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Autore: crazy640    22/03/2020    7 recensioni
SEGUITO DI "IL PAGAMENTO DI UN DEBITO"
I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K. Rowling. NON permetto la pubblicazione della storia in altri siti.
"Hermione Granger-Malfoy osservò il via vai di gente che quotidianamente animava la stazione di King’s Cross dal proprio tavolino e, puntuale come ogni anno, il ricordo del suo primo arrivo in quella stazione riaffiorò alla sua mente: una ragazzina di undici anni, ancora una bambina, in mezzo ai propri genitori, spaventata a morte da quella novità inaspettata, ma allo stesso tempo elettrizzata per il nuovo mondo cui andava incontro.
A ripensarci adesso sembrava un’altra persona.
Tante cose erano successe dalla prima volta che aveva messo piede sul binario che l’avrebbe condotta a Hogwarts: aveva combattuto tante battaglie, personali e non, si era fatta degli amici che capivano la sua intelligenza e non ne erano spaventati, aveva conosciuto la paura, la rabbia, l’odio…l’amore."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Blaise Zabini, Ginny Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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outtake

 

"Io non lo so chi sono e MI spaventa scoprirlo
Guardo il mio volto allo specchio
Ma non saprei disegnarlo
Come ti parlo, parlo da sempre della mia stessa vita
Non posso rifarlo e raccontarlo è una gran fatica"

 

-Parlami di lui-

Dopo il lungo colloquio con suo padre, Prudence era uscita dal suo ufficio leggermente frastornata dalle tante informazioni.

Finalmente i tanti misteri del suo passato erano stati svelati e, se per mesi aveva sperato di provare un po’ di sollievo una volta scoperta la verità, ora Prudence si sentiva completamente svuotata.

I punti saldi della propria vita non avrebbero sicuramente vacillato sotto quella marea di nuove informazioni, ma ora davanti a lei si aprivano diverse possibilità che non aveva mai preso in considerazione.

Doveva visitare la tomba di Ron Weasley? Doveva incontrare la famiglia Weasley? Doveva cercare di scoprire qualcosa in più sul suo padre naturale?

Quelle domande non le erano sembrate di fondamentale importanza prima del colloquio con suo padre, ma ora che l’uomo le aveva prospettato quella possibilità, Prudence non sapeva davvero cosa fare.

Prima di prendere qualsiasi decisione, doveva parlare con sua madre.

Questa volta Ben restò in soggiorno, consapevole che lei e sua madre avevano bisogno di stare sole in modo da poter parlare in estrema libertà e sincerità.

Quando Prudence si era fermata sulla porta della cucina, Hermione si era voltata verso di lei, quasi avvertendo la sua presenza e irrigidendo all’istante i muscoli delle spalle e della schiena, chiaramente preoccupata della reazione della ragazza a seguito del colloquio con Draco.

Prudence aveva deciso di seguire l’istinto e, coprendo in pochi passi la distanza che la separava da sua madre, l’abbracciò poggiando la fronte contro la sua spalla destra.

Dopo un iniziale istante di smarrimento, Hermione strinse entrambe le braccia attorno alla sua vita e ricambiò il suo abbraccio, iniziando subito ad accarezzarle la schiena con gesti lenti.

Quando finalmente le due donne si separarono, Prudence si sedette su uno degli sgabelli attorno all’ isola sistemata al centro della cucina, imitata subito da Hermione e, dopo un breve momento di silenzio, aveva rivolto a sua madre quella domanda.

Aveva sentito l’opinione di suo padre su Ron Weasley: un’opinione certamente di parte e contaminata dalla gelosia e da anni di rancore.

Ora aveva bisogno di sentire l’opinione di una persona che l’aveva conosciuto bene, per anni e che aveva visto sia il suo lato positivo sia il suo lato negativo e nonostante tutto era riuscita ad amarlo.

Hermione era rimasta in silenzio per un lungo istante, riorganizzando le idee per poi lasciarsi andare ad un sospiro.

-Esistono due versioni della stessa persona: il ragazzo che ho conosciuto durante gli anni di Hogwarts e l’uomo che ho sposato- iniziò.

L’attimo dopo un lieve sorriso inarcò le sue labbra.

