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Autore: Vittoria94    21/03/2020    2 recensioni
Questa storia è ambientata nella Londra vittoriana di fine Ottocento. Essa narra le avventure della famiglia Crafthole tra intrighi, misteri, amori e amicizie. Tutto condito da un pizzico di ironia.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra, Il Novecento
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                                                                                                                  CAPITOLO I 
                                                                                                      "Ti presento Austin Berry"                                              
                                                                                                                                                                                                                            Londra, 27 febbraio 1897                  
"Caro diario,
tra un po' ci sarà l’annuale ballo di primavera. Non so con chi andare e devo anche comprare un vestito nuovo. Ora devo lasciarti. Più tardi, ti racconterò se ci saranno delle novità."
Emily si alzò dalla sedia e si diresse verso le scale per scendere di sotto. Dopo aver raggiunto il piano inferiore, la ragazza sentendo i nonni parlare di lei, si accostò alla porta del salotto senza farsi vedere e si mise ad origliare.
-Dici che la prenderà bene?-
-Sono sicuro che ne sarà felicissima.-
-Secondo me dovremmo far scegliere a lei.-
-Non preoccuparti, cara. La convincerò!- disse nonno Horace, mentre chiamava Flora.
Quest’ultima, che era la cameriera più giovane della famiglia Crafthole, arrivò tutta affannata dicendo:-Sì? Ditemi signore.-
-Chiamatemi Emily. Dovrebbe essere in camera sua. Ditele che devo parlarle di una cosa molto importante.-
-Subito, signore.-
Appena attraversò la porta del salotto, Flora venne spaventata dalla vista di Emily che stava origliando.
-AAAAH!!-
-Flora! Sssh!-
-Emily! Mi hai fatto spaventare! Oh, Dio! Un altro spavento del genere e me ne vado all'altro mondo.-
-Scusami, ma stavo ascoltando quello che stavano dicendo i nonni. Però sono arrivata troppo tardi e mi sono persa l’inizio del discorso. Mica sai di cosa stavano parlando?- chiese incuriosita Emily.
-No, no. Anzi ti stavo venendo a chiamare perchè tuo nonno vuole parlarti di una cosa molto importante.-
-Ah, sì? Chissà di cosa si tratta.-
-Beh, non saprei.-
-Allora vado.- disse Emily sorridendo.
-Vieni, ti accompagno.- rispose Flora, sorridendole.
Emily e Flora avevano la stessa età e avevano passato l’infanzia insieme, in quanto la madre di Flora era una delle cameriere della famiglia che rimase incinta dello stalliere. Horace licenzió quest'ultimo, ma decise di tenere la madre di Flora, considerando che era incinta e sola.
Purtroppo ella morì qualche tempo dopo il parto, a causa di una brutta infezione. Così Horace e Margaret decisero di tenere la piccola Flora e di farla crescere con John ed Emily.
Vedendo che erano molto affiatate tra di loro, Horace permise alla seconda di prendere lezioni private insieme alla nipote e quindi di poter imparare a leggere e a scrivere. Le due ragazze erano legate da una grande amicizia e, infatti, non si davano mai del lei perché si consideravano quasi sorelle, anche se Flora era solo una cameriera.
Nel frattempo, in giardino, John stava trascorrendo un po' di tempo con Louise Beaumont, la sua fidanzata.
-Caro, cosa ne dici se per il ballo indossassi un abito verde menta? Con una bella collana d'oro e delle scarpette abbinate. Aah, sarebbe bellissimo! Già me lo immagino!- disse Louise con aria soddisfatta.
-Beh, credo che ti starebbe proprio bene mia cara.-
-Era scontato, tesoro! Comunque, grazie per il complimento.- disse la ragazza sorridendo fieramente.
-Sai, stavo pensando che forse dovresti passare un po' di tempo con mia sorella Emily. Mi piacerebbe che diventaste amiche.- disse John.
-Ehm...certo caro...magari...qualche volta...-disse Louise sorridendo nervosamente.
-Bene, perchè voglio che vada d'accordo con la sua futura cognata.- disse John, sorridendo e avvicinandosi alla sua fidanzata.
Louise era una ragazza abbastanza misteriosa e non si sapeva quasi nulla su di lei, a parte che aveva origini francesi e nobili. Ma a causa di alcuni conflitti con la regina Vittoria, alla sua famiglia vennero tolti il titolo e le ricchezze che possedeva. Comunque la ragazza non parlava mai della sua famiglia nè della sua situazione economica, perché se ne vergognava e sapeva che nessun nobile l’avrebbe avvicinata e, di conseguenza, sarebbe finita a vivere nei sobborghi della città.
Fatto sta che indossava sempre vestiti costosissimi e alla moda. Ma come poteva permetterseli, se non possedeva più niente? Emily lo sapeva perché un giorno scoprì, per caso, che Louise intratteneva alcuni uomini in cambio di denaro, ma non lo disse al fratello perché non voleva ferirlo, visto che era già innamorato perso. Ad ogni modo per il ragazzo fu un vero e proprio colpo di fulmine e, dopo essersi frequentati per un po’, chiese a Louise di diventare la sua fidanzata e lei subito accettò. Sapeva che i Crafthole non erano nobili, ma erano ricchi e questo le bastava.
