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Autore: __Dreamer97    15/03/2020    6 recensioni
(FANFICTION INTERATTIVA, ISCRIZIONI CHIUSE)
“Durante l’ottobre del 1995, quarantatré donne nel mondo partorirono. Il problema? Semplice: nessuna di queste donne era incinta, all'inizio della giornata.”
Durante il 31 ottobre 1995, molti bambini nacquero in circostanze misteriose. Venivano tutti da luoghi differenti, ma avevano due cose in comune: erano maghi e streghe e avevano capacità speciali. Cercando di capire cosa fosse successo in quel determinato giorno, Richard McKinnon, famoso mago che aveva combattuto entrambe le guerre contro il Signore Oscuro, decise di prendere con sé dodici tra bambini e bambine, con lo scopo di studiare i loro poteri e di creare una squadra che combattesse contro il male. Anni dopo, la cosiddetta “Umbrella Academy” si è sciolta e ognuno dei ragazzi è andato per la propria strada. Tuttavia, la morte del loro padre adottivo sarà motivo di ritrovo per loro: chi ha ucciso Richard McKinnon? Qual era il movente? Nel frattempo, un altro gruppo sta indagando, cercando di capire cosa stia succedendo. Riusciranno i due gruppi a collaborare? Non c’è tempo da perdere: l’Umbrella Academy è stata convocata.
Genere: Angst, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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collage

CAPITOLO 1

 

 

 

4 Novembre 2020, Villa Olympus

 

 

         Era una piovosa mattinata di novembre e, nonostante fosse arrivato da almeno un quarto d’ora, Numero Sei non si azzardava a percorrere il vialetto di Villa Olympus. Non che avesse paura, figuriamoci: Oberon Ulrich Merlin McKinnon difficilmente si faceva spaventare da qualcosa. Semplicemente, non era ancora pronto ad incontrare quelli che per anni avevano costituito la sua famiglia: si ricordava molto bene di quanto si divertisse a fare casini con Emerald, Felikz e Travis, alias Numero Due, Numero Sette e Numero Dodici, oppure di quanto adorasse osservare Numero Cinque, Ophelia, riparare oggetti di ogni tipo. Il ragazzo sorrise malinconicamente, a ripensare a tutte quelle cose a cui aveva rinunciato. Mentre si trovava ancora assorto nei suoi pensieri, una dolce brezza lo raggiunse, mentre una melodia, che sembrava quella di un violino, si propagò attorno a lui. Oberon sorrise e si voltò: Numero Nove lo osservava sorridendo, felice di essersi fatto riconoscere dopo così tanto tempo. Elaija corse ad abbracciare il fratello, che ricambiò la stretta.

-Ciao El, mi sei mancato.- Disse Oberon una volta sciolto l’abbraccio. Numero Nove sorrise ancora di più e annuì, confermando che la cosa fosse reciproca. A quel punto, Oberon prese la sua valigia e, con la compagnia del fratello, entrò nella sua vecchia casa.

 

 

 

 

 

Ophelia stava sistemando le sue cose nella vecchia camera. Appena entrata, aveva subito notato che niente era stato cambiato, probabilmente una scelta di Numero Sette per non dimenticarli. La ragazza sospirò, mentre metteva i suoi vestiti nel vecchio armadio: perché chiamarli con così tanta urgenza? E perché usare i Tarocchi? Aveva bisogno di capire.

-Sapevo di trovarti qui.- Ophelia si girò di scatto, trovandosi davanti Sheryl che la guardava sorridendo. Passarono pochi secondi, prima che la rossa si lanciasse addosso all’altra.

-Mi sei mancata tantissimo!- disse mentre la bionda rideva.

-Anche tu! Merlino, è da troppo che non ci vediamo.- le due iniziarono a parlare del più e del meno, fino a quando una voce non le interruppe.

-Non vorrei rompere questo bel quadretto, ma giù ci attendono e dovreste sbrigarvi.- Le due si voltarono verso la porta, dove Emerald le guardava annoiata. Dietro di lei, Lauren fissava il soffitto, come a voler evitare un qualsiasi contatto visivo.