-Il ragazzo che ho conosciuto il primo anno ad Hogwarts era impacciato, timido, capace di arrossire per un semplice sguardo.

Con il tempo, a causa delle sfide che abbiamo dovuto affrontare, ha acquistato sicurezza e fiducia in sé stesso e questo lo ha reso carismatico e affascinante, almeno ai miei occhi.

In lui c’erano ancora dei lati negativi: era pigro, incapace di concentrarsi sui propri studi per più di due ore, era permaloso e soggetto a scatti d’ira, soprattutto con tuo padre ed i tuoi zii.

Ma nonostante fossi consapevole dei suoi difetti mi sono innamorata di lui velocemente e quasi senza rendermene conto…

Ai miei occhi era perfetto- raccontò Hermione sincera.

Prudence osservò sua madre e pensò che la irritava sentirla parlare in quel modo di un uomo che non fosse suo padre, nonostante sapesse che in realtà stava parlando del suo padre naturale.

Eppure Ron Weasley era un’ombra nella sua mente: un nome a cui non riusciva ad associare nessuna caratteristica ne fisica ne morale, un uomo che era comparso all’improvviso nella sua vita e che presto ne sarebbe uscito.

La sola speranza di Prudence era che una volta uscito definitivamente dalla sua vita Ron Weasley non lasciasse dietro di sé un cumulo di macerie o ferite troppo profonde da rimarginare.

-La nostra è stata una relazione difficile; non era il momento per pensare all’amore e tutti e tre eravamo concentrati sulla nostra lotta contro Voldemort.

Eppure ci sono stati momenti in cui i sentimenti che provavamo l’uno per l’altra hanno preso il sopravvento…-raccontò ancora Hermione.

-Parli del Ballo del Ceppo? - domandò Prudence.

Hermione accennò un sorriso.

-Vedo che tuo padre ti ha raccontato proprio tutto…- commentò la donna, leggermente imbarazzata. -Sì, il Ballo ne è un chiaro esempio, o la mia gelosia verso la povera Lavanda… Ancora adesso mi vergogno di come mi sono comportata nei suoi confronti- aggiunse Hermione.

Nella stanza calò il silenzio per qualche istante, mentre Hermione cercava di rimettere ordine nei propri pensieri.

-Ci sono stati dei momenti in cui, nonostante fossimo insieme ad Harry, sia per me sia per Ron era spontaneo quasi istintivo cercare il contatto dell’alto, avere la certezza che fosse ancora lì…

Quando tutto finì, Harry mi raccontò che una volta ci trovò addormentati io sul divano e Ron sdraiato a terra accanto a me e nonostante fossimo profondamente addormentati, le nostre mani erano tese verso l’altro, per essere certi di non perderci neanche durante quelle poche ore di sonno- ricordò Hermione, un’espressione indecifrabile sul suo volto.

L’attimo dopo, il suo viso diventò serio.

-Tutto cambiò alla fine della Seconda Guerra.

Ci siamo sposati subito dopo aver finito gli studi, felici di avere il nostro lieto fine dopo tutte le difficoltà che avevamo affrontato…-

Hermione sospirò.

-Adesso mi rendo conto che eravamo entrambi terribilmente danneggiati dalla Guerra; eravamo pieni di ferite invisibili che non avevano avuto il tempo di rimarginarsi e che hanno continuato a pulsare durante gli anni del nostro matrimonio.

Avremmo dovuto prenderci un po’ di tempo, magari passare del tempo separati per avere la certezza che il nostro amore fosse forte, che fossimo pronti per passare il resto della nostra vita insieme… Ma siamo stati presuntuosi.

E forse anche un po’ spaventati dall’idea di separarci dopo anni passati uno accanto all’altra-

Prudence osservò sua madre in silenzio, curiosa per la prima volta della ragazza che era stata: non dell’eroina che aveva partecipato attivamente affinché il Bene avesse la meglio sul Male, ma dell’adolescente piena di insicurezze e di paure, della giovane donna innamorata pronta a tutto pur di restare con quello che credeva essere l’uomo della sua vita.

Sua madre era sempre stata una donna forte e caparbia, capace di affrontare ogni situazione a testa alta e senza paura, e l’idea che ci fosse stato un momento in un passato non troppo lontano in cui sua madre si era trovata completamente sola ad affrontare situazioni più grandi di lei, commuoveva Prudence.

