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Autore: Estel_naMar    16/03/2020    17 recensioni
Adahy e Gad non si conoscevano, ma entrambi avevano avuto da sempre una speciale ed inspiegabile connessione con la natura: parlavano con lei fin da quando erano bambini e ne coglievano la meraviglia come nessun altro sapeva fare.
Avevano sempre vissuto su Questomondo Terra sebbene lo sentissero in qualche modo "stretto", ma al compimento dei loro sedici anni poterono finalmente rispondere a tutti i loro perché.
"Adesso Adahy e Gad avevano esattamente quindici anni e 364 giorni e, l’indomani, alle tarde ore della mattinata sarebbero entrati nel loro sedicesimo anno di vita e, benché non potessero prevederlo, le loro esistenze sarebbero state irrimediabilmente stravolte."
Adahy e Gad sono gli ultimi Figli di Phronesis, colei che per prima ha detenuto la Saggezza, e sono gli unici a poter salvare Altromondo Aiyana, luogo sconosciuto, ma da sempre nelle loro memorie, dal collasso.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Fil, Tom e me,
per ricordarci che siamo ancora quei bambini
in una pineta incantata dalla fantasia.
 
Un grazie a David Bowie e Johnny Cash
per fare da colonna sonora.
 
 
GLI ULTIMI FIGLI DI PHRONESIS
 
 
           Adahy e Gad, senza che ne fossero ancora consapevoli, avevano molte cose in comune: erano gli unici le cui famiglie affidatarie vivevano ai margini della città, vicino al bosco, erano nati il primo giorno della primavera, percepivano un’inspiegabile affinità con la natura ed entrambi avevano trascorso la loro infanzia dialogando con lei. Capitava, infatti, che nella quotidianità o quando si soffermavano ad ammirarne la meravigliosità la sentissero bisbigliare… e sia mai che un bambino, nella sua curiosità, potesse non rispondere a questo richiamo! Alle volte era anche capitato che la sognassero e, benché al risveglio le immagini non fossero che vaghe reminiscenze, avevano l’insita certezza che essa avesse in realtà una forma ben specifica: un’entità dal fascino incalcolabile e una forza apparentemente ineluttabile.

Ogni volta venivano così sconvolti da cotanta grandezza che non potevano che correre verso il lettone dei loro genitori per chiedere loro chi o cosa fosse, perché la sentissero costantemente, se si trattasse di un qualcosa di reale. I genitori non risposero mai ai loro quesiti, piuttosto propinavano ai due ragazzini un tè verde aromatizzato ai frutti di bosco. Esso aveva un colore tendente al mogano ed un sapore pressoché dolce, nonostante il retrogusto amaro che gli invadeva la bocca al termine dell’ultimo sorso. La sua caratteristica più particolare, però, senza note ragioni, era quella di riuscire a riconciliare gli animi irrequieti dei due rispetto alle sensazioni che percepivano.


Adesso Adahy e Gad avevano esattamente quindici anni e 364 giorni e, l’indomani, alle tarde ore della mattinata sarebbero entrati nel loro sedicesimo anno di vita e, benché non potessero prevederlo, le loro esistenze sarebbero state irrimediabilmente stravolte.
 
***
 
            I quattro genitori dei ragazzi erano sicuramente i più angosciati da quella situazione: il momento di confessare ai due ciò di cui erano a conoscenza era finalmente giunto. Essi non erano solo i padri e le madri di Adahy e Gad: erano dei Guardiani Novizi – cioè di un’età ed una esperienza giovane –, onorati per il compito che i Guardiani Anziani avevano scelto di affidargli, ovvio, ma costantemente insicuri di non svolgerlo nel migliore dei modi. I Guardiani, infatti, avevano addosso tutto il peso della protezione dell’Equilibrio di Altromondo Aiyana ed i più anziani di loro avevano concesso ai quattro Guardiani Novizi nulla più delle informazioni strettamente necessarie all’esecuzione della missione che li riguardava, poiché ogni parola di troppo avrebbe potuto mettere in pericolo i due giovani.

L’Altromondo Aiyana era un luogo parallelo in cui l’incanto faceva da padrone. Lì le emozioni e le sensazioni di Questomondo Terra erano amplificate e spoglie di tutte le congetture che di norma si portano appresso. Aiyana, colei che ha ceduto il suo nome ad Altromondo era la dea mai fiorita della natura, la quale portava con sé pace e serenità e meraviglia ed al contempo tutto ciò che di crudele, instabile e pericoloso esiste.

