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Autore: katyastark    27/03/2020    4 recensioni
Quando Katsuki lo rivide mentre -come suo solito- era di ronda per le strade della città, rimase un po' di stucco. Non perché Deku avesse un aspetto diverso – ma lo aveva, poco ma sicuro. Neanche perché ora vestiva meglio, o perché sembrasse in salute, in forma e felice. Non era nemmeno dovuto a quella punta di terrore che vide nei suoi occhi quando incrociarono gli sguardi, sebbene la ritenesse ugualmente fuori luogo – anche quando Katsuki era stato meschino, violento e assolutamente spietato con lui, Deku non lo aveva mai guardato in quel modo. No, non era proprio niente di tutto quello. Era per quel bambino avvinghiato al suo fianco, un piccoletto con ginocchia scorticate e il volto coperto di lentiggini, dai ricci capelli biondi e penetranti occhi verdi.
[ KatsuDeku ]
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao a tutti! Come state passando questo periodo? Io purtroppo sono rimasta completamente da sola in casa, i miei genitori non possono uscire dal Piemonte e le mie sorelle non mi possono raggiungere. Mi sento così sola sob :,(
Comunque spero che stiate tutti bene, facciamoci coraggio!
Non ho un/una beta, perciò cerco sempre di rileggere con attenzione ma se vedeste lo stesso errori vi prego non fatevi problemi a dirmeli!

Buona lettura!


Link al secondo capitolo in inglese: https://archiveofourown.org/works/22111321/chapters/52803364


Capitolo 2 – Inception



Katsuki era seduto al tavolo di un familiare ristorante per famiglie, non lontano dalla casa dei suoi genitori. Aveva ricordi nitidi dei tanti pranzi fatti lì con la famiglia Midoriya, sia di quando aveva partecipato con entusiasmo che di quando si era sentito più un prigioniero trascinato a forza. Suo padre era seduto alla sua sinistra mentre sua madre aveva preso posto dall'altra parte del tavolo. Nessuno disse una parola fino a quando Midoriya Inko non arrivò trafelata, con in spalla una borsa dai colori vivaci e un bimbo irrequieto al seguito. Dopo aver assicurato un seggiolino plastico alla sedia frontale rispetto a Katsuki, sollevò il bambino per metterlo seduto. Il biondo guardò con una smorfia l'esserino.

Le sue uniche esperienze con i bambini erano dovute agli incontri con i fan, agli inevitabili salvataggi e alle sue poche interazioni con i gemelli Todoroki. Quello che poteva dire dei bambini era che tutti risultavano essere sempre inevitabilmente appiccicosi, avevano sempre un odore strano - di Play Doh e di talco, nello specifico - e che nessuno di loro aveva un minimo di fottuto decoro. Hisami dimostrò palesemente di non essere una rara eccezione, quando si dimenò giù dal seggiolino per lanciarsi sul tavolo e prendere la faccia di Katsuki tra le sue manine sporche e paffute.


Signor Kacchan! I tuoi capelli somigliano a un'esplosione!”


Katsuki mugugnò disgustato, indietreggiando sulla sedia per allontanarsi da quelle piccole appendici.


Hisami! Che cosa direbbe tuo padre se sapesse che sei salito sul tavolo?” Inko, agitata e rossa in viso, afferrò quel selvaggio di suo nipote e lo fece sedere di nuovo, da bravo bimbo, nel seggiolino. Hisami si strofinò le guance coperte di lentiggini, come se sapesse che quel gesto lo avrebbe fatto sembrare più tenero, e rispose, “Papà direbbe Ti voglio bene, amore di papà1, perché io sono dolce dolce.”


Tremendamente dolce,” commentò sua madre con un tono così gentile da fargli venire la nausea, per poi fissarlo -tre secondi dopo- con occhi di ghiaccio. “Quando diavolo ti deciderai a darmi dei nipoti tu?”


Linguaggio,” pronunciarono solennemente sia Inko che Hisami.


Katsuki dovette reprimere l'istinto di strapparsi i capelli e urlare Sono un cazzo di gay, Mamma, perché quello non era né il luogo né il momento adatto per tale conversazione. Inko lo salvò dal dover rispondere alla domanda.


E' passato così tanto tempo, Katsuki. Ho saputo che hai già conosciuto Hisami.”


