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Autore: carachiel    15/03/2020    0 recensioni
All'inizio del 1978, i Queen stanno lavorando all'album Jazz. Una sera come tante altre decidono di uscire fuori a cena per schiarirsi le idee e mangiare qualcosa.
Nel frattempo, Freddie riesce a finire in una situazione a dir poco catastrofica nel posto più disagevole possibile: il bagno degli uomini.
O anche:
Di come Freddie Mercury riuscirà a viaggiare nel tempo.
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La storia originale appartiene a peblezQ ed è stata tradotta col suo consenso.
[TimeTravel!AU] [Modern!Setting] [Traduzione] [Aggiornamenti settimanali]
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Freddie Mercury
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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In Only Seven Days 
Atto II - Capitolo 7



 

"Non può essere una parola!" esclama Freddie

"Sfortunatamente per te" il batterista incrocia le braccia e fa un sorrisetto "È un osso del piede - quindi è decisamente una parola." il suo sorrisetto non svanisce mentre Freddie chiede di prendere il dizionario. 

"Sai che perdi punti se contesti la legittimità della parola e hai torto." lo avvisa il bassista, le labbra strette in una linea sottile. 

"Ma se non ho punti da perdere! Non ho ancora giocato il mio turno!" 

"Vorrà dire che inizierai il turno con meno tot punti." replica Roger. 

Brian apre il dizionario e scorre le parole prima di puntare il dito sulla pagina "Roger ha ragione. È una parola - un osso dell'arco plantare." passa il tomo a Freddie e aggiunge "scusa Freddie, perdi due punti."

Il viso del frontman impallidisce mentre legge. Il sorrisetto di Roger si amplia mentre guarda l'altro chiudere il libro con tanta violenza da far tremare il tavolo e le tazze. 

"Non fare il perdente, Fred." replica, senza cancellarsi dal viso il sorrisetto. 

Freddie alza le mani - molto teatralmente - e il bassista trascrive il punteggio negativo sul loro tabellone, un vecchio quaderno di appunti di Roger. 

Il frontman ha un'improvvisa epifania e strappa il quaderno dalle mani di John, sfogliandone le pagine. Punta il dito contro una parola, indicandola ai compagni di band. Roger fa un sorrisetto vergognoso, alla vista della parola che ha appena indicato.

"Hai barato!" urla Freddie, sbattendo il quaderno sul tavolo. 

"Bene! È solo un fottuto gioco!" replica Roger veementemente. 

"Non è divertente se bari!" afferma mordace, il tono aggressivo tanto da far preoccupare Brian.

"Okay, ragazzi. Calmiamoci--" 

"Non ho barato! Sapevo già quella parola! Quelli erano i miei appunti, me la sono ricordata!" replica Roger, la voce che sale di volume per sovrastare quella di Freddie. 

"Seriamente, non facciamo--" 

Freddie interrompe l'intervento del bassista alzandosi in piedi, la sedia rovesciata e il tè che inonda la plancia di Scarabeo. John impreca, prima di cercare di ripulire il disastro. 

"Oh, guarda che hai combinato!" il batterista si alza, occhieggiandolo malamente "Perché non puoi startene da solo a giocare a quel dannato gioco?" 

"Perché sono stufo marcio di questa merda!" esclama. Roger si morde il labbro, cercando di resistere al bisogno di replicare, i pugni stretti. 

"Pensavo aveste risolto quella questione, no?" domanda Brian, più infastidito che deluso. 

"Decisamente no." replica Roger senza distogliere lo sguardo da Freddie.

Freddie stringe I pugni, chiaramente furioso "Sapevi che era la mia giacca preferita. Mi hai visto indossarla e l'hai mostrata alla ragazza al banchetto e sei riuscito comunque a venderla accidentalmente." sbatte il pugno sul tavolo puntando il dito contro il batterista "Accidentalmente un cazzo!" 

"Ti giuro, non lo sapevo!" esclama, la faccia arrossata mentre gesticola come se qualcosa nell'aria possa provare la sua innocenza. "Andiamo, è solo una dannata giacca - e l'hai riavuta indietro." aggiunge. 

"Solo una --" replica, sconfitto e disgustato "-- L'ho riavuta pagandola molto più del prezzo originale. Ci abbiamo letteralmente rimesso per colpa tua!" 

"Beh, allora potevi non ricomprarla."

"Ragazzi, calmatevi --" 

"Sì, io dovevo ricomprarla! Amo quella fottuta giacca e tu lo sapevi!" esclama drammaticamente Freddie, zittendo il fievole tentativo del bassista di calmarli. "Tu sei il dannato idiota che l'ha comprata per me! Pensavo sapessi che volevo tenere il tuo fottuto regalo!" 

"Ti ho comprato quella giacca tre anni fa!" replica Roger "Mi dispiace, onestamente non sapevo che la volevi tenere. Vendiamo i nostri stessi vestiti alla bancarella, Fred. Pensavo volessi sbarazzarti di una giacca che neanche ti sta più..."

"Non me ne sbarazzerei mai, anche se non mi sta, e avresti dovuto saperlo!" replica, sbuffando indignato e si dirige verso la camera da letto sbattendo la porta. 

Roger si gela quando sente la serratura scattare, alzandosi per battere il palmo contro il legno. "Condividiamo la stanza, coglione! Non puoi chiudermi fuori!" esclama cercando, vanamente, di aprire la porta. 

"Mi hai chiuso fuori un sacco di volte per farti qualche donna! Puoi dormire sul divano!" replica Freddie, la voce attutita. 

"Beh, fottiti pure te, amico!" sputa, dando un calcio alla porta prima di buttarsi sul vecchio divano sbiadito, le braccia strette al petto, sbuffando come un bambino messo in punizione. 

"E' solo l'una, Freddie non può restare tutto il giorno lì dentro..." mormora John rivolto al chitarrista, le braccia incrociate

"Non lo so. Sa essere abbastanza... insistente." replica Brian, imitandolo. 