All’inizio dei tempi ella creò i Guardiani – i più antichi dei quali costituiscono oggi i Guardiani Anziani –, protettori di Altromondo, e i Cercatori, coloro che avevano il compito di scoprire. Ognuno dei componenti del popolo di Altromondo Aiyana, infatti, possedeva la capacità di vivere in modo armonioso con almeno uno degli elementi della natura, in una interazione divina che alimentava il mondo stesso, evitandone un lento e distruttivo collasso. Le interazioni tra gli abitanti di Altromondo e la natura che lo caratterizza ne è tutt’oggi il cuore pulsante e imprescindibile.

In questo contesto, i Cercatori avevano lo scopo di approfondire la conoscenza delle interazioni tutte al fine di capirne e spiegarne i legami. In virtù di ciò, erano gli unici a disporre dell’abilità imitatrice delle interazioni altrui.
Eppure, la dea mai fiorita, la prima dea, era conscia, essendo l’unione di tutte le cose ed il loro contrario ciò che le aveva dato vita, di aver creato gli individui partendo dal medesimo assunto: ciascun essere, all’interno di Altromondo Aiyana avrebbe vissuto in un continuo scontro tra i diversi moti della propria anima.

Proprio per questa ragione, alla nascita della prima Figlia di Altromondo, Phronesis, Aiyana le insegnò la Saggezza, una capacità per la quale sarebbe stata in grado di mantenere l’Equilibrio nelle forze di Altromondo.
 
***

            «Adahy, oggi io e tuo padre ti concederemo le spiegazioni che ti meriti, nel limite della nostra conoscenza. In tutta la tua vita abbiamo cercato di avvicinarti al tuo nome: esso è il tuo più profondo potere poiché è ciò che ti definisce nel mondo. Tu sei Adahy, colui che vive nel legno e negli alberi e con essi creerai la tua più profonda identità. Mancano sole poche ore al compimento dei tuoi sedici anni: a partire da quel momento non potremo più proteggerti e nasconderti. Dovrai trovare Gad: tu e lei siete gli ultimi Figli di Phronesis, coloro che detengono la saggezza assoluta e la capacità di governare Altromondo Aiyana.», cominciò la madre di Adahy, senza riuscire a smettere di camminare nervosa per la stanza, mentre il padre, accanto al giovane, fingeva quiete d’animo.

Nel frattempo, a non molti chilometri di distanza, i genitori di Gad avevano intrapreso il medesimo discorso, come dagli accordi stabiliti con gli altri guardiani: «Quel tè verde che da sempre hai assaporato, mia dolce pesciolino, non è soltanto una tisana che ti scaldi nelle tue plurime notti insonni, bensì è anche la migliore protezione che potevamo offrirvi: un qualcosa che non solo riesce a contenere e celare il tuo potere agli occhi scrutanti dei Cercatori, ma che al contempo riesce a mantenere viva la fiamma che vi scorre dentro. Tu infatti sei Gad, figlia del blu, del mare, del fiume, del cielo. Tu e Adahy siete indissolubilmente legati in quanto alla vostra nascita, il primo giorno della primavera, siete stati baciati da Phronesis, colei che per prima ha detenuto la Saggezza, e mostrati ai vostri antesignani.»

«Tu e Gad sarete guidati dagli spiriti dei vostri più recenti predecessori, Ahote l’Irrequito e Amitola l’Arcobaleno. Il primo, come entrambi avrete notato, da sempre vi accompagna e cerca di avvicinarvi al vostro destino. In più di un sogno egli vi ha mostrato la magia delle interazioni con la natura e come queste siano il vostro più profondo potere, ciò che vi lega al mondo. Quando la prima dea morì, sua figlia Phronesis, di cui voi siete gli ultimi eredi, dovette mantenere l’Equilibrio del mondo e da allora ognuno dei suoi figli, predestinati alla nascita, porta sulle spalle questo stesso fardello», prese parola il padre di Adahy.

«Negli ultimi vent’anni, però, Altromondo Aiyana è stato fortemente minacciato ed una guerra, tutt’oggi, incombe: i cercatori, infatti, avari di interazioni, non sono riusciti a governare la parte inquieta dei loro animi donatagli dalla prima dea ed ora stanno cercando di impadronirsi dell’Equilibrio delle forze appropriandosi della Saggezza di cui voi disponete. I penultimi Figli di Phronesis, Amitola e Ahote, sono riusciti a tenerlo vivo grazie all’intervento di Phronesis stessa, dando poi la loro vita per proteggervi e nascondervi su Questomondo Terra dove siete rimasti sconosciuti agli occhi dei Cercatori.»