Il biondo annuì. Gli era sempre piaciuta Inko. Aveva tutto quello che si potesse desiderare in una mamma – la dolcezza, la premura, la comprensione.


Brevemente. Ero di pattuglia. Che ci faceva Deku in centro?”


La sua clinica si trova lì. Si è trasferito in centro qualche anno fa per stare più vicino.”


Nonna, cos'è una clinica?”


E' dove lavora papà,” spiegò lei pazientemente.


Lui-”


Scusatemi, sono in ritardo!” Deku comparve andando immediatamente a sedersi tra sua madre e suo figlio. Nel momento in cui il suo sguardo incrociò quello di Katsuki, i suoi occhi si spalancarono all'inverosimile e rimase a bocca aperta, come un pesce lesso. Katsuki trattenne un ghigno – era una persona migliore ora, ma Deku gli provocava una reazione così automatica sin dall'infanzia, che a stento riusciva a controllarsi.


Papà!” esultò Hisami, aggrappandosi alla manica del maglione di Deku.


Ciao tesoro,” mormorò dolcemente. “Hai passato una buona giornata?”


La migliore! La nonna mi ha lasciato giocare con gli sticker! Ho decorato il bagno.”


Oh, no. Mi dispiace, mamma.”


Katsuki osservò vagamente meravigliato lo scambio di battute. Il fatto che qualcuno potesse essere così rapito da un esserino di tre anni lo lasciava alquanto perplesso. Stavano tutti lì seduti, come ipnotizzati, mentre un mocciosetto teneva banco da un sedile rialzato. Erano tutti avvolti da una disgustosa atmosfera domestica. Katsuki non riusciva a immaginare il perché delle persone potessero decidere, volontariamente, di avere quel tipo di vita. Gli occhi verdi di Izuku che, a scatti, si soffermavano su di lui salvo poi spostarsi rapidi come fulmini cominciavano a dare sui nervi al biondo.


Allora, Deku,” cominciò, stanco di avere le orecchie piene del blaterare di un marmocchio. Non era venuto fino a lì per niente.


Cos'è Deku? Il nome del mio papà è Izuku!”


Hisami, voce interiore, per favore.”


Scusa papà” rispose, riducendo la sua voce a un sussurro, le mani piegate a coppa davanti alla bocca. Deku lo guardò sorridendo e poi allungò la mano dietro di sé per raccogliere qualcosa. Tirò fuori un quaderno -proprio identico a uno di quelli che era solito portarsi dietro a scuola- e una piccola scatola di pastelli. Hisami si lasciò catturare dalla loro visione e, trasformatosi in un bimbo calmo e obbediente, cominciò a scarabocchiare con un pastello arancione, la punta della lingua che spuntava fuori dalle labbra chiuse e il naso tremendamente vicino alla superficie del foglio.


Come ti vanno le cose, Kacchan?” gli chiese Deku, distogliendo finalmente lo sguardo dal bambino che -Katsuki doveva ammetterlo- poteva sembrare anche un po' carino, quando non era occupato ad urlare a pieni polmoni o ad aggrapparsi a lui.


Pieno di impegni. Punto ad essere l'eroe numero uno, come sempre" pronunció gonfiando il petto.


"Sono sicuro che ce la farai," gli rispose Deku educatamente, ma senza la minima traccia di quella venerazione per il biondo che lo caratterizzava da ragazzo.


"Tu invece? Tua mamma diceva che stai lavorando in una clinica."


Deku sembrò irrigidirsi di nuovo, a giudicare dalle spalle tese. Annuì, muovendo a scatti la testa. Un mmmmh gli uscì dalla bocca prima che cambiasse argomento.


"Ma di sicuro non ti interessa sentirmene parlare."


"Perché mai non vorrebbe? Il tuo è un lavoro importante, tesoro!"


Alle lodi di sua mamma Deku rispose con un sorriso tirato, e poi i genitori di Katsuki decisero di intervenire.


"Il tuo Quirk ha qualcosa di magico,” disse Masaru e Katsuki si sentì scoppiare un aneurisma in testa. Deku non aveva un Quirk.


Non avresti avuto Hisami senza il tuo Quirk. Sei l'uomo che fa miracoli.”


