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Autore: EleAB98    26/03/2020    7 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Durante una fredda mattinata di metà ottobre, Priya aveva appena terminato di sistemare i vari archivi dei nuovi studenti nel suo ufficio, quando ricevette una visita inaspettata.

“Posso entrare, signorina Singh?”
“Salve signor Wilson, qual buon vento la porta qui? Non mi aspettavo certo di vederla... o almeno, non oggi.”

Wilson posò il suo cappello di feltro sopra la scrivania della donna.

“Lo sospettavo. Ma non si preoccupi, ero solamente passato a ritirare la documentazione necessaria atta all’ispezione che dovrò tenere qui esattamente tra una settimana.”
“Si tratta per caso della classe del mio collega, il professor Hunt?” domandò Priya conoscendo, in realtà, già la risposta.
“Vedo che è ben informata. Immagino, dunque, che il signor Hunt gliene abbia parlato diffusamente, in questi giorni.”

Alla donna non sembrò il caso di nascondere la verità. D’altronde, il diverbio personale tra i due uomini era ormai diventata questione di dominio pubblico per tutti i colleghi dell’università.

“Esattamente. Vede signor Wilson, noi due abbiamo mantenuto, nonostante le nostre divergenze, un rapporto civile basato sul rispetto dei ruoli, almeno per quanto concerne il livello professionale.”
“Beh, devo confessarle che l’ammiro” dichiarò Wilson con sentita intraprendenza. “Una donna di classe come lei e raffinata come poche che è riuscita, malgrado ciò che ha passato, a detenere un rapporto pacifico con quell’uomo non è certo cosa da tutti. Da quel che si dice, la vostra relazione non è terminata nel migliore dei modi.”
“Ma le persone intelligenti riescono, comunque, a risolvere i propri conflitti personali con successo, nonché a collaborare in ambito strettamente lavorativo senza alcun interesse di sorta che vada oltre tale dominio” ribatté Priya, con una certa risolutezza nello sguardo.

Wilson sorrise, comprendendo ed esprimendo i reali sentimenti della donna.

“Già. Le persone intelligenti, oppure... le persone ancora innamorate. Sbaglio?”

Sul momento, la donna non riuscì a comprendere la motivazione per la quale Wilson le avesse risposto in un modo così sfacciato. Eppure, aveva avuto più o meno avuto l'occasione di conoscere quell’uomo come un individuo onesto e rispettoso. Forse non era così?

“Senta signor Wilson, non credo che tali affari la riguardino. Adesso, se non le dispiace...”
“Mi scusi se ho permesso al mio impulso di avere la meglio sulla ragione” replicò l’uomo, cercando di riparare al suo errore. “Forse non avrei dovuto esprimere il mio pensiero al riguardo in modo così diretto.”
Wilson le si avvicinò, sfiorando la sua mano con delicatezza. Priya rimase letteralmente di stucco, ma non la ritrasse.

“Si fidi, ho accumulato una certa esperienza in fatto di delusioni d’amore” continuò lui, con tono conciliante. “Ma se c’è qualcosa che ho imparato da tutto questo è che la vita continua e che, prima o poi, la fortuna di incontrare qualcuno potrà di nuovo bussare alla nostra porta. Lei non deve affatto vergognarsi di provare ancora dei sentimenti per quell’uomo. Tutto quello che vorrei è tentare di farle dimenticare questo dispiacere... sempre se me lo permette, ovviamente.”
“Senta, signor Wilson...”      
“Lei è una bellissima donna e, come tale, merita di essere valorizzata.”

Sul momento, Priya rimase completamente senza parole.

“La prego, mi permetta di invitarla a cena una di queste sere.”

Proprio quando la docente stava per rispondergli, la porta dell’ufficio si aprì. In quel preciso istante, Wilson lasciò andare la mano della donna. Il professor Hunt, comunque, notò quanto i due si trovassero vicini, ma sul momento fece finta di niente.

“Scusami Priya, non ho bussato perché credevo fossi in ritardo per la riunione che avevamo fissato proprio nel tuo ufficio.”

L'insegnante cercò di nascondere il suo imbarazzo.

“Non preoccuparti, Thomas. Il signor Wilson stava per andarsene.”
“In effetti, non mi aspettavo proprio di trovarla qui, caro direttore” dichiarò il regista, squadrando l’uomo da capo a piedi con aria sospetta.
“Sono soltanto venuto a ritirare un paio di documenti in modo da poter svolgere, come ben sa, l’ultimo lavoro che mi compete all’interno di questa università” ribatté Wilson, per nulla seccato dalla sua affermazione. “Almeno per il momento. Sa, a dire la verità, sono venuto qui anche per rivolgere un saluto veloce a questa bellissima donna che si erge in tutto il suo splendore davanti a me.”

