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Autore: LittleRed_    28/03/2020    0 recensioni
«Steven mi ha consigliato un video giochi che parla di umani che fanno arte e mi ha vivamente consigliato di provarlo assieme a te che te sei capace nelle arti»
Che cosa succederebbe se Perla e Lapis, giocando assieme a Life is strange, ne fossero letteralmente assorbite?
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Lapis Lazuli/Lapislazzuli, Pearl/Perla
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Perla 

Un lampo di luce mi abbagliò all’improvviso ma prima di avere il tempo di capire cosa stesse succedendo, la luce si attenuò e potei vedere che non ero più nel tempio. 

Ero seduta in un’aula di una scuola, c’erano banchi, alunni e tutte le altre cose che Connie ci aveva detto si trovano in una scuola. Un signore stava spiegando fotografia e mi rivolse la parola: 

«Max, puoi per cortesia dirci il nome del processo che diede inizio ai primi autoritratti?» 

Passato un attimo di confusione risposi: «Oh cielo, credo che abbia preso un malinteso! Il mio nome non è Max, è Perla, e stavo passando un pomeriggio con la mia cara amica Lapis quando mi sono ritrovata qui e ...» 

Mi accorsi finalmente che Lapis non era con me nell’aula, dovevo andare subito a cercarla! 

«Oh scusi tanto ma devo proprio andare» spiegai al signore avviandomi verso la porta «Ciao e buona lezione augurai alla classe mentre uscivo dalla stanza. 

Mi ritrovai in un corridoio pieno di armadietti rossi lungo le pareti, coperti di volantini. Non avevo idea di dove fossi, né dove fosse Lapis. 

Iniziai a correre senza una direzione alla ricerca di un segno di lei. Mi sentivo lenta, le gambe pesanti, la borsa che avevo raccolto dal banco senza accorgermene sbatteva sul mio fianco rovinando il mio equilibrio. 

Corsi per quella che mi sembrò un’eternità quando finalmente il mio sguardo catturò delle ali blu.  

«Lapis!» urlai, preoccupata per lei e contenta di averla trovata. 

Ma non era lei. Era una farfalla. Un piccolo esemplare di morpho menelaus che si muoveva nell’aria sbattendo le sue ali leggere in modo quasi ipnotico. Non so per quale motivo ma sentivo che mi avrebbe portato dove dovevo andare, forse mi avrebbe portato da Lapis. 

La farfalla volò in una stanza approfittando di uno spiraglio lasciato da una studentessa disattenta, la seguii senza indugi.  

Ero stata condotta in un bagno deserto, vidi la farfalla svolazzare lesta in un angolo nascosto verso il fondo del bagno. 

«Non puoi nasconderti da una crystal gem» pensai mentre la stavo seguendo silenziosamente per non spaventarla.  

La mia osservazione della morpho blu fu improvvisamente disturbata dal rumore di qualcuno che entrava nel bagno. Mi sporsi dal mio nascondiglio incuriosita, ed era solo un ragazzo che stava parlando allo specchio, seguito poco dopo da una ragazza dai capelli blu come Lapis. Iniziarono a parlare, una conversazione che sembrava animarsi molto rapidamente. Oh cielo! Il ragazzo sembrava molto arrabbiato.  

 

Lapis 

«Che succede? Perla rispondimi subito! Dove siamo?»  

Ma nessuno rispose e il panico riempì la mia mente. Tutto attorno a me era buio e silente. Subito iniziarono a vorticare i ricordi dello specchio, i ricordi della fusione con Jasper e infine quelli sulla luna. Mischiati assieme come un incubo dal quale non sapevo come fuggire. Provai a spiegare le ali per volare via, ma qualcosa non funzionò, era forse la sua mano stretta nella mia a non farmi decollare? 

Mi voltai e letteralmente sentii buona parte delle mie paure sciogliersi in due occhi azzurri determinati volti a guardare nei miei. Poi riaprii gli occhi nella realtà, e Perla non c’era più. Quello che ricordavo un momento prima era un piccolo glitch sullo schermo ed esso che diventava tutto nero, poi tutto quanto attorno. E infine aprendo gli occhi presi coscienza di quanto potessi vedere intorno a me.  

Un bagno di un liceo, scritte sui muri e disegni sugli specchi consumati dalle facce che si erano specchiate giorno dopo giorno. 

E un ragazzo umano di fronte a me che mi stava puntando contro una pistola, visibilmente incazzato, quasi quanto me. Una voce si fece strada prima offuscata, poi sempre più nitida fino a diventare un grido che non potevo ignorare. 

«Chloe, non sai con chi cazzo hai a che fare, né chi stai provocando!»  

«Non mi chiamo Chloe! E cosa vuoi farci con quella, ragazzino, spararmi?» urlai di rimando, ancora presa dai ricordi nella mia testa, assordanti come un silenzio nella notte più buia, per poi mettermi a ridere con una risata cupa uscita dritta dall’inferno che mi portavo dentro. 

Dai rubinetti del bagno cominciò a uscire acqua impazzita e ad allagare il bagno. 

Il ragazzo preso dal panico iniziò a indietreggiare per poi sbattere contro la porta chiusa. *Bang* Il colpo partì all’improvviso prima che potessi anche solo pensarci, e mi colpì dritto nel petto. Cosa poteva succedere, non mi aveva colpito la gemma, giusto? E allora perché sanguinavo e la mia vista iniziava a offuscarsi? 

Precipitai al suolo ormai ricoperto di acqua che si mischiava al mio sangue, sentendo i passi del ragazzo che mi allontanava correndo via dalla stanza. 

L’ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi fu il viso di Perla, senza sapere se fosse davvero lì o la stessi immaginando. Non importava, ero felice di vederla, pensavo abbassando le palpebre. 

 

Perla 

Rimasi nascosta ad osservare la ragazza, sembrava familiare eppure inspiegabilmente estranea. Rimasi così concentrata su di lei che non vidi il ragazzo estrarre dalla tasca un lucido oggetto di metallo. 

Un boato e all’improvviso capii: Lapis! 

Cadde all’indietro e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono e vidi attraverso le lacrime la luce che si spegneva nei suoi occhi. 

Ebbi solo il tempo di tendere la mano e urlare «NO!» 

  
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