Io sono un miracolo,” mormorò Hisami, un pastello verde stretto nel pugno, con il tono di chi ha già sentito quelle parole un milione di volte nel corso della propria breve vita.


Di che state parlando? Hai un Quirk, Deku?”


Il Quirk del mio papà fa i bambini.”


Katsuki si strozzò con la sua stessa saliva. “Hah?”


Deku nascose il volto tra le mani, buttando fuori un lungo sospiro. Katsuki non comprese perché le parole Quirk magico e uomo che fa miracoli potessero causare una simile reazione. Deku sollevò il viso dalle mani e puntò uno sguardo imperturbabile dritto verso Katsuki, prima di spiegare tutto.


Il mio Quirk è comparso quando avevo 6 anni. E' un Quirk potente legato alla fertilità, chiamato Procreate. Mi hanno registrato come senza Quirk, perché in mani irresponsabili può diventare estremamente pericoloso. Posso creare figli biologici a partire da due essere umani, a prescindere dal loro sesso. Dirigo una clinica, siamo specializzati nella FIVET e in gravidanze surrogate, offriamo il supporto di ginecologi-ostetrici direttamente a casa. Ho la licenza per impiegare il mio Quirk su coppie consenzienti. Ora, possiamo per cortesia smetterla di parlare di lavoro?”


Katsuki inarcò un sopracciglio al sentire non solo quella marea di informazioni, ma anche la tensione che impregnava la voce dell'altro. Deku era sempre stato un tipo un po' strano e nervoso, ma mai l'aveva visto comportarsi come in quel momento. Non era sicuro se si trattasse di una sorta di retaggio dei loro turbolenti anni da adolescenti, o se Deku fosse semplicemente pazzo – con molta probabilità entrambe le cose. In ogni caso, si poteva dire che il suo mestiere aveva dato ottimi, impressionanti frutti. Guardò Hisami di nuovo, domandandosi chi diavolo potesse essere l'altro suo genitore. Qualcuno biondo, chiaramente.


Il cameriere arrivò finalmente a liberare tutti quanti dal loro supplizio, e Katsuki giurò quasi di aver sentito Deku mormorare un Cristo grazie velato da un pesante sospiro. Elencarono i loro ordini e Katsuki rise quando sentì sia Deku che Hisami ordinare un katsudon.


Assicuratevi che il suo sia bello carico, per favore. Non lo mangerà se non è abbastanza piccante,” si rivolse Deku al cameriere, lievemente terrorizzato all'idea di servire un piatto piccante “di livello tre”2 ad un caspita di bambino seduto sul seggiolino. Nonostante ciò, li accontentò. Katsuki si ricordò così di quando sua madre doveva abusare verbalmente il personale di sala perché gli servissero un ramen piccante abbastanza da farlo sudare. Accennò un sorriso, rivedendo un po' di se stesso nel bambino.


Hisami tirò il maglione di suo padre, invitandolo a chinarsi verso di lui perché gli potesse sussurrare nell'orecchio. Izuku annuì e spinse indietro la sua sedia.


Scusateci,” disse, mettendo Hisami a terra così che potessero sgattaiolare verso il bagno. Quando i due si furono allontanati, Katsuki si sentì un poco più rilassato. Sentimento condiviso apparentemente dal resto della tavolata.


Izuku si sente bene?” tentò Masaru, il primo come sempre a percepire la tensione imbarazzante delle situazioni.


Non lo so, ma sono abbastanza sicura che Katsuki sia il responsabile,” rispose sua madre sorseggiando il drink con la cannuccia.


Oi!” le urlò di rimando il biondo, anche se –in un certo senso- era cosciente che la donna avesse ragione. Pensò che tutta quella fosse una pessima idea e si domandò perché, in primo luogo, avesse deciso alla fine di partecipare all'uscita. Tralasciando giusto il desiderio di soddisfare la sua morbosa curiosità.





Papà, sei arrabbiato con me perché sono salito sul tavolo?” chiese Hisami, mentre asciugavano le mani nel bagno del ristorante.


Hai fatto cosa?”


Scusami papà. Per favore non essere più arrabbiato con me,” gli disse, alzando le mani umide in alto, nel gesto universale che significava prendimi in braccio. Izuku lo accontentò.