 

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"Wow, di certo sei insistente, Fred." dice John con un sopracciglio alzato. 

"Hai dannatamente ragione." replica il suddetto con le mani sui fianchi, fissando Brian e John con le labbra strette. 

"Non puoi andare in giro. Non possiamo rischiare che la gente veda un giovane Freddie Mercury che va a zonzo per Londra." replica il chitarrista alla precedente richiesta di Freddie di andare con lui al ristorante, agitando un dito severamente. 

"Oh andiamo, sono già uscito -" 

"Già, ed è una fortuna che non ti abbiano riconosciuto..." replica John "...perché non l'hanno fatto...giusto?"

"Nessuno mi ha riconosciuto." replica, le sopracciglia aggrottate. 

"Hai parlato con altri eccetto noi?" domanda il bassista. 

"L'ho fatto, ma nessuno mi ha riconosciuto!" 

"Sei sicuro che nessuno -" 

"Certo, John! Ti ho già detto tutto quello che è successo! Ho incontrato la cameriera al ristorante, la bibliotecaria, il ragazzo sembre in biblioteca - e nessuno di loro sapeva chi fossi -" fa una smorfia "- ehm, beh, mi hanno guardato in modo strano quando non sapevo come usare quel Google, ma non sembravano sospettare fossi Freddie Mercury.*

John ruota gli occhi, strofinandosi il viso. "Giusto, giusto. Il Google... Dove hai preso la mappa." si interrompe con espressione confusa quando qualcosa non torna "Aspetta, hai detto di aver visto una ragazza fuori dal ristorante e di averle chiesto se la data sul giornale era giusta."

Freddie annuisce "Giusto, scusa - c'era quella ragazza fuori dal -"

"Hai detto che sembrava molto preoccupata. Ti ha riconosciuto?" domanda nuovamente. 

"Io non -" si gela quando ricorda quello che ha detto "- aspetta. Ha detto che le sembravo familiare, ma ha lasciato cadere la questione." replica con un gesto, per poi sorridere nervosamente "Non penserai che lo abbia creduto davvero -" 

"Potrebbe." concorda Brian. Sbuffano in coro, prima che Roger prenda la parola. 

"Posso rimanere con lui e tu e John andate al ristorante." dice lentamente. "Non dobbiamo per forza cestinare il nostro piano. Se quella donna credeva davvero fosse Freddie, potrebbe aver postato qualcosa sui social e creato un casino online."

"Che diavolo è un social...?" domanda Freddie "E che significa online?" 

Il batterista fa per replicare ma Brian lo zittisce "Niente che ti riguardi, Fred." per poi rivolgersi a Roger "Comunque, tu verrai con me e John rimarrà qui."

Roger sbarra gli occhi, la bocca spalancata. "Cosa!? Perché?" 

"Perché sei impulsivo e non sai tenere la bocca chiusa." replica John con una scrollata di spalle. 

"E inoltre, dovremmo lasciarli un po' insieme. Noi siamo stati con Freddie per tutta la scorsa notte e in mattinata." aggiunge il chitarrista con un sorriso. 

"Sono cazzate. Non gli dirò niente!" esclama Roger. 

"Dai, lascialo stare!" prega Freddie mentre Brian e John aggrottano le sopracciglia.

"No. Roger viene con me al ristorante e John resta qui con te per studiare tutto ciò che trovate su un viaggio nel tempo." rimarca Brian come farebbe un padre e Roger alza gli occhi al cielo.

"Bene." replica duramente prima di superare gli altri due e uscire dallo studio. "Ti aspetto fuori!" Roger esclama dal corridoio. Il chitarrista apre la bocca per dire qualcosa, ma viene interrotto quando la porta che sbatte echeggia in casa come un tuono.

Brian espira profondamente prima di scusarsi. "La mia casa sarà vuota per la settimana, quindi non c'è bisogno di chiudervi nel mio studio" dice con un sorriso. "Sentitevi a casa." aggiunge rapidamente. Dà ai due rapidi abbracci e si avvia.

John sospira prima di voltarsi verso Freddie.

"Roger è ancora un bambino - anche da vecchio," scherza il frontman con un sorriso. Il bassista ridacchia al suo commento e si siede su una delle poltrone.

"Giusto, quindi leggi quel mucchio e io leggerò questo?" suggerisce mentre indica le pile di libri. Freddie annuisce, mettendo la pila più vicina a lui sul tavolo accanto alla sedia di fronte a John. Entrambi iniziano a leggere i libri di viaggi nel tempo che Brian ha fornito loro.

Di tanto in tanto John guarda Freddie, troppo distratto per concentrarsi sulla lettura di questi libri che non hanno molto senso per lui. Quando John non guarda, Freddie lo guarda di sottecchi, i suoi occhi si trascinano su e giù per la sua figura come il gatto curioso che è.


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Roger si sveglia da un pisolino che non ricorda di aver iniziato, e i suoi occhi scrutano attraverso la distesa oscura dell'appartamento alla ricerca del suono acuto del telefono. Rotola a malincuore giù dal divano con un gemito e inciampa sulla coperta ai suoi piedi e qualsiasi altra cosa sia piazzata lì, in agguato nel buio del salotto. Roger pensa sbrigativamente che dovrebbero davvero ripulire, sussurrando maledizioni sottovoce fino a quando non raggiunge finalmente il telefono. Lo prende pochi istanti prima dell'ultimo squillo e preme con forza il ricevitore contro l'orecchio. Borbotta "Salve?" con una voce bassa e roca, capendo da qualche parte nella sua mente che dovrebbe essere tardi.

