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Autore: DanzaNelFuoco    04/03/2020    0 recensioni
COW-T #10 - missione 3 - prompts: luoghi del COW-T #2
Raccolta di BakuDeku, per la maggior parte AU
altri pairing vari indicati a inizio fic (perché in generale mutlishipping is the way)
--- Katsuki ha la bocca secca, un po’ perché quella soda era davvero una merda, un po’ perché non riesce a staccare gli occhi dei muscoli del tizio che guizzano sotto la maglietta ad ogni cassa di vino che impila sul pavimento - porca merda, è una cazzo di statua greca, in che palestra va e perché lui non lo ha mai visto?
“Katsuki, tesoro, lo so che è un eye candy, ma smetti di sbavare,” Mina gli dà un buffetto sulla spalla, e Bakugou potrebbe ringhiare che non è vero, non sta sbavando (bocca secca, ricordate?), ma è troppo concentrato a cercare di far combaciare la figura davanti a sé con il nerd rachitico che lo seguiva ovunque alle medie. Perché sì, ci ha messo un po’, ma alla fine lo ha riconosciuto: quello è Deku.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Da Buddy Pasticceria 
Altre ship: Uraraka Ochaco/Asui Tsuyu
Wordcount: 1286

 


C’erano tre cose che Izuku adorava. 

La prima era All Might, perché andiamo, chi non adorava All Might? 

La seconda erano le teorie strampalate che continuava a tirare fuori su fumetti e anime e film (e All Might, non dimentichiamoci, che in qualsiasi media venisse proposto, quello era pur sempre il suo personaggio preferito) e che i suoi amici si sorbivano e, a volte, raramente, apprezzavano - Izuku non dimenticherà mai i picchi di gioia raggiunti due anni prima quando Iida e Todoroki avevano effettivamente trovato punti di discussione sull’ultimo film di Kamui dei Boschi. Izuku era stato al settimo cielo, nessuno gli aveva mai dato altrettanti spunti da quando… 

No. La regola è che non si parla più di Kacchan in questa casa. 

Comunque, la terza cosa che Izuku adorava erano i dolci. 

Di qualsiasi tipo. 

Bastava solo che la concentrazione di zucchero fosse pari o superiore a quella necessaria per sviluppare un diabete mellito di tipo II e Izuku era felice, le sue papille gustative sarebbero esplose. 

Quindi, si potrà ben capire che nel momento in cui Uraraka si presenta a casa sua con un vassoio di pasticcini, affiancata dalla sua ragazza, Asui, che invece reca in dono il dvd dell’ultimo film di All Might con tanto di director’s cut e Iida e Todoroki a fare da spalle e pronti a sorbirsi i suoi rimuginamenti, a Izuku quasi viene da piangere.
Non se li merita proprio amici del genere. 

Uraraka posa il vassoio sul tavolo e lo scarta, la scritta dorata “Da Buddy, Pasticceria” sbrilluccica sulla carta prima che questa venga gettata nel pattume. 

“È una nuova pasticceria, ha aperto da poco,” Uraraka dice. “La cheesecake più buona che assaggerai mai, o almeno così la vendevano.” 

Izuku ha un presentimento e la cheesecake quella sera non la mangia. 

 

* * * 

 

La carta oleata viene recuperata dal cestino non appena la porta si chiude dietro Uraraka. 

Izuku studia l’indirizzo con gli occhi socchiusi, cercando di capire se in qualche modo Bakugou possa essere diventato Buddy e come. 

“La cheesecake più buona che assaggerai mai, nerd!” 

È solo una sensazione, il suo sesto senso che gli mette una pulce nell’orecchio e d’altronde quella frase non è registrata a copyright Bakugou Katsuki, no?
Ma trasuda proprio la sua arroganza, la sua necessità di essere sempre il migliore. 

Ci sono una possibilità su un milione che quella sia una delle cheesecake di Kacchan - Kacchan che lo ha abbandonato per andare a seguire quel suo dannato corso di pasticceria dall’altra parte del mondo e lo ha guardato con occhi tristi quando gli ha spezzato il cuore, quasi che lo stesse facendo per Izuku invece che per egoismo. “Non posso chiederti di aspettarmi per un anno.”
E chissenefrega se Izuku avrebbe aspettato anche un’intera vita. 

L’anno era passato ed erano diventati due e poi tre e Katsuki non era tornato. Mangiato vivo dall’America, esattamente come il padre di Midoriya. 

No, quella non può essere una cheesecake di Kacchan, deve essere il fottuto paradosso della macchina blu, vedere Kacchan ad ogni angolo di strada anche se sono passati tre anni. 

Eppure, Midoriya decide di andare a controllare lo stesso 

 

* * * 

 

Il negozio è bianco, candido, straordinariamente pulito, come Kacchan gli aveva sempre detto di averlo sognato.

Non vuol dire niente, si dice Izuku, ma la sensazione rimane lì in un angolo del suo cervello. 

Entra, con passo tremante, la campanella che tintinna all’aprirsi della porta quasi lo fa sobbalzare e… 

Il commesso dietro il banco non è Kacchan. 

