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Autore: Aperonzina    13/03/2020    0 recensioni
La vita di Seokjin e Namjoon è perfetta, vivono in una bella casa a Seoul, Jin lavora e Namjoon sta finendo gli studi.
Tra le mura del loro appartamento, si ritroveranno la casa invasa da cinque amici caotici che necessitano del loro aiuto.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Settimana 4
Sabato 23 marzo 18:00

 
Seokjin e Hoseok si erano ripromessi di parlare con Jimin il prima possibile.
Non erano sicuri di quello che avesse capito della situazione, quindi la loro intenzione era quella di fare chiarezza alla prima occasione.
Quel pomeriggio Jimin e Taehyung si erano recati a casa Kim, probabilmente avevano pensato di tornare a casa insieme a Jungkook, che lavorava rigorosamente nello studio di Namjoon dal primo pomeriggio.
Al momento in casa c’erano solo Seokjin ed Hoseok, che era capitato a casa dell’amico per caso e per fortuna, pensò lui.
Voleva davvero capire cosa stesse succedendo a Jimin.
I due colsero infatti la prima occasione quando Taehyung, dopo aver bevuto la sua tazza di tè, decise di andare in camera a chiamare Jungkook.
«Quello non fa altro che lavorare tutto il giorno, vado a tirarlo fuori da quella stanza». disse lamentoso uscendo dalla cucina.
Gli occhi di Jimin si soffermarono sulla sua figura mentre si allontanava, ma i due non avevano tutto il tempo del mondo, quindi decisero di assalirlo in quell’esatto momento.
«Jimin!» esclamarono all'unisono, tanto agitati che il minore quasi saltò sulla sedia.
I due si ricomposero, e Seokjin, dopo essersi scambiato un’occhiata con Hoseok, prese la parola «Ricordi quello di cui abbiamo parlato l’altro giorno? Sai, pensiamo che tu abbia frainteso la situazione».
Jimin assunse un’espressione curiosa, sembrava riflettere attentamente, «Parli di Tae?».
Seokjin annuì  «Sì, vedi, l’altro giorno ci è sembrato che tu avessi capito che…»
«Non vi preoccupate, so tutto…» lo interruppe Jimin.
Hoseok assunse un’espressione stupita «Alla fine te ne ha parlato quindi?».
Jimin scosse la testa «No, non direttamente, ma ormai è abbastanza chiaro ragazzi» sorrise tristemente, «ma capisco perché non me lo ha detto».
«E’ una cosa che lo affligge da parecchio tempo» andò in suo aiuto Hoseok.
«Si, non credere che non ci abbia provato a parlartene, ma non era semplice per lui».
Jimin lì osservò stupito «Quindi voi sapevate tutto» sorrise tristemente, «lo immaginavo, non preoccupatevi, per me è ok».
I due si guardarono confusi «E’ ok?» chiese Hoseok con un sorriso indeciso, «quindi che intenzioni hai?».
Jimin si strinse nelle spalle e ridacchiò «Che intenzioni dovrei avere hyung? Mi sta bene, ma gliene parlerò, lui sarebbe capace di portarsi questo segreto nella tomba».
«Fantastico allora!» esclamò Hoseok emozionato, «temevamo ti saresti arrabbiato, insomma, va avanti da parecchio tempo…»
«Davvero?»  le parole di Jimin restarono sospese in aria, perché i due più giovani entrarono nella stanza, confabulando al solito da quando il loro piano per la conquista di Jimin era iniziato.
Anche a Jungkook fu versata una tazza di tè e Hoseok e Seokjin si sentivano tranquilli e allo stesso tempo elettrizzati, quella faccenda si sarebbe presto conclusa.
 
Alla fin tutti i ragazzi avevano deciso di fermarsi per cena, anche quella sera Namjoon lavorava e gli amici non potevano certo lasciare Seokjin da solo.
Oltretutto anche Hoseok quella sera l’avrebbe passata da solo e i tre più giovani non avevano potuto rifiutare la buona cucina di Seokjin.
Jimin si sentiva tutto sommato sereno, non era stato del tutto sincero con i suoi amici, infatti doveva ammettere che qualcosa lo turbava, ma sicuramente era la situazione particolare che si era creata.
Era dispiaciuto, di questo ne era certo, essere l’unico tenuto all’oscuro di una cosa del genere non era certo piacevole, ma poteva capire le motivazioni di Taehyung e talvolta, anche il comportamento di Jungkook era più che naturale.
Nessuno di loro comunque avrebbe mai fatto niente per ferirlo, lo sapeva e questo gli bastava, il resto sarebbe passato con il tempo.
 


