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Autore: Wolfgirl93    28/02/2020    1 recensioni
Per Izuku vedere la neve è come un dono che il cielo gli ha fatto, una notte di dicembre però tutto ciò a cui teneva venne spazzato via da delle impetuose fiamme, il suo odio per la neve iniziò a crescere e il ghiaccio si formò attorno al suo cuore.
AU BakuDeku
Dal testo: "Quella notte di dicembre la neve scendeva leggera sul suo regno, Izuku sorrideva come un bambino mentre guardava quei fiocchi scendere e imbiancare quel paesaggio sempre così serioso.
“Tesoro se continuerai a stare con il naso fuori ti si ghiaccerà e poi dovremmo tagliartelo.” Scherzò sua madre entrando nella sua stanza, come sempre senza bussare.
“Mamma! Non sono più un bambino! Poi è la prima neve che vedo da quando sono nato quindi non voglio perdermela!” Si lamentò il principe mentre continuava a fissare quella distesa bianca che tanto lo affascinava.(...)"
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Inko Midoriya, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shōta Aizawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il primo giorno di viaggio passò lento, Izuku era dilaniato dai pensieri e dai sensi di colpa e fu grato a Toshinori per non aver fatto domande, ma quando arrivò il secondo giorno di viaggio il momento delle domande arrivò e il principe fu messo alle strette.
“So che non dovrei impicciarmi ma ho pensato che tu e il principe Katsuki aveste un buon rapporto, oserei dire che nei vostri occhi era nato un sentimento nuovo e profondo ma vista la tua reazione di ieri devo dedurre che non sia lo stesso da parte tua?” Chiese il mago dolcemente lasciando a Izuku tutto il tempo per rispondere.
“Io… Ho avuto paura...” Quelle parole uscirono spezzate dalle labbra di Izuku, strinse le mani sui proprio pantaloni e strizzò gli occhi. “L’amore fa sempre male, quando si ama qualcuno si finisce sempre per perderlo e per soffrire e io non voglio, non ce la faccio!” Disse singhiozzando appena, quella morsa al petto era dolorosa e lui non voleva continuare a soffrire.

“Sai, capisco che tu abbia paura, alla fine l’amore è una cosa che può spaventare ma in fondo siamo sempre attratti da ciò che ci spaventa, no?” Toshinori scompigliò i capelli di Izuku, il principe era cresciuto in quei mesi e lui non poteva che sentirsi fiero nel vedere che stava diventando un giovane uomo forte e buono. “Molti saggi dicono che l’amore è un po’ come la neve, è un fenomeno che incuriosisce tutti ma che sotto sotto ci spaventa perché non sappiamo bene come funzioni; credo sia questo che lo rende ancora più interessante, il fatto che nonostante tutti gli studi che un uomo può fare, l’amore sarà l’unica cosa a cui non saprà dare un significato. E so che tu hai paura di soffrire ma alla fine non è forse questo il bello dell’amare qualcuno? Non importa se ci sarà tristezza o se quell’amore finirà, alla fine si rimarrà sempre folgorati da quel piccolo istante di felicità che ci scalda il cuore, proprio come quando si guardano i fiocchi di neve che scendono rendendo tutto bianco attorno a noi.”

Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso di Izuku che si lasciò andare abbracciando con forza il mago e irrompendo in un pianto liberatorio, non sapeva perché ma quelle parole lo colpirono direttamente al cuore esponendo ogni sua singola paura.
“P-Proverò a lasciarmi andare… Ma ormai penso sia troppo tardi...” Aggiunse con un sorriso amaro.
Toshinori gli lasciò un bacio fra i capelli spettinati e gli sorrise “Se il destino vorrà farvi stare insieme allora vedrai che lo incontrerai nuovamente.” Gli disse quelle cose come se gli stesse svelando un segreto e Izuku non poté non sorridere e sperare che l’altro avesse ragione.

 

Nonostante il tempo stesse passando velocemente Izuku non riusciva a reagire, sarebbe dovuto correre da Katsuki, dirgli che anche lui era innamorato e magari sperare che quell’amore li salvasse entrambi dal loro dolore, eppure nulla di tutto ciò accadde.
Il principe era terrorizzato all’idea di lasciarsi nuovamente andare all’amore, aveva paura che il dolore di perdere nuovamente qualcuno a cui voleva bene lo potesse distruggere fino a ridurlo ad un guscio vuoto; furono inutili le parole di incoraggiamento di Toshinori, quindi Izuku lasciò passare il tempo e serbò quel sentimento nel cuore sperando che sparisse presto.