Hunt aggrottò la fronte. Aveva notato il cappello del signor Wilson poggiato sopra la scrivania di Priya, alla quale si erano arrossate lievemente le guance a causa delle parole del direttore che, d’altro canto, continuò ad ammirare per qualche istante la sua figura.

“Beh, la saluto professor Hunt. Quanto a lei, signorina Singh... mi faccia sapere. In caso di risposta affermativa, sarei davvero onorato di poter trascorrere un po’ di tempo insieme a lei. Arrivederci.”

Nel pronunciare queste ultime parole, Thomas ebbe la forte impressione che Wilson volesse, in qualche modo, infastidirlo. Ciononostante, l’atteggiamento del regista fu, come da copione, perfettamente consono alla sua usuale attitudine.

“Arrivederci” rispose Priya, con un filo di voce.
Non appena il regista chiuse la porta, un barlume di curiosità e di preoccupazione investirono lo sguardo di Thomas.
“Dimmi un po’ Priya, cosa ci faceva qui quel tipo? So benissimo che non si trovava qui per questioni di lavoro. Era qui per te, non è così?”
“Beh, mi ha detto che necessitava di prendere dei documenti importanti, e...”
“Avanti, sappiamo entrambi che non è stato questo il vero motivo. Quell’uomo non mi convince. Sarà meglio che tu gli stia alla larga.”

Alle parole di Thomas la donna si mise sulla difensiva svelando, ingenuamente, l’invito che il direttor Wilson le aveva offerto.

“Thomas, stai tranquillo. È solo passato per un saluto e... mi ha invitato a cena.”

Hunt sgranò gli occhi e, in quell’istante, Priya stentò nel riconoscerlo. Il suo tono di voce, comunque, non lasciava trasparire nulla di nuovo rispetto alle loro precedenti conversazioni. Il suo autocontrollo fu, anche in questo caso, il tratto distintivo che gli permise di parlare in perfetta tranquillità di una situazione apparentemente scomoda... almeno per lui.

“Non avrai mica intenzione di accettare, spero.”
“Cosa c’è, adesso sei geloso?” domandò Priya, decidendo di mettere alla prova quel suo improvviso interesse riguardo la sua sfera privata. “Finora non ti è mai importato più di tanto dei miei precedenti appuntamenti. Per quale motivo dovresti farlo ora? Ho la mia vita Thomas, e tu non ne fai più parte. O almeno, non a livello sentimentale” concluse poi, deglutendo a fatica cercando di contenere quel boccone ancora fin troppo amaro.

“Ma io voglio far parte della tua vita, Priya” ribatté il regista, avvicinandosi cautamente a lei. “Sei stata importante per me e lo sei ancora, come amica chiaramente. Sono felice che tu faccia nuove conoscenze e ti diverta, davvero. Ma per la profonda stima e il sentito affetto che provo per te è mio dovere avvertirti riguardo le mie personali sensazioni nei confronti di quell’uomo. Non sono affatto geloso Priya, credimi. Mi preoccupo per te, nient’altro.”

Ancora una volta, Priya aveva ottenuto la conferma che cercava. Thomas non provava più alcun sentimento per lei... e forse non ne aveva mai provati.
Si comportava in modo protettivo con lei, ma non si celava altro dietro i suoi atteggiamenti. Quell’uomo era, semplicemente, il gentiluomo per eccellenza. E forse lo sarebbe sempre stato, con qualunque donna si fosse trovato a che fare.

“Sai, a volte, vorrei che non lo facessi.”
“Per quale motivo?”

Coraggiosamente, la donna gli rivelò ciò che non avrebbe mai pensato di dire.

“Perché provo ancora qualcosa di forte nei tuoi confronti.”

Thomas non rispose nell’immediato alla donna, limitandosi a osservare i suoi profondi occhi smeraldo, tinti di una leggera commozione. Erano sinceri, e lui lo sapeva meglio di chiunque altro. Quegli occhi, che aveva avuto modo di conoscere negli anni precedenti della loro relazione sentimentale, non mentivano mai. Non riuscivano proprio a nascondere ciò che provavano veramente. In effetti, era stata proprio quella sua sincera onestà l’elemento caratterizzante che, a suo tempo, aveva permesso a entrambi di conoscersi in modo più o meno approfondito. Eppure, per qualche assurdo motivo, quella stupenda peculiarità di Priya non era bastata a tenere l’uomo che amava perennemente legato a lei. Ormai non vi era più alcuna speranza che i due potessero recuperare l’intesa di un tempo, sebbene tra i due fosse stata soltanto Priya ad aver considerato - fin dall’inizio - il loro rapporto come una vera e propria storia d’amore.