Sabato 23 marzo 20.50
 
Dopo cena Taehyung e Jungkook si erano seduti in salotto, le due testoline more si intravedevano dal divano mentre parlottavano tra di loro. 
Sorrise nel vedere la scena, tutto sommato stavano bene insieme, Jungkook era un ragazzo fantastico, lo aveva sempre pensato, era bravo in qualsiasi cosa, allegro, divertente e sapeva essere molto dolce.
Capiva perché Taehyung si fosse innamorato di lui e d’altronde chi avrebbe mai potuto dire di non a Tae, era il suo migliore amico e sapeva bene che persona fantastica fosse, era felice, Jungkook era in buone mani.
I suoi pensieri si bloccarono d'improvviso quando vide il braccio di Taehyung circondare le spalle di Jungkook. 
Sorrise, anche se iniziava a sentirsi nervoso e per distende lo stress e pensare ad altro, decise di andare ad infastidire un po’ la coppietta.
Si avvicinò con decisione, appoggiò le mani sullo schienale del divano e fece spuntare la testa tra i due.
«Ehi, che confabulate qui tutti da soli?» Tae sobbalzò e tolse la mano dalla spalla di Jungkook. Ridacchiò a quella vista «Allora? Avete i segreti?».
«Più o meno» disse divertito Jungkook, per poi appoggiare la testa sulla spalla di Taehyung ed escluderlo nuovamente, «e tu sei uno spione hyung» lo prese in giro.
Jimin provò un moto di fastidio che ricacciò subito indietro, era il solito Justin Seagull che lo prendeva in giro non appena ne aveva l’occasione.
«Ah, stai zitto ragazzino» disse arrampicandosi sul divano e dividendo a forza i due sedendosi tra di loro. 
«Ahi!» si lamentò Jungkook, deviando un piede di Jimin con la spalla, che altrimenti lo avrebbe colpito in pieno volto.
Taehyung invece lo accolse divertito, afferrandolo per la vita, timoroso che potesse scivolare in avanti.
Lui si precipitò sull’amico, circondandogli il collo con le braccia.
Chiuse un attimo gli occhi, poteva sentire il suo profumo forte inebriargli i sensi, Taehyung aveva sempre avuto un profumo che adorava e ormai gli ricordava casa, in quel periodo lo notava sempre più spesso.
Jungkook sospirò contrariato «Jimin hyung, sei il solito prepotente» disse scrollandoselo di dosso e alzandosi in piedi, «ho sete, vuoi qualcosa da bere?» chiese poi, vedendosi completamente ignorate dal maggiore. Jimin emise un debole verso di assenso, mentre Taehyung gli accarezzava la testa.
«TaeTae?» chiese Jungkook guardando l’altro ragazzo.
Taehyung non si scompose nonostante non avesse usato gli onorifici, in realtà non gli importava granché «Si, dai ,grazie».
Gli occhi di Jimin si spalancarono all’istante, oltre ad averlo chiamato in maniera informale, aveva usato il soprannome che solo lui gli dava, era una sorta di regola non scritta, solo lui poteva chiamarlo così.
Quel fastidio provato poco prima risalì dritto dritto fino allo stomaco, alzò la testa di scatto, pronto a dirgliene quattro, per aver chiamato Taehyung in maniera informale, naturalmente, ma nel momento stesso in cui la sua testa si alzò, invece di vedere il viso di Taehyung difronte a lui, sentì una forte botta alla testa, seguita da un urlo rauco.
Taehyung si sciolse subito dall’abbraccio e si portò una mano sul naso, grosse gocce rosse erano colate sulla sua maglia «Oddio» esclamò Jimin, cercando di aiutarlo a tamponare la ferita.
Jungkook, allarmato, si era precipitato in cucina e ora accorreva con un panno bagnato, che appoggiò sul viso di Taehyung aiutandolo a fermare il sangue e tendendogli il viso rivolto verso il basso.
Anche Seokjin ed Hoseok arrivarono in salotto preoccupati, trovando Jungkook e Taehyung alle prese con la perdita di sangue e un Jimin mortificato che li osservava.
 