«Gad dovrai seguire le affinità tue e di Adahy: ti condurranno ai piedi dell’arcobaleno di fiori incantati che Amitola ha creato. Lì riconoscerete l’odore di tè che tanto bene sapete e non avrete più dubbi sul da farsi per riuscire ad entrare nel bosco incantato di Altromondo Aiyana. Ti chiediamo perdono per questo inatteso e rocambolesco tornado di informazioni.»

«Dovrete correre più veloce che potete poiché allo scattare del sedicesimo compleanno la protezione che abbiamo calato su di voi non sarà più sufficiente a dissimulare la vostra identità. E quel portale sarà aperto soltanto per questo giorno solare; dopodiché si chiuderà per sempre al fine di evitare che le forze che lo caratterizzano si disperdano su Questomondo Terra, interrompendo così tutte le interazioni tra gli individui e la natura e riducendolo all’apatia eterna nella più lenta delle estinzioni.», così i genitori conclusero il loro discorso, abbracciarono chi la figlia, chi il figlio. Era un probabile addio.

Nel giro di una misera ora, i due giovani si ritrovarono a dover fare i conti con un passato ed un futuro alla stregua del surreale ed incredibile, pur in qualche modo concepibile, giacché affine a ciò che da sempre avevano sentito dentro e fuori da loro. Per la prima volta in tutta la loro esistenza, le voci che sentivano non erano più sbagliate, bensì concrete e lecite ed anzi: dal loro ascoltarle sarebbe dipeso il mantenimento dell’equilibrio di un mondo che gli era estraneo, ma che li abitava da sempre.

 
*** 

           Adahy uscì di casa e si osservò intorno con una consapevolezza rinnovata e notò dettagli che mai erano balzati al suo sguardo: «Tu dovresti smetterla di guardarmi così», asserì fermando la sua camminata di lato ad un ruscello, rivolgendosi ad un pesce che continuava a balzare fuori dall’acqua, «Non ci sono ragioni razionali per il mio comportamento, smettila di provare a dargli dei significati logici. Non so assolutamente cosa io stia facendo: vorrei solo un aiuto, un’indicazione, qualcosa…. Qualsiasi cosa…».

Poi, però, si accorse di quella che non era solo un’impressione o un’improbabile casualità: quel pesciolino aveva davvero incrociato i suoi occhi e l’acqua nel quale stava balzando aveva davvero iniziato a muoversi controcorrente, quasi a risalire alla fonte e capì: «Quindi questa deve essere parte dell’affinità di Gad… Strabiliante!». Iniziò a correre verso una direzione che non aveva mai percorso prima, verso un’avventura dall’esito inconoscibile, a protezione di un mondo che gli era ancora ignoto.

Al contempo, ad una decina di chilometri di distanza, Gad si era seduta ai piedi di un salice piangente, da sempre il suo preferito tra tutti gli alberi: sapeva che doveva lasciarsi guidare. Chiuse gli occhi ed ascoltò il rumore della natura ed essa rispose a quel richiamo: il vento mosse uno dei rami del salice contro di lei spingendola a guardare al di là. Allora Gad aprì le palpebre e ammirò come gli alberi avessero iniziato ad indicarle la via, ringraziò con un cenno del capo ed una lieve carezza l’affinità di Adahy, poi ripreso il suo cammino.

Ai due non era del tutto chiaro come questo accadesse, eppure avevano la netta sensazione che al loro avvicinarsi l’uno all’altra le loro interazioni divenissero più forti, profonde e palesi. Era quasi l’una del pomeriggio e di lì a pochi minuti avrebbero compiuto sedici anni.

 
*** 

            Poi, d’improvviso mentre si muovevano, un boato si fece largo nel silenzio del bosco e subito dopo dei rumori che man a mano si avvicinavano: «Corri Gad, corri Adahy. Gli occhi dei Cercatori sono penetrati fin qua corrompendo parte di piante e animali. Adesso percepiscono la vostra presenza.»

Entrambi i ragazzi sentirono la voce di Phronesis, quella stessa voce che si rivolgeva loro in sogno. Era come un’immagine che non potevano scorgere, ma di cui avvertivano la potenza e gli aveva appena aperto la strada spingendoli ad andare più veloci con l’ausilio della sua affinità col vento, quello stesso che poi smosse le foglie ed i fiori, decorando il loro cammino del profumo dei frutti di bosco: erano vicini.