“Priya, ascoltami. Se desideri tagliare definitivamente tutti i ponti con me per non soffrire rispetterò la tua scelta, sebbene mi costi molto. Però ribadisco ancora una volta ciò che penso di Wilson. Non credo sia l’uomo giusto per te.”
“Adesso mi fai anche da consulente per decidere al mio posto quali persone io debba o meno frequentare?” tuonò Priya, in preda a una rabbia cieca. “Durante la nostra relazione sei stato tutto per me: un buon amico, un fratello, una sorta di padre... Insomma, tutto... tranne che un fidanzato.”

Ed era vero. In passato, i due si scambiavano raramente delle effusioni, sia in ambito pubblico che privato. Spesso, la donna aspettava che egli agisse di sua iniziativa manifestandole ciò che provava nei suoi confronti, ma quasi sempre le sue grandi speranze al riguardo rimanevano deluse.
Soltanto durante l’ultimo anno della loro turbolenta relazione sembrava che Thomas avesse intensificato l’interesse nei suoi confronti. Chissà, magari il professore aveva tentato di convincere se stesso che stare con lei fosse la scelta più giusta.
Ma non aveva funzionato.

“Ascoltami, Priya. Tu... hai ragione. Non mi sono comportato nel migliore dei modi, con te. Forse, durante quegli anni che siamo stati insieme ti ho solamente illusa, o più probabilmente, ho illuso me stesso più di quanto mi fosse concesso di fare. Ma non provare a pensare che io non abbia mai provato nulla per te. Sai bene che non sono mai stato molto bravo nel manifestare i miei sentimenti.”

“Basterebbe un po’ di spontaneità.”

“Lo so. Finora, non ho mai conosciuto il senso di questa parola a livello sentimentale. Ma ti sono molto grato che tu abbia almeno tentato di tirarmela fuori.”

“Già... ma purtroppo, non ci sono riuscita. A dirla tutta sembra che, almeno fino a oggi, nessuna donna sia riuscita nell’impresa” dichiarò Priya, cercando di nascondere la propria delusione.

“Hai ragione. Sono un tipo piuttosto complicato, lo ammetto. Ma durante la nostra relazione, ho provato delle emozioni per te. Magari non erano abbastanza forti, magari tentavo di paragonarle alla mia storia precedente di gioventù che, come sai, è stata forse la più importante che abbia mai avuto.”

“Non hai ancora dimenticato Yvonne, non è vero?”

Hunt sorrise leggermente.

“Yvonne è stato il mio primo amore. Un amore intenso, da togliere il fiato. Un amore che non saprei descrivere a parole, nemmeno se mi fornissero il vocabolario dell’Accademia della Crusca. Posso solo dire che ciò che ho provato per lei, non l’ho provato per nessun’altra. Finora, non ho mai amato nessuna nel modo in cui ho amato lei.”

“Allora qual è la verità, Thomas?” domandò Priya, desiderosa di ulteriori informazioni. “Perché sai, nonostante la nostra storia sia terminata da tempo, non ho ancora ben compreso cosa ti abbia tenuto legata a me per ben tre anni.”

“Per te Priya, ho provato senza dubbio un forte sentimento” rispose l’uomo, cercando di trovare le parole giuste da dirle.  “Peccato che non si trattasse di un vero e proprio sentimento amoroso. Ti voglio un gran bene e sento per te una grande stima, ma nulla di più. Però ti confesso che non so come farei senza di te. Mi dispiacerebbe perdere il sentimento di amicizia che abbiamo instaurato in questi ultimi anni. Non so per quale motivo tentassi di convincere me stesso che fossi la donna della mia vita. Chissà, magari perché eri diventata il mio costante punto di riferimento. E che tu ci creda o meno, lo sei tuttora... come ho detto prima, però, non ho alcuna intenzione di farti soffrire di nuovo. Se credi sia giusto mantenere un rapporto esclusivamente sul piano professionale, farò di tutto per rispettare la tua decisione.”

Anche stavolta, Priya fu straordinariamente sincera.

“Non so se riuscirò mai a dimenticarti, Thomas. Ma allo stesso tempo, temo proprio che nemmeno io potrò fare a meno di te. A prescindere da tutto, sei un buon amico.”
Thomas abbracciò affettuosamente la donna, cercando di mostrarsi comprensivo.
“Abbi fiducia, vedrai. Presto incontrerai la tua anima gemella, ne sono sicuro.”
“È il tuo infallibile istinto che ti fa credere in questa possibile eventualità?”

Thomas rise di gusto assieme a lei e l’atmosfera si alleggerì all’istante.

“Diciamo di sì. Comunque, non essere arrabbiata per ciò che ti ho detto poco fa. Il mio era solo un consiglio... la decisione finale spetta solo a te. Adesso, credo sia meglio lasciarti del tempo per riflettere. Ci vediamo più tardi.”