Il commesso dietro il banco ha i capelli biondi, quasi gialli, nascosti da una cuffietta bianca e un sorriso aperto che invoglia alla chiacchera. Kaminari Denki indica la targhetta appuntata sul suo petto. 

“Posso aiutarti?”

“Sì, uhm… vorrei una fetta della vostra cheesecake.”

Il ragazzo, Kaminari, esegue.  “Ecco qui, la cheesecake più buona che assaggerai mai! Come dice sempre il nostro pasticcere nei meandri della cucina.” 

Izuku paga e si tiene rigira in mano il pacchetto con la sua meritata cheesecake come se non sapesse esattamente cosa farne - cosa che è assolutamente vera. 

Kaminari lo guarda come se fosse scemo, o forse è solo una sua impressione perché scemo ci si sente, “Posso fare altro?”

“Ehm… ecco… io mi domandavo…” Izuku si passa una mano tra i capelli, quasi mandando all’aria la cheesecake, e arrossice. “Ecco, mi domandavo se per caso il vostro pasticcere non si chiamasse Bakugou Katsuki?” 

Il viso del commesso si illumina quasi come se si fosse accesa una lampadina. “Sì! Te lo chiamo subito!” 

Kaminari sparisce dietro una porta a saloon bianca come il resto del locale. “Yo, Bakubro! C’è un cliente che chiede di te!” E poi, quando riemerge, Kacchan è con lui. 

Non appena vede Midoriya la sua maschera di irritazione svanisce. “Deku…” 

“Ciao, Kacchan.” 

Midoriya si torcerebbe le mani se solo le avesse libere. 

“Kaminari, andresti a controllare che la crema alla ricotta non impazzisca?”
“Ma la crema alla ricotta non impazzisce.” 

Kaminari…” 

“Vado, capo!” 

Una volta da soli, cade un silenzio imbarazzante

“Come mi hai trovato?” e “Quando sei tornato?” si chiedono i due ragazzi contemporaneamente. 

“Sono qui da quattro mesi,” risponde Kacchan. 

“Ti ho trovato perché una amica mi ha portato un tuo dolce. Un colpo di fortuna,” Izuku si guarda le mani, le vede stringere il pacchetto bianco e dorato e l’unica cosa che vorrebbe fare è distruggerlo, stritolarlo fino a renderlo una palla informe e immangiabile. “Ti chiederei perché non mi hai detto che eri tornato, ma visto che ti preme tanto sapere come ti ho trovato, suppongo che non volessi farmelo sapere.” 

Izuku ricaccia indietro le lacrime e si volta per uscire. 

“Con che diritto?” Bakugou quasi gli ringhia dietro. “Eh, dimmi con che diritto?” 

“No. Hai ragione. Non ho nessun diritto di venire qui a rimproverarti. Non eri tenuto a dirmelo.” 

La rabbia di Bakugou sembra sgonfiarsi. “No. No, Deku. Con che diritto potevo tornare qui dopo più di tre anni e dirti, “ciao, Deku, sono qui, scusami per essere stato uno stronzo, voglio aprire una pasticceria, passa pure a trovarmi quando vuoi?” Davvero Deku? Davvero avrei dovuto fare una cosa del genere?”
Katsuki si strappa via la cuffia con fare stizzito e i suoi indomabili capelli platino sbucano fuori quasi esplosi. 

“Non potevo, Deku. Non potevo costringerti ad aspettarmi allora, e non potevo ritornare a scombussolare la tua vita adesso. Non… non volevo sembrare quello che torna per chiederti di lasciare chiunque sia la persona con cui stai adesso solo perché mi sono degnato di tornare qui. Volevo… volevo solo lasciarti in pace.” 

“Non sto con nessuno adesso,” quello di Izuku è quasi un sospiro. 

“Cosa?”

“Non sto con nessuno adesso,” Izuku ripete più forte. “La tua cheesecake è la migliore che io abbia mai assaggiato.” 

“Io… Deku - Non è giusto.” 

“La vita non è mai stata giusta, Kacchan. Solo perché tu pensi di sapere cosa sia meglio per me o cosa sia più giusto per me… Non significa che lo sia davvero.”

“Io -”

“Sì, tu volevi lasciarmi libero e tutte quelle stronzate lì, ma, Kacchan, sono tre anni che non faccio altro che pensare a come sarebbe stato se io ti avessi seguito invece che restare al giornale, incassato in uno stupido lavoro che non mi paga abbastanza.” 

“Cazzo!” Katsuki quasi geme, “io…” non me lo merito? mi sento in colpa? 

Qualunque sia il modo con cui il pasticcere vuole terminare la sua frase, viene interrotto. 

“Sentite, baciatevi e basta, che sono stufo di stare a guardare la planetaria che gira!” 

“Kaminari!” Katsuki sbotta irritato, ma Izuku ridacchia. 

“Ha ragione lui.” 

E prendendogli il volto tra le mani, lo bacia. 

Non risanerà tre anni di lontananza, ma almeno è un inizio. 

 
  
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