-Durante il primo anno di matrimonio siamo stati felici.

Eravamo giovani, vivevamo in un appartamento orribile ma eravamo innamorati e pieni di entusiasmo e speranza per il futuro.

Ma le cose hanno iniziato ad andare male molto presto…

Ron non era più il ragazzo che avevo sposato; era diventato sfuggente, distratto, si arrabbiava per delle sciocchezze…-

-Ti sei accorta subito di quello che stava succedendo? – domandò Prudence curiosa.

Hermione scosse la testa.

-Inizialmente era un passatempo innocente, qualche partita a carte con i colleghi del Ministero dopo il lavoro.

Ho capito quello che stava succedendo quando ormai era troppo tardi…

E da quel momento è iniziato il lento declino del nostro matrimonio- aggiunse tristemente Hermione.

-Perché non lo hai lasciato quando non si è presentato in ospedale quando sono nata? – chiese ancora Prudence.

Forse era quella circostanza a infastidirla maggiormente: come aveva fatto sua madre ad accettare un comportamento del genere da quell’uomo e continuare a stare insieme a lui?

Perché non aveva avuto il coraggio di lasciarlo allora?

Hermione sospirò e si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro.

-Ero furiosa… E delusa.

Ma adesso non dovevo più pensare soltanto a me stessa. Dovevo pensare anche a te: ero convinta che la tua nascita lo avrebbe aiutato a cambiare, lo avrebbe reso più presente… ma ancora una volta mi sbagliavo.

Ho commesso l’errore di fidarmi del ragazzo che conoscevo da sempre, senza tener conto dell’uomo che era diventato e dei difetti che erano chiaramente evidenti davanti ai miei occhi-

Prudence annuì lentamente.

-Che mi dici di papà? – domandò Prudence timidamente.

Questa volta sul volto di Hermione si dipinse un sorriso radioso.

-Tuo padre…

Draco è stato la mia spina nel fianco per tanto tempo… Lo avrei trasformato volentieri nell’essere più immondo che esiste sulla faccia della Terra- disse Hermione ridacchiando e contagiando con la sua ironia anche sua figlia.

-Eppure, anche se allora non ne eravamo consapevoli io e tuo padre siamo due anime gemelle.

Ero convinta di aver trovato l’amore con Ron, ma soltanto con tuo padre ho capito che cosa vuol dire veramente amare.

Draco è l’amore della mia vita- disse Hermione alzando le spalle, un sorriso a distenderle le labbra.

-Quando quel giorno è comparso sulla porta del nostro appartamento mi ha offerto una seconda possibilità; mi ha fatto capire che la mia vita non era ancora finita, che ero ancora in tempo per cambiare il mio destino ed il tuo e che se avessi scelto di restare in quell’appartamento me ne sarei pentita per il resto della mia vita.

Ed aveva ragione.

Nonostante tutto quello che è successo in questi anni, non mi sono mai pentita di essere andata via con tuo padre perché mi ha dato così tanto…

Draco è comparso nella mia vita in un momento in cui ero sola e amareggiata e mi ha permesso di entrare a far parte in questa grande famiglia allargata che sono i Serpeverde e insieme abbiamo creato la nostra famiglia.

Credo che Draco sia la cosa migliore che potesse capitarmi nella vita- concluse Hermione.

Prudence accennò un sorriso, confortata dalle parole della madre e sinceramente travolta dalle sue parole.

Per alcuni istanti le due donne restarono in silenzio, prima che Hermione prendesse un respiro profondo pronta ad affrontare un nuovo argomento.

-Tuo padre ti ha parlato della famiglia Weasley? - domandò a Prudence.

La ragazza annuì.

-Mi ha detto che se decidessi di incontrarli voi non avreste obiezioni-

Questa volta fu Hermione ad annuire.

-Per molto tempo, la famiglia Weasley mi ha adottato, specialmente dopo che ho perso i miei genitori…

L’affetto che provavo nei loro confronti mi ha spinto a stringere i denti nei momenti più duri con Ron, consapevole che se avessi messo fine al nostro matrimonio loro ne avrebbero sofferto.