“Thomas, aspetta un momento... posso farti una domanda?”

“Spara.”
 
“Se improvvisamente... Yvonne ritornasse in città... che cosa faresti? Ci riproveresti con lei?”
 
Thomas rimase a dir poco interdetto.

“Ti confesso che la tua domanda mi sembra un tantino spinosa. Non ci ho mai pensato, a dire la verità. E incredibilmente, non sono ancora in grado di rispondere. O almeno, non subito.”
 
“Scusami tanto, Thomas... non era mia intenzione metterti a disagio” rispose la donna, sapendo di aver peccato di un'indiscrezione sin troppo intima nonostante, nel suo cuore afflitto, covasse da lungo tempo quella domanda apparentemente senza risposta.

Il professore accennò un sorriso.

“Non preoccuparti. È tutto a posto.”
 
Chiusa la porta del suo ufficio, Priya rifletté non poco riguardo il comportamento di Hunt. Aveva compreso il fatto che lei rappresentasse, per l'uomo, una buona amica. Ma per quale motivo dispensare consigli così personali riguardo le sue frequentazioni? Tutto ciò le appariva decisamente sconveniente. Inoltre, perché impedirle proprio quell’appuntamento con Wilson se, come Thomas le aveva espressamente detto, avrebbe dovuto voltare pagina al fine di tornare a essere felice?
È vero, da grande amico qual era, Hunt aveva sempre augurato a Priya tanta fortuna riguardo i suoi appuntamenti, nonché consolata nel caso in cui la serata non fosse andata per il verso giusto.

Sebbene la donna dipingesse tuttora Thomas come il suo compagno di vita ideale, doveva ammettere che le loro conversazioni non avevano mai lasciato presagire un ritorno di fiamma, né tantomeno allusioni di sorta riguardo alla possibilità di costruire un rapporto occasionale senza alcun importanza.
Fortunatamente, Thomas era una persona dai sani principi e non avrebbe mai approfittato dei sentimenti di una donna per il solo gusto di soddisfare le proprie pretese o eventuali desideri improvvisi.
Non tutti, infatti, si sarebbero comportati nello stesso modo. La rettitudine e la compostezza di Hunt erano degli elementi che raramente avrebbe potuto trovare in un uomo.
Ma perché non provarci? In fondo, la donna era ancora molto giovane e aveva ancora tanta voglia di innamorarsi.

Cosa dire, invece, di Thomas?

L’uomo sembrava ancora fin troppo legato al passato per permettere a se stesso di lasciarsi andare, gestendo con perfetta disinvoltura e altrettanta leggerezza eventuali occasioni nelle quali avrebbe potuto alimentare nuove e fortunate conoscenze.
Quale poteva essere la sua donna ideale, quella donna che gli avrebbe fatto letteralmente perdere la testa al pari di Yvonne?
Chi avrebbe mai potuto reggere il confronto con quella donna dipinta dal professore come la donna perfetta, come la donna appassionata e travolgente di cui spesso si parlava soltanto nei romanzi afferenti all’epoca del Romanticismo?
Sembrava che la donna ideale di Thomas Hunt non esistesse nel mondo reale ma che trovasse spazio, appunto, solo nei film o nelle grandi opere letterarie.
In effetti, negli ultimi anni, Thomas aveva programmato ben pochi appuntamenti con altre donne. Ogni qualvolta Priya veniva a conoscenza dei suoi rendez-vous, egli si apprestava ad affermare preventivamente che non sarebbe stato nulla di importante, bensì un mero pretesto per trascorrere la serata in maniera alternativa.
Non che le donne rappresentassero un passatempo, per lui: nella maggioranza dei casi si trattava per lo più di cene di lavoro, dunque non si poteva sospettare che ci fosse dell’altro.
Sicuramente, qualche flirt passeggero non sarà comunque mancato durante quegli incontri. A quanto pare, però, quei presunti affari di cuore non avevano simboleggiato nulla di serio per cui valesse la pena lottare in previsione di una futura relazione.

Comunque, questa volta Priya aveva preso la sua decisione: non avrebbe ascoltato il consiglio di Hunt.

Avrebbe constatato lei stessa che genere di uomo fosse il signor Wilson. D’altronde, non poteva nascondere di provare una certa curiosità nel volerlo conoscere meglio.
Con aria decisa, la professoressa estrasse il biglietto da visita che, silenziosamente, Wilson le aveva infilato dentro la tasca della sua giacca mentre le teneva la mano. Più tardi, nel pomeriggio, avrebbe composto il numero e fissato il mancato appuntamento.