-Emerald, Lauren, è un piacere rivedervi! Grazie mille per averci avvertito, scendiamo subito!- rispose Sheryl sorridendo, mentre Ophelia guardava storta sia Numero Due che Numero Otto.

-Wow, neanche un ciao. Simpatica come sempre, no Emerald? E tu Lauren, non hai neanche il coraggio di guardarci in faccia?- alle parole della bionda, Sheryl cercò di dire qualcosa ma Emerald strinse i pugni cercando di avvicinarsi a Numero Cinque, venendo però fermata da Lauren.

-Il problema non è mio, Ophelia. Dovresti smetterla di fare la bambina e di comportarti come un’adulta.- un silenzio glaciale calò nella stanza, prima che Sheryl lo interrompesse.

-Che cosa ci è successo, ragazze? Ophelia, Lauren, voi eravate migliori amiche, cosa vi prende? Andavamo tutte così d’accordo…- nonostante le parole di Numero Undici, Emerald uscì dalla stanza sbuffando, mentre Lauren piantò gli occhi in quelli delle altre due sorelle.

-Semplice: siamo cresciute.-

 

 

 

 

 

-Lo sapevo che saresti tornato!- prima ancora di rendersi conto di chi avesse parlato, Travis si ritrovò stretto in un grosso abbraccio, che sembrava più la stretta di un serpente. Riconosciuto Cameron, iniziò a ridere.

-Anche tu, brutto imbecille! Ora staccati che così mi soffochi!- Non appena riuscì a liberarsi dall’abbraccio del fratello, Travis notò Gabriel sulla soglia della sua camera, che gli sorrise timidamente.

-Ciao Travis.- disse il rosso e Travis sorrise a sua volta, andando poi ad abbracciarlo.

-Ciao Gabi, mi sei mancato anche tu.- disse il moro, mentre Numero Tre raggiungeva il colore dei suoi capelli.

-Ma come, perché non mi viene a trovare nessuno? Noi ci stavamo annoiando!- Mathias, Numero Dieci, entrò nella stanza sorridendo. Con il “noi” sottolineava le sue altre personalità, cosa a cui i fratelli avevano fatto abitudine.

-Matt, da quanto tempo!-  esclamò Numero Quattro, mentre andava ad abbracciare il fratello.

-Vorrei tanto stare qui a chiacchierare, ma giù ci aspettano. Felikz deve comunicarci qualcosa.- disse Gabriel con voce flebile. Gli altri tre annuirono dandogli ragione e, recuperata la serietà, uscirono dalla stanza.

 

 

 

 

 

Dal casino che proveniva dalla stanza principale, Fëdor capì di essere l’ultimo arrivato. Lasciato il suo bagaglio vicino all’atrio. Si avvicinò alla sala, dove vide tutti i suoi fratelli: Emerald stava ridendo, probabilmente a causa di una battuta fatta da Oberon, mentre Elaija gesticolava rispondendo; Gabriel chiacchierava con Lauren, mentre Cameron, vicino a Sheryl e Ophelia, lo osservava da lontano; Travis e Mathias parlavano tra di loro, probabilmente parlando di una qualche partita di Quidditch e Felikz guardava tutti sorridendo. Fu proprio quest’ultimo ad accorgersi di lui e, appena lo notò, gli corse incontro per abbracciarlo!

-Fëdor, mi sei mancato tantissimo!- ormai notato, anche gli altri fratelli andarono ad abbracciarlo, mentre Numero Uno sorrideva.

-Oh Fëdor, finalmente! Mancavi solo tu!- la Signora Davis si avvicinò al ragazzo sorridendo.

-Signora Davis, da quanto tempo! Non è cambiata per niente.- rispose il ragazzo e la domestica si mise a ridere.

-Voi invece siete tutti così diversi, non siete più dei bimbi! Avevo preparato dei biscotti per l’incontro ma Felikz li ha mangiati tutti.- Gli sguardi dei fratelli volarono su Numero Sette, che iniziò a boccheggiare.

-Ero nervoso, va bene?!- disse mentre i suoi capelli passavano dal lilla all’arancio, colore che assumevano quando provava imbarazzo o vergogna. I fratelli iniziarono a ridere e, dopo che la Signora Davis se ne andò congedandosi, i ragazzi si sedettero sulle varie poltrone. A prendere parola fu Lauren.