Ci volle qualche minuto prima che il sangue si fermasse del tutto, Jimin era come pietrificato davanti alla scena.

«Quanto deve essere stata forte quella testata per fargli uscire tutto quel sangue?» gli chiese Hoseok ridacchiando, sollevato nel notare che non era nulla di grave e osservando Jungkook che continuava a tamponare la ferita che si stava velocemente chiudendo.
Jimin guardava tristemente Taehyung che si lasciava alle ultime cure di Jungkook.
«Ehi» disse poi Hoseok osservando la sua espressione, «rilassati, non lo hai fatto mica apposta» disse dandogli un colpetto sulla spalla.
«Sì ma…» borbottò sull’orlo delle lacrime.
«Più che altro mi spiace per il divano» disse Taehyung prendendo il panno dalla mano di Jungkook e alzando il viso, il sangue stava cessando completamente.
Si girò a guardare le macchie che aveva lasciato «Ho fatto un bel casino, spero si possa pulire».
Seokjin sospirò scocciato «Ti pare che me ne freghi qualcosa del divano? Fammi vedere come stai» disse avvicinandosi premuroso.
Jimin osservava immobile l’amico, si sentiva un’idiota, perché era stato così avventato? Solo per sgridare Jungkook per una stupidaggine?
In quel momento capì che in realtà gli importava, non era stato sincero con gli hyung, gli dava fastidio essere stato l’ultimo a sapere le cose.
Non voleva ammetterlo, ma non sopportava il pensiero che i due stessero insieme, non ne capiva il motivo, ma si sentiva fragile al solo pensiero e questa sua stupidità e la sua solita impulsività lo avevano portato a ferire Taehyung.
 


Il sangue si era fermato da un po’ e a Taehyung non era passato inosservato lo sguardo afflitto di Jimin, oltre alle mille scuse che gli aveva fatto.
Adesso l’amico si trovava in bagno da un po’ e i dubbi iniziavano a farsi sentire.
«Forse dovrei andare da lui» disse Taehyung preoccupato.
«In bagno? Così avventato?» chiese Hoseok ammiccante.
Taehyung rise delicatamente «Seriamente, credo si senta in colpa, eppure è stato solo un incidente…».
«Jimin è molto sensibile, lo sai» intervenne Seokjin.
Jungkook annuì silenziosamente «Sì» disse sicuro «Sì, è via da troppo tempo, probabilmente si sta disperando, andare da lui ora è una mossa perfetta, fatti valere!» lo incoraggiò.
Taehyung, rassicurato da tutti i suoi amici, ascoltò il consiglio e lasciò la stanza.
Nel frattempo, Hoseok e Seokjin ne approfittarono per raccontare tutto a Jungkook.
I tre erano elettrizzati, per quanto ne sapevano, quella sera stessa quei due si sarebbero potuti mettere insieme.
 