 
***
 
 
“Ma come Jane, non hai intenzione di accettare l’appuntamento? Ma è un bellissimo ragazzo! Fosse capitato a me, avrei fatto i salti di gioia.”
“Comprendo le tue ragioni e non metto certo in dubbio le tue affermazioni. Ma non sono proprio dell’umore adatto. In questo periodo ho intenzione di concentrarmi esclusivamente sul corso che sto seguendo, non voglio avere a che fare con dei ragazzi che si rivelerebbero senz’altro immaturi.”

Addison assunse un tono contrariato.

“Non ti sembra di esagerare un po’? Nemmeno lo conosci quel ragazzo, per cui... come fai a dirlo?”
“Sai, mi chiedo lo stesso di te ed Ethan... come fai a giudicarlo senza conoscerlo?”

Ancora una volta, Jane aveva sfoderato la carta vincente che le avrebbe permesso - o almeno così sperava - di comprendere maggiormente la strana relazione che intercorreva tra i due. Peccato, però, che Addison non intendesse affatto affrontare l’argomento.

“Senti, amica mia... adesso stiamo parlando di te, quindi ti prego di non rigirare il discorso.”
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
“Ho capito, non è il momento adatto. Comunque, riguardo a Crash, fidati del fatto che ho avuto modo di conoscerlo a quel party dello scorso anno. E non è stato affatto divertente.”
“Dai, ti ha solo versato un po’ di brandy sulla maglietta, che sarà mai!” disse Addison, cercando di trattenersi inutilmente dal ridere.
“E mi ha definito una ‘secchiona’ davanti a tutta la scuola, che sarà mai!” la rimbeccò lei, regalandole un’occhiataccia.

Di colpo, Addison smise di ridere.

“Ops, scusami... forse hai ragione, quel ragazzo non fa per te... per caso ce l’hai con me?”
“Sono grata che tu lo abbia capito. E no, non preoccuparti, non ce l’ho con te. La prima situazione si può giudicare piuttosto esilarante, in effetti...”

Addison sorrise all’amica.

“È che... è da molto tempo che non ti concedi un appuntamento. Ti farebbe bene frequentare nuove persone.”
“Addi, apprezzo il tuo tentativo, davvero. Ma in questo momento sto bene da sola. Dopo la fine della mia storia con Seth, non mi sento ancora pronta a tuffarmi in una nuova relazione.”
“Capisco. Ma sbaglio, o sei stato tu a lasciarlo?”

Jane si accinse a chiarire la situazione.

“Non proprio. Ci siamo lasciati di comune accordo, non appena abbiamo scoperto di avere degli obiettivi futuri decisamente differenti. Lui voleva diventare un ballerino e, a quanto ne so, frequenta l’accademia di New York. Lui ha seguito la sua aspirazione, e io la mia. Non credere, però, che lasciarci non sia stata una scelta sofferta. Abbiamo preferito scegliere la nostra futura carriera a discapito dei sentimenti che ancora provavamo l’uno per l’altra.”

“Serbi per caso dei rimpianti, riguardo la tua scelta?” le domandò l'amica, a bruciapelo.
“Sai, pensavo di averne all’inizio, invece non è così. Ho fatto la scelta giusta. Ogni mattina, quando mi sveglio, penso a quanto sono fortunata a trovarmi a Hollywood, cercando finalmente di coronare il sogno della mia adolescenza. Ed è una sensazione bellissima ritrovarsi tra le mura dell’università, perfettamente consapevole di avere un obiettivo pretenzioso ma non impossibile da realizzare.”
“Sono felice per te. Ma provi ancora qualcosa per Seth?”
 
Lo sguardo di Jane si perse nel vuoto. Sembrava quasi che numerosi ricordi le si stessero nuovamente affacciando nella mente. Addison sperava soltanto che il rinvenimento di tali ricordi non le arrecasse alcun dolore.
 
“Tengo ancora molto a lui, questo è sicuro. Ma non posso essere altrettanto sicura di aver conosciuto veramente l’amore. L’amore è quello che ti fa mancare il respiro, quello che non ti dà pace, quello che ti fa sperare con tutto te stesso che, un bel giorno, potrai vivere all’infinito le emozioni suddette, senza stancarti mai di provarle. Credo che il vero amore non muoia mai poiché, se sincero, resta nel cuore di ognuno. Io, sinora, non ho mai avuto di questi sintomi.”
“Wow, non potevi dare una definizione più bella dell’amore” rispose l’amica con occhi sognanti.

Proprio in quell’istante, Jane sembrò risvegliarsi da quello stato di trance. Ormai, il suo flashback mentale riguardo il suo passato era ufficialmente terminato, ma il suo discorso proseguì.