-Forza, di cosa volevi parlarci? E dov’è il Signor McKinnon?- a quelle parole Fëdor sbuffò.

-Probabilmente non voleva vederci e se ne sta rinchiuso nel suo ufficio, come sempre.- Felikz sospirò.

-Veramente…- prese a parlare, ma venne subito interrotto da Oberon.

-Non essere così cattivo. Papà ci raggiungerà tra poco.- disse Numero Sei e questa volta fu il turno di Sheryl.

-Cattivo? Vorrei ricordarti che non mai stato un padre per noi. Lauren non lo chiama nemmeno così e secondo te dovremmo farlo noi?- i ragazzi iniziarono a parlare contemporaneamente, mentre Elaija cercava di calmarli, non riuscendoci. Gabriel, l’unico che non parlava, si accorse dello sguardo di Numero Sette.

-Ragazzi, adesso basta, Felikz deve dirci qualcosa di importante.- tutti si zittirono, non abituati a quel tono deciso da parte del Numero Tre. Persino Cameron lo guardò scioccato. Grazie al suo intervento, l’attenzione di tutti torno su Felikz, che ormai aveva assunto un’espressione seria. Puntò lo sguardo su quello dei suoi fratelli e sorelle, prima di parlare.

-Papà è morto una settimana fa.- Un silenzio glaciale cadde sul gruppo, interrotto poi da una piccola risata.

-Beh, e allora? Lo detestavamo tutti, no?- i vari sguardi si puntarono su Mathias, che lo osservava con i suoi grandi occhi blu, occhi che i fratelli sapevano non essere i suoi. Lauren, che tra tutti era quella che aveva fatto più caso alle personalità del fratello, gli si avvicinò.

-Ciao Harry, è un piacere vederti. Non vorrei essere cattiva, ma ci servirebbe Mathias per discutere di una cosa importante.- il ragazzo la guardò dritta negli occhi e la ragazza sussultò: nonostante il volto fosse il suo, lei sapeva che non si trattava di suo fratello. Improvvisamente, Numero Dieci sgranò gli occhi, che da azzurri diventarono verdi, mentre i capelli cambiavano colore diventando biondo scuro.

-I-io m-mi dispiace… H-Harry è s-sempre così c-cattivo…- iniziò a piagnucolare mentre Lauren iniziava a consolarlo. Seduto accanto a lui, Fëdor cercò di imitare la sorella, non sapendo come comportarsi. In fondo, non lo aveva mai capito.

-Non è colpa tua, Dylan. Ora potresti chiamarmi Mathias?- alla domanda della ragazza, Numero Dieci annuì e, dopo aver chiuso gli occhi, i capelli tornarono al loro marrone naturale. Il ragazzo aprì gli occhi, tornati marroni e sorrise, mentre Numero Uno lo guardava attonito, non avendo ancora capito questo cambio.

-Scusatemi ragazzi, ma da un paio di giorni ho problemi con gli altri. Allora, che è successo?- domandò mentre il resto dei fratelli lo guardava senza dire una parola. A rispondere alla sua domanda fu Ophelia.

-Papà è morto.- disse Numero Cinque e Mathias sgranò gli occhi, non sapendo cosa dire. Elaija si voltò verso Felikz e mosse una mano, mentre una frase compariva nell’aria.

Cos’è successo?

-E’ stato assassinato. Lo abbiamo trovato nel suo ufficio, con un pugnale nel petto. Sono appena riuscito a recuperare il coltello dal Ministero, ma non sono riuscito a trovare niente, nemmeno con la magia.-

-D’accordo, posso provarci io.- gli sguardi di tutti volarono su Oberon, che se ne stava seduto a gambe incrociate e sembrava pensieroso.

-Va bene. Possiamo però occuparcene domani? Almeno il tempo di riflettere con calma su cosa fare. Consiglierei di dormirci su, poi domani mattina agiremo.- Alle parole di Cameron tutti annuirono e, alzandosi dalle loro postazioni, uscirono dalla stanza. Elaija si alzò per ultimo, ma si fermò notando che Felikz non si era ancora mosso. Notando che tutti se ne erano già andati, si fece coraggio e si avvicinò al fratello. Con il suo potere e grazie al bracciale che Felikz indossava al polso, creò una piccola melodia. Ascoltandola, Numero Sette sorrise e si voltò verso Numero Nove.