 

"Uhh, questa è la residenza dove alloggiano i Queen?" una voce nasale maschile parla dall'altra parte della linea. Roger annuisce, sfregandosi gli occhi insonnoliti. Già di giorno non riesce a vedere bene, ma di notte è infinitamente peggio; tutto è solo una distesa di colori scuri sfocati insieme come un dipinto di Picasso.

"Sì, certo." risponde Roger dopo un momento, rendendosi conto che l'uomo dall'altra parte non avrebbe capito il suo mormorìo stanco.

“Il signor Norman Sheffield si chiedeva se sareste in grado di rimpiazzare una band domani sera? C'è uno spettacolo al... uhh... ”la voce nasale fu rapidamente sintonizzata al cervello di Roger, e lui rispose immediatamente.

"Sì, naturalmente!" esclama, anche se stancamente. "A che ora e dove?"

L'uomo scambia le informazioni con Roger, mentre afferra il vecchio quaderno che hanno usato come tabellone per Scrabble quel giorno, insieme alla matita che vi giace sopra, per scarabocchiare orario e luogo. Ringrazia l'uomo e procede a riagganciare il telefono.

“Ragazzi! Sveglia! Domani sera abbiamo un concerto!” urla nell'appartamento e le risposte delle due camere da letto sembrano dei fantasmi che gemono per la disperazione.

"Sono le tre del mattino, Roger!" arriva la voce di John dietro una porta.

"Diccelo quando non è notte fonda!" aggiunge Freddie. Roger ruota gli occhi, avvicinandosi alla camera da letto sua e del frontman. Aggeggia con la maniglia, per poi ricordarsi la lite he hanno avuto il giorno prima. Bussa piano, poggiando la testa contro la porta. "Sono ancora incazzato con te!" replica stancamente Freddie, la voce attutita e distante. 

Roger emette un lamento prima di trascinarsi di nuovo sul divano. Si accoccola sotto la coperta che era sul pavimento addormentandosi immediatamente. 

 

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Brian e Roger rimangono in silenzio lungo il tragitto verso il ristorante giapponese. Il chitarrista ha gli occhiali appollaiati sul naso mentre esamina il bigliettino e Roger guida, l'espressione neutra e i soliti occhiali da sole. Brian si toglie gli occhiali e guarda l'amico in silenzio. 

"Scusami." è tutto quello che riesce a dire. L'atmosfera è pesante e le nocche del batterista sbiancano mentre stringe più forte il volante. 

"Perché non siamo potuti andare insieme?" borbotta, i denti stretti. 

"Smettila. Sei ridicolo." esclama Brian "Che ti è successo? Sei anche più immaturo del solito oggi."

La mascella di Roger si contrae e fissa l'altro attraverso gli occhiali scuri. “Non lo so. Mi chiedo cosa mai potrebbe, eventualmente, darmi fastidio oggi." esclama stridulo, alzando il tono di un'ottava mentre parla. “Forse dovremmo chiedere al nostro caro amico Freddie fottuto Mercury,  che è tornato ieri sera dal cazzo di millenovecentosettantotto! ” Roger termina la sua esclamazione con un cipiglio permanente verso la strada.

"Senti, sono scioccato quanto te." Brian risponde pazientemente. “Ma ho bisogno che tu ti schiarisca la testa per un minuto e consideri le conseguenze delle tue azioni. Quello che hai detto a Freddie questa mattina era sbagliato. Nessuno dovrebbe mai sapere della propria morte."

"Non gli ho mai detto che è morto, l'ha capito da solo." sibila Roger. 

"Intendevo dirgli quanto tempo è passato da quando è morto..."

"In realtà ha detto, e cito testualmente: "Quando è stata l'ultima volta che mi hai visto?" e ciò potrebbe significare letteralmente qualsiasi cosa, Brian. Per quel che ne sa, potrebbe essere morto due fottuti anni fa e non ho parlato con lui da ventisette anni!" esclama furiosamente. 

Brian aggrotta le sopracciglia, deluso. "Sappiamo entrambi che è abbastanza intelligente da capire le implicazioni dietro la tua risposta."

"Non è stato abbastanza intelligente da capire molte delle mie dannate implicazioni nel corso degli anni, quindi dubito fortemente che l'abbia capito" ribatte Roger. Si morde il labbro in un'orrida realizzazione di quello che ha appena rivelato a Brian, e velocemente volta di nuovo lo sguardo sulla strada.

Il chitarrista lo guarda confuso “Quali implicazioni, Roger? Che cosa intendi?"

"Sei intelligente, capisci da solo." brontola Roger, tenendo gli occhi incollati sulla strada.

Brian fissa Roger ancora per un momento prima di dirigere lo sguardo sulla sua finestra. Esamina i molti scenari nel suo cervello, cercando di mettere insieme tutti i pezzi di puzzle confusi. Loro due sempre stati molto vicini nel corso degli anni, ma la loro vicinanza era stata danneggiata dalla morte di Freddie. Brian era molto depresso dopo ciò, così come gli altri, e si era rifiutato di lavorare su Made In Heaven con Roger e John. Finirono col litigare a causa di ciò, e aveva cercato di fare ammenda aiutandoli a finire. Aveva anche dovuto cantare l'ultimo verso della canzone Mother Love, perché Freddie era morto prima che potesse finirla. 

Brian può sentire il battito del suo cuore e gli occhi che gli fanno male mentre lacrime del passato si riaffacciano come un doloroso promemoria di ciò che è accaduto. La morte era una parte normale della vita, eppure gli umani non hanno trovato un modo per impedirle di influenzare il loro stato emotivo in seguito. Brian non riesce a capire perché gli umani non abbiano ancora dominato questo genere di cose, visto che la morte è stata una parte normale della vita di una persona dall'inizio dell'umanità. Forse il segreto è smettere di preoccuparsi per le altre persone, ma come poteva smettere di preoccuparsi per quelli che lo circondano? Si preoccupa troppo degli altri, al punto da non lasciare quasi nulla per se stesso.