“In conclusione, nonostante Seth rappresenterà per sempre un piccolo pezzo del mio cuore e lasciarlo sia stato doloroso, ho capito che, se siamo riusciti a separarci, il nostro non poteva definirsi amore con la A maiuscola. Perché sono fermamente convinta che l’amore autentico non possa essere distrutto. Siamo stati insieme per cinque anni e sono stati degli anni bellissimi, degli anni che non potrò mai dimenticare. Avrò sempre un bel ricordo della nostra storia e sono altrettanto contenta che lui abbia trovato una nuova ragazza.”

Addison rimase di stucco.

“Davvero? Come lo hai saputo?”
“A dire il vero, me lo ha detto lui.”
“Wow, come fai a essere così tranquilla? Non provi alcuna gelosia per lui? Cavolo, non è possibile.”
“Confesso che, sul momento, ne sono rimasta molto sorpresa” rispose Jane, sorridendo genuinamente. “Ma il fatto di aver condiviso con me questo evento della sua vita mi ha dato modo di capire quanto io sia ancora importante per lui. E va benissimo così.”
“D’accordo. Ma non ti sembra strano che lui ti abbia dimenticata così presto?”
“È 
 proprio questo il punto. Seth non mi ha affatto dimenticata, anzi. Ha avuto il coraggio di rapportarsi con me a proposito della sua nuova frequentazione. E questo non è da tutti. Non intendo criticare il suo comportamento. Spesso, l’amore arriva quando meno te lo aspetti. Dunque, se lui è felice, lo sono anch’io.”
“Caspita, sei proprio una ragazza d’oro.”
“Avanti, non esagerare! Adesso che ho riscoperto la mia indipendenza, non ho alcuna intenzione di perderla così presto.”

Addison sogghignò.

“Già, sappiamo tutti quanto ti piaccia volare alto. Ma scegliere tra l’amore e la carriera è indubbiamente una delle scelte più difficili e coraggiose che l’uomo si trovi a dover fare.”
“Su questo non posso darti torto. Ascoltare il proprio cuore è fondamentale, è la chiave di accesso a tutte quelle domande che necessitano di una risposta sicura e concreta.”
“E in quel periodo, il tuo cuore ti suggeriva di seguire quella che adesso è la tua strada, non è così?”
“Sì, esatto. E me lo sta dicendo anche in questo preciso momento. E a tal proposito, credo sia meglio entrare in classe... il professore potrebbe arrivare da un momento all’altro.”
“Allora non ho alcuna intenzione di trattenerti oltre. Buona lezione!”

Proprio quando le due ragazze stavano per separarsi, però, Jane si ricordò di chiedere ad Addison come fosse andata in classe con il professor Moriyama.

“Rimarrai sorpresa: è andata meglio di quanto mi aspettassi. Sta' sicura che non mancherò di raccontarti tutti i dettagli non appena potremo approfittare di un po’ di tempo libero per fare dello shopping.”

Jane era in estasi. Come poteva rifiutare una proposta così allettante?

“D’accordo Addi, mi hai convinta. Ci vediamo presto!”


 
***
 

Thomas Hunt entrò in classe immediatamente dopo Jane. Il professore le era quasi andato addosso, ma sembrava proprio che non si fosse minimamente accorto della sua presenza.
La sua mente era altrove e il suo sguardo sprizzava una 'sonora' preoccupazione.

“Bene ragazzi, ieri pomeriggio vi avevo assegnato un compito. Spero per voi che lo abbiate svolto. Consegnatemi i vostri elaborati e datemi un'oretta di tempo per visionarli. Nel frattempo, aprite il vostro libro a pagina 32, sezione 5, paragrafo 3. Leggete attentamente, poiché l'argomento trattato sarà oggetto della prossima lezione.”

Un ragazzo raccolse i vari scritti e li consegnò a Thomas, mentre Jane cercava inutilmente di concentrarsi sulle pagine che egli aveva dato loro da leggere. La ragazza non riusciva proprio a capire perché Hunt continuasse a guardare l'orologio ogni cinque minuti.
 
Aveva forse un appuntamento? Una riunione?
 
O forse avrebbe semplicemente voluto tornarsene a casa, gustandosi la pace dei sensi in tutta tranquillità?
 
Jane cercò di mantenere lo sguardo fisso sul libro ma, proprio quando si stava immergendo appieno nella lettura, la voce del professor Hunt la fece quasi sobbalzare dalla sedia. Caspita, era già trascorsa un'ora?

“Dunque ragazzi, ho letto ciò che avete scritto. Vi avevo detto di concentrarvi sugli aspetti negativi e positivi dell'essere nei panni del regista e dell'attore.”
“Tra i tanti elementi che ho avuto modo di leggere, alcuni sono meno scontati di altri e, perciò, necessitano di una più ampia interpretazione al fine di essere compresi dalla maggioranza di voi. Ovviamente, ognuno ha espresso in modo più o meno soggettivo le proprie idee, e questo lo apprezzo. Ma veniamo al dunque.”