 Tutto bene?

Felikz annuì e si alzò, trovandosi faccia a faccia con Elaija.

-Sì, sto bene. Domani ne parleremo meglio, ora ci conviene riposare. Sarete tutti stanchi, immagino.- Elaija annuì alle parole del fratello. Prima di potersene andare, però, si ritrovò tra le braccia del fratello, stretto in un caldo abbraccio. Sentendo il respiro di Felikz sul suo collo, Elaija rabbrividì e si ritrovò ad arrossire.

-Mi sei veramente, mancato, El.- a quelle parole,  Elaija cercò in tutti i modi di non far partire il suo potere, non volendo essere scoperto. Sciolse l’abbraccio e, dopo aver salutato Felikz, si allontanò dalla stanza.

 

 

 

 

 

4 Novembre 2020, Diagon Alley

 

 

Quel giorno, a Diagon Alley si respirava un’aria tesa: da una settimana, si discuteva solamente della morte di  Richard McKinnon, colui che sarebbe stato il futuro Ministro della Magia. Ormai giravano teorie di ogni tipo: c’era chi diceva fosse stato un rivale, oppure che il Signore Oscuro fosse tornato. Un’altra voce che girava  riguardava l’Umbrella Academy: secondo alcuni, i ragazzi della vecchia squadra di McKinnon si erano incontrati, ma non vi era niente di certo.

            In tutto questo trambusto, una giovane donna stava seduta ad un tavolo di un bar, sorseggiando tranquillamente la sua burrobirra. Una figura si sedette accanto a lei, ma la giovane non si mosse di un millimetro.

-Però, se mi avessero detto che ti avrei trovato a sorseggiare burrobirra mi sarei preparato. Sei ogni giorno una scoperta, lo sai Scarlett?- la donna si voltò verso l’uomo, che le sorrideva dolcemente.

-Diciamo che dovevo sembrare credibile, Jem. Allora, Michael come va? Si sta comportando bene?- disse la bionda. L’uomo annuì mentre un cameriere prendeva la sua ordinazione.

-Va molto bene. E’ un perfetto Grifondoro, sono sicuro che da grande farà strage di cuori.- rispose e la bionda sorrise.

-Scusate il ritardo!- i due si voltarono contemporaneamente, osservando Caleigh prendere posto al tavolo.

-Non sei in ritardo tesoro, tranquilla.- Caleigh sorrise alle parole di Scarlett, ma il suo voltò tornò serio non appena altre due figure si avvicinarono.

-Dovresti essere sempre puntuale. Non stiamo giocando.- disse Harry sedendosi, mentre la mora abbassava lo sguardo. Charlotte, alzando gli occhi al cielo, tirò uno scapellotto all’amico.

-E tu dovresti finirla di fare il superiore, ti ricordo che anche tu arrivavi spesso in ritardo!- il ragazzo sbuffò ma non disse niente. Charlotte era la sua più grande amica e l’unica di cui si fidasse veramente.

-Perfetto, ci siete tutti! Ora manca solo quel ritardatario di Ema e ci siamo!- Katrina prese posto tra Charlotte e Jem, togliendosi gli occhialo da sole e appoggiandoli sul tavolo.

-Non ho ancora capito come mai arrivi sempre in ritardo. Un capo dovrebbe essere sempre in anticipo.- commentò Harry e Katrina lo guardò torva.

-Si dia il caso che Ema è una persona comune come tutti noi, quindi può fare ritardo. E poi non sono affari che ti riguardano.- il biondo fece per replicare, ma un “crack” li fece voltare tutti. Emanuel si sedette al tavolo, sorridendo ai presenti.

-Scusatemi tanto, ma non trovavo la bacchetta.- a quella frase, Jem lo guardò stranito.

-Scusami, ma un incantesimo d’appello?- il giovane si voltò verso l’uomo con un sorriso malandrino.

-Non mi sarei divertito a cercarla altrimenti.- questa volta fu il turno di Katrina di tirargli uno scapellotto.