 
Taehyung aveva bussato più volte alla porta del bagno senza ricevere risposta e nel momento in cui decise di entrare senza permesso, sentì un peso che gli impediva di aprire completamente la porta.
Come suo solito, Jimin doveva essersi rannicchiato per non farlo entrare mentre piangeva, lo faceva sempre quando litigavano.
Ma perché ora avrebbe dovuto piangere? Si era forse spaventato? Temeva fosse arrabbiato con lui per l’incidente?
Decise di chiederlo al diretto interessato.
Spinse forte la porta, facendo finire il suo amico sempre più vicino al muro. Lo trovò infatti con il viso appoggiato alle gambe, tutto rannicchiato, lo salutò con un mugolio infastidito.
«Ehi, che ci fai qui?» Taehyung chiuse la porta.
Jimin fece di no con la testa e si spinse con i piedi nuovamente contro la porta.
«Non me lo dici?» chiese Taehyung sedendosi anche lui accanto all’amico, «lo sai che non è successo nulla vero?».
Jimin tirò su col naso e finalmente alzò il viso verso il suo interlocutore «Non è quello».
«Uhm» ascoltò curioso Taehyung, portando una mano sul viso dell’altro per asciugargli le lacrime, «e allora cosa c’è che non va?».
Jimin si strinse nelle spalle e si strofinò gli occhi, rannicchiandosi e nascondendo nuovamente il viso «Niente» purtroppo Jimin non riusciva a capire cosa gli stava succedendo, ma lo confortava avere Taehyung vicino.
Taehyung sospirò, appoggiando la testa su quella di Jimin «Se non vuoi dirmelo non importa, posso aspettare qui finché non te la senti».
Jimin sorrise appena, «Allora temo che resteremo nel bagno degli hyung per tutta la vita».
«Non sarebbe male vivere qui» disse Taehyung ricambiando il sorriso, «potremmo farci passare il cibo dalla finestra e la posta da sotto la porta».
Jimin ridacchiò «La vasca potrebbe essere il nostro letto».
«E lo specchio il nostro televisore».
Jimin ora rise apertamente, asciugandosi qualche lacrima «Non mostrerebbe un grande spettacolo».
«Parla per te» lo rimbeccò l’altro, «La mia faccia è uno spettacolo meraviglioso».
Jimin ricominciò a ridere, appoggiandosi alla spalla dell’altro, «Hai ragione, il nostro intrattenimento sarà guardare la tua faccia».
Taehyung sorrise, poi riprese serietà «Se dovessi vivere per sempre rinchiuso in un bagno con qualcuno, vorrei che quella persona fossi tu».
Jimin rimase colpito da quelle parole, che per quanto stupide fossero, lo fecero sentire meglio.
Poi sbuffò divertito «Non voglio vivere per sempre nel bagno degli hyung».
Taehyung si voltò per vederlo bene in viso «Si, non è una grande aspirazione» convenne, «quindi perché non mi dici che cos’hai e usciamo da qui?».
Jimin sospirò tristemente, non distogliendo però lo sguardo dall’amico «Non lo so» ed era così, non sapeva qual era il suo problema, sapeva solo che voleva che il suo Tae stesse con lui per sempre, sapeva anche che aveva una gran paura di perderlo e questa paura ultimamente lo affliggeva.
«Sei innamorato di qualcuno Tae?» alla fine disse di getto la prima cosa che gli venne in mente, aveva pronunciato lui quelle parole ma in qualche modo riuscirono a prendere alla sprovvista anche lui.
Taehyung si sentì improvvisamente la gola secca e il corpo immobilizzato, gli occhi fissi su di lui.
«Lascia stare, scusa» fece per alzarsi, ma Taehyung lo trattenne per un braccio, costringendolo a sedersi nuovamente per terra.
Avrebbe voluto parlare, spiegarsi, ma non appena il suo sguardo e quello di Jimin si incontrarono, il viso di lui così vicino al suo, le parole gli morirono in gola, perché  il maggiore si era sporto delicatamente verso di lui.
Le labbra, più morbide di quanto si sarebbe aspettato, erano posate sulle sue, in un bacio casto e silenzioso.
Non sapeva perché Jimin lo stesse baciando, in una situazione simile, nel bagno di Jin, ma lo lasciò fare.
Taehyung sentì i battiti del cuore accelerare d'improvviso, era indeciso se essere immensamente felice o morire sul colpo.
Dopo un momento di esitazione, accarezzò la guancia di Jimin preso da un moto di fiducia, che però svanì presto. Riuscì appena ad approfondire quel bacio, perché venne interrotto da gocce bagnate che gli inumidirono le guance. 
Jimin stava piangendo.
Aveva sbagliato qualcosa?
Si separarono e Jimin si alzò di scatto, questa volta non riuscì a trattenerlo, «Scusa» disse con voce tremante, per poi aprire la porta e correre fuori.
 
Sfrecciò in salotto e salutò appena gli altri «Torno a piedi ragazzi» non si era neppure premurato di asciugarsi completamente le lacrime, il viso era arrossato e gli occhi non sapevano dove guardare.
I quattro ragazzi, -nel frattempo anche Namjoon era tornato-  cercarono di fermarlo, ma lui non volle saperne.
In meno di pochi minuti aveva preso le sue cose ed era uscito di casa «Ho voglia di far una passeggiata, davvero, grazie» si scusò, rifiutando il passaggio di Seokjin.
Si sentiva tremendamente in colpa, uno stupido, aveva baciato il suo migliore amico. 
Lo aveva fatto perché non sopportava di vederlo con qualcun altro, lo aveva fatto per una sua mania, per possessione.
Corse per quelle scale come non aveva mai fatto, digitando il numero di Taemin, sapeva che lo avrebbe ucciso piombandogli in casa a quell'ora, ma aveva bisogno di un amico.
Le lacrime ricominciarono presto ad inumidirgli gli occhi. 
Non poteva farlo, non poteva innamorarsi di Taehyung, non in quel momento, non più.
 
