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Autore: Emmastory    25/02/2020    4 recensioni
Dopo essersi unita al suo Christopher nel sacro vincolo del matrimonio, Kaleia è felice. La cerimonia è stata per lei un vero sogno, e ancora incredula, è ancora in viaggio verso un nuovo bosco. Lascia indietro la vecchia vita, per uscire nuovamente dalla propria crisalide ed evolvere, abituandosi lentamente a quella nuova. Memore delle tempeste che ha affrontato, sa che le ci vorrà tempo, e mentre il suo legame con l'amato protettore complica le cose, forse una speranza è nascosta nell'accogliente Giardino di Eltaria. Se avrà fortuna, la pace l'accompagnerà ancora, ma in ogni caso, seguitela nell'avventura che la condurrà alla libertà.
(Seguito di: Luce e ombra: Essere o non essere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Luce e ombra'
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Capitolo XLV

Mese di quiete e di nuove

Veloci, gli ultimi giorni d’estate si erano come rincorsi sul calendario, mentre le pagine, mosse dal vento, reale, magico o artificiale che fosse, si muovevano anch’esse senza sosta, e proprio oggi, tutto è cambiato. Un cerchio rosso attorno alla data odierna mi fa capire che è domenica, l’ultima prima dell’inizio di un nuovo mese, e con questo, di una nuova stagione. Più calmo dell’estate, e per questo lento e lieto, l’autunno si prepara a bussare alle porte del bosco e di tutti i suoi abitanti, e legata come sono alla natura, riesco già a sentirne la vicinanza. Ad essere sincera, non so se lo stesso valga per le mie simili benedette dal mio elemento, ma anche ora, mentre cammino per la foresta, lo sento. Il vento che cambia d’intensità e direzione, il sole che non sembra più forte e potente come prima, l’erba che ha smesso di cresce e appare perfino più timida del solito, e ultime, ma non per importanza, le foglie, tutte saldamente strette ai loro alberi ma consce del loro destino, che ben presto le porterà a cambiar colore, stancarsi, smettere di lottare e adagiarsi in terra, formando un magnifico tappeto per chi cammina ma non per sé stesse. Tranquilla, quasi non mi guardo intorno, e guidata sia da Christopher che dal mio ciondolo, non scorgo alcun segno di pericolo. Sollevata, inspiro a fondo, e attimi più tardi, espiro. Non succede niente, tutto attorno a noi è calmo, e abbassando lo sguardo, noto che Cosmo ci segue. Silenzioso, non abbaia come al solito, e con lo sguardo dritto in avanti, resta in silenzio, voltandosi a guardarci solo quando ci sente o vede rallentare. “Che vi succede? Andiamo, o non arriveremo mai.” Sembra voler dire, agitando la folta coda e fissandoci con i suoi grandi occhi azzurri. “Sì, arriviamo, Cosmo, tranquillo.” Gli dissi, fermandomi per qualche istante e affrettando appena il passo così che smettesse di guardarsi indietro. Passeggiavamo e basta, volevamo solo goderci l’aria di quel mattino spuntato da poco, ma lui sembrava avere altri piani. Silenziosa, mi guardavo bene dal parlare o giudicarlo ad alta voce, ma bastò un attimo, e all’improvviso, tutto fu più chiaro. Ormai era passata qualche settimana, ma ricordavo ancora bene il giorno in cui, camminando per questa stessa selva, ci eravamo imbattuti di nuovo nel corpo della madre del nostro piccolo amico. Ormai ferito da tempo e privo di vita, ma nonostante tutto perfettamente conservato. Incredula, avevo finito per voltarmi verso Christopher alla ricerca di lumi, spiegazioni e conforto, ma in risposta, lui non aveva fatto altro che stringersi nelle spalle. “Ne so quanto te.” Aveva sussurrato, incerto come mai prima d’allora. Spaventata, avevo sentito un brivido corrermi lungo tutta la schiena, e poi, in lontananza, notato un lampo di magia. Bloccata dall’insicurezza, non ero più riuscita a muovermi, e poi, per fortuna, eccola. Aster, che mossa dal proprio istinto, si era nuovamente dedicata alla cura della foresta attorno alla grotta sua e delle sorelle, e che per puro caso, aveva anche lei notato quel corpo. Sorpresa, si era precipitata verso il cadavere, e veloce, aveva posato una mano su quel pelo un tempo morbido e ora ispido. Non volendo intralciarla, mi ero subito fatta da parte, e con me anche Christopher, ma non Cosmo. Ancora piccolo, ma coraggioso nonostante tutto, lui si era invece fatto avanti, e riconoscendo in quell’esemplare adulto la propria madre, aveva ringhiato e abbaiato nel tentativo di spaventare la nostra amica ninfa. “È la mia mamma, vai via, via!” quelle le parole che potendo avrebbe sicuramente pronunciato, e che nonostante le nostre differenze, e forse proprio grazie ai miei poteri, giunsero alle mie orecchie, alla mia mente e al mio cuore come forti, chiari e al tempo stesso crudamente vere. Una scena triste, a dir poco straziante, alla quale avevo assistito con non poche lacrime negli occhi e sul viso, sconvolta. Lasciandolo fare, però, Aster non si era mossa, e calma e gentile come sempre, si era invece avvicinata, per poi inginocchiarsi al suo fianco, prenderlo in braccio e sussurrargli qualcos’all’orecchio. “Non le ho fatto alcun male, piccolino. Era ferita, ma adesso sta meglio, ed è in un posto migliore.” Frasi che quel giorno riuscii a udire solo sforzandomi, e alle quali mi sforzai di non reagire, sicura che altrimenti sarei nuovamente scoppiata a