Non sono arrabbiato, tesoro3.” Izuku baciò la testa bionda e riccioluta di Hisami, sentendosi in colpa per il fatto che il suo turbamento interiore avesse fatto preoccupare suo figlio.


Sei arrabbiato con Mr. Kacchan?”


Non esattamente, ma sento come un brivido4 quando lo vedo.”


Paura! No, papà, non avere i brividi!” Hisami avvolse completamente la testa di Izuku tra le sue piccole braccia, nel tentativo di farlo stare meglio. Funzionò, effettivamente. Suo figlio era la sua sicurezza più solida e costante nella vita- non era una cosa un po' triste?


Okay tesoro, andiamo a mangiare.” disse, divincolandosi dal suo dispensatore di coccole per rimetterlo con i piedi per terra. Uscirono dal bagno mano nella mano, Izuku con un passo più lento per compensare la lentezza delle gambe più corte di suo figlio. Quando tornarono al tavolo, Hisami si prodigò in un nuovo siparietto, lasciando la mano di sua padre per portarsi poi il dorso della propria sulla fronte con un gesto melodrammatico, imitando una star del grande schermo in procinto di svenire.


Oh, papà, sto così male!” Hisami collassò a terra nel bel mezzo del ristorante, e Izuku dovette sinceramente fare del proprio meglio per non scoppiare a ridere e incoraggiarlo a continuare. Hisami stava chiaramente cercando di creargli una via di fuga e il pensiero gli fece scaldare il cuore. Era un bimbo davvero troppo sensibile per la sua età. Izuku si inginocchiò di fronte alla figura prona del figlio.


Stai male, huh? Così tanto da dover rinunciare a un buon katsudon piccante?”


Hisami si irrigidì. Chiaramente non aveva considerato le implicite conseguenze del suo fingersi malato per potersene andare via.


Sto bene, ora, papà,” sussurrò infine.


Come immaginavo.” Izuku rise e sollevò da sotto le braccia quel birbante di suo figlio. “Niente più soap opere per te quando sei dalla nonna.”


Kacchan osservò tutta la scena con occhi increduli, ma un sorriso gli sfuggì quando notò l'espressione imbarazzata sul volto di Hisami. Scoppiò in una risata che sorprese pure lui stesso e... Izuku non seppe come prendere la cosa.


Faceva male più di quanto avrebbe dovuto. Pensarci gli faceva ribollire l'intestino in un brodo di sensi di colpa e pentimenti. Il peso del segreto gli pesava sul cuore. Oltretutto, se era orribile tenerlo nascosto a Katsuki, esserne direttamente responsabile lo era ancora di più.



Note della Traduttrice:


Ora, non so voi, ma io ho dovuto sacrificare un polmone per le risate che mi sono fatta leggendo il ricco vocabolario che Katsuki usa per definire Hisami.
In inglese ci sono delle sfumature tanto particolari, ho cercato di riportare i toni comici di certi termini senza cadere nella volgarità, ditemi se ci sono riuscita <3

Prime impressioni sul piccolo Hisami?


Vi mando un caldo abbraccio

  • 1Izuku in inglese chiama suo figlio affettuosamente Button, che è letteralmente bottone in italiano lol … Per ora ho ripiegato sul classico tesoro, amore di papà perché scorreva nei dialoghi, vedrò se poi modificarlo quando (e se) mi verrà in mente altro :c

  • 2Piccante di livello tre : esiste una scala graduata per i cibi piccanti, dai più blandi a quelli più estremi, se Hisami a quest'età mangia un livello tre non oso immaginare da adulto

  • 3Izuku in inglese chiama suo figlio affettuosamente Button, che è letteralmente bottone in italiano lol … Per ora ho ripiegato sul classico tesoro, amore di papà perché scorreva nei dialoghi, vedrò se poi modificarlo quando (e se) mi verrà in mente altro :c

  • 4Dunque, qui ho dovuto ragionarci un po', perché in inglese Izuku dice “I feel icky” e icky vorrebbe più dire qualcosa come “mi sento come se mi stesse prudendo tutto” , che sinceramente non mi piaceva proprio. Ho risolto con “brividi” per rimanere nel tema “paura/spavento”, nel prossimo capitolo capirete anche perché!

   
 
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