Roger parcheggia di fronte al ristorante, dall'altra parte della strada. Entrambi indossarono cappelli da baseball e Brian indossa un paio di occhiali da sole di Roger. "Cazzo, continuo a dimenticare che questi sono graduati." sibila Brian quando la sua vista diventa sfocata a causa degli occhiali da vista di Roger.

"Ormai dovresti essere più preparato a sgattaiolare in pubblico, Bri." risponde Roger con un sorriso compiaciuto. "Porta i tuoi la prossima volta."

Escono dal veicolo e attraversano la strada verso il ristorante giapponese, mantenendo la testa bassa e sperando di non attirare l'attenzione. Roger dà un'occhiata all'autobus mentre passa, fissando il poster sul lato di esso con una foto di Freddie Mercury e le parole "Bohemian Rhapsody" lungo l'intero lato dell'autobus. Brian e Roger si scambiano una rapida occhiata prima di entrare nel ristorante.

Il posto è relativamente tranquillo poiché la pausa pranzo di solito inizia tra mezz'ora, verso le undici e mezza circa. Ci sono quattro tavoli occupati e una cameriera accoglie i due un sorriso luminoso e vivace.

"Buongiorno! Tavolo per due?" chiede allegramente la donna.

“Uh, no, in realtà, ci stavamo solo chiedendo se possiamo parlare con qualcuno che ha lavorato qui ieri? Stiamo cercando un amico che avrebbe potuto essere qui." dice Brian con un sorriso stretto. 

"Oh, stavo lavorando ieri, forse posso aiutare?" risponde, facendo un cenno incoraggiante.

"Hai visto un uomo sulla, ehm ..." la faccia di Roger si contorce goffamente mentre cerca di ricordare quanti anni aveva Freddie nel settantotto "- um, trenta - trentina?"

"È alto circa così" Brian solleva il braccio ad un'altezza approssimativa di Freddie, "indossava un maglione di lana multicolore e aveva dei bei capelli neri, corti." Aggiunge Brian. Roger sbuffa piano alla descrizione di Brian, borbottando  "belli"  sottovoce mentre tenta di nascondere un ghigno. 

La donna si strofina il mento nei pensieri, arricciandosi le sopracciglia e il naso mentre cerca i suoi ricordi. All'improvviso guarda i due con un sorriso e una lampadina che si illumina sopra la sua testa.

"Aveva un taglio in testa?" chiede lei, massaggiandosi la fronte nel punto in cui si trovava il taglio di Freddie.

"Sì!" esclama Brian.

"Oh, allora voi siete gli amici che stava cercando?" chiede la donna con un sopracciglio inarcato e uno sguardo d'intesa.

“Sì, dovevamo cenare insieme ma eravamo terribilmente impegnati. Ci stavamo solo chiedendo se avesse fatto l'ordine che avevamo richiesto?” chiede Brian, cercando di arrampicarsi sugli specchi per capire perché potrebbero essere lì.

"Oh, no, non l'ha fatto", risponde accigliata.

“Ahh, va tutto bene, tesoro. Possiamo fare un ordine da asporto ora? Siamo disposti ad aspettare." chiede Roger, seguendo la storia di Brian.

“Oh certo, certo. Venite con me, facciamo al bancone da asporto." spiega la donna con un gran sorriso, facendo segno loro di seguirli.

Roger e Brian si scambiano occhiate nervose prima di scrollare le spalle e seguire la donna. Decidono che poiché hanno fame, potrebbero anche mangiare.

 

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"Sono affamato!" Roger si lamenta mentre caricano i loro strumenti sul furgone. "Dovremmo prendere qualcosa da mangiare prima di suonare."

“Ci aspetta un'ora di macchina per un concerto che inizierà tra due ore, Rog. Vai dentro e fatti un panino: non abbiamo tempo di fermarci e prendere qualcos'altro sulla strada." dice John con espressione accigliata.

"Non avete fame ragazzi?" domanda nuovamente. 

“Abbiamo già mangiato, sega. Ora stai zitto e prepara il tuo panino rapidamente. Finiremo di caricare noi il furgone." replica il bassista con le sopracciglia corrugate. Roger agita le mani in difesa prima di girarsi per tornare nel loro appartamento.

Roger quasi si scontra con Freddie mentre il cantante lascia l'edificio con un po' di equipaggiamento, e non scambia una sola occhiata. Sospira, allontanandosi ed entrando nel loro condominio.

Brian nota lo scambio e lancia al frontman uno sguardo severo mentre posa le mani sui fianchi. "Alla fine dovrai parlargli, Fred."

Freddie posa l'attrezzatura sul retro del furgone, ignorando il chitarrista e grugnendo mentre si alza di nuovo "Penso di poterlo evitare ancora un po'." risponde senza guardarlo. 

Brian alza gli occhi al cielo mentre John chiude il retro del furgone. "È tutto, allora?" domanda il bassista, controllando Freddie dato è stato l'ultimo a caricare l'attrezzatura.

“Sì, tesoro, ora andiamo." esclama Freddie.

"Non possiamo fare a meno di Roger" dice Brian, guardando il loro edificio. “Si sta preparando un sandwich."

“Oh, fanculo. Andiamo semplicemente senza il vecchio merluzzo." brontola Freddie mentre apre la portiera del furgone per salire sul sedile posteriore.

"È il suo furgone, Freddie", risponde Brian alzando le sopracciglia. "È il guidatore."

"E il batterista" aggiunge il bassista con le sue labbra in una linea sottile. Freddie alza gli occhi al cielo e John spinge Brian. "Davanti"* sussurra con un sorrisetto.

Brian sospira e si arrampica dietro con Freddie. Roger si precipita fuori dall'edificio pochi istanti dopo con il suo sandwich avvolto e si infila sul sedile del conducente. Dopo che tutti sono sistemati nel veicolo partono, facendo piccole attività per distrarsi dal lungo viaggio.

