Bacio
Rubato
Erik
ed Elena si incontrarono per l’ultima volta
nell’ufficio di quest’ultima, in
un'afosa mattinata estiva.
L’uomo
andò a trovarla di proposito, per informarla che stava per
lasciare il lavoro e
si sarebbe presto trasferito in un’altra città.
«Non
cercarmi più» le aveva ringhiato, senza ricordare
di essere stato lui stesso a
catapultare la donna nella propria vita, immischiandola nella
spiacevole vicenda.
«Vorrei
ricordarti che sono sposata e ho tre bambini» gli aveva
gridato lei di rimando,
«e soprattutto, amo mio marito!»
Elena
aveva volutamente scandito l’ultima parola; amava Edwin
più di quanto amasse se
stessa e non avrebbe potuto compiere alcun gesto per allontanarlo da
sé.
«È
stato un incidente» mormorò l’uomo,
d’improvviso afflitto e stanco.
Il
suo viso presentava uno spettacolo raccapricciante: era chiaro non
dormisse da
qualche tempo, ormai.
Non
appena aveva messo piede nell'ufficio, un intenso aroma dolciastro gli
era
penetrato nelle narici, tipico della collega: anche quando aveva
poggiato le
proprie labbra sulle sue, ricordava bene l’intenso profumo al
miele che la
donna indossava.
Dopo
qualche minuto passato in silenzio, entrambi si esaminarono negli
occhi,
convinti che la situazione fosse divenuta troppo imbarazzante per
restare nello
stesso luogo.
Elena
si sedette alla scrivania, fingendo di esaminare le cartelle cliniche
di alcuni
pazienti che aveva in cura.
«Ho
fallito, Néné¹»
mormorò l’uomo accovacciato di
fronte a lei, lo sguardo fisso a terra. «Volevo solo curare
mio fratello,
invece ho rovinato la mia famiglia».
La
voce roca e tremante suggeriva fosse sul punto di scoppiare in lacrime.
Erik
non aveva idea del modo in cui la moglie lo avesse scoperto: un giorno,
semplicemente, rincasò e trovò l'abitazione
completamente vuota.
Le
pareti erano improvvisamente divenute grigie, il pavimento si era
trasformato
in un profondo buco nero. La famiglia, come la conosceva lui, non
esisteva più.
«Mi
manca la mia piccola Anja» sussurrò con un filo di
voce, prima di lasciarsi
andare sulla poltroncina dell’ufficio della dottoressa Van
Römer².
«Baciarmi
è stato il tuo unico sbaglio» sibilò la
donna, tentando di reprimere la propria
natura di accostarsi all’uomo e stringerlo in un abbraccio.
Detestava
Erik per ciò che aveva fatto, per essersi spinto oltre, per
aver rischiato di
rovinare il suo piccolo nido di felicità.
Attanagliata
dal rimorso per la propria freddezza, aggiunse: «Capisco il
tuo dolore, Erik».
Poi
l’uomo si asciugò le lacrime, tirandosi in piedi
con sguardo solenne.
«Ti
prego… non salutarmi se mi riconosci»
mormorò, prima di abbandonare per sempre
l’ufficio della fidata collega.
Prompt:
«Baciarmi è stato il tuo unico sbaglio».
¹
Néné era il soprannome della principessa Elena di
Wittelsbach, nonché sorella
di Elisabetta di Wittelsbach, meglio nota come Sissi.