti senti stanca." Le consigliò lui mettendosi comodo.

"Tu le prendi?" Chiese lei

"Non ancora, però come te spero di dormire un po' adesso." Disse chiudendo gli occhi. 

"Cosa ci inventeremo a Londra quando spariremo?" O quando tornerò a Parigi, chiese allora lei socchiudendo gli occhi proprio come Adrien.

"Che usciamo a fare i turisti per Londra." Optò lui.

"Ci prenderanno per una coppia. Alya gia dice che lo siamo." Sussurrò lei ormai stanca. Si sentì afferrare la spalla e spingere verso Adrien.

"E noi lasciamoglielo credere. Desteremo meno sospetti e lavoreremo meglio."

Marinette fu pervasa dal dubbio, fingere non equivaleva al vero, si poteva fare? Significava mentire. Però in fondo questa era la sua vita da quando era diventata Ladybug, mentire ai suoi cari per poterli proteggere.

"Va bene Adrien, faremo così!" Disse lei con la voce sempre più bassa.

"Perfetto! Allora buonanotte Marinette." Le sussurrò lui mettendole una cuffia nell'orecchio destro, l'altra nel suo orecchio sinistro lasciò partire la musica mentre abbracciato con Marinette si addormentava in viaggio verso Londra.

   
 
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