Passarono almeno quattro mesi viaggiando di regno in regno, quella routine era ormai diventata l’unica ancora di salvezza per Izuku, immergersi anima e corpo nell’imparare nuove pozioni o nuove tecniche per far guarire le persone era diventato ormai il suo pane quotidiano e il ricordo di Katsuki e di quei sentimenti era stato sepolto in profondità nel suo cuore.

 

Katsuki nel mentre si sentiva sempre più un prigioniero in quel castello, sua madre era impegnata nei preparativi per la nascita e l’unico che sembrava ricordarsi della sua esistenza era suo padre che soleva andarlo a cercare per vedere se stesse bene.

“Sai ti vedo diverso, so che non è per via della gravidanza di tua madre...” Mormorò l’uomo guardando il figlio seduto sul suo letto, gli aveva sempre voluto bene e gli doleva il cuore nel vedere come sua moglie, la madre di Katsuki, lo trattava.

“Voglio andarmene.” Furono le uniche parole che uscirono dalla bocca del principe.

Il re spalancò gli occhi e boccheggiò per qualche secondo prima di riuscire a trovare le giuste parole per replicare. “C-Cosa? Ma tu sei un principe Katsuki, questo è il tuo regno, questa è la tua casa!”

Il biondo si limitò a ridere, guardò il padre quasi con scherno poi si alzò dal letto fronteggiandolo.

“Una casa dove non sono voluto? So cosa pensa mia madre di me, so che vuole già più bene a quell’esserino che tiene in grembo anziché al suo primo figlio e so che tu sei l’unico a cui importa ciò che mi aspetta. Però ormai sai cosa provo, sai che non sono mai voluto diventare principe e ora che ho una via di fuga voglio cogliere l’occasione.” Disse riuscendo finalmente a parlare dei suoi sentimenti con l’unica persona che, in quel castello, teneva a lui.

Masaru, il re sospirò piano poi poggiò una mano sulla spalla del figlio prima di attirarlo a sé e abbracciarlo; quel gesto irrigidì Katsuki che però non si oppose a quell’abbraccio, anzi.

“So anche che vuoi andartene per un altro motivo, l'apprendista del mago, non è vero?” Chiese Masaru sorridendo piano lasciando una lieve carezza fra i capelli spettinati del figlio.

Katsuki si allontanò di scatto con le guance rosse e gli occhi allarmati, come faceva il suo vecchio a sapere di Izuku e dei sentimenti che provava, il biondo cercò subito di mettersi sulla difensiva ma il re gli sorrise bonariamente calmandolo con dei semplici gesti prima di parlare.

“Sai era palese, passavate così tanto tempo assieme e lui ti trattava come se fossi un suo pari e non come un principe. E poi ogni volta che i vostri sguardi si incrociavano era chiaro vedere che c’era qualcosa oltre la semplice amicizia, infatti speravo che rimanesse qui ma quando è partito con Toshinori ho capito che forse c’era qualcosa che non andava. So che andartene è ormai la tua decisione definitiva ma voglio solo che tu sappia che io ti appoggio e lo farò sempre, prima di andare chiesi a Toshinori un metodo per comunicare con qualcuno anche se fosse uscito dal castello e lui mi diede questo.” Masaru tirò fuori dalla tasca un piccolo uccellino di legno, gli toccò la punta del becco e in un attimo fu avvolto in un piccolo fumo rossastro, quando il fumo si diradò nella mano dell’uomo vi era un uccellino vero che zampettava sul suo palmo e cinguettava felice.

“Voglio che sia tu ad usarlo per comunicare con me, voglio sapere dove andrai, cosa farai e se riuscirai a seguire il tuo cuore.” L’uomo premette nuovamente il dito sul becco dell’uccellino che in pochi secondi sembrò tornare di legno, lo porse verso il figlio e gli sorrise.

 

Quella notte di settembre Katsuki uscì dal castello in piena notte, si era avvolto in un mantello, aveva preso il suo cavallo e si era portato via una borsa con dei vestiti e delle provviste; quando varcò la soglia del regno si voltò verso l’unica finestra illuminata del castello e notò la figura di suo padre che sembrava sorridergli, accarezzò l’uccellino di legno che teneva in tasca e dopo aver spronato il cavallo partì.

 

 

Toshinori e Izuku avevano passati diversi mesi in giro per i vari regni, il principe stava iniziando a fare pratica con le pozioni e ormai gli sembrava così naturale mischiare gli ingredienti per creare qualcosa di utile.