Dopo circa trenta minuti di guida, tuttavia, il motore inizia a gemere, lasciando presto i quattro sul ciglio della strada. John sta tentando di riparare la gomma a terra mentre Freddie è seduto sul retro a scrivere, Brian guarda e Roger cammina, mangiando il suo panino. 

"È, uhm, in senso antiorario, penso che sia così, John", dice il chitarrista, indicando vagamente la gomma e la chiave nella presa di John mentre passa.

"Oh veramente, ma davvero? Ti piacerebbe farlo, Brian? Certo, vieni." John ribatte sarcasticamente.

Il chitarrista agita le mani sulla difensiva. "No, no, stai andando alla grande."

"Non riesco a credere di essere bloccato sulla strada, a mangiare un panino al prosciutto!" Roger geme con un boccone di suddetto sandwich in bocca. “Non possiamo continuare a fare questi fottuti concerti da pub in questo modo, guidando ore solo per fare soldi! Hai detto che questo album ci avrebbe aiutato, Fred!" 

"Queste cose richiedono tempo." risponde stancamente Freddie. "Non abbiamo scelta. Dobbiamo solo continuare a provare. "

"Sì, sì, va bene." brontola Roger prima di prendere un altro boccone del suo sandwich.

Il vento allontana la tensione e continuano a fare quello che erano prima. Brian ha le mani sui fianchi, fissando la ghiaia con occhi spalancati e contemplativi. Tira le labbra in un mezzo cipiglio mentre considera di alzarlo. “Ehi, ora che ho un momento, volevo chiedere a voi ragazzi qualcosa” rompe il silenzio, catturando l'attenzione di tutti. "C'è questa... pioggia di meteoriti più tardi stasera, e volevo davvero vederlo -" Brain parla timidamente, grattandosi nervosamente la nuca, "- prima che Roger accettasse questo concerto senza il nostro permesso." aggiunge con uno sguardo severo in direzione di Roger.

"Ehi, almeno abbiamo un concerto!" si lamenta il batterista. 

Freddie alza la mano, congedando Roger mentre il suo sguardo è trasfissato su Brian. “Pioggia di meteoriti, dici? A che ora è, tesoro?

La faccia di Brian è arrossata e ridacchia nervosamente. John smette di stringere il bullone della gomma per appoggiarsi al tallone e stringere le sopracciglia "Non mi piace quella faccia", dice lentamente. "Quanto è tardi?"

"Uhm, all'incirca alle quattro e sedici del mattino," risponde Brian in fretta, le sue parole si susseguono mentre parla.

"Maledizione," geme Roger con l'ultimo boccone del suo sandwich. Deglutisce, poi aggiunge: "Tutti abbiamo da fare la mattina!"

Brian annuisce debolmente, tenendo la testa chinata come un cucciolo rimproverato. "Lo so, lo so - è stato uno stupido suggerimento, non avrei dovuto sollevarlo - mi dispiace", risponde troppo velocemente perché nessuno degli altri membri lo comprenda prima di mettersi sul sedile del passeggero del furgone . Freddie fissa la parte posteriore della testa di Brian con un'espressione accigliata alle labbra. Il suo sguardo si sposta su Roger per un momento, mentre viene sopraffatto da troppi pensieri e idee.

 

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La gamba di Roger rimbalza ansiosamente mentre aspettano il loro cibo. Nessuno di loro è stato in questo ristorante da quando - Roger scuote la testa, decidendo di tirare fuori il criptico bigliettino per distrarre i suoi pensieri. Lo fissa assentemente, per poi alzare lo sguardo verso i bagni in fondo al corridoio e i suoi occhi colgono una ciotola di biscotti della fortuna.

“Vado in bagno." sussurra a Brian, e annuisce in risposta, senza alzare lo sguardo dal telefono. Il chitarrista sembra essere altrettanto ansioso, probabilmente sta cercando di affogare nei suoi commenti su Instagram per distrarsi dai dolorosi ricordi di questo posto. Roger ricorda a sé stesso di ricontrollare la ferita di Freddie per ogni evenienza. 

Si incammina lungo il corridoio e con disinvoltura raccoglie un biscotto della fortuna, infilandolo di nascosto nella tasca posteriore prima di entrare nel bagno. Estrae il biscotto dal suo involucro e lo apre. Mette il biscotto sul bancone e solleva il bigliettino e quello di Freddie per confrontarli. La prima cosa che nota è la differenza di carattere. Roger non è mai stato molto bravo con la vista, ma è in grado di distinguere un carattere da un altro quando uno sembra curva mentre l'altro è in grassetto. Uno è molto lungo mentre l'altro è una piccola frase; "È saggio dire il vero."

C'è sicuramente qualcosa di piuttosto sospetto nel biglietto, ma non può essere il ristorante. Se fossero coinvolti, ora non lo sono più. Infila il biglietto di Freddie nella tasca posteriore destra e l'altro nella sinistra, gettando il biscotto nel cestino ed esce dal bagno.

Quando ritorna in sala, il loro ordine da asporto è pronto e rapidamente lo afferrano e escono. Sente di poter finalmente respirare di nuovo nel momento in cui lasciano l'edificio. Lui e Brian non si scambiano una sola parola mentre camminano verso la macchina e vanno via.
 

Nel frattempo, a casa del chitarrista, John e Freddie stanno sfogliando libri sui viaggi nel tempo, a circa metà delle loro pile quando qualcosa inizia a squillare nella tasca di John. Freddie gli lancia uno sguardo incredulo mentre John tira fuori lo stesso strano aggeggio che  anche quella donna - che può o meno averlo riconosciuto - aveva. John fa scorrere il dito sullo schermo, solleva il dispositivo sul viso e dice: "Ciao, Veronica, mi dispiace di aver dimenticato di chiamare" interrompe la frase mentre osserva nervosamente Freddie. Si alza e cammina verso la porta dello studio. "Sto solo aiutando Brian e Roger con qualcosa, molto probabilmente sarò a casa di Brian per gran parte della giornata", spiega.