Thomas rivolse uno sguardo fugace a Jane.

“Gli elementi che avete preso in considerazione sono, senza dubbio, di ottima validità e permettono di giudicare i due mestieri in modo quasi del tutto imparziale. Ma vorrei soffermarmi su un aspetto in particolare, o meglio su una caratteristica che, più di altre, ha destato la mia curiosità e a cui nessun altro di voi ha pensato.”
 
Il professore scrutò nuovamente la ragazza.
 
“Signorina McMiller... lei ha scritto, tra gli svantaggi dell'essere un regista, una parola soltanto... ha scritto: innamorarsi.”
 
Dalla classe si levò un leggero mormorio.
 
“Potrebbe spiegare a me e ai suoi colleghi per quale motivo ha posto tra gli svantaggi tale caratteristica?”
 
“Beh, in tutta onestà avrei dovuto porre questo aspetto tra due fuochi, dunque nei meandri del 'Purgatorio', per l'esattezza.”
 
Qualcuno ridacchiò, ma Hunt riportò immediatamente i ragazzi alla calma.
 
“Silenzio! Ascoltiamo le spiegazioni della signorina.”
 
“Beh, innamorarsi può rappresentare un gran vantaggio nel caso in cui si abbia l'opportunità di conoscere l'amore della propria vita. Ma innamorarsi sul posto di lavoro può essere senza dubbio pericoloso e, a tratti, persino svantaggioso. Perché l'amore toglie il respiro. Perché l'amore fa commettere delle piccole grandi follie a chiunque ne sia affetto. Perché... l'amore è in grado di annebbiare momentaneamente o perennemente - a seconda della potenza del sentimento - la mente di ciascuno di noi, allontanandolo dai propri oberanti oneri di lavoro.”
 
Nella classe calò il silenzio assoluto: nessuno degli studenti poteva aspettarsi un'affermazione tanto ardita e spontanea da parte di Jane.
D'altra parte, Thomas sembrava impressionato. La sua dichiarazione sembrava così... così appassionante. Non riusciva a spiegarsi perché nessuno dei suoi studenti non avesse pensato a quello strano particolare, a quell'aspetto facente parte della natura dell'uomo.
In realtà, però, nemmeno lui ci aveva mai pensato. A ogni modo, nonostante Hunt fosse rimasto visibilmente colpito dalla sua asserzione, non avrebbe risparmiato alla ragazza la sua più sincera opinione riguardo ciò che lei aveva appena espresso.
 
“Signorina McMiller, ammetto che la sua è un'osservazione... interessante quanto futile, se rapportata a questo contesto.”
 
Jane non sembrò affatto intimorita dalla sua risposta che sembrava, almeno in apparenza, essere poco incoraggiante e, a tratti, decisamente provocatoria.
 
“Intende forse dire che lei considera l'amore una sciocchezza?” replicò la ragazza, in tono piccato.
 
“Non ho detto questo” si affrettò a rispondere Hunt. “È sicuramente interessante analizzare una persona dal punto di vista psicologico nel contesto lavorativo, come risulta altrettanto futile, da un lato, dato che in questo posto non trovano spazio dei corsi di psicologia e assimilati.”

Thomas gettò i suoi fogli di appunti sulla cattedra e prese a girovagare per la stanza.

“L'amore è, senza alcun dubbio, un sentimento in grado di distrarre chiunque dagli obiettivi che ci si è prefissati di raggiungere. Evidenti rallentamenti nella produzione del film, eventuali problemi nella gestione ottimale della troupe... insomma, quello che lei ha detto è sicuramente giusto, per cui... in definitiva, credo proprio che abbia fatto bene a porre l'innamoramento tra gli svantaggi.”
 
Il professore continuò a parlare ma, d'un tratto, il suo tono di voce parve tingersi di un vago - quanto percettibile - rimpianto.
 
“Investire tempo ed energie su una storia d'amore destinata a non decollare - bensì a naufragare nell'eterno quanto tempestoso viaggio nei sentimenti - può essere devastante e destabilizzante, per ciascuno di noi. È bene, dunque, concentrarsi sul lavoro e tirar fuori il meglio di se stessi.”
 
Da quelle parole, Jane parve intuire che l'insegnante non doveva aver avuto un buon rapporto con l'amore in passato.
 
Era mai stato veramente innamorato?
 
Aveva amato davvero la sua collega, Priya Singh?
 
La ragazza ignorò momentaneamente quelle domande continuando a dare sfogo alla sua irrefrenabile curiosità, incurante della presenza degli altri studenti.
 