Finalmente, poi, poterono vedere: fiorellini rosa di sassifraga spuntavano nel sottobosco all’orizzonte e nella lontananza prendevano la forma di un arcobaleno. Gad e Adahy arrivarono ai due limiti dello stesso stremati dalla corsa e lì si riconobbero per la prima volta. Quelle reminiscenze, quelle sensazioni che negli anni erano rimaste negli angoli più remoti della loro memoria, finalmente nitide.

«Eri tu quella presenza al mio fianco nei sogni. Ma erano davvero sogni? Perché adesso hanno un sapore diverso, come se fossero davvero stati vissuti.», parlò Adahy rivolgendosi all’altra.

Gad lo guardò decisa: «Io ricordo già da molto tempo. Non so per quale motivo sia accaduto, ma un giorno ho visto l’acqua interagire con gli alberi ed il legno in un modo che mai avevo visto, mentre me ne stavo seduta ai piedi del salice piangente al di sotto del quale mi sono da sempre rasserenata. Beh, da quel momento in poi, ogni sogno ed ogni immagine ha acquisito un senso diverso. Quelle che vedevamo in sogno erano le vite dei nostri predecessori tutti, da Phronesis ad Ahote e Amitola. Quello era il loro modo di insegnarci la Saggezza, di spiegarci come usare i mezzi di cui siamo stati dotati per riuscire ad affrontare l’Altromondo Aiyana e il suo Equilibrio.»

Adahy si domandò come potesse Gad aver ottenuto o compreso tutte quelle informazioni, al contrario suo, ma decise di ignorare quell’incertezza e paura che lo governava: «Guarda Gad: è l’Arcobaleno di Amitola, l’arcobaleno fiorito!», si fece coinvolgere dalla bellezza che tanto spesso nella vita lo aveva sorpreso. L’arcobaleno di sassifraghe aveva finalmente preso una forma ben definita di fronte al loro sguardo. Nelle dune irregolari del bosco, esso si apriva al sopra dei rami spezzati caduti dai pini secolari che si innalzavano tutt’intorno. Nella difformità del terreno e nel leggero disfacimento che li circondava, esso era l’unica nota di colore.

Gad si voltò a guardare l'altro, una volta resasi conto che le stava a fianco. Lui le prese la mano rivolgendole uno sguardo fugace, quello di qualcuno che si getta con una sconosciuta in qualcosa di palesemente più grande di loro ed insieme si protrassero verso l’arcobaleno, passandovi sotto. Il cammino risultò più lungo di quanto potesse sembrare. I fiori intorno a loro danzavano allegri, lieti per il gentile ritorno; ancora percepivano la corsa dei loro inseguitori, ma in quel momento sembrava un avvenimento lontano nel tempo, oltreché nello spazio.

 
***

           Giunti ad Altromondo Aiyana, benché lì fosse notte fonda, ne poterono da subito ammirare l’eleganza e l’armonia: un meraviglioso bosco incantato, costellato da lucciole, fiori dalle infinite sfumature e alberi in movimento, si aprì ai loro occhi. In cuore sentivano l’aumentare delle loro affinità e si stavano lasciando ammaliare dal rumore di una natura pacata e confortevole, bagnata dalla luce della luna che si rifletteva nel luccichio dell’acqua di un lago. Sarebbero voluti restare così per sempre, a conoscersi e conoscere, ma al di fuori del bosco Guardiani e Cercatori stavano lottando per l’Equilibrio.

«Ultimi Figli di Phronesis, aspettavo questo giorno da molto tempo. Non è più sicuro qui, dobbiamo raggiungere le cascate nelle valli di Aspromonte.», un individuo sconosciuto che fino a quel momento si era confuso nella penombra si fece avanti mostrandogli sul polso il medesimo simbolo che portavano i loro genitori.

Si seppero fidare di lui e ripresero il faticoso cammino.




 
LOOK AT ME!
Intanto grazie infinite, a chiunque sia giunto fin qui.
Questa storia nasce da un ricordo delle infinite volte in cui coi miei fratelli, da bambini, ci siamo persi nella nostra amata pineta.
Era tanto che desideravo di scriverla e finalmente ecco a voi parte delle nostre fantasie.
D'altronde, in questo periodo di quarantena questo resta l'unico modo per riuscire a viaggiare...
e allora tanto vale farlo bene :P

Spero abbiate la voglia di lasciarmi un feedback e di aver riportato almeno qualcuno all'infanzia,
a quel periodo delle nostre vite in cui ancora credevamo che tutto fosse possibile e reale.

Per la prima volta,

Bongi

 
   
 
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