Freddie fissa sbalordito mentre si rende conto che John sta usando un telefono tascabile. La voce del bassista diventa più difficile da sentire mentre cammina più in basso nel corridoio e Freddie gli permette di avere la sua privacy, abbassando di nuovo lo sguardo sul libro. Fissa la pagina, non prendendo in realtà nessuna nuova informazione mentre sente la voce di John echeggiare in fondo al corridoio. Non riesce a capire cosa sta dicendo, ma da quello che riesce a raccogliere, sta inventando una storia a sua moglie per spiegare perché è a casa di Brian senza farla preoccupare. Freddie sorride, ricordando Veronica con affetto dal settantotto, ed è contento che sia ancora sposato con lei dopo tutti questi anni. Si chiede vagamente se abbia mai trovato qualcuno del genere - con cui potersi sistemare e allevare un mucchio di gattini insieme - o persino bambini. Per quanto gli piacciano le avventure spudorate, vuole ancora stabilirsi e trovare qualcuno con cui eventualmente sposarsi e avere una famiglia. Freddie sospira a lungo, con le dita che si piegano sul bordo superiore del libro mentre John rientra nello studio.

"Mi dispiace" borbotta il bassista mentre si siede di nuovo sulla sua sedia.

“È un telefono? Sembra strano." chiede Freddie, guardando la cosa che John sta per rimettere in tasca.

John la fissa con occhi spalancati e preoccupati, e sussurra sottovoce un "vaffanculo". Freddie ridacchia e agita le sopracciglia verso il suo vecchio amico.

“L'ho già visto. Non puoi dirmi che non stavi parlando con te stesso in una strana scatola di metallo che è più sottile di quanto non possano mai essere le mie cosce." dice Freddie con un sorrisetto scherzoso.

"Sì, è un telefono", risponde John prima di infilarlo in tasca. "Torniamo a studiare i viaggi nel tempo, sì?"

"Va bene, bene - ma prima puoi dirmi una cosa?" chiede Freddie con un sorriso da cucciolo.

"Puoi chiedere, ma non prometto alcuna risposta."

"La tua canzone parlava di me o lei?" domanda con un sorriso.

John sbatte le palpebre stupito. "Scusa?"

"La tua canzone, You're my best friend. Riguardava me o tua moglie?"

John ridacchia, scuotendo la testa con un sorriso. "Lo sai già, Fred."

"Io? Perché sono ancora convinto che riguardi me." risponde sfacciatamente Freddie

"Hai contribuito a ispirare alcuni dei testi, ma è ed è sempre stato su Veronica", risponde John con un ampio sorriso sprezzante. Freddie sorride brillantemente a John, notando in silenzio che il suo sorriso  è dieci volte più adorabile quando è vecchio e rugoso. Sembra prezioso e innocente, ma saggio oltre i suoi stessi anni.

"Va bene, continui a dirtelo," borbotta Freddie con un sorrisetto, guardando indietro il libro in grembo.

Il sorriso di John si ammorbidisce, ma rimane caldo e luminoso mentre lo guarda leggere "Per la cronaca, la canzone parla anche di te - ma non solo di te, da solo", dice John, facendo sì che Freddie lo guardi. “Riguarda anche i Queen e come siamo sempre stati più di una semplice band. Siete stati tutti come una seconda famiglia per me. "

Freddie sorride affettuosamente a John, e il  bassista arrossisce. Si schiarisce la gola e guarda il prossimo libro che ha afferrato, ma Freddie continua a fissarlo, sorridendo dolcemente prima di tornare alla sua lettura.
 

 

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"Roger, posso parlarti un minuto?" Freddie chiede al batterista mentre l'uomo in questione mette l'ultimo furgone nel suo furgone. Roger chiude le porte posteriori del suo furgone e si appoggia su di esso, guardando Freddie con le sopracciglia corrugate.

"Oh, finalmente vuoi parlarmi, eh?" Roger ringhia sottovoce mentre estrae una sigaretta dalla tasca del jeans e se la accende in bocca. Prende un lungo trascinamento prima di aggiungere: “cosa vuoi? Per ricordarmi di nuovo quanto sono un idiota? ”

"No, questo non riguarda te o me" sospira Freddie, piegando le braccia e appoggiandosi accanto a Roger. “Dovremmo andare a vedere quella pioggia di meteoriti con Brian. Sappiamo tutti che non riesce a vederlo bene in città - dobbiamo essere fuori in campagna per guardare il cielo." spiega Freddie mentre estrae una sigaretta per sé.

"In nessun modo sto sveglio fino alle quattro del mattino per guardare una pioggia di meteoriti." Roger replica freddamente.

"Senti, mi dispiace per prima" ammette Freddie umilmente, catturando infine l'attenzione di Roger. "Certo che ero arrabbiato per aver venduto la giacca, ma ero molto ferito quando non ti rendevi conto di quanto significhi davvero per me", spiega Freddie con voce bassa e timida. “Non avrei dovuto evitarti per ore solo per dispetto. Oggi ho capito che potresti non averlo saputo davvero, e non è tutta colpa tua, quindi mi scuso per aver agito come un bambino oggi."

"No, Fred, mi dispiace," convince Roger, sentendosi più calmo e sollevato. "Odio quando litighiamo, e odio non poter parlare con te, amico," aggiunge piano. "Mi dispiace, sono un idiota maledetto."

Freddie lo guarda negli occhi e sorride. "Ti perdonerò se ci porti in una buona posizione per osservare le stelle."

La bocca di Roger si apre e si chiude come una trota prima di chiuderla per annuire lentamente. "Va bene, bene." Roger si strofina distrattamente la spalla e Freddie inclina la testa verso di lui.