Dopo aver passeggiato, John si recò in città a fare delle commissioni e disse a Louise di rientrare in casa e fare compagnia ai nonni e ad Emily. La ragazza, allora lo salutò, e si diresse in salotto, dove venne accolta e fatta accomodare.
Ad un certo punto Horace iniziò a parlare con la nipote, di quella cosa molto importante.
-Allora Emily, visto che si sta avvicinando il ballo di primavera e tu ormai sei diventata una donna da marito, io e tua nonna abbiamo pensato di farti conoscere un giovane di buona famiglia.-
-Oh, davvero? E chi è?- chiese Emily incuriosita.
Anche Louise era incuriosita e così stette ad ascoltare, mentre beveva del thè.
-Austin Berry. Suo padre ha svariati possedimenti in Inghilterra e in altre zone d’Europa. La sua famiglia è ricchissima ed è una delle più antiche e nobili del Paese. Sono persone importanti, conosciute in tutto il mondo.- disse orgogliosamente Horace.
-E perché volete farmelo conoscere?-
-Per farti accompagnare al ballo e, un giorno, sposarvi.-
-Cosa? Ma non lo conosco!- disse Emily.
-Beh, lo conoscerai oggi stesso. Abbiamo invitato la sua famiglia qui, per il thé. Quindi vatti a preparare, cara.-
-Ma io non...-
-Niente ma! Tu lo conoscerai, ci andrai al ballo insieme e lo sposerai, chiaro?- la interruppe il nonno.
-Certo, nonno...- disse Emily a testa bassa e se ne andò in camera sua.
Dopo questa discussione, Louise rimase a bocca aperta. Così, salutò i due anziani signori e si fece accompagnare con la carrozza a casa di Molly Wellington, sua migliore amica nonché cugina di Austin.
-Quella piccola smorfiosetta sposerà Austin! Non ci credo!- disse Louise all’amica, mentre camminava su e giù per la stanza.
-Dai, calmati.-
-Come posso calmarmi? Ero io che dovevo sposarlo!- disse l’altra, alzando la voce.
-Non capisco cosa ci trova mio zio in quella lì: insomma non è né bella né simpatica.- disse Molly.
-Già! Io, invece, sono bellissima e non capisco come abbia fatto Austin a rifiutarmi.- disse Louise, calmandosi e guardandosi allo specchio.
-Beh, comunque quella ragazza non fa per mio cugino. Non è il suo tipo. Sono sicura che, quando la vedrà, non la vorrà più sposare. Proprio com’è successo con te.- disse Molly ridendo.
Louise si girò di scatto dallo specchio e, con uno sguardo, la fulminò. Poi disse:- Comunque so anch’io che non la sposerà, mia cara.- ed entrambe scoppiarono a ridere.
Nel frattempo a Villa Crafthole, Emily stava raccontando al suo fedele diario, quello che le aveva detto il nonno. Così iniziò a scrivere:
                                                                                                                                                                                                                          Londra, 27 febbraio 1897            
"Caro diario,
i nonni hanno deciso di farmi conoscere Austin Berry, un ragazzo che fa parte di una ricchissima, nobile ed aristocratica famiglia. Dicono che mi accompagnerà al ballo e che un giorno dovremo sposarci. Ma io non voglio. E se poi non mi dovesse piacere? Spero non sia uno di quegli snob montati! Comunque adesso devo prepararmi, perchè devo andare a prendere il thé con il mio futuro "marito" e la sua famiglia. Spero di sopravvivere."
Emily chiuse il diario e cominciò a prepararsi. Qualcuno bussò alla porta della sua stanza: era nonna Margaret.
-Posso?- chiese la donna facendo capolino dalla porta, ma non ricevette nessuna risposta. Allora entrò ed iniziò a parlare ad Emily:-So che non vuoi conoscerlo, ma secondo me ti piacerà.- disse la suddetta, ma non ricevette ancora nessuna risposta. Allora continuò:-Sai…io alla tua età avevo già sposato il nonno e non ero affatto pronta. Quindi ti capisco molto bene, credimi.-
Emily non rispose ancora.
Allora Margaret si avvicinò alla specchiera dov'era seduta la nipote e cominciò a pettinarle i capelli.
-Quando ero giovane, i miei genitori mi fecero sposare il nonno, contro la mia volontà. Io non volevo e mi opposi in tutte le maniere possibili, ma fu tutto inutile e, alla fine, mi sposai: abbiamo passato ben 57 anni insieme. Dopodichè ho avuto tuo padre e tua zia Florence. Pochi anni dopo, tuo padre e tua madre si sono sposati ed è nato John e, dopo qualche anno, sei arrivata tu. Dopo la scomparsa dei vostri genitori, io e il nonno ci siamo ripromessi che ci saremmo occupati di voi e continueremo sempre a farlo, perchè vi vogliamo bene e vogliamo il meglio per entrambi.-
-Non voglio conoscere quel ragazzo.- disse Emily.