Ma alla fine, Ron ha deciso per me- commentò Hermione alzando le spalle. -Avrei voluto tanto che tu conoscessi Molly Weasley…

Era una donna adorabile, le ho voluto bene davvero, fin dal primo momento in cui mi ha vista mi ha amato quasi quanto i suoi figli.

Mi si è spezzato il cuore quando i nostri rapporti si sono interrotti… e quando ho saputo della sua morte- disse Hermione con voce leggermente rotta dall’emozione.

Prudence allungò una mano e la posò su quella della madre più vicina a lei per infonderle un po’ di conforto.

-Parlami di loro-

Hermione accennò un sorriso.

-Arthur Weasley era innamorato del mondo babbano. Passavamo ore a parlare del mondo babbano e mi faceva mille domande sui vari oggetti che riempivano la sua cantina.

Allo stesso tempo era un uomo coraggioso e caparbio: non si è mai tirato indietro davanti al pericolo, sia durante la Prima Guerra sia durante la Seconda, mettendo a rischio la sua posizione all’interno del Ministero per aiutare Harry.

-Poi c’erano i ragazzi Weasley.

Oltre a Ron e tua zia Ginny c’erano Charlie, Bill, Percy, Fred e George.

Bill era il più grande. Dopo gli studi ad Hogwarts iniziò a lavorare alla Gringott.

E’ sposato con Fleur, che aveva preso parte al Torneo Tremaghi e hanno tre figli.

La notte in cui Silente morì, si trovava a Hogwarts per proteggere gli studenti e si scontrò con Fenrir Greyback, il Lupo Mannaro.

Fortunatamente Greyback non si era trasformato in Lupo Mannaro durante l’aggressione, ma le ferite riportate da Bill furono contaminate.

Sia Bill sia Fleur erano stranamente orgogliosi delle cicatrici che Bill ha riportato dallo scontro…- commentò Hermione.

-Poi c’è Charlie.

E’ un domatore di draghi. Non si è mai sposato e non ha figli.

Percy è il terzogenito e il fratello con cui sono andata meno d’accordo in tutto il tempo che ho frequentato la famiglia Weasley.

Percy è sempre stato molto attento alle regole e all’etichetta.

E’ stato Prefetto della Casa di Grifondoro e Caposcuola.

Una volta finiti gli studi ha iniziato a lavorare al Ministero ed è stato allora che sono iniziati i guai: nonostante le palesi evidenze del contrario, Percy non credeva al ritorno al potere di Voldemort.

Arrivò a mettersi contro la propria famiglia…Molly era distrutta in quel periodo.

Soltanto quando il Ministero ammise pubblicamente il ritorno di Voldemort, Percy tornò sui suoi passi e cercò di recuperare il rapporto con la propria famiglia, anche prendendo parte alla Seconda Guerra ma, nonostante i genitori riuscirono a perdonarlo, i fratelli continuarono a tenerlo a distanza e a non fidarsi di lui.

Dopo la Guerra si è sposato e ha avuto due bambine e ha ripreso a lavorare al Ministero- raccontò Hermione.

L’attimo dopo, la donna abbassò lo sguardo sul pavimento e prese un respiro profondo.

 

-E poi ci sono i gemelli.

Fred e George…. Due uragani.

Avevano due anni più di Ron e abbiamo passato la nostra adolescenza insieme ad Hogwarts.

Adoravano fare scherzi…- ricordò Hermione con un sorriso triste. -Erano inseparabili.

Era una rarità trovare vedere uno dei due senza l’altro.

Durante il loro settimo anno, abbandonarono Hogwarts senza completare gli studi, incapaci di sopportare oltre i soprusi della Umbridge.

Allestirono uno show di fuochi d’artificio per rendere memorabile il loro addio ad Hogwarts…

Subito dopo aprirono un negozio di scherzi a Diagon Alley ed ebbero un grande successo.

Finché non presero parte alla Seconda Guerra… Fred fu ucciso da un’esplosione nel corridoio davanti alla Stanza delle Necessità.

E’ stato uno dei periodi più brutti della nostra vita- commentò Hermione con voce rotta.

Per un lungo momento tornò il silenzio, mentre Hermione cercava di controllare le emozioni che inevitabilmente ritornavano a galla ogni volta che pensava a Fred.

-George cadde in una profonda depressione per più di un anno e tutti abbiamo temuto di ricevere una telefonata in cui ci avvisavano della sua morte.