 

“Va bene tesoro? Ti sei stirato un muscolo o qualcosa del genere?" chiede. 

Roger scrolla le spalle, "Forse" roteando la spalla mentre cammina intorno al furgone.

 

 

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Brian e Roger entrano in casa con l'asporto e vanno direttamente in cucina. Trovano Freddie e John lì dentro, che controllano il frigo e gli armadietti per cercare un po' di cibo. John è il primo a notare i due e sospira di sollievo. Freddie si gira e sorride ampiamente all'asporto giapponese sul tavolo.

“Oh, bene, hai portato del cibo. Siamo assolutamente affamati." esclama Freddie eccitato mentre corre verso il cibo, frugando nella busta e tira fuori i contenitori. Brian apre l'armadio per recuperare i piatti mentre Roger e John aiutano Freddie a organizzare il cibo al tavolo.

Mentre li sistemano sui piatti, Roger estrae i due foglietti nelle tasche posteriori. "Ehi, date un'occhiata a questi" dice Roger mentre consegna loro i due pezzi di carta “Li ho mostrati a Brian in macchina. È strano, vero? Il carattere che hanno usato è diverso, quindi non so cosa significhi."

John li esamina da vicino mentre Freddie li osserva "Sì, molto particolare" commenta il bassista con un sopracciglio sollevato

"Hai avuto più fortune con l'asporto?" chiede Freddie, recuperando la busta. Emette un "Ahah!" mentre estrae alcuni pacchetti di salsa di soia e quattro biscotti della fortuna. Ne apre uno rapidamente e lo confronta con l'altro.

Gli altri tre fanno lo stesso con i restanti e guardano sbalorditi mentre concludono che il foglietto di Freddie è nettamente diverso dagli altri.

“Pensi che il carattere sia diverso perché lo hanno cambiato nel corso degli anni? Voglio dire, dobbiamo ricordare che Freddie lo ha preso nel settantotto." chiede Brian a voce alta, parlando a nessuno in particolare.

"Questo è possibile, ma dobbiamo anche concordare sul fatto che sia stato scritto come una poesia criptica, intendo, senti" spiega Roger, sollevando lo strano biglietto poetico di Freddie per leggerlo.

“Il tempo è uno strumento in cui ci troviamo di fronte, eppure è qualcosa che non possiamo rintracciare. La vita è piena di scelte che facciamo, scelte che possono rubare il tempo che non possiamo trattenere. Parola dei saggi, stai vivendo nelle menzogne, puoi solo andare avanti, non indietro nel tempo. Se vuoi tornare, fà che non ci siano legami, a trattenere la tua esistenza nel tempo. "

Roger finisce di leggere e fa una faccia disgustata. "Cazzo, è quasi come se fosse un avvertimento o una minaccia di qualche tipo" commenta guardando Freddie "- hai detto di averlo letto prima di quel terremoto, giusto?" il frontman annuisce e gli altri tre si accigliano.

John si strofina il mento “Quel terremoto è stato piuttosto sospetto quando è successo. Voglio dire..." si interrompe, rendendosi conto che sta dicendo troppo.

“Aspetta, c'è stato davvero un terremoto, allora? Non era solo per me che il mondo si stesse facendo a pezzi?" Freddie indaga nervosamente.

"Sì, è stato un vero terremoto," si picchietta la testa dove si trova il bendaggio di Freddie, "hai la ferita a dimostrarlo. Quello che mi chiedo è se quel terremoto ha qualcosa a che fare con esso ”, spiega John rapidamente. "Alcuni dei tuoi libri parlavano di wormhole, Brian", dice John, alzandosi dal suo posto per affrettarsi nello studio. Torna qualche istante dopo con un libro aperto, mettendolo al centro del tavolo per mostrare a Brian e Roger di cosa sta parlando.

"Hmm, questa è una possibilità -" Brian si strofina il collo pensieroso "forse si è aperta una spaccatura e Freddie ci è caduto dentro?"

“Sembra assolutamente ridicolo! Non può essere reale! " commenta Roger, alzando le mani freneticamente.

"Sembra ridicolo - ma nel caso te ne fossi dimenticato, tesoro - sono seduto qui con te in questo momento quando non dovrei esserlo." La faccia di Freddie è impassibile mentre parla. "Se sono onesto, è la cosa più logica che abbia sentito nelle ultime ventiquattro ore", aggiunge con un'alzata di spalle.

"È giusto, suppongo," borbotta il batterista massaggiandosi la fronte. “Come possiamo rimandare a casa Freddie se è scivolato in un maledetto buco temporale? Non ne so molto, ma sembra che tu non possa controllarli. "

"Beh..." Brian si interrompe, mentre ognuno si sporge verso di lui. "In teoria potrebbe essere controllato, ma per farlo occorrerebbe una fonte di energia molto grande e la tecnologia adeguata" spiega Brian mentre chiude il libro. "Non siamo ancora lì in termini di tecnologia per costruire una vera e propria "macchina del tempo"."

"Non lo so, forse c'è una DeLorean in giro da qualche parte." aggiunge Roger sfacciato, cercando di fare un tentativo di scherzare per alleggerire l'umore.

"Che cazzo significa 'mancanza di tecnologia'?" Freddie esclama con un'espressione sconcertata. "Ho appena visto John parlare con sua moglie dal telefono che ha tirato fuori dalla sua tasca - la sua tasca!" esclama, esasperato. "Ho usato un dannato Google per stampare una mappa per arrivare a casa tua, per l'amor del cielo! - oh, e non farmi nemmeno parlare dei lavandini automatici!" aggiunge. 

"Sì, la tecnologia è avanzata, ma non abbastanza per costruire macchine del tempo", spiega Brian con le labbra strette. "Fidati di me, se avessimo macchine del tempo a nostra disposizione, lo sapresti," aggiunge con un sospiro.