-Non fare l’idiota e cominciamo.- Emanuel annuì e si fece improvvisamente serio, seguito dai suoi colleghi.

-Come avrete capito, Richard McKinnon è stato assassinato l’altra settimana. Non si sa chi sia stato, ma sappiamo che si tratta di una persona molto potente. Non ha usato la magia ma un semplice pugnale, come a volersi prendere gioco di tutto il Ministero. In più, Numero Sette ha convocato l’intera Umbrella Academy.- ci fu qualche minuto di silenzio, prima che Scarlett parlasse.

-Quindi che facciamo? Indaghiamo?- Katrina annuì.

-Innanzitutto, dobbiamo recuperare il pugnale. Ho scoperto che, al momento, Numero Sette è riuscito a riprenderselo. Probabilmente utilizzeranno le capacità di Numero Sei per capire chi sia il colpevole. Questo è un fattore a nostro svantaggio, ma non dobbiamo arrenderci. Per muoverci, d’ora in poi useremo solamente i nostri nomi in codice. Non possiamo farci scoprire. Kitsune e Velvet, vi occuperete di ricavare informazioni al Ministero: prove, teorie, sospettati, qualsiasi cosa. Eros, Ruby, voi sorveglierete Villa Olympus.  Attenti a non farvi scoprire: in mezzo a loro si trovano degli elementi davvero potenti. Magnus, dovendo stare ad Hogwarts controllerai i dintorni della scuola, compreso Hogsmeade. In più, ti diamo il compito di sorvegliare Nocturne Alley: prendi nota di qualsiasi cosa succeda e vedi se riesci a scovare qualche indizio.- tutti annuirono e, pian pino, si smaterializzarono. Al tavolo rimasero solamente Emanuel e Katrina.

-Chi pensi possa essere stato?- domandò la ragazza.

-Non lo so. Devo scoprire se quella persona ha scoperto qualcosa, se Richard ha confessato o se…- Emanuel venne interrotto da Katrina, che gli aveva appoggiato una mano sulla guancia.

-Stai tranquillo. Richard non avrebbe mai parlato e lo sai. In caso contrario, ci penseremo. Devi avere fiducia.- alle parole dell’amica, il ragazzo annuì. Stettero seduti ancora un po’ poi, quando si fece tardi, si smaterializzarono.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Ed eccoci qua con il primo capitolo della storia! Avrei dovuto pubblicarlo settimana prossima, ma vista la situazione che stiamo vivendo, ho voluto anticipare, anche perché volevo un po’ far sorridere con l’aggiornamento. Prima di tutto, avrei da fare una piccola precisazione:

 

-come avrete notato, per i ragazzi dell’Umbrella Academy non ho rispettato tutte le risposte che mi avevate inviato, ma per un motivo valido: ho ricevuto commenti tipo “al personaggio X sta davvero simpatico il personaggio Y”, ma poi ho ricevuto “il personaggio Y odia a morte il personaggio X”. La mia decisione è stata questa: alcune delle vostre risposte le userò per il passato, quindi qualche volta vi troverete dei paragrafi che riguarderanno il passato dei nostri ragazzi. Ovviamente spiegherò tutto, quindi non preoccupatevi!

 

 

Come al solito, ecco le domande per l’Umbrella Academy:

 

 

-Il colore preferito?

-Raccontatemi un momento importante della loro infanzia e uno durante gli anni di Hogwarts. Per la scuola, deve trattarsi di un momento davvero importante, non “al quinto anno ha passato i G.U.F.O.” se ci siamo capiti.

 

 

Ed ecco per l’Ordine:

 

 

-Il colore preferito?

-Le sue abilità che gli hanno permesso di entrare nell’Ordine: ottimo duellante, conoscitore di pozioni, ecc…

-Raccontatemi il suo passato: la sua famiglia, la sua vita fino ad arrivare ad oggi.

 

 

Ricordo che più sarete dettagliati meglio io descriverò le cose e che le risposte vanno inviate per messaggio privato. E ricordate: prima ricevo le risposte, prima pubblico! Ci vediamo al prossimo capitolo! Bacioni,

__Dreamer97

 

 

P.S. Vi piace la copertina?

   
 
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