Ma fortunatamente, ha incontrato Luna- riprese Hermione accennando un sorriso.

Prudence aggrottò la fronte.

-Luna? Luna Lovegood? -

Hermione annuì.

-Per quanto strano possa sembrare, George e Luna si incontrarono un giorno per caso e lentamente, senza lasciar trapelare la notizia, iniziarono a frequentarsi.

Anche loro hanno avuto dei problemi, ma alla fine sono riusciti a sposarsi; le ultime notizie che ho di loro li vedono felici e genitori di tre figli: Fred, Alice e Edward- concluse Hermione.

Prudence accennò un sorriso.

L’attimo dopo cercò lo sguardo di sua madre, in cerca di qualcosa che l’aiutasse a capire cosa fosse più giusto fare.

-Cosa devo fare mamma? - domandò alla fine.

Hermione sorrise.

-Non posso prendere questa decisione al posto tuo, tesoro.

 

Posso solo ripeterti quello che ti ha già detto tuo padre: qualsiasi decisione prenderai, noi accetteremo la tua scelta e saremo al tuo fianco.

Ma promettimi che una volta presa la tua decisione non ti guarderai più indietro.

Non lasciare che i dubbi e i rimpianti rovinino la tua vita o ti impediscano di vedere tutto ciò che di bello c’è nel tuo presente- le disse Hermione.

Prudence annuì.

-Ho… ho paura di ferirvi…- confessò.

Hermione scosse la testa e strinse la mano che fino a quel momento era rimasta posata sulla sua.

-Non pensare a me e a tuo padre.

Pensa soltanto a cosa è più giusto per te stessa.

Sei una delle cose più belle della nostra vita, non c’è niente che potresti fare che potrebbe deluderci… Forse saremo preoccupati per te se decidessi di incontrare i Weasley, ma soltanto perché siamo due vecchi egoisti e viviamo costantemente con la paura di perderti- disse Hermione con un lieve sorriso, strappando una piccola risata a Prudence.

 -Qualunque sarà la tua scelta non faremo nulla per metterti i bastoni tra le ruote o per farti cambiare idea- le ripeté Hermione.

Ancora una volta Prudence annuì.

Ora spettava soltanto a lei prendere una decisione.

Anche se non aveva la più pallida idea di quale sarebbe stata.

 

 Salve a tutti! Come state?

Innanzitutto voglio scusarmi per il tempo passato dall'ultimo aggiornamento, ma gli eventi della vita reale mi hanno scombussolato, come credo a molti di voi; ero convinta che sarei riuscita a scrivere durante questa quarantena, ma arrivata al 20esimo giorno inizio ad accusare il colpo: avevo molte idee in testa ma non riuscivo a metterle in ordine come volevo...

Però, questa volta, posso dirvi che siamo quasi alla fine: ho deciso che mancano soltanto 1 capitolo e due epiloghi.

Spero che mi farete compagnia fino alla fine di questo viaggio...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di battitura e/o ortografia.

La frase ad inizio capitolo è tratta da "La fine" di Tiziano Ferro.

Ed ora i ringraziamenti: Galaxia( Benvenuta! E grazie per i complimenti! Spero davvero di meritarli... Tranquilla, la FF non è incompiuta, devo solo trovare il modo di organizzare tutti i vari spezzoni che vagano nella mia testa in modo che abbiano un senso logico xD), Fiorentinasara(Ho sempre saputo che Ron era morto, fin da quando ho deciso di scrivere questo sequel...diciamo che non lo volevo tra i piedi xD), Fede393( Grazie per i complimenti a "Il pagamento"! Sto controllando e riscrivendo tutti i capitoli di quella FF, e una volta finito li caricherò di nuovo... Sarà come leggere una nuova FF, anche se la storia e la struttura resteranno le stesse... Grazie anche per i complimenti a questa FF! Il dialogo tra Draco e Prudence è stato il perno su cui ho costruito tutta la FF, è uno dei momenti che avevo chiaro in mente fin dall'inizio e sono felice di essere riuscita a trasmettere il messaggio contenuto nel loro dialogo e soprattutto nelle parole di Draco ^_^)

Bene, per il momento è tutto, io vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo...

Stay safe & Stay at home!

Baci, Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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