"Beh, che mi dici di quella cosa DeLorean che Roger ha menzionato?" chiede Freddie con la testa inclinata.

"Ignoralo, è solo un idiota", risponde John con le sopracciglia corrugate e prendendo un boccone del suo pasto.

"Ehi, forse dovremmo guardare 'Ritorno al futuro'** - forse questo ci aiuterà a capirlo?" suggerisce Roger con un sorriso.

"No!" Brian e John rispondono collettivamente. Roger fa il broncio, alzando gli occhi prima di mangiare il suo pasto.

Brian guarda Freddie mentre mangiano, e sorride affettuosamente, ricordando qualcosa per breve tempo che ancora gli riscalda il cuore. Guarda di nuovo Roger e nota l'uomo che fissa Freddie per lunghi periodi di tempo, provando, ma non riuscendo a essere sottile. Sembra avere gli occhi calamitati dal cantante, e Brian improvvisamente capisce le implicazioni di cui Roger stava parlando prima. Il chitarrista guarda il suo cibo in modo contemplativo, guardando i propri ricordi sotto una nuova lente ora.

 

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"Brian, svegliati, siamo arrivati." Freddie sospira dolcemente, svegliando Brian dal sonno. L'uomo alza la testa e sbatte le palpebre, sentendosi vacillare mentre cerca di recuperare l'equilibrio. Scende stancamente dal furgone e si sente immediatamente sveglio quando non vede altro che campi e alberi nei dintorni. 

“Uh, è una specie di scherzo malato? State pensando di uccidermi qui?" chiede stupidamente. 

"No, idiota - siamo qui per guardare la tua stupida pioggia di meteoriti" geme Roger. 

"Aspetta... cosa?" chiede incredulo il chitarrista mentre John e Freddie tirano fuori le coperte per sdraiarsi sull'erba.

"Mentre dormivi abbiamo raccolto del cibo e altri materiali necessari per accamparci qui per la notte." spiega John mentre appiattisce la coperta sull'erba.

"Quando hai detto che inizierà, tesoro?" chiede Freddie con un piccolo sorriso.

Brian fissa i tre con gli occhi spalancati prima di scuotere la testa, rendendosi conto che gli hanno posto una domanda. Solleva il polso per controllare l'ora e replicare"Non prima di altre quattro ore o giù di lì".

"Allora faccio un pisolino, svegliatemi quando è il momento", annuncia Roger mentre si rannicchia sulla coperta accanto a un John seduto. Freddie si siede di fronte a John e dà un colpetto sul posto accanto a lui con un sorriso di benvenuto.

"Penso che sarebbe terribilmente scomodo rimanere in piedi per quattro ore, non sei d'accordo?" dice Freddie con un sopracciglio inarcato. Brian sorride con affetto ai suoi amici prima di sedersi sulla coperta con loro.

"Non dovevate farlo." dice timidamente.

"Ringrazia Fred, è stata una sua dannata idea." brontola Roger stancamente, con la schiena rivolta verso i compagni.

Il frontman si avvicina a Brian e sussurra: "Ho accettato di perdonarlo per la giacca se avesse accettato di portarci qui fuori a guardare la pioggia di meteoriti."

Il chitarrista sorride ampiamente e John ridacchia. Roger sbuffa rumorosamente, borbottando un lieve, "Non riesco a vedere, ma non sono fottutamente sordo - posso sentirti", il che fa scoppiare a ridere gli altri tre. 

Per tutta la notte, dormicchiano a intervalli e ogni tanto mangiano, parlando di tutto e niente per tutto il tempo. Nessuno di loro dorme in realtà più di mezz'ora, ma non gliene importa niente. La scontrosità di Roger scompare subito dopo il suo primo pisolino e tutti ridono di una storia che ha raccontato, quando Freddie vede qualcosa nel cielo.

"Woah, qualcosa ha appena attraversato il cielo!" Freddie esclama eccitato, saltando in piedi e indicando il cielo notturno stellato. Si alzano tutti rapidamente e fissano il cielo meravigliati mentre si vedono più stelle cadenti che attraversano la distesa stellata sopra di loro.

Rimangono tutti in silenzio e trafitti mentre guardano la pioggia di meteoriti al suo apice, che attraversa tutto il cielo in vari punti. Una volta che non compaiono più frequentemente, Roger e John si siedono di nuovo a chiacchierare, guardando occasionalmente il cielo. Gli altri due rimangono fermi, guardando il cielo in soggezione.

"Voglio volare in alto come una stella cadente un giorno." borbotta Freddie mentre osserva il cielo. Brian distoglie gli occhi dal cielo per la prima volta dall'inizio della pioggia di meteoriti e osserva il frontman, che è ancora completamente ipnotizzato dal cielo. Brian può vedere una stella cadente nel riflesso degli occhi scuri di Freddie, e in quel momento tutto sembra andare per il verso giusto. Brian si sporge in avanti e lo stringe in un abbraccio stretto, e l'uomo incrocia le braccia attorno al chitarrista, senza dire una sola parola.

“Grazie.” mormora Brian, mentre Freddie gli carezza la schiena. 

 

 

 

*letteralmente, 'shotgun', che ho scoperto essere un modo gergale per dire che ci si mette sul sedile davanti.

** Ritorno al futuro è uscito nel 1985 perciò ha senso che Freddie non lo conosca.  

 

 

Angolo Autrice:
Ma salve, miei cari lettori! Con questo capitolo inizia il secondo atto! Mi scuso per il ritardo, dato che questo capitolo sarebbe dovuto uscire il 7 marzo, ma ho dovuto posticiparlo per ragioni di lunghezza, oltre che per questa questione della quarantena, che mi ha causato un paio di problemi di natura 'tecnica', ragion per cui i prossimi capitoli saranno pubblicati appena ne avrò l'occasione, scusatemi! 

   
 
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