A inizio novembre furono richiamati in un regno che il mago conosceva bene.
“Il re è un mio caro amico, è strano che mi chiami visto che ha un mago personale nel suo castello ma forse è per una rimpatriata o forse è successo qualcosa di grave.” Spiegò l’uomo stringendosi appena nelle spalle, sperò davvero che fosse la prima opzione.

Izuku rimase a bocca aperta quando entrarono in quel regno, era enorme e prima di arrivare al castello vi era un grande villaggio e un grosso mercato che faceva concorrenza a tutti quelli che aveva visto nei suoi viaggi con il mago.

“Izuku ci fermeremo qualche ora al mercato per prendere gli ingredienti che ci mancano e poi andremo verso il castello, voglio essere preparato così da poter risolvere ogni problema in fretta senza dover far aspettare il re.”

Il principe si era limitato ad annuire e dopo aver preso la piccola lista che Toshinori gli aveva fatto si era diretto a cercare alcuni ingredienti districandosi fra i vari banchi di quel grosso mercato.

Pagò una delle ultime cose poi dopo aver ringraziato l’uomo dietro al bancone si voltò, lo sguardo del ragazzo si spalancò e le sue labbra formarono una ‘o’ mentre in lontananza una figura aveva catturato la sua attenzione; c’era una donna di corporatura media con dei lunghi capelli color dell’erba, il cuore di Izuku tremò per un secondo e come catturato da quella visione iniziò a camminare e poi a correre verso la donna. Possibile che fosse sua madre? Possibile che fosse ancora viva? Il principe non ci pensò nemmeno per un attimo se quello che stava vedendo era reale o no, voleva solo seguire quella donna e sapere la verità; purtroppo la calca del mercato non stava giocando a suo favore e in pochi secondi perse di vista quella figura restando con il cuore vacillante.

“Ragazzo, tutto bene, sei pallido.” La voce di Toshinori lo risvegliò dal suo stato di trance, Izuku schiuse le labbra pronto a dirgli cosa aveva visto ma subito si fermò; non era sicuro che quella visione fosse reale quindi decise di non dire nulla e tenere, almeno per il momento, quella cosa per sé.
“Andiamo, il re ci aspetta.” La lieve carezza che il mago gli regalò lo fece leggermente riprendere, gli concesse un sorriso poi lo seguì entrando dalla grande porta del castello.

 

 

La sala del trono era molto minimale, i colori predominanti erano il marrone e il nero e ogni cosa in quel castello sembrava riflettere il suo possessore: il re – che Izuku aveva scoperto chiamarsi Shouta Aizawa e il principe che sedeva al suo fianco, il cui nome doveva essere Shinsou da come gli aveva detto Toshinori - era un tipo con lo sguardo sempre annoiato e con la strana mania per il colore nero, mentre il figlio sembrava guardarlo quasi con curiosità, cosa che fece sentire un po’ a disagio il ragazzino dai capelli verdi.

“Sono felice di vederti qui Toshi, ma speravo di riceverti da solo.” Disse il re prima di spostare lo sguardo su Izuku che si strinse nelle spalle abbassando lo sguardo quasi come se volesse scomparire.

Toshinori portò una mano a stringere una spalla del principino e sorrise all’amico seduto sul trono. “Questo ragazzo è un mio allievo e io mi fido ciecamente di lui, puoi dirmi ciò che vuoi anche in sua presenza.” Disse sorridendo facendo alzare gli occhi al cielo al re.

Izuku vide il re annuire prima verso il mago poi lo vide fare un gesto della mano ad una guardia.

“Ti ho chiamato perché credo tu sia uno dei pochi a conoscerla, mi dispiace non averti avvertito prima ma lo shock l’ha abbandonata solo qualche mese fa.” Quelle parole criptiche fecero assottigliare gli occhi di Izuku, il ragazzino sentì dei passi arrivare alla sua sinistra e con lentezza spostò lo sguardo verso di essi: gli occhi del principe si spalancarono e l’unica cosa che riuscì a fare fu sussurrare una semplice parola. “Mamma?”





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Scusate per il ritardo >__< credo che anche il sesto capitolo arriverà con qualche settimana di ritardo ma prometto che arriverà, spero che la storia vi piaccia e come sempre chiunque abbia qualche consiglio o critica me lo faccia sapere, sono sempre pronta a migliorarmi!
Al prossimo capitolo! 

   
 
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