“Dunque, se ciò che ha professato come estremamente negativo capitasse a lei...  - in quel preciso momento, Hunt la guardò dritto negli occhi, visibilmente sorpreso e in parte irritato da quell'intervento - “ignorerebbe la cosa?”
 
“Certamente. Chiunque con un minimo di sale in zucca - nonché un pizzico di esperienza - lo farebbe. Alimentare una passione amorosa chiaramente passeggera in circostanze professionali sarebbe da folli. Comunque, non si tratta semplicemente di un mio punto di vista, quanto di quello di molti. Sebbene questi episodi di innamoramento tra colleghi non siano poi così infrequenti, occorre riconoscere che qualunque relazione si possa costruire all'interno di un contesto lavorativo è destinata, prima o poi, a concludersi. Che ci crediate o meno, ho una certa esperienza in proposito.”
 
Hunt scostò lo sguardo da tutti gli astanti. In verità, egli non avrebbe voluto abbandonarsi nel proferire pubblicamente quell'ultima frase ma, per qualche strana ragione, era come se ‘quella scottante dichiarazione’ non fosse stata davvero frutto della sua volontà.
In quel momento Jane assunse, dal canto suo, il ruolo di una perfetta psicologa: sembrava stesse indagando per scoprire la personalità del suo insegnante, in parte per curiosità, in parte per difendersi dalle affermazioni presenti e future che non sarebbero mancate nei suoi confronti.
La studentessa comprese che, implicitamente, il professore doveva senz'altro riferirsi a Priya.
Non appena Hunt rialzò lo sguardo e notò gli studenti parlottare tra loro con eccessiva foga, pensò nell'immediato che quella conversazione, in un certo senso fuori programma, li avesse distratti a dismisura dal tema principale della sua lezione.
L'uomo, inoltre, si era accorto che la signorina McMiller gli aveva rivolto indirettamente delle domande  fin troppo personali. Egli, però, essendo una persona decisamente più matura di lei, per lo meno a livello anagrafico, non poteva non rispondere agli interrogativi di quella studentessa per certi versi fin troppo curiosa.
Comunque, non poteva nemmeno non avvertire i suoi studenti dei pericolosi rischi che poteva comportare una relazione costruita sul posto di lavoro dato che, per la prima volta, era saltato fuori questo scomodo aspetto nel corso di una sua lezione.
Pertanto, il docente decise di regalare a suoi alunni un ultimo quanto decisivo consiglio, che avrebbe messo definitivamente la parola 'fine' a quell'insolita situazione creata, per giunta, dalla sua studentessa.
 
“Bene signorina McMiller, la ringrazio per aver espresso questo punto di vista mai emerso finora. Ci è stato utile per comprendere che la realizzazione professionale è di gran lunga più importante rispetto a quella privata. Realizzare i nostri sogni ha sempre la priorità su tutto ciò che ci allontana da essi. E non dubito che voi abbiate dovuto fare molti sacrifici per venire a studiare in questa università.”
 
Jane convenne con Hunt. Era vero ciò che aveva appena detto. Ne aveva discusso prima con Addison. Chissà, magari anche lui aveva fatto lo stesso, ai tempi in cui frequentava l'università.
Il professore continuò a parlare, sebbene la ragazza avesse la sensazione che egli stesso intendesse giustificare ciò che aveva fatto in passato ma, allo stesso tempo mettersi sulla difensiva a fronte della sua domanda alquanto indiscreta.
 
“Vedete ragazzi, l'amore per ciò che si fa è senza dubbio un aspetto importante della vostra vita. È vero, potreste avere dei rimpianti per ciò che avete lasciato sul vostro precedente cammino, ma ciò che vi aspetta non è nemmeno lontanamente paragonabile a ciò che avevate immaginato all'inizio. Studiare è una grande opportunità per voi, soprattutto se tale studio è rapportato alle vostre passioni. Per questo motivo la vita privata deve necessariamente prescindere da quella professionale. Un loro eventuale miscuglio, apparentemente uniforme in ogni suo punto, può invece rivelarsi pieno di frastagliature. Perciò, pensate dapprima al vostro futuro lavorativo.”
 
Hunt aveva senz'altro ragione, ma... “Ma per caso non si aveva il diritto di essere felici?” fu la silenziosa e inaspettata domanda che Jane rivolse a se stessa, non appena Hunt terminò il suo discorso.
 
È vero, elaborare una futura scelta lavorativa senza alcuna influenza esterna è senza dubbio gratificante, ma non lo sarebbe forse maggiormente se si avesse l'opportunità di condividerla con qualcuno, anche a rischio di trovare quel qualcuno all'interno di un contesto professionale?
 
Chi sarebbe disposto, però, a correre questo rischio?
Chi sarebbe disposto ad amare qualcuno in totale libertà, senza temere delle ripercussioni riguardo la propria attività lavorativa?
   
 
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