Quando Taehyung tornò in salotto aveva un'espressione stralunata, ma i suoi occhi cercavano Jimin in ogni angolo della stanza «Dov’è?».
«Che gli hai fatto?» avanzò Jungkook, in apprensione.
«Io nulla!» esclamò.
Hoseok, Seokjin e Namjoon, lo osservarono curiosi «In che senso?» chiese quest’ultimo.
«Oh, ciao hyung» lo salutò accorgendosi solo allora della sua presenza, «beh, credo mi abbia baciato» disse ancora scioccato, «ma dov'è? È scappato? Non capsico» Taehyung sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.
«Cosa?» esclamò Jungkook
«Ora siediti Tae» consigliò Hoseok, «in che senso credi che ti abbia baciato?» chiese poi confuso.
«Ma devo trovarlo» esclamò in preda al panico.
«Mi ha appena mandato un messaggio Taemin» disse Seokjin attirando l’attenzione su di sé, «a quanto pare lo ha chiamato, sta andando a prenderlo».
Lo sguardo di Taehyung era perso nel vuoto, mentre si sedeva lentamente «Mi bacia e poi va da Taemin? Io non sto capendo».
Namjoon si sedette al suo fianco e tutti gli altri intorno a loro «Cos’è che è successo esattamente?».
Taehyung sospirò, mentre elaborava ciò che era appena accaduto «Mi ha baciato» ribadì per l’ennesima volta.
«Sì», disse secco Seokjin, «fin qui lo abbiamo capito».
«E poi ha pianto e poi è scappato» disse confuso, «non è accaduto altro».
Ci fu silenzio, quando Taehyung puntò i suoi occhi in quelli di Namjoon, che era la persona più vicina a lui «Baciare Jimin è come quando da bambino ti era concesso lo zucchero filato alle fiere di carnevale».
«Bleh!» esclamò schifato Jungkook.
Hoseok e Seokjin scoppiarono a ridere e Namjoon trattenne malamente una risata «Ok, Tae, ma vi sarete detti qualcosa prima di quello».
Taehyung ci rifletté un attimo «Ho dei ricordi un po’ confusi prima del bacio, parlavamo di vivere nel vostro bagno»
Namjoon corrugò le sopracciglia confuso, mentre Seokjin ed Hoseok si accasciarono l’uno sull’altro, troppo divertiti dalla reazione del più giovane.
Jungkook si porto una mano sul viso, esasperato.
«Ok, per oggi hai già dato Tae, francamente non credo che Jimin tornerà a casa questa notte».
Taehyung lo guardò preoccupato «Ora vai a casa, dormi e domani rifletti un po’ su quello che vuoi dire a Jimin a riguardo ok?».
Taehyung sussultò «Devo dirgli qualcosa?».
«Bè», intervenne Seokjin, ripresosi, «mi sembra il minimo».
«Ma è stato lui a baciarmi, io non avrei mai osato farlo».
«In effetti dovrebbe essere compito di Jimin» concordò Hoseok, «alla fine è stato lui a baciarlo… nel bagno degli hyung…» si fece pensieroso, «vi siete baciati nel loro bagno non è strano? Yoongi morirà dal ridere per questa storia».
Seokjin guardò torvo Hoseok, poi si rivolse a Jungkook «Dai, portalo a casa e se entro domani sera uno dei due non si fa avanti, giuro che li costringo io» minacciò con tutta la tranquillità di cui era dotato.
Per quella sera decisero quindi di salutarsi, Taemin aveva assicurato che per quella notte si sarebbe preso cura di Jimin, così tutti poterono fare sonni tranquilli e l’indomani, Taehyung avrebbe dovuto affrontare la realtà dei fatti.
Fu una fortuna che Jungkook fosse con lui, perché iniziava a sentire le gambe molli e non gli sembrava di ragionare tanto lucidamente, era terrorizzato, ma il sapore delle labbra di Jimin, che ancora sentiva sulle sue, addolciva ogni cosa.
 

Note dell'autore: Ehi! Innanzi tutto, grazie per essere arrivati fin qui. 
La storia è quasi giunta al termine, spero vi stia piacendo!
   
 
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