-Noi vogliamo che tu sia felice e che ti crei una famiglia con delle brave persone, che possano sostenerti anche economicamente.-
-Beh, obbligandomi a conoscere e a sposare qualcuno che non voglio, non mi renderà di certo felice! Non me la sento di sposarmi, adesso.- disse Emily, alzandosi dalla specchiera.
-Emily, ascoltami…adesso andiamo a comprare un bell'abito da indossare al ballo, va bene? Non mi ti far vedere così. Promettimi che conoscerai questo ragazzo e che gli darai una possibilità. Per favore.-
-Ci penserò.- disse Emily abbracciando la nonna.
Horace era nel suo studio a leggere il giornale quando, ad un certo punto, si affacciò alla finestra e vide la carrozza con a bordo sua moglie e la nipote, che si allontanava verso il centro della città e disse sospirando:-Aah...spero che vada tutto bene.-
Qualche ora più tardi, Emily e Margaret tornarono, scaricarono tutto quello che avevano comprato e andarono in camera a prepararsi. Intanto arrivarono gli ospiti.
-Flora! Flora! La porta!- gridò Wilhelmina dal piano di sopra.-Flora! Flora! La porta!- gridò di nuovo.
-Ecco, ecco! Vado! Un attimo!- rispose Flora dal piano inferiore.
-Sì? Chi è?- chiese dolcemente.
-Siamo i signori Berry. Siamo qui per il thé.- rispose il capofamiglia dei Berry.
-Oh, benvenuti signori Berry. Prego, accomodatevi.- disse Flora facendo un piccolo inchino e mostrando la strada per il salotto con il braccio sinistro. - I signori Crafthole saranno subito da voi.- e li accompagnò in salotto.
Nel frattempo Emily, che era in camera sua a prepararsi, era agitatissima. Allora per sfogarsi un po', prese il suo diario e cominciò a scrivere:
                                                                                                                                                                                                                                 Londra, 27 febbraio 1897              
"Caro diario,
è arrivato il momento di conoscere il mio futuro "marito" e la sua famiglia. Non me la sento proprio! Sto tremando come una foglia. Come farò? E se per sbaglio gli rovesciassi il thé addosso o, peggio, su uno dei suoi genitori? Oh, non voglio pensarci! La nonna mi sta chiamando, devo andare. Più tardi ti racconterò com'è andata."
Chiuse il diario e scese di sotto: a malapena riusciva a reggersi in piedi per l'agitazione. Arrivò in salotto, fece un piccolo inchino per salutare gli ospiti e si sedette vicino ad Austin.
-Dunque, nell'invito dicevate di avere qualcosa di molto importante da proporre a me e alla mia famiglia. Potrei sapere di cosa si tratta, signor Crafthole?- disse il signor Berry.
-Certamente, signor Berry. Ecco, vi ho invitati qui perchè ho pensato che vostro figlio Austin potrebbe prendere in moglie, mia nipote Emily. Ovviamente con il vostro consenso, s'intende.- rispose Horace.
-Mmm...vostra nipote è davvero una bella e cara ragazza e mio figlio diventerà un futuro magnate degli affari, proprio come me!- disse il signor Berry ridendo e continuò - Ad ogni modo, ci penserò su. Non siete una famiglia nobile come la nostra, ma devo dire che questa proposta mi alletta molto. Sa…non sono scelte facili, queste.-
-Emily, tesoro. Offri qualcosa a quel ragazzo.- sussurrò Margaret alla nipote, mentre erano sedute a tavola.
-Oh, nonna. Mi vergogno.-
-Suvvia, cara. Forza!-
Emily si alzò dalla sedia, si avvicinò al carrello del thè, prese una tazza vuota con le mani sudate e tremolanti, la riempì e si diresse verso il ragazzo, dicendo:-Posso offrirvi del thè?-
Il ragazzo non rispose, ma fece solo un piccolo gesto con il capo, come per dire sì.
Emily, allora gli posò la tazza davanti e gli si risedette accanto: per tutta la serata Austin non disse una parola.
Dopo aver concluso l’incontro e aver salutato gli ospiti, Emily se ne andò in camera sua e si mise a scrivere sul suo diario:
                                                                                                                                                                                                                                 Londra, 27 febbraio 1897
“Caro diario,
stasera ho conosciuto Austin, colui che dovrà accompagnarmi al ballo e che dovrà diventare mio marito. Sono convinta che sia muto: durante la serata non ha detto una parola. Spero che non sia come il padre e la madre che invece, per tutto il tempo, non hanno fatto altro che vantarsi di quanto siano ricchi e nobili. Quanto accaduto mi ha fatto convincere ancora di più della mia idea: quel ragazzo non sarà MAI l’uomo adatto a me.”
   
 
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