piangere. Ringraziando Aster con il solo uso dello sguardo, c’eravamo allontanati, e da allora, almeno per Cosmo la vita ad Eltaria era cambiata, diventando nuova e diversa. Aiutato dalla nostra amica, sembrava essere riuscito a metabolizzare il dolore di quella perdita, a comprenderla e accettarla senza dimenticare, neanche ora che ci spingeva a continuare quel cammino privo di una vera meta. Accelerando il passo, si era messo in testa alla nostra marcia, e con il respiro accelerato sia dallo sforzo che da un caldo ancora ostinato e persistente, appariva svelto e deciso, con in mente una destinazione tutta sua. Mantenendo il silenzio, mi voltai verso Christopher, e sorridendo appena, lui mi sfiorò la mano. “È solo un cucciolo, vediamo dove va.” Mi disse, incoraggiandomi a seguirlo. Annuendo, mi avvicinai a lui così da averlo accanto, e intuendo il mio volere, lui mi cinse un braccio attorno alle spalle. Da allora in poi, camminammo così, uniti come sempre. Lenti, i minuti ci parvero ore, e quando finalmente arrivammo, e io rialzai lo sguardo tenuto basso per evitare rocce e radici, eccola. Proprio davanti a noi, la piazza principale di Eltaria, spoglia delle bancarelle messe in piedi durante le sere di Notteterna, e a dirla tutta completamente vuota, ma nonostante questo, e a giudicare dalle decine di lanterne bianche appese e occupate a penzolare proprio sopra le nostre teste, simbolicamente piena. A quanto sembrava, la mia condizione non era certo passata inosservata, e per mia fortuna, agli occhi degli abitanti questa appariva davvero come un miracolo, che secondo le leggi del luogo e le parole di quei maledetti spiriti, nessuno avrebbe mai spiegato. Improvvisamente calmo, Cosmo si sedette, e abbaiando, ci richiamò a sé. Ancora straniti da quella sena, Chris ed io ci eravamo fermati per raccogliere le idee e letteralmente respirare, ma per lui non era finita. Felice per un motivo che solo lui conosceva, continuava a camminare e correre per la piazza, e fra un latrato e l’altro, ad attirare l’attenzione dei passanti. Volendo essere sincera, dovevo ammettere di non sapere cosa stesse facendo, né di conoscere la ragione dietro il suo gesto, e tanto divertita quanto silenziosa, lasciai correre. Stringendo la mano di Chris, quasi non mi accorsi del fiume di gente improvvisamente riversatosi in strada, né delle mie due piccole amiche pixie nascoste nella calca. Felicissimo, Cosmo continuava ad abbaiare, e con ogni secondo che passava, la piazza si riempiva. In breve, non ebbi quasi spazio per muovermi, e letteralmente sommersa dal mare di abitanti, per poco non piansi, felicissima. Era appena mattina, il sole era alto nel cielo, e il tempo e la stagione stavano cambiando, ma fermandomi a riflettere, capii. Ancora memore di quanto accaduto a sua madre, e di come la sua vita fosse cambiata grazie a me e Aster, aveva scelto di ricambiare a modo suo quel favore così grande. Circondata da visi amici e volti nuovi, dovetti sforzarmi per non crollare davanti a tutti, e non riuscendo a trattenermi, baciai Chris con tutta la dolcezza e l’amore di cui ero capace. Innamorato, lui mi lasciò fare, e quando ci staccammo, dopo quel contatto e un abbraccio durato per interminabili secondi, spostai tutta la mia attenzione su Cosmo, chinandomi e battendomi una gamba per averlo vicino. Obbedendo, il mio lupacchiotto non si fece attendere, e in silenzio, strinsi anche lui, che scodinzolando, parve voler parlare ancora. “Grazie, bello, grazie davvero.” Gli sussurrai, stringendolo a me e affondando le dita nel suo pelo folto e morbido. Così, ferma e in ginocchio proprio davanti a lui, non resistetti oltre e piansi di fronte a quell’intera platea, per poi rialzarmi e lasciarmi abbracciare nuovamente da Christopher, sempre vicino e pronto a sostenermi anche in quell’istante. Con gli occhi ancora velati dalle lacrime, alzai lo sguardo, e posandolo su quelle lanterne, mi sentii fortunata, amata e speciale, poiché Cosmo, piccolo lupo dal grande cuore, aveva fatto quanto in suo potere per dimostrarmi un concetto tanto semplice quanto profondo. Io lo avevo adottato salvandolo dalla vita nella selva senza sua madre, che vedendolo sarebbe stata orgogliosa, e stando al suo modo di pensare, l’intera comunità di Eltaria, umana e magica insieme, avrebbe nuovamente fatto lo stesso con me. Tornando a casa, ringraziai ognuno dei presenti, e sdraiata a letto a riposare, senza spostare le coperte e con ancora i vestiti addosso, pregai Christopher di raggiungermi e di restarmi accanto. Annuendo, lui non si fece attendere, e innamorati, ci scambiammo insieme mille dolci, calde e tenere effusioni, ancora sorpresi da quanto profondamente e velocemente la vita potesse cambiare, anche in una stagione normalmente connessa con la morte, e ai primordi di un mese di quiete e di nuove.  





Buonasera! Saluto voi lettori dopo quasi un mese di silenzio per motivi da me indipendenti, e torno con questo capitolo che trasuda speranza per Chris e Kaleia, anche dopo un flashback come quello mostrato, nonchè cosa sia capace di fare, quando ama, il miglior amico dell'uomo. Un gesto di puro amore disinteressato, non trovate? Grazie davvero di tutto il vostro supporto, e al prossimo capitolo,


Emmastory